ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00766

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 579 del 31/01/2012
Abbinamenti
Atto 7/00760 abbinato in data 22/02/2012
Atto 7/00761 abbinato in data 22/02/2012
Atto 7/00762 abbinato in data 22/02/2012
Atto 7/00765 abbinato in data 22/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: AGOSTINI LUCIANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
CUOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
PEPE MARIO (PD) PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
TRAPPOLINO CARLO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
22/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 22/02/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 22/02/2012
CALLEGARI CORRADO LEGA NORD PADANIA
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
RUSSO PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 22/02/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/02/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 22/02/2012

ACCOLTO IL 22/02/2012

PARERE GOVERNO IL 22/02/2012

DISCUSSIONE IL 22/02/2012

APPROVATO IL 22/02/2012

CONCLUSO IL 22/02/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00766
presentata da
LUCIANO AGOSTINI
mercoledì 22 febbraio 2012 pubblicata nel bollettino n.610

La XIII Commissione,
premesso che:
i pescatori italiani lamentano un pesante calo del reddito, tanto grave da minacciare la loro esistenza e da portarli a dimostrare nelle piazze la loro paura del futuro;
i motivi connessi alla diminuzione del reddito del settore della pesca a livello europeo sono di diversa natura; innanzitutto la diminuzione degli stock ittici; poi il calo generale dei prezzi nelle aree in cui anche se gli stock ittici sono integri l'offerta è troppo alta e infine l'incremento dei costi di produzione a causa dell'aumento del prezzo dei prodotti petroliferi;
tale situazione, in Italia, è resa più grave dalle condizioni di contesto del settore della pesca che risultano già fortemente compromesse da problemi di carattere strutturale che si protraggono ormai da lungo tempo;
il settore della pesca è gravato da disfunzioni strutturali quali: la polverizzazione dei punti di sbarco; la frammentarietà della distribuzione; la prevalenza di strutture artigianali con bassa efficienza gestionale; l'insufficiente patrimonializzazione e sottocapitalizzazione delle imprese; la scarsa capacità di accesso al credito, a cui si aggiungono come aggravanti l'incapacità delle imprese di concentrare l'offerta dei prodotti a fronte di una rete distributiva sempre più esigente ed in mano ai grossisti ed ai commercianti;
l'effetto congiunto di tutti i fenomeni fin qui illustrati è quello di non riuscire più a produrre reddito; gli operatori ittici di tutta la filiera e l'indotto rischiano il fallimento e l'uscita dal mercato con gravissime ripercussioni sui livelli occupazionali e, più in generale, sulle aspettative di ripresa dell'economia del Paese;
la pesca rappresenta una delle attività più antiche dell'uomo e il pesce è un elemento fondamentale della alimentazione umana di cui occorre garantire la disponibilità, attraverso la preservazione ed il mantenimento in buone condizioni degli stock ittici, tanto per le generazioni attuali che per quelle future; in tale ottica l'Unione europea sta sviluppando una riflessione sul contributo che la politica comune della pesca può fornire alla produzione di beni pubblici attraverso tre filoni principali: produzione, trasformazione e commercializzazione;
ai fini della sostenibilità e della modernizzazione del settore pesca è necessario utilizzare strumenti nuovi e moderni in linea con le esigenze del mercato che consentano di garantire le necessarie opportunità di lavoro e trattenere i giovani nelle aree meno sviluppate;
se è innegabile che il settore della pesca dipende totalmente dallo stato di salute degli stock ittici e dall'equilibrio dell'ecosistema è altrettanto vero che una gestione della pesca sempre più in linea con gli obiettivi di sostenibilità e di remunerazione dell'attività non può avvenire senza prendere atto della grave crisi che il settore vive allo stato attuale e pertanto, risulta fondamentale predisporre una doppia strategia di intervento: una che dia risposte nell'immediato sostenendo i redditi ed evitando l'uscita dal mercato di numerose aziende ittiche e un'altra che riorienti il settore della pesca verso una nuova programmazione che sia in linea con gli obiettivi della politica comune della pesca (PCP) riformata garantendo la sostenibilità del settore e la giusta remunerazione agli operatori;
in tale contesto è opportuno rilevare come il regolamento (CE) n. 1967/2006 relativo all'introduzione di misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo entri in vigore in un momento di grave e perdurante crisi economica mondiale ed europea che, per quanto riguarda il settore dell'economia ittica italiana, registra nell'ultimo decennio un peggioramento di tutti gli indici macroeconomici: 17.000 posti di lavoro in meno; le catture sono diminuite del 48 per cento; la redditività dell'impresa è diminuita del 31 per cento; le risorse nazionali per la programmazione sono state tagliate del 77 per cento;
anche la normativa nazionale ha inciso negativamente sul reddito disponibile del comparto limitando gli sgravi contributivi per la salvaguardia dell'occupazione della gente di mare dall'80 per cento al 60 per cento;
infine il recente chiarimento del Governo in merito all'ipotesi di tassazione delle forniture di carburante e lubrificante delle navi adibite alla pesca costiera, paventata nella legge comunitaria 2010 sgombra il campo da una iniziativa che avrebbe contribuito ulteriormente a ridurre il reddito disponibile dei pescatori aggravandone la crisi;
l'attività della pesca contribuisce alla produzione di beni comuni e una sua modernizzazione che garantisca la gestione sostenibile dell'ambiente e degli ecosistemi deve fornire risposte anche nell'immediato per tutelare i redditi dei pescatori e salvaguardare gli equilibri socioeconomici di quei territori aree costiere ed isole, in cui le attività di pesca incidono maggiormente; l'attenzione a tali situazioni è particolarmente importante per le comunità delle aree in questione, spesso caratterizzate da situazioni di svantaggio, carenza di posti di lavoro ed economie deboli,
impegna il Governo:
a confermare la non imponibilità dell'IVA per le forniture di carburante e lubrificante delle navi adibite alla pesca costiera;
a convocare con urgenza una Conferenza nazionale della pesca per definire un piano di rilancio del settore in linea con le indicazioni europee a partire da una revisione della proposta sul fermo biologico, prevedendo un prolungamento dei giorni, nell'ambito di una diversificazione dei periodi di fermo e di una diversificazione per specie;
a definire con urgenza, di concerto con le regioni, gli ambiti su cui predisporre i piani di gestione previsti dal regolamento (CE) n. 1967/2006 al fine di ottimizzare l'applicazione del citato regolamento adeguandolo alle specificità dei mari italiani;
a valutare altresì, nel rispetto della normativa comunitaria, la possibilità di:
a) dare attuazione agli impegni assunti dal precedente Governo per la riduzione dei costi di produzione connessi all'aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi reperendo le risorse necessarie quantificabili in circa 13 milioni di euro;
b) assumere iniziative per prorogare di sei mesi l'entrata in vigore del decreto legislativo recante misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura al fine di consentire agli operatori del settore un pieno adeguamento alle nuove norme.
(7-00766) «Agostini, Oliverio, Brandolini, Sani, Zucchi, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Mario Pepe (PD), Servodio, Trappolino».