ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00754

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 573 del 19/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: PAGANO ALESSANDRO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 19/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 19/01/2012
FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA 23/01/2012
COMAROLI SILVANA ANDREINA LEGA NORD PADANIA 23/01/2012
FORCOLIN GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 23/01/2012
MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA 23/01/2012
GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 24/01/2012
PEPE ANTONIO POPOLO DELLA LIBERTA' 24/01/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Stato iter:
24/01/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/01/2012
CONTE GIANFRANCO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
ILLUSTRAZIONE 24/01/2012
PAGANO ALESSANDRO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/01/2012
BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
FLUVI ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 24/01/2012
VENTUCCI COSIMO POPOLO DELLA LIBERTA'
GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
PEPE ANTONIO POPOLO DELLA LIBERTA'
FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA
BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
 
PARERE GOVERNO 24/01/2012
POLILLO GIANFRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 23/01/2012

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 24/01/2012

DISCUSSIONE IL 24/01/2012

ACCOLTO IL 24/01/2012

PARERE GOVERNO IL 24/01/2012

APPROVATO IL 24/01/2012

CONCLUSO IL 24/01/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00754
presentata da
ALESSANDRO PAGANO
giovedì 19 gennaio 2012, seduta n.573

La VI Commissione,
premesso che:
nel quadro delle decisioni assunte dal Consiglio europeo del 26 ottobre 2011, in merito alle misure per consolidare la patrimonializzazione delle banche e fare fronte agli eventuali rischio di insolvenza del debito sovrano di alcuni Paesi membri, l'European Banking Authority (EBA) ha svolto un esercizio sulla situazione patrimoniale delle banche europee, a seguito del quale è emersa la necessità di incrementare il capitale di alcune delle principali banche italiane;
in particolare, l'esercizio svolto dall'EBA richiede alle banche un incremento del loro capitale attraverso la costituzione di un «cuscinetto» (buffer) patrimoniale aggiuntivo, temporaneo ed eccezionale, per fronteggiare le incertezze, emerse a partire dalla seconda metà dello scorso anno sui mercati, relativamente alle esposizioni su debiti sovrani e agli altri rischi creditizi, in connessione con l'attuale, difficile fase della congiuntura economica;
tale esigenza di rafforzamento della patrimonializzazione degli intermediari creditizi deriva anche dal fatto che i titoli pubblici presenti nel portafoglio delle banche sono stati valutati al loro attuale valore di mercato, secondo il metodo del cosiddetto «mark to market» scontando dunque gli effetti, particolarmente negativi per le banche italiane, derivanti dalla caduta delle quotazioni dei titoli pubblici italiani dall'ampliamento del differenziale di rendimento rispetto al benchmark di riferimento, rappresentato dal bund decennale tedesco;
in contrasto con gli stessi obiettivi delle autorità europee, che intendevano introdurre elementi di rassicurazione circa la stabilità degli operatori creditizi europei, i mercati finanziari hanno reagito negativamente all'annuncio dei risultati dell'esercizio dell'EBA;
gli investitori hanno infatti interpretato le posizioni assunte dall'EBA come una preoccupante conferma della possibilità che alcuni Paesi dell'area euro possano fallire: ciò ha comportato l'aumento della volatilità delle quotazioni dei credit default swap (CDS) sui titoli sovrani, l'incremento degli spread dei titoli pubblici di molti Paesi europei nei confronti dei titoli di Stato tedeschi, con conseguente difficoltà, per gli stessi Stati, a collocare i propri titoli sul mercato;
in particolare, la valutazione secondo il principio del mark to market dei titoli di Stato detenuti dalle banche ha avuto l'effetto perverso di disincentivare l'acquisto, se non addirittura di incentivare la vendita, di titoli di Stato italiano da parte delle banche, amplificando in tal modo l'orientamento assunto dagli intermediari esteri ed inducendo un ampliamento dello differenziale tra i titoli italiani e quelli di altri Paesi, non giustificato dai fondamentali economici e di finanza pubblica;
tale impostazione sta, dunque, condizionando negativamente la possibilità delle banche di mantenere o aumentare la quota di titoli di Stato presenti nei loro portafogli, contribuendo conseguentemente a destabilizzare, in particolare, il mercato dei titoli di Stato italiani;
in tale contesto assumono estrema rilevanza le recenti dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, il quale, pur riconoscendo l'esigenza di migliorare il livello e la qualità dei requisiti patrimoniali degli istituti di credito, ha evidenziato come tali decisioni fossero state assunte, in sede di definizione del cosiddetto «pacchetto Basilea 3», in una fase economica e finanziaria del tutto diversa dall'attuale, quando non erano ancora emerse le preoccupazioni sulla stabilità di bilancio di taluni Paesi dell'area euro e, soprattutto, quando non si erano ancora verificate le ondate di vendita dei titoli di Stato di tali Paesi, e le prospettive di crescita per i prossimi anni erano molto più positive;
sempre secondo il presidente della BCE, nell'attuale fase di mercato, le decisioni dell'EBA avrebbero un effetto prociclico, aggravando ulteriormente le difficoltà delle banche e inducendo un nuovo «congelamento» del mercato interbancario, in piena contraddizione con gli obiettivi dichiarati dall'EBA stessa e con l'impostazione del «pacchetto Basilea 3», il quale prevede una serie di misure volte ad introdurre meccanismi anticiclici;
l'accelerazione, indotta dalle recenti decisioni dell'EBA, nell'implementazione dei requisiti patrimoniali previsti dal «pacchetto Basilea 3», che avrebbe dovuto svilupparsi lungo un arco temporale di diversi anni, sta infatti determinando notevoli effetti negativi sulla congiuntura economica, in particolare incrementando il rischio una forte contrazione del credito erogato alle imprese e alle famiglie;
le preoccupazioni espresse dal Presidente della BCE risultano del resto condivise anche dalla Banca d'Italia, in relazione alle incertezze provocate sui mercati dalla risposta delle autorità europee alla crisi ed all'effettiva attuazione delle decisioni del Vertice europeo del 9 dicembre, che prevedono l'anticipo e il rafforzamento del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria - European Financial Stability Facility (ESFS) (cosiddetto Fondo «salva Stati»);
a tale ultimo proposito risultano molto significative le raccomandazioni, espresse dalla stessa Banca d'Italia nel Bollettino economico pubblicato il 17 gennaio 2012, affinché le decisioni, assunte nello scorso mese di dicembre, relative alla nuove regole di governo economico europeo, nonché all'azione del Fondo europeo di stabilità finanziaria - European Financial Stability Facility (ESFS), e, successivamente, dall'European Stability Mechanism (ESM), siano rese operative con urgenza, sfruttando tempestivamente tutte le potenzialità di tali strumenti, in modo da ripristinare la fiducia degli investitori e garantire la normalizzazione dei mercati finanziari;
in tale contesto appare evidente l'esigenza che, già nel prossimo Consiglio europeo straordinario del 30 gennaio 2012, i Governi degli Stati membri dell'Unione europea, e segnatamente dell'area dell'euro, forniscano segnali chiari e credibili ai mercati finanziari, agli operatori economici ed all'opinione pubblica, adottando decisioni incisive che consentano di correggere gli effetti distorsivi determinati da alcune decisioni assunte dall'EBA, e che indichino la volontà comune degli Stati di ripristinare condizioni di equilibrio nei mercati finanziari e del credito, di assicurare la stabilità della moneta unica e di favorire in tal modo il superamento dell'attuale negativa congiuntura economica,
impegna il Governo:

ad adottare, anche in vista del prossimo Consiglio europeo del 30 gennaio 2012, iniziative politiche volte a:
a) verificare la possibilità di prevedere un differimento nell'applicazione delle raccomandazioni dell'EBA, nonché di rivedere, entro i prossimi mesi, la dimensione del buffer aggiuntivo di capitale richiesto alle banche a fronte di esposizioni su debiti sovrani;
b) prevedere che le richieste di ricapitalizzazione dell'EBA possano essere valutate caso per caso, con riferimento alle singole banche interessate, dalle autorità di vigilanza dei singoli Paesi;
c) accelerare l'assunzione di decisioni definitive, a livello europeo, volte a rendere rapidamente operativo, nonché a rafforzare, il Fondo europeo di stabilità finanziaria - European Financial Stability Facility (ESFS), la cui costituzione era stata deliberata dagli Stati membri dell'Unione europea fin dal 9 maggio 2010, con lo scopo di preservare la stabilità finanziaria europea fornendo assistenza finanziaria agli Stati dell'area euro in difficoltà economica;
d) sostenere l'esigenza, evidenziata dalla stessa EBA, di introdurre schemi di garanzia europei sulle nuove passività bancarie a medio e a lungo termine, al fine di interrompere il circolo vizioso tra qualità creditizia delle banche e qualità del debito sovrano dei rispettivi Paesi;
e) sostenere con forza l'esigenza che l'attuazione delle misure del pacchetto Basilea 3 siano accompagnate da decisioni politiche, a livello europeo, efficaci e credibili relativamente alle problematiche del debito sovrano, in linea con gli orientamenti, definiti già nel settembre scorso dal Consiglio europeo per il rischio sistemico.
(7-00754) «Pagano, Causi, Fugatti, Comaroli, Forcolin, Montagnoli, Galletti, Antonio Pepe».