ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00578

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 469 del 28/04/2011
Abbinamenti
Atto 7/00478 abbinato in data 04/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: BERTOLINI ISABELLA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/04/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VANALLI PIERGUIDO LEGA NORD PADANIA 28/04/2011


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Stato iter:
08/06/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 04/05/2011
BERTOLINI ISABELLA POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 04/05/2011
MANTOVANO ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/05/2011
VASSALLO SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO
ZACCARIA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 04/05/2011
MANTOVANO ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 31/05/2011
BRUNO DONATO POPOLO DELLA LIBERTA'
ZACCARIA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
VANALLI PIERGUIDO LEGA NORD PADANIA
 
PARERE GOVERNO 08/06/2011
VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
INTERVENTO GOVERNO 08/06/2011
VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 08/06/2011
MANTINI PIERLUIGI UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 08/06/2011
VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 08/06/2011
TASSONE MARIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/05/2011

DISCUSSIONE IL 04/05/2011

DISCUSSIONE IL 04/05/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/05/2011

DISCUSSIONE IL 31/05/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 31/05/2011

ACCOLTO IL 08/06/2011

PARERE GOVERNO IL 08/06/2011

DISCUSSIONE IL 08/06/2011

APPROVATO IL 08/06/2011

CONCLUSO IL 08/06/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00578
presentata da
ISABELLA BERTOLINI
giovedì 28 aprile 2011, seduta n.469

La I Commissione,
premesso che:
per governare al meglio il fenomeno dell'immigrazione è fondamentale la gestione dei flussi di immigrati che ogni anno arrivano regolarmente nel nostro Paese;
è evidente che la programmazione dei flussi deve essere stabilita in rapporto alle esigenze dell'economia reale del Paese e che, senza un quadro macro-economico di stabilità, diventa impossibile prevedere l'ingresso degli extracomunitari, soprattutto quando le esigenze del mercato non sono più regolamentabili con gli odierni strumenti dell'economia;
la grave crisi economica internazionale di carattere recessivo, che ha colpito anche l'Italia, ha rallentato la produzione, ha aumentato le difficoltà occupazionali ed ha inevitabilmente avuto riflessi negativi anche sul fabbisogno di manodopera straniera;
alla luce di questo nuovo scenario in continua evoluzione e che non consente previsioni di lungo periodo, il documento programmatico che, ai sensi dell'articolo 3, commi 1-3 del Testo unico n. 286 del 1998 in materia di immigrazione, dovrebbe essere predisposto dal Governo ogni tre anni, non appare come lo strumento più idoneo per definire quantitativamente il numero di immigrati da far entrare in Italia;
giustamente il Governo, preso atto della nuova situazione economica, assolutamente non prevedibile quando fu votata la normativa in materia di immigrazione, ha fatto la scelta di garantire innanzitutto l'occupazione ai cittadini italiani, visto che è questo il vero problema sociale oggi da affrontare e agli stranieri già presenti nel Paese, rimasti disoccupati in seguito alla crisi, ritenendo quindi non più idonea una programmazione dei flussi a lungo termine;
peraltro, l'utilizzo dello strumento della programmazione di tipo triennale - previsto dal Testo unico n. 286 del 1998, è stato interrotto nel triennio 2007-2009 dal Governo Prodi;
quando il documento, pur approvato in sede di esame preliminare dal Consiglio dei Ministri nella precedente legislatura, non fu poi varato;
in questi ultimi anni i provvedimenti adottati dal Governo hanno, comunque, determinato una corretta programmazione dei flussi di ingresso in Italia, poiché ispirati ai criteri indicati da Testo unico sull'immigrazione ed elaborati alla luce di dati ed indicazioni forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dalle regioni in merito all'andamento dell'occupazione, dei tassi di disoccupazione e alle reali richieste di manodopera da parte del mercato del lavoro per i vari settori economici;
nella predisposizione di tali provvedimenti si è tenuto conto anche delle riserve di quote in favore dei Paesi che hanno concluso accordi ed intese bilaterali di cooperazione in materia migratoria (erano 14 nel decreto 2008, sono diventati 19 nel decreto 2010), dei lavoratori di origine italiana, dei lavoratori che hanno partecipato a corsi di formazione nei Paesi di origine, così come previsto dal Testo unico n. 286 del 1998);
tenendo conto di tutto ciò il tetto massimo degli ingressi per lavoro subordinato è stato ridotto, ma poi nuovamente ampliato nel 2010 in presenza dei primi segni di ripresa economica, considerato anche che, con il decreto-legge n. 78 del 2009, è stata varata una procedura di emersione per i lavoratori stranieri, già presenti sul territorio nazionale, impiegati nell'attività di assistenza alla persona ed al lavoro domestico di sostegno al bisogno famigliare;
per il lavoro stagionale è stata mantenuta una costante programmazione dei flussi di ingresso di 80 mila unità all'anno per gli anni 2008, 2009 e 2010, così come era stato fatto con il decreto del 2007 e solo per l'anno 2011 la quota è stata ridotta a 60 mila unità in base ai controlli effettuati, dai quali è emerso un numero di assunzioni inferiore al numero di ingressi autorizzato l'anno precedente;
anche il Piano per l'integrazione nella sicurezza - Identità e incontro, approvato dal Consiglio dei ministri il 10 giugno 2010, prevede come indispensabile una programmazione dei flussi di accesso coerente con le esigenze dell'economia del Paese;
è necessario proseguire nella politica dei flussi con criteri nuovi, realmente pesati sul fabbisogno interno di lavoro, per evitare di ammettere sul territorio immigrati a rischio disoccupazione e marginalità sociale, con manodopera non qualificata, che corre addirittura il rischio di approdare a circuiti economici sommersi,
impegna il Governo

a proseguire nell'azione finora intrapresa in materia di politiche per il controllo del fenomeno migratorio, attraverso il ricorso ad una programmazione dei flussi di accesso, basata sulle rilevazioni dei fabbisogni di manodopera nei mercati locali del lavoro e compatibile con le effettive capacità di assorbimento nel tessuto sociale e produttivo del Paese, attuando nel contempo adeguate politiche di integrazione degli stessi immigrati, nel rispetto del principio di accoglienza dello straniero e della sicurezza nazionale.
(7-00578) «Bertolini, Vanalli».