ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00533

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 452 del 24/03/2011
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00118
Firmatari
Primo firmatario: TEMPESTINI FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VANNUCCI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 24/03/2011
ANTONIONE ROBERTO POPOLO DELLA LIBERTA' 13/04/2011
DOZZO GIANPAOLO LEGA NORD PADANIA 13/04/2011


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
13/04/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/04/2011
TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/04/2011
STEFANI STEFANO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO GOVERNO 13/04/2011
CRAXI STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/04/2011
DOZZO GIANPAOLO LEGA NORD PADANIA
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 13/04/2011
CRAXI STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/04/2011
ZACCHERA MARCO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 13/04/2011
CRAXI STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

DISCUSSIONE IL 13/04/2011

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 13/04/2011

ACCOLTO IL 13/04/2011

PARERE GOVERNO IL 13/04/2011

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 13/04/2011

CONCLUSO IL 13/04/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00533
presentata da
FRANCESCO TEMPESTINI
giovedì 24 marzo 2011, seduta n.452

La III Commissione,

premesso che:

la crisi apertasi in Medio Oriente nei primi mesi dell'anno 2011 ha pesantemente investito molte imprese italiane che operavano in Libia e Tunisia costrette ad interrompere le proprie attività, ad abbandonare i siti produttivi e far rimpatriare maestranze e dirigenze italiane;

l'effetto più drammatico si è avuto dapprima in Tunisia con saccheggi e distruzioni di numerosi stabilimenti stranieri;

il blocco dell'attività amministrativa, sommata alla necessità di lasciare il Paese ha bloccato in molti casi la riscossione di crediti vantati dalle nostre imprese;

la stessa amministrazione della giustizia risulta sospesa con edifici pubblici e tribunali dati alle fiamme, cosa che può compromettere il recupero di pratiche aperte;

in Libia la situazione, ancora aperta ad esiti imprevisti, per le nostre imprese è ancora più grave e pericolosa;

numerosi ed importanti nostri gruppi industriali impegnati in Libia ma anche numerose piccole medie imprese attive nelle più disparate attività hanno dovuto lasciare il Paese, abbandonare cantieri e stabilimenti;

molte imprese hanno attività differenziate con presenza in Italia ed in altri paesi ma molte avevano presenze e commesse soltanto in Libia e Tunisia;

la sospensione prolungata dell'attività potrebbe compromettere la tenuta delle aziende che non operano in altri mercati;

come è noto i meccanismi della cassa integrazione non operano per i lavoratori italiani assunti per contratti all'estero;

nessun ammortizzatore sociale è previsto con gravi difficoltà per le famiglie e con il rischio che le specializzate maestranze non possano attendere la riapertura della attività nei singoli paesi pregiudicando il futuro delle loro aziende;

vari e diversificati possono essere i problemi delle aziende in questione che possono raggrupparsi nelle seguente tematiche:

a) danni a cantieri e stabilimenti;

b) mancati pagamenti;

c) perdita contratti;

d) impegni fiscali e doganali non rispettati per causa di forza maggiore;

e) impegni contrattuali non onorati per causa di forza maggiore;

f) spese di funzionamento (locazioni, guardiania e altro) necessarie anche in caso di inattività;

g) spese per il personale inattivo;

molte imprese verosimilmente non hanno adeguata copertura assicurativa per i rischi di cui si tratta;

il problema più pressante è comunque determinato dalla esposizione e delle imprese con il sistema bancario italiano essendovi il rischio di non poter onorare gli impegni a seguito della sospensione delle attività e delle mancate riscossioni;

andrebbe prevista una moratoria per l'esposizione riferita a crediti, fidi e garanzie con le banche per un limitato periodo in attesa della ripresa delle attività o comunque della definizione della situazione circa il riconoscimento dei danni conseguenti e successivi «claim» che verosimilmente verranno negoziati fra i Paesi;

andrebbero previsti ammortizzatori sociali per i dipendenti inattivi;

analoghe misure furono assunte dal Parlamento italiano nel 1991 per la crisi del golfo Persico con la legge 19 ottobre 1991 n. 337 «Disposizioni a favore dei connazionali coinvolti dalla crisi del Golfo Persico»;

in ordine alle eventuali «coperture finanziarie» necessarie per poter assumere impegni potrebbe farsi riferimento alla sospensione «di fatto» del trattato di amicizia fra Italia e Libia del 30 agosto 2008 ratificato con la legge 6 febbraio 2009 n. 7;

il trattato prevede risorse che al momento non possono essere spese ed in ogni caso lo stesso andrà rinegoziato con la diversa rappresentanza che si determinerà in Libia e che dovrà riconoscere i danni sopportati dalle imprese italiane in forza dell'articolo 4 dell'accordo in materia di promozione e protezione degli investimenti sottoscritto con la Libia il 13 dicembre 2000;

è urgente una ricognizione puntuale delle aziende interessate, dei danni subiti e delle problematiche aperte,
impegna il Governo:
ad effettuare una completa ricognizione della situazione circa le aziende coinvolte, ad assumere iniziative immediate per addivenire ad una «moratoria» con il sistema bancario per le esposizioni bancarie delle aziende riferite alle loro attività in Libia e Tunisia e ad estendere forme di ammortizzatori sociali ai dipendenti inattivi già impegnati in Libia e Tunisia;

ad aprire uno specifico tavolo con la rappresentanza delle aziende coinvolte per definire l'elenco per il riconoscimento dei danni subiti e per tenere aggiornato il dossier riferito ai «reclami» che il nostro paese dovrà avanzare ai Paesi interessati.

(7-00533) «Tempestini, Vannucci».