PEDOTO, MIOTTO, GHIZZONI, BUCCHINO, SARUBBI, SBROLLINI, D'INCECCO, LENZI, DE BIASI, GRASSI e VACCARO. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
a partire dall'anno accademico 2010-2011, alcuni atenei sedi di scuole di specializzazione di patologia clinica, biochimica clinica, microbiologia e virologia, scienze dell'alimentazione, genetica medica e altri, non hanno prodotto bandi di ammissione per i biologi, secondo quanto previsto dall'ordinamento delle stesse scuole;
ciò sarebbe avvenuto in base alla «presunta» ipotesi di possibili ricorsi, da parte di qualche biologo già iscritto alla scuola, finalizzati al riconoscimento trattamento economico previsto per i soli laureati in medicina e chirurgia;
ciò agli interroganti appare configurare un gravissimo «vulnus» al diritto costituzionale di accesso alla formazione e alle scuole di specializzazione universitarie per la categoria professionale dei biologi, tale da pregiudicare con modalità di dubbia legittimità l'accesso degli stessi ai concorsi del Servizio sanitario nazionale;
come è noto, ai sensi dell'articolo 15, comma 7, del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni e integrazioni, l'accesso ai concorsi per la dirigenza del ruolo sanitario presuppone il possesso del requisito del diploma di specializzazione;
al riguardo la specifica disciplina concorsuale di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 10 dicembre 1997, n. 483, articolo 40, concernente il «profilo professionale di biologo», comma 1, lettera b), richiede espressamente il possesso della «specializzazione nella disciplina oggetto del concorso»;
accanto a tale previsione per i pubblici concorsi è necessario considerare inoltre che numerose regioni, nell'ambito dei requisiti per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie, relativamente ai presidi che erogano prestazioni di laboratorio, prevedono che, per la direzione tecnica di tali strutture, sia richiesto il requisito del possesso della specializzazione universitaria;
alla luce di quanto sopra è del tutto evidente che il blocco dei bandi delle scuole che consentono l'ammissione ai biologi costituisce, ad avviso degli interroganti, un atto di dubbia legittimità, che configura la lesione del diritto allo studio e gravi responsabilità da parte dei responsabili del procedimento di cui trattasi negli atenei che hanno adottato tale scelta, poiché di fatto in tal modo si escludono del tutto i biologi dall'accesso al Servizio sanitario nazionale, di cui costituiscono figura essenziale per le attività professionali assegnate dalla normativa vigente, nell'ambito dei laboratori clinici delle diverse discipline, dei servizi per l'igiene degli alimenti e della nutrizione, nonché degli altri servizi e strutture in cui è prevista la loro presenza;
alla luce di tali considerazioni, è evidente che risulta quanto mai urgente intervenire al fine di evitare un ingiustificato ed irreparabile danno alla categoria professionale dei biologi e palesi violazioni di legge;
quanto sopra rende necessario ed urgente un intervento del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al fine di garantire il rispetto della normativa vigente ed evitare più rilevanti contenziosi, garantendo ai biologi la possibilità di accedere alle scuole di specializzazione -:
se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, intervenire, con la massima urgenza, al fine di dare piena e completa attuazione alle normative citate in premessa, chiarendo che i biologi possono liberamente accedere ai concorsi di ammissione alle scuole di specializzazione per le quali l'ordinamento vigente prevede il loro accesso.
(5-06532)