SIRAGUSA e COSCIA. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
il 14 febbraio 2012 il Corriere della Sera pubblica un articolo, a firma di Gian Antonio Stella, dal titolo «La preside e quel bidello trasformato nel suo autista»;
si legge nell'articolo «Siamo nel 2005 e i magistrati ricevono un esposto... La Guardia di Finanza, come spiegherà la sentenza, si apposta e nel giro di qualche giorno accerta che è proprio così: la preside Anna Maria Gammeri utilizza un collaboratore scolastico, Nicola Gennaro, come fosse un servitore personale messo dallo Stato a sua completa disposizione»;
Nicola Gennaro, come accertano gli investigatori, va a prendere la preside a casa la mattina e la riaccompagna al pomeriggio. Le fa la spesa e gliela porta a casa, le sbriga commissioni in banca e al supermercato. Lo stesso, dalle tabelle degli straordinari dell'istituto «risulta essere uno stakanovista infaticabile. Accumula ore su ore», si legge sempre sul Corriere della sera;
la preside e il bidello vengono rinviati a giudizio;
il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca non si costituisce parte civile nel processo;
sempre Stella, nell'articolo di cui sopra, aggiunge «finalmente, sei anni dopo la prima denuncia e cinque dopo il rinvio a giudizio, arriva sentenza. È il 24 ottobre 2011. Il giudice monocratico Bruno Sagone, ricordando che tutte le deposizioni dei testimoni "appaiono perfettamente sovrapponibili, concordando univoche nello stigmatizzare questa 'cosa un po' curiosa' che appariva prassi costante ('li vedevo sempre', 'tutte le mattine', era 'un'abitudine')" sancisce che la donna ha compiuto "artifici e raggiri" finalizzati a conseguire, tramite l'uso privatistico dei propri poteri e delle proprie funzioni, un ingiusto profitto. E condanna la preside a 10 mesi di reclusione e 400 euro di multa. Quanto al bidello, 7 mesi e 300 euro di pena pecuniaria. Pene evaporate per entrambi grazie al condono del 2006»;
da allora, la preside e il bidello sono sempre al loro posto mentre come riporta l'articolo «tutti i professori e i collaboratori che avevano testimoniato a carico della preside, sentendosi a torto o a ragione esposti ad ogni genere di ripicca, chiedono uno dopo l'altro il trasferimento in un'altra scuola» -:
se il Ministro sia al corrente di tale vicenda e se non ritenga, nell'interesse pubblico e per la serenità dell'istituto scolastico di cui sopra, di dover intervenire con urgenza per il ripristino della legalità.
(5-06436)