FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
la relazione sulla attuazione della legge n. 194 del 1978 presentata al Parlamento il 6 agosto 2010 relativa ai dati definitivi del 2008 ha registrato un ulteriore generale aumento dell'obiezione di coscienza, già presente negli ultimi anni. A livello nazionale, per i ginecologi si è passati dal 58,7 per cento del 2005, al 69,2 per cento del 2006, al 70,5 per cento del 2007 e al 71,5 per cento del 2008; per gli anestesisti - nello stesso intervallo temporale - dal 45,7 per cento al 52,6 per cento; per il personale non medico, dal 38,6 per cento al 43,3 per cento;
la relazione presentata al Parlamento il 4 agosto 2011 relativa ai dati definitivi dell'obiezione di coscienza del 2009, pur confermando a livello nazionale il trend per il personale medico, ha tuttavia fatto registrare una infinitesimale riduzione dello 0,8 per i ginecologi e dello 0,9 per gli anestesisti; mentre per il personale paramedico si è registrato un ulteriore incremento dell'1,1 rispetto al 2008;
l'ultima relazione sulla legge 194 ha messo in luce che le percentuali del personale medico e non medico obiettore risultano essere molto più marcate al sud rispetto alla media nazionale (i ginecologi sono l'85,2 per cento in Basilicata, l'83,9 per cento in Campania, l'82,8 per cento in Molise e l'81,7 per cento in Sicilia; gli anestesisti sono il 77,8 per cento in Molise, il 77,1 per cento in Campania ed il 75,7 per cento in Sicilia; il personale non medico è l'87 per cento in Sicilia è l'82 per cento in Molise);
in alcune realtà del Mezzogiorno esistono aziende ospedaliere prive dei reparti di interruzione volontaria di gravidanza, dal momento che la totalità di ginecologi, anestesisti, ostetrici ed infermieri ha scelto l'obiezione di coscienza, così creando di fatto le condizioni per forme di emigrazione sanitaria verso l'estero, ovvero verso cliniche private convenzionate e autorizzate o, peggio, verso pratiche clandestine;
le stime prevedono che nei prossimi anni un rilevante numero di personale medico strutturato non obiettore andrà in pensione per raggiunti limiti di età, con la conseguenza che si allungheranno ulteriormente i tempi dell'intervento;
proiezioni statistiche e dati ufficiali sul ricorso all'obiezione di coscienza pongono un problema oggettivo circa il corretto svolgimento dell'interruzione volontaria di gravidanza e, conseguentemente, sull'effettiva applicazione della legge 194 sull'intero territorio nazionale, alla quale è peraltro riconosciuto il merito unanime di aver azzerato mortalità e morbilità legate alle pratiche clandestine, di aver dimezzato il numero degli aborti e reso generalmente più consapevole la maternità -:
come il Ministro intenda intervenire, nell'ambito delle strutture ospedaliere, al fine di evitare che l'istituto dell'obiezione di coscienza riconosciuto dalla legge 194 finisca di fatto per comprimere, più o meno surrettiziamente, la libera richiesta della donna di interrompere la gravidanza;
se corrisponda al vero che nelle scuole di specializzazione non si insegni più come praticare una interruzione volontaria di gravidanza e, nell'ipotesi affermativa, se non ritenga opportuno di elaborare tempestivamente nuove linee guida che prevedano una specifica formazione che includa l'insegnamento delle tecniche di induzione dell'aborto. (5-06008)