EVANGELISTI e LEOLUCA ORLANDO. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
il 23 ottobre 2011, nel corso della conferenza stampa della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese Nicolas Sarkozy, a conclusione del summit europeo per fronteggiare la crisi, si è potuto assistere a una reazione dileggiante di quest'ultimo nei confronti del nostro Paese;
infatti, alla domanda di una giornalista in sala se ci possa fidare dell'Italia e se il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia rassicurato in merito alle riforme ritenute urgenti e necessarie, i due leader europei si sono scambiati un ammiccante e inequivocabile sguardo, sorridendo, provocando l'ilarità della sala;
certamente il nostro Presidente del Consiglio dei ministri non è il destinatario, da molto tempo ormai, di stima e considerazione nel consesso europeo e internazionale per svariati motivi, non ultimo, anzi il più rilevante, quello che afferisce a mancate o tardive scelte e decisioni in campo economico;
nello specifico, il nostro Governo risulta di fatto sotto tutela e sospeso tra l'indignazione e la sfiducia dei cittadini mentre l'Europa ha concesso un termine perentorio (diciamo pure, un aut-aut) di appena tre giorni (cioè entro mercoledì 26 ottobre) per definire il cosiddetto decreto sviluppo;
certo, sia il presidente francese sia la cancelliera tedesca hanno poi espresso «fiducia nella responsabilità dell'insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche» ma ciò non toglie che rimane inaccettabile soprattutto il comportamento derisorio - una caduta di stile - del leader francese -:
quali elementi intenda fornire circa l'esatta natura dei rapporti che intercorrono tra il nostro Paese e gli altri co-fondatori dell'Unione europa, Francia e Germania in primis.(5-05605)