BRANDOLINI, CENNI, ZUCCHI, SANI, FIORIO, TRAPPOLINO, AGOSTINI, MARCO CARRA, OLIVERIO, SERVODIO e MARIO PEPE (PD). -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
il verbale dell'incontro svoltosi in data 5 luglio 2010 fra la struttura di missione per le procedure di infrazione ed i servizi della direzione generale ambiente della commissione europea, inviato in data 8 luglio al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ad ISPRA, al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, alle regioni Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Toscana e Veneto e, per conoscenza, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero degli affari esteri ed al Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea, riporta l'affermazione della direttrice per la «natura, la biodiversità ed i suoli» della Commissione europea, secondo cui «ad avviso della Commissione i pareri rilasciati da ISPRA sui provvedimenti regionali in materia di caccia (in deroga) devono considerarsi obbligatori e che le regioni debbono necessariamente uniformarsi»;
la sentenza della Corte di giustizia europea del 15 luglio 2010 ha condannato l'Italia per l'inadeguatezza delle proprie disposizioni rispetto a quanto richiesto dalla «direttiva uccelli»;
la regione Emilia-Romagna in base all'articolo 3, comma 3, della legge regionale n. 3 del 2007 Disciplina dell'esercizio delle deroghe previste dalla direttiva 2009/147/CE deve adottare i provvedimenti amministrativi che disciplinano la cattura e il prelievo venatorio in regime di deroga obbligatoriamente entro il 31 luglio di ogni anno, pertanto, nel luglio 2011 è stato sottoscritto un documento unitario dalla regione Emilia-Romagna e dalle associazioni regionali degli agricoltori e del mondo venatorio (Confagricoltura, Coldiretti, Cia Emilia-Romagna, Anuu, Enalcaccia, Arcicaccia, Italcaccia, Fidc, Anlc), nel quale si chiede al Governo di emanare a breve le direttive nazionali per la caccia in deroga ed intervenire sull'ISPRA per favorire l'approvazione dei provvedimenti regionali di caccia in deroga senza incomprensibili limitazioni;
nonostante in Italia la specie «storno» non corra pericolo di estinzione - così come evidenziato dalle relazioni scientifiche della stessa ISPRA - il nostro è l'unico Paese mediterraneo dell'Unione europea per il quale il Governo nazionale non sia riuscito ad ottenere l'inserimento nell'elenco delle specie cacciabili;
in mancanza di una norma di legge che consenta l'abbattimento, negli anni scorsi le regioni sono intervenute con deroghe che rendessero cacciabile la specie nei periodi in cui tale presenza è causa di ingenti danni all'agricoltura;
l'ISPRA, dal canto suo, pur favorevole all'inserimento dello storno fra le specie cacciabili, in quanto presente in grande quantità, pone limiti estremamente rigidi e spesso incomprensibili alle deroghe;
la mancata emanazione di linee guida per le deroghe da parte del Governo, da tempo richieste con forza dalle regioni, insieme alla possibilità di incorrere in una nuova procedura d'infrazione per via del parere negativo di ISPRA - che potrebbe avere pesanti ripercussioni economiche sull'ente -, ha portato la regione Emilia-Romagna ad emanare una deliberazione che di fatto rende il prelievo di storni di dubbia efficacia circa la prevenzione dei danni agricoli -:
quali iniziative urgenti il Governo intenda porre in essere per evitare danni all'agricoltura, già duramente colpita da una consistente caduta dei prezzi, in particolare rispetto:
a) all'emanazione immediata delle linee guida per le deroghe;
b) alla necessità di avere un parere definitivo circa il valore da dare al parere di ISPRA nell'adozione delle delibere di deroga, con particolare riguardo al fatto che tale parere vada considerato o meno vincolante;
c) all'inserimento dello storno fra le specie cacciabili. (5-05302)