FARINA COSCIONI, BERNARDINI, BELTRANDI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
il quotidiano La Repubblica, nella sua edizione del 24 gennaio 2011 ha pubblicato un dettagliato articolo del giornalista Alberto Custodero, intitolato «Trasfusioni a rischio. È scontro sugli emoderivati»;
nel citato articolo si riferisce che prodotti derivati dal sangue già in uso in Italia «potrebbero non essere sicuri dal punto di vista infettivo»;
il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), dottor Guido Rasi, sospetterebbe che i citati derivati possono non essere sicuri dal punto di vista infettivo «perché non sono stati fatti tutti i controlli per escludere la presenza di vari virus trasmissibili col sangue», e si prepara a chiedere il sequestro dei lotti a rischio;
il presidente dell'Istituto superiore di sanità (ISS), dottor Enrico Garaci, ritiene che «il rischio contagio sia minimo», al punto che ha autorizzato il rilascio dei prodotti in questione», e si oppone al sequestro in quanto il ritiro dei farmaci (essendo la ditta produttrice, la Kedrion, monopolista), provocherebbe un pericolo maggiore: lascerebbe gli ospedali e le farmacie senza quei prodotti necessari a molti pazienti;
per dirimere questo lo scontro fra Aifa e ISS, il Ministero della salute ha chiesto parere al Consiglio superiore di sanità, per riuscire a dirimere la questione ed arrivare a una soluzione che non comprometta in alcun modo la salute pubblica;
questa funzione di «arbitrato» risulta pesantemente inficiata, dal momento che il Consiglio superiore di sanità è presieduto dallo stesso dottor Garaci;
la vicenda ha avuto inizio quasi casualmente un paio di mesi fa quando la Kedrion Spa (società farmaceutica nata nei 2001), chiede l'autorizzazione europea alla commercializzazione di alcuni lotti di derivati dei sangue;
per poterlo fare è emersa una documentazione che fino ad allora, inspiegabilmente, nessuno si era preoccupato di visionare con attenzione;
l'Aifa, cui spetta per legge dettare le regole che le ditte farmaceutiche devono rispettare per vendere sul mercato i loro prodotti, ha così accertato che la documentazione prodotta dalla Kedrion Spa non era in regola;
in particolare l'Aifa, che ha preteso nella Autorizzazione immissione in commercio (AIC) che sui lotti finali di sangue siano fatte analisi precise per escludere la presenza di tutta una serie di virus, ha scoperto che Kedrion Spa effettua solo la ricerca del virus dell'epatite C, e trascura tutti gli altri, tra cui HIV e HBV, ma non solo;
quando, scrive La Repubblica, «Rasi si accorge che, nonostante queste gravi inadempienze, l'ISS di Garaci aveva comunque autorizzato il rilascio dei lotti, va su tutte le furie. È a questo punto che scoppia un vero e proprio conflitto istituzionale fra Aifa e ISS»;
appare inaccettabile che la Kedrion Spa effettui sui lotti finali di sangue solo la ricerca dei virus dell'epatite C, trascurando tutti gli altri, tra cui HIV e HBV, e che sia parimenti inaccettabile la giustificazione che il rischio sia minimo -:
se quanto pubblicato da Repubblica e qui sopra esposto, corrisponda a verità;
in caso affermativo, se non si ritenga opportuno non affidare al Consiglio superiore di sanità presieduto dal dottor Garaci che è contemporaneamente presidente dell'ISS, vale a dire una delle parti in causa, una funzione di «arbitrato»;
quale sia l'orientamento del Ministero della salute sulla questione;
se non si ritenga opportuno e necessario accertare come sia potuto accadere quanto denunciato da La Repubblica;
quali disposizioni e iniziative siano state impartite o si intendano impartire per evitare ripetersi di quanto già accaduto. (5-04095)