EVANGELISTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
non accenna a calare la tensione in atto a Tirana dopo gli scontri violentissimi accaduti nei giorni scorsi durante una manifestazione dell'opposizione nel corso dei quali tre persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco;
i disordini hanno causato anche 55 feriti (30 civili e 25 poliziotti) e 113 persone arrestate a Tirana che, secondo quanto denuncia l'opposizione socialista di Edi Rama, attuale sindaco di Tirana «sono state maltrattate e malmenate» e dal carcere non hanno «nessun contatto con il mondo esterno». Il leader socialista ha parlato di «situazione allucinante», affermando che «non si può nemmeno parlare di diritti umani»;
le tre vittime, da quanto si apprende da notizie diffuse dalla stampa, sarebbero state uccise a bruciapelo con armi leggere e con pistole mentre, a quanto pare, la polizia non disporrebbe di tali armamenti;
in ogni caso, gli scontri di ieri rappresentano la drammatica evoluzione della grave crisi politica, economica e sociale che attanaglia l'Albania da circa un anno e mezzo, da quando cioè, il presidente Sali Berisha è stato eletto, nel giugno 2009, con un voto mai riconosciuto dall'opposizione socialista guidata da Edi Rama;
nel frattempo la situazione viene seguita anche dalla comunità internazionale; in un appello congiunto, infatti, l'Ambasciata degli Stati Uniti, la delegazione dell'Ue e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) a Tirana hanno invitato tutte le parti alla «calma e al contegno» e ad «astenersi da provocazioni». Analoghi inviti alla calma sono stati rivolti, nella serata di ieri, da alti responsabili dell'Unione europea che si sono rammaricati per la perdita di vite umane, ma hanno anche sottolineato il diritto dei cittadini a manifestare;
il Parlamento albanese ha ordinato l'avvio di un'inchiesta sugli scontri occorsi durante la manifestazione di protesta contro il presidente Sali Berisha;
Edi Rama ha lanciato un appello attraverso comunicati stampa secondo cui «L'Italia e l'Ue non devono accettare in Albania una realtà inaccettabile per il mondo democratico e condannare la violenza di Stato che uccide gente innocente»;
l'Albania è il Paese balcanico con i maggiori legami storici con l'Italia, dove è più diffusa la lingua italiana e i cui rapporti economico-commerciali datano da tempo immemorabile;
nel corso della settimana sono previste altre manifestazioni di piazza e forte è il rischio che possano degenerare proprio perché è in atto una resa dei conti, un braccio di ferro politico che si protrae da 17 mesi; inoltre si teme che si possa riprodurre una situazione simile a quella che ha portato al rovesciamento di Ben Ali in Tunisia;
appare invece necessario che, se l'Albania vuole proseguire la propria marcia verso l'Unione europea, cui l'Italia tiene particolarmente, tutte le forze politiche del Paese riprendano un dialogo politico costruttivo in sede parlamentare -:
quale sia la posizione del Governo italiano su quanto sta accadendo e qualipassi intenda avviare per favorire il processo di transizione dell'Albania nel rispetto degli standard democratici europei.(5-04094)