ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01196

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 151 del 24/03/2009
Firmatari
Primo firmatario: MECACCI MATTEO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/03/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 24/03/2009
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 24/03/2009
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/03/2009
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/03/2009
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/03/2009
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/03/2009


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 24/03/2009
Stato iter:
25/03/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/03/2009
Resoconto MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 25/03/2009
Resoconto CRAXI STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 25/03/2009
Resoconto MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/03/2009

DISCUSSIONE IL 25/03/2009

SVOLTO IL 25/03/2009

CONCLUSO IL 25/03/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-01196
presentata da
MATTEO MECACCI
martedì 24 marzo 2009, seduta n.151

MECACCI, MARAN, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

nella seduta della Camera dei deputati, n. 108, del 19 dicembre 2008, la Camera del Deputati ha approvato una mozione nel cui dispositivo è contenuto tra l'altro l'impegno per il nostro Governo: «a reiterare al Governo cinese le richieste del Parlamento europeo di aprire in via stabile e permanente il Tibet alla stampa, ai diplomatici in particolare ai rappresentanti dell'Unione europea ed agli stranieri in generale»;

le autorità cinesi hanno di fatto chiuso a giornalisti e turisti stranieri l'accesso della Regione Autonoma del Tibet, in coincidenza con il 50esimo anniversario della rivolta tibetana;

ad un anno dai moti di Lhasa, nel corso dei quali giovani tibetani attaccarono gli immigrati cinesi uccidendone una ventina, la Cina ha lanciato un pesante attacco contro i mezzi di comunicazione occidentali;

dal 10 al 20 marzo tre tibetani, Sonam Rinchen, Thupten Samdup e Namgyal Wangdu, appartenenti al movimento Tibetan Youth Congress, hanno effettuato uno sciopero della fame a Bruxelles, in una tenda di fronte all'Ambasciata cinese, sospeso soltanto a fronte delle ampie rassicurazioni sulla volontà del Parlamento europeo di continuare a prestare la massima attenzione agli sviluppi della situazione tibetana;

riferendosi al drammatico gesto di Tabey, il monaco tibetano che lo scorso 27 febbraio si è dato fuoco a Ngaba, nel Tibet orientale, Thupten Samdup, uno dei tre tibetani in sciopero della fame, ha così dichiarato: «Il fatto che un monaco buddista compia un gesto così disperato è il segno della disperazione del nostro popolo all'interno del Tibet». «Sparare a un monaco disarmato e avvolto dalle fiamme è pura follia: dov'è la risposta delle Nazioni Unite e della comunità internazionale»? Un altro digiunatore, Sonam Rinchen, ha aggiunto: «Chi ha aperto il fuoco contro Tabey deve essere riconosciuto colpevole e punito secondo quanto previsto dalla legge internazionale»;

in tutto il Tibet ci sono da giorni, e proseguono ancora, delle manifestazioni di protesta ad opera sia di singoli individui sia di piccoli gruppi di tibetani. Quattro tibetani sono stati arrestati a Kardze e sei a Nyarang per aver inneggiato all'indipendenza. Il 12 marzo, un contestatore è stato arrestato a Lithang. Infine, si ha notizia dell'arresto, a Kardze, di una monaca ventunenne, Lhobsang Khandro, portata via dopo essere stata picchiata per aver gridato slogan indipendentisti;

il 21 marzo Tashi Sangpo, ventotto anni, residente nel monastero di Golok Ragya, nella contea di Machen, regione del Qinghai, si è tolto la vita gettandosi nel fiume Machu;

il 22 marzo la polizia cinese ha arrestato 95 monaci tibetani dopo una rivolta nel monastero di Ragya, in un'area a popolazione tibetana della provincia del Qinghal;

il G20 in programma a Londra il 2 aprile farà da sfondo al primo incontro tra il presidente cinese Hu Jintao e i leader dei paesi occidentali, tra cui l'Italia, che ne fanno parte. È stato reso noto da Pechino, che, tra i punti all'ordine del giorno vi sarà, tra l'altro, il rapporto con Iran e Corea del Nord. Nulla si dice rispetto alla gravissima situazione tibetana. Il presidente cinese non avrà contatti con Nicolas Sarkozy. Pechino è ancora irritata per il recente incontro del presidente francese con il Dalai Lama. Hu vedrà anche separatamente Gordon Brown, e i leader di tutti i Paesi coinvolti nelle trattative sul programma nucleare nordcoreano, Giappone, Corea del Sud e Russia;

numerosi europarlamentari e personalità di diverse nazionalità, nonché numerosi attivisti per i diritti umani, hanno firmato un appello promosso dal Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale, Transpartito, per esortare la Cina a riprendere il dialogo con gli emissari del Dalai Lama. In seguito al recente arresto di numerosissimi monaci tibetani da parte della polizia cinese, l'appello chiede alle autorità della Cina di partecipare ad un confronto diretto con gli emissari tibetani a Bruxelles, alla sede del Parlamento europeo il prossimo 31 marzo. L'incontro, promosso dalla commissione affari esteri dello stesso parlamento è «l'opportunità per riaprire il dialogo tra le due parti e riaffermare la pace nel territorio tibetano», si legge nell'appello tra i firmatari, il premio Nobel per la pace Mairead Corrigan-Maguire, il dissidente cinese e premio Sakharov, Wei Jingsheng e la vicepresidente del Senato ed ex commissario europeo Emma Bonino. Per Il momento solo i rappresentati del Tibet hanno confermato la loro presenza all'incontro, mentre si attende ancora una risposta dal governo cinese;

negli ultimi giorni la pressione del governo cinese ha spinto il governo del Sudafrica a negare il visto d'ingresso al Dalai Lama che era stato invitato a partecipare da numerosi Premi Nobel per la Pace a una Conferenza promossa dalla Fifa dal titolo «il football contro razzismo e xenofobia» in vista dei mondiali di calcio del 2010 -:

cosa intenda urgentemente fare il Ministro, nell'ambito dei rapporti bilaterali con la Cina e all'interno dell'Unione Europea, per contribuire a dare una rapida ed efficace soluzione alla gravissima violazione dei diritti umani in Tibet a causa dell'azione governativa cinese, con particolare riferimento all'azione diplomatica da esercitare presso il governo cinese alfine di far accettare allo stesso, ad esempio e tra l'altro, l'invito al tavolo di dialogo promosso dal Parlamento Europeo, il 31 marzo, tra le due parti e per dare concreta ed attuale realizzazione agli obiettivi indicati nella mozione, approvata dalla Camera dei deputati, il cui dispositivo è stato riportato in premessa, anche al fine di chiedere al governo sudafricano di rivedere la decisione di non concedere il visto di ingresso al Dalai Lama per partecipare ad un evento che mira a promuovere la pace e la tolleranza quali valori universali comuni a tutti i paesi democratici.
(5-01196)
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