ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00977

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 130 del 10/02/2009
Firmatari
Primo firmatario: MISIANI ANTONIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/02/2009


Commissione assegnataria
Commissione: V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 10/02/2009
Stato iter:
11/02/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/02/2009
Resoconto MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 11/02/2009
Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 11/02/2009
Resoconto MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 11/02/2009

SVOLTO IL 11/02/2009

CONCLUSO IL 11/02/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-00977
presentata da
ANTONIO MISIANI
martedì 10 febbraio 2009, seduta n.129

MISIANI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

lunedì 26 gennaio 2009 il Ministro Tremonti, intervenendo presso il Circolo della stampa di Milano ad un incontro dal titolo «La crisi: inizio del declino o opportunità per il cambiamento», secondo quanto riportato dagli organi di informazione avrebbe espresso il seguente pensiero: «il consiglio che posso dare agli italiani è: non cambiate quasi nulla perché finora abbiamo dimostrato di essercela cavata meglio di altri», sottolineando che «abbiamo un Paese di enorme civiltà, molto coeso e unito socialmente»;

queste affermazioni del Ministro, per quanto riguarda la valutazione della situazione economica e sociale italiana in comparazione con gli altri Paesi, suonano sorprendenti sia in relazione ai dati congiunturali - secondo le ultime statistiche ISTAT il prodotto interno lordo è sceso dello 0,9 per cento nel terzo trimestre 2008, la produzione industriale è crollata del 9,7 per cento a novembre 2008, le vendite al dettaglio sono a loro volta diminuite del 3 per cento a novembre 2008 e il numero di persone in cerca di occupazione è cresciuto di 127 mila unità nel terzo trimestre 2008 rispetto ad un anno prima - che rispetto alle previsioni dei principali organismi internazionali: secondo la Commissione Europea (Interim forecast, gennaio 2009) l'Italia si colloca tra i Paesi con la peggiore performance della Zona euro per quanto riguarda l'andamento sia del Pil (-0,6 per cento nel 2008, -2,0 per cento nel 2009 e +0,3 per cento nel 2010) che del tasso di disoccupazione (6,7 per cento nel 2008, 8,2 per cento nel 2009 e 8,7 per cento nel 2010); le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, dal canto loro, ipotizzano per l'Italia una decrescita del Pil sia nel 2009 (-2,1 per cento) che nel 2010 (-0,1 per cento), numeri peggiori della media della zona Euro;

per quanto riguarda il Tremonti-pensiero di un Paese «molto coeso e unito socialmente», vale la pena rammentare al Ministro i contenuti di una recente analisi dell'OCSE: «In Italia disuguaglianza e povertà sono cresciute rapidamente durante i primi anni novanta. Da livelli simili alla media OCSE si è passati a livelli vicini a quelli degli altri paesi dell'Europa del Sud. Da allora la disuguaglianza è rimasta ad un livello comparativamente elevato. Tra i 30 paesi OCSE oggi l'Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri» (OCSE, Growing unequal?, ottobre 2008);

a fronte di dati economici e sociali così preoccupanti, appare poco comprensibile e decisamente originale (per usare un eufemismo) anche l'invito «a non cambiare quasi nulla» rivolto dal Ministro Tremonti agli italiani. Una sollecitazione, quest'ultima, in netta controtendenza rispetto alla tesi - sostenuta a più riprese da organismi internazionali (Commissione UE, OCSE, FMI), organizzazioni economiche e sociali italiane nonché autorevoli colleghi di governo del Ministro Tremonti (uno per tutti, il Ministro Brunetta: «Dobbiamo uscire dalla crisi con un paese diverso», La Repubblica, 12 gennaio 2009) - della necessità per il nostro Paese di profonde riforme strutturali per superare una condizione più che decennale di bassa crescita economica;

in considerazione di questi elementi, ad avviso dell'interrogante, l'ottimismo del Ministro dell'Economia e delle Finanze - in sé apprezzabile, se fosse accompagnato da un mimino di supporto empirico - rischia di essere considerato il frutto di valutazioni superficiali, che secondo l'interrogante, non hanno alcun fondamento nella realtà, oppure una giustificazione «negazionista» della sostanziale inerzia dei Governo italiano di fronte alla grave crisi economica in atto. A questo proposito, un recente paper dell'istituto di ricerca indipendente Bruegel (Second german stimulus package in the EU context, Bruxelles, 15 gennaio 2009) evidenzia come l'Italia sia l'unico tra i 13 maggiori paesi europei ad aver adottato interventi anti-crisi ad impatto depressivo (-0,3 miliardi di euro nel 2009) a fronte di azioni di stimolo da parte degli altri paesi aventi, nella media UE, un impatto espansivo pari allo 0,8 per cento del prodotto interno lordo -:

quali siano i dati e gli elementi fattuali su cui il Ministro fonda le valutazioni di cui sopra relativamente alla condizione economica e sociale dell'Italia e in relazione all'affermazione che «in Italia non bisogna cambiare molto», a quali obiettivi ritenga vada ispirata l'azione di politica economica e sociale del Governo e se ritenga che l'impostazione sostanzialmente immobilista evocata da questa opinione sia opportuna alla luce della grave crisi di cui soffre il Paese.(5-00977)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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