SIRAGUSA. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
il 21 febbraio 2006 la Onlus «Mano Amica» di Livorno ha inviato un container contenente, medicinali, coperte, abbigliamento, materassi, brandine, un'ambulanza targata AM 525WY, 1 autoveicolo e 73 colli spediti come «aiuti umanitari», alla Organizzazione non governativa (Ong) «Nsalasani Ya Da Ngungu» con sede presso la città di Manza-Ngungu, nella Repubblica Democratica del Congo;
l'ambulanza, in particolare, è indispensabile per la città di Manza-Ngungu poiché l'ospedale locale non ne è fornito;
il container N. DVRU 132321/1 è stato imbarcato sulla nave CMA CGM Papagayo della Compagnia di Navigazione CMA CGM Caricatore U. del Corona & Scandigli s.r.l;
il 23 febbraio 2006 la nave è salpata;
il successivo 7 aprile 2006 la nave di cui sopra è arrivata al porto di Matadi (R.D.C) e il container in oggetto è stato trattenuto dalla dogana congolese che ha chiesto il pagamento di una tassa di 8 mila dollari per il suo sdoganamento;
l'importo elevato della tassa di sdoganamento non ha consentito alla piccola Onlus italiana di potervi fare fronte;
tale imposizione è stata giustificata dalle autorità congolesi con la mancanza di riconoscimento della organizzazione «Nsaiasani Ya Da Ngungu» come Ong nazionale per la quale, quindi, non è prevista l'esenzione dai costi di sdoganamento;
da quel momento ha avuto inizio il braccio di ferro tra la Onlus italiana e la dogana congolese;
nonostante l'intervento della nostra Ambasciata e l'interessamento di importanti organismi e personalità, a distanza di due anni, il container si trova ancora presso il deposito della dogana, la quale, secondo quanto sostenuto dalla Onlus italiana, di tanto in tanto minaccia di aprirlo e di lasciarlo alla mercè di chiunque;
l'Organizzazione italiana, per evitare quanto descritto, ha già dovuto pagare una tassa amministrativa di 600 euro;
nel porto di Noci è pronto a partire un altro container con all'interno un trattore, un aratro con rimorchio, una land Rover, 200 capi usati, una stampante, alimentari e sanitari, tutto frutto di donazioni;
al fine di ovviare alla burocrazia congolese, è stata costituita una nuova Ong, APMQ (Association pour la promotion de minorite qualitative) che, riconosciuta dalle autorità nazionali congolesi, è la nuova destinataria degli aiuti umanitari;
rimane tuttavia impossibile, al momento, sbloccare il container oggetto dell'interrogazione, se non a seguito del pagamento di una ingente somma di denaro;
a dispetto della scarsa attenzione prestata dai media internazionali, nella Repubblica Democratica del Congo si consuma una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, con povertà, e guerra civile che hanno causato, dai 1998 a oggi, oltre 4 milioni di morti;
la quasi totalità delle vittime è costituita da civili, e in metà dei casi si tratta di bambini. Quelli uccisi dai combattimenti sono in moltissimi ma certamente meno di quanti falcidiati da fame, malattie, carenza d'acqua potabile e di ogni tipo d'assistenza medica e sociale;
in una situazione drammatica, come quella sopra descritta, gli aiuti umanitari sono indispensabili per la popolazione civile che purtroppo, in molti casi, non può beneficiarne -:
se non intenda adoperarsi, anche attraverso la nostra diplomazia, per cercare una soluzione a questa incresciosa vicenda che vede, ancora una volta, la popolazione civile vittima della burocrazia. (5-00254)