ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02509

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 695 del 02/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 02/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 02/10/2012
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 02/10/2012
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 02/10/2012
PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI 02/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 02/10/2012
Stato iter:
03/10/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/10/2012
Resoconto FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 03/10/2012
Resoconto GIARDA DINO PIERO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 03/10/2012
Resoconto PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/10/2012

SVOLTO IL 03/10/2012

CONCLUSO IL 03/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02509
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
martedì 2 ottobre 2012, seduta n.695

DI PIETRO, DONADI, FAVIA, DI STANISLAO e PALADINI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
la perdurante congiuntura economica, le tensioni sociali che essa innesca - i tavoli di crisi aziendale aperti al Ministero dello sviluppo economico, dal Sud al Nord, coinvolgono 180 mila lavoratori - l'emergenza criminalità in varie città, da Napoli a Milano, i riflessi sull'Italia dell'assalto al consolato americano di Bengasi, con l'uccisione dell'ambasciatore americano in Libia, questione gravissima apertasi ed estesasi in poche ore ad altri Paesi della medesima area geografica e politica, costituiscono ulteriori, primari e rilevanti problemi per l'ordine pubblico;

si è recentemente riunito il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal Ministro interrogato, cui hanno preso parte il Sottosegretario De Stefano, i vertici delle forze di polizia e dei servizi segreti e il capo di stato maggiore della difesa, ed i componenti hanno esaminato le varie minacce - elencate nell'incipit della presente interrogazione - che turbano e aggravano le condizioni del territorio nazionale;

gli organi della stampa hanno riportato alcune considerazioni dei componenti del Comitato, quali «la necessità di tenere alto il livello di attenzione attraverso una strategia che si fondi anche sul dialogo con tutte le parti interessate»; da segnalare, nel caso di specie, che tra le vertenze che preoccupano maggiormente, anche per il contesto sociale in cui maturano, figurerebbero l'Alcoa di Portovesme, l'Ilva di Taranto e la Gesip di Palermo;

non è chiaro come l'alta considerazione verso le forze dell'ordine e della sicurezza, oltre all'estrema necessità del loro apporto, possano sposarsi con i tagli arrecati ai comparti dalla cosiddetta spending review - senso e scopo principali della quale sono la revisione dei criteri di spesa, la razionalizzazione e la conseguente ottimizzazione delle risorse finanziarie;

l'intero comparto sicurezza è oggetto di tagli che si susseguono dall'avvio della XVI legislatura, in dicotomico rapporto con l'accrescersi delle emergenze e in stridente contrasto con i proponimenti del precedente Governo in ordine alla priorità dell'ordine pubblico e della sicurezza per il territorio e per i cittadini; ad avviso degli interroganti, non sembra esservi soluzione di continuità con riguardo alle scelte compiute con la spending review dal Governo attualmente in carica;
ai tagli alla sicurezza, inoltre, si contrappone, ad esempio, il rifinanziamento del progetto «Strade sicure» - che vede protagonista l'Esercito -, rivelatosi costoso e fallimentare e che non può considerarsi una soluzione al blocco degli arruolamenti delle forze della sicurezza;

altro esempio calzante è offerto dall'analisi condotta dallo stato maggiore dell'Arma dei carabinieri sui tagli da applicare in relazione ad essa: turn over bloccato per l'80 per cento, che in termini pratici consentirà il ricambio del personale, tra il pensionamento, uscita, arruolamento ed entrata, solo per il 20 per cento; su 1.000 carabinieri che si collocano in quiescenza ne saranno arruolati solo 200: il turn over dell'Arma dei carabinieri all'anno corrisponde a 2.290 carabinieri in uscita e con il blocco del turn over il rientro sarà solo di 464 unità annue; il blocco riguarderà gli anni dal 2012 al 2014, mentre nel 2015 il blocco del turn over passerà dall'80 al 50 per cento; i tagli comportano un'ulteriore sofferenza a livello operativo, una condizione di organico molto al di sotto delle necessità, il venire meno del 15 per cento del personale effettivo nei piccoli reparti; i tagli si abbatteranno, naturalmente, come una scure sulle assunzioni derivanti dai concorsi, di tutti i livelli e tipologie funzionali, dagli allievi ai marescialli, ai ruoli tecnico-logistici ufficiali, ai vice brigadieri, agli appuntati scelti;

ad avviso degli interroganti ciò vanifica le legittime aspettative dei candidati vincitori e idonei, oltre a determinare profili critici di legittimità costituzionale;

a tutt'oggi gli emolumenti assegnati alle forze dell'ordine risultano al di sotto di quanto sarebbe loro dovuto e, in forza del decreto-legge n. 78 del 2010 - che non ha riconosciuto, né rispettato le relative specificità -, è stato disposto il blocco stipendiale, il quale, in combinato disposto con il blocco del turn over, comporterà un aggravio di lavoro per tutti gli addetti, i quali dovranno continuare a garantire gli stessi standard lavorativi -:
se non intenda adottare le iniziative necessarie ad esonerare totalmente i comparti dell'ordine pubblico e della sicurezza per gli anni dal 2012 al 2015 dall'applicazione del blocco del turn over e delle assunzioni, in particolare quelle riguardanti i concorsi già espletati, quale, ad esempio, quello dei marescialli dei carabinieri.(3-02509)