ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02085

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 582 del 07/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 07/02/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALOMBA FEDERICO ITALIA DEI VALORI 07/02/2012
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 07/02/2012
PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI 07/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 07/02/2012
Stato iter:
29/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/02/2012
Resoconto PALOMBA FEDERICO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 29/02/2012
Resoconto GIARDA DINO PIERO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 29/02/2012
Resoconto DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/02/2012

SVOLTO IL 29/02/2012

CONCLUSO IL 29/02/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02085
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
martedì 7 febbraio 2012, seduta n.582

DI PIETRO, PALOMBA, CIMADORO e PALADINI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

l'Alcoa è una multinazionale americana ed è il maggiore produttore mondiale di alluminio primario e semilavorato. In Italia è presente dal 1967 e nel corso degli anni ha sempre ricevuto ingenti fondi pubblici dallo Stato. Anche nell'ultima legislatura, Alcoa ha beneficiato di diversi provvedimenti che prevedevano misure di sostegno a favore di tutte le aziende energetiche italiane, facendo impennare i costi a carico del bilancio dello Stato;

solo grazie a questi provvedimenti, l'Alcoa ritirò la minaccia di chiudere i suoi stabilimenti in Sardegna, avviando, nel maggio 2010, un piano di investimenti triennale, per gli anni 2010-2012, recepito negli accordi allora sottoscritti con Governo e sindacato, finalizzato al miglioramento della posizione competitiva attraverso il pieno recupero della capacità produttiva ed il miglioramento di efficienza;

oggi l'azienda ritiene inevitabile la cessazione della produzione, come unica possibilità di limitare le perdite economiche che nelle loro previsioni sul 2012 appaiono esagerate; infatti, la società nel 2011 a bilancio ha dichiarato una perdita per 6 milioni di euro, mentre per il 2012 ha previsto una perdita pari a 46 milioni;

il 10 gennaio 2012 è stato comunicato alle organizzazioni sindacali la chiusura di Alcoa trasformazioni srl di Portovesme. Con una nota, infatti, la società ha annunciato l'avvio di un progetto di riorganizzazione delle proprie attività produttive di alluminio primario, al fine di migliorarne la posizione competitiva e la struttura dei costi. Tale progetto include l'intenzione di cessare la produzione di alluminio a Portovesme;

da un comunicato aziendale sembrerebbe che l'Alcoa, da sempre finanziata con soldi pubblici, abbia deciso di chiudere, eludendo il fatto che all'Alta Corte di giustizia dell'Unione europea di Lussemburgo pende un provvedimento che potrebbe costare all'Alcoa circa 300 milioni di euro, come risarcimento per aver ottenuto sussidi negli anni precedenti. Ad avviso degli interroganti, sembra sorprendente la coincidenza per cui Alcoa abbandona la Sardegna proprio nel 2012, quando finisce il regime di sussidi deciso nel 2010, violando gli accordi sottoscritti;

in un incontro successivo al 10 gennaio 2012, l'azienda ha comunicato ai rappresentanti sindacali e a Confindustria della Sardegna meridionale di dover procedere alla dismissione dell'impianto, alla risoluzione del rapporto di lavoro e alla collocazione in mobilità nei confronti di tutti i lavoratori occupati presso lo stabilimento di Portovesme in numero di 502 dipendenti, di cui 3 dirigenti;

alla data odierna, l'organico complessivo dei dipendenti in Italia della Alcoa trasformazioni srl comprende 803 dipendenti, di cui 8 dirigenti, dislocati presso i due stabilimenti di Portovesme in Sardegna, attivo nella produzione di alluminio primario tramite processo elettrolitico, e di Fusina in Veneto, attivo nella produzione di laminati di alluminio;

lo stabilimento di Portovesme ha una capacità produttiva di circa 145.000 tonnellate annue di alluminio primario. La tipologia dei prodotti è costituita da: billette (destinate all'industria dell'estrusione), placche (destinate all'industria della laminazione), pani in lega (destinati all'industria dei getti) e tbars (destinati alla rifusione). Si tratta dell'unico impianto di produzione di alluminio primario attualmente in esercizio in Italia e copre il 13 per cento della domanda di mercato italiana;

l'Alcoa definisce la propria decisione irreversibile e definitiva e non consente l'adozione di misure alternative idonee a porre rimedio alla predetta situazione di eccedenza occupazionale, escludendo la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione guadagni sia nella forma ordinaria che straordinaria, sia di ricorrere a qualsiasi altro tipo di ammortizzatore sociale, in quanto, non trattandosi di un evento temporaneo, non vi sarà ripresa dell'attività produttiva. Al termine delle fasi di consultazione e di trattativa con le organizzazioni sindacali, si procederà alla fermata dell'impianto in condizioni di sicurezza;

la chiusura dell'Alcoa, a parere degli interroganti, metterà un intero territorio in ginocchio: grandissimi problemi di tipo sociale. Anche altre realtà come Eurallumina spa, Ila, Sms e persino Enel subiranno pesanti contraccolpi; le prime perché vedranno dissolversi le residue speranze di riavvio dei loro impianti ed Enel perché perderà un importantissimo cliente quale Alcoa;

già il 19 gennaio 2012 il gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori aveva denunciato l'annosa situazione in cui versa attualmente l'Alcoa attraverso la presentazione di un'interrogazione a risposta scritta, e segnatamente la n. 4-14548 -:

quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo al fine di confermare la rilevanza strategica della produzione di alluminio in Italia e di affrontare con fermezza i problemi che ostacolano la continuazione della produzione dello stabilimento Alcoa di Portovesme, anche per salvaguardare i posti di lavoro nell'area, chiedendo ad Alcoa la sospensione immediata della procedura di mobilità del personale annunciata il 10 gennaio 2012 e comunque esplorando qualsiasi possibilità tesa a favorire la continuazione dell'attività dello stabilimento di Portovesme.
(3-02085)