ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01634

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 470 del 03/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: MESSINA IGNAZIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 03/05/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 03/05/2011
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 03/05/2011
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 03/05/2011
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 03/05/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 03/05/2011
Stato iter:
04/05/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/05/2011
Resoconto MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 04/05/2011
Resoconto PRESTIGIACOMO STEFANIA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 04/05/2011
Resoconto MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 04/05/2011

SVOLTO IL 04/05/2011

CONCLUSO IL 04/05/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01634
presentata da
IGNAZIO MESSINA
martedì 3 maggio 2011, seduta n.470

MESSINA, DONADI, FAVIA, PIFFARI e BORGHESI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti, da fonti della stampa riportanti le espresse dichiarazioni del Sottosegretario di Stato Saglia, che il Governo intenda emanare, entro il mese di maggio 2011, un «decreto-legge» - testuali sono state le parole del Sottosegretario nel corso di un'intervista ripresa da Sky tg 24 - in materia di servizio idrico, al fine di «istituire un'autorità di regolazione che stabilisca le regole del gioco» e, sembrerebbe, anche al fine di garantire «la non privatizzazione del settore e il sostegno agli investimenti » (si confronti Il Sole 24 ore del 24 aprile 2011);

negli ultimi tre anni, a decorrere dall'avvio della XVI legislatura, il Governo, con la volontà di procedere ad una riforma dei servizi pubblici locali, ne ha più e più volte rimaneggiato la disciplina, esprimendosi, ad onta dell'intento dichiarato, non con un provvedimento organico e compiuto, ma con una serie ininterrotta di interventi inseriti qua e là nei più disparati provvedimenti, tutti accomunati dalla forma, il decreto-legge, strumento che, ad avviso degli interroganti, è il meno idoneo e che non può giovare ad una disamina e ad un confronto approfonditi, che necessariamente devono accompagnare un processo di riforma complesso ed articolato;

il primo passo è stato l'inserimento dell'articolo 23-bis, in occasione dell'esame del decreto-legge n. 112 del 2008, con il quale il Governo ha aperto la strada della riforma dei servizi pubblici locali, formulando alcuni principi generali e facendo rinvio, per la normativa di dettaglio e per la regolazione di diversi nodi cruciali, all'emanazione di uno o più regolamenti successivi di attuazione;

si è sottoposta una normativa così delicata a rischio di contenzioso e di incertezza con riguardo alla sopravvivenza o meno delle norme, non contenendo, l'articolo 23-bis, esplicite abrogazioni, ma semplicemente l'applicabilità delle nuove norme verso «tutti i servizi pubblici locali» e la loro prevalenza sulle parti della vecchia normativa con esse incompatibili, in particolare quella dettata dall'articolo 113 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali;

successivamente - ad avviso degli interroganti, alla prima occasione utile - in attesa di veder chiarito il quadro normativo con i regolamenti attuativi dell'articolo 23-bis, il cui termine risultava scaduto, fu inserito, nel decreto-legge cosiddetto Ronchi, finalizzato al rapido assolvimento di obblighi nei confronti dell'Unione europea e ad ovviare a procedure di infrazione, l'articolo 15, con il fine di modificare nuovamente e radicalmente l'impianto dei servizi pubblici locali appena delineato dal citato articolo 23-bis nelle parti riguardanti gli affidamenti;

poco prima, nel decreto legge n. 39 del 2009, che recava «Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 ed ulteriori interventi urgenti di protezione civile», con l'articolo 9-bis, in nome della riforma del sistema di regolazione dei servizi idrici su scala nazionale, erano stati soppressi il Comitato di vigilanza sui servizi idrici (Coviri) e l'Osservatorio sui servizi idrici, sostituiti da una commissione che ne ha ereditato le funzioni, ma in assenza di una struttura tecnica di supporto, quale era l'Osservatorio;

tra il decreto-legge n. 39 del 2009 ed il «decreto-legge Ronchi» si inseriva un ulteriore tassello: l'articolo 19 del decreto-legge n. 78 del 2009, cosiddetto anticrisi, provvedeva ad estendere alle società a partecipazione pubblica totale o di controllo titolari di affidamenti diretti di servizi pubblici locali senza gara gli stessi divieti e le stesse limitazioni alle assunzioni di personale, che gravano sugli enti pubblici di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;

il medesimo articolo 19 rinviava ad un successivo decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro il settembre 2009, le modalità e la modulistica per l'assoggettamento delle stesse società al patto di stabilità interno;

il «decreto-legge Ronchi», a sua volta, ha rinviato ad un regolamento successivo - emanato agli inizi del 2010 - alcuni aspetti della nuova disciplina dei servizi pubblici;

più recentemente, nel disegno di legge comunitaria per il 2010 - tuttora all'esame del Parlamento - è stato introdotto l'articolo 33, che dispone, in forma di delega, il riordino delle disposizioni in materia di risorse idriche: l'ambito della delega risulta molto ampio, potendo il Governo integrare, abrogare e riformulare in tutti gli ambiti della disciplina dettata dal decreto legislativo n. 162 del 2006 (meglio noto come «Codice ambientale», che affronta gli aspetti della difesa del suolo, della lotta alla desertificazione, della tutela delle acque dall'inquinamento e della gestione delle risorse idriche);

presso la Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati è in discussione una risoluzione in materia di servizio idrico presentata dalla Lega Nord - cui si sono aggiunte quelle di altre gruppi - che impegna il Governo a modificare il vigente regime di affidamento del servizio idrico;

nei giorni 12 e 13 giugno 2011 gli italiani saranno chiamati a votare su due referendum in materia di servizio idrico integrato, volti ad abrogare la disciplina nella parte che ne prevede la privatizzazione e nella parte inerente alla composizione della tariffa del servizio;

è recentissimo l'intervento compiuto dal Governo, il quale ha introdotto, nel primo provvedimento utile, una paradossale abrogazione temporanea della vigente disciplina in materia di energia nucleare - il cui risultato, in ordine all'impatto sull'omologo referendum, dovrà attendere i pronunciamenti nelle sedi opportune - che appare, in ordine di tempo, quale ultimo episodio delle persistenti torsioni cui il Governo sottopone, ad avviso degli interroganti, il nostro sistema democratico -:
se confermi l'intendimento di adottare ulteriori iniziative normative in ordine alla gestione delle risorse idriche oggetto dei due quesiti referendari.
(3-01634)