ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01271

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 381 del 12/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: DONADI MASSIMO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 12/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 12/10/2010
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 12/10/2010
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 12/10/2010
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 12/10/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA
Attuale delegato a rispondere: SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA delegato in data 12/10/2010
Stato iter:
13/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/10/2010
Resoconto DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 13/10/2010
Resoconto CALDEROLI ROBERTO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA)
 
REPLICA 13/10/2010
Resoconto DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/10/2010

SVOLTO IL 13/10/2010

CONCLUSO IL 13/10/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01271
presentata da
MASSIMO DONADI
martedì 12 ottobre 2010, seduta n.381

DONADI, DI STANISLAO, FAVIA, EVANGELISTI e BORGHESI. -
Al Ministro per la semplificazione normativa.
- Per sapere - premesso che:

il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, contiene il «Codice dell'ordinamento militare», rivisitato alla luce della legge sulla semplificazione della legislazione;

tale ultima legge (legge 28 novembre 2005, n. 246) contiene una delega al Governo per la permanenza in vigore delle leggi approvate prima del 1970, prevedendo che nei decreti delegati il Governo faccia un elenco delle leggi che vengono mantenute in vigore e di quelle che si abrogano, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi;

il «Codice dell'ordinamento militare» semplificato e riordinato a marzo 2010 si compone di 2.272 articoli ed è entrato in vigore 5 mesi dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo avvenuta l'8 maggio 2010, esattamente il 9 ottobre 2010;

nell'articolo 2268 del codice vi è l'elenco delle norme primarie che vengono espressamente abrogate e che include al numero 297) il decreto legislativo 14 febbraio 1948, n. 43, ovvero il decreto che punisce le associazioni di carattere militare con scopi politici. Precisamente il decreto legislativo punisce «chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige o partecipa ad associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici, costituite mediante l'inquadramento degli associati in corpi, reparti o nuclei, con disciplina ed ordinamento gerarchico interno analoghi a quelli militari, con l'eventuale adozione di gradi o di uniformi, e con organizzazione atta anche all'impiego collettivo in azioni di violenza o di minaccia»;

la delega data al Governo esclude dalla semplificazione normativa le «disposizioni la cui abrogazione comporterebbe lesione dei diritti costituzionali» e la Costituzione, all'articolo 18, comma 2, vieta espressamente «le associazioni che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare», oltre a prevedere tra i valori costituzionali la protezione dell'ordine pubblico. Pertanto, il Governo non poteva abrogare il decreto legislativo n. 43 del 1948;

fino alla data dell'entrata in vigore del Codice dell'ordinamento militare, pochi giorni fa, il Governo poteva e doveva intervenire a modificare gli eventuali errori contenuti nella lista delle leggi abrogate, attraverso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale di un comunicato contenente le correzioni necessarie, dal momento che, dopo l'entrata in vigore del codice, le modifiche possono essere fatte solo con un atto di pari rango, ovvero con un nuovo decreto legislativo. Le correzioni sono semplici e veloci da farsi, mentre l'approvazione di un nuovo decreto legislativo ha tempi piuttosto lunghi, oltre alle conseguenze che comporta l'entrata in vigore di un'abrogazione come quella indicata;

il Governo, per giunta, era già intervenuto proprio sulla lista delle leggi da abrogare contenuta nel Codice dell'ordinamento militare, al fine di eliminarne alcune; e lo ha fatto attraverso il comunicato del 7 settembre 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 7 settembre 2010, n. 209. Si è trattato appunto di una correzione;

l'Italia dei Valori aveva chiesto a gran voce che il Governo mantenesse in vigore il decreto legislativo che punisce le associazioni di carattere militare con scopi politici, facendo pubblicare in Gazzetta ufficiale un comunicato che poteva essere di un solo rigo, prima del 9 ottobre 2010;

non avendolo fatto, l'entrata in vigore del codice nella sua versione attuale, ha comportato che i procedimenti penali attualmente in corso per i reati di cui al decreto legislativo n. 43 del 1948 termineranno con un'archiviazione o una sentenza di assoluzione perché il reato non esiste più, anche se successivamente il Governo intervenisse con un decreto legislativo che ripristini la vigenza del reato di associazione di carattere militare con scopi politici, anche solo indiretti. Né la situazione cambierebbe se, successivamente, la Corte costituzionale dichiarasse incostituzionale l'abrogazione del decreto legislativo n. 43 del 1948;

in particolare, l'eliminazione di questo reato avrà da subito l'effetto di porre fine al procedimento in corso a Verona da ben 14 anni, nel quale sono imputati 36 esponenti politici del partito della Lega Nord, che avevano dato vita e partecipato alla «Guardia nazionale padana». Un processo nel quale erano coinvolti anche i vertici del partito, incluso il Ministro Bossi, la cui posizione è stata «stralciata» -:

se il Governo sia consapevole di aver determinato con propri atti l'abrogazione di una norma per la quale diversi esponenti leghisti sono sottoposti a giudizio con l'accusa di aver organizzato un'associazione di carattere militare con scopi politici. (3-01271)