SERENI, TRAPPOLINO, BOCCI, GOZI, VERINI, MARAN, LENZI, BENAMATI, COLANINNO, FADDA, FRONER, LULLI, MARCHIONI, MASTROMAURO, PELUFFO, PORTAS, SANGA, SCARPETTI, FEDERICO TESTA, VICO, ZUNINO, QUARTIANI e GIACHETTI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
con una lettera del 9 febbraio 2010, indirizzata alla regione Umbria (assessorato allo sviluppo economico), al presidente della provincia di Terni e al sindaco di Terni, la multinazionale LyondellBasell, con sede a Rotterdam, ha comunicato di aver avviato a livello europeo una serie di interventi di razionalizzazione relativi ai propri impianti produttivi di polipropilene e polietilene;
con un comunicato, in data 25 febbraio 2010, LyondellBasell industries ha annunciato pubblicamente il progetto di cessazione della produzione di polipropilene nello stabilimento di Terni, giustificando tale scelta con la persistenza di una dinamica negativa, indotta dalla crisi globale, per quel che riguarda la domanda di polipropilene, che, secondo il comunicato della multinazionale, avrebbe reso lo stabilimento di Terni non più economicamente sostenibile;
in Italia la razionalizzazione degli impianti produttivi di LyondellBasell riguarda gli stabilimenti situati nelle città di Brindisi, Ferrara e Terni. Quest'ultimo ha prodotto, nel 2009, 205 mila tonnellate di polipropilene, a fronte di una capacità massima di 250 mila, facendo registrare un utile pari a 10 milioni di euro. Da dieci anni, l'impianto di Terni, l'unico nel 2009 in Italia a registrare un utile, risulta essere il più produttivo d'Europa, sia sotto l'aspetto economico, sia della qualità delle lavorazioni;
la chiusura dello stabilimento ternano verrebbe, inoltre, a coincidere con quella che appare un'inversione delle tendenze negative registrate dalle quotazioni di questa commodity sui mercati internazionali. Ad oggi, infatti, il polipropilene ha recuperato circa 20 punti rispetto alle crisi del 2007 e del 2008;
LyondellBasell rappresenta il fulcro dell'attuale polo chimico di Terni, che, dopo essere stato protagonista dello sviluppo della chimica italiana, ha subito diversi processi di ristrutturazione. Oggi occupa, tra diretti e indiretti, oltre mille lavoratori. In particolare, la LyondellBasell rappresenta l'architrave dell'intero polo chimico ternano, in quanto fornisce polipropilene, la materia prima, ad altre realtà produttive. La cessazione della produzione rischia di innescare, quindi, un effetto domino, investendo in modo diretto e immediato altre due importanti aziende (Treofan - 180 dipendenti - e Meraklon - 280 dipendenti), che dipendono dal polipropilene prodotto dalla Basell;
l'ipotesi di chiusura entro la fine del 2010 annunciata dalla LyondellBasell non crea solo un allarme di tipo occupazionale, ma rappresenta un duro colpo per la competitività della chimica italiana, perché colpisce gli insediamenti chimici dislocati nel nostro Paese, ridimensionandone capacità produttiva ed occupazione;
nell'incontro tenutosi il 20 aprile 2010, presso la sede del ministero dello sviluppo economico a Roma, la Basell ha rifiutato la proposta condivisa dalle organizzazioni sindacali, dalle istituzioni locali, dagli stessi rappresentanti del Governo di mantenere in attività le produzioni dello stabilimento di Terni fino a fine 2010, per consentire di individuare una soluzione che salvaguardi il patrimonio industriale della area chimica ternana;
è, pertanto, necessario che tutti i soggetti istituzionali locali e nazionali, il Governo in primo luogo, continuino in maniera pressante il loro impegno per far recedere la multinazionale dalle proprie decisioni e portarla ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità e a mantenere in attività le produzioni di polipropilene, contribuendo fattivamente all'individuazione delle condizioni e di soluzioni che diano ad esse prospettive industriali;
all'indomani dell'incontro del 20 aprile 2010 sono trapelate voci, riportate dalla stampa locale, relative alla disponibilità di Basell alla cessione dell'attività «purché non si tratti con un concorrente»;
per la giornata del 4 maggio 2010 le organizzazioni sindacali hanno proclamato 24 ore di sciopero con fermata degli impianti dei siti di Terni, Brindisi e Ferrara e indetto una manifestazione presso piazza Montecitorio, di fronte al Parlamento, per rendere evidente l'allarme delle comunità interessate e la grave situazione in cui versano centinaia di lavoratori e le loro famiglie -:
quali iniziative il ministero dello sviluppo economico intenda assumere tempestivamente per il mantenimento della produzione e la salvaguardia dei posti di lavoro, scongiurando la chiusura dello stabilimento di Terni che avrebbe ricadute nazionali in termini sia di capacità produttiva del settore della chimica che di occupazione, e per salvaguardare e garantire in ogni caso il futuro del polo chimico di Terni. (3-01039)