DI PIETRO, DI GIUSEPPE, CIMADORO, PORCINO, MONAI, DONADI, BORGHESI e EVANGELISTI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
la crisi finanziaria che ha investito i mercati internazionali negli ultimi mesi del 2008 si è rivelata in poco tempo come una vera e propria crisi economica reale, che ha colpito, in particolare, la produzione, da un lato attraverso una contrazione evidente dei consumi, dall'altro con una drastica riduzione del credito all'impresa;
tra i settori produttivi che stanno risentendo di più dell'attuale crisi economica vi sono quelli che già precedentemente avevano mostrato segnali di una certa flessione, e tra questi vi è sicuramente il settore tessile;
il settore tessile rappresenta per il nostro Paese una risorsa storica: è stato uno dei comparti trainanti della nostra economia, una delle realtà tipiche della produzione italiana, uno dei principali motori del made in Italy;
attualmente riveste ancora potenzialmente una grande capacità di sviluppo, essendo inevitabilmente collegato alla gestione ed alla crescita del settore della moda, nel quale il nostro Paese vanta una leadership mondiale: il tessile italiano è sinonimo di altissima qualità e su tale potenziale appare necessario investire con convinzione;
attualmente sono molte le aree industriali tipicamente caratterizzate dalla presenza di imprese tessili che manifestano segnali di profonda e preoccupante recessione: molte famiglie italiane sono vittime di tale situazione ed attraversano un periodo di profonda incertezza economica;
in una precedente interrogazione a risposta immediata in Assemblea, poche settimane fa, il gruppo dell'Italia dei valori ha già segnalato la grave crisi dell'Ittierre, denunciando le ripercussioni che tale situazione sta provocando sul territorio e sull'indotto dell'azienda; indotto che non è affatto limitato geograficamente, ma coinvolge migliaia di fasonisti su tutto il territorio nazionale, che ad oggi non hanno alcuna speranza di poter continuare la propria attività, migliaia di lavoratori, che per mesi hanno continuato a fornire l'azienda senza ricevere alcun compenso, e migliaia di famiglie trascinate in una crisi profonda, a cui le istituzioni devono dare una risposta in tempi brevissimi;
la crisi dell'Ittierre non è purtroppo un caso isolato. Nel settore tessile negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva e continua contrazione, che oggi si sta aggravando in maniera irreversibile: non sono solo i fasonisti dell'Ittierre a subire le conseguenze della crisi, ma l'intero indotto del settore tessile su tutto il territorio nazionale;
interi distretti industriali, come quelli di Prato e Biella, realtà storiche della produzione tessile italiana, versano in uno stato di crisi generalizzato e profondo;
il sistema di sostegni alle crisi aziendali e produttive non appare nel suo complesso adeguato a fronteggiare la situazione attuale, essendo principalmente concentrato e congegnato per le imprese, senza che venga coinvolto nella maniera adeguata il loro indotto;
sarebbe opportuno per fornire una prima risposta a tale grave situazione sospendere per queste aziende contoterziste in crisi il pagamento di tributi e contributi per l'anno 2009, estendere l'amministrazione straordinaria non solo all'impresa madre, come nel caso dell'Ittierre, ma all'insieme della filiera, operando anche per ottenere le necessarie modifiche legislative in materia, e procedere - come di recente auspicato anche dal Presidente della regione Molise - alla cartolarizzazione dei crediti pregressi dei contoterzisti nei confronti delle aziende in amministrazione straordinaria, al fine di sbloccare la disastrosa situazione finanziaria di tali piccole imprese, che impiegano decine di migliaia di lavoratori -:
quali misure urgenti intenda assumere il Governo per affrontare la crisi del settore tessile, in particolare per sostenere i contoterzisti oggi in una situazione finanziaria disastrosa, con il rischio di vedere scomparire a breve migliaia di posti di lavoro, professionalità e capacità imprenditoriali, che costituiscono uno dei vanti del nostro Paese, e se non ritenga comunque di promuovere le misure auspicate in premessa. (3-00457)