DI PIETRO. -
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
in questi giorni stiamo assistendo ad un'estenuante trattativa relativa alla vertenza Alitalia;
durante l'ultima campagna elettorale erano stati continuamente rilanciati annunci di cordate di imprenditori pronti a rilevare la compagnia, salvandola dalla crisi senza prevedere particolari sacrifici in nessun comparto;
oggi sappiamo quanto fossero strumentali e propagandistici quegli annunci, che hanno ottenuto l'unico risultato di far saltare la trattativa e l'accordo con Air France, che certo avrebbe garantito al personale di terra e di volo della compagnia condizioni migliori di quelle che si stanno prospettando in queste ore;
ad avviso dell'interrogante, si è voluto strumentalizzare a fini elettorali il destino di migliaia di lavoratori italiani e di tanti dipendenti della nostra compagnia di bandiera, che oggi sono costretti a pagare il prezzo di promesse avventate e strumentali;
in nessun aspetto la proposta avanzata dai 16 investitori della Cai può dirsi migliore della proposta di Air France, al contrario appaiono numerosi i punti di netto peggioramento sia per la compagnia nel suo complesso, sia per i suoi dipendenti, sia per i consumatori che per i contribuenti e per i piccoli azionisti;
non appaiono, inoltre, affatto chiari i vantaggi e, quindi, le ragioni che giustificano l'integrazione con Air one, che, invece, si è voluto inserire nel progetto della nuova Alitalia;
l'italianità, si disse all'epoca della trattativa con Air France, avrebbe da sola garantito migliori condizioni per la compagnia, per i passeggeri, per i dipendenti, per i consumatori; sarebbero state di certo garantite più rotte sia internazionali che intercontinentali, ebbene oggi sappiamo che la proposta della Cai prevede una riduzione delle rotte aeree e, soprattutto, una maggiore riduzione di personale;
il risultato finale potrebbe essere, ad avviso dell'interrogante, solo quello di ottenere vantaggi a favore dei soliti imprenditori amici, i cosiddetti «capitani coraggiosi»: la dimostrazione ancora una volta di un modo di pensare e fare impresa, oltre che politica, legato a logiche domestiche e di corto respiro, che poco hanno a che fare con la tradizione del capitalismo liberale europeo ed occidentale, entrambi legati al rispetto delle regole ed al principio della trasparenza;
il Presidente del Consiglio dei ministri annuncia che in caso di mancato accordo l'unica alternativa è il fallimento della compagnia, una presa di posizione che assume il significato di una sorta di condizione capestro, di un ultimatum imposto ai lavoratori della compagnia;
come è già stato ricordato nei giorni scorsi su diversi quotidiani nazionali, mettere in moto le procedure di liquidazione aziendale semplicemente perché non si perfeziona l'accordo con l'unico acquirente consultato, senza procedere ad una ricerca di nuovi acquirenti alternativi, come prevederebbe il pieno rispetto del regime concorrenziale, appare una forzatura incomprensibile e particolarmente grave -:
cosa intenda fare ed in che tempi intenda intervenire perché il Governo attivi, nell'interesse della nostra compagnia di bandiera e dei suoi dipendenti, la ricerca di acquirenti e proposte alternative a quelle avanzate dalla cordata rappresentata dalla Cai, che siano in grado di garantire anche il mantenimento di un più adeguato livello occupazionale. (3-00132)