ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01463

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 626 del 26/04/2012
Firmatari
Primo firmatario: SCILIPOTI DOMENICO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Data firma: 26/04/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MOFFA SILVANO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE) 26/04/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 26/04/2012
Stato iter:
07/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/06/2012
Resoconto SCILIPOTI DOMENICO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, DEMOCRAZIA CRISTIANA)
 
RISPOSTA GOVERNO 07/06/2012
Resoconto POLILLO GIANFRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 07/06/2012
Resoconto SCILIPOTI DOMENICO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, DEMOCRAZIA CRISTIANA)
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/05/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/05/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 24/05/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 31/05/2012

DISCUSSIONE IL 07/06/2012

SVOLTO IL 07/06/2012

CONCLUSO IL 07/06/2012

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01463
presentata da
DOMENICO SCILIPOTI
giovedì 26 aprile 2012, seduta n.626

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:

il decreto legislativo n. 141 del 2010 recante «Attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del titolo VI del testo unico bancario (decreto legislativo n. 385 del 1993), in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi» dovrebbe portare, a breve, ad una riforma dell'intermediazione finanziaria che si spera incida positivamente su alcune lacune e criticità emerse, nel tempo su tale materia;

lo stesso decreto legislativo, però ha già perfettamente delineato uno scenario, che investirà tutti gli operatori della mediazione creditizia e che gli interpellanti giudicano profondamente critico;

tale categoria, in genere, è formata da imprenditori organizzati in piccole società (società in accomandita semplice, società a responsabilità limitata, società in nome collettivo, società cooperative) che, con professionalità, partecipano attivamente alla realtà delle piccole e medio imprese che, come è noto, rappresentano il motore produttivo nel nostro Paese;

tale disposizione infatti, impone 120.000 euro di capitale sociale interamente versato, costituzione di un consiglio di amministrazione, la stipula di un'onerosa assicurazione, nonché la presenza di un collegio di revisori dei conti che porterà la gestione amministrativa di tali società, a costi talmente elevati che non potranno essere assolutamente da queste sostenuti dalle piccole società che operano nel campo;

conseguentemente si rischia la chiusura di migliaia di piccole società;

inoltre saranno colpiti anche centinaia di migliaia di operatori, non costituiti in società, e saranno travolti da tali effetti, i dipendenti ed i collaboratori di tutti questi soggetti giuridici;

si rischia così di assistere a quello che, qualcuno ha già definito come il più grande «licenziamento collettivo» della storia d'Italia che colpirà, secondo stime prudenziali, circa 250.000 operatori del settore, escludendo i dipendenti che ciascuna società dovrà necessariamente licenziare;

il provvedimento, in questione, porterà, fin dal prossimo mese di giugno, ad un serio problema occupazionale, in un momento in cui la crisi del mercato del lavoro e la disoccupazione sono al centro della preoccupazione di tutti;

in tale contesto, non si è certamente tenuto conto che le piccole società in argomento hanno impegnato risorse finanziarie, acceso debiti finalizzati all'investimento nell'azienda stessa e/o per fronteggiare la corrente crisi e non si è neanche tenuto conto di come tali società, potranno onorare i debiti assunti a seguito della chiusura conseguente all'attuazione della normativa citata;

sebbene nello spirito degli accordi di Basilea I II e III, vi fosse anche l'obbiettivo di una maggiore concorrenza, gli effetti del decreto legislativo n. 141 del 2010, eliminando «di fatto» l'intermediazione creditizia delle piccole imprese, saranno l'egemonia delle banche e dei grandi intermediari finanziari;

in tal modo si viola il principio della concorrenza, oggi messo in atto dal mediatore, e la «libera scelta» del cliente che attualmente, per la soluzione delle sue esigenze, può rivolgersi a più figure professionali;

tutto ciò premesso non si comprendono i motivi che hanno portato a comprendere molti settori con la recente liberalizzazione mentre per l'intermediazione creditizia si è intrapresa la strada opposta ovvero, si è aperta la strada del «plurimonopolio» costituito da banche e pochi altri mediatori intermediari di grandi dimensioni, magari partecipati dalle banche stesse, come peraltro già accade attualmente -:

come si intenda affrontare la grave problematica in oggetto che rischia di portare al fallimento, con i relativi problemi occupazionali, le numerose piccole società che operano nel settore;

se non si ritenga opportuno assumere iniziative dirette a rivisitare la normativa in oggetto consentendo anche ai piccoli imprenditori di potere continuare ad operare in questo campo;

se e come, qualora non fossero attuati miglioramenti nelle norme previste dal decreto in oggetto, si intenda intervenire per far sì che tali società possano risolvere le situazioni debitorie in capo alle società stesse, situazioni debitorie che non sarebbero in grado di onorare per le ragioni sopra esposte;

se si intenda, in ogni caso, assumere iniziative urgenti di sostegno, anche finanziario, affinché tali società possano riconvertirsi, evitando così, il disastroso scenario fin qui descritto.

(2-01463)
«Scilipoti, Moffa».