Atto Camera
Interpellanza urgente 2-01335
presentata da
MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO
giovedì 26 gennaio 2012, seduta n.577
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
in base all'articolo 18, comma 5, del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, recante disposizioni in materia di autonomia di entrate delle regioni a statuto ordinario e province, si stabilisce che a decorrere dall'anno 2012 l'addizionale provinciale all'accisa sull'energia elettrica (di cui all'articolo 52 del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504) è soppressa e il relativo gettito spetta allo Stato e che, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, è rideterminato l'importo dell'accisa sull'energia elettrica in modo da assicurare l'equivalenza di gettito;
il 30 dicembre 2011, il Ministero dell'economia e delle finanze ha emanato due decreti con i quali, con decorrenza 1o gennaio 2012, si è provveduto ad aumentare l'accisa sull'energia elettrica a seguito della cessazione dell'applicazione dell'addizionale comunale e della soppressione dell'addizionale provinciale all'accisa sull'energia elettrica;
per quanto concerne il decreto che sopprime l'addizionale provinciale, che è quello che riguarda direttamente le imprese, la previsione desta grande preoccupazione per il forte impatto economico che ha sul nostro sistema industriale;
infatti, come si evince da alcune tabelle di simulazione pubblicate da Confindustria a fronte di lievi modifiche per le aziende con consumi inferiori ai 200.000 chilowatt (piccole imprese) e per quelle con consumi superiori a 1.200.000 chilowatt (grandi imprese), la fascia delle medie imprese (con consumi tra i 200.000 e 1.200.000) potrebbe subire un aumento anche superiore al doppio delle accise fino ad oggi pagate;
nel citato decreto legislativo si parla di equivalenza di gettito, tuttavia, considerato che il nostro tessuto industriale è costituito in larga parte dalle medie imprese con consumi tra i 200.000 chilowatt un 1.200.000 chilowatt l'eventuale diminuzione per le piccole e grandi imprese che deriverebbe dall'applicazione della nuova disciplina potrebbe non essere in grado di compensare l'aumento previsto per le medie aziende;
secondo una prima simulazione, un'azienda con consumi di circa 500.00 chilowatt mese, che nel 2011 pagava 3.822 euro tra addizionale provinciale e accisa erariale, nel 2012, a seguito della soppressione dell'addizionale provinciale e il conseguente aumento dell'accisa erariale, potrebbe essere gravata da un onere di 6.049,99 euro, con un incremento di 2.227.99 euro (+58.29 per cento), mentre per altre fasce di consumo (come ad esempio 1.199.999 chilowatt/mese) si arriverebbe ad un incremento del 42.3 per cento;
inoltre, in alcune province ove l'addizionale provinciale era più bassa rispetto ad altre, come ad esempio per le province di Bari, tali aumenti potrebbero essere anche superiori; infatti nelle tabelle stilate da Confindustria si evidenzia come un'azienda con consumi, ad esempio, di circa 500.000 chilowatt/mese, che nel 2011 pagava 3.410 euro tra addizionale provinciale e accisa erariale, nel 2012, potrebbe arrivare a pagare 6.050 euro con un incremento di 2.640 euro pari al 77,4 per cento; per altre fasce di consumo (come ad esempio 1.199.999 chilowatt/mese) si arriverebbe ad un incremento del 160,2 per cento;
infine, si evidenzia che l'effetto dell'aumento delle accise potrebbe condurre a un incremento percentuale sul costo totale della bolletta compreso tra lo 0,4 per cento e il 5 per cento, corrispondente ad un aumento in valore assoluto compreso tra un minimo di 3.216 euro al mese e un massimo di 8.295 euro al mese;
è necessario tenere in considerazione la vocazione manifatturiera del Paese, il ruolo essenziale che la media impresa svolge in tale contesto e gli elevati costi dell'energia che già, tra aumento del costo della materia prima e componente A3, pressano le imprese italiane -:
se esista una relazione tecnica o una simulazione effettuata dal Ministero dell'economia e delle finanze che evidenzi gli effetti delle disposizioni recate dal citato decreto ministeriale sulle imprese e sul gettito erariale e da cui si evinca anche l'equivalenza di gettito;
se non ritenga opportuno, alla luce dell'allarme generatosi nel mondo delle imprese, di rimodulare l'aumento dell'accisa erariale sull'energia elettrica in modo da garantire anche una perequazione della tariffa e soprattutto al fine di non deprimere ulteriormente la competitività delle imprese italiane in un momento già di grave crisi economica.
(2-01335) «Mastromauro, Ventura».