ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00823

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 370 del 20/09/2010
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 20/09/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 20/09/2010
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 20/09/2010
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 20/09/2010
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 20/09/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 20/09/2010
Stato iter:
23/09/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/09/2010
Resoconto MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 23/09/2010
Resoconto PALMA NITTO FRANCESCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 23/09/2010
Resoconto MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/09/2010

SVOLTO IL 23/09/2010

CONCLUSO IL 23/09/2010

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00823
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
lunedì 20 settembre 2010, seduta n.370

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:

in data 21 luglio 2010, le indagini della maxi-inchiesta denominata «Santa Tecla», hanno portato all'arresto di 67 persone su ordine del giudice per le indagini preliminari di Catanzaro Emma Sonni e su richiesta del sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia Vincenzo Luberto; sulla maggior parte degli arrestati, tra le altre, grava l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso;

l'indagine «Santa Tecla» ha sconvolto profondamente la cittadina di Corigliano Calabro, in quanto l'operazione vede attualmente indagata per concorso esterno in associazione mafiosa Pasqualina Straface, sindaco della città, e arrestati i suoi due fratelli, Mario e Franco;

questi ultimi, arrestati nel blitz del 21 luglio 2010 e detenuti con il regime del 41-bis, con provvedimento riconfermato anche dal tribunale del riesame, sarebbero stati indicati dai collaboratori di giustizia come storicamente legati alla cosca di Corigliano; in particolare, sono accusati di estorsione, compiuta nell'ambito della realizzazione di un villaggio turistico in località Thurio. Secondo l'accusa, il titolare della società Airone srl, che stava realizzando la struttura, sarebbe stato costretto da Maurizio Barilari, ritenuto il capo della cosca di Corigliano, ad affidare un appalto milionario, prima per la sola fornitura del cemento e poi per tutta l'opera, alla Straface srl di Mario e Franco; i due imprenditori avrebbero poi scelto le imprese subappaltatrici che hanno fatturato alla ditta Straface importi non dovuti, grazie ai quali sono stati creati fondi neri girati poi alla cosca. Secondo l'accusa, i fratelli Straface, con l'appoggio dei vertici della cosca, hanno imposto all'imprenditore condizioni economiche tali da determinare un aggravio di spesa superiore al 20 per cento dell'importo dei lavori;

dopo il blitz del 21 luglio 2010, il prosieguo delle indagini ha maggiormente evidenziato i rapporti tra la 'ndrangheta e l'amministrazione comunale: il sindaco Pasqualina Straface il 30 luglio ha dichiarato in una conferenza stampa la sua completa estraneità ai fatti e la sua volontà di non dimettersi, ma dal 27 agosto, come riportato dalla stampa, ella risulta iscritta nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa;

Pasqualina Straface è consigliere comunale dal 1993 ed in costante e continua ascesa politico-elettorale dal 1997: una mole di preferenze sul suo nome segnano le comunali del 1997 e quelle del 2001, le provinciali del 1994 e le comunali di nuovo nel 2006. Fino alla sua consacrazione elettorale a primo cittadino di Corigliano il 29 giugno del 2009;

secondo quanto riportato da notizie della stampa, le indagini - supportate da intercettazioni e da dichiarazioni di pentiti - avrebbero evidenziato situazioni ricorrenti di illegalità riconducibili non solo a forme di condizionamento e di infiltrazioni di alcuni imprenditori locali nei confronti degli amministratori dell'ente ma anche all'uso distorto della cosa pubblica da parte del sindaco, che si sarebbe concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente o indirettamente ai propri personali interessi, da una rete di parentele, affinità, amicizie e frequentazioni;

secondo quanto emergerebbe dalle indagini il sindaco si sarebbe prestato ad accreditare presso la regione e la provincia le aziende del fratello Mario per l'esecuzione di lavori pubblici, a sollecitare ai medesimi organi l'erogazione dei compensi per l'opera prestata; mentre i lavori pubblici eseguiti nella città di Corigliano, sotto la sua amministrazione, risulterebbero viziati da preoccupanti irregolarità riguardanti gli appalti e l'esecuzione;

in particolare, si starebbe indagando sui lavori di bitumazione che hanno riguardato, nei mesi scorsi, numerosissime arterie viarie cittadine e la realizzazione di una rotatoria stradale nella popolosa frazione dello Scalo, opera che ha, tra l'altro, infiammato il dibattito pubblico locale per la sua effettiva utilità. I magistrati della direzione distrettuale antimafia stanno vagliando l'aggiudicazione alla ditta dell'imprenditore Gianluca Gallo della gara d'appalto indetta dal comune di Corigliano per il miglioramento e messa in sicurezza della viabilità nella frazione Scalo. Dalle intercettazioni telefoniche disposte dagli inquirenti emerge che l'imprenditore sarebbe stato indotto da più persone a rifornirsi di bitume presso l'impresa dei fratelli Mario e Franco Straface. I magistrati avrebbero individuato i «consigliori» nelle persone dell'assessore ai lavori pubblici, Giuseppe Curia, e nell'imprenditore coriglianese, Agostino Sposato, anch'esso impegnato nel settore dei lavori pubblici e la cui impresa, secondo i magistrati, graviterebbe intorno a quelle degli Straface per via dei subappalti;

inoltre, i lavori per la rotatoria dello Scalo, vennero iniziati con qualche irregolarità che sarebbe poi divenuta occasione di ricatto politico e di pressione sul sindaco, in quanto, come scrivono i magistrati nelle loro carte, l'impresa Straface avviò i lavori prima ancora che venisse firmato il contratto d'appalto. Una presunta grave irregolarità che portò, secondo la ricostruzione degli inquirenti, all'interruzione dei lavori per l'intromissione di un consigliere comunale, identificato dagli stessi magistrati nella persona di Cataldo Russo, capogruppo consiliare e segretario cittadino dell'Udc, il partito che con il Pdl costituisce l'ossatura della maggioranza di centrodestra a sostegno del sindaco Straface. Come ricostruito dai magistrati il sindaco Straface premeva sui fratelli per la celere esecuzione dei lavori stante la campagna elettorale per le regionali 2010 in corso e tutto ciò avveniva in un momento politico caldo anche per la stessa compagine amministrativa coriglianese: il sindaco avrebbe dovuto rimpiazzare i posti lasciati vacanti nella sua giunta da parte di due ex assessori appartenenti a un movimento civico e probabilmente a quei due posti era interessato l'Udc di Russo;

il pubblico ministero antimafia Luberto, da alcune telefonate intercettate, ipotizza, inoltre, ingerenze dirette di Mario Straface in alcune decisioni della giunta guidata dalla sorella, in particolare, in una del 6 settembre 2009 su cui è stato tolto il segreto istruttorio, Mario Straface telefona al sindaco per sollecitare il pagamento di una fattura in favore di un imprenditore che aveva eseguito lavori per il comune di Corigliano;

i contatti e la contiguità tra il sindaco e la 'ndrina locale risalgono già alla campagna elettorale e dunque gettano un'ombra sull'elezione del sindaco che sarebbe stata supportata dalla cosca in base ad un accordo stretto tra Franco Straface e Maurizio Barilari, secondo le dichiarazioni rese dal pentito Vincenzo Curato al pubblico ministero Luberto in data 23 aprile 2008; inoltre il collaboratore di giustizia Carmine Alfano, cognato di Maurizio Barillari, in sede di interrogatorio reso il 13 dicembre 2007 di fronte al pubblico ministero Luberto afferma: «Il legame tra gli Straface e la famiglia coriglianese si è ancor più consolidato per il tramite di Pasqualina Straface che è sorella di Franco e Mario. Pasqualina Straface è stata individuata quale rappresentante politico di quello che possiamo definire il sodalizio intercorrente tra i fratelli Straface e l'onorata società coriglianese. Il debutto politico di Pasqualina Straface si è avuto in occasione delle elezioni comunali in esito alle quali è risultato sindaco Gerace. Non ricordo in quale anno queste elezioni si sono svolte ma sono certo che Pasqualina è stata fortemente appoggiata tanto da risultare la prima tra gli eletti al Consiglio comunale. L'onorata società coriglianese è in grado di incidere pesantemente sul corpo elettorale». A proposito delle elezioni provinciali del 2004 lo stesso Alfano afferma: «Per le elezioni provinciali del 2004 i voti sono stati racimolati da Barilari in favore di Pasqualina Straface e Franco Bruno ambedue candidati nelle liste di AN». Infine a proposito delle comunali 2006 afferma: «Per queste elezioni il candidato della cosca era Pasqualina Straface la quale avrebbe dovuto essere il consigliere comunale più votato e quindi condizionare l'operato del sindaco Gerace secondo gli interessi di Barilari e "giravite"»;

le indagini stanno creando grave sconcerto tra i cittadini di Corigliano, divisi tra chi crede ancora nel sindaco e chi chiede a gran voce le sue dimissioni. Le notizie giunte a mezzo stampa gettano, infatti, ombre su tutto l'operato dell'amministrazione e non è più possibile amministrare il Comune con l'autorevolezza e la credibilità necessaria. I cittadini di Corigliano hanno diritto di ottenere chiarezza sulla vicenda ed un'amministrazione senza ombre che operi nella legalità e per l'interesse collettivo; il comune, tra l'altro, con l'elezione del sindaco Straface usciva già da una burrascosa fase amministrativa apertasi dopo le elezioni del 2006 che aveva visto alternarsi il sindaco eletto De Rosis con commissari straordinari per questioni di irregolarità elettorali;

anche il dibattito politico è infiammato e il 3 settembre 2010 sono state depositate le dimissioni del consigliere comunale del gruppo misto Gioacchino Campolo, eletto nella lista civica di Movimento Amico che ha dichiarato tra l'altro di non voler reintegrare il consigliere uscente; anche i tre consiglieri della lista Polis Amica minacciano di dimettersi nel caso in cui il sindaco non si dimetta;

negli ultimi giorni il prefetto di Cosenza, Antonio Reppucci, sembra essersi interessato alla vicenda e ha inoltrato richiesta alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro di acquisire gli atti giudiziari inerenti l'inchiesta «Santa Tecla»;

i gravissimi fatti su esposti evidenziano la necessità che il Governo nazionale intervenga per ripristinare la legalità sul territorio con il preliminare invio di una commissione di indagine per l'accesso agli atti del comune al fine di verificare l'intera attività amministrativa della giunta Straface e del consiglio comunale di Corigliano Calabro per accertare così se sussistano le condizioni per lo scioglimento del consiglio comunale di cui all'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 -:

se il Ministro, per quanto sopra premesso, non ritenga opportuno assumere iniziative per accertare l'eventuale condizionamento diretto o indiretto della criminalità organizzata nell'attività amministrativa dell'ente locale e conseguentemente attivare urgentemente, ove ne sussistano i presupposti, la procedura per lo scioglimento del consiglio comunale.

(2-00823)
«Di Pietro, Donadi, Messina, Borghesi, Cambursano».