Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00705
presentata da
MARIA COSCIA
giovedì 6 maggio 2010, seduta n.318
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
è un dato inoppugnabile che nell'anno scolastico in corso sono presenti nelle scuole più studenti e meno personale docente e ATA rispetto a quello precedente. Gli studenti iscritti alle scuole di ogni ordine e grado, infatti, sono 7.805.947, con un aumento di 37.000 unità e, parimenti, si sono ridotti gli organici per il personale docente di oltre 42 mila unità e più di 15 mila posti per il personale ATA. Questi dati rappresentano la prima tranche della riduzione di oltre 132.000 unità che il Governo ha previsto, per il triennio 2009-2011, con l'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, realizzando così quello che si configura di fatto come il più grande licenziamento di massa nella storia della pubblica amministrazione del nostro Paese;
le scelte operate dal Governo hanno comportato, già nell'anno scolastico in corso, il termine del rapporto di lavoro di decine di migliaia di lavoratori precari della scuola; oltre 18 mila docenti e più di 8 mila tecnici, amministrativi ed ausiliari, che da anni svolgono le proprie mansioni con incarichi annuali costantemente rinnovati;
per porre rimedio agli effetti negativi delle scelte del Governo, a nulla e servito, ad avviso degli interpellanti, il decreto-legge n. 134 del 2009, pomposamente definito «salva precari» a beneficio della comunicazione mediatica ma, nei fatti, in grado di garantire solo ad un numero ristrettissimo di docenti e ATA precari, perdenti posto, la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo determinato in supplenze brevi attribuite dalle scuole, peraltro a discapito di altri lavoratori precari di III fascia. Risulta, inoltre, che scarsissimo riscontro operativo abbia avuto anche la previsione di attivare progetti specifici, in collaborazione con le regioni, nei quali impiegare per alcuni mesi i precari perdenti posto;
tale grave situazione ha determinato una consistente perdita di qualità del sistema scolastico del Paese, come la riduzione e l'impoverimento del tempo scuola nel modello a «moduli» e del tempo pieno nella scuola primaria nonché del tempo prolungato nella scuola secondaria di primo grado, attuati con la riduzione degli organici, con la soppressione delle compresenze, con la mancata copertura delle supplenze brevi, con l'aumento degli alunni per classe;
per il prossimo anno scolastico 2010/2011, il Governo si sta apprestando ad effettuare la seconda tranche dei tagli agli organici prevista dal citato articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008. Infatti, la circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 37 del 13 aprile 2010 che definisce le norme per il calcolo degli organici dei docenti prevede una riduzione di 25.000 insegnanti (22.000 in organico di diritto e 3.600 in organico di fatto). Cifre rilevanti, ma contraddette per difetto da quelle contenute nella relazione tecnica allegata allo schema di decreto del Presidente della Repubblica «recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali», attualmente in esame presso le Commissioni parlamentari competenti. Dalla suddetta relazione tecnica si apprende che la riduzione degli organici conta ben 31.390 posti di personale docente e 15.000 posti di personale ATA. Una contraddizione che deve essere chiarita in modo inequivocabile, che tuttavia non emenda, a giudizio degli interpellanti, la gravità della scelta assunta dal Governo di ridurre in modo indiscriminato gli organici della scuola. Questa scelta è, comunque, destinata ad incidere ulteriormente sia sulla qualità didattica, formativa ed educativa delle istituzioni scolastiche, sia sul futuro lavorativo di decine di migliaia di operatori della scuola in un contesto economico difficile reso ancora più grave dalla crisi che ha investito anche il nostro Paese;
la citata circolare n. 37, che prevede una riduzione per la scuola superiore di circa 14.000 posti docente, non è stata diffusa contemporaneamente con i regolamenti di riordino di licei, tecnici e professionali (peraltro non ancora pubblicati in Gazzetta Ufficiale determinando uno stato di incertezza e confusione che ha accompagnato le iscrizioni alla scuola secondaria superiore) e - cosa ancor più grave - nemmeno trasmette il decreto interministeriale sugli organici; infatti, esso non è ancora stato emanato in via definitiva, con il rischio che si determini un contenzioso con i docenti in soprannumero i quali potrebbero impugnare l'atto davanti ai giudice del lavoro sostenendone l'illegittimità perché adottato in esecuzione di una circolare basata su un decreto interministeriale inesistente;
pertanto, per il prossimo anno scolastico, si potrebbe assistere all'assunzione di decisioni, ad avviso degli interpellanti, illegittime in materia di personale della scuola poiché assunte in un quadro normativo non perfezionato e che ripetono le gravi anomalie che hanno caratterizzato la riduzione degli organici portata a termine nell'anno scolastico 2009-2010. Infatti il decreto interministeriale sugli organici dei docenti per l'anno scolastico 2009-2010, non risulta ancora emanato così come dimostra la richiesta (datata 3 marzo 2009) di produzione dell'atto da parte del TAR del Lazio, alla quale non è ancora stato dato seguito. Tuttavia, sulla base del predetto decreto interministeriale ancor oggi, dopo quasi un anno, «inesistente» sono stati formulati, da parte di dirigenti della Amministrazione scolastica centrale e periferica, migliaia di decreti riguardanti gli organici regionali, provinciali e di istituto che hanno comportato la soppressione di oltre 42 mila posti di docente -:
se il Ministro interrogato intenda, in vista del prossimo anno scolastico, interrompere un siffatto metodo di governare i processi amministrativi relativi alla scuola che desta molti dubbi sul piano della legittimità;
se non ritenga opportuno attivarsi affinché il Governo riveda la politica dei tagli, alla luce dei danni gravissimi che essi stanno producendo sul funzionamento quotidiano e sulla qualità della scuola pubblica del nostro Paese.
(2-00705)
«Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, Bachelet, De Torre, Pes, Rossa, Siragusa, De Biasi, Levi, Lolli, Mazzarella, Nicolais, Picierno, Antonino Russo, Fioroni, Froner, Codurelli, Servodio, Mastromauro, Bordo, Motta, Pizzetti, Lenzi, Villecco Calipari, Ferrari, Capodicasa, Carella, Bobba, Losacco, Grassi, Samperi, Gianni Farina, Mariani, Castagnetti, Graziano, Ferranti, Madia, Oliverio, Sereni, Bellanova, Peluffo, Rosato, Bossa, Morassut».