DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/07/2011
DISCUSSIONE IL 05/07/2011
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 05/07/2011
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/07/2011
NON ACCOLTO IL 19/07/2011
PARERE GOVERNO IL 19/07/2011
DISCUSSIONE IL 19/07/2011
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/07/2011
IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 20/07/2011
PARERE GOVERNO IL 20/07/2011
DISCUSSIONE IL 20/07/2011
VOTATO PER PARTI IL 20/07/2011
IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 20/07/2011
CONCLUSO IL 20/07/2011
Atto Camera
Mozione 1-00679
presentata da
MAURO LIBE'
testo di
martedì 5 luglio 2011, seduta n.495
La Camera,
premesso che:
il 30 giugno 2011 il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge (n. 94 del 2011) che introduce disposizioni finalizzate alla risoluzione della nuova emergenza rifiuti in atto a Napoli e provincia;
si tratta dell'ennesimo intervento promosso negli ultimi anni per fronteggiare l'ormai intricata e ingovernabile gestione del ciclo della raccolta e smaltimento dei rifiuti nella città di Napoli, in particolare, e nella regione Campania, in generale;
allo stato attuale a Napoli e nella sua provincia sono presenti oltre 15 mila tonnellate di rifiuti e aumentano i roghi e le discariche abusive, lasciando le città campane interessate in un drammatico ed esasperante stato di emergenza che necessita di un intervento immediato;
sono più di 15 anni che il territorio campano, e Napoli in particolare, vive una sconcertante e insostenibile emergenza che non trova mai risoluzione definitiva e costituisce un pessimo esempio di cattiva amministrazione, oltre ad aver causato un gravissimo danno di immagine alla città di Napoli e all'Italia intera;
le gestioni commissariali che si sono succedute nel tempo (comprese le ultime varate dal Governo Berlusconi in carica, con l'affidamento dell'intera gestione della fase emergenziale, con poteri mai riscontrati nel passato all'ex Capo della Protezione civile Bertolaso, e il varo di un piano di costruzione di impiantistica con tecnologie moderne per sostenere il carico del ciclo dei rifiuti nell'intera regione), sebbene nell'immediatezza abbiano portato alcuni momentanei e provvisori risultati, nel complesso, invero, si sono rivelate totalmente fallimentari, portando oggi Napoli e la Campania ad una situazione socio-sanitaria allarmante;
con il decreto-legge n. 195 del 2009, il Governo Berlusconi fissava il termine della fase commissariale dell'emergenza al 31 dicembre 2009, riportando in seno alle amministrazioni locali e agli enti collegati preposti in materia la responsabilità della gestione dei rifiuti;
a distanza di quasi 2 anni oggi il problema non solo non ha trovato effetti risolutivi, ma si è, come dimostrano i fatti delle ultime settimane, ulteriormente aggravato;
il provvedimento emanato, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, tardivamente negli ultimi giorni (anche per le contraddizioni scoppiate in seno alla maggioranza che sostiene il Governo, in particolar per l'ostilità manifestata dalla Lega Nord ad un intervento sulla vicenda) rappresenta un nuovo tentativo non risolutivo della nuova fase emergenziale, al punto da essere criticato dallo stesso presidente della regione Campania e dalle amministrazioni locali interessate;
il grande piano di intervento promosso da Berlusconi, all'indomani della sua elezione nel 2008, propagandato come la soluzione di tutti i problemi legati alla questione dei rifiuti in Campania, prevedeva la costruzione di 5 impianti di termovalorizzazione, l'allargamento e l'individuazione di nuovi siti di conferimento e di trattamento dei rifiuti da utilizzare nella fase transitoria, l'incremento dei livelli di raccolta differenziata;
ad oggi a più di 3 anni dal lancio e a conferma del fallimento dell'iniziativa, il progetto ha visto soltanto la realizzazione di un impianto (quello di Acerra), peraltro funzionante in minima parte e per il quale il Governo aveva stanziato un finanziamento di più di 350 milioni di euro a favore dell'impresa affidataria, a valere sui fondi regionali per le aree sottoutilizzate, per accelerarne i tempi di completamento delle opere necessarie e consentirne la più celere possibile messa in funzione;
non sono sicuramente da meno le responsabilità in capo alle amministrazioni locali, di Napoli in particolare, che con la loro incapacità organizzativa e tecnico-amministrativa e talora anche come accertato con le connivenze con la criminalità organizzata fortemente interessata a lucrare e a inserirsi nel processo di gestione illecita dei rifiuti, hanno fortemente rallentato la risoluzione della problematica;
le dichiarazioni pronunciate in merito alla risoluzione dell'emergenza dal neo eletto sindaco della città di Napoli, De Magistris, destano perplessità, in quanto si ritiene che affidare la drammatica gestione del ciclo dei rifiuti della città esclusivamente ad un elevato regime di raccolta differenziata, escludendo totalmente il completamento della fase realizzativa degli impianti di termovalorizzazione, costituisca una miope e semplicistica visione della problematica;
la drammaticità dell'emergenza impone una presa di responsabilità netta e l'adozione di un piano comune nell'interesse della Campania, in un quadro in cui strumenti, mezzi, risorse, procedure, responsabilità, sanzioni e tempi siano chiari, condivisi e finalizzati principalmente al completamento dell'impiantistica, all'introduzione di un concreto e virtuoso sistema di raccolta differenziata e alla ricerca di nuovi siti di conferimento dei rifiuti e della messa in atto delle relative bonifiche nelle aree interessate, al fine di alleggerire i siti già esistenti e di sopportare il carico prodotto, evitando la frequente giacenza sulle strade di migliaia di tonnellate di cumuli di rifiuti, di evitare l'imbarazzante e ripetuta richiesta di «solidarietà» alle altre regioni (già, tra l'altro, per la maggior parte gravate da problemi di gestione interna) e di raggiungere in tempi più stretti possibili la fase dell'ordinarietà,
impegna il Governo:
a mettere in atto ulteriori misure straordinarie, anche di carattere finanziario, che si aggiungano a quelle recentemente disposte, finalizzate a rafforzare il sistema normativo in funzione del più celere e tempestivo superamento della fase emergenziale in atto a Napoli e in provincia;
a dare piena attuazione al piano di realizzazione degli impianti di termovalorizzazione in cantiere e al resto dell'impiantistica necessaria a consentire un corretto funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti prodotti e dello smaltimento delle ecoballe in attesa di essere eliminate;
ad assumere iniziative normative che permettano di conferire pieni poteri e responsabilità ai sindaci e alle amministrazioni locali nella scelta dell'allargamento o dell'individuazione di nuovi siti da adibire a discarica presso i quali conferire la grande mole di rifiuti prodotti giornalmente in Campania ed evitare così il frequente collasso del sistema;
a sviluppare insieme alle amministrazioni locali campagne e programmi di informazione sulla corretta e virtuosa gestione dei rifiuti e mettere in atto conseguentemente un reale e capillare sistema di raccolta differenziata, prevedendo anche lo strumento della raccolta «porta a porta»;
a valutare l'opportunità di prevedere un organo terzo di controllo, senza oneri aggiuntivi per lo Stato, che vigili sulla trasparenza, la legittimità e l'efficacia delle azioni intraprese nell'ambito della gestione del ciclo dei rifiuti della regione Campania.
(1-00679)
«Libè, Della Vedova, Lo Monte, Galletti, Nunzio Francesco Testa, Muro, Zinzi, Mondello, Dionisi, Ciccanti, Compagnon, Naro, Volontè, Commercio».