ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00250

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 226 del 05/10/2009
Abbinamenti
Atto 1/00244 abbinato in data 05/10/2009
Atto 1/00247 abbinato in data 05/10/2009
Atto 1/00249 abbinato in data 05/10/2009
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 05/10/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 05/10/2009
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 05/10/2009
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 05/10/2009
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 05/10/2009
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 05/10/2009
SCILIPOTI DOMENICO ITALIA DEI VALORI 05/10/2009


Stato iter:
13/10/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/10/2009
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 05/10/2009
Resoconto D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/10/2009
Resoconto BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 07/10/2009
Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/10/2009
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
Resoconto MANTINI PIERLUIGI UNIONE DI CENTRO
Resoconto DUSSIN LUCIANO LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/10/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/10/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 05/10/2009

DISCUSSIONE IL 07/10/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 07/10/2009

RITIRATO IL 13/10/2009

CONCLUSO IL 13/10/2009

Atto Camera

Mozione 1-00250
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
testo di
lunedì 5 ottobre 2009, seduta n.226

La Camera,
premesso che:
le conseguenze del terremoto che ha colpito la regione Abruzzo e, in particolare, la provincia dell'Aquila nel mese di aprile 2009, sono state, come è noto, pesantissime: 306 vittime, più di 1.500 feriti e oltre 63 mila abitanti rimasti privi della loro abitazione. Rilevantissimo è poi il patrimonio immobiliare pubblico e privato distrutto o seriamente compromesso nella sua stabilità e integrità ed ancora più profonda è la ferita al patrimonio culturale, artistico ed architettonico;
nella prima fase dell'emergenza è stato svolto un ottimo lavoro nel quale il servizio di protezione civile ha potuto fornire un esempio di buona organizzazione ed efficienza della macchina operativa inerente i primi soccorsi. Ora che i riflettori tendono a spegnersi sull'emergenza Abruzzo e si vedono più ombre che luci, è necessario ragionare sulla seconda fase, quella vera, quella della ricostruzione;
pochi giorni dopo il sisma, il Governo è intervenuto con un provvedimento di urgenza, il decreto-legge n. 39 del 2009 per interventi a favore dei territori e delle popolazioni colpite dal terremoto;
il Parlamento avrebbe potuto contribuire a dare certezze sul piano normativo, sia per quanto riguarda le modalità e i tempi degli interventi, sia per quanto riguarda le risorse messe a disposizione per la ricostruzione. Ma sostanzialmente, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, non gli è stato possibile. Il suddetto decreto-legge n. 39 del 2009, infatti, se si tralasciano poche, seppur importanti, modifiche (cercate e ottenute dall'opposizione), nella sua seconda lettura alla Camera dei deputati, è stato sostanzialmente «blindato» dal Governo e, in particolare, dal Ministro dell'economia e delle finanze, che ha ritenuto di demandare tutto a futuri provvedimenti governativi, scavalcando o relegando a un ruolo poco più che marginale, sempre ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, le amministrazioni locali coinvolte;
sarebbe stato, invece, quello parlamentare l'ambito istituzionale più adatto e opportuno per definire un provvedimento organico, capace di dare una risposta efficace alla popolazione abruzzese e di scongiurare il rischio grave di una ricostruzione poco trasparente e insufficiente e gestita dal Governo in modo autonomo ed eccessivamente centralizzato, attraverso lo strumento principale delle ordinanze;
si è scelto di non seguire l'esempio del terremoto di Umbria e Marche del 1997, che ha rappresentato indiscutibilmente un modello positivo nella gestione e che fin dall'inizio, nelle scelte per la ricostruzione, aveva visto sia il Parlamento che le istituzioni locali interessate svolgere un ruolo primario, con un modello di governance che ha dato risultati importanti. La gestione dell'emergenza post-terremoto in Umbria e Marche fu affidata subito ai presidenti delle regioni, con poteri commissariali esercitati d'intesa con il Governo. Questo Governo, in questa occasione, ha scelto, invece, di seguire tutt'altra strada, quella appunto della centralizzazione delle decisioni;
dopo sei mesi dal sisma vi sono ancora 30 mila persone in attesa di sistemazione, di cui circa 9 mila ancora in tenda. E anche se nel luglio 2009, il Presidente del Consiglio dei ministri dichiarava che «entro settembre nessuno abiterà più in una tenda» e che «le 500 chiese saranno ricostruite tutte», a tutt'oggi moltissimi cittadini continuano a vivere nelle tendopoli;
L'Aquila conta ancora 7 mila persone in tenda, 20 mila collocati sulla costa, e 12 mila cittadini in hotel. A Paganica si è riusciti a smontare solo 14 tende su 80. Allo stato attuale mancano abitazioni. Mancano, infatti, più case di quanto si era valutato al tempo delle prime ricognizioni sul fabbisogno abitativo. Anche se si sommano gli alloggi del piano «c.a.s.e.» (5.000 abitazioni), le casette in legno provvisorie («m.a.p.») e gli altri alloggi individuati tra caserme, appartamenti sfitti ed altro, rimangono ancora «scoperti» un gran numero di nuclei familiari;
tra l'altro, le stesse aree individuate per il progetto «c.a.s.e.» sono disseminate su tutto il territorio, senza alcuna logica urbanistica, se non quella della disponibilità immediata dell'area;
per quanto riguarda la situazione dei beni culturali lesionati dal terremoto, questa resta sostanzialmente quella del 6 aprile 2009. Sono stati stanziati finora solo fondi per circa 20 milioni di euro, necessari a evitare nuovi crolli. Ma è evidente che le necessità sono ben altre: la messa in sicurezza e il restauro dei monumenti dell'aquilano e del patrimonio storico, architettonico e artistico danneggiato dal sisma dell'aprile 2009 non costerà meno di tre miliardi di euro e dei 50 milioni annunciati dal Ministro Sandro Bondi sono stati deliberati solo i primi 2 milioni;
ancora oggi molte case e molti monumenti importanti non sono stati ancora puntellati, con il conseguente rischio di cedimenti con l'arrivo delle prime piogge e della neve. Vi sono circa 3 milioni di metri cubi da demolire e 1.500 puntellamenti da fare;
manca un'apposita ordinanza della protezione civile, elaborata d'intesa con i comuni interessati, per dettare le regole sulla ricostruzione dei centri storici;
il centro storico aquilano - come ha dichiarato il 6 settembre 2009 a Il Corriere della Sera il presidente della provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane - «è stato abbandonato. Mancano le risorse e anche gli uomini sul campo sono di meno rispetto ai primi tempi». In quest'area, gli edifici censiti nelle classi E (edificio inagibile) ed F (edificio inagibile per rischio esterno) sono rispettivamente 1.567 e 288, per un totale di 1.855. Se si considerano gli alloggi, anziché gli edifici, quelli inagibili nel centro storico ammontano a circa 2.800 unità. Il cuore della città dell'Aquila risulta inagibile al 78 per cento;
insomma, a sei mesi dal sisma, la situazione resta difficilissima. Anche sotto l'aspetto della ripresa delle attività produttive, i problemi rimangono tutti: si contano 16.500 lavoratori in cassa integrazione, 1.500 piccole e medie imprese della «zona rossa» ferme da aprile 2009, così come fermi sono gli oltre 100 ambulanti storici;
è di questi giorni l'allarme lanciato dal segretario della Filca-Cisl, Lucio Girinelli, e dal segretario regionale, Pietro Di Natale, sulle aziende edili abruzzesi lasciate sostanzialmente fuori dalla ricostruzione post-terremoto. Oggi, all'Aquila, nei cantieri del progetto «c.a.s.e.» e delle altre iniziative in corso - hanno sottolineato i due esponenti della Filca-Cisl - lavorano solo imprese provenienti da fuori regione, con qualche subappalto concesso a ditte abruzzesi, che operano con manodopera non locale e un numero troppo elevato di addetti di provenienza straniera;
da qui la necessità, nel rispetto della trasparenza e della concorrenza, di incrementare l'occupazione locale, cercando misure a sostegno dell'imprenditorialità, con incentivi e fiscalità di vantaggio, coinvolgendo nella ricostruzione del territorio le imprese abruzzesi, in particolare aquilane, che rappresentano un patrimonio importante di professionalità;
accanto a ciò si aggiunge l'emergenza università e il problema degli alloggi nella città dell'Aquila, per i numerosissimi studenti fuori sede. A tal fine il sindaco Massimo Cialente aveva chiesto al Governo 1.200 case mobili per gli studenti;
l'opera di ricostruzione impone, peraltro, un controllo e un indispensabile monitoraggio di tutte le procedure di assegnazione dei lavori di ricostruzione in Abruzzo, per il contrasto alla criminalità organizzata e alla sua infiltrazione nel contesto economico-istituzionale della regione. A tal fine è fondamentale il controllo sul territorio e il coinvolgimento delle imprese locali;
il 16 aprile 2009, poco dopo quindi il sisma in Abruzzo, lo stesso procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso aveva invitato tutti a tenere alta l'attenzione e a vigilare su possibili infiltrazioni mafiose negli appalti legati alla ricostruzione delle zone terremotate, dichiarando: «serve una lista di grandi aziende pulite che dovranno avere il ruolo di organizzatori di quanto c'è da fare per la ricostruzione delle zone terremotate»;
peraltro, in Abruzzo si sono registrate già da diverso tempo presenze mafiose che impongono un controllo capillare sui rischi concreti di infiltrazione della criminalità organizzata nel circuito della ricostruzione. Come riportato dal quotidiano la Repubblica del 31 agosto 2009, in questa fase di ricostruzione dell'Abruzzo, è iniziato il «balletto» per la «compravendita» dei certificati antimafia, indispensabili alle ditte interessate a partecipare alla medesima ricostruzione. Si parla di numerose società piccole e grandi coinvolte o sfiorate in investigazioni antimafia e tutte in attesa per ottenere un appalto o un subappalto. Sono emersi casi, come quello relativo ad un'impresa di Gela priva dei requisiti antimafia rilasciati dalla prefettura di Caltanissetta, che risulta invece già lavorare in alcuni subappalti in Abruzzo;
così come andrà attentamente monitorato il corretto stoccaggio delle macerie e, in particolare, dell'amianto, vigilando sul loro corretto smaltimento e sui costi;
il decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 3 agosto 2009, n. 102, ha stabilito le modalità di recupero dei versamenti fiscali e contributivi sospesi a seguito del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009. Si ricorda che i tributi e i relativi versamenti erano stati sospesi fino al 30 novembre 2009, secondo quanto disposto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3780 del 2009. Con altra ordinanza, era stato inoltre sospeso, relativamente ai datori di lavoro ed ai lavoratori autonomi operanti alla data dell'evento sismico nei comuni interessati, il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali, nonché dei premi per l'assicurazione contro gli infortuni e le malattie. Il suddetto decreto-legge n. 78 del 2009, all'articolo 25, ha disposto che sia i versamenti fiscali che quelli contributivi siano effettuati a decorrere dal gennaio 2010, in 24 rate mensili;
va sottolineato che simili disposizioni sul recupero dei versamenti fiscali e contributivi hanno riguardato altri eventi sismici, quali quelli delle regioni Marche ed Umbria del 1997 e quelli del Molise del 2002. In entrambi questi casi, si è definita la posizione dei soggetti che hanno beneficiato delle suddette sospensioni, mediante la corresponsione del 40 per cento dell'ammontare dovuto (al netto dei versamenti già eseguiti), in 120 rate mensili,
impegna il Governo
ad assumere le necessarie iniziative, anche normative, volte a:
a) incrementare i fondi e le risorse necessarie per il post-terremoto, allineandole con le reali esigenze, finalizzando a tal fine anche una quota parte delle risorse provenienti dal gettito derivante dall'attuazione dell'articolo 13-bis del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 3 agosto 2009, n. 102, destinandole con particolare riferimento alle finalità di cui ai successivi capoversi;
b) prorogare almeno al giugno 2010 il recupero dei versamenti fiscali e contributivi, attualmente sospesi con le ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri, prevedendo, altresì, l'equiparazione e le medesime modalità di rimborso previste per gli eventi sismici avvenuti nelle regioni Marche ed Umbria del 1997 e quelli nelle province di Campobasso e Foggia del 2002;
c) differire i termini previsti dall'articolo 5, comma 4, del decreto-legge n. 39 del 2009, che ha disposto - al fine di aiutare le popolazioni colpite dal sisma - la sospensione del pagamento delle rate di adempimenti contrattuali, compresi quindi mutui e prestiti;
d) prevedere la proroga dell'indennizzo previsto dall'articolo 8, comma 1, lettera b), del decreto-legge n. 39 del 2009, in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, dei titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi, dei titolari di attività di impresa e professionali, che hanno dovuto sospendere l'attività a causa del sisma, che l'ordinanza n. 3763 ha previsto venisse erogato per soli tre mesi;
e) incrementare le risorse a favore delle zone franche urbane come individuate dal decreto-legge n. 39 del 2009;
f) prevedere la possibilità per le spese sostenute prima della data del 6 aprile 2009 dai contribuenti residenti nei comuni della provincia dell'Aquila e negli altri comuni della regione Abruzzo colpiti dagli eventi sismici, che hanno già avviato interventi di recupero del patrimonio edilizio oppure di riqualificazione energetica degli edifici, usufruendo così delle detrazioni previste rispettivamente del 36 per cento e del 55 per cento, di poter usufruire delle suddette detrazioni dall'imposta lorda in un'unica quota o in più quote annuali, a scelta degli interessati, fino al raggiungimento dei valori massimi consentiti;
g) valutare l'opportunità di considerare come abitazione principale, e quindi destinataria del diritto al 100 per cento del rimborso per i danni subiti, «quella nella quale la persona fisica, che la possiede a titolo di proprietà o altro diritto reale, o i suoi familiari dimorano abitualmente», così come previsto dall'articolo 10, comma 3-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986 (testo unico delle imposte sui redditi) e come peraltro ribadito dall'articolo 43 del codice civile;
h) escludere dalle procedure di assegnazione dei lavori di ricostruzione, sia per gli appalti che i subappalti, le imprese che hanno partecipato alla realizzazione di nuovi edifici che non hanno retto all'evento sismico e sulle quali gravano pesanti sospetti, sui quali la magistratura sta indagando o dovrà indagare;
i) prevedere, ai fini della trasparenza e della conoscibilità degli atti, delle procedure e delle decisioni adottate, la pubblicità, anche tramite i siti internet della protezione civile, nonché, d'intesa con gli enti locali interessati, della regione e della provincia dell'Aquila, l'elenco dei fornitori, comprensivo dell'oggetto della fornitura e del relativo importo, lo stato delle somme erogate e dei relativi beneficiari, gli interventi programmati, gli avvisi, lo stato di realizzazione delle opere, nonché tutta la normativa nazionale, regionale, provinciale e comunale, afferente gli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo a partire dal 6 aprile 2009;
l) relativamente all'emergenza università, affrontare il problema degli alloggi nella città dell'Aquila, anche in considerazione dei numerosissimi studenti fuori sede, valutando la possibilità di utilizzare da subito per gli alloggi per studenti i diversi milioni di euro bloccati dal Cipe per la casa dello studente;
m) favorire, per quanto di competenza, assumendo gli opportuni contatti con gli organi direttivi dell'università, il superamento delle difficoltà cui possano essere esposti gli studenti dell'università dell'Aquila (ad esempio, attraverso l'eliminazione delle firme di presenza per le ore di lezioni relative al secondo semestre dell'anno accademico, l'abbuono delle ore di frequenza e di tirocinio previste e i corrispettivi crediti, l'intensificazione degli appelli d'esame al fine di consentire agli studenti di poter recuperare le sessioni d'esame eventualmente perse nei mesi da giugno a dicembre 2009 e altre), stante le difficoltà per l'avvio dell'anno accademico.
(1-00250)
«Di Stanislao, Di Pietro, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Piffari, Scilipoti».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

abitazione

Abruzzo

aggiudicazione d'appalto

amministrazione locale

lotta contro la criminalita'

patrimonio architettonico

rimborso

sisma

studente

universita'

zona sinistrata