Atto Camera
Mozione 1-00040
presentata da
CARMELO LO MONTE
testo di
martedì 23 settembre 2008, seduta n.053
La Camera,
premesso che:
nel documento di programmazione economico-finanziaria il Governo aveva precisato che le previsioni economiche per il 2008 dovevano essere riviste al ribasso in misura consistente rispetto a quelle formulate nel documento di programmazione economico-finanziaria del 2007, in conseguenza dell'evoluzione dello scenario internazionale;
in questo scenario è estremamente preoccupante il permanere del divario di sviluppo territoriale tra le aree del Paese (nel 2007 crescita del prodotto interno lordo pari all'1,6 per cento nel Centro-Nord ed allo 0,9 per cento nel Mezzogiorno) che penalizza fortemente il Mezzogiorno, a testimonianza della necessità di dotare il Sud dell'Italia di un sistema di infrastrutture e di servizi che consenta allo stesso di «competere» ad armi pari con il resto del Paese, al fine di non rendere vani gli sforzi prodotti in tal senso dalle popolazioni locali, dagli imprenditori, dai giovani e dagli enti locali, tesi a rendere autonoma e competitiva l'economia locale;
l'aumento dell'inflazione sta riducendo drasticamente il potere di acquisto delle famiglie italiane: in modo particolare tale fenomeno investe le famiglie numerose e le popolazioni del Mezzogiorno da sempre afflitte da maggiori tassi di disoccupazione e lavoro precario, soprattutto femminile;
la criticità della situazione economica pesa in maggiore misura sui pensionati al minimo e sulle famiglie che vedono la presenza nel proprio nucleo familiare di anziani e portatori di handicap non autosufficienti;
quanto alle politiche del Governo per ridurre il divario territoriale, secondo il rapporto Svimez, presentato di recente, nel 2008 il prodotto interno lordo del Mezzogiorno è cresciuto dello 0,8 per cento, a fronte di una crescita media dell'Italia dell'1,2 per cento; se si esclude il 2007, erano sette anni che la dinamica di crescita del Mezzogiorno non era inferiore a quella del resto del Paese; il divario di prodotto per abitante si mantiene superiore ai quaranta punti percentuali, cui corrisponde in termini monetari una differenza di oltre 10.000 euro: l'incremento del divario Nord-Sud verificatosi nel 2007, sebbene di solo due decimi di punto, un fatto che non si registrava dalla metà degli anni '90;
a determinare tale differenza, secondo la Svimez, è una più accentuata riduzione della spesa pubblica nelle regioni meridionali (questa si è ridotta, nel 2007, a meno di un terzo rispetto al 2006) e si unisce al deciso rallentamento della spesa delle famiglie meridionali, che hanno dovuto ridurre quella per consumi primari e non durevoli;
sul mercato del lavoro, il Mezzogiorno, dopo aver creato, nel corso del triennio 2003-2006 di espansione dell'occupazione, ben 478 mila posti di lavoro aggiuntivi, nell'ultimo biennio manifesta perfino difficoltà a mantenere lo stock di occupazione creato nel periodo precedente: tra il 2006 e il 2008 gli occupati a tempo indeterminato sono calati di oltre 56 mila unità e questo nonostante il positivo andamento della produttività dell'area;
le imprese del Meridione, soprattutto nei settori del manifatturiero tradizionale, vivono un momento difficile, ulteriormente aggravato da problemi di natura strutturale, con evidente perdita di competitività;
incentivare le politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e il sostegno alle famiglie rappresenta, conseguentemente, un'opportunità di progresso economico per l'intero Paese, non solo perché il Sud possiede le maggiori potenzialità di crescita produttiva, spazi fisici ed economici, le risorse materiali e immateriali, ma anche perché ha le più importati potenzialità per accrescere il livello di competitività di tutta l'Italia;
il Governo nei primi «cento giorni» si è impegnato sul fronte del risanamento e della riduzione della spesa corrente, puntando al rilancio del Paese ed ad una sua maggiore competitività;
permane a tutt'oggi la necessità di definire, in particolare per il Mezzogiorno, un piano più articolato per il rilancio della politica delle infrastrutture, unica garanzia di ripresa e di rilancio economico,
impegna il Governo:
a promuovere una maggiore coesione ed equità sociale finalizzata a favorire un modello di sviluppo economico, con politiche di sostegno delle retribuzioni e delle pensioni, che coinvolga l'intero Paese e, in particolare, a sostenere le aree più svantaggiate, con la necessaria attenzione, stante l'attuale divario economico, nei riguardi del Mezzogiorno;
ad avviare, entro la fine del 2008, un confronto con le parti sociali finalizzato, compatibilmente con la ripresa economica e delle risorse da essa derivanti, a determinare aumenti retributivi atti a contrastare il crescente aumento del costo della vita;
ad avviare politiche di sostegno per le famiglie che vedono la presenza al proprio interno di anziani e portatori di handicap non autosufficienti e a prevedere un percorso che porti ad un adeguamento congruo, rispetto all'aumento del costo della vita, dei trattamenti pensionistici, a partire dalle pensioni minime;
a porre in essere, per quanto riguarda il Mezzogiorno, valutati i profili di compatibilità con la disciplina dell'Unione europea, la fiscalità di vantaggio per promuovere l'insediamento di imprese operanti nel Mezzogiorno, al fine di favorire il tessuto produttivo meridionale, unica garanzia concreta per lo sviluppo economico e dunque per il sostegno e l'incremento dell'occupazione al Sud;
ad incrementare ulteriormente politiche a favore delle famiglie, soprattutto numerose, che, stante il livello di inflazione e l'inadeguatezza dei salari, rischiano di vedere ulteriormente peggiorate le loro condizioni di vita, con particolare riferimento al Mezzogiorno, dove disoccupazione e lavoro precario rendono più difficile sostenere gli attuali aumenti dei prezzi, anche attraverso un più forte articolato controllo dei prezzi al consumo.
(1-00040)
«Lo Monte, Belcastro, Commercio, Iannaccone, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli, Brugger».