CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 4 dicembre 2012
748.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 155

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 4 dicembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del presidente Silvano MOFFA.

  La seduta comincia alle 9.40.

Nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia» e di quelli da essi derivanti o loro sinonimi.
C. 5584, approvato dal Senato.

(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Donella MATTESINI (PD), relatore, fa notare che la XI Commissione deve esprimere il parere, per quanto di competenza, sulla proposta di legge n. 5584, recante nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini «cuoio», «pelle», «pelliccia» e di quelli da essi derivanti o loro sinonimi: il provvedimento in titolo, già approvato dal Senato in un testo composto da cinque articoli, ha l'obiettivo di aggiornare la legge, risalente ormai al 1966, relativa al settore della lavorazione dei citati prodotti, al fine di tutelare l'industria nazionale conciaria, che rappresenta un'eccellenza del tessuto produttivo italiano; il testo, peraltro, si propone anche di proteggere al meglio i diritti dei consumatori. Ricorda, infatti, che l'Italia ha una lunga tradizione in campo manifatturiero e artigianale, come dimostrano le numerose imprese di successo che sono presenti sul mercato internazionale: si tratta, a suo avviso, di un successo legato anche alla qualità di un prodotto in cui Pag. 156l'intervento umano è determinante. Fa presente, pertanto, che è anche questo il motivo per il quale nel provvedimento si dà il giusto rilievo all'aspetto del lavoro, sia sotto il profilo geografico sia sotto quello sanitario, posto che non pochi sono stati i casi di produzioni, provenienti dall'estero, originate da processi produttivi che non tenevano nella debita considerazione la salute del lavoratore.
  Valutate, dunque, in termini positivi le finalità del provvedimento, segnala altresì che la X Commissione, competente in sede referente, ha rappresentato l'esigenza di assicurare una rapida conclusione dell’iter, tenuto conto del consenso unanime registratosi tra i gruppi, che potrebbe far maturare le condizioni per il suo trasferimento alla sede legislativa. Quanto al contenuto del provvedimento, fa poi presente che il progetto di legge in esame – al quale la Commissione di merito non ha apportato modifiche rispetto al testo approvato dal Senato – abroga le relative disposizioni presenti nella legge n. 1112 del 1966, ad oggi vigenti in materia, prevedendo una nuova definizione dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia», che vengono riservati soltanto a prodotti ottenuti da un certo tipo di lavorazione di spoglie di animali; oltre a dettare un divieto assoluto di mettere in commercio – con tali termini – prodotti diversi da quelli indicati, il progetto di legge prevede anche una forma di etichettatura dei prodotti ottenuti da lavorazioni in Paesi esteri, che utilizzano tali termini, con l'indicazione dello Stato di provenienza, introducendo anche sanzioni amministrative da 10.000 a 50.000 euro per chiunque violi le disposizioni di cui alla legge medesima.
  Per quanto concerne le norme di più diretto interesse della Commissione, segnala l'articolo 2, che prevede, ai commi 1 e 2, l'obbligo del rispetto delle vigenti disposizioni a tutela della salute dei consumatori, dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente, con specifico riferimento ai prodotti ottenuti dalla lavorazione delle pelli da parte di imprese specializzate, secondo determinati modelli di lavorazione opportunamente certificati da enti all'uopo accreditati. Osserva, altresì, che il comma 3 del medesimo articolo offre la possibilità alle associazioni di consumatori, di produttori e di lavoratori, maggiormente rappresentative a livello nazionale, di riunirsi in consorzi, allo scopo di garantire l'origine geografica, la natura e la qualità dei prodotti.
  In conclusione, preso atto del contenuto del progetto di legge e dei profili di competenza della XI Commissione, propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Maria Grazia GATTI (PD), nel condividere le considerazioni svolte dal relatore, evidenzia come, ai fini di una crescita del settore, non vi sia solo la necessità di tracciare i prodotti provenienti dall'estero mediante un sistema di etichettatura, ma anche la più generale esigenza di regolare e certificare i processi interni di lavorazione dei materiali, attraverso una disciplina omogenea che valorizzi in pieno le produzioni di eccellenza di alcuni territori, tra cui cita quelli presenti in Toscana e, in particolare, nelle cosiddette «zone del cuoio» dei comprensori di Pisa e Valdarno. Concordando, pertanto, con l'esigenza di concludere quanto prima l’iter di un provvedimento lungamente atteso dagli operatori del settore, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia.
C. 5569 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla IV Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Pag. 157

  Teresa BELLANOVA (PD), relatore, fa presente che la XI Commissione è chiamata a esprimere il parere, per quanto di competenza, sul disegno di legge n. 5569, recante delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. Si tratta, a suo avviso, di un provvedimento di indubbia rilevanza – già approvato dal Senato a seguito di un lungo ed articolato iter, che ha condotto a incisivi e profondi interventi di modifica del testo – che conferisce al Governo una delega legislativa per il complessivo riordino dello strumento militare, con significative implicazioni sia sulla dotazione strumentale sia su quella organica del personale militare e civile preposto al medesimo settore: presso la IV Commissione (Difesa) della Camera, competente in sede referente, non sono stati approvati emendamenti, per cui il parere è richiesto dalla Commissione di merito sul medesimo testo trasmesso dal Senato. Fa notare, in proposito, che il provvedimento in esame si colloca nel solco delle riforme che il Parlamento, conferendo apposite deleghe al Governo, ha già approvato negli ultimi decenni, dalla ristrutturazione dei vertici militari, all'introduzione del servizio militare femminile, alla professionalizzazione delle Forze armate: proseguendo un cammino teso a riconfigurare nel suo complesso l'organizzazione della difesa (pur in un contesto di congiuntura economica sfavorevole), il testo si ripropone, pertanto, di avviare una profonda revisione dello strumento militare, al fine di produrre quelle necessarie innovazioni, anche di natura strutturale, idonee a rendere la spesa in questo settore più utile a garantire non solo difesa e sicurezza al Paese, ma anche sviluppo e crescita qualitativa. Fa presente, infatti, che il provvedimento in esame – pur presentando taluni elementi di criticità e di perplessità – può comunque rappresentare una positiva occasione per rivedere quella recente politica per il «comparto difesa», basata esclusivamente su tagli lineari che, senza alcuna azione di riqualificazione e razionalizzazione della spesa, non hanno nemmeno garantito risparmi effettivi, incidendo invece sensibilmente sull'efficienza e sulla capacità operativa delle Forze Armate: per tali motivi, ritiene che la posizione di responsabile collaborazione, che il Parlamento ha assunto rispetto all'azione del nuovo Governo, non possa prescindere dalla necessità di operare una riforma dello strumento militare nella consapevolezza che la congiuntura economica in atto non consentirà presumibilmente di incrementare il bilancio della Difesa, imponendo una riallocazione delle risorse, in coerenza con un indirizzo di politica economica ispirato ai principi del rigore, della crescita e dell'equità. Oltre alla razionalizzazione delle risorse, fa presente, peraltro, che il provvedimento in esame prefigura anche un'ampia ridefinizione dell'attuale assetto organizzativo – ivi compresa l'Arma dei carabinieri, limitatamente ai compiti militari – con l'obiettivo dichiarato di assicurare che lo strumento militare sia dimensionato in modo coerente con le risorse disponibili e che sia rispondente ai livelli qualitativi e operativi più elevati, nella prospettiva di una politica di difesa comune europea: in relazione a tale aspetto, con riguardo ai settori formativi comuni, ai fini dell'addestramento del personale militare e civile del Ministero della difesa, il provvedimento prevede che dovranno essere realizzate sinergie delle capacità didattiche in un'ottica interforze ovvero di contenimento dei costi.
  Per quanto concerne le norme di più diretto interesse della Commissione, segnala la parte del provvedimento (articolo 3) che, definendo i principi della delega di cui all'articolo 1, comma 1, lettere b) e c), prevede la riduzione delle dotazioni organiche del personale militare a 150.000 unità, nonché del personale civile del Ministero della difesa a 20.000 unità, da conseguire entro l'anno 2024, salvo proroghe.
  Rileva in particolare che, quanto al personale militare dirigente, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, sono fissati i limiti di organico, di 310 unità per gli ufficiali generali e ammiragli, da attuare in un arco temporale massimo di sei anni, e di 1.566 unità di colonnelli e Pag. 158capitani di vascello, da attuare in massimo dieci anni. Evidenzia, quindi, che per realizzare la riduzione del personale militare, il provvedimento affida ai decreti delegati la disciplina di diversi istituti che dovrebbero consentire un «esodo» non traumatico del personale, quali la possibilità di transito nelle aree funzionali del personale civile del Ministero della difesa o di altre amministrazioni (con corresponsione della differenza di trattamento economico), l'estensione delle riserve di posti nei concorsi per le assunzioni presso le amministrazioni pubbliche, le aziende speciali e le istituzioni degli enti locali, la revisione delle misure di agevolazione per il reinserimento nel mondo del lavoro dei volontari delle Forze armate congedati (prevedendo sia la partecipazione a corsi di formazione o di apprendistato, sia forme temporanee di sostegno al reddito), il riconoscimento ai volontari di truppa congedati dei titoli e requisiti minimi professionali e di formazione al fine di destinarli allo svolgimento di altre funzioni nell'ambito civile, l'estensione dell'istituto dell'aspettativa per riduzione di quadri. Rende noto, inoltre, che si prevedono forme di esenzione dal servizio, da disporre a domanda dell'interessato e previa valutazione da parte dell'amministrazione delle proprie esigenze funzionali, per consentire il transito presso altre pubbliche amministrazioni del personale militare in servizio permanente, prevedendosi a tal fine anche un piano di programmazione triennale scorrevole, correlato alle misure di riorganizzazione di strutture e funzioni, nonché di ruoli e profili, che sia informato prioritariamente al consenso degli interessati. Segnala, quindi, che altri criteri di delega riferiti al personale militare riguardano la revisione della disciplina concernete i ruoli e i profili di impiego, nonché il reclutamento, la formazione, lo stato giuridico e l'avanzamento del personale militare. Osserva, altresì, che al Senato è stato introdotto uno specifico principio di delega per introdurre misure di assistenza in favore delle famiglie dei militari, prioritariamente di quelli impegnati nelle missioni internazionali, nonché per favorire l'assegnazione in sedi limitrofe di coniugi entrambi dipendenti della Difesa.
  Con riferimento al personale civile, fa notare che la riduzione delle dotazioni organiche potrà avvenire anche con altri meccanismi, quali agevolazioni della mobilità interna, trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ricorso a forme di lavoro a distanza, trasferimenti presso altre pubbliche amministrazioni. Giudica importante, inoltre, notare che la delega dovrà comunque uniformarsi a principi e criteri direttivi volti all'adozione di piani di miglioramento individuale della professionalità, alla garanzia della continuità e dell'efficienza dell'azione amministrativa, nonché della funzionalità operativa delle strutture, anche attraverso la previsione, in via transitoria, fino al 31 dicembre 2024, di riserve di posti nei concorsi banditi per l'accesso alla qualifica di dirigente di seconda fascia e per la copertura dei posti di funzione dirigenziale generale. Infine, sempre con riguardo al personale civile, rileva che la delega consente, fermi restando i requisiti di accesso al beneficio previsti dalla legislazione vigente, interventi normativi volti a semplificare le procedure delle cause di servizio.
  Rispetto al complesso degli interventi proposti dal provvedimento, ritiene opportuno segnalare tre questioni di carattere generale, che rivestono una particolare importanza con riferimento alle materie di più stretta competenza della XI Commissione.
  In primo luogo, segnala che la prevista introduzione di strumenti di gestione del personale (transiti tra amministrazioni, riserve di posti nei concorsi, riconoscimento di titoli da far valere per il passaggio all'ambito civile, e simili), finalizzati allo smaltimento degli esuberi in vista della riduzione degli organici, pone anzitutto il problema di verificare la coerenza di tali strumenti con le norme che regolano l'accesso lavorativo dei cittadini alle pubbliche amministrazioni e con la disciplina generale che sovrintende al pubblico impiego; in particolare, occorre – a suo avviso – Pag. 159valutare l'impatto effettivo di tali strumenti, che vengono configurati dal testo con carattere derogatorio rispetto alla legislazione vigente in tema di turn over e di criteri assunzionali nella Pubblica Amministrazione.
  Analizzando, inoltre, la questione sotto il profilo della sensibile contrazione dei reclutamenti annuali con cui si dovrà ottenere la prevista riduzione delle dotazioni organiche del personale militare, evidenzia il rischio di creare forti situazioni di disagio occupazionale per un settore che, di norma, dopo la sospensione della leva obbligatoria, ha rappresentato la più significativa occasione di lavoro per giovani altamente qualificati e impegnati per la difesa e la sicurezza del Paese.
  Infine, ritiene che si ponga un problema di rapporti giuridici tra taluni principi di delega (che, in qualche misura, sembrano prefigurare anche forme di «esodo» di tipo pensionistico) e il regolamento di armonizzazione del regime previdenziale del personale militare rispetto alla cosiddetta «riforma Fornero», già adottato dal Consiglio dei ministri ma non ancora trasmesso alle Camere per il prescritto parere. Al riguardo, infatti, segnala come la fase attuativa della delega di cui al disegno di legge in esame non potrà non tenere conto degli effetti che saranno prodotti dal citato regolamento, tra cui il previsto innalzamento dell'età pensionabile e l'introduzione di penalizzazioni per il pensionamento anticipato, che potrebbero influire in misura considerevole su un eventuale piano di smaltimento degli esuberi attraverso la «leva previdenziale».
  Alla luce delle richiamate motivazioni, reputa importante che la Camera – nell'approvare definitivamente il provvedimento in esame, che riveste comunque un'importanza strategica per l'intero settore – richieda al Governo di farsi carico di non procedere all'adozione dei relativi decreti delegati se non dopo una approfondita valutazione degli effetti complessivi della riforma e, per quanto concerne la materia pensionistica, dopo avere verificato la coerenza dell'intervento normativo rispetto all'impianto che emergerà dal richiamato regolamento di armonizzazione previdenziale. A tal fine, peraltro, prospetta anche l'opportunità che l'attuazione della delega non intervenga nel periodo di scioglimento delle Camere, al fine di consentire alle competenti Commissioni – vista la delicatezza delle decisioni che il Governo dovrà assumere sulla materia – di esprimere un parere parlamentare consapevole ed effettivo.
  Per le ragioni esposte, presenta una proposta di parere favorevole con condizione e osservazioni sul disegno di legge in esame (vedi allegato 1).

  Donella MATTESINI (PD) valuta positivamente l'intervento introduttivo svolto dal relatore, ritenendo opportuno approfondire la questione dell'uniformità delle regole di accesso alla Pubblica Amministrazione, meritevole, a suo avviso, di essere sottolineata con maggiore forza anche nella proposta di parere. In proposito, dopo avere ricordato che sulla materia il Governo ha adottato orientamenti che vanno nella direzione di una messa in discussione del posto di lavoro dei pubblici dipendenti, attraverso interventi che, a seguito di un percorso di mobilità, prevedono addirittura il licenziamento del lavoratore, giudica ancora più inaccettabile – considerati i richiamati interventi – introdurre, con il provvedimento in esame, deroghe così penetranti in favore del personale militare rispetto alla legislazione vigente in materia di rapporti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Fatto notare che, proprio sull'argomento dei prospettati esuberi dei pubblici dipendenti, è previsto lo svolgimento in Commissione di audizioni importanti, non soltanto del Ministro Patroni Griffi, ma anche delle parti sindacali, auspica quindi che non si arrivi a soluzioni normative che pregiudichino l'efficienza della Pubblica Amministrazione. Per tali ragioni, ritiene che il suo orientamento sul disegno di legge approvato dal Senato non possa che essere l'astensione dal voto, salvo che il relatore, in vista di un miglioramento del testo, non accetti di trasformare in condizione anche l'osservazione recata dalla proposta di parere Pag. 160alla lettera a), rendendo maggiormente stringente il richiamo a valutare l'impatto del provvedimento sulle regole dell'accesso alle amministrazioni pubbliche.

  Silvano MOFFA, presidente, alla luce dell'intervento appena svolto, invita il relatore a valutare concretamente il suggerimento di trasformare in condizione quanto è al momento contenuto nella prima osservazione della sua proposta di parere favorevole, in tal modo rafforzando l'esigenza di evitare inopportune deroghe alla normativa vigente in materia di accesso e mobilità nella Pubblica Amministrazione.

  Giuliano CAZZOLA (PdL) ritiene che, in materia di pubblico impiego, siano emerse di recente tendenze contraddittorie nell'azione del Governo: da un lato, infatti, l'Esecutivo ha promosso l'individuazione di percorsi di esubero del personale pubblico, mentre dall'altro sembra propendere per soluzioni del tutto opposte in tema di uscita dal lavoro e collocamento in quiescenza, avendo adottato uno schema di regolamento – la cui procedura di approvazione è in corso di perfezionamento – che prevede il complessivo innalzamento dei requisiti anagrafici per il comparto difesa e sicurezza. Ritiene opportuno, pertanto, prevedere un maggiore coordinamento normativo su tali questioni, facendo notare che analoghe esigenze di armonizzazione appaiono sussistere anche in materia di validità dell'efficacia delle graduatorie dei pubblici concorsi (tema sul quale la XI Commissione ha da tempo «licenziato» per l'Assemblea una importante proposta di legge) e di stabilizzazione dei lavoratori precari, argomenti sui quali sono state prospettate – dai diversi soggetti competenti, inclusa la stessa Commissione – misure potenzialmente in conflitto con le disposizioni recate dal provvedimento in titolo, che sostanzialmente prevede di collocare parte del personale militare presso altre amministrazioni pubbliche, peraltro secondo modalità che introducono arbitrarie differenziazioni tra i diversi Corpi. Alla luce di tali considerazioni e valutate positivamente le considerazioni del relatore, volte proprio a porre l'accento su questi delicati aspetti, preannuncia, quindi, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata.

  Giovanni PALADINI (Misto-DL), associandosi alle considerazioni svolte nel dibattito, ritiene che l'auspicato intervento di riforma dello strumento militare avrebbe dovuto essere intrapreso con altre modalità, più rispettose della vigente legislazione in materia di pubblico impiego. Fa notare che il Governo, al contrario, ha agito in modo approssimativo e disorganico, senza preoccuparsi di affrontare preventivamente talune altre importanti questioni, riguardanti, in particolare, sia il riordino delle carriere del personale già impiegato presso le Forze Armate e la regolamentazione delle relative dotazioni organiche, sia la problematica dell'ingresso nella Pubblica Amministrazione dei tanti vincitori di concorso da tempo in attesa di un'assunzione, penalizzati dal blocco del turn over imposto dai più recenti provvedimenti economici. Fa notare, quindi, che la mancata armonizzazione delle misure recate dal provvedimento in esame con le esigenze da lui ora prospettate (in ordine alle quali pendono in Parlamento importanti proposte di legge) rendono l'intervento in esame inadeguato e irrazionale, complicando ulteriormente la situazione del personale impiegato nel settore. Auspica, in conclusione che il relatore possa sottolineare con forza tali elementi di criticità nella sua proposta di parere, che andrebbe riformulata in vista di un complessivo miglioramento del testo.

  Amalia SCHIRRU (PD) ritiene anzitutto importante modificare lo strumento militare, al fine di risolvere talune note problematiche del settore, relative, in particolare, alla determinazione degli organici, alla formazione del personale e alla trasparenza delle gestioni finanziarie. Giudica soprattutto essenziale una ristrutturazione dell'organizzazione militare, che conduca a un riequilibrio tra i ruoli apicali Pag. 161delle diverse aree, nell'ottica di un riallineamento delle funzioni, caratterizzato da una maggiore eguaglianza tra i lavoratori. Associandosi alle considerazioni svolte dal relatore, ritiene opportuno scongiurare il rischio dell'introduzione di deroghe alla normativa in materia di accesso alla Pubblica Amministrazione, facendo notare come la questione degli esuberi, piuttosto che lo svolgimento di concorsi esterni, sembrerebbe richiedere l'applicazione di strumenti già previsti dall'ordinamento, come la mobilità interna, eventualmente coadiuvata da percorsi di formazione specifica, che agevolino il passaggio da un'amministrazione all'altra. In conclusione, reputando che la proposta di parere con condizione e osservazioni formulata dal relatore miri ad evidenziare anche tali aspetti, preannuncia su di essa il voto favorevole del suo gruppo.

  Teresa BELLANOVA (PD), relatore, ritenendo di poter condividere lo spirito dei suggerimenti emersi dal dibattito appena conclusosi, presenta una nuova versione della sua proposta di parere (vedi allegato 2), con la quale l'osservazione di cui alla lettera a) della proposta originariamente predisposta viene trasferita nell'ambito delle condizioni.

  La Commissione approva, quindi, la nuova versione della proposta di parere favorevole con condizioni e osservazione, testé formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 10.15.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 4 dicembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Luigi BOBBA indi del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 14.05.

Proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL).
Nomina n. 162.

(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame della proposta di nomina in titolo, rinviato da ultimo nella seduta del 28 novembre 2012.

  Luigi BOBBA, presidente, ricorda che nella precedente seduta la Commissione non è stata in numero legale per deliberare. Comunica, pertanto, che si procederà immediatamente a una nuova votazione sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore in ordine alla proposta di nomina in esame, avvertendo che – essendo la Commissione chiamata esclusivamente a ripetere la votazione dopo la mancanza del numero legale – in questa fase non saranno ammessi nuovi interventi per dichiarazione di voto.
  Indìce, quindi, la votazione sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole del relatore.

  Silvano MOFFA, presidente, comunica il risultato della votazione sulla proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL).
  Presenti  26  
  Votanti  25  
  Astenuti  1   
  Maggioranza  13   
  Hanno votato si  17  
  Hanno votato no  8  
(La Commissione approva).
  Hanno preso parte alla votazione i deputati:
   Bellanova, Bobba, Boccuzzi, Bonino, Cazzola, Codurelli, Damiano, Fabbri, Antonino Pag. 162Foti, Gatti, Giacomoni, Giammanco, Gnecchi, Madia, Mattesini, Meloni, Moffa, Mosca, Mottola, Pelino, Poli, Rampi, Saltamartini, Santori e Schirru.

  Si è astenuto il deputato:
   Miglioli.

  Silvano MOFFA, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  La seduta termina alle 14.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 4 dicembre 2012.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.25 alle 14.35.

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