CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 4 dicembre 2012
748.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 33

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 4 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 13.35.

Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia.
C. 5569 Governo, approvato dal Senato e C. 4740 Reguzzoni.
(Parere alla IV Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD), relatore, ricorda che il disegno di legge in esame, approvato dal Senato il 6 novembre scorso, prevede il conferimento di una delega al Governo per il complessivo riordino dello strumento militare con significative implicazioni sia sulla dotazione strumentale che su quella organica del personale militare e civile preposto al medesimo settore.
  Osserva che, anche limitandosi a introdurre misure definite giustamente di buon senso con l'intenzione di portare a termine una transizione decennale, la riforma in esame rappresenta un contributo importante per migliorare la qualità dello strumento militare nazionale, correggendo gli squilibri tra le voci del bilancio della Difesa.
  Sottolinea che il provvedimento interviene su quattro punti fondamentali: la riorganizzazione del Ministero della difesa, la riduzione del personale militare e civile, la rimodulazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento degli armamenti e l'introduzione di misure di flessibilità nel bilancio ministeriale.Pag. 34
  Con riferimento alle competenze della Commissione, appare a suo avviso fondamentale l'indicazione, di cui all'articolo 1, comma 1, dell'obiettivo della «piena integrabilità» nei contesti internazionali e nella prospettiva di una politica di difesa comune europea.
  Nel sottolineare che l'esplicito richiamo alla dimensione europea è stato inserito in prima lettura, osserva preliminarmente che il provvedimento, pur caratterizzato da una certa organicità in termini di ristrutturazione dei mezzi, avrebbe meritato un maggiore approfondimento preliminare nell'individuazione degli obiettivi invece di essere costretto a partire dalle risorse disponibili per adattare su di esse il disegno dello strumento.
  Ritiene che il provvedimento si collochi nel solco delle riforme che il Parlamento ha già approvato negli ultimi decenni, dalla ristrutturazione dei vertici militari, all'introduzione del servizio militare femminile, alla professionalizzazione delle Forze armate.
  Rammenta che la scelta della professionalizzazione e della proiezione internazionale come cardini delle Forze armate trova il suo immediato riferimento nel Libro Bianco del 2002, così come nel Concetto strategico della Nato e in quello di Sicurezza e Difesa dell'Unione europea. Il documento confermava il modello a 190 mila uomini e ipotizzava una suddivisione ideale del bilancio in 70 per cento dedicato all'operatività e 30 per cento agli investimenti.
  Rileva che purtroppo, la trasformazione non è mai stata completata, causando un grave squilibrio nella gestione dei fondi destinati al mantenimento della struttura militare, con grave danno alla sua efficienza ed efficacia.
  Osserva che l'esigenza di una nuova spinta riformatrice è diventata ancora più pressante in questa delicata congiuntura economico-finanziaria, in quanto la necessità di azzerare il deficit di bilancio, al fine di avviare la riduzione del debito pubblico, ha sgombrato il campo da qualsiasi illusione che il Paese possa dedicare alla funzione difesa più dell'attuale risicato 0,87 per cento del PIL, una misura decisamente inferiore a quella dei Paesi comparabili con l'Italia, considerato che la Francia ha impegnato in questa funzione l'1,5 per cento del PIL, la Germania l'1,2 per cento e la Gran Bretagna il 2,1 per cento.
  Ritiene sia doveroso riconoscere che, se fino ad oggi le nostre Forze armate hanno potuto partecipare in modo adeguato alle operazioni di stabilizzazione decise dalla comunità internazionale, ciò è stato reso possibile grazie alla concentrazione delle risorse disponibili sulle unità destinate all'impiego all'estero, anche a scapito delle specialità che non trovano utile impiego negli scenari attuali, come l'artiglieria semovente e le unità corazzate.
  In tale ottica, giudica importante evidenziare come le risorse recuperate a seguito dell'attuazione del processo di revisione saranno destinate ad assicurare il mantenimento in efficienza dello strumento militare e a sostenere le capacità operative (articolo 4, comma 1, lettera c).
  Considera particolarmente qualificante il riequilibrio generale del Bilancio della «Funzione difesa», ripartendolo orientativamente in 50 per cento per il settore del personale, 25 per cento per l'esercizio e 25 per cento per l'investimento. Si tratta, a suo avviso, di un obiettivo molto impegnativo se si considera che, attualmente, il 70 per cento di tali risorse è assorbito dalle spese per il personale, residuando per le spese relative all'operatività dello strumento militare e all'investimento, rispettivamente, il 12 per cento e il 18 per cento per cento, con un rilevante sbilanciamento rispetto a quella che è ritenuta, a livello internazionale ed europeo, l'ottimale ripartizione delle risorse tra i richiamati settori di spesa.
  Ricorda, in estrema sintesi, che il provvedimento in esame individua i seguenti interventi riduttivi: una contrazione complessiva del 30 per cento delle attuali strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche della difesa, anche attraverso la loro soppressione e il loro accorpamento, con la finalità non solo di ottimizzare l'impiego delle risorse umane e Pag. 35strumentali disponibili, ma anche di contenere il numero delle infrastrutture in uso al Ministero della difesa (articolo 2, comma 1); una riduzione a 150.000 unità di personale militare delle tre Forze armate (Esercito, Marina militare ed Aeronautica militare) dalle attuali 190.000 unità, da attuare entro l'anno 2024, prevedendo, in particolare, a regime 310 unità di ufficiali generali e ammiragli e 1.566 unità di colonnelli e capitani di vascello (articolo 3, comma 1); una riduzione delle dotazioni organiche del personale civile della difesa dalle attuali 30.000 unità a 20.000 unità, da conseguire sempre entro l'anno 2024 (articolo 3, comma 2).
  Pone in evidenza, tra i principi e criteri direttivi, peraltro oggetto di significativi approfondimenti in prima lettura, la rilevanza della maggiore integrazione interforze e della marcata standardizzazione organizzativa nella prospettiva di una politica di difesa comune europea, sia per quanto concerne la logistica, che la formazione e l'addestramento nonché l'assetto territoriale.
  Particolare rilievo assume a suo parere altresì l'altro emendamento approvato dal Senato che riformula integralmente l'articolo 536 del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010, relativo ai programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma. In particolare, la norma prevede un rafforzamento del controllo parlamentare in relazione ai programmi finanziati attraverso gli ordinari stanziamenti di bilancio, che giunge ad impedirne l'adozione ove il parere contrario sia reiterato a maggioranza assoluta dei componenti delle competenti Commissioni.
  Ricorda che è stata invece soppressa l'introduzione, nel predetto Codice, dell'articolo 537-bis sulla cooperazione con altri Stati per l'acquisizione di materiali di armamento prodotti dall'industria nazionale, che avrebbe autorizzato il Ministero della difesa, d'intesa con il Ministero degli affari esteri, a svolgere attività di supporto tecnico-amministrativo ovvero contrattuale. La norma avrebbe evidentemente avuto attinenza alla legge n. 185 del 1990 in materia di esportazione dei materiali d'armamento, per cui, pur essendone richiamato il rispetto, è sembrato opportuno valutarla in altro contesto legislativo.
  Segnala positivamente, per quanto concerne la tecnica legislativa, la riconduzione delle nuove norme dei decreti delegati al codice dell'ordinamento militare, che manterrebbe pertanto la sua natura di testo di riferimento. Quanto agli aspetti di competenza, rileva per completezza che alle famiglie dei militari impegnati nelle missioni internazionali sono riconosciute misure di assistenza in via prioritaria, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera i).
  Ribadisce che resta sullo sfondo l'esigenza – che resta la questione più importante – di una ridefinizione della politica italiana di difesa, nel quadro del collegamento con le procedure e gli obiettivi posti in essere in sede europea. La concreta attuazione del provvedimento – e la sua riuscita – dipenderà, a suo parere, dai decreti legislativi che il Governo dovrà emanare entro un anno dall'approvazione del disegno di legge, e del contributo che il Parlamento saprà imprimervi.
  Al riguardo, ritiene che occorrerà vigilare, soprattutto nelle sedi parlamentari, affinché la riforma si armonizzi con quelle degli altri Paesi membri dell'Unione europea al fine di coordinare le riforme che ogni Paese sta attuando, rendendole tra loro complementari. Solo in questo modo l'Unione europea potrà assicurare il mantenimento di un ampio spettro di capacità di intervento a supporto di una futura politica estera comune, senza trascurare il coordinamento con gli analoghi obiettivi perseguiti in seno alla NATO.
  Si dichiara certo che il ministro Di Paola potrà fornire ulteriori elementi in proposito nel corso dell'audizione, prevista per il prossimo 6 dicembre, sul contributo italiano alla costruzione della dimensione europea della difesa.
  Sulla base delle valutazioni esposte, preannuncia quindi la presentazione di un parere favorevole che si riserva di formulare all'esito della discussione.

Pag. 36

  Stefano STEFANI, presidente, ringrazia il relatore per l'ampio e competente intervento che costituisce un prezioso punto di riferimento per i lavori della Commissione che si è potuta avvalere dell'esperienza maturata al governo dal collega Parisi.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA si associa alle considerazioni svolte dal relatore e si rimette alla Commissione circa l'espressione del parere.

  Matteo MECACCI (PD) chiede chiarimenti al relatore circa il rischio di progressivo invecchiamento del personale militare, sottolineando l'esigenza di non comprometterne il ricambio.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD), relatore, ringrazia il collega Mecacci per aver prospettato una delicata questione che trae origine dalla professionalizzazione del servizio militare che ha aperto uno sbocco occupazionale ma ha posto comunque il problema del reinserimento delle unità di personale militare a fronte delle resistenze ad accettarne il transito da parte di altri corpi o amministrazioni. Rileva peraltro che la mobilità costituisce anche in altri settori un nodo critico. Nel condividerne la consapevolezza, fa presente come il provvedimento in esame affronti comunque l'argomento e prospetti talune soluzioni.

  Enrico PIANETTA (PdL), ringraziando il relatore per il lavoro svolto ritiene che il provvedimento in titolo possa rafforzare la posizione dell'Italia sia nell'ambito dei programmi per la smart defense dell'Alleanza atlantica sia nel processo di integrazione europea della politica di sicurezza e difesa. Considera particolarmente rilevante anche l'approfondimento del controllo parlamentare in termini più puntuali sui sistemi d'arma, sottolineando l'importante contributo dell'industria italiana al riguardo.
  Ritiene quindi che la Commissione possa aderire ai principi ispiratori del provvedimento di delega legislativa, che valorizzano i fattori strategici della nostra politica estera.

  Jean Leonard TOUADI (PD), nel ringraziare il collega Parisi, gli chiede chiarimenti circa il processo di armonizzazione in corso tra gli Stati membri dell'Unione europea nell'ambito della difesa che, a suo avviso, dovrebbe contribuire a costruire quella politica estera comune che ancora non c’è.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD), relatore, nel sottolineare come le finalità del provvedimento ben più dei mezzi previsti attengano alle competenze della III Commissione, come evocato dal collega Pianetta, risponde al collega Touadi osservando che il cammino della difesa europea è ancora lungo per il persistere delle logiche nazionali particolarmente evidenti ad esempio per quanto concerne il controllo delle armi nucleari. A suo avvio una simile circostanza costituisce un serio ostacolo alla nascita di una vera difesa europea e comunque un limite anche per l'Alleanza atlantica. Ribadisce tuttavia come, sia pure senza illusioni, la strada da percorrere resti quella europea.
  Formula conclusivamente una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole come formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.05.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 4 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri per l'anno 2012, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 514.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

Pag. 37

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in titolo.

  Stefano STEFANI, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il previsto parere, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, entro oggi.

  Gennaro MALGIERI (PdL), relatore, ricorda che lo schema di decreto ministeriale in esame provvede al riparto dei contributi da erogare a enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi – vigilati dal Ministero degli affari esteri – per il corrente anno 2012. L'importo complessivo del capitolo di spesa risulta pari a 2.256.000 euro.
  Lamenta il fatto che la richiesta di parere parlamentare giunga sostanzialmente alla conclusione dell'anno di riferimento dei contributi, anche se le motivazioni di tale ritardo possono essere facilmente intuibili, in ragione della nota situazione critica della finanza pubblica e dei ripetuti tagli subiti dallo stato di previsione del Ministero degli affari esteri.
  Osserva peraltro che la messa in stato di liquidazione dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente ha comportato una complessa procedura di quantificazione degli oneri del personale di quell'ente, che è stato assorbito dal Ministero degli affari esteri. Tale onere risulta pari a 889.734 euro per cui residuano sul capitolo di bilancio in esame 1.366.266 euro.
  Coglie l'occasione per ricordare che la Commissione ha audito informalmente il Commissario liquidatore dell'ISIAO, l'Ambasciatore a riposo Antonio Armellini, lo scorso 10 ottobre. Segnalando che tale audizione ha confermato le preoccupazioni circa il futuro del ricco patrimonio e della gloriosa tradizione dell'ISIAO, invita la Commissione a proseguire nella costante azione di indirizzo e controllo che è di sua competenza.
  Sottolinea che la materia dei contributi erogati dal Ministero degli affari esteri è stata oggetto in tutta la legislatura di particolare attenzione da parte della Commissione, che ha proceduto ad audire tutti i soggetti interessati ed ha indicato le linee-guida per una riforma legislativa che aggiorni la disciplina vigente.
  Auspica pertanto che sia l'ultima volta in cui la Commissione è chiamata a dare il parere su uno schema di decreto ministeriale così concepito, anche in ragione del fatto che il 2012 è l'ultimo anno della tabella triennale a suo tempo adottata, sicché l'anno prossimo bisognerà adottare una nuova tabella.
  Ricorda che i principi ispiratori della nuova normativa su cui la Commissione ha più volte insistito sono essenzialmente: il riconoscimento del carattere di ente internazionalistico, indipendentemente dalla corresponsione di un contributo ordinario; la correlazione tra la corresponsione del contributo ordinario e il programma delle attività da svolgere nel triennio, al fine di evitare erogazioni generaliste ovvero a pioggia.
  Avverte che è nel frattempo pervenuta alle Camere la relazione ministeriale sulle attività svolte dagli enti a carattere internazionalistico nel 2011 che esprime una valutazione complessivamente soddisfacente, anche in ragione della riduzione subita dal capitolo di spesa nell'anno precedente, evidenziando in particolare l'accentuazione della tendenza alle collaborazioni con l'estero nell'ambito di network internazionali.
  Anche in qualità di presidente della Commissione cultura dell'Assemblea dell'Unione per il Mediterraneo, apprezza il fatto che i cambiamenti politici, per quanto problematici, nel Nord Africa e nel Medio Oriente abbiano rappresentato il principale tema delle attività di studio e di ricerca, di cui il nostro Paese ha molto bisogno per riaffermare il suo ruolo nella regione.
  Ritornando al contenuto del presente schema di decreto, osserva che il contributo per il funzionamento dell'Unidroit è confermato in 100 mila euro, mentre il finanziamento alla società Dante Alighieri è ridotto, a suo avviso deprecabilmente, da 600 mila a 556.066 euro.
  Per quanto concerne i contributi ordinari ai venti enti inseriti in tabella, osserva Pag. 38che gli importi risultano sostanzialmente confermati, fatta salva l'ulteriore riduzione di quasi il 10 per cento dovuto alla spending review. Nel dettaglio rileva con soddisfazione come sia stata accolta l'indicazione della Commissione di portare anche l'Istituto internazionale di diritto umanitario ed il Consiglio italiano per il Movimento europeo al livello di contribuzione minima di 10 mila euro, poi ridotta a 9.200.
  Segnala con rammarico la scomparsa dalla tabella, per scioglimento, della fondazione Medchild, ribadendo l'apprezzamento per l'opera svolta da questo ente la cui audizione aveva particolarmente colpito i Commissari per la serietà e la concretezza degli interventi.
  Nel rinviare alla tabella in distribuzione per la quantificazione dei singoli contributi, fa presente che per i contributi straordinari a favore di singole iniziative è previsto l'importo di 196 mila euro, con un incremento di 43 mila euro.
  Ritiene opportuno svolgere un approfondimento a questo riguardo, anche perché la relazione illustrativa afferma che tale incremento raccoglie l'indicazione delle Commissioni parlamentari a favore dei contributi a progetto. Osserva che questo richiamo all'indirizzo parlamentare non è pienamente rispondente, in quanto la Commissione ha affermato il principio che tutti i contributi dovessero essere a progetto, superando quindi l'attuale distinzione tra contributi ordinari e contributi straordinari. Peraltro, la Commissione ha anche raccomandato che i contributi straordinari siano assegnati prioritariamente a progetti presentati da enti non inseriti in tabella. Stando invece a quanto risulta dalla relazione ministeriale per l'anno 2012 l'80 per cento dei contributi straordinari è stato erogato ad enti già inseriti in tabella. Sottolinea l'inaccettabilità di tale previsione, anche alla luce del notevole approfondimento sul tema svolto dalla Commissione nel corso di tutta la legislatura.
  Per ragioni di completezza, segnala che, rispetto alla summenzionata quantificazione degli oneri derivanti dall'assorbimento del personale dell'ISIAO, è prevista una minore spesa di circa 12 mila euro, che potrebbe essere recuperata.
  In conclusione, nel preannunciare la formulazione di un parere favorevole che ribadisca tuttavia l'esigenza di una novella legislativa, invita i colleghi a riflettere sull'opportunità di richiedere il ripristino dell'entità del contributo alla Società Dante Alighieri al precedente importo di 600 mila euro.
  Ritiene infatti assolutamente inspiegabile che si continui a ridurre la dotazione finanziaria dell'istituzione che più e meglio assicura la promozione della cultura e della lingua italiana nel mondo e che già patisce una enorme sproporzione di risorse rispetto alle analoghe strutture degli altri Paesi europei.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA prende atto con vivo interesse dei rilievi formulati dal relatore che ritiene particolarmente costruttivi. Segnalando l'urgenza dell'espressione del parere sull'atto in titolo al fine di procedere all'erogazione dei contributi previsti, fa presente che il ritardo nella richiesta è stato causato dall'esigenza di quantificare, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, gli oneri derivanti dall'assorbimento del personale dell'ISIAO.

  Mario BARBI (PD), nell'associarsi alle considerazioni del relatore, ribadisce la necessità di riformare la disciplina vigente e manifesta particolare insoddisfazione per il fatto che ancora una volta il Parlamento si trovi a ratificare un elenco di contributi ad enti tra loro molto diversi e non aventi tutti pari titolo. Ritiene questa un'occasione perduta che deve essere stigmatizzata in modo significativo in quanto è in gioco una questione di metodo che va al di là degli importi del caso. Invita poi, richiamando l'ampio lavoro conoscitivo svolto in passato, a tenere conto in modo specifico della percentuale dell'incidenza del contributo pubblico sul bilancio degli enti internazionalistici come criterio di valutazione del loro stato di salute. Concorda infine con la proposta del relatore Pag. 39di riportare il contributo alla Società Dante Alighieri all'entità dello scorso anno.

  Enrico PIANETTA (PdL) ringrazia il relatore per l'ampio ed approfondito lavoro svolto che conferma la sensibilità della Commissione sul tema. Considera un elemento di buona volontà la possibilità di riallocare alla Società Dante Alighieri il risparmio riveniente dalla quota del capitolo destinata al personale ISIAO.

  Francesco TEMPESTINI (PD) giudica molto negativamente sia il ritardo della presentazione dello schema di decreto che la mancata attuazione degli indirizzi precedentemente espressi in sede parlamentare. Ritenendo inopportuno continuare ad avallare la prosecuzione di un sistema di contribuzione particolarmente inefficiente ed inefficace, prospetta l'eventualità che la Commissione esprima un parere contrario naturalmente argomentato sulla base delle osservazioni critiche del resto ampiamente presenti nella relazione del collega Malgieri.

  Stefano STEFANI, presidente, ricorda di avere già manifestato in analoga circostanza l'opinione che sarebbe preferibile da parte del Governo non richiedere il parere parlamentare ove non sussistano le condizioni ovvero la volontà politica di tenerne conto.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, nel ribadire le ragioni amministrative e contabili del ritardo nella richiesta di parere, assicura l'impegno del Governo ad attuare gli indirizzi che le Commissioni parlamentari vorranno adottare.

  Gennaro MALGIERI (PdL), relatore, richiama le numerose ed intense audizioni svolte con gli enti interessati, confermando il giudizio complessivamente critico espresso anche nelle relazioni relative agli anni precedenti sul meccanismo di selezione e di contribuzione. Stigmatizzando ulteriormente il grave ritardo con cui ha luogo l'esame dell'atto in titolo, precisa di non intendere difendere l'indifendibile, ma di voler farsi guidare dal senso di responsabilità, anche in ragione del fatto che l'anno prossimo la tabella degli enti sarà comunque oggetto della revisione triennale. Lamenta come la legislatura sia trascorsa senza che si ponesse mano ad una riforma della disciplina vigente, ribadendo viva insoddisfazione per l'inadeguata risposta del Governo alle indicazioni del Parlamento.

  Francesco TEMPESTINI (PD) fa presente la natura non vincolante del parere di competenza delle Commissioni parlamentari per sottolineare come l'espressione di un parere contrario avrebbe essenzialmente significato politico senza impedire l'ulteriore corso della procedura.

  Enrico PIANETTA (PdL) ricorda come non solo in questa legislatura ma anche in molte legislature precedenti questa materia abbia fatto oggetto di vivaci discussioni e proteste. A suo avviso, anche in vista della revisione triennale della tabella, sarebbe preferibile esprimere comunque un parere costruttivo volto a modificare per alcuni aspetti lo schema di decreto sulla base delle criticità evidenziate dal relatore ed almeno in parte condivise anche dal rappresentante del Governo. Sottolineando l'importante significato che avrebbe l'apposizione al parere di condizioni precise ed ultimative, insiste sulla necessità di superare l'erogazione dei contributi a pioggia dando la priorità al finanziamento di progetti e servizi.

  Stefano STEFANI, presidente, condivide l'opportunità di dare al Governo un segnale politico molto chiaro di insoddisfazione circa l'attuale meccanismo di contribuzione agli enti internazionalistici.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD) chiede chiarimenti circa le modalità e le conseguenze di un'eventuale mancata espressione del parere da parte della Commissione.

  Francesco TEMPESTINI (PD) ritiene meritevole di considerazione l'ipotesi prospettata dal collega Parisi.

Pag. 40

  Gennaro MALGIERI (PdL), relatore, nel ricordare di svolgere le funzioni di relatore su designazione del presidente, richiama le considerazioni critiche da lui più volte formulate nel corso della legislatura, anche con riferimento al modo con cui il Governo ha gestito la vicenda dell'ISIAO. Chiede pertanto di poter procedere all'illustrazione del parere preannunciato.

  Francesco TEMPESTINI (PD) sottolinea come il grave ritardo nella presentazione dello schema di decreto renda, ad ormai meno di un mese prima della fine dell'anno, molto dubbia la procedura in corso.

  Gennaro MALGIERI (PdL), relatore, fa presente al collega Tempestini che l'esame dello schema di decreto in titolo è stato posto all'ordine del giorno della Commissione ed è già ormai avviato.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA dichiara che il Governo è pronto a farsi carico delle severe critiche rivolte all'attuale normativa e ad impegnarsi per modificarla affinché il meccanismo in essere non abbia più a perpetuare i suoi difetti. Invita tuttavia la Commissione a tenere conto della necessità di non danneggiare gli enti comunque meritevoli ed i lavori di ricerca già avviati che sarebbero compromessi ove non si procedesse all'erogazione dei previsti contributi.

  Giorgio LA MALFA (Misto-LD-MAIE) osserva che le critiche dei colleghi si concentrano in particolare sul metodo della richiesta di parere, per cui non esprimerlo potrebbe contribuire a chiarire la posizione parlamentare.

  Stefano STEFANI, presidente, invita il relatore ad illustrare la sua proposta di parere.

  Gennaro MALGIERI (PdL), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con condizioni ed un'osservazione (vedi allegato 2).

  Paolo CORSINI (PD), nell'apprezzare il lavoro del relatore, osserva che nel merito i profili critici potrebbero essere approfonditi in relazione al dibattito svoltosi.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD) ritiene che vi sia un'ampia condivisione tra i colleghi circa i giudizi di metodo e di merito, per cui sarebbe paradossale non giungere ad un esito unitario. Auspica che l'ufficio di presidenza possa contribuire ad individuare la soluzione migliore sul piano procedurale, ferma restando l'esigenza di mandare un forte messaggio al Governo anche perché simili situazioni nel rapporto tra esecutivo e legislativo sono destinate a ripetersi.

  Giorgio LA MALFA (Misto-LD-MAIE) ribadisce che, a fronte della tardività della richiesta, appare preferibile non procedere all'espressione del parere.

  Enrico PIANETTA (PdL), nell'apprezzare il lavoro svolto dal relatore, ritiene che il parere illustrato recepisca tutte le valutazioni critiche sin qui emerse.

  Mario BARBI (PD) tiene a chiarire che non vi è alcuna sottovalutazione del lavoro svolto dal relatore e del parere da lui proposto, che riscuotono invece sincero apprezzamento. A suo avviso, è invece opportuno che sia il Governo a rispondere in modo più approfondito alle osservazioni critiche dei colleghi, motivando adeguatamente il ritardo intercorso e il mancato recepimento dei precedenti indirizzi parlamentari. Propone quindi di rinviare la votazione del parere proposto al fine di acquisire dal Governo gli ulteriori elementi segnalati.

  Matteo MECACCI (PD) condivide l'esigenza che il Governo chiarisca meglio la sua posizione.

  Gennaro MALGIERI (PdL), relatore, dichiara la sua astensione sulla proposta di Pag. 41rinvio formulata dal collega Barbi, in considerazione della sua qualità di relatore.

  La Commissione conviene di rinviare l'espressione del parere sullo schema di decreto in titolo, in attesa di ricevere dal Governo i chiarimenti richiesti.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA dichiara di accettare tale rinvio e di essere disponibile a riferire alla Commissione come richiesto.

  Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, precisando che provvederà a richiedere al Presidente della Camera la proroga del termine per l'espressione del parere sull'atto in titolo.

  La seduta termina alle 15.30.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

INTERROGAZIONI

5-08552 Renato Farina: Sulla persecuzione dei cristiani in Nigeria.

5-08492 Pianetta: Sulla situazione in Somalia.

Pag. 42