CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 27 novembre 2012
745.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 84

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 27 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

  La seduta comincia alle 10.55.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Silvano MOFFA, presidente, comunica che il deputato Ignazio Messina è entrato a far parte della Commissione.

Equo compenso nel settore giornalistico.
C. 3555-B, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dalla 11a Commissione permanente del Senato.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  Silvano MOFFA, presidente e relatore, osserva che la XI Commissione è chiamata ad esprimere il parere, per quanto di competenza, sulla proposta di legge n. 3555-B, recante norme per promuovere l'equità retributiva nel lavoro giornalistico. Ricorda, innanzitutto, che la proposta normativa in esame mira a tutelare il diritto all'informazione dei cittadini, assicurando che ai lavoratori del settore (per il tramite dei quali tale diritto può essere esercitato) siano garantite condizioni di libertà e dignità, anche attraverso il riconoscimento di trattamenti economici equi, laddove si è in presenza di un rapporto di lavoro non subordinato: tale intervento normativo, dunque, muove dalla consapevolezza dei grandi cambiamenti tecnologici ed economici dell'attuale panorama dell'informazione, che hanno portato, oltre ad un incremento delle possibilità di accesso ai Pag. 85mass media e ad un aumento degli iscritti all'albo dei giornalisti, anche ad una progressiva «precarizzazione» dei rapporti di lavoro, con remunerazioni spesso non adeguate alle prestazioni offerte. Al riguardo, rammenta che l’iter parlamentare del provvedimento, che finalmente si avvia alla sua conclusione, ha avuto inizio presso la VII Commissione della Camera, la quale – a seguito di una lunga e complessa discussione – lo ha approvato in sede legislativa; tale provvedimento, quindi, trasmesso al Senato e assegnato in sede deliberante alla 11a Commissione, è stato sottoposto all'esame di un apposito Comitato ristretto, che è pervenuto alla formulazione di un nuovo testo. Segnala, quindi, che quest'ultimo testo presenta talune modifiche rispetto al provvedimento della Camera, rese necessarie anche dall'esigenza di armonizzarne il contenuto in relazione alle norme di recente introdotte, in materia di mercato del lavoro, dalla cosiddetta «riforma Fornero». Fa notare che il testo licenziato dal Senato, oggi nuovamente all'esame della XI Commissione in sede consultiva, contiene pertanto alcune novità, limitatamente alle quali la Camera dei deputati è chiamata a concentrare la sua attenzione, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, che impone di circoscrivere l'esame in seconda lettura alle sole modifiche apportate al testo dall'altro ramo del Parlamento.
  Tra gli elementi di innovazione introdotti dall'altro ramo del Parlamento, evidenzia anzitutto le disposizioni che definiscono puntualmente le finalità, le definizioni e l'ambito applicativo della proposta di legge, attribuendo particolare rilevanza alla natura e alla caratteristiche delle prestazioni svolte dai lavoratori in questione ai fini di un equo compenso, che viene così definito in termini di proporzionalità (venendo meno il concetto di requisiti minimi di equità contributiva), nonché quelle che disciplinano più dettagliatamente l'accesso ai contributi in favore dell'editoria, prevedendo forme di decadenza certa in caso di mancanza dei requisiti previsti dalla legge, oltre alla nullità dei patti contenenti condizioni contrattuali in violazione dell'equo compenso; viene inoltre prevista, dal nuovo testo, la presentazione alle Camere di una relazione annuale da parte del Presidente del Consiglio dei ministri in ordine all'attuazione della legge. Per quanto concerne le norme di più diretto interesse della Commissione, segnala l'articolo 2, che, istituendo la Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico (presieduta dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'informazione), ne disciplina la durata, pari a tre anni, e la composizione, prevedendo come componenti al suo interno i seguenti soggetti: un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei giornalisti comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei committenti comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; un rappresentante dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI).
  In conclusione, preso atto del contenuto del progetto di legge e dei profili di competenza della XI Commissione e considerato che si tratta di favorire la definitiva approvazione, in sede legislativa, di un testo ampiamente condiviso e atteso dagli addetti ai lavori, in quanto finalizzato a migliorare la condizione economica dei tanti lavoratori precari del settore, propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Sull'ordine dei lavori.

  Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo in relazione all'organizzazione dei lavori della Commissione per le prossime settimane, chiede alla presidenza di valutare la possibilità di convocare in audizione Pag. 86la Consigliera nazionale di parità e una rappresentanza della rete territoriale delle consigliere di parità, alla luce delle recenti misure di riduzione della spesa adottate dal Governo, con il decreto-legge n. 95 del 2012 (cosiddetto «spending review»), in particolare ai danni degli enti locali. Ricordato che le consigliere di parità svolgono un ruolo essenziale di rappresentanza delle lavoratrici in tutto il territorio nazionale, anche nell'ambito delle vertenze giudiziarie di lavoro, auspica che in quella occasione di confronto sia possibile, oltre che fare chiarezza sullo stato delle risorse a disposizione di tali organismi, anche realizzare un bilancio relativo al lavoro svolto in sede di tutela e rappresentanza dei diritti delle lavoratrici, soprattutto in ambito giudiziale. Fatto notare che tale richiesta è formulata di comune accordo con gli altri gruppi di maggioranza, si augura che essa possa essere presa in seria considerazione dalla presidenza della Commissione, tenuto conto della delicatezza dei temi in discussione.

  Paola PELINO (PdL) fa presente che il suo gruppo condivide la richiesta testé formulata.

  Silvano MOFFA, presidente, si riserva di verificare il possibile svolgimento dell'audizione appena prospettata, assicurando che tale questione sarà affrontata nella prossima riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta termina alle 11.05.

SEDE REFERENTE

  Martedì 27 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 14.05.

Sui lavori della Commissione.

  Silvano MOFFA, presidente, comunica che – secondo quanto preannunciato in via informale nella mattinata di oggi e facendo seguito alle intese intercorse con i rappresentanti dei gruppi – le riunioni dei comitati ristretti sulle materie della ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali e della totalizzazione dei periodi assicurativi, già previste per la giornata di domani, saranno anticipate alle ore 14, al fine di consentire l'intervento del competente rappresentante del Governo. Al contempo, avverte che – sempre nella giornata di domani – sarà convocata una seduta della Commissione in sede consultiva, al fine di rendere il parere di competenza alla X Commissione sul progetto di legge recante disposizioni in materia di professioni non organizzate (C. 1934-2077-3131-3488-3917-B), già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, del quale appare quanto mai probabile un sollecito trasferimento alla sede legislativa.

  La Commissione prende atto.

Abrogazione dell'articolo 36 della legge 16 giugno 1939, n. 1045, concernente l'igiene e l'abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi mercantili nazionali.
C. 4699 Sbai.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 22 novembre 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti al progetto di legge in titolo, che sarà conseguentemente inviato alle competenti Commissioni parlamentari, per l'espressione dei prescritti pareri.
  Nell'auspicare, quindi, che le Commissioni competenti in sede consultiva si pronuncino in tempi quanto mai rapidi, invita sin d'ora i gruppi a valutare l'eventualità di impegnarsi – una volta acquisiti i Pag. 87predetti pareri – affinché si realizzino, per quanto di competenza, le condizioni per la richiesta di trasferimento del provvedimento alla sede legislativa.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche dell'ordinamento e della struttura organizzativa degli enti previdenziali.
C. 5463 Moffa, C. 5503 Cazzola, C. 5539 Motta, C. 5572 Fabbri.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta dell'8 novembre 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, comunica preliminarmente che – facendo seguito a quanto preannunciato in occasione dell'ultima seduta – è stata assegnata alla Commissione anche la proposta di legge n. 5572 Fabbri: poiché tale proposta verte su materia analoga a quella recata dai progetti di legge di cui è già iniziato l'esame, la presidenza ne ha disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento.
  Fa notare, al riguardo, che la proposta di legge n. 5572, così come indicato nella relazione illustrativa, provvede alla definizione di un'adeguata distribuzione dei poteri e delle competenze spettanti agli organi istituzionali degli enti previdenziali nei processi decisionali, al fine di assicurare una gestione amministrativa e finanziaria improntata a criteri di efficacia, economicità e trasparenza, secondo le logiche delle moderne aziende di servizi; la proposta in esame, dunque, superando l'attuale fase di gestione straordinaria caratterizzata da un sistema gestionale monocratico, mira a garantire una governance degli enti che preveda la presenza di un organismo di vertice gestionale – il consiglio di amministrazione – costituito da personalità di comprovate esperienza, autonomia e indipendenza, affiancato da un comitato di indirizzo strategico e da un consiglio di vigilanza con poteri rafforzati. Rileva, peraltro, che anche questo provvedimento, a differenza della proposta di legge n. 5503 Cazzola (che è l'unica che rinvia la riforma del sistema a futuri provvedimenti legislativi delegati), intende intervenire direttamente sul regime esistente, prevedendo la revisione dell'attuale modello di governance, alla stregua di quanto disposto delle proposte di legge nn. 5463 Moffa e 5539 Motta.
  Anche alla luce dell'avvenuta assegnazione di tale ulteriore proposta, invita, pertanto, la Commissione a riflettere sulle più opportune modalità di prosecuzione dell’iter dei progetti di legge abbinati, al fine di tracciare un percorso di esame che assicuri un tempestivo ed esauriente approfondimento dei testi in esame.

  Carmen MOTTA (PD), nel concordare sull'esigenza di procedere a una tempestiva prosecuzione dell'esame, ritiene opportuno dedicare un'ulteriore seduta della Commissione al dibattito di carattere generale, nel cui ambito si riserva di svolgere proprie riflessioni rispetto alle considerazioni introduttive svolte dal relatore nelle precedenti sedute. Fa notare, quindi, che potrebbe poi essere demandato allo stesso relatore il compito di verificare se sia possibile procedere alla scelta di un testo da proporre come testo base o se, al contrario, sia necessario istituire un apposito Comitato ristretto per la predisposizione di un testo unificato dei diversi provvedimenti abbinati.

  Silvano MOFFA, presidente, giudica condivisibile la proposta di svolgere una nuova seduta, da fissare nella prossima settimana, dedicata al dibattito di carattere generale, rimettendo poi al relatore la formulazione delle più opportune proposte circa la prosecuzione dell’iter, nell'auspicio che si possa giungere quanto prima alla definizione di un testo condiviso, da sottoporre alla discussione dell'Assemblea.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) esprime perplessità sull'ipotesi che – alla luce delle considerazioni sinora svolte – vi sia l'intenzione di non procedere alla nomina di Pag. 88un Comitato ristretto per il seguito dell'istruttoria legislativa.

  Silvano MOFFA, presidente, fa notare che in Commissione non si è ancora posto il problema dell'eventuale nomina di un Comitato ristretto, dovendosi prima concludere il dibattito di carattere generale che, di fatto, non è ad oggi iniziato in attesa dell'assegnazione delle proposte di legge preannunciate da parte di diversi gruppi. Ritiene, dunque, che il compito di prospettare le modalità per la prosecuzione dell’iter debba coerentemente essere rimesso al relatore al termine del dibattito, fermo restando che l'eventuale scelta di predisporre un testo unificato delle proposte abbinate non potrà presumibilmente prescindere dall'istituzione di un Comitato ristretto.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 27 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 14.15.

Proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL).
Nomina n. 162.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina in titolo.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere, ai sensi della legge 24 gennaio 1978, n. 14, il parere di competenza – che ricorda essere obbligatorio, ma non vincolante – sulla proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL). In proposito, fa preliminarmente notare che il candidato presenta un curriculum vitae di assoluto rilievo: ricorda, infatti, che tale figura, oltre a ricoprire il ruolo di docente universitario ed essere autore di numerosi testi giuridici di grande interesse, ha rivestito anche importanti incarichi, non soltanto di consulenza, per organismi istituzionali operanti nel campo delle politiche attive del lavoro e del sostegno all'occupazione. In particolare, giudica doveroso sottolineare che il candidato è stato componente del comitato tecnico-scientifico dell'ISFOL e ha svolto per numerosi anni il ruolo di presidente dell'Agenzia del lavoro della provincia autonoma di Trento, a testimonianza del suo elevato grado di competenza, che appare pienamente coerente con i compiti che deriveranno dal suo incarico.
  Per anticipare un possibile aspetto problematico, ritiene poi opportuno soffermarsi su una questione specifica, più volte dibattuta in occasione dell'esame di precedenti proposte di nomina di iniziativa governativa, dichiarandosi convinto che essa verrà richiamata con forza nel corso del dibattito. Si riferisce, in particolare, alla presunta mancanza di candidature che rispondano a criteri di parità di genere, più volte sottolineata da diversi gruppi in Commissione, in relazione alla quale ritiene opportuno fare presente di avere acquisito una documentazione dal competente Ministero, dalla quale si desume come, nelle nomine finora effettuate dal Ministro Fornero, vi sia una netta prevalenza di figure femminili (si passa, infatti, dal rapporto di 10 uomini e 3 donne nominate dal precedente Ministro al rapporto di 2 uomini e 12 donne nominate dal Ministro in carica), anche rispetto ad incarichi di una certa rilevanza.
  Per tali ragioni, preso atto anche dell'adeguatezza del profilo professionale del candidato, ritiene che sussistano i presupposti Pag. 89per un orientamento positivo da parte della Commissione sulla proposta di nomina in esame.

  Silvano MOFFA, presidente, ringrazia il relatore per avere fornito alla Commissione, in aggiunta alla consueta illustrazione del profilo professionale del candidato proposto dal Governo, anche un approfondimento dei dati relativi al riconoscimento della parità di genere negli incarichi di competenza ministeriale.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), pur premettendo che il suo gruppo preferisce valutare una candidatura dal punto di vista della effettiva competenza e professionalità della persona proposta, piuttosto che invocare a priori questioni di genere, fa notare che per una più esauriente illustrazione dei dati testé forniti servirebbe precisare l'incarico specifico per il quale le donne indicate sarebbero state nominate dal Ministro, sottolineando come una nomina alla presidenza di un ente come l'ISFOL non possa essere paragonata a quella in un ruolo non di vertice di altri organismi.

  Silvano MOFFA, presidente, fa notare che dall'analisi dell'elenco di nomine richiamato dal relatore sembra emergere la preposizione di numerose donne ad importanti incarichi di vertice, a testimonianza di un certo «cambiamento di rotta» del Governo su questo versante.

  Maria Grazia GATTI (PD) stigmatizza anzitutto l'atteggiamento del relatore, il quale ha sottoposto all'attenzione della Commissione, in modo irrituale, una questione delicata come se essa fosse frutto di una propria intuizione preventiva e non di un confronto informale con taluni rappresentanti di gruppo. Fa, altresì, notare che l'elenco esposto dal relatore fa riferimento quasi esclusivamente a nomine per le quali non è richiesto il parere parlamentare, sottolineando peraltro come nominare una donna alla presidenza di un ente sia profondamente diverso dal designarla per incarichi di minore peso presso analoghi organismi. Osserva, infatti, che anche nel caso in esame si è di fronte a un'ulteriore proposta di nomina, per la quale è prescritto il parere parlamentare, che risulta inadeguata sotto il profilo del rispetto dei principi di parità di genere: richiama, in proposito, la risoluzione approvata quasi all'unanimità nel novembre del 2008 dalla XI Commissione, che recava precise indicazioni nei confronti del Governo, il quale si impegnava a sottoporre alla Commissione stessa proposte di nomina, per l'espressione del parere parlamentare di propria competenza, che rispettassero i criteri di genere.
  Ribadisce, dunque, che l'ennesima candidatura maschile prospettata dall'Esecutivo al Parlamento pone un problema reale, che non può essere sottovalutato, dal momento che, a suo avviso, nel mondo femminile esistono significative professionalità ed esperienze, pienamente in grado di adempiere ai compiti richiesti. Pur precisando che non è in discussione la capacità professionale e la piena rispettabilità del candidato proposto, che appare in possesso degli idonei requisiti di competenza, si dichiara fermamente contraria alla proposta di nomina in esame, dal momento che con essa il Governo è venuto meno all'impegno assunto in Commissione in ordine al rispetto dei criteri di rappresentanza di genere.
  Per le ragioni esposte, ritenendo che sia giunto il momento di assumere una posizione coerente con gli impegni deliberati a suo tempo nei confronti del Governo, preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di nomina in titolo e auspica, di conseguenza, che anche gli altri componenti del suo gruppo si comportino in modo analogo.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) preannuncia che il suo gruppo – per ragioni non necessariamente coincidenti con quelle esposte nell'intervento che lo ha preceduto – voterà contro la proposta di nomina in esame.

  Maria Anna MADIA (PD) preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di Pag. 90nomina in esame, sottolineando come tale determinazione non dipenda da una valutazione negativa circa il profilo professionale del candidato, di cui apprezza le capacità e le competenze, ma dall'esigenza di far rispettare un principio di parità di genere, sul quale il Governo ha assunto precisi impegni di fronte alla Commissione.

  Luigi BOBBA (PD), rilevando che la nomina in questione riguarda un soggetto il cui curriculum vitae risponde pienamente ai profili di elevata responsabilità e qualificazione richiesti dall'incarico, ritiene che non si possa ignorare che il Governo si era impegnato a procedere a nomine rispettose dei criteri di genere, in accoglimento di un preciso atto di indirizzo approvato dalla Commissione. Ritiene, peraltro, che tale elemento di metodo debba essere considerato unitamente alle valutazioni di merito riguardanti il profilo professionale di assoluto rilievo del candidato proposto, al fine di giungere a orientamenti di voto pienamente consapevoli e adeguatamente motivati. Per tale ragione, giudica importante prendere atto anche di un certo cambiamento di orientamento del Ministro competente in materia di parità di genere che, seppure in relazione a nomine non sottoposte al parere della Commissione, sembra emergere dai dati forniti dal relatore, auspicando che il Governo possa garantire in futuro un pieno rispetto degli impegni assunti.

  Lucia CODURELLI (PD), nell'associarsi agli interventi svolti, sottolinea che si è innanzi all'ennesimo inadempimento da parte del Governo rispetto a un impegno, assunto di fronte alla XI Commissione, mirato a garantire il rispetto del principio di parità tra uomini e donne nelle nomine governative. Dopo avere ricordato che la Commissione ha più volte auspicato la presentazione da parte del Governo di una rosa di candidati nel cui ambito scegliere la figura da nominare, ritiene che sia giunto il momento di interrompere un comportamento inaccettabile del Ministro, tanto più grave, a suo giudizio, se si considera anche la titolarità della delega in materia di pari opportunità.
  Preannuncia, per tali ragioni, il suo voto contrario sulla proposta di nomina in esame.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, pur rispettando le posizioni espresse dai gruppi nel dibattito, reputa esagerato invocare una presunta «cecità» del Ministro nelle nomine di propria competenza, che sarebbe tesa a escludere le donne da importanti incarichi in enti e organismi pubblici o privatizzati: si tratta, a suo avviso, di una palese forzatura della realtà, attuata secondo ricostruzioni che giudica non realistiche. Ritiene, infatti, che non si possa ignorare che il Ministro Fornero abbia favorito, sin dall'inizio del suo incarico, la nomina di donne in ruoli di vertice di importanti enti, dimostrando un comportamento in controtendenza rispetto ai Governi precedenti, inclusi quelli sostenuti da una maggioranza di centrosinistra. Fa, altresì, notare che appare strumentale disconoscere l'importanza di tali nomine, adducendo come giustificazione il fatto che esse non rientrano tra quelle sottoposte al parere parlamentare, dal momento che ogni nomina ha una sua propria dignità, che non può derivare dal tipo di procedura richiesta per il suo perfezionamento, e che diverse delle nomine effettuate dal Ministro nell'ultimo anno riguardano, in realtà, incarichi in enti che gestiscono risorse ben più elevate di quelle che fanno capo all'ISFOL.
  Ritiene, pertanto, che ciascun deputato debba assumersi la responsabilità della propria scelta di voto di fronte all'opinione pubblica, auspicando che si possa in ogni caso giungere a una convergenza ampia a favore della proposta di nomina in esame, sulla quale propone alla Commissione – a conclusione del dibattito – di esprimere un parere favorevole.

  Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo per una precisazione, ricorda nel dettaglio gli impegni recati dal più volte richiamato atto di indirizzo approvato dalla Commissione nel corso della corrente Pag. 91legislatura, che dimostrano come l'Esecutivo li abbia largamente disattesi, in violazione del principio di pari opportunità nelle nomine presso gli enti.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, fa notare che, in base alla documentazione in suo possesso, emergono dati inconfutabili che dimostrano l'infondatezza di tali argomentazioni, dal momento che le nomine di donne preposte, dal Ministro in carica, al vertice di importanti enti pubblici e privatizzati – sia pur non sottoposte al parere parlamentare – risultano di gran lunga superiori alle nomine di genere maschile.

  Paola PELINO (PdL), intendendo svolgere una propria considerazione diretta a ricondurre i toni del dibattito a una maggiore serenità, osserva che molti degli interventi che hanno avuto luogo nella seduta odierna non sembrano voler mettere in dubbio l'intenzione del Governo in carica di procedere, in linea generale, a nomine rispettose dei criteri di rappresentanza di genere, quanto auspicare che, tra gli atti di nomina sottoposti al parere parlamentare, ve ne sia almeno uno rispondente a tali profili, sul quale la Commissione possa finalmente votare a favore con piena convinzione.

  Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ritiene anzitutto opportuno precisare che, allo stato, i poteri della Commissione sulle proposte di nomina sono fortemente circoscritti, dal momento che ad essa è richiesto semplicemente di pronunciarsi a favore o contro la proposta del Governo, senza alcuna possibilità di scegliere tra una rosa di candidati e, dunque, di concorrere alla nomina medesima.
  In ogni caso, a prescindere dalla validità delle diverse argomentazioni oggi svolte, prende atto che le posizioni dei gruppi sono emerse in tutta la loro chiarezza e che, pertanto, vi sono le condizioni per giungere a una valutazione consapevole da parte della Commissione sulla proposta di parere favorevole testé formulata dal relatore, che sarà conseguentemente posta in votazione sin dalla seduta già fissata per la giornata di domani.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.