CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 ottobre 2012
726.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 25 ottobre 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Marco Rossi Doria, e il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Roberto Cecchi.

  La seduta comincia alle 13.35.

Disposizioni per il sostegno e la valorizzazione dei festival musicali ed operistici italiani di assoluto prestigio internazionale.
C. 5419 sen. Possa, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 ottobre 2012.

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che sul testo della proposta di legge in esame, anche ai fini del trasferimento alla sede legislativa, la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso un parere favorevole. Si resta in attesa dell'espressione del parere di competenza della Commissione Pag. 75V (Bilancio). Sospende, quindi, la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13.40, è ripresa alle 15.50.

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che è pervenuto il parere favorevole con condizione e osservazione della Commissione V (Bilancio). Precisa che la condizione posta non è ai sensi dell'articolo 81, comma quarto, della Costituzione.

  Emilia Grazia DE BIASI (PD), relatore, preannuncia che non intende recepire la condizione posta nel parere di competenza della Commissione V (Bilancio), di cui ha dato conto la Presidente. Ricorda, al riguardo, come il provvedimento in esame comporti una spesa minima per l'erario, dovendosi tenere anche nel debito conto il fatto che i festival producono, nei territori ove si svolgono, un indotto rilevante per tutta l'economia locale. Rileva, pertanto, come l'accoglimento della condizione indicata dalla Commissione bilancio significherebbe far ritardare l'approvazione del provvedimento, che, modificato, dovrebbe essere di nuovo esaminato dal Senato. Si dichiara quindi favorevole al trasferimento dell'esame del provvedimento in sede legislativa.

  Maria COSCIA (PD) concorda, a nome del suo gruppo, con la richiesta del trasferimento dell'esame in sede legislativa avanzata dal relatore.

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che il collega Barbieri, impegnato in una missione in data odierna, le ha preannunciato la propria disponibilità, anche a nome del gruppo del PdL al trasferimento in sede legislativa del provvedimento in esame.

  Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdCpTP) condivide, a nome del suo gruppo, la richiesta del relatore di trasferimento dell'esame del provvedimento in sede legislativa.

  Paola GOISIS (LNP) preannuncia l'astensione del suo gruppo dal voto sul provvedimento in esame.

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che si procederà alla verifica dell'eventuale sussistenza dei requisiti prescritti dall'articolo 92, comma 6 del Regolamento, ai fini del trasferimento alla sede legislativa del provvedimento in esame. Si riserva quindi di trasmettere alla Presidenza della Camera la richiesta di trasferimento in sede legislativa, perfezionati i requisiti di cui all'articolo 92, comma 6, del Regolamento.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 25 ottobre 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI, indi del vicepresidente Pierfelice ZAZZERA, indi della presidente Manuela GHIZZONI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Marco Rossi Doria, e il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Roberto Cecchi.

  La seduta comincia alle 13.40.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013).
C. 5534-bis Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.
C. 5535 Governo.

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Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato nella seduta del 23 ottobre 2012.

  Pierfelice ZAZZERA (IdV) ricorda, innanzitutto, la grave situazione di crisi economica in cui versa il Paese, reduce dalle politiche del Governo Berlusconi e di fronte all'attuale azione del Governo Monti, registrandosi una notevolissima riduzione del prodotto interno lordo nonché continue e pesantissime manovre finanziarie correttive. Osserva, che, in un tale scenario, la disoccupazione è previsto che arrivi all'11,5 per cento nel 2013, con un altissima disoccupazione giovanile, mentre i consumi delle famiglie risentono sempre più di un livello di tassazione divenuto oramai insostenibile. Con riguardo ai provvedimenti in esame, rileva che si tratta dell'ennesima manovra finanziaria che innesca meccanismi recessivi e si ripercuote, sostanzialmente, sui ceti sociali più deboli. Con riguardo ai profili di competenza della Commissione cultura, preannunciando la presentazione di una relazione di minoranza sulle Tabelle di competenza della Commissione, ricorda gli ennesimi tagli finanziari al settore della scuola e dell'università, nonché al settore più specifico dell'AFAM, che pure si sta cercando di riformare con un provvedimento in corso di esame in sede referente in Commissione.
  Considera, nella consapevolezza dell'attuale ristrettezza delle risorse pubbliche, come il Governo potrebbe ben ricavare le idonee coperture finanziarie per il mondo della scuola e dell'università mediante, ad esempio, il taglio delle spese militari, mentre ricorda la strana situazione per cui il numero velivoli militari F35 da acquistare è stato ridotto da 130 a 90, mentre il costo degli stessi è lievitato di circa 3 miliardi. Condivide, quindi, la forte mobilitazione del mondo della scuola per la norma recata dall'articolo 3, comma 42, del disegno di legge di stabilità, e comporterebbe licenziamenti per almeno 30 mila cattedre, tenendo presente che, le attuali 18 ore non esauriscono l'attuale impegno lavorativo dei docenti, in quanto ad esse si sommano le altre ore di attività funzionali all'insegnamento. Ritiene, al riguardo, come i risparmi di spesa che si ricaverebbero da tale disposizione dovrebbero essere recuperati in altri settori, come per esempio quello della difesa militare. Stigmatizza, quindi, il fatto che il Governo abbia destinato congrui finanziamenti alle scuole non statali, mentre la Costituzione impone di finanziare, innanzitutto, il funzionamento della scuola statale. Lamenta, poi, il taglio delle risorse finanziarie per il diritto allo studio. Con riguardo, quindi, ai mancati investimenti per il patrimonio culturale, individua quella che pare essere una strategia del Governo di consegnare la tutela di tale patrimonio ai privati, ricordando, al riguardo, la missione che la Commissione cultura ha effettuato ieri presso il monastero benedettino di Subiaco, ove si sono dovuti interrompere i lavori di restauro proprio per mancanza di risorse. Apprezzando, infine, il passo indietro del Governo sull'aumento delle ore di insegnamento dei docenti, preannuncia che il suo gruppo non avrà pregiudizi a votare una eventuale proposta emendativa soppressiva di questo punto. Pag. 77
  In conclusione, sottolinea come in una seria manovra finanziaria dovrebbe esserci grande attenzione per l'equità sociale e la trasparenza, nonché seri provvedimenti finalizzati alla crescita economica del Paese.

  Caterina PES (PD) apprezza innanzitutto la disponibilità del Governo a rivedere la disposizione sull'aumento dell'orario di insegnamento dei docenti, preannunciando la presentazione di una proposta emendativa da parte dei gruppi del PD del PdL e dell'UdC che ne chiede la soppressione. Osserva, quindi, nel merito che tale disposizione è errata poiché non considera che i docenti si sobbarcano anche molte ore di attività funzionale a quella di insegnamento frontale, nonché una più complessiva attività di programmazione degli interventi didattici e di rapporto con le famiglie. Rileva come il mondo della scuola in Europa abbia un'organizzazione totalmente differente, con insegnanti che godono di un riconoscimento molto maggiore della loro funzione sociale. Ricorda, poi, come il mondo della scuola sia stato già vessato dai tagli finanziari devastanti operati dal ministro Gelmini come il mancato pagamento degli scatti di anzianità. Invita, quindi, ad avviare una seria riflessione sulla razionalizzazione complessiva del settore, aumentandosi diversamente solo i numero dei precari; nonché un'attenta e meritata riflessione sulla professione del docente nel mondo scolastico.

  Paola FRASSINETTI (PdL) non può fare a meno di fare riferimento all'aumento dell'orario per gli insegnanti della scuola pubblica da diciotto a ventiquattro ore settimanali, non associato ad un incremento di stipendio, bensì soltanto a quindici giorni di vacanza estiva in più, di cui era già consuetudine fruire, sebbene in modo non ufficiale. Non si tratta, però, di una questione di risorse finanziarie: l'annoso tema della scarsissima retribuzione degli insegnanti è di per sé indipendente da questo nuovo provvedimento. Rileva che il problema è l'imposizione di un ennesimo onere ai docenti italiani, onere che umilia profondamente la loro professionalità già ripetutamente svilita. Osserva che l'idea di spremere il docente, aumentando a dismisura la quantità di lavoro in classe, senza soppesare l'inevitabile diminuzione della qualità che ciò comporterebbe, appare dunque come l'esito di un metodo erroneo da parte del Governo – appunto un metodo esclusivamente tecnico, coerente con lo stile del potere che lo ha concepito – laddove in tale ossessione per la quadratura dei bilanci si perde il legame con la realtà e la consapevolezza delle conseguenze concrete degli atti compiuti.
  Sottolinea, poi, un altro punto riguardante la volontà del Governo, che per fortuna vi ha rinunciato, di accorpare 12 enti di ricerca in uno solo. Contesta innanzitutto le modalità e l'opportunità di questa misura che in ogni caso non andava inserita nella legge di stabilità ma avrebbe avuto bisogno di un dibattito di esperti sul tema. Né può giustificarsi la scelta indicata con la motivazione che in tal modo i fondi europei arriverebbero più velocemente. Ricorda che più volte è stata evidenziata l'eccellenza e l'originalità degli enti di ricerca e non ritiene possibile poterli riformare e accorpare in pochi minuti. Rileva, altresì, che il Governo sulla cultura ha elargito 6 milioni di euro al museo MAXXI tagliando contemporaneamente tutte le altre voci; nel 2012 lo stesso Ministero aveva concesso invece solo 2 milioni. Senza alcuna vis polemica verso la nomina dell'onorevole Melandri, trova assurda una disparità di trattamento tra il MAXXI e i tanti altri istituti culturali bisognosi di fondi.

  Giovanni Battista BACHELET (PD) si associa, innanzitutto, alle considerazioni dell'onorevole Frassinetti relative alla criticabile disposizione, poi stralciata, riferita all'accorpamento degli enti di ricerca nel CNR, sbagliata sia nel merito che nel metodo, non essendoci stato un confronto col Parlamento su un tema così importante per il mondo della ricerca. Con riguardo, poi, alla disposizione relativa Pag. 78all'aumento delle ore di insegnamento per i docenti, illustra una tabella di confronto con gli altri Paesi europei da lui elaborata che chiede di allegare al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 1). Al riguardo, osserva fra l'altro, come l'applicazione della disposizione sull'aumento orario produrrebbe, fra l'altro, 30 mila posti di insegnante in meno, di modo che non si far luogo a nuove assunzioni per almeno due anni.

  Pierfelice ZAZZERA, presidente, autorizza la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna della tabella illustrata dall'onorevole Bachelet.

  Elena CENTEMERO (PdL) auspica innanzitutto che i risparmi rivenienti dalla spending review condotta dal Governo vengano utilizzati in modo adeguato e proficuo. Con riguardo, quindi, alla disposizione che aumenta l'impegno orario per il personale docente, stigmatizza la pericolosità nel messaggio che passa al Paese, ricordando che i docenti si sobbarcano anche molte ore di attività funzionale all'insegnamento. Invita, al riguardo, ad aprire una seria riflessione sul mondo della scuola, nell'ambito della quale anche le famiglie abbiano un ruolo fondamentale, ricordando la recente proposta di legge n. 953 Aprea in materia di autonomia scolastica, recentemente approvata in sede legislativa dalla Commissione cultura. Solleva quindi talune perplessità sull'efficacia del contenimento della spesa con riguardo alla disposizione recata dall'articolo 7, commi 14 e 15, del disegno di legge di stabilità, relativa all'obbligo delle convenzioni quadro Consip e del mercato elettronico della Pubblica Amministrazione per gli istituti scolastici ed universitari. Auspica, inoltre, che sia rivista la disposizione recata dall'articolo 3, comma 23, riguardante la riduzione degli assegni di sede del personale delle scuole all'estero, ricordando le riduzioni già effettuate nei precedenti esercizi finanziari. Aggiunge inoltre la necessità di ripristinare il finanziamento per le scuole paritarie. Lamenta, infine, lo stralcio della disposizione relativa all'accorpamento degli uffici scolastici regionali, che ritiene importante, chiedendo, altresì, lo stato dell'applicazione della riduzione della pianta organica, rispettivamente, del 20 per cento per i dirigenti e del 10 per cento per il rimanente personale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

  Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdCpTP) si associa alle riflessioni svolte dai colleghi, anche in relazione alle pesanti ricadute dei provvedimenti in esame sull'intero mondo della scuola, che sta vivendo profondi disagi. Fa presente che, nel corso di una trasmissione televisiva alla quale ha partecipato ieri, è stata illustrata una tabella recante indicazioni difformi rispetto a quelle contenute nel prospetto predisposto dall'onorevole Bachelet, che tuttavia considera maggiormente attendibile. Ribadisce la necessità di seguire con fermezza una nuova prospettiva culturale ed educativa della scuola, che punti su un'educazione personalizzata e valorizzi al contempo l'orario di lavoro, la carriera, la remunerazione, nonché lo status e la dignità del corpo docente, nel rispetto di quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Preannunzia, quindi, la presentazione di un emendamento volto a sopprimere l'attuale testo del provvedimento relativo all'orario dei docenti, auspicando che il Governo compia ogni sforzo possibile per reperire le risorse a copertura della somma prevista dalla spending review. Riguardo alle scuole paritarie, tema al quale faceva riferimento il collega Zazzera, dissente da quanto da lui affermato, osservando che sia le scuole statali che quelle paritarie afferiscono ad un sistema pubblico di istruzione. Rileva, altresì, che le scuole paritarie consentono di conseguire ragguardevoli risparmi di spesa; sarebbe, pertanto, inaccettabile, illogico ed inopportuno ridurre la spesa di 223 milioni di euro destinati al sostegno delle scuole paritarie. Stigmatizza, infine, che nei provvedimenti in esame non siano previsti investimenti o stanziamenti di risorse a favore dell'editoria, settore riguardo Pag. 79al quale denuncia la previsione di tagli cospicui ed ingenti.

  Paola GOISIS (LNP) osserva che la legge di stabilità 2013, al comma 42, apporta variazioni alla disciplina dell'orario di lavoro del personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado, compreso quello dei docenti di sostegno, elevandolo da 18 a 24 ore settimanali, a decorrere dal 1o settembre 2013: sei ore ulteriori, ferme restando le ore aggiuntive per attività funzionali all'insegnamento quali scrutini, ricevimento, sostegno, e così via. Rileva che, secondo la Relazione tecnica allegata alla citata legge di stabilità, alla norma consegue una riduzione della spesa di personale, in virtù dell'utilizzo delle suddette ore aggiuntive per la copertura degli spezzoni orario disponibili nell'istituzione scolastica di titolarità, per spezzoni sul sostegno e per le supplenze brevi e saltuarie. Osserva che la Relazione tecnica in parola precisa, tra l'altro, che l'utilizzo delle ore aggiuntive d'insegnamento per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie, non addurrebbe effetti positivi sui saldi di finanza pubblica. Osserva, quindi, che il venir meno della necessità di coprire gli spezzoni orario con supplenze fino al termine delle attività didattiche (anche su scuole diverse, sino a concorrenza dell'orario lavorativo) eliminerebbe di fatto 7.365 posti nella scuola secondaria di primo grado e 13.397 nella scuola secondaria di secondo grado, coperti dai precari della scuola non di sostegno. Osserva che l'incremento delle 6 ore di lavoro a carico del personale docente nominato sui posti dell'organico di diritto è compensato, così come previsto al comma 43 della legge di stabilità 2013, con un incremento di 15 giorni su base annua del periodo di ferie retribuito, riconosciuto al personale docente di tutti i gradi di istruzione, che in deroga all'attuale vincolo contrattuale, stabilisce che le ferie siano fruite nel periodo di sospensione delle lezioni, definito con delibera regionale, e comprendente le feste, gli eventuali ponti, le sospensioni natalizie e pasquali e i giorni dal 1o settembre all'inizio delle lezioni e dal termine delle lezioni al 30 giugno; ovviamente le ferie, i riposi ed i permessi spettanti al personale docente, esclusi i supplenti brevi e saltuari, devono essere obbligatoriamente fruiti in conformità al rispettivo ordinamento e non danno luogo in nessun caso alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi. Rileva, quindi, che la ratio del comma 42, come peraltro dichiarato dal Ministro Giarda, si basa sulla necessità di conseguire, ai sensi della legge n. 135 del 2012, Allegato 2, un risparmio corrispondente per il 2013 a 183 milioni di euro, per il 2014 a 173 milioni e per il 2015 a 237 milioni di euro.
  Ritiene che una prospettiva culturale e politica seria, volta a costruire una scuola più equa, più solidale e più moderna, non può considerare prioritarie le esigenze di bilancio, a scapito dei precari stabili della scuola, così come realizzato da disposizioni previste in tanti altri provvedimenti di legge: la revisione dell'orario nelle scuole superiori di secondo grado (da 40/36 ore settimanali a 32 ore, perdendo da 8 a 5 ore a settimana per classe) ha determinato l'esubero del personale docente; attualmente il numero di alunni per classe non può essere inferiore a 25-27 alunni, con la possibilità di sdoppiare la classe in presenza di oltre 40 alunni. Tutte le classi sono numerose ed è facile trovare anche 2/3 alunni diversamente abili nella stessa classe. Ciò ha creato molti «perdenti posto» e notevoli difficoltà pedagogico-didattiche dei relativi docenti, nonché di apprendimento per gli allievi. Osserva, inoltre, che la riforma dell'età pensionabile ha determinato il blocco del turn over; il mancato rinnovo del contratto, e l'assenza di scatti di anzianità, hanno determinato una notevole perdita del potere d'acquisto del salario dei docenti; il personale docente che lavora nelle scuole italiane all'estero è sensibilmente diminuito. Aggiunge che, secondo i dati della ricerca Education at a Glance che pone a confronto i sistemi educativi nell'ultimo decennio nei 37 Paesi più economicamente avanzati, nella scuola italiana, pur avendo aumentato le ore di insegnamento in questi Pag. 80ultimi dieci anni lo stipendio medio degli insegnanti è cresciuto ogni anno a partire dal 2005 del 4/5 percentualmente nella media OCDE del 15/22 per cento secondo la fascia di insegnanti (primaria, secondaria di primo e secondo grado), a causa della percentuale di spesa molto bassa che l'Italia dedica al settore della conoscenza, rispetto alla media del 6,2 per cento degli altri Paesi. Il reddito medio degli insegnanti italiani si colloca intorno a 32.000 euro lordi, rispetto ad esempio all'Inghilterra, che supera i 49.000 euro. Nell'accesso alla professione, i docenti italiani prendono quanto gli omologhi europei (28.000 euro), ma nell'ultimo anno prima della pensione perdono tra i 7.000 e gli 8.000 euro.
  Ricorda quindi che l'articolo 36 della Costituzione recita: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro». Sulla base del sopra citato principio costituzionale, non sarebbe possibile incrementare le ore di lavoro dei docenti della scuola, senza alcun onere, mantenendo invariata la retribuzione. A suo avviso, nel caso di specie, l'articolo 36 della Costituzione assume nel diritto vivente un valore di precettività, e immediata applicabilità ai rapporti contrattuali, come fonte del diritto assoluto del lavoratore. Sottolinea, inoltre, che l'articolo 39 della Costituzione prevede che il rapporto di lavoro sia regolato da un accordo tra la parte datoriale e il sindacato. Aggiunge che alcune associazioni di categoria, tra cui il Codacons, si sono dichiarate disponibili a farsi promotori di una class action. Qualora il Ministro procedesse al ripristino dell'attuale concorso per 11.542 cattedre nella scuola superiore di primo e secondo grado, rischia di vanificare le aspettative degli aspiranti. L'esercizio della riforma ordinamentale scolastica richiede la rifondazione della funzione docente, nonché la realizzazione dell'autonomia amministrativa e finanziaria delle istituzioni scolastiche, in modo tale da renderle autonome nell'organizzazione del personale docente, anche attraverso forme flessibili d'impiego previste dal codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell'impresa ai sensi dell'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. Osserva che l'impegno del Governo dovrebbe andare nella direzione di ritirare la norma in commento, anche per evitare un ulteriore taglio di posti di lavoro, prevedendo ai fini del rispetto dei vincoli finanziari che la legge n. 135 del 2012, Allegato 2, impone, la possibilità di ricorrere a soluzioni alternative, quali la contabilizzazione dei risparmi, attraverso il ricorso ai software open source, potenziale veicolo di opportunità di sviluppo, modernizzazione e ottimizzazione degli investimenti nella scuola. A suo avviso, il comma 42, qualora restasse immutato, creerebbe la ri-pubblicizzazione coatta del rapporto di lavoro della categoria docente, che dall'entrata in vigore della legge n. 421 del 1992 ha diritto a definire per via contrattuale gli aumenti retributivi corrispondenti agli impegni lavorativi.
  Osserva, quindi, che sarebbe interessante aprire un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati, in modo tale da definire il regime d'impegno totale dei docenti, rendicontando, oltre alle 18 ore curriculari, anche l'impegno connesso alla preparazione delle lezioni, alla correzione compiti, alle verifiche scritte, ai consigli di classe, agli scrutini, alla partecipazione al collegio dei docenti, ai colloqui con le famiglie, alle programmazioni e relazioni finali, all'organizzazione di varie attività. Per ricondurre le esigenze del sistema di istruzione ad un quadro di compatibilità con le risorse disponibili, nonché per soddisfare le esigenze di copertura degli spezzoni orario, osserva infine che sarebbe utile adoperarsi per costituire organici funzionali cui attribuire incarichi annuali rinnovabili, a disposizione di istituzioni scolastiche viciniore, associate in rete.

  Erica RIVOLTA (LNP) rileva come la previsione relativa all'aumento dell'orario di impegno per l'insegnamento per i docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado da 18 a 24 ore appaia paradossale, essendo basata sulla convinzione Pag. 81che il lavoro svolto dal corpo docente sia superficiale e poco impegnativo. Osserva, invece, che occorre stroncare ed abbattere tutte le storture del sistema e restituire dignità ed autorevolezza agli insegnanti, incentivandone le leve motivazionali, in considerazione dell'importante ruolo educativo da loro ricoperto ed anche alla luce del fatto che la gran parte di loro svolge la propria attività come una missione. Con riferimento al tema dell'editoria, osserva quindi che occorre evitare la chiusura di molte testate, conseguenza inevitabile se si adotta un approccio giustizialista. Auspica, inoltre, che si possano stabilire costi standard in ordine all'approvvigionamento di beni e servizi attraverso le convenzioni stipulate dalla Consip. Esprime, altresì, il suo rammarico per lo stanziamento di 1,7 milioni di euro in più rispetto al dato assestato per il 2012 a favore della Fondazione Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, nonché per il contestuale stanziamento di un importo complessivo per il Fondo unico per lo spettacolo di 11,5 milioni in meno rispetto al dato assestato per il 2012. Auspica, infine, che il Governo non ponga sui provvedimenti in esame la questione di fiducia, salvaguardando quindi il ruolo dell'istituzione parlamentare.

  Emilia Grazia DE BIASI (PD) esprime forte preoccupazione, evidenziandone la gravità, per le disposizioni contenute nel disegno di legge di bilancio per il 2013, soprattutto in ordine all'ingente riduzione di risorse stanziate a favore della missione relativa alla tutela ed alla valorizzazione dei beni e delle attività culturali e paesaggistici. Segnala, in proposito, che la somma complessivamente stanziata per il programma relativo al sostegno, alla valorizzazione e alla tutela del settore dello spettacolo, risulta essere inferiore di 17,6 milioni rispetto ad dato assestato per il 2012. Considera intollerabile, inoltre, il taglio degli stanziamenti per il Fondo unico per lo spettacolo per un importo complessivo di 400,4 milioni di euro, cifra inferiore di ben 11,5 rispetto al dato assestato per il 2012. Stigmatizza fortemente, altresì, il taglio, pari a 160.556 euro, dei contributi straordinari al Teatro comunale dell'Opera Carlo Felice di Genova, che invece si era contraddistinto per l'attivazione di contratti di solidarietà per i lavoratori. Non comprende infatti le ragioni di un accanimento così imponente e grave nei confronti di tale istituzione lirico-sinfonica, in assenza di una più compiuta riforma organica del settore. Stigmatizza, inoltre, gli ingenti tagli previsti per il programma relativo alla tutela dei beni archeologici, nonché per il programma relativo alla tutela dei beni librari, alla promozione ed al sostegno del libro e dell'editoria, per il quale è stato previsto lo stanziamento di una somma di 13,5 milioni di euro inferiore rispetto al dato assestato per il 2012, nonostante gli impegni assunti dal Ministro Profumo in sede di illustrazione delle linee programmatiche.
  Considera inoltre molto grave la scelta del Governo di disporre lo stanziamento di 1,7 milioni di euro in più rispetto al dato assestato per il 2012 a favore della Fondazione Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, contestualmente alla previsione di tagli ingenti nei confronti di biblioteche nazionali ed istituzioni sociali di rilevante importanza, come la Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza. Ricorda, quindi, i dati relativi agli esuberi nel settore dell'editoria, pari a circa 4.000 unità di personale, nonché le notizie relative al rischio di chiusura per 70 testate, sottolineando come tale situazione generi una forte crisi in un settore del quale occorrerebbe invece salvaguardare il valore costituzionale. Denuncia, quindi, il passaggio dal 4 per cento al 21 per cento dell'IVA per la transizione dal cartaceo al digitale nel settore dell'editoria scolastica. Auspica, infine, che il Governo adotti ogni iniziativa utile al fine di valorizzare il ruolo della cultura, dell'informazione e della libertà di informazione e di opinione e salvaguardi al contempo la funzione dell'istituzione parlamentare, non ricorrendo alla posizione della questione di fiducia sui provvedimenti in esame.

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  Manuela GHIZZONI, presidente e relatore, riservandosi di intervenire nella prossima seduta, auspica che i colleghi non dimentichino quanto affermato in riferimento alle misure previste nel provvedimento in esame, qualora, in un futuro prossimo, dovessero assumere diversi ruoli di maggioranza o opposizione.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA, ringraziando preliminarmente tutti i membri della VII Commissione per l'intenso e costruttivo dibattito, fa presente che il Governo intende favorire una proposta emendativa, nel corso dei lavori parlamentari, che sopprima l'attuale testo sul tema dell'orario dei docenti e che reperisca le risorse a copertura delle somme previste dalla spending review per il Ministero. Sottolinea che il Governo apprezza la ricca ed equilibrata relazione dell'onorevole Ghizzoni, che è stata largamente condivisa da tutte le forze politiche della Commissione e rileva che anche oggi è emerso un contributo culturale alto al dibattito sul tempo scuola. Ricorda che il Governo ha annotato con cura anche gli altri punti che sono stati oggetto del dibattito della Commissione sul testo presentato. Dal dibattito – che ha visto tutte le parti politiche esprimersi per un cambiamento fortemente correttivo del testo – emerge anche un'attenzione all'innovazione della scuola e della sua organizzazione e alla tenuta della centralità della scuola italiana per la crescita del Paese. Osserva, infine, che questa attenzione suggerisce un impegno comune per un patto innovativo per la scuola che coinvolge, in modo partecipativo, i docenti, le scuole autonome, le parti sociali, le associazioni.

  Il sottosegretario Roberto CECCHI si riserva di intervenire nel corso della prossima seduta, anticipando tuttavia che il Ministero per i beni e le attività culturali si sta attivando al fine di trovare una soluzione adeguata in ordine agli organismi collegiali, alla scuola archeologica italiana di Atene ed al rinnovo triennale della tax-credit. Illustra quindi una nota del Ministero recante proposte normative relative ai provvedimenti in esame, che chiede di pubblicare in allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 2).

  Manuela GHIZZONI (PD), presidente e relatore, autorizza quindi la pubblicazione della nota illustrata dal sottosegretario Cecchi, in allegato al resoconto della seduta odierna.

  La seduta termina alle 15.50.

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