CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 settembre 2012
710.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

  Giovedì 27 settembre 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria.

  La seduta comincia alle 9.05.

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5-07105 Picierno: Sul dimensionamento del liceo scientifico «Galileo Galilei» di Potenza.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Pina PICIERNO (PD), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo, che offre un quadro dettagliato e puntuale in merito alla situazione rappresentata nell'interrogazione, pur riconoscendo che le attribuzioni in materia di dimensionamento della rete scolastica sono di competenza esclusiva regionale.

5-07174 Goisis: Sull'inquadramento dei ricercatori universitari.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Paola GOISIS (LNP) si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo, che, pur fornendo precisazioni chiare e puntuali, sotto il profilo tecnico, sull'inquadramento dei ricercatori universitari, non dà indicazioni in merito alle iniziative che il ministero ritenga opportuno assumere al fine di rivedere la normativa vigente in materia.

5-07219 Bachelet: Chiarimenti sui tirocini formativi attivi (TFA).

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Giovanni Battista BACHELET (PD), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, che considera ormai tardiva, essendo stata la sua interrogazione presentata il 28 giugno 2012, ossia in data antecedente rispetto all'effettuazione dei test preliminari per l'accesso ai corsi di TFA. Pur prendendo atto che il ministero, esercitando il potere di autotutela, ha provveduto alla nomina di una commissione con l'incarico di verificare la correttezza scientifica dei test assegnati nella prova preselettiva nazionale citata, stigmatizza il fatto che nessuno dei quesiti formulati nel suo atto di sindacato ispettivo abbia ricevuto risposta adeguata. Sollecita il Governo, infine, a fornire una risposta alla sua interrogazione n. 5-07617 sul reclutamento degli insegnanti nella scuola secondaria, presentata l'8 agosto scorso.

5-07747 De Pasquale: Sulle iniziative sperimentali denominate «sezioni Primavera».

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Manuela GHIZZONI, presidente, replicando in qualità di cofirmataria, si dichiara parzialmente soddisfatta, prendendo atto dell'impegno manifestato dal Governo a mantenere l'esperienza delle sezioni Primavera e auspicando che, pur nell'attuale fase di crisi economica, le risorse finanziarie non siano sempre ricavate mediante tagli al settore della scuola. Inoltre, poiché l'impegno del Governo è stato assunto nel disegno di legge del bilancio per il triennio 2013-2015, chiede che il Governo renda pubblico quest'impegno anche con un atto formale nei confronti delle associazioni ed enti interessati all'istituzione delle sezioni Primavera, che stanno già dall'inizio dell'anno assumendo l'onere gravoso di sostenere il personale e le strutture impiegate per tale scopo. Chiede, altresì, che l'Esecutivo garantisca l'effettiva erogazione dell'apposita somma prevista nella legge di bilancio.
  Dichiara, quindi, concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.20.

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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 27 settembre 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI.

  La seduta comincia alle 13.45.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Maria COSCIA (PD), relatore, ricorda innanzitutto che, sulla base del calendario previsto nell'ambito del Semestre europeo, la legge di contabilità pubblica n. 196 del 2009 dispone che il processo di programmazione inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di Economia e Finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma contenuti nel DEF. Sulla base del Programma nazionale di riforma (PNR) e del Patto di Stabilità contenuti nel DEF in data 30 maggio 2012 la Commissione europea ha elaborato le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati. Il 10 luglio 2012 il Consiglio ECOFIN ha esaminato e approvato le raccomandazioni della Commissione. Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del DEF. Tale nota costituisce uno degli strumenti nei quali si articola il ciclo di bilancio, la cui presentazione è pertanto obbligatoria, in base a quanto dispone l'articolo 7 della sopra richiamata legge di contabilità n. 196 del 2009.
  Segnala, in particolare, che l'articolo 10-bis della legge di contabilità prevede che la Nota di aggiornamento del DEF contenga: l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo sul Programma di stabilità e al PNR; l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea; l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale; il contenuto del Patto di stabilità interno e le sanzioni da applicare in caso di mancato rispetto del Patto medesimo, nonché il contenuto del Patto di convergenza, e le misure volte a realizzare il percorso di convergenza previsto dall'articolo 18 della legge n. 42 del 2009 di attuazione del federalismo fiscale; l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati. Alla Nota di aggiornamento del DEF sono allegate le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali (Doc. LVII n. 5-bis – Allegato I, volumi 1 e 2). Con riferimento alla Nota di aggiornamento del DEF 2012, ricorda che, a seguito dell'avvio del programma di spending review, attuato con il decreto-legge 7 maggio 2012, n. 52, nell'ambito della risoluzione parlamentare di approvazione della Nota medesima dovrebbero essere indicati i disegni di legge collegati mediante cui attuare il predetto programma. Con riguardo al quadro macroeconomico, osserva che la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime formulate ad aprile sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per gli anni successivi, in considerazione del deterioramento dello Pag. 110scenario macroeconomico internazionale manifestatosi nel corso dell'anno, a seguito dell'acuirsi delle tensioni sui mercati del debito sovrano, nonché per effetto dell'incertezza che ha caratterizzato il contesto dell'area dell'euro. Nel secondo trimestre dell'anno, infatti, il commercio e la produzione mondiale hanno registrato un rallentamento rispetto al primo trimestre. L'attività economica mondiale, in realtà, anche nel primo trimestre ha comunque manifestato un ritmo moderato, frenato dalla stagnazione in Europa e dal rallentamento negli Stati Uniti. La debolezza della domanda dei paesi avanzati ha, inoltre, provocato un rallentamento anche nelle principali economie emergenti. Secondo le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale (FMI), diffuse nel World Economic Outlook Update del 16 luglio 2012, il PIL mondiale è prevista una crescita del 3,5 per cento nel 2012 e del 3,9 per cento nel 2013, circa mezzo punto in meno rispetto a quanto previsto in primavera. La Nota evidenzia come, secondo le principali organizzazioni internazionali, il rallentamento diffuso sia dovuto, da un lato, alle criticità legate alla gestione della crisi dei debiti sovrani dei paesi dell'area dell'euro, dall'altro, ai timori legati alle imminenti decisioni di politica fiscale negli Stati Uniti. In particolare, il riemergere, da aprile, delle tensioni sui mercati finanziari – con un nuovo allargamento dei differenziali tra i rendimenti delle obbligazioni emesse da alcuni Stati europei rispetto ai bund tedeschi – ha determinato, nel complesso, un deterioramento delle prospettive di crescita dell'economia europea. Nel secondo trimestre del 2012, infatti, il PIL dell'area dell'euro è diminuito dello 0,2 per cento rispetto all'andamento già «piatto» del trimestre precedente.
  Considera, quindi, che in considerazione dell'indebolimento delle prospettive economiche mondiali, la Nota di aggiornamento rivede il quadro macroeconomico per l'anno in corso e per il triennio 2013-2015, evidenziando un andamento dell'economia italiana meno favorevole rispetto alle previsioni formulate nel DEF. In particolare, per il 2012 la contrazione del PIL italiano è stimata pari al 2,4 per cento rispetto all'1,2 per cento precedentemente indicato. Una contrazione è attesa anche per il 2013, anno in cui il PIL è previsto ridursi dello 0,2 per cento, principalmente per l'effetto di trascinamento del calo registrato l'anno precedente. Negli anni successivi l'attività economica tornerebbe a crescere, dell'1,1 per cento nel 2014 e dell'1,3 per cento nel 2015, beneficiando soprattutto del miglioramento della domanda mondiale. Secondo la Nota, a partire dal 2014 comincerebbero, inoltre, ad emergere gli effetti positivi determinati dai recenti provvedimenti varati dal Governo. Il rallentamento dell'economia italiana nell'anno in corso è imputato all'effetto congiunto di fattori esogeni – come il generale indebolimento della crescita economica mondiale – e fattori interni, quali le manovre di consolidamento dei conti pubblici adottate finora dal Governo, anche per contrastare le tensioni sui titoli di Stato nazionali. Come riportato nella Nota, infatti, la congiuntura economica italiana, già penalizzata nel breve periodo dalle necessarie misure di consolidamento fiscale, è stata ulteriormente colpita dalle tensioni sui mercati finanziari e sul credito, che hanno comportato, oltre all'ampliamento dei divari tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e di quelli tedeschi, una elevata volatilità degli spread che ha scoraggiato gli investitori internazionali a detenere titoli italiani. Della situazione hanno sofferto gli istituti di credito operanti sul mercato interno, che hanno visto aumentare in maniera rilevante i propri costi di approvvigionamento, con una conseguente traslazione sui tassi di finanziamento alle famiglie e alle imprese. Inoltre, la crescita dell'offerta di credito al settore privato è gradualmente rallentata fino a dare alcuni segnali di contrazione.
  Ricorda, poi, che rispetto alle previsioni contenute nel DEF 2012, tutte le variabili del quadro macroeconomico manifestano un rallentamento. Nel dettaglio, i consumi nazionali si ridurrebbero del 2,6 per cento nel 2012 – ben più di quanto stimato nel DEF – e continuerebbero a contrarsi anche Pag. 111nell'anno successivo, attestandosi a –0,7 per cento. In tale ambito, la spesa delle famiglie residenti scenderebbe a –3,3 per cento nel 2012. Sulle decisioni di spesa delle famiglie inciderebbero l'andamento del mercato del lavoro e quello del reddito disponibile, in un contesto di fiducia attualmente ai minimi storici. Riguardo agli investimenti fissi lordi, per l'anno in corso è prevista una riduzione dell'8,3 per cento, rispetto a –3,5 per cento stimato ad aprile. La revisione al ribasso delle previsioni è ascrivibile soprattutto alla dinamica negativa degli investimenti in macchinari e attrezzature (-10,6 per cento), particolarmente sensibili alla congiuntura. Anche il settore delle costruzioni continua a manifestare una forte debolezza. Per ciò che concerne gli scambi con l'estero, le esportazioni sono previste crescere nell'anno in corso dell'1,2 per cento in linea con quanto previsto nel DEF, fornendo in tal medo un contributo positivo alla crescita. Per quanto concerne il mercato del lavoro, la Nota, sulla base degli andamenti congiunturali, rivede in senso peggiorativo le stime del tasso di disoccupazione, il quale si attesterebbe nel 2012 al 10,8 per cento (un valore più alto di circa 1,5 punti percentuali rispetto alle stime di aprile) e registrerebbe una ulteriore crescita nel 2013, raggiungendo l'11,4 per cento. Nel biennio successivo il tasso dovrebbe tornare a ridursi fino al 10,9 per cento nel 2015. Per quanto concerne l'inflazione, la Nota registra rispetto alle stime del DEF, una minore pressione inflativa nell'anno in corso, in parte determinata dallo slittamento dell'incremento delle aliquote IVA da ottobre 2012 a luglio 2013. L'inflazione programmata è pertanto stimata stabile all'1,5 per cento nel periodo considerato. L'indebolimento congiunturale dell'economia mondiale è stato segnalato dai principali organismi internazionali. Da ultimo, l'OCSE ha provveduto ad aggiornare le previsioni di crescita dei principali paesi industrializzati, nell’Interim Assessment presentato il 6 settembre 2012.
  Ricorda, poi, con riguardo al quadro di finanza pubblica, che il peggioramento del ciclo congiunturale generato dal riacutizzarsi delle tensioni sui mercati del debito sovrano con il conseguente aumento dei tassi di interesse, e dal rallentamento della crescita globale, si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica. Sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, la Nota, presenta dunque, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche, un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. Nel 2012 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche a legislazione vigente è stimato al 2,6 per cento del PIL, superando di circa 1 punto percentuale il valore indicato nel DEF. In termini strutturali, ossia al netto della componente ciclica e delle misure una tantum, il percorso di risanamento delle finanze pubbliche rimane sostanzialmente invariato rispetto a quanto programmato nel DEF 2012 per gli anni 2012 e 2013 Il nuovo quadro di finanza pubblica tiene altresì conto degli interventi contenuti nel decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito nella legge n. 135 del 2012, sulla spending review e nel decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 in materia sanitaria, in corso di conversione. In particolare, il decreto-legge n. 95 del 2012 mira a rafforzare la correzione strutturale degli andamenti tendenziali della spesa, operandone una correzione pari complessivamente, nel quadriennio 2012-2015, a circa 39 miliardi di euro, destinati in parte prevalente a compensare il differimento dell'incremento delle aliquote IVA, precedentemente previsto a decorrere dall'ottobre del 2012 ed, in parte residuale, a finanziare alcune spese impreviste o indifferibili (terremoto Emilia, missioni di pace internazionali ed altro); viene inoltre ridotto di circa 0,6 miliardi l'indebitamento netto per il 2012 e per il 2015. Il quadro di finanza pubblica riportato nel DEF dell'aprile 2012, che prevedeva il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2013, con un indebitamento netto strutturale pari allo 0,6 per cento del PIL, viene sostanzialmente confermato nella Nota di aggiornamento: pur in presenza di un deterioramento dei dati finanziari, con un indebitamento netto tendenziale che peggiora di 0,9 punti nell'anno in corso Pag. 112(dall'1,7 al 2,6 per cento del PIL) e di 1,1 punti nell'anno successivo (dallo 0,5 all'1,6 per cento), in termini strutturali, nel 2013, il valore strutturale dell'indebitamento medesimo si prevede comunque in pareggio, rimanendo pressoché stabile nel prosieguo. Il peggioramento dei dati di finanza pubblica rispetto alla situazione prevista in aprile, come dettagliatamente esposto nella successiva tavola sul conto economico della PA, è correlato: a) ad una evoluzione delle entrate meno favorevole del previsto; b) ad un maggior costo del debito. Tali voci trovano tuttavia parziale compensazione in una dinamica più contenuta di alcune voci di spesa, in particolare redditi da lavoro dipendente e consumi intermedi.
  Osserva, ancora, che negli anni successivi l'indebitamento tende a ridursi progressivamente, pur posizionandosi su valori più elevati di quelli previsti nel DEF, con un valore finale al 2015 pari all'1,4 per cento (anziché zero, come indicato ad aprile). In termini strutturali, tuttavia, lungo tutto il periodo di previsione, il saldo in questione si conferma sostanzialmente in linea con l'obiettivo di medio periodo di bilancio in pareggio. Concorre al miglioramento del deficit l'incremento dell'avanzo primario, in progressivo aumento dal 2,9 per cento del PIL previsto per quest'anno al 4,8 per cento del 2015. In tal senso opera l'andamento delle entrate, atteso che: a) le entrate finali si situano, all'inizio ed alla fine del periodo considerato, su un valore del 48,9 per cento di PIL, e su valori ancor maggiori nei due anni intermedi (49,6 nel 2013 e 49,1 per cento nel 2014), in relazione alle modalità di aumento delle aliquote IVA stabilite dal decreto-legge n. 95 del 2012, che, com’è noto, ne ha previsto l'incremento di 2 punti percentuali nel semestre luglio-dicembre 2013 e la successiva riduzione di un punto dal 1o gennaio 2014; b) le spese finali al netto interessi sono previste decrescere di circa 2 punti percentuali di PIL, passando dal 46 per cento del 2012 al 44 per cento nel 2015, in virtù sia delle misure di contenimento introdotte nel corso del 2011, sia degli effetti di razionalizzazione avviati con la spending review. Per quanto concerne la spesa per interessi, le tensioni sui mercati finanziari, con le conseguenti ripercussioni sul debito pubblico, ne comportano un aumento dal 5,5 per cento di PIL nel 2012 al 6,3 per cento nel 2015 (rispetto al 4,9 per cento nel 2011), in crescita rispetto alle stime DEF lungo tutto il periodo d'esame. Per quanto concerne, infine, la pressione fiscale, essa registra quest'anno un consistente aumento di più di 2 punti percentuali di PIL, passando dal 42,5 per cento del 2011 al 44,7 per cento. Nel 2013 la crescita della pressione fiscale proseguirebbe fino al 45,3 per cento per poi tornare nel 2015 al valore iniziale del periodo (44,6 per cento), in linea con la prevista variazione delle aliquote Iva. Per quanto concerne il rapporto debito pubblico/PIL, il nuovo quadro indica un incremento nel 2012, a causa della revisione da parte della Banca d'Italia del consuntivo 2010 e 2011 e del peggioramento delle previsioni di crescita. Il livello del rapporto debito/PIL si attesterebbe al 126,4 per cento per l'anno in corso, con un lieve ulteriore rialzo nel 2013, dove verrebbe raggiunto il valore massimo del 127,1 per cento. Soltanto a partire dal 2014, il rapporto debito/PIL è previsto seguire un andamento decrescente. Nella Nota, il Governo delinea il suo impegno alla riduzione del debito pubblico, secondo il profilo programmatico illustrato nella tabella che segue, esprimendo la volontà di dare attuazione nei prossimi mesi agli strumenti creati per procedere alla valorizzazione e successiva dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili sia delle partecipazioni pubbliche, che dovrebbero garantire un ammontare di proventi pari a circa 1 punto percentuale di PIL all'anno.
  Con riguardo, in particolare alle competenze della Commissione cultura, segnala che l'Allegato I contiene le relazioni sulle spese di investimento e sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali di spesa, con riguardo sia al Ministero dell'università e della ricerca scientifica, alle pagine 551 e seguenti, sia al Ministero Pag. 113per i beni e le attività culturali, alle pagine 725 e seguenti. Per quanto concerne, nel dettaglio, l'attività del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ricorda che la Nota evidenzia che il Ministero destina un'ampia quota di finanziamento a due bandi di prossima emanazione relativi a «Cluster» nazionali e «Smart cities» per le regioni non rientranti nell'obiettivo Convergenza. Per il primo, si indica una destinazione di risorse provenienti dal Fondo agevolazione alla ricerca pari a 360 milioni di euro, ai quali si aggiungo 40 milioni di euro provenienti dal PON; per il secondo, saranno destinati circa 700 milioni di euro sempre a valere sul Fondo agevolazione alla ricerca. Tali iniziative esauriranno le disponibilità finanziarie a valere sul suddetto fondo, che per il 2012 non ha trovato copertura, di guisa che la Nota ritiene auspicabile prevedere, in uno dei prossimo provvedimenti normativi, un rifinanziamento del Fondo che ad oggi conta solo sui rientri del credito agevolato, che ammontano a circa 120 milioni di euro, mentre nel 32011 la capienza del Fondo era di ben oltre un miliardo. La Nota, poi, indica che nel triennio 2013-2015 saranno poste in essere azioni per il rilancio della ricerca libera negli atenei e negli enti di ricerca, per favorire il ricambio generazionale, con bandi a favore dei giovani ricercatori, ciò al fine di rafforzare le basi scientifiche nazionali, anche per una più efficace partecipazione alle iniziative relative ai Programmi Quadro dell'Unione europea, in relazione agli obiettivi di Horizon 2020. Con riguardo all'istruzione scolastica, osserva infine che si prevede un'implementazione delle azioni relative al Piano nazionale Scuola digitale. Per quanto concerne l'attività del Ministero per i beni e le attività culturali, ricorda che la Nota segnala, fra l'altro, gli investimenti volti a favorire l'evoluzione del Servizio bibliotecario nazionale attraverso il passaggio a SBN-WEB, nuovo applicativo che dovrebbe ridurre i costi informatici per licenze e manutenzione, permettendo di investire nello sviluppo della rete e nel mantenimento di un alto livello di assistenza sistemistica, necessario per assicurare il funzionamento ininterrotto del Catalogo nazionale. Per quanto riguarda le attività di tutela dei beni culturali, la Nota evidenzia che, anche con riguardo ai capitoli afferenti ai fondi LOTTO, ai sensi dell'articolo 3, comma 83, della legge 662 del 1996, considerati i tagli subìti negli ultimi anni, solo parzialmente compensati dalle risorse aggiuntive del decreto-legge n. 34 del 2011, gli interventi su cui si concedono finanziamenti rivestono maggiormente il carattere dell'urgenza piuttosto che quello della prevenzione e della salvaguardia dei beni culturali.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e di istruzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Serbia, fatto a Roma il 13 novembre 2009.
C. 5421 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdCpTP), relatore, osserva che il disegno di legge in esame, d'iniziativa del Governo e che il Senato ha approvato il 7 agosto scorso, reca l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo italo-serbo di cooperazione in materia di cultura ed istruzione, firmato a Roma il 13 novembre 2009. L'Accordo in esame è volto a realizzare un nuovo quadro normativo di riferimento volto a disciplinare ogni forma di cooperazione culturale tra il Governo italiano e quello di Belgrado, sostituendo il pregresso Accordo culturale italo-jugoslavo, nel quale la Serbia era subentrata quale Stato successore, appunto, dell'ex Jugoslavia, firmato a Roma il 3 dicembre 1960 e autorizzato alla ratifica con la legge n. 1865 del 1962. Pag. 114In particolare, ricorda che l'Accordo, che si compone di un Preambolo e 18 articoli, contiene, agli articoli da 1 a 3, l'enunciazione degli scopi e dei principali settori di cooperazione previsti. Il successivo articolo 5 prevede espressamente il sostegno di ciascuna Parte contraente all'attività degli istituti di cultura dell'altra Parte, e, da parte serba, dei Comitati della Società Dante Alighieri per la tutela e la diffusione della lingua italiana nel mondo. Le Parti sono chiamate a cooperare mediante scambi di artisti, studiosi, docenti universitari e studenti, e verrà dato impulso alla cooperazione tra istituzioni universitarie e di ricerca culturale dei due Paesi; inoltre, si promuoverà la collaborazione nei settori bibliotecario e archivistico, nonché fra i rispettivi enti radiofonici e televisivi. Infine, sarà posta particolare attenzione ai profili bilaterali nel campo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, e si promuoverà inoltre la traduzione e la pubblicazione di opere letterarie e scientifiche dell'altra Parte contraente, con particolare riguardo alle scienze umane e sociali e al settore archeologico. Nel particolare ambito dell'istruzione, si mirerà anzitutto ad una maggiore reciproca comprensione dei rispettivi patrimoni artistici e culturali: ciò verrà perseguito mediante l'insegnamento della lingua e letteratura dell'altra Parte contraente. Verranno inoltre incentivati gli scambi di informazioni e pubblicazioni a carattere scientifico concernenti l'insegnamento delle rispettive lingue, nonché informazioni sui due sistemi di istruzione. Lettori e assistenti di ciascuna delle due lingue verranno scambiati in regime di reciprocità, e vi sarà collaborazione anche per la formazione di docenti nella lingua dell'altra Parte contraente.
  Ricorda che è prevista, sempre in regime di reciprocità, la concessione di borse di studio di livello universitario e post-universitario per lo svolgimento di studi e ricerche. Le istituzioni di alta formazione artistica, musicale, coreutica e del design faranno parte anch'esse della collaborazione tra i due Paesi nel settore dell'istruzione, attraverso lo studio comparativo dei rispettivi programmi e metodi e la realizzazione di progetti congiunti anche di livello europeo. È infine contemplata la collaborazione fra istituti scolastici, istituti di istruzione superiore e accademico, nell'ambito della quale si prevede la realizzazione di progetti e accordi interuniversitari diretti, oltre allo scambio di docenti e ricercatori e alla realizzazione di ricerche congiunte. Nel settore artistico, ai sensi dell'articolo 6, le Parti cureranno l'organizzazione di manifestazioni, convegni ed eventi nelle differenti discipline, facilitando la mobilità delle persone interessate tra i due Paesi e la loro eventuale partecipazione a programmi di livello europeo o regionale. Per quanto concerne il profilo della tutela del patrimonio culturale intesa come recupero e valorizzazione, le Parti coopereranno nei settori del restauro dei beni culturali e paesaggistici – con particolare attenzione alla ricerca, segnalazione e tutela dei monumenti italiani in Serbia e di quelli serbi in Italia –, e promuoveranno la collaborazione anche nel settore architettonico e urbanistico. L'articolo 9 riguarda la protezione del patrimonio culturale dei due Paesi, sotto il profilo del contrasto ai traffici illeciti di elementi del patrimonio culturale medesimo, rispetto al quale le Parti richiamano espressamente la Convenzione UNESCO del 1970 in materia, della quale sia l'Italia che la Serbia – sempre come Stato successore della ex Jugoslavia – sono Parti, nonché la Convenzione UNIDROIT del 1995 e quella dell'UNESCO del 2001 a protezione del patrimonio culturale subacqueo, oltre agli altri strumenti internazionali in materia alle quali le due Parti abbiano aderito. Segnala, in proposito, che il riferimento alla Convenzione UNIDROIT del 1995 e a quella dell'UNESCO del 2001 appare congruo in virtù del ricorso alla formulazione «tenendo in considerazione» i princìpi» recati da dette due convenzioni: a differenza del nostro Paese, infatti, la Serbia non risulta Parte questi accordi. Osserva, quindi, che completano l'Accordo la previsione di un incoraggiamento agli scambi giovanili e alle attività sportive, e di una crescita ne collaborazione tra i rispettivi Enti territoriali e Pag. 115Regioni. Ai sensi dell'articolo 14, le Parti si impegnano a una comune azione a favore dei diritti umani, in particolare contro il razzismo e le altre forme di discriminazione, mediante l'organizzazione di conferenze e seminari. L'articolo 15 prevede, come per altri analoghi accordi bilaterali, l'istituzione di una Commissione mista per il monitoraggio dell'attuazione dell'Accordo e la messa a punto di programmi esecutivi pluriennali; la Commissione, che si riunirà alternativamente in Italia e in Serbia, nelle rispettive capitali, potrà anche sottoporre alle Parti le modifiche all'Accordo che si rendessero eventualmente necessarie. Gli articoli da 16 a 18 contengono le clausole finali dell'Accordo, il quale avrà durata illimitata, con facoltà di ciascuna delle Parti di denunciarlo in qualsiasi momento: la denuncia avrà effetto sei mesi dopo la notifica. L'Accordo potrà anche essere modificato con il consenso delle due Parti, le quali si impegnano altresì a risolvere mediante negoziato le eventuali controversie sull'interpretazione o l'applicazione dell'Accordo. All'entrata in vigore dell'Accordo è prevista esplicitamente la cessazione della validità dell'Accordo culturale italo jugoslavo del 3 dicembre 1960.
  Ricorda, poi, che il disegno di legge di ratifica si compone di quattro articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo tra Italia e Serbia del 13 novembre 2009, in materia di cooperazione culturale e istruzione. L'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'Accordo, che sono valutati in 340.300 euro a decorrere dal 2012, oltre a 22.900 euro per il 2012 e il 2013, e a 26.320 euro a decorrere dal 2014. La copertura di tali oneri è reperita a valere sullo stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell'ambito del Programma «Fondi di riserva e speciali» dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli Affari Esteri. In base al comma 2, secondo quanto previsto dalla legge di contabilità generale dello Stato n. 196 del 2009 ai sensi dell'articolo 17, comma 12, viene disposta una specifica clausola di salvaguardia a fronte di scostamenti rispetto agli oneri previsti rilevati in sede di monitoraggio dal Ministro degli Affari esteri, dal Ministro per i beni e le attività culturali e dal Ministro dell'istruzione, università e ricerca, che ne riferiscono al Ministro dell'economia e delle finanze. Quest'ultimo provvede, per gli oneri relativi alle spese di missione, mediante riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dal monitoraggio, delle dotazioni finanziarie di parte corrente – aventi natura di spese rimodulabili secondo la definizione fornita dall'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge n. 196 del 2009 – destinate alle spese di missione nell'ambito del pertinente Programma di spesa di ciascun dicastero interessato. Per l'anno in cui si verifica lo scostamento sarà ridotto per pari importo il limite del 50 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2009 posto alle spese per missioni delle Pubbliche amministrazioni dal decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010. Sulle cause degli scostamenti e l'attuazione delle misure previste nel comma 2 il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce senza ritardo con apposita relazione alle Camere. L'articolo 4, infine, dispone l'entrata in vigore della legge per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  Propone, quindi di deliberare un parere favorevole sul provvedimento in esame.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia, con Allegato, fatto a Roma il 21 dicembre 2009.
C. 5422 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Pag. 116

  Walter TOCCI (PD), relatore, osserva che il disegno di legge in esame, di iniziativa del Governo e che il Senato ha approvato il 7 agosto 2012, reca l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo italo-serbo di cooperazione scientifica e tecnologica, firmato a Roma il 21 dicembre 2009. L'Accordo in esame è volto a realizzare un nuovo quadro normativo di riferimento volto a disciplinare ogni forma di collaborazione scientifica e tecnologica tra i Governi della Repubblica italiana e della Serbia, sostituendo il precedente Accordo sulla materia tra Italia e Jugoslavia, nel quale la Serbia era subentrata quale Stato successore, appunto, della ex Jugoslavia, e che era stato firmato a Roma il 10 luglio 1980. Ricorda che l'accordo in esame si compone di un breve preambolo, di 12 articoli e di un Allegato, che è parte integrante dell'Accordo. L'articolo 1 impegna le Parti a favorire la cooperazione nei settori della scienza e della tecnologia, in conformità con le rispettive legislazioni nazionali e su base paritaria, privilegiando in modo particolare le iniziative suscettibili di dar vita a vantaggio reciproco. L'articolo 2 stabilisce che la cooperazione avverrà specialmente in alcune aree, fra le quali la fisica, la chimica e la biologia; le tecnologie dell'informazione e le telecomunicazioni; le nano e le biotecnologie; l'agricoltura e l'industria alimentare; l'ambiente e l'energia; la biomedicina; le tecnologie per la conservazione ed il restauro dei beni culturali. L'articolo 3 prevede che le Parti favoriscano specifiche intese tra università, centri di ricerca ed imprese delle due Parti contraenti, che operino nei settori di cui al precedente articolo 2: tali intese conterranno anche i termini procedurali e le condizioni finanziarie relative all'esecuzione di programmi e ricerche congiunti, che ciascuna delle Parti favorirà assicurando assistenza e servizi adeguati al personale dell'altra Parte contraente in essi impegnato.
  Segnala, poi, che in base all'articolo 4, poi, la cooperazione di cui al presente Accordo si attuerà nelle seguenti forme – fatta salva la possibilità per le Parti di individuarne successivamente delle altre: scambio di studenti, di ricercatori, di specialisti e di esperti; organizzazione di conferenze e simposi scientifici, seminari, tavole rotonde ed altre manifestazioni a carattere scientifico e tecnologico; ricerche comuni su progetti di reciproco interesse; scambi di informazione e di documentazione scientifica; concessione di borse di studio a livello tecnico, universitario e post-universitario. Gli articoli 5 e 6 riguardano rispettivamente l'impulso che le Parti forniranno alla collaborazione tra università e istituti di ricerca di livello superiore; nonché all'elaborazione di comuni progetti di ricerca suscettibili di confluire nei programmi dell'Unione europea e di altri Organismi internazionali. Le disposizioni a tutela della proprietà intellettuale sono contenute nell'Allegato I, cui l'articolo 7 fa rinvio. In base all'Allegato I, le Parti si impegnano affinché venga assicurata una adeguata protezione della proprietà intellettuale creata nel corso della collaborazione bilaterale, che diverrà possesso comune degli attori della ricerca. Anche le informazioni create nel corso di progetti di cooperazione scientifica e tecnologica, e non soggette alla proprietà intellettuale, non verranno trasmesse a terzi se non di comune accordo. Viene istituita, all'articolo 8, una Commissione mista per la cooperazione scientifica e tecnologica, con il compito di monitorare lo stato di esecuzione della cooperazione scientifica e tecnologica, stabilire programmi pluriennali e monitorarne l'attuazione. La Commissione mista si riunirà in base ad intese da raggiungere per via diplomatica, alternativamente nei due Paesi. In seno alla Commissione potranno essere istituiti gruppi di lavoro permanenti, e potranno essere sentiti esperti su specifici problematiche.
  Osserva, quindi, che l'articolo 9 contiene una clausola di salvaguardia degli impegni contratti dalle Parti in virtù di Convenzioni multilaterali o Accordi bilaterali, compresi i vincoli dell'Italia in ragione della sua appartenenza all'Unione europea. Eventuali controversie, ai sensi dell'articolo 10, verranno risolte mediante consultazioni diplomatiche tra le Parti. Gli Pag. 117articoli 11 e 12, infine, riguardano l'entrata in vigore, la durata e le procedure di emendamento dell'Accordo: in particolare, la validità di esso è quinquennale, con rinnovi taciti di pari durata, a meno che una delle Parti non notifichi all'altra la volontà di recedere, con effetto 12 mesi dopo la notifica stessa. L'Accordo potrà essere emendato consensualmente dalle Parti. La denuncia o le modifiche, comunque, non avranno effetto sull'esecuzione dei programmi in corso. È inoltre prevista la cessazione della validità dell'Accordo italo-jugoslavo di analoga materia, firmato il 10 luglio 1980 a Roma, a partire dalla data di entrata in vigore del presente Accordo. Ricorda, infine, che il disegno di legge di ratifica in esame si compone di quattro articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo tra Italia e Serbia del 21 dicembre 2009, in materia di cooperazione scientifica e tecnologica. L'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'Accordo, che sono valutati in 35.000 euro per il 2012 e il 2013, e in 37.940 euro a decorrere dal 2014; vi sono inoltre le spese che comporta l'articolo 4 dell'Accordo, valutate in 172.320 euro a decorrere dal 2012. La copertura di tali oneri è reperita a valere sullo stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell'ambito del Programma «Fondi di riserva e speciali» dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli Affari Esteri. In base al comma 2, secondo quanto previsto dalla legge di contabilità generale dello Stato, ai sensi dell'articolo 17, comma 12, della legge n. 196 del 2009, viene disposta una specifica clausola di salvaguardia a fronte di scostamenti rispetto agli oneri previsti rilevati in sede di monitoraggio dal Ministro degli Affari esteri e dal Ministro dell'istruzione, università e ricerca, che ne riferiscono al Ministro dell'economia e delle finanze. Quest'ultimo provvede, per gli oneri relativi alle spese di missione, mediante riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dal monitoraggio, delle dotazioni finanziarie di parte corrente – aventi natura di spese rimodulabili secondo la definizione fornita dall'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge n. 196 del 2009 – destinate alle spese di missione nell'ambito del pertinente Programma di spesa di ciascun Ministero interessato. Per l'anno in cui si verifica lo scostamento sarà ridotto per pari importo il limite del 50 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2009 posto alle spese per missioni delle pubbliche amministrazioni dal decreto-legge n. 78 del 31 maggio 20101. Sulle cause degli scostamenti e l'attuazione delle misure previste nel comma 2 il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce senza ritardo con apposita relazione alle Camere. L'articolo 4, infine, dispone l'entrata in vigore della legge per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  Propone, quindi di deliberare un parere favorevole con condizione sul provvedimento in esame (allegato 5).

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizione del relatore.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Bureau International des Expositions sulle misure necessarie per facilitare la partecipazione all'Esposizione Universale di Milano del 2015, fatto a Roma l'11 luglio 2012.
C. 5446 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Paola FRASSINETTI (PdL), relatore, osserva che il disegno di legge A.C. 5446, di iniziativa del Governo, reca l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo tra l'Italia e il Bureau International des Expositions (BIE) sulle misure necessarie per facilitare la partecipazione all'Esposizione Universale di Milano del 2015, fatto a Roma l'11 Pag. 118luglio 2012. Rileva che si tratta di un «accordo di sede» tra il Governo italiano e il BIE finalizzato a determinare i meccanismi che faciliteranno la partecipazione di Stati, Organizzazioni Internazionali, soggetti pubblici e privati di tutto il mondo all'Expo Milano 2015, anche garantendo loro le necessarie condizioni fiscali e operative secondo la prassi già invalsa in precedenti edizioni. Come evidenziato nella relazione che accompagna il provvedimento, nel Dossier di registrazione, trasmesso nell'aprile 2010 dalle autorità italiane al Segretario generale del BIE, l'Italia si è impegnata a procedere alla stipulazione di un accordo di sede, analogamente a quanto avvenuto tra Spagna e BIE in occasione dell'esposizione di Saragozza 2008. Le disposizioni inserite nel testo dell'Accordo trovano quindi fondamento in impegni derivanti dalla Convenzione di Parigi del 1928, in impegni assunti dall'Italia con il Dossier di registrazione, approvato dal BIE nel corso della 148o Assemblea generale del 23 novembre 2010, e nella prassi adottata dai Paesi ospitanti nelle precedenti esposizioni universali. Rammenta che le esposizioni organizzate con il Bureau International des Expositions, che non hanno natura commerciale, comportano obblighi precisi a carico di chi le ospita, stabiliti dalla Convenzione di Parigi del 1928 e dai Regolamenti dello stesso Bureau. La Convenzione di Parigi del 22 novembre 19281 è lo strumento giuridico che disciplina l'organizzazione delle Expo e fornisce le garanzie necessarie ad assicurare sia una buona organizzazione sia un'adeguata partecipazione a tali eventi globali. La Convenzione, per adeguarsi al mutare dei contesti economici, ha subito diversi interventi di aggiornamento da parte del BIE.
  Quanto al contenuto, ricorda che l'Accordo consta di un breve preambolo e di 25 articoli. L'articolo 1 contiene una serie di definizioni indispensabili per la corretta comprensione e attuazione dell'Accordo. L'articolo 2 esplicita l'oggetto dell'Accordo, finalizzato a favorire il successo dell'Esposizione. L'articolo 3 precisa la responsabilità del BIE in ordine al rispetto delle disposizioni della Convenzione di Parigi in relazione all'Expo Milano 2015. Ai sensi dell'articolo 4 il Commissario Generale dell'Expo 20153 rappresenta il Governo italiano nei confronti del BIE e, in conformità alla normativa italiana, è garante della realizzazione dell'esposizione. L'articolo 5 definisce le responsabilità dell'Organizzatore, che è una società di interesse nazionale l'attuazione del cui oggetto sociale costituisce un impegno assunto dal Governo italiano nei confronti del BIE, da effettuarsi nel limite delle risorse preordinate a tale finalità. L'articolo 6 disciplina l'ingresso e il soggiorno dei vari rappresentanti dei partecipanti all'Expo. In particolare il comma 2 prevede il rilascio, da parte del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica a talune categorie di soggetti, di una carta di identità a validità limitata, che li esime dal rilascio del permesso di soggiorno. L'articolo 7 prevede che «Expo Milano 2015 spa», che è Organizzatore dell'evento, possa chiedere al Ministero dello Sviluppo economico l'assegnazione di frequenze radiomobili limitatamente alle attività connesse all'Expo e per il periodo gennaio 2013-marzo 2016 e a titolo gratuito, a valere sulle risorse preordinate dell'Organizzatore medesimo. Con l'articolo 8 si dispone in tema di assicurazione obbligatoria contro terzi. L'articolo 9 individua le prerogative dei Commissari generali di sezione (ossia i rappresentanti nominati da ciascuno Stato o organizzazione partecipante), i quali potranno stipulare contratti, acquisire e cedere beni immobili, stare in giudizio. L'articolo 15 riconosce le medesime prerogative ai partecipanti non ufficiali (ossia ogni entità giuridica nazionale o estera autorizzata a partecipare: in particolare amministrazioni pubbliche territoriali, aziende e organizzazioni della società civile).
  Osserva, quindi, che ai sensi dell'articolo 10 i Commissariati generali di Sezione sono esenti dall'imposta sui redditi delle società (IRES) e dall'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), limitatamente alle attività istituzionali (e non commerciali) poste in essere nell'ambito Pag. 119dell'Expo 2015 (comma 1); il comma 2 dispone l'esenzione dal pagamento dell'imposta municipale propria (ove applicabile) per i fabbricati appartenenti ai Commissariati generali di Sezione situati all'interno dell'area destinata all'Esposizione; il comma 3 stabilisce l'esenzione dal pagamento di imposte di bollo, di registro, ipotecarie e catastali per gli atti, le transazioni e le operazioni finanziarie relativi agli acquisti di beni e servizi necessari ai Commissariati generali di Sezione per il perseguimento dei propri fini istituzionali non commerciali; la norma dispone, altresì, la non imponibilità, ai fini IVA per le prestazioni di servizi e le cessioni di beni, territorialmente rilevanti in Italia (comma 5), l'esenzione dall'accisa sull'energia elettrica e sul gas naturale (comma 6), dall'imposta provinciale di trascrizione e dalla tassa automobilistica di possesso sui veicoli nonché una limitata esenzione dalle accise su carburanti e veicoli (comma 9). L'articolo 11 dispone in materia di assicurazioni sociali e sanitarie per il personale delle Sezioni. L'articolo 12 prevede l'esenzione da ogni forma di tassazione diretta sul reddito derivante da fonti al di fuori della Repubblica italiana, nonché sui salari, emolumenti, indennità pagati dai Commissariati generali o per loro conto in corrispettivo dell'attività lavorativa svolta in occasione dell'Esposizione per il personale delle Sezioni che non abbia la cittadinanza italiana o la residenza permanente nel territorio italiano. L'articolo 13 stabilisce il riconoscimento delle patenti di guida rilasciate da autorità estere al personale delle Sezioni.
  Evidenzia, in particolare, che con l'articolo 14 si dispone in tema di frequenza al sistema scolastico nazionale e di accoglimento, dietro richiesta, di un minimo flusso di studenti da parte delle istituzioni scolastiche nei limiti delle risorse preordinate allo scopo e disponibili a legislazione vigente.
  L'articolo 16 dispone il regime di esenzione per i partecipanti non ufficiali; in particolare si tratta di esenzione da IRES e IRAP nell'ambito delle attività non commerciali svolte all'interno del proprio spazio espositivo (comma 1); dal pagamento dell'imposta municipale propria (ove applicabile) per i fabbricati posseduti situati all'interno dell'area destinata all'Expo (comma 2); dalle imposte di bollo, registro, ipotecarie e catastali degli atti, delle transazioni e delle operazioni finanziarie relativi ai fabbricati (comma 3). Gli articoli 17 e 18 completano il quadro delle disposizioni relative al personale dei Partecipanti non ufficiali. L'articolo 19 individua le agevolazioni fiscali per l'Organizzatore; in particolare il comma 4 dispone l'esenzione dall'IRES per i contributi erogati dallo Stato e da enti pubblici; il comma 5 prevede la riduzione dei prelievi per l'occupazione di spazi e aree pubbliche e diffusione di messaggi pubblicitari; il comma 6 stabilisce l'esenzione da imposte di bollo, il registro, ipotecarie e catastali, per atti e transazioni concernenti terreni e fabbricati necessari all'Organizzatore per la realizzazione dell'Expo. L'articolo 20 individua le agevolazioni fiscali per il Proprietario (ossia la Società AREXPO spa, titolare delle aree del sito espositivo di Expo Milano 2015 sulle quali è costituito un diritto di superficie a favore dell'Organizzatore). Gli articoli da 21 a 25, infine, riportano le clausole finali dell'Accordo. In particolare, per quanto concerne le competenze della Commissione cultura, ricorda che l'articolo 21 prevede la creazione di una fondazione o di un centro volto a garantire l'eredità tematica di Expo Milano 2015 senza oneri per lo Stato. Gli articoli 23 e 24 prevedono, per la soluzione delle controversie, una clausola arbitrale sulla base delle disposizioni della Convenzione di Parigi del 1928 ovvero un arbitrato previsto dagli atti del BIE. L'articolo 25 prevede che l'Accordo entri in vigore alla data di conferma della ricezione della seconda delle due notifiche con cui le Parti si comunicano l'avvenuto espletamento delle rispettive procedure interne di ratifica. L'Accordo rimarrà in vigore sino al 30 giugno 2016, ad eccezione del comma 6 dell'articolo 19, che resterà in vigore sino al 30 aprile 2017.
  Osserva, poi, che con riguardo al contenuto del disegno di legge di ratifica, esso Pag. 120si compone di quattro articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo tra l'Italia e il Bureau International des Expositions sulle misure necessarie per facilitare la partecipazione all'Esposizione Universale di Milano del 2015. L'articolo 3 è dedicato alla copertura finanziaria degli oneri e reca l'autorizzazione di spesa pari a euro 135.000 per il 2014 ed euro 315.000 per il 2015. Tali fondi si rinvengono mediante corrispondente riduzione, nella misura di 315.00 euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell'ambito del Programma Fondi di riserva e speciali dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri. Rileva, al riguardo, che la riduzione degli stanziamenti per copertura complessiva degli oneri attuativi del provvedimento, pari a 600.000 euro (315.000 euro per il 2014 ed altrettanti per il 2015), appare superiore agli oneri stessi, stimati complessivamente in 450.000 euro (135.000 euro per il 2014 e 315.000 per il 2015). L'articolo 4, infine, dispone l'entrata in vigore della legge per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  Propone, quindi di deliberare un parere favorevole sul provvedimento in esame.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

  La seduta termina alle 14.10.

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 27 settembre 2012.

Audizione informale di rappresentanti del Coordinamento Nazionale Diplomati Magistrali, in merito all'idoneità dei diplomi magistrali ai fini dell'inserimento in graduatoria.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.40 alle 15.15.

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 27 settembre 2012.

Audizione informale di rappresentanti di associazioni di docenti universitari, sui processi di valutazione per le abilitazioni alla docenza universitaria.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 15.15 alle 16.55.

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