CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 agosto 2012
693.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
Pag. 399

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 1o agosto 2012. — Presidenza del presidente Paolo RUSSO, indi del vicepresidente Angelo ZUCCHI.

  La seduta comincia alle 10.30.

DL n. 95/2012: Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini.
C. 5389 Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

  Paolo RUSSO, presidente, avverte che la Commissione, in base al calendario dei lavori della Commissione Bilancio, è chiamata ad esprimere il parere entro il primo pomeriggio di oggi. A tal fine, prospetta la possibilità di avviare l'esame ora e di proseguirlo al termine delle audizioni informali previste a partire dalle ore 13, per procedere alla deliberazione del parere.

  Vincenzo TADDEI (PT), relatore, rileva che il decreto-legge n. 95 del 2012 si inserisce nell'ambito di uno sforzo complessivo dell'Italia – così come della gran parte degli altri Paesi europei – di riduzione strutturale e razionalizzazione delle spese, attraverso la ottimizzazione delle procedure e delle articolazioni dello Stato. Il testo trasmesso dal Senato incorpora inoltre il contenuto del decreto-legge n. 87, recante misure urgenti in materia di efficientamento, valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, di razionalizzazione dell'amministrazione economico-finanziaria, nonché misure di rafforzamento del patrimonio delle imprese del settore bancario.
  Il testo in esame contiene, dunque, il complessivo apparato di disposizioni adottate dal Governo e finalizzate alla revisione della spesa pubblica, da operare senza alcuna variazione dei servizi offerti ai cittadini. Obiettivo generale indicato dal Governo è quello di iscrivere il funzionamento dell'apparato statale in un quadro razionale di valutazione e programmazione, tramite un'operazione strutturale che coinvolge le procedure e le articolazioni dell'apparato stesso. Al contempo, i risparmi conseguiti sono altresì utilizzati per ulteriori finalità, tra cui, in particolare, la necessità di posticipare l'aumento delle aliquote IVA – allo scopo di non aggravare la già sfavorevole congiuntura economica – e di salvaguardare un ulteriore contingente di soggetti cosiddetti «esodati», nonché di provvedere alle esigenze connesse agli eventi sismici verificatisi in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
  I contenuti del decreto-legge n. 95 attengono, in particolare: alla riduzione della spesa delle pubbliche amministrazioni per l'acquisto di beni e servizi e alla maggior trasparenza delle relative procedure negoziali; alla riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni, con un recupero di efficienza e Pag. 400un'ottimizzazione nell'allocazione delle risorse umane; alla riduzione di spese in diversi aspetti del settore del pubblico impiego; alla razionalizzazione del patrimonio pubblico e alla riduzione dei costi per le locazioni passive; al settore delle società pubbliche e degli affidamenti «in house»; alla riduzione della spesa dei singoli Ministeri, realizzata prevalentemente attraverso la riduzione dell'ammontare dei contributi erogati a fondi e agenzie; alla riduzione della spesa degli enti territoriali; alla riduzione del numero delle province; alla razionalizzazione delle spese nel settore della pubblica istruzione, delle università e degli enti di ricerca; e, infine, al recupero di efficienza nella sanità.
  Per quanto riguarda la parte che riprende il decreto-legge n. 87, il provvedimento contiene misure finalizzate a una migliore efficienza, valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, ad una razionalizzazione dell'amministrazione economico-finanziaria, e infine a un rafforzamento del patrimonio delle imprese del settore bancario. Obiettivo di tali misure è quello di promuovere una sinergica e unitaria operazione di valorizzazione e messa a reddito dei patrimoni immobiliari pubblici, accompagnata da alcune misure volte a razionalizzare determinati aspetti concernenti l'amministrazione economico-finanziaria dello Stato.
  Nel quadro complessivo delineato, le disposizioni che investono più direttamente la competenza della Commissione Agricoltura sono quelle relative alla riduzione della spesa dei Ministeri (articolo 7), alla riduzione dei trasferimenti statali agli enti di ricerca (articolo 8) e quelle relative alla soppressione e alla riorganizzazione di enti e società (articoli 12 e 23-quater).
  Per quanto riguarda la riduzione della spesa dei Ministeri, i commi da 12 a 15 dell'articolo 7 recano disposizioni finalizzate alla riduzione delle spese delle amministrazioni centrali dello Stato a decorrere dal 2013, ai fini del concorso al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, nella misura di circa 1,8 miliardi di euro nel 2013, di circa 1,6 miliardi nel 2014 e di circa 1,7 miliardi a decorrere dal 2014. Spetta ai singoli Ministri competenti proporre gli interventi correttivi necessari per la realizzazione degli obiettivi di riduzione di spesa indicati nell'allegato 2, in sede di predisposizione del disegno di legge di stabilità per il triennio 2013-2015. In particolare, il comma 12 stabilisce che le amministrazioni centrali dello Stato sono tenute ad assicurare una riduzione della spesa, a decorrere dall'anno 2013, sia in termini di saldo netto da finanziare sia in termini di indebitamento netto, corrispondente agli importi individuati nell'allegato 2 al decreto-legge in esame.
  Nell'allegato 2, come sostituito nel corso dell'esame al Senato, la riduzione di spesa è complessivamente indicata: in termini di saldo netto da finanziare, in 1.777,3 milioni di euro nel 2013, 1.574,5 milioni nel 2014 e in 1.649,5 milioni di euro nel 2015 (in luogo di 1.574,5 milioni, come previsto dal testo iniziale); in termini di indebitamento netto, in 1.528,5 milioni di euro nel 2013, 1.574,5 milioni nel 2014 e in 1.649,5 milioni nel 2015 (in luogo di 1.574,5 milioni, come previsto dal testo iniziale). Poiché la norma impone una riduzione di spesa permanente a decorrere dal 2013, il taglio indicato per l'anno 2015 dovrebbe intendersi esteso anche agli anni successivi. Nell'allegato 2, la riduzione di spesa per il Dicastero agricolo è prevista nella misura di 15,8 milioni di euro per il 2013, 8,5 per il 2014 e 10,4 dal 2015, in termini di saldo netto da finanziare, e di 13,6 milioni di euro per il 2013, 8,5 per il 2014 e 10,4 dal 2015, in termini di indebitamento netto. La relazione tecnica precisa che la ripartizione per Ministero della riduzione della spesa tiene conto dell'incidenza delle spese predeterminate per legge e di quelle relative al fabbisogno, iscritte nel bilancio triennale a legislazione vigente 2013-2015.
  Come si è detto, spetterà ai singoli Ministri competenti proporre gli interventi correttivi necessari per la realizzazione degli obiettivi di riduzione di spesa indicati nell'allegato 2, in sede di predisposizione del disegno di legge di stabilità per il triennio 2013-2015. Peraltro, con la circolare Pag. 401del Ministero dell'economia e delle finanze 23 luglio 2012, n. 24, relativa alla formulazione delle previsioni di bilancio per l'anno 2013 e per il triennio 2013-2015, sono già state fornite indicazioni in merito all'applicazione delle suddette riduzioni di spesa.
  Il Ministro dell'economia e delle finanze verifica gli effetti finanziari sui saldi di finanza pubblica derivanti dagli interventi proposti, ai fini del rispetto degli obiettivi di risparmio prefissati (comma 14). Nelle more della definizione degli interventi correttivi volti al conseguimento delle economie sopra indicate, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad accantonare e rendere indisponibile una quota delle risorse iscritte nel bilancio pluriennale dello Stato, per un ammontare pari agli importi indicati nell'allegato 2 (comma 13). L'accantonamento è effettuato nell'ambito delle spese rimodulabili delle missioni di spesa di ciascun Ministero interessato (ovvero le spese derivanti da fattori legislativi, intendendo come tali quelle autorizzate da espressa disposizione legislativa che ne determina l'importo, considerato quale limite massimo di spesa, e il periodo di iscrizione in bilancio, e le spese di adeguamento al fabbisogno, ossia spese non predeterminate legislativamente ma quantificate tenendo conto delle esigenze delle amministrazioni).
  Nel caso in cui, a seguito della verifica effettuata dal Ministro dell'economia, gli interventi correttivi proposti dai Ministri competenti non risultino adeguati al conseguimento degli obiettivi di risparmio in termini di indebitamento netto, di cui al comma 13, il comma 15 prevede che il Ministro dell'economia e delle finanze riferisca al Consiglio dei Ministri; inoltre, in via eventuale, con la legge di stabilità, è disposta la corrispondente riduzione delle dotazioni finanziarie, nell'ambito delle spese rimodulabili delle missioni di spesa di ciascun Ministero interessato, a valere sulle risorse provvisoriamente accantonate e rese indisponibili nelle more della definizione degli interventi correttivi.
  In merito alla riduzione dei trasferimenti statali agli enti di ricerca, l'articolo 8, comma 4, dispone riduzioni agli enti di ricerca facenti capo a vari Ministeri, a decorrere dal 2012, nella misura per ciascuno indicata nell'allegato 3. In caso di impossibilità di operare la riduzione, si prevede l'applicazione delle disposizioni di cui al comma 3.
  Per quanto concerne gli enti di ricerca vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, l'allegato 3 dispone una riduzione per l'esercizio in corso pari a 2.895.617 euro complessivi, e pari a 7.721.646 euro sia per il 2013 che a decorrere dal 2014, distribuiti tra gli enti di ricerca.
  Per il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) è disposta una riduzione pari a: 962.445 euro per il 2012; 2.566.521 euro per il 2013; 2.566.521 euro a decorrere dal 2014.
  Per l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN), indicato nel testo ancora come Istituto nazionale della nutrizione (che, come si vedrà in relazione all'articolo 12, confluisce nel CRA) è disposta la riduzione di: 708.768 euro per il 2012; 1.890.049 euro per il 2013; 1.890.049 euro a decorrere dal 2014.
  Per l'Istituto nazionale di economia agraria (INEA) è disposta una riduzione pari a: 1.224.404 euro per il 2012; 3.265.076 euro per il 2013; 3.265.076 euro a decorrere dal 2014.
  Va inoltre ricordato che, nell'ambito della riduzione per gli enti vigilati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è disposta la riduzione dei trasferimenti statali anche per l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), nella misura di: 1.454.510 euro per il 2012; 3.878.692 euro per il 2013; 3.878.693 a decorrere dal 2014.
  Quanto al capitolo relativo alla riorganizzazione e soppressione di enti e organismi del settore agricolo, il provvedimento interessa l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN), l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), la società Buonitalia Spa e l'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI).Pag. 402
  In particolare, l'articolo 12, commi 1-6, disciplina la soppressione, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto legge (7 luglio 2012), dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN), al quale la legge attribuiva compiti inerenti la ricerca, l'informazione e la promozione nel campo della nutrizione e degli alimenti per una maggiore tutela del consumatore e del miglioramento qualitativo delle produzioni agro-alimentari. Il campo d'attività dell'Istituto, in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, era pertanto quello della qualità e sicurezza degli alimenti ed era altresì finalizzato alla certificazione, etichettatura nutrizionale e valorizzazione degli elementi di specificità di ciascun prodotto nazionale. All'ente spettava anche l'attività di informazione diretta all'educazione nutrizionale e alimentare nazionale. Nel 2010, con il comma 20 dell'articolo 7 del decreto-legge n. 78, sono stati trasferiti nell'INRAN sia l'Ente nazionale sementi elette (ENSE) che l'Istituto nazionale per le conserve alimentari (INCA), ente pubblico non economico sottoposto alla vigilanza del Ministero dello sviluppo economico, con il compito istituzionale di vigilare sugli stabilimenti di produzione di conserve alimentari, sia di origine vegetale che animale.
  Nel dettaglio, con il comma 1 dell'articolo 8 è disposta la soppressione dell'INRAN, ente di diritto pubblico soggetto alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il comma 2 attribuisce al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) le funzioni ed i compiti già affidati all'ente soppresso, con le seguenti due eccezioni: le competenze acquisite dall'ente nel settore delle sementi elette. a seguito della soppressione dell'ENSE, sono attribuite all'Ente risi; sono invece soppresse le funzioni trasferite all'INRAN a seguito della soppressione dell'Istituto nazionale per le conserve alimentari (INCA).
  Il comma 3 prevede che con decreto di natura non regolamentare il Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, individua le risorse umane, strumentali e finanziarie trasferite al CRA ed all'Ente risi. L'adozione deve avvenire entro il termine di 90 giorni dalla entrata in vigore del decreto legge (4 ottobre).
  La titolarità dei rapporti dell'INRAN è trasferita agli enti subentranti ed opera fino alla loro naturale scadenza. Il nuovo organico del CRA, così come risultante dal trasferimento del personale dell'INRAN, è rideterminato stabilendo per legge una riduzione pari al 10 per cento della pianta organica, con esclusione del personale di ricerca. Le disposizioni sulla mobilità del decreto legislativo n. 165 del 2001 sono richiamate, senza ulteriori specificazioni, dal comma 5 per il personale INRAN che al momento di entrata in vigore del decreto-legge svolgeva le funzioni ex INCA ora soppresse.
  Il comma 6 assicura la continuità dei rapporti già in capo all'ente soppresso, con l'attribuzione di una delega, che in ogni caso cesserà nel termine di 12 mesi, al direttore generale dell'INRAN per lo svolgimento delle attività di ordinaria amministrazione, nella quale sono incluse le operazioni a valere sui conti correnti intestati all'ente che restano aperti fino all'emanazione dei decreti di cui al terzo comma.
  L'articolo 12, commi 7-18, riordina l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), trasferendo le funzioni di coordinamento degli organismi pagatori in ordine ai finanziamenti derivanti dalla politica agricola comune al Dicastero agricolo e riordinando gli attuali organi di governo dell'Agenzia, sostituiti da un direttore unico, affiancato dal collegio dei revisori dei conti.
  In dettaglio, ai sensi del comma 7, a decorrere dal 1o ottobre 2012, le funzioni di coordinamento degli organismi pagatori – che eseguono i pagamenti connessi all'attuazione della politica agricola comune finanziata sulla base del regolamento (CE) n. 1290/2005 – sono svolte non più dall'AGEA, ma dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che agisce come unico rappresentante dello Stato Pag. 403italiano nei confronti della Commissione europea per tutte le questioni relative al FEAGA e al FEASR. Si tratta di una previsione che – unitamente con quella di cui al comma 8, che ne fa salve le competenze residue – impatta assai incisivamente sulle funzioni dell'AGEA e sul sistema di competenze delineato dal decreto legislativo n. 165/99, con il quale l'Agenzia è stata istituita.
  Al riguardo, si ricorda che il citato regolamento (CE) n. 1290/2005, sul finanziamento della politica agricola comune, prevede all'articolo 6 che per la liquidazione dei conti gli Stati membri riconoscano organismi pagatori nazionali, in grado di offrire adeguate garanzie in merito alla verifica della legalità e dell'ammissibilità delle dichiarazioni di spesa alle quali deve essere data esecuzione. In particolare, le spese finanziate dal FEAGA e dal FEASR sono riconosciute solo se eseguite dagli organismi pagatori riconosciuti, designati dagli Stati membri (articolo 10). Lo Stato membro che riconosca più di un organismo pagatore deve poi designare un organismo di coordinamento unico, con il compito di garantire la coerenza nella gestione dei fondi, di fungere da collegamento tra la Commissione europea e gli organismi pagatori riconosciuti e di provvedere alla rapida comunicazione delle informazioni richieste dalla Commissione europea sulle attività dei vari organismi pagatori. Ricorda inoltre i complessivi compiti oggi affidati all'AGEA, sia in adempimento di disposizioni comunitarie, che in attuazione delle linee d'indirizzo e d'intervento delle autorità nazionali.
  Per quanto riguarda il conseguente riordino dell'AGEA, il comma 9 richiede che entro il 4 ottobre (90 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento) siano adottati uno o più decreti di natura non regolamentare dal Ministro per le politiche agricole, di concerto con quello per la pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia, per individuare le risorse umane, strumentali e finanziarie che dovranno essere riallocate presso il Ministero. In connessione con la sottrazione di compiti e risorse, il medesimo comma 9 dispone una riduzione del 50 per cento della dotazione organica del personale dirigenziale di prima fascia e del 10 per cento di quello dirigenziale di seconda fascia dell'AGEA, fermo restando quanto stabilito al successivo comma 12, secondo il quale la pianta organica di tutto il personale dell'AGEA non può in ogni caso eccedere la consistenza numerica complessiva del personale di ruolo rimasto in servizio presso l'Agenzia successivamente all'assegnazione al Dicastero agricolo delle necessarie risorse umane. Ai sensi del comma 10, i medesimi Ministri concertanti approvano la tabella di corrispondenza per l'inquadramento del personale trasferito da AGEA al Ministero, che con regolamento adeguerà la propria organizzazione e dotazione organica.
  La titolarità dei rapporti già facenti capo all'AGEA (ultimo periodo del comma 11) viene trasferita al Ministero fino alla loro naturale scadenza. Per i rapporti di lavoro e previdenziali il personale trasferito al Ministero mantiene il trattamento economico (fondamentale e accessorio, limitatamente alle voci fisse e continuative) corrisposto al momento dell'inquadramento; inoltre, nel caso in cui il trattamento economico risulti più elevato rispetto a quello previsto per il personale del Ministero, si attribuisce la differenza sotto forma di assegno ad personam riassorbile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.
  Con il comma 13, gli organi dell'Agenzia, che si riconferma essere sottoposta alla vigilanza del Ministero agricolo, a decorrere dall'entrata in vigore del decreto legge (7 luglio) vengono decisamente ridotti rispetto all'attuale dislocazione dei poteri all'interno dell'AGEA, fissata dall'articolo 9 del decreto legislativo n. 165 del 1999: tale articolo viene conseguentemente abrogato dal comma 17, che reca anche la clausola di abrogazione implicita delle norme incompatibili. Le nuove norme prevedono esclusivamente il collegio dei revisori dei conti ed il direttore dell'agenzia. Il Senato ha precisato che il collegio dei revisori è composto da tre membri effettivi e due supplenti nominati Pag. 404con decreto del Ministro delle politiche agricole; è stato, poi, aggiunto che il presidente del collegio debba essere designato dal Ministro dell'economia e finanze, nominato tra i dirigenti di livello dirigenziale non generale e collocato fuori ruolo. Per il direttore dell'Agenzia, la cui nomina spetta al Ministro dell'agricoltura, previa trasmissione della relativa proposta alle Commissioni parlamentari competenti (previsione introdotta durante l'esame presso il Senato) sono disposte talune restrizioni in merito alla durata (triennale), al rinnovo (ammesso per una sola volta), alla incompatibilità con altri impegni di lavoro (comma 14). La remunerazione (così come i revisori dei conti) corrisponderà al compenso determinato per decreto del Ministro delle politiche agricole, adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze (comma 15). Il medesimo concerto di Ministri deve adottare il nuovo statuto entro 90 giorni (dal 7 luglio).
  Il comma 16 autorizza il Ministro dell'economia ad apportare, con propri decreti, le variazioni di bilancio occorrenti a dare attuazione alle norme precedenti, mentre il comma 18 contiene la clausola di invarianza finanziaria.
  Il comma 18-bis dell'articolo 12, introdotto dal Senato, dispone la soppressione della società Buonitalia Spa, attualmente in liquidazione, con attribuzione delle funzioni all'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, a cui vengono trasferite anche le risorse umane, strumentali e finanziarie residue della soppressa società.
  Ricorda in proposito che la Commissione Agricoltura della Camera ha avviato l'esame di alcune proposte di legge (C. 4867 e C. 4939), che prevedono lo scioglimento della società Buonitalia, la nomina di un Commissario straordinario liquidatore, l'assegnazione delle funzioni della disciolta società all'Istituto sviluppo agroalimentare (ISA) e il contestuale trasferimento delle risorse umane e strumentali di Buonitalia alla stessa ISA. Inoltre, in data 11 aprile 2012, la Commissione ha approvato una risoluzione contenente indirizzi al Governo in merito alla procedura di liquidazione della società. Inoltre, ad iniziativa di diversi rappresentanti dei gruppi della Commissione, erano stati presentati emendamenti al decreto-legge in materia di crescita, poi respinti in Commissione, con i quali si prevedeva analogo trasferimento dei compiti di Buonitalia all'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, nonché disposizioni in materia di risorse e personale della società.
  La società per azioni Buonitalia costituiva lo strumento operativo-funzionale ed organico del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con le finalità di promuovere e diffondere nel mondo la conoscenza del patrimonio agricolo e agroalimentare italiano, erogare servizi al sistema delle imprese agroalimentari al fine di favorirne l'internazionalizzazione e tutelare le produzioni italiane attraverso la registrazione e la difesa giuridica internazionale dei marchi associati alle produzioni nazionali di origine. Creata nel luglio 2003, ha come soci il Dicastero agricolo (azionista di maggioranza assoluta, con il 70 per cento), l'allora Istituto per il commercio estero, l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e l'Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (Unioncamere). Al Ministero, in quanto depositario delle funzioni di indirizzo politico amministrativo, è in ogni caso riservata la valutazione e l'approvazione delle iniziative e dei programmi della società Buonitalia. L'articolo 10, comma 10, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, ha disposto che «allo scopo di favorire l'internazionalizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari italiani il Ministero delle politiche agricole e forestali promuove un programma di azioni al fine di assicurarne un migliore accesso ai mercati internazionali con particolare riferimento a quelli extra comunitari». Per l'attuazione del programma individuato dalla norma citata, il medesimo articolo 10, comma 10, ha destinato la somma di euro 50 milioni, disponendo che le modalità e le procedure per l'attuazione Pag. 405del programma e l'individuazione delle risorse effettivamente disponibili allo scopo fossero individuate con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del richiamato decreto-legge. Con il decreto n. 8 del 20 giugno 2006, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ha approvato il «Programma delle azioni per favorire l'internazionalizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari italiani» presentato da Buonitalia S.p.A. il 27 marzo 2006, e ha trasferito da ISA S.p.A. su un conto vincolato intestato a Buonitalia Sparisorse pari ad euro 50 milioni – per la sua realizzazione – stabilendone altresì le modalità di erogazione in suo favore.
  Nel corso dell'assemblea straordinaria dei soci del 13 settembre 2011, preso atto della riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale, sono stati deliberati lo scioglimento e la messa in liquidazione di Buonitalia Spa. Per i 19 lavoratori dipendenti a tempo indeterminato della società è stata avviata, in data 23 maggio 2012, la procedura di licenziamento collettivo ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223 (attivata dal liquidatore della predetta società).
  Il comma 18-bis dell'articolo 12 del decreto in esame, al fine di razionalizzare l'attuazione delle politiche promozionali di competenza nazionale nell'ambito della. promozione all'estero delle produzioni agroalimentari italiane e rendere più efficaci ed efficienti gli interventi a favore della internazionalizzazione delle imprese agricole, attribuisce lo svolgimento delle funzioni di Buonitalia Spa all'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane.
  Con due decreti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione sarà disposto il trasferimento da Buonitalia Spa in liquidazione all'ICE: delle funzioni e delle risorse umane (tale primo decreto dovrà essere emanato entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge); delle eventuali risorse strumentali e finanziarie residue (tale secondo decreto dovrà essere emanato entro 60 giorni dalla chiusura della fase di liquidazione).
  Per quanto concerne i dipendenti a tempo indeterminato in servizio presso la predetta società al 31 dicembre 2011, la norma prevede che, previo espletamento di apposita procedura selettiva di verifica dell'idoneità, da espletare nei limiti ed a valere sulle facoltà assunzionali dell'ente, siano inquadrati nei ruoli dell'ente di destinazione sulla base di un'apposita tabella di corrispondenza approvata con il predetto decreto. I dipendenti trasferiti mantengono il trattamento economico fondamentale e accessorio, percepito al momento dell'inquadramento. Nel caso in cui il trattamento economico predetto risulti più elevato rispetto a quello previsto per il personale dell'Agenzia, i dipendenti percepiscono per la differenza un assegno ad personam riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.
  La norma in esame, infine, dispone l'abrogazione dell'articolo 17 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, che specificava lo scopo di Buonitalia SpA, autorizzava il Ministero delle politiche agricole e forestali ad acquistare dall'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) le partecipazioni da questo possedute e prevedeva inoltre la possibilità per le amministrazioni statali, regionali e locali, con apposite convenzioni, di affidare a Buonitalia l'esercizio di attività strumentali al perseguimento di finalità istituzionali attinenti con gli scopi della medesima società, anche con l'apporto di propri fondi.
  L'articolo 23-quater dispone la soppressione dell'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI), riprendendo le disposizioni già contenute nell'articolo 3, comma 9, del decreto-legge n. 87. Le funzioni già attribuite ad ASSI dalla normativa vigente sono ripartite tra il Ministero Pag. 406delle politiche agricole alimentari e forestali e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli (che incorpora contestualmente L'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato), nonché le relative risorse umane, finanziarie e strumentali e i relativi rapporti giuridici attivi e passivi.
  L'articolo 14, comma 28, del decreto-legge n. 98 del 2011 aveva trasformato l'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE) in Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI), struttura a carattere tecnico-operativo di interesse nazionale, secondo quanto previsto dall'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sotto la vigilanza del Ministro delle politiche agricole. I nuovi compiti dell'Agenzia erano così individuati: promuovere l'incremento ed il miglioramento delle razze equine; gestire i libri genealogici; rivedere la programmazione delle corse e dei programmi di allevamento; affidare il servizio di diffusione delle riprese televisive delle corse; valutare le strutture degli ippodromi e degli impianti di allevamento ed allenamento. L'Agenzia è subentrata nella titolarità dei rapporti giuridici facenti capo all'UNIRE; la durata dell'incarico del direttore generale, dei componenti del comitato direttivo e del collegio dei revisori è stata fissata in tre anni. È stata infine assicurata la continuità del rapporto di lavoro del personale.
  Con successivi decreti di natura non regolamentare del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, si provvede al trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie degli enti incorporati. Fino all'adozione dei suddetti decreti, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali può delegare uno o più dirigenti per lo svolgimento delle attività di ordinaria amministrazione (comprese le operazioni di pagamento e riscossione a valere sui conti correnti già intestati all'ASSI).
  Trovano peraltro applicazione i commi specificamente riferiti all'incorporazione dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato nell'Agenzia delle dogane e dell'Agenzia del territorio nell'Agenzia delle entrate, intendendosi per amministrazione incorporante, in tale ipotesi, anche il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; resta ferma inoltre la validità delle graduatorie dei concorsi pubblici già espletati dall'ASSI e dall'UNIRE.
  Si demanda infine a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri l'approvazione della tabella di corrispondenza per l'inquadramento del personale trasferito e la rideterminazione delle dotazioni organiche del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e l'istituzione di un posto di dirigente generale di prima fascia, in relazione alle funzioni e risorse trasferite.
  Il comma 9-bis, introdotto durante l'esame del provvedimento presso il Senato, fa salve le funzioni esercitate da Unirelab srl, società di proprietà dell'UNIRE, alla quale sono affidate le attività di analisi antidoping sui cavalli da corsa. L'esclusione è giustificata per assicurare continuità al controllo pubblico sui concorsi e sulle manifestazioni ippiche. Un decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, sarà chiamato a stabilire le modalità di trasferimento delle relative quote sociali al Ministero agricolo. Si prevede, infine, che lo scioglimento della società non sia soggetto alla disciplina recata dall'articolo 4 del decreto-legge n. 95, riguardante proprio,lo scioglimento o la privatizzazione di società direttamente o indirettamente controllate da amministrazioni pubbliche che prestano servizi nei confronti della sola pubblica amministrazione.
  Nel riservarsi di formulare una proposta di parere all'esito del dibattito, preannuncia che è sua intenzione segnalare la necessità che ulteriori interventi di riforma Pag. 407degli organismi operanti nel settore agricolo siano preceduti da un confronto preventivo con il Parlamento, che non può essere chiamato solo a ratificare le decisioni assunte dal Governo.

  Corrado CALLEGARI (LNP) non comprende perché il Presidente abbia prospettato di rinviare il dibattito al termine delle audizioni, di fatto «strozzandolo», quando ora vi sarebbe tempo sufficiente a disposizione. La proposta avrebbe senso se successivamente fosse previsto l'intervento del Governo. Osserva peraltro che anche il dibattito appare privo di significato di fronte alla prevedibile prospettiva di una questione di fiducia in Assemblea.

  Paolo RUSSO, presidente, fa presente che la sua proposta mirava a venire incontro a presumibili esigenze soprattutto delle opposizioni. Pertanto, se vi sono fraintendimenti, si può procedere senza interruzioni all'esame del provvedimento.

  Anita DI GIUSEPPE (IdV), premesso che sarebbe stata opportuna la presenza del rappresentante del Governo, ritiene opportuno disporre del tempo necessario almeno a leggere il testo, trasmesso solo ieri sera dal Senato.

  Paolo RUSSO, presidente, premesso che la Commissione Bilancio ha invitato le Commissioni ad esprimere il parere entro le ore 15 di oggi, constata che sono diversi i percorsi indicati dai gruppi della lega e dell'IdV.

  Fabio RAINIERI (LNP) chiede se sia disponibile una proposta di parere del relatore.

  Paolo RUSSO, presidente, segnala che il relatore sarebbe disponibile ad avanzare una proposta anche ora, ma che appare più congruo che la proposta di parere sia il risultato del dibattito in Commissione.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) ritiene ragionevole procedere al seguito dell'esame al termine delle audizioni.

  Corrado CALLEGARI (LNP), ribadendo la necessità di non comprimere il dibattito in Commissione, sottolinea che l'atteggiamento del Governo Monti determina una situazione che equivale ad una inaccettabile presa in giro del Parlamento, che deve subire i provvedimenti del Governo, senza poterli modificare, a causa del ripetuto ricorso alla fiducia. Anche la discussione in Parlamento finisce così per perdere significato.

  Paolo RUSSO, presidente, ritiene che il deputato Callegari abbia toccato un tema centrale, che si pone ora in termini esacerbati, in quanto le cause che hanno portato alla formazione del Governo Monti hanno anche determinato la complessiva situazione attuale. Sottolinea quindi che il prevedibile ricorso alla fiducia riduce certamente il ruolo del Parlamento e della Commissione, ma non ne riduce la responsabilità.
  In conclusione, prendendo atto delle esigenze rappresentate, invita i colleghi che intendono intervenire a farlo ora, essendoci ampia disponibilità di tempo, fermo restando che la deliberazione del parere avrà luogo al termine delle audizioni informali e comunque prima delle ore 15. Propone semmai di sospendere brevemente la seduta in sede consultiva per riprenderla, con la discussione di carattere generale, immediatamente dopo l'esame degli altri punti all'ordine del giorno.
  Constatando che vi è l'assenso della Commissione, sospende quindi la seduta.

  La seduta, sospesa alle 10.40, è ripresa alle 10.55.

  Sebastiano FOGLIATO (LNP) si sofferma in primo luogo sulla parte del provvedimento relativa agli enti di ricerca del settore agricolo.
  Al riguardo, ricordando che il gruppo PD ha sempre protestato di fronte alla riduzione delle risorse per la ricerca, si domanda quale posizione esso assumerà di fronte ad una decreto che incide pesantemente sulla ricerca pubblica in agricoltura. Pag. 408Osserva peraltro che la ricerca privata, svolta soprattutto da grandi aziende, continuerà ad essere finanziata dalle imprese agricole, attraverso l'acquisto di beni e servizi a prezzi crescenti.
  Per quanto riguarda invece la soppressione di enti, come l'INRAN, sottolinea che in assenza di un complessivo progetto di riordino e di interventi che incidono su una pluralità di enti, sorge il sospetto che si vogliano sopprimere gli enti caratterizzati da una presidenza riconducibile all'area della Lega, chiamando questa operazione «spending review».
  Ricorda quindi che un incisivo intervento di accorpamento degli istituti di ricerca in agricoltura è già avvenuto negli anni passati, con la costituzione del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA). Sarebbe stato ora necessario creare diverse sinergie, incidere su altri aspetti, senza incidere sul patrimonio legato alla ricerca in agricoltura, che produce scoperte e risultati utili per il settore agroalimentare.
  Desidera inoltre sottolineare di conoscere bene l'attività dell'Ente nazionale sementi elette (ENSE), confluito nell'INRAN, avendo anche fatto parte del suo consiglio di amministrazione. Si trattava di un ente capace di autofinanziarsi, senza oneri per lo Stato, attraverso la sua attività di certificazione delle sementi, e che operava in un settore cruciale, svolgendo funzioni di fondamentale importanza per la qualità e la tracciabilità della produzione alimentare, che trova la sua base nelle sementi. Ora, senza alcun criterio e senza un preventivo confronto parlamentare su eventuali criticità, si incide nuovamente sulle funzioni in questione, sempre invocando la spending review.
  Con l'accorpamento dell'ENSE nell'INRAN, si è accorpato un ente sano in un ente con criticità di bilancio e, tuttavia, l'operazione non è riuscita. Tiene tuttavia a sottolineare che i laboratori dell'ENSE costituiscono tuttora un'eccellenza a livello europeo, sul fronte della ricerca e delle analisi. Occorre perciò salvaguardare le competenze esistenti in tale organismo e continuare a garantirne l'operatività, ciò che avrebbe anche un senso politico rilevante, visti i compiti svolti in relazione agli organismi geneticamente modificati.
  Per quanto riguarda le riduzioni di spesa, osserva che si dovrebbe intervenire su diversi settori non solo per i profili finanziari, ma per la necessità di una loro riorganizzazione. Per esempio, l'attività svolta da alcuni enti potrebbe essere riportata all'interno del Ministero, facendo venir meno la necessità di autonomi organi di amministrazione e i relativi costi. In ogni caso, ciò deve avvenire nell'ambito di una complessiva riorganizzazione e non toccando solo alcuni enti.
  Riterrebbe inoltre importante intervenire sulle filiere, per riequilibrare i rapporti al loro interno, così che la parte agricola non debba più subire le imposizioni di soggetti in posizione dominante, spesso multinazionali, come emerso nel corso dell'indagine conoscitiva sui mercati delle sementi e degli agrofarmaci.
  Per questi motivi, il suo gruppo è contrario al provvedimento in esame, ritenendolo inoltre inadeguato nel suo complesso.

  Anita DI GIUSEPPE (IdV) rileva che il provvedimento in esame non piace al suo gruppo, ma nemmeno alle regioni e agli enti locali, ai quali vengono sottratte risorse, con conseguenze che si ripercuoteranno su tutti i settori, compresa l'agricoltura. Inoltre, esso, nonostante le intenzioni e la dichiarata contrarietà ai tagli lineari, finirà per produrre effetti equivalenti ai tagli lineari.
  Ricorda quindi che, nel corso della recente audizione del Ministro Catania, ha evidenziato come molti enti del settore appaiono inutili e costituiscono uno spreco di risorse pubbliche, sottratte ai cittadini. Per questi motivi, avrebbe ritenuto utile un intervento di riorganizzazione più incisivo di quello previsto dal decreto in esame, che riduce i trasferimenti statali agli enti di ricerca, con ciò compromettendo il futuro dell'agricoltura e dei giovani, che si deve fondare sull'innovazione.
  Dopo aver ricordato che vengono ridotti i trasferimenti statali anche all'ISPRA, Pag. 409si sofferma sul riordino dell'AGEA, ricordando che da tempo la sua parte politica ha sollecitato un intervento di riordino, che auspica possa dare benefici alle imprese agricole, che devono poter accedere più agevolmente agli aiuti. Si augura inoltre che la scelta del direttore dell'AGEA non sia il frutto di un accordo tra le forze di maggioranza, ma sia operata all'insegna della trasparenza. Rileva altresì che si dovrà intervenire anche sul complesso delle società partecipate dall'AGEA, i cui compiti spesso si sovrappongono e che hanno dimostrato di non funzionare con efficienza.
  Quanto alla società Buonitalia Spa, rileva che si trattava di una società già posta in liquidazione. Si domanda invece, e pone questa domanda anche al gruppo del PD, quale effetto avrà sul settore dell'ippica la soppressione dell'ASSI.
  In conclusione, osserva che l'agricoltura è messa da parte anche dal Governo Monti, al pari degli altri Governi che lo hanno preceduto, mentre ci si sarebbe aspettati un diverso atteggiamento da un Governo tecnico e da un ministro tecnico. Infatti, le uniche risorse che si sono messe a disposizione sono i circa 20 milioni di euro distratti dal settore bieticolo-saccarifero, mentre del tutto insufficiente è l'intervento di riorganizzazione. Stupisce inoltre che un Governo tecnico penalizzi in tal modo la ricerca, in tutti i settori.

  Fabio RAINIERI (LNP) constata che metà della maggioranza risulta oggi assente all'esame di uno dei provvedimenti più importanti del Governo in carica, che non ha fatto nulla per l'agricoltura, anche se disponeva di un Ministro che conosce bene il settore e avrebbe potuto svolgere un ruolo ben più significativo.
  Nell'esprimere rammarico per i tagli alla ricerca pubblica, che andrebbe invece rafforzata, ricorda che la ricerca incide sui costi delle aziende agricole, attraverso i prezzi crescenti imposti dalle grandi imprese multinazionali sui beni frutto della loro ricerca.
  Invita quindi il relatore a proporre la soppressione dell'AGEA, che non ha mai fornito servizi efficienti alle imprese e anzi è stata causa di alcune disavventure per il mondo agricolo; la sua soppressione non provocherebbe alcun danno, ma semmai consentirebbe di utilizzare meglio le risorse che sono ora assorbite dalle importanti retribuzioni dei vertici di tale organismo. Ricorda che la legge prevede da tempo l'istituzione di organismi pagatori regionali, che hanno dimostrato di operare meglio.

  Sabrina DE CAMILLIS (PdL) esprime preoccupazione per il fatto che il provvedimento viene all'esame della Camera senza la prospettiva di poter essere valutato ed eventualmente migliorato, tenendo conto del contributo che ciascun deputato può offrire, in base alle esperienze del territorio di provenienza.
  Nel merito, il provvedimento contiene alcune misure positive di riduzione della spesa pubblica, ma in realtà appare piuttosto una «manovra finanziaria», visto che la riduzione della spesa non avviene nel quadro di una riorganizzazione strutturale delle funzioni e degli apparati in grado di produrre una riduzione strutturale di spesa e l'abbattimento del debito pubblico, ma si collega alla necessità di non aumentare l'IVA. Da questo nascono le difficoltà nel motivare il sostegno al provvedimento, che pure la sua parte politica voterà. Peraltro, maggiori erano le aspettative che si potevano riporre in un Governo tecnico, che avrebbe dovuto soddisfare la necessità di riforme del Paese. Sottolinea inoltre che si tagliano risorse, senza predisporre cambiamenti strutturali del sistema socio-sanitario, con la conseguenza di una riduzione dei servizi per i cittadini più deboli, che non possono rivolgersi ai servizi offerti a pagamento dal settore privato.
  Per quanto riguarda l'intervento sulle province, ritiene che esso creerà problemi nella sua applicazione e presenti aspetti di criticità dal punto di vista costituzionale, in quanto i confini delle nuove province finiranno per coincidere con i confini Pag. 410regionali. A suo giudizio, andavano invece considerate le specificità territoriali, ma non attraverso accorpamenti di tale genere. Inoltre, non si possono perseguire obiettivi di risparmio con un taglio semplicistico dei livelli istituzionali, non rispettoso del carattere democratico di un Paese che vuole crescere. Sarebbe invece opportuna una fase costituente, nella quale la politica assuma su di sé la responsabilità di riorganizzare i diversi livelli istituzionali, anche alla luce dell'attuazione del federalismo, individuando le rappresentanze territoriali e le aree vaste per macroprogetti. Al contrario, ora si realizza una situazione che equivale ad una «spada di Damocle» per i territori troppo piccoli o troppo vasti.
  In conclusione, si dichiara favorevole al provvedimento, per la parte relativa al settore agricolo, soprattutto dopo le modifiche apportate dal Senato, anche se ritiene necessarie ulteriori misure sul piano della semplificazione e della ricerca innovativa sulle tecnologie capaci di migliorare la qualità delle produzioni. Si riserva invece una valutazione complessiva sul provvedimento nel successivo esame in Assemblea, precisando che tale valutazione dipenderà anche dall'accoglimento da parte del Governo di alcuni ordini del giorni sui quali sta lavorando con altri colleghi.

  Susanna CENNI (PD) si dichiara consapevole del clima delicato in cui avviene l'esame del provvedimento, ma ricorda che la legislatura non è iniziata ora e che occorre pertanto chiedersi le ragioni per le quali si è arrivati alla situazione attuale. In ogni caso, i ristretti tempi a disposizione e la prospettiva di una votazione di fiducia rendono l'esame del provvedimento più complesso.
  Nel merito, il decreto contiene misure condivisibili. Per esempio, porrà termine alla prassi diffusa nelle pubbliche amministrazioni di assegnare incarichi di consulenza a dipendenti in pensione.
  Altri aspetti appaiono invece più critici e solo in parte sono stati corretti al Senato, anche grazie agli emendamenti della sua parte politica. Per esempio, appaiono critici i tagli lineari che rischiano di penalizzare conplessivamente gli enti locali, compresi quelli virtuosi; cita, al riguardo le conseguenze che subirà il ben amministrato comune di San Gimignano. Suscita riserve anche l'intervento sulle province, in parte corretto dal Senato, per le modalità con cui si opera in sostanza una modifica dell'ordinamento dello Stato, che non dovrebbe avvenire con decreto-legge e con una delibera del Consiglio dei ministri. Esprime poi preoccupazione per il combinato disposto tra i tagli di bilancio e il blocco degli affitti, che provocherà di fatto la chiusura di molti cantieri, con pesanti conseguenze sulle economie locali.
  Per quanto riguarda la parte di interesse agricolo, ricorda che il PD ha presentato diversi emendamenti al Senato, sui quali il Ministro delle politiche agricole era favorevole, ma che non sono stati poi accolti.
  In particolare, occorre correggere l'intervento relativo all'ENSE, le cui funzioni vengono attribuite all'Ente risi. Ricorda in proposito che il suo gruppo si era già dichiarato contrario all'accorpamento dell'ENSE nell'INRAN, trattandosi di una scelta priva di significato sia tecnico che politico e che difatti non ha portato ad alcun risultato positivo. Per questo, non si deve persistere nell'errore.
  In tema di razionalizzazione degli enti agricoli, ritiene che il decreto in esame avrebbe potuto fornire l'occasione per scelte più coraggiose. Un primo passo in avanti è stato compiuto, ma si doveva anche ipotizzare un raccordo con altri Ministeri, considerato per esempio che l'INRAN opera nel campo dell'alimentazione e della salute. Giudica inoltre necessario un forte investimento nella ricerca e nella sicurezza alimentare.
  Infine, nel ricordare le competenze delle province in materia di attività venatoria, esprime preoccupazione per le incertezze che il riordino di tali enti sta provocando in merito alle gestioni faunistiche e agli ambiti territoriali di caccia.

Pag. 411

  Giovanna NEGRO (LNP), nel richiamare gli interventi delle colleghe De Camillis e Cenni, osserva che personalmente, oltre alle difficoltà del parlamentare, vive anche le difficoltà di chi si trova a subire le decisioni del Governo, in quanto sindaco di un piccolo comune. Per esempio, il taglio delle risorse per i comuni, che per il suo comune arriva al 46 per cento, non potrà non produrre anche un taglio dei servizi per i cittadini. Si dichiara quindi sconcertata per le dichiarazioni del Presidente della regione Sicilia, che si rammarica perché la sua regione è considerata la «palla al piede» dell'Italia, quando si dovrebbero saper affrontare le conseguenze dei propri comportamenti. Ritiene al riguardo che un vero federalismo avrebbe potuto evitare questi problemi.
  Osserva infine che anche quando la sua parte politica faceva parte della maggioranza di governo sarebbe stato necessario assumere decisioni più coraggiose, per esempio per quanto riguarda l'UNIRE.

  Teresio DELFINO (UdCpTP) si dichiara consapevole delle difficoltà anche procedurali connesse ad un provvedimento con il quale si persegue il risanamento del Paese. Desidera però richiamare il punto di partenza della eccezionale situazione attuale. Infatti, se è vero che le responsabilità della situazione italiana risalgono ai decenni passati, è pur vero che la ciclicità dei periodi di crisi va considerata in tempo, per adottare misure in grado di attenuare le difficoltà quando si presentano. Invece, di fronte alla crisi che si stava annunciando, che pure dipende dalla negativa congiuntura internazionale, il precedente Governo ha assunto un atteggiamento ottimistico circa la capacità del Paese di affrontarla.
  A questo punto, occorre valutare il provvedimento in esame tenendo presente con realismo la situazione economico-finanziaria del Paese. Esso contiene misure dolorose che ciascuna parte politica vorrebbe modulare diversamente. Tuttavia, si devono raggiungere risultati in tempi brevi, con interventi che devono richiamare la responsabilità di tutto il Parlamento. Va in proposito sottolineato che, grazie all'azione del Governo Monti, è in atto un recupero della credibilità del Paese, nonché un recupero della sua stabilità finanziaria.
  Sottolinea quindi che la messa in sicurezza dei conti pubblici avviene anche in continuità con alcune misure adottate dal precedente Governo, non sufficientemente coraggiose. Invita perciò a non paventare il rischio di un aumento dell'IVA da parte di chi ha sostenuto il precedente Governo, che aveva previsto quell'aumento. Il Governo Monti ha adottato provvedimenti rigorosi e non troppo graditi, ma sarebbe stato peggio se non lo avesse fatto. Inoltre, se fosse stato semplice agire diversamente, occorre domandarsi perché il Governo Berlusconi non lo abbia fatto tempestivamente, avendo avuto quattro anni di legislatura a disposizione.
  Passando ad esaminare la parte di interesse agricolo, ricorda che la razionalizzazione degli enti di ricerca in agricoltura è iniziata anni fa, con l'accorpamento nel CRA di molti istituti ed enti, e non si esaurirà oggi. Tuttavia, il numero degli enti risulta già oggi ridotto. Più fondata appare invece la questione del finanziamento della ricerca, che per troppo tempo ha gravato sulla spesa pubblica. È quindi opportuno seguire un percorso di razionalizzazione nell'uso delle risorse.
  Per quanto riguarda il riordino dell'AGEA, ritiene che si tratti di una misura che va nella direzione della razionalizzazione e della riduzione della spesa. Ricorda peraltro al deputato Rainieri che, in base alla normativa comunitaria, gli Stati membri devono individuare un organismo a livello nazionale con compiti di coordinamento. Anche per quanto riguarda gli enti, occorre in ogni caso insistere per rendere più efficiente l'uso delle risorse pubbliche.
  In conclusione, ritiene che il Parlamento debba lealmente cooperare con il Governo nel sostenere il perseguimento degli obiettivi di risanamento e di stabilizzazione della finanza pubblica, non rinunciando ad utilizzare gli strumenti a Pag. 412disposizione per avanzare proposte e formulare indirizzi, come gli ordini del giorno.

  Gian Pietro DAL MORO (PD) sottolinea che il processo indicato come revisione della spesa pubblica si caratterizza per il superamento del criterio della spesa storica e per il passaggio ad un sistema di verifica dei costi di gestione delle amministrazioni pubbliche rispetto ai servizi erogati. Si tratta di un lavoro che richiede tempi adeguati di analisi e che si è appena iniziato a compiere, come risulta dal preannuncio del commissario Bondi circa nuove misure più incisive e complesse da adottare a settembre. Al riguardo, registra lo sforzo del Governo, che dimostra di stare svolgendo analisi molto approfondite.
  A suo giudizio, la revisione della spesa pubblica costituisce un percorso che va sostenuto, pur con i suoi limiti (come gli interventi lineari sugli enti territoriali). Si poteva forse fare di più, ma il Governo può invocare a sua giustificazione la ristrettezza dei tempi a disposizione. Inoltre, in questa sede, si è voluto non solo evitare l'aumento dell'IVA, ma anche reperire nuove risorse per le zone terremotate.
  La riduzione della spesa pubblica appare inoltre una strada obbligata, se si vuole mantenere il welfare e recuperare risorse in un contesto di PIL in calo, perché l'unica alternativa sarebbe un impraticabile aumento della tassazione. Pertanto, anche nei prossimi anni, la spesa pubblica andrà ridotta.
  Con riferimento all'intervento della collega De Camillis, osserva che le classi dirigenti sul territorio devono assumersi la responsabilità della riduzione della spesa, perché sono ormai ingiustificabili comportamenti amministrativi differenziati.
  Fa quindi presente che si è domandato perché la classe politica e parlamentare appaia oggi così delegittimata e contestata, mentre in passato non lo era, benché godesse di privilegi ben maggiori. La risposta risiede, a suo giudizio, nel fatto che in passato per decenni le forze politiche si sono divise si come distribuire risorse, mentre oggi devono discutere su come togliere risorse. Se non si affronta tale questione, nessuna legge elettorale potrà consentire un recupero di credibilità della politica. E per poter tornare a distribuire risorse, ora si deve ridurre la spesa pubblica.
  Per quanto riguarda l'agricoltura, deve registrare che i Ministri di settore, di questo e dei precedenti Governi, appaiono «commissariati» dal Tesoro, come la Commissione ha potuto verificare nella sua attività. Richiama al riguardo l'attenzione della Commissione sul rischio che il Ministero agricolo diventi un dipartimento del Ministero dello sviluppo economico, rischio che in questa legislatura è annunciato da diversi segnali. Eppure, l'agricoltura è l'unica attività economica che cresce in termini di PIL, producendo occupazione e esportazioni. Inoltre, il tema dell'alimentazione costituirà in futuro un tema centrale in Europa e nel mondo.
  Ricorda in proposito l'istituzione della nuova ICE, che dovrà sostenere le imprese nella costruzione di relazioni commerciali in campo internazionale, e della scelta di non inserire il rappresentante del Ministero delle politiche agricole nella cabina di regia cui è demandata la definizione delle linee guida e di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese. A ciò si è rimediato, anche grazie alla pressione esercitata in sede parlamentare. Resta tuttavia il fatto che in tale cabina di regia – dove sono rappresentate le altre organizzazioni delle categorie produttive e persino le camere di commercio – continuano a non essere previsti rappresentanti del mondo agricolo e del settore fieristico, che offre un reale sostegno all'export. Questa circostanza deve preoccupare, perché appare una ulteriore pedina per arrivare alla soppressione del Ministero delle politiche agricole, eventualmente quando si tratterà di ridurre il numero dei ministeri. Forse anche la Commissione rischierà di essere l'ultima a rappresentare l'agricoltura.
  Invita pertanto la Commissione a riflettere sui rischi indicati e a utilizzare anche il tempo che rimane in questa Pag. 413legislatura per scongiurarli, intervenendo per rafforzare il Ministero delle politiche agricole risepetto al Tesoro.
  Infine, nella prospettiva di ulteriori interventi di revisione della spesa, ricorda le proposte di riorganizzazione complessiva avanzate dalla sua parte politica, sottolineando come si debba andare nella direzione di sostenere e far crescere l'eccellenza.

  Angelo ZUCCHI, presidente, desidera intervenire nel merito del dibattito, per sottolineare come il decreto in esame sia stato adottato in una situazione di grave emergenza e vada quindi contestualizzato. La revisione della spesa pubblica, dopo un lungo periodo di tagli lineari, costituisce una scelta da sostenere, perché basata su un'analisi puntuale dei settori di spesa. Ricorda poi che essa fa seguito alle misure per stimolare la crescita, fattore imprescindibile per superare la crisi. Il Governo Monti quindi, dopo aver messo in sicurezza i conti pubblici, sta intervenendo sui due fronti della crescita e della spesa. In questo, il Governo è sostenuto anche dalla sua autorevolezza e dell'accresciuto ruolo dell'Italia in ambito europeo e internazionale, altro fattore più che mai essenziale. Ciò determina un cambiamento di prospettiva, perché buona parte dei problemi possono essere risolti solo in ambito europeo. In questo modo, a differenza che nel recente passato, si può ritenere che i sacrifici richiesti al Paese non siano inutili.
  Il provvedimento in esame va quindi valutato in questo contesto generale, anche tenendo presente la necessità di evitare l'aumento dell'IVA e i miglioramenti apportati dal Senato, anche grazie all'iniziativa del PD e della maggioranza. Da questo punto di vista, rispetto alle criticità circa l'uso della decretazione d'urgenza, va pure evidenziato che il Parlamento sempre interviene per apportare ai testi del Governo modifiche e miglioramenti. In particolare, ritiene più equilibrata la soluzione individuata al Senato in tema di riordino delle province, ente intermedio sul territorio e di programmazione di area vasta.
  Per quanto riguarda gli enti agricoli, ricorda che il suo gruppo ha presentato alla Camera e al Senato articolati progetti di legge per la riorganizzazione degli stessi, individuando quattro aree di intervento, sulle quali unificare gli organismi esistenti.
  Le misure contenute nel decreto-legge sul riordino dell'AGEA costituiscono l'adeguato inizio di un intervento necessario, sul quale occorre insistere. Al riguardo appaiono tuttavia fondate le considerazioni del Ministro Catania che nella recente audizione in Commissione ha rilevato che il decreto-legge non è lo strumento più idoneo per organici interventi di riforma.
  Condivide invece le perplessità manifestate sul trasferimento all'Ente risi delle funzioni già attribuite all'ENSE, ritenendo che debbano rimanere distinti i compiti relativi alla certificazione delle sementi da quelli relativi alla commercializzazione. Peraltro, non appare congrua con i nuovi compiti la configurazione del consiglio di amministrazione dell'Ente risi, nel quale sono presenti solo i rappresentanti dei risicoltori. Sarebbe perciò stato opportuno collegare quelle funzioni a quelle di ricerca spettanti al CRA. Invita pertanto il relatore a inserire nella sua proposta di parere un rilievo in tal senso.
  Giudica invece positivamente le disposizioni sulla società Buonitalia, tema sul quale la Commissione si è a lungo impegnata, a prescindere da ogni valutazione della gestione della società, soprattutto per una soluzione che consentisse di recuperare risorse inutilizzate e per salvaguardare le competenze del personale. Segnala tuttavia con rammarico che alla Camera i gruppi non sono riusciti a far approvare un emendamento al decreto sulla crescita, mentre al Senato tale risultato è stato raggiunto, pur se con il parere contrario del Governo. Ritiene quindi che forse si dovrebbe nutrire una minore preoccupazione nei confronti del Governo, pur se alla Camera vi è forse una maggiore articolazione di posizioni.Pag. 414
  In sintesi, il provvedimento del Governo, del quale apprezza lo sforzo, appare caratterizzato più da luci che da ombre.
  Invita infine ad una riflessione sulle preoccupazioni espresse dal collega Dal Moro, che appaiono fondate, anche se va rilevato che tutti i ministeri hanno avuto difficoltà nei rapporti con il Ministero dell'economia e non solo quello delle politiche agricole, che tuttavia ha forse pagato un prezzo più alto. Al riguardo, sottolinea che il Paese ha bisogno di una politica agricola nazionale, di una visione nazionale di fronte alle sfide del futuro.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, sospende quindi la seduta sino al termine delle audizioni informali, avvertendo che, come convenuto, alla ripresa, entro le ore 15, si procederà alla deliberazione del parere.

  La seduta, sospesa alle 12.25, è ripresa alle 14.55.

  Vincenzo TADDEI (PT), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

  Giuseppina SERVODIO (PD), con riferimento all'osservazione di cui al numero 3), ritiene che si debba dar conto anche delle proposte di riforma degli enti agricoli esaminate dalla Commissione.

  Paolo RUSSO, presidente, e Vincenzo TADDEI (PT), relatore, segnalano che su tali proposte non è maturata una decisione della Commissione.

  Sebastiano FOGLIATO (LNP) chiede chiarimenti sull'osservazione di cui al numero 1), relativa all'ENSE, rilevando che le strutture dell'ente continuano ad operare.

  Paolo RUSSO, presidente, ritiene che l'osservazione proposta sia coerente con la circostanza che l'ENSE è già stato soppresso ed accorpato all'INRAN.

  Gian Pietro DAL MORO (PD) invita a raccogliere la sua indicazione, relativa all'inserimento nella cabina di regia in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese, di rappresentanti del mondo agricolo e del settore fieristico.

  Paolo RUSSO, presidente, ricorda che per quanto riguarda il mondo agricolo la Commissione si è già espressa nel senso richiesto dal deputato Dal Moro in sede di parere sul decreto-legge sulla crescita, mentre per quanto riguarda il settore fieristico riterrebbe inopportuna una pronuncia su un aspetto che investe soprattutto la competenza di altra Commissione.

  Gian Pietro DAL MORO (PD) ribadisce che a suo giudizio vi è il rischio che attraverso singoli indici di sottovalutazione del settore agricolo si arrivi alla soppressione del Ministero agricolo. Ricorda, per esempio, che le organizzazioni agricole non sono state consultate in sede di confronto con le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Occorre quindi che la Commissione dia un segnale politico per contrastare questa strategia.

  Paolo RUSSO, presidente, condivide la necessità di un intervento sulla questione politica posta.

  Sandro BRANDOLINI (PD) propone di aggiungere un'osservazione riferita alla soppressione dell'ASSI, che condivide, auspicando che il Governo avvii rapidamente un processo di riorganizzazione del comparto ippico ed assicuri le risorse necessarie per evitare la chiusura delle attività.

  Viviana BECCALOSSI (PdL) condivide solo la prima parte dell'osservazione proposta dal deputato Brandolini.

  Teresio DELFINO (UdCpTP) non giudica opportuna l'osservazione di cui al numero 3), nella parte in cui si fa riferimento criticamente al metodo seguito dal Governo per il provvedimento in esame.

Pag. 415

  Vincenzo TADDEI (PT), relatore, ritiene opportuno dare al Governo un segnale politico. Su altre questioni sollevate, ritiene che la Commissione possa esprimersi con specifiche risoluzioni.

  Corrado CALLEGARI (LNP), nel ribadire la sua contrarietà al provvedimento, ritiene in sostanza inutile l'impegno della Commissione. Quanto alle risoluzioni, si domanda quale esito abbiano avuto le risoluzioni già approvate dalla Commissione.

  Anita DI GIUSEPPE (IdV) ribadisce la contrarietà del suo gruppo sul provvedimento, non solo per la parte che interessa il settore agricolo, ma perché esso metterà in seria difficoltà l'erogazione dei servizi essenziali ai cittadini, aspetto che il Governo non ha tenuto nel debito conto.

  Viviana BECCALOSSI (PdL) sottolinea che il suo gruppo giudica favorevolmente il decreto in esame, pur ritenendo che l'agricoltura e il Ministero agricolo vengano considerati solo quando si tratta di «dare». La riorganizzazione delle funzioni e degli apparati potrebbe consentire un minor fabbisogno di risorse per la gestione, ma resta la preoccupazione che il Ministero si trasformi in un ministero senza portafoglio e senza autorevolezza e che, a prescindere dalle competenze regionali in materia, si dia in tal modo attuazione al noto referendum per la sua abolizione, proprio nel momento in cui dovrebbe invece essere più forte, per far fronte ai compiti connessi alla politica agricola comune e alla sicurezza alimentare.

  Giuseppina SERVODIO (PD) propone una riformulazione dell'osservazione di cui al numero 3), nel senso di prevedere che, in merito alla riforma degli altri enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e delle società controllate, è auspicabile che, al contrario di quanto accaduto con il provvedimento in esame, il Governo proceda in tal senso, presentando alla Commissione le proprie linee programmatiche, al fine di avviare con urgenza su tale tema – in merito al quale sono state presentate diverse proposte di legge – un ampio confronto con il Parlamento.

  Vincenzo TADDEI (PT), relatore, presenta, alla luce del dibattito svoltosi, una nuova formulazione della sua proposta di parere (vedi allegato 2).

  La Commisisone approva infine la proposta di parere favorevole con osservazioni, come riformulata dal relatore.

  La seduta termina alle 15.10.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 1o agosto 2012. — Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

  La seduta comincia alle 10.40.

Proposta di regolamento recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune – COM(2011)625.
Proposta di regolamento recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (regolamento OCM unica) – COM(2011)626.
Proposta di regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) – COM(2011)627.
Proposta di regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune – COM(2011)628.
Proposta di regolamento recante misure per la fissazione di determinati aiuti e restituzioni connessi all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli – COM(2011)629.
Proposta di regolamento recante modifica del regolamento (CE) n. 73/2009 in ordine all'applicazione dei pagamenti diretti agli agricoltori per il 2013 – COM(2011)630.

Pag. 416

Proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1234/2007 in ordine al regime di pagamento unico e al sostegno ai viticoltori – COM(2011)631.
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame degli atti in titolo, rinviato nella seduta del 31 luglio.

  Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri si è convenuto di rinviare il seguito dell'esame per consentire ai relatori di predisporre le proprie proposte, ai fini della elaborazione del documento finale. Invita pertanto i relatori a far pervenire ai gruppi una proposta di documento finale in tempo utile perché la Commissione possa deliberare nella seduta di martedì prossimo.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.45.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 1o agosto 2012. — Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

  La seduta comincia alle 10.45.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011.
C. 5324 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012.
C. 5325 Governo.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei disegni di legge, rinviato nella seduta di ieri.

  Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri, il relatore Cuomo ha svolto la relazione introduttiva.

  Antonio CUOMO (PD), relatore, propone di rinviare il seguito dell'esame a martedì della prossima settimana, invitando i colleghi a trasmettere anche informalmente osservazioni e richieste ai fini dell'elaborazione delle sue conclusioni.

  Paolo RUSSO, presidente, concordando, rinvia il seguito dell'esame dei disegni di legge ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 1o agosto 2012. — Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

  La seduta comincia alle 10.50.

Disposizioni per il contenimento dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche.
C. 781 Carlucci, C. 2117 Bellotti, C. 2354 Cenni, C. 4414 Nola, C. 4588 Negro e C. 5340 Consiglio regionale della Lombardia.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 5340).

  Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta del 16 maggio 2012 la Commissione ha proceduto alla nomina di un Comitato ristretto. Avverte quindi che è stata recentemente assegnata la proposta di legge di iniziativa del Consiglio regionale della Lombardia n. 5340, recante disposizioni per il controllo della popolazione delle nutrie. Vertendo sulla medesima materia delle altre proposte in titolo, tale proposta è stata ad esse abbinata ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento. Pag. 417
  Rinvia quindi ad altra seduta il seguito dell'esame.

  La seduta termina alle 10.55.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 1o agosto 2012.

Nell'ambito dell'esame del nuovo testo unificato delle proposte di legge C. 4108. C. 4114 e C. 5090, recante «Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta».
Audizione informale dei rappresentanti dell'Associazione italiana tra gli industriali delle bevande analcooliche (ASSOBIBE).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 13.10 alle 14.55.

Audizione informale dei rappresentanti delle organizzazioni agricole Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Copagri, Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare e Unci-Coldiretti.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 15.10. alle 16.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.30 alle 16.35.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 31 luglio 2012, a pagina 203, prima colonna, ultima riga, le parole: «e rinvio» sono sostituite dalle seguenti: «e conclusione».

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