CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 maggio 2012
658.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 98

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante adozione dello statuto dell'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali.
Atto n. 471.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in titolo, rinviato nella seduta di martedì 28 maggio.

  Franco STRADELLA (PdL), sottolinea come il provvedimento in esame incida su una materia che coinvolge diversi soggetti (Ministero delle infrastrutture, Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, Anas, Authority per i trasporti) le cui competenze rischiano di sovrapporsi creando confusione sul piano normativo ed operativo. A titolo esemplificativo fa notare come nel medesimo settore autostradale avranno competenze sia un organo Pag. 99indipendente come l'Autorità sia l'Agenzia per le infrastrutture e i trasporti dipendente dal Ministero delle infrastrutture sia l'Anas, il cui ruolo andrebbe chiarito prima di procedere all'adozione del nuovo statuto. Aggiunge che tale contesto normativo rischia di impedire quella chiarezza necessaria per attrarre capitali privati nel settore infrastrutturale.
  Conclude invitando a valutare l'opportunità di prevedere la competenza dell'Agenzia anche nell'ambito delle sub concessioni.

  Tino IANNUZZI (PD), relatore, considera fondati molti dei rilievi formulato dal collega Stradella. Rileva, peraltro, che, nel caso specifico, i margini di intervento della Commissione sono oltremodo ristretti in considerazione del fatto che il provvedimento in esame è soltanto applicativo di norme di legge già vigenti e, sotto questo aspetto, non modificabili in alcun modo in questa sede. Osserva, tuttavia, che, a suo avviso, è senz'altro possibile, ed anzi opportuno, che la Commissione approfondisca tutti i profili problematici del provvedimento, definendo poi, in sede di predisposizione del prescritto parere, il rilievo da dare nell'atto parlamentare alle singole osservazioni e valutazioni della Commissione.

  Roberto TORTOLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

  La seduta comincia alle 14.15.

Decreto-legge 57/2012: Disposizioni urgenti in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore dei trasporti e delle microimprese.
C. 5194 Governo.
(Parere alle Commissioni XI e XII).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 23 maggio scorso.

  Roberto TORTOLI, presidente, comunica che è stato trasmesso dalle Commissioni riunite XI e XII competenti in sede referente un nuovo testo del disegno di legge di conversione in esame, quale risultante dall'approvazione di emendamenti.

  Roberto MORASSUT (PD), relatore, fa presente che, rispetto all'illustrazione effettuata nella precedente seduta, il nuovo testo trasmesso dalle Commissioni competenti in sede consultiva reca la soppressione del comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione, il cui contenuto è stato, in parte e con modifiche, inserito nel testo del decreto legge.
  Più specificamente, all'articolo 1 del decreto legge è stato premesso un nuovo comma che riprende, modificandolo, il contenuto della lettera b) del comma 2 del disegno di legge di conversione che dispone (l'ulteriore) differimento di dodici mesi (ossia dal 15 maggio 2012 al 15 maggio 2013), del termine per l'adozione dei regolamenti (di delegificazione previsti dall'articolo 3, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo n. 81 del 2008) finalizzati a consentire il coordinamento tra le disposizioni dello stesso decreto legislativo con la legislazione speciale relativa alle attività lavorative a bordo delle navi, in ambito portuale, e per il settore delle navi da pesca, nonché l'armonizzazione delle disposizioni tecniche di cui ai titoli dal II al XII del medesimo decreto n. 81/2008 con la disciplina in tema di trasporto ferroviario.
  Precisa che, a seguito della modifica, il termine sopra ricordato viene differito solo di 7 mesi, ossia dal 15 maggio 2012 al 17 dicembre 2012.
  Aggiunge che non è stato invece riproposto nel testo del decreto legge il contenuto della disposizione di cui all'articolo 1, Pag. 100comma 2, lettera a), del disegno di legge di conversione, che modificando l'articolo 3, comma 2, primo periodo, del decreto legislativo n. 81 del 2008, sopprime l'inciso «e non oltre», con riferimento al termine (di 36 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 81 del 2008) entro il quale devono essere individuate le «particolari esigenze connesse al servizio espletato o alle peculiarità organizzative» di cui occorre tenere conto per l'applicazione delle disposizioni del decreto legislativo n.81 del 2008 in particolari settori.
  Ricorda che in particolare si tratta delle Forze armate e di Polizia, e, per quanto attiene agli ambiti di competenza della VIII Commissione, del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, dei servizi di protezione civile, nonché, nell'ambito delle strutture giudiziarie, penitenziarie, di quelle destinate per finalità istituzionali alle attività degli organi con compiti in materia di ordine e sicurezza pubblica, delle università, degli istituti di istruzione universitaria, delle istituzioni dell'alta formazione artistica e coreutica, degli istituti di istruzione ed educazione di ogni ordine e grado, degli uffici all'estero di cui all'articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica 18/1967, e dei mezzi di trasporto aerei e marittimi.
  Considerato però che nel nuovo testo trasmesso dalla Commissioni di merito è mantenuta la disposizione di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b) del decreto legge, in base alla quale la legislazione speciale vigente nei settori richiamati mantiene la sua vigenza non più soltanto fino alla scadenza del termine per l'adozione dei regolamenti di delegificazione, bensì fino alla loro effettiva emanazione (con ciò sopprimendo la norma di salvaguardia che prevedeva la diretta applicazione del decreto legislativo n. 81 del 2008 nel caso di mancata adozione dei regolamenti di delegificazione entro il termine stabilito), l'obiettivo a cui tendeva la disposizione – soppressa e non riprodotta nel decreto legge – dell'articolo 1, comma 2, lettera a) del disegno di legge di conversione è ugualmente conseguito.
  Ciò premesso, constatata l'assenza di profili problematici, in relazione alle competenze della VIII Commissione, anche nel testo come modificato dalle Commissioni di merito, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole sul provvedimento formulata dal relatore.

Legge Comunitaria 2012.
Emendamenti C. 4925 Governo.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame degli emendamenti, riferiti al provvedimento in oggetto, trasmessi dalla XIV Commissione e di competenza della Commissione.

  Roberto TORTOLI, presidente, comunica che è stato trasmesso dalla XIV Commissione, ai fini del prescritto parere, l'emendamento 1.2 del relatore, limitatamente alle parti di competenza.

  Alessio BONCIANI (UdCpTP), relatore, rileva che l'emendamento 1.2 del relatore prevede l'inserimento nell'allegato A del disegno di legge comunitaria della direttiva 2011/97/UE del Consiglio del 5 dicembre 2011 che modifica la direttiva 1999/317CE per quanto riguarda i criteri specifici di stoccaggio del mercurio metallico considerato rifiuto, il cui termine di recepimento è previsto per il 15 marzo 2013.
  Al riguardo, fa presente che la direttiva nasce dall'esigenza di introdurre requisiti supplementari per lo stoccaggio temporaneo del mercurio metallico che tengano conto delle attività di ricerca riguardanti i metodi di smaltimento sicuro, inclusa la solidificazione del mercurio metallico.
  Ciò premesso, si riserva di formulare una proposta di parere, in modo anche da valutare le osservazioni che nel frattempo dovessero pervenire.

Pag. 101

  Roberto TORTOLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.25.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

  La seduta comincia alle 14.25.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2012.
Doc. LXXXVII-bis, n. 29.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2012.
(COM(2011)777 def.).

(Alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Roberto TORTOLI, presidente, in sostituzione del relatore impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, ricorda preliminarmente che in applicazione dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, il Governo ha trasmesso lo scorso 4 maggio alle Camere la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE per il 2012. Tale atto, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il regolamento della Camera con parere del 14 luglio 2010, viene esaminato congiuntamente con il Programma di lavoro della Commissione europea (che, con riferimento al 2012, era stato presentato il 15 novembre del 2011).
  Per quanto riguarda la procedura, rileva altresì che il citato parere della Giunta per il regolamento prevede che le Commissioni di merito, limitatamente ai profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze, esprimano un parere alla XIV Commissione; che quest'ultima procede all'esame generale dei documenti e presenta una relazione all'Assemblea; che la discussione in Assemblea può concludersi con l'approvazione di atti di indirizzo al Governo.
  Rileva, con riferimento ai contenuti degli atti in discussione, che sia il programma di lavoro della Commissione europea che la relazione programmatica del Governo attribuiscono un rilievo centrale alla costruzione della nuova governance economica europea.
  In particolare, nella relazione programmatica il Governo indica il metodo e gli obiettivi generali che intende seguire al riguardo: promuovere un approccio equilibrato, volto a conciliare disciplina fiscale, meccanismi di solidarietà e iniziative per la crescita e l'occupazione che facciano leva sulle potenzialità del mercato interno; mantenere un approccio inclusivo alle riforme, a salvaguardia del metodo comunitario e dell'unitarietà dell'architettura istituzionale dell'Unione europea; promuovere, al fine di coadiuvare gli sforzi effettuati a livello nazionale per ripristinare l'equilibrio di bilancio con strumenti ad efficacia rafforzata in ambito UE e di stabilizzare i mercati finanziari, l'introduzione di euro bonds, partendo per ora – cosa, comunque, di grande rilievo per l'attività della Commissione – dall'approfondimento della fattibilità dei project bonds per il finanziamento di grandi infrastrutture europee.
  Si sofferma in modo particolare su quest'ultimo punto, segnalandone l'importanza, anche per quel che riguarda l'attività della VIII Commissione, e sottolineando la necessità che il Governo prosegua con decisione nell'azione, peraltro intensificata negli ultimi giorni e settimane, tesa a rafforzare le azioni dell'UE a sostegno della crescita.
  Con specifico riferimento, quindi, alle materie di competenza della VIII Commissione, fa presente che la relazione evidenzia innanzitutto l'impegno del Governo a promuovere una maggiore integrazione dei temi legati all'uso efficiente delle risorse nell'ambito del Semestre europeo, nel contesto dei quali, il Governo assegna priorità alle misure con un impatto immediato sulla crescita fra le quali l'elaborazione di Pag. 102una fiscalità ecologica volta all'eliminazione delle sovvenzioni fiscali dannose per l'ambiente e la predisposizione di incentivi per le imprese che applicheranno nuove forme di innovazione «verde».
  Su un piano generale, la relazione fa altresì riferimento all'iniziativa faro sull'efficienza delle risorse (COM(2011)21) in Europa e alla proposta della Commissione relativa a una roadmap (COM(2011)571) per il passaggio a un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse che definisce un percorso di transizione finalizzato a ridurre dell'80 per cento le emissioni nell'Unione europea al 2050 (anno base 1990) attraverso tappe intermedie di riduzione delle emissioni pari a -25 per cento al 2020, -40 per cento al 2030 e -60 per cento al 2040.
  Inoltre, il Governo richiama l'attenzione sul tema dell'approvazione di eventuali obiettivi intermedi di riduzione tra il 2020 e il 2050, per i quali sarà necessaria un'accurata valutazione di impatto nei singoli Stati membri. Riguardo ai possibili obiettivi al 2020, il Governo ritiene necessario modulare le scadenze temporali proposte, con particolare riferimento alla politica delle acque, dei rifiuti, del suolo, della biodiversità e dei trasporti sostenibili, tenendo conto dello stato di attuazione delle misure già in vigore e delle ulteriori azioni necessarie per il raggiungimento degli obiettivi in argomento.
  La Relazione richiama, quindi, la necessità di definire strategie nei tre settori a maggior impatto ambientale – costruzioni alimentazione e trasporti – attraverso un maggiore raccordo tra tutti gli strumenti esistenti, compresi i Piani di azione e i Libri Bianchi. In tale contesto per l'Italia risulta prioritario affrontare la questione del corretto uso del suolo.
  Il Governo considera, infine, prioritario il dibattito sul futuro 7o Programma d'Azione Ambientale (una proposta della Commissione è attesa, secondo il Programma di lavoro della Commissione, entro il 2012), che dovrà individuare le principali sfide ambientali per l'UE fino al 2020 e oltre.
  Per quanto riguarda le politiche ambientali, relativamente all’ecoinnovazione, la relazione richiama l'attenzione sulla proposta relativa a un Piano di azione per l'eco-innovazione (COM(2011)899) che evidenzia il ruolo cruciale dell'eco-innovazione nel futuro delle politiche europee.
  Nell'ambito della futura programmazione finanziaria, il Governo considera importante dedicare fondi specifici all'ecoinnovazione (come nell'attuale programma quadro per l'innovazione e la competitività CIP – ecoinnovazione), nonché inserire fra i settori prioritari d'intervento quelli con maggiori potenzialità per la crescita e l'occupazione. Considerando il ruolo chiave dell'eco-innovazione, peraltro, il Governo ritiene fondamentale che il Piano proposto dalla Commissione europea assuma adeguato rilievo politico, anche attraverso la predisposizione di specifiche Conclusioni consiliari.
  Ricorda peraltro che il piano d'azione per l'ecoinnovazione della Commissione europea prevede sette azioni prioritarie: utilizzo di politiche e normative in materia ambientale come stimoli per promuovere l'ecoinnovazione; sostegno a progetti dimostrativi e partenariati per introdurre nel mercato tecnologie operative promettenti; sviluppo di norme e obiettivi di prestazione per beni, processi e servizi fondamentali, al fine di ridurne l'impronta ecologica; mobilitazione di strumenti finanziari e servizi di sostegno alle PMI; promozione dell'eco-innovazione nella cooperazione internazionale; sostegno allo sviluppo di competenze e posti di lavoro emergenti e i relativi programmi di formazione per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro; promozione dell'ecoinnovazione attraverso i partenariati europei per l'innovazione previsti dall'iniziativa «Unione dell'innovazione».
  Relativamente al tema della protezione delle acque, nel settore della tutela delle risorse idriche, la relazione programmatica richiama innanzitutto l'attenzione sulla pubblicazione del documento di orientamento per il futuro della politica Pag. 103delle acque (cosiddetto Blueprint) attesa entro la fine del 2012 secondo il programma di lavoro della Commissione europea.
  Sul piano legislativo la relazione richiama l'attenzione sulla proposta di revisione (COM(2011)876) della direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro acque) intesa a integrare con altre quindici nuove sostanze chimiche la lista di riferimento delle sostanze prioritarie monitorate e controllate nelle acque di superficie dell'UE che comprende attualmente trentatré inquinanti chimici. Il Governo considera tale proposta rilevante per la protezione degli ambienti acquatici nel nostro Paese e, a tale riguardo, ritiene necessario che siano definiti obblighi di monitoraggio e standard di qualità omogenei a livello europeo per tali sostanze, anche per evitare distorsioni delle condizioni di mercato. Inoltre, si ritiene che debba essere mantenuta la flessibilità di monitoraggio nelle diverse matrici ambientali, a garanzia di una corretta caratterizzazione dei corpi idrici superficiali.
  La relazione richiama inoltre l'attenzione sulla proposta di modifica (COM(2011)439) della direttiva 1999/32/CE relativa al tenore di zolfo nei combustibili per uso marittimo, presentata dalla Commissione nel luglio 2011 e intesa ad allineare la norma europea alle modifiche adottate in materia nel 2008 dall'Organizzazione marittima internazionale (IMO) introducendo disposizioni più restrittive di quelle internazionali per quanto concerne il contenuto massimo di zolfo del combustibile utilizzato dalle navi passeggeri. Il Governo valuta positivamente l'introduzione di parametri più rigorosi, tenuto conto sia delle condizioni ambientali dei mari italiani – in particolare Adriatico e Tirreno Centro-Settentrionale – sia della possibile spinta ad una evoluzione tecnologica che porrebbe il nostro Paese in posizione di venditore di tecnologie avanzate quando, inevitabilmente, tali standard saranno applicati anche nel Mediterraneo.
  Il Governo considera, inoltre, necessaria una valutazione approfondita del loro impatto sul settore della raffinazione e sul settore marittimo e della natura internazionale del trasporto marittimo. Tra l'altro, appare opportuno effettuare un approfondimento sulla reale disponibilità di combustibili a basso contenuto di zolfo nell'area del Mediterraneo, dal momento che nel nord Europa dovrebbero registrarsi minori problemi di approvvigionamento in conseguenza dei bassi livelli di zolfo dei greggi lavorati.
  Sul tema degli organismi geneticamente modificati (OGM), il Governo, con riferimento alla proposta di regolamento sulla coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM), ricorda che il negoziato ancora in corso ha fatto emergere posizioni difformi tra gli Stati membri: Francia, Belgio, Regno Unito, Irlanda Germania e Spagna hanno ribadito la loro posizione di contrarietà alla proposta con argomentazioni inerenti alla questione di compatibilità con il diritto dell'Unione europea e con le regole del commercio internazionale. Gli altri Stati membri, inclusa l'Italia, hanno, invece, ribadito l'esigenza di giungere all'adozione della proposta.
  Il Governo, pur apprezzando l'ipotesi di possibili soluzioni di compromesso, ritiene preferibile un testo dettagliato e di diretta applicazione. Infatti, dal momento che la direttiva 2001/18/CE ha prodotto un notevole contenzioso, occorre modificare il quadro normativo in modo tale da rendere chiari i criteri da utilizzare in sede di adozione delle misure di restrizione o divieto di coltivazione degli OGM, evitando così difficoltà in sede applicativa. Andrebbero, in particolare, richiamati i criteri socio-economici, le motivazioni ambientali alla scala locale, con particolare riferimento alla tutela della biodiversità, e la tutela dei prodotti di qualità.
  Relativamente al tema generale della lotta ai cambiamenti climatici, il Governo evidenzia l'interesse per gli sviluppi della Conferenza di Durban nel quadro dell'impegno dell'UE a proseguire nell'attuazione del Protocollo di Kyoto dopo il 2012, con particolare riferimento a due aspetti prioritari: la durata del secondo periodo d'impegno al fine di evitare la creazione di doppi regimi rispetto a quanto previsto nel pacchetto «clima-energia»; la dotazione a Pag. 104livello dell'Unione europea degli strumenti idonei al fine di dare attuazione all'impegno del passaggio al 30 per cento, laddove nel prossimo futuro si verifichino le condizioni per tale passaggio.
  In riferimento al primo aspetto, si ricorda che nel quadro degli accordi di Durban si è prospettata una proroga (c.d. secondo periodo) del Protocollo di Kyoto intesa come transizione verso un più ampio quadro giuridicamente vincolante che copra tutti i principali emettitori.
  Quanto al secondo aspetto, il Governo ritiene necessario integrare tali strumenti con misure legislative settoriali e, a tal proposito, richiama l'attenzione sui negoziati in corso relativi alle proposte in materia di efficienza energetica, fiscalità energetica ed infrastrutture – ad esempio, lo strumento «Connecting Europe facility» nell'ambito del futuro quadro finanziario – che devono essere coerenti con obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di carbonio.
  Sul piano legislativo, il Governo richiama l'attenzione sulla proposta di regolamento (COM(2011)789) relativo ad un meccanismo di monitoraggio dei gas ad effetto serra intesa, da un lato, ad assicurare l'adempimento da parte dell'UE degli obblighi di rendicontazione sottoscritti nell'ambito degli accordi di Durban, dall'altro, di dotarsi di uno strumento per verificare l'adempimento di ciascuno Stato membro rispetto agli obblighi di riduzione sottoscritti nell'ambito del pacchetto 20-20-20.
  Nel quadro di una possibile adozione del regolamento in prima lettura entro il 2012, il Governo intende assumere una posizione volta a: assicurare che il regolamento contempli esclusivamente gli obblighi di rendicontazione della Unione sottoscritti nell'ambito della UNFCCC, del Protocollo di Kyoto e della legislazione europea vigente; evitare, per quanto possibile, duplicazioni con i processi di rendicontazione, monitoraggio e verifica già in atto; assicurare che, nel definire gli obblighi di monitoraggio e rendicontazione per gli Stati membri, non si perdano di vista i costi per l'attuazione di tali obblighi; assicurare che gli Stati membri abbiano un ruolo adeguato nel processo di verifica delle informazioni trasmesse nonché di elaborazione delle misure attuative previste nel regolamento.
  Il Governo infine sottolinea la rilevanza della contabilizzazione delle attività LULUCF (Land Use Land Use Change and Forestry) le cui riduzioni, nel quadro degli accordi di Durban, potrebbero essere contabilizzate in caso di rafforzamento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 2020.
  In materia di azione per il clima, il programma di lavoro della Commissione per il 2012 inserisce tra le priorità le seguenti iniziative sulle quali la relazione non fornisce alcuna indicazione: iniziativa sulla revisione della normativa vigente (i regolamenti CE n. 443/2009 e UE n. 510/2011) allo scopo di valutare la praticabilità degli obiettivi per il 2020 in materia di emissioni da autovetture e furgoni e le modalità del loro conseguimento (4o trimestre 2012); iniziativa legislativa volta a inserire le emissioni prodotte dal settore trasporto marittimo nella strategia UE per la riduzione dei gas serra, qualora tali emissioni non siano incluse entro il 2011 negli obiettivi di riduzione di un accordo internazionale; iniziativa legislativa sulla riduzione dei gas fluorurati ad effetto serra nell'ambito dell'obiettivo generale dell'Unione europea di ridurre le emissioni dell'80-95 per cento entro il 2050.
  In materia di ambiente e Quadro Finanziario Pluriennale, inoltre, il Governo considera prioritario che le politiche ambientali europee trovino adeguato riflesso e sostegno nell'ambito del Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020.
  La Relazione sottolinea come, nell'approccio della Commissione e in continuità con gli schemi dei precedenti budget, la tematica ambientale sia vista come trasversale ai principali titoli di spesa senza la previsione di altri titoli specificamente dedicati all'ambiente, ad eccezione del programma LIFE+ che risulta riconfermato e incrementato nella disponibilità finanziaria.Pag. 105
  In particolare, la Relazione fa riferimento alla necessità di individuare uno strumento di coordinamento delle politiche di settore che, anche a livello europeo, accompagni l'approccio trasversale delle politiche proposto dalla Roadmap per un'economia efficiente nell'uso delle risorse, rendendolo efficace attraverso due possibili strumenti utili a identificare le quote finanziarie destinate all'ambiente: la definizione di procedure per la tracciabilità delle spese relative all'ambiente in generale e al clima in particolare; la definizione di target e il monitoraggio dei risultati.
  Nell'ambito delle proposte previste nel Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 il Governo richiama altresì l'attenzione sulla proposta di regolamento (COM(2011)874) sull'istituzione di un programma per l'ambiente e l'azione per il clima (LIFE).
  Il 12 dicembre 2011 la Commissione europea ha presentato una proposta relativa a un nuovo programma di azione nel settore della politica ambientale, LIFE che, proseguendo l'impegno del periodo finanziario precedente (programma LIFE+) prevede uno stanziamento complessivo di 3,6 miliardi di euro, articolato in due sottoprogrammi: il sottoprogramma per l'ambiente (2,7 miliardi), che sosterrà interventi nei settori dell'efficienza delle risorse e della biodiversità, e il sottoprogramma per il clima (900 milioni), che sosterrà interventi di attenuazione e adattamento dei cambiamenti climatici. Tra gli obiettivi specifici il programma inserisce: contribuire al passaggio a un'economia efficiente in termini di risorse, con minori emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici; contribuire alla protezione e al miglioramento della qualità dell'ambiente e alla tutela della biodiversità; integrare gli obiettivi di politica ambientale nelle altre politiche dell'UE e migliorarne l'attuazione; sostenere maggiormente la governance ambientale e climatica a tutti i livelli. La Relazione sottolinea come la proposta intenda, rispetto ai precedenti programmi, promuovere e consentire l'utilizzo integrato di diverse tipologie di finanziamenti, provenienti da altri Fondi europei o pubblici nazionali o regionali in attuazione delle strategie o piani d'azione previsti dalla legislazione UE in materia di ambiente o clima.
  In tale contesto, la Relazione evidenzia la posizione del Governo italiano che sarà orientata ad assicurare prioritariamente che: il regolamento preveda una chiara ripartizione della dotazione finanziaria del programma tra le sovvenzioni ai progetti e le spese di gestione di LIFE; la ripartizione dei fondi tra ciascun settore prioritario e tra le diverse tipologie di finanziamento venga definita sulla base di criteri che dovranno essere definiti nel regolamento e che vi sia una equa distribuzione delle risorse tra Stati membri; sia definito un meccanismo di coordinamento e di integrazione tra LIFE e le diverse tipologie di finanziamenti provenienti dai Fondi europei o da Fondi pubblici nazionali; venga assegnato all'Autorità nazionale un ruolo adeguato nella definizione del Programmi di lavoro pluriennali; venga garantita una ripartizione delle risorse per le sovvenzioni ai progetti destinati alla biodiversità non inferiore a quella del Programma attuale.
  La Relazione infine richiama l'attenzione sulla necessità di individuare nuove e sufficienti opportunità di finanziamento della rete «Natura 2000» – il principale strumento di lotta alla perdita di biodiversità e di salvaguardia dei servizi eco sistemici di cui si è dotata l'UE – attraverso un approccio più strategico che non privilegi un fondo unico, ma piuttosto rafforzi l'approccio integrato con le politiche settoriali e con i Fondi Strutturali, individuando al contempo una chiara dotazione finanziaria dedicata a Natura 2000 ed alla conservazione della biodiversità, e prevedendo il coinvolgimento del settore privato.
  Segnala, peraltro, che, in materia ambientale, il programma di lavoro della Commissione per il 2012 inserisce tra le priorità le seguenti iniziative sulle quali la relazione non fornisce indicazioni: iniziativa per l'attuazione del Protocollo ABS (regime internazionale sull'accesso alle risorse Pag. 106genetiche e condivisione dei benefici) in attuazione del Protocollo di Nagoya sulla biodiversità; iniziativa legislativa volta al riesame della direttiva VIA (valutazione dell'impatto ambientale); iniziativa legislativa volta all'intesa a colmare alcune lacune strategiche in materia di specie esotiche invasive; iniziativa non legislativa su un quadro strategico adeguato a garantire un livello di protezione sufficientemente elevato contro i rischi derivanti dalle sostanze o miscele esogene che alterano le funzioni del sistema endocrino con conseguenze negative per la salute(perturbatori endocrini).
  Conclude quindi segnalando il rilievo per l'attività della nostra Commissione di alcune parti della relazione del Governo che pure sono nominalmente intitolate alla materia «Industria» e alla materia «Energia».
  Al riguardo, sottolinea anzitutto che nella parte dedicata alle politiche industriali, il Governo ha richiamato l'attenzione del Parlamento sul potenziale di crescita e di innovazione legato alla «green economy», evidenziando che intende promuoverne lo sviluppo in tutti i settori produttivi con particolare riguardo ai settori dell'industria chimica, dell'industria automobilistica e dell'industria del riciclo. La relazione segnala, inoltre, l'importanza delle attività orientate a valutare possibili impatti sul sistema produttivo italiano delle modifiche che potrebbero essere apportate a partire dal 2013 al sistema UE-ETS, il sistema europeo di scambio di quote di emissione di CO2. A tale proposito, la relazione segnala l'intenzione di sviluppare un sistema di valutazione d'impatto con il primario obiettivo di disegnare misure di politica industriale per l'evoluzione del sistema produttivo verso tecnologie a bassa emissione di CO2.
  Nella parte dedicata alla materia «Energia», invece, la relazione del Governo si apre con la sottolineatura dell'importanza della proposta di direttiva in materia di efficienza energetica finalizzata a rendere possibile il raggiungimento del target, non vincolante, di riduzione dei consumi energetici nazionali del 20 per cento previsto dal pacchetto clima-energia, la cui approvazione entro il primo semestre del 2012 rappresenta una priorità per la Presidenza danese pro tempore dell'UE. A tale proposito, segnalo che il Governo ritiene che gli obiettivi non debbano diventare obbligatori, e che sia necessario includere nella direttiva una metodologia chiara per misurare i progressi di ciascuno Stato membro verso l'obiettivo comune. Tra le questioni prioritarie per l'Italia, la relazione segnala la necessità di introdurre elementi di flessibilità che tengano conto delle singole realtà nazionali con particolare riferimento alla misura che introdurrebbe l'obbligo di riconversione del 3 per cento annuo degli edifici pubblici (con una superficie maggiore di 250 mq) per adattarli a standard di efficienza energetica. In particolare, il Governo ha evidenziato come il patrimonio pubblico non sia sempre di uguale consistenza tanto nel numero quanto nella importanza storico-artistica e che la fissazione di un obbligo generalizzato elevato potrebbe incidere in maniera molto differenziata sui bilanci dei Paesi.
  Segnala, inoltre, che la relazione richiama poi l'attenzione sulla proposta di regolamento sulla sicurezza offshore (COM(2011)688), con l'obiettivo di un più alto livello di sicurezza nelle attività di prospezione, esplorazione e produzione di olio e gas offshore. A tale riguardo, il Governo si esprime favorevolmente sulla proposta di utilizzare lo strumento della direttiva in sostituzione del regolamento, che, tramite le misure di recepimento nel diritto interno, consentirebbe un maggior grado di adattabilità alle diverse situazioni nazionali.
  La relazione fa riferimento, infine, un insieme di iniziative che figurano nel programma della Commissione per il 2012 relativamente: al mercato interno dell'energia (attesa per il 2o trimestre del 2012); alla strategia per le fonti rinnovabili quale follow-up della Roadmap energia 2050 (attesa per il 2o trimestre del 2012); alla cattura e stoccaggio del carbonio (CCS – attesa per il 3o trimestre del 2012). Nel programma della Commissione sono altresì Pag. 107previste le iniziative legislative sulle «Smart Cities and Communities e per migliorare il quadro normativo sulla sicurezza nucleare (attesa per il 3o trimestre 2012).
  Con riferimento, invece, alla materia degli appalti pubblici, evidenzia anzitutto che, nell'ambito delle azioni dirette a conseguire l'obiettivo strategico del completamento del mercato unico, nella relazione del Governo si dà adeguato rilievo alle iniziative in materia di appalti. In particolare, si dà conto degli impegni che il Governo intende assumere in relazione al pacchetto di proposte in materia di appalti pubblici e concessioni presentato dalla Commissione il 20 dicembre 2011.
  Il pacchetto comprende: una proposta di direttiva sugli appalti nei cosiddetti «settori speciali», vale a dire acqua, energia, trasporti e servizi postali (COM(2011)895); una proposta di direttiva sugli appalti pubblici (COM(2011)896); una proposta di direttiva sull'aggiudicazione dei contratti di concessione (COM(2011)897).
  Nel ricordare che tali proposte sono attualmente all'esame della Commissione, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento della Camera, ribadisco l'importanza del loro contenuto e degli obiettivi da esse perseguite (attraverso la modifica e la sostituzione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE): avvicinare, per quanto possibile, la disciplina dei settori «speciali» a quella dei settori classici; favorire la creazione di un vero e proprio mercato europeo degli appalti; fornire (per quel che riguarda la proposta sulle concessioni) un quadro giuridico certo nel settore delle concessioni.
  Ricorda, inoltre, che nella relazione si dà conto del fatto che il Governo ha avviato un tavolo di coordinamento delle amministrazioni centrali e regionali, per la definizione di una posizione condivisa da sostenere nel corso del negoziato europeo.
  In ogni caso, si evidenzia che sotto molti profili le tre proposte sono in linea con le indicazioni già formulate dal Governo alla Commissione europea, nell'aprile 2011, nell'ambito della consultazione sul Libro verde riguardante la modernizzazione della politica dell'UE in materia di appalti pubblici (COM(2011)15) sul quale anche la nostra Commissione si era espressa con l'approvazione, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento della Camera, di un documento finale nella seduta del 14 aprile 2011.
  Infine, il Governo ritiene che, a seguito dell'approvazione delle nuove norme europee in materia di appalti e concessioni, potranno essere necessarie modifiche alle pertinenti norme nazionali al fine di renderle conformi al quadro normativo europeo.
  Quanto alle tematiche relative alle politiche infrastrutturali, nel richiamare quanto già segnalato all'inizio sulla necessità di una forte azione per l'introduzione di euro bonds, a partire da quelli per il finanziamento delle grandi infrastrutture europee, segnala che nella parte della relazione del Governo relativa alla definizione del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, oltre a dare conto dello stato e delle prospettive dei negoziati che si dovrebbero concludere entro la fine del 2012, il Governo ha tenuto a ribadire che, per quanto riguarda le principali rubriche di spesa, intende operare, da un lato, affinché sia riconosciuta l'importanza degli investimenti pubblici nel settore dei trasporti e, dall'altro, affinché sia accolta la proposta del ricorso a strumenti finanziari innovativi (in particolare l'uso dei project bond) per il finanziamento delle reti infrastrutturali.
  Analogamente a quanto fatto a margine della illustrazione delle misure in materia di ambiente, considera opportuno segnalare quindi il rilievo per l'attività della VIII Commissione della parte della relazione del Governo intitolata (all'interno della materia «Trasporti») al tema delle «Reti di trasporto europee». In questa sede, il Governo esprime una valutazione complessivamente positiva sulla proposta di regolamento (COM(2011)650) del 20 ottobre 2011 che prospetta una revisione degli orientamenti dell'UE per le reti transeuropee di trasporto (TEN-T).
  Ricorda che si tratta di una proposta particolarmente importante (attualmente Pag. 108all'esame della IX Commissione della Camera), che – come è specificato nella relazione – prospetta la creazione di una rete centrale TEN-T a livello UE (da realizzare entro il 2030) basata su un «approccio per corridoi» per favorire una gestione coordinata della stessa, e di una rete globale (da realizzare entro il 2050) che comprenderà infrastrutture a livello nazionale e regionale per garantire l'intera copertura del territorio dell'UE e l'accessibilità a tutte le regioni. A tal fine è previsto uno stanziamento complessivo pari a 31,7 miliardi di euro, di cui 10 miliardi provenienti dal Fondo di coesione. La proposta si colloca nell'ambito delle azioni previste nel prossimo quadro finanziario 2014-2020, attraverso il nuovo «Meccanismo per collegare l'Europa» (Connecting Europe facility), con il quale l'UE intende promuovere il finanziamento di determinate infrastrutture prioritarie che rispettino i criteri di sviluppo sostenibile definiti dalla Strategia Europa 2020. Per la realizzazione della rete centrale sono stati individuati dieci corridoi, di cui quattro di diretto interesse per l'Italia (nell'ambito di tali corridoi, come sottolineato nella relazione programmatica, è stata riconosciuta la rilevanza dei progetti ferroviari transfrontalieri italiani attraverso le Alpi): il Corridoio 1 Baltico-Adriatico che collegherà Helsinki a Ravenna, nell'ambito del quale sono previsti i collegamenti ferroviari Vienna-Udine-Venezia-Ravenna e Trieste-Venezia-Ravenna; il Corridoio 3 Mediterraneo da Algeciras (Spagna) fino alla frontiera ungherese che comprenderà, tra l'altro, i collegamenti ferroviari Lione-Torino, Milano-Brescia, Brescia-Venezia-Trieste, Milano-Mantova-Venezia-Trieste e Trieste-Divaca; il Corridoio 5 Helsinki-La Valletta che comprenderà il tunnel di base del Brennero nonché i collegamenti ferroviari Fortezza-Verona, Napoli-Bari, Napoli-Reggio Calabria, Messina-Palermo e Palermo-La Valetta; il Corridoio 9 Genova-Rotterdam che comprenderà i collegamenti ferroviari Genova-Milano-Novara (cosiddetto «terzo valico appenninico»).
  Con riferimento a tale proposta, nella relazione programmatica il Governo si impegna a tenere nella massima considerazione le indicazioni contenute negli atti approvati dal Parlamento.
  In particolare, il Governo esprime un giudizio favorevole sull'approccio complessivo delineato nella proposta della Commissione; ritiene essenziale concentrare lo sforzo finanziario europeo sull'intermodalità fra trasporto marittimo e ferroviario, ed in particolare sulla rimozione delle strozzature e sulle carenze strutturali (ultimo miglio, interporti, ecc) che riducono l'efficienza del sistema logistico; sottolinea l'importanza di incentrare la propria azione sul Mediterraneo e sul Mar Nero, come ambito privilegiato nelle relazioni con i paesi rivieraschi del nord-Africa, Medio-Oriente e Turchia.
  Conclude, quindi, riservandosi di presentare una proposta di parere sui documenti in discussione che terrà conto di quanto emergerà nel corso del dibattito.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

  La seduta comincia alle 14.30.

Delega al Governo per l'adozione di norme a salvaguardia della salute pubblica dai rischi di inquinamento nelle zone interessate da impianti, anche provvisori, per il deposito, il trattamento o lo smaltimento di rifiuti urbani e industriali.
C. 1909 Scilipoti.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Pag. 109

  Sergio Michele PIFFARI (IdV), relatore, ricorda che la proposta di legge in esame si pone come finalità essenziale quella di tutelare la salute pubblica (diritto fondamentale previsto dall'articolo 32 della Costituzione) nei luoghi ove insistono o sono presenti impianti, anche provvisori, per il deposito, il trattamento o lo smaltimento dei rifiuti.
  In particolare l'articolo 1, comma 1, reca una delega al Governo per l'adozione, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, di un decreto legislativo recante norme per la salvaguardia della salute pubblica dai rischi di inquinamento ambientale, e in particolare delle falde idriche e dell'aria, nelle zone ove insistono, o sono in via di realizzazione, impianti, anche provvisori, per il deposito, il trattamento o lo smaltimento di rifiuti urbani e industriali.
  Lo stesso comma 1, nonché il successivo comma 2 del medesimo articolo 1, disciplinano le modalità procedurali per l'emanazione del decreto delegato. Viene infatti previsto che tale emanazione avvenga su proposta del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.
  Al riguardo, invita a considerare l'opportunità di prevedere – nell'ambito della procedura di adozione del citato decreto legislativo – il parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, alla luce delle numerose funzioni svolte da regioni, province e comuni ai sensi degli articoli da 196 a 198 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (Codice ambientale).
  Inoltre si prevede che il Governo trasmetta lo schema di decreto alle Camere almeno 2 mesi prima della scadenza del termine di 18 mesi previsto dal comma 1 e che ciascuna Commissione esprima il proprio parere entro il termine di un mese dall'assegnazione dello schema. Decorso inutilmente tale termine, il decreto legislativo può comunque essere emanato.
  Il successivo comma 3 elenca i princìpi e criteri direttivi ai quali il Governo si deve attenere al fine di assicurare: la realizzazione di un sistema di monitoraggio permanente delle acque di falda delle aree interessate e comunque delle acque potabili dei comuni ubicati, in tali aree, assicurando la conoscenza dei relativi dati da parte delle popolazioni coinvolte; la realizzazione di una rete di rilevamento dei gas maleodoranti (NH3-Ammoniaca; H2S-Acido Solforico; Mercaptani; VOCs-Composti organici volatili) e di un sistema di allarme e di gestione degli impianti, al fine di consentire, ove necessario, il blocco di tali impianti qualora siano superate le soglie di molestia olfattiva previste dalla normativa comunitaria, assicurando, altresì, la conoscenza dei dati rilevati da parte delle popolazioni coinvolte; la realizzazione di una rete di rilevamento della qualità dell'aria in grado di monitorare gli inquinanti convenzionali e i microinquinanti, in modo di valutare le eventuali perturbazioni della qualità dell'aria da essi provocata, al fine di adottare, ove necessario, adeguati provvedimenti a tutela della salute pubblica; la realizzazione di termovalorizzatori alimentati con CDR (combustibile derivato da rifiuto) aventi caratteristiche chimico-fisiche conformi ai requisiti stabiliti dalla normativa di settore; la riduzione dei fattori di emissione degli inquinanti convenzionali (SO2-Anidride solforosa; NOx-Collettività di ossidi di azoto; HCL-Acido cloridrico; CO-Monossido di carbonio) e dei microinquinanti (diossine; IPA-idrocarburi policiclici aromatici; PM; metalli pesanti) dei termovalorizzatori realizzati, rispettivamente, di almeno un ordine e di due ordini di grandezza dei valori limite stabiliti dalla legge, al fine di mitigare gli impatti ambientali degli impianti e i rischi associati per i cittadini residenti nell'area interessata; l'estensione dei sistemi di monitoraggio e di rilevamento e delle azioni di controllo sulla salute pubblica e sull'ambiente a tutte le regioni, e, in via prioritaria, a quelle interessate dalla presenza di impianti destinati al deposito e al trattamento dei rifiuti urbani e industriali.Pag. 110
  Al riguardo, fa presente che l'opportunità di una riflessione sul coordinamento delle disposizioni recanti i principi e criteri direttivi di delega con quanto già previsto dalla normativa vigente in materia.
  L'articolo 2 reca la consueta clausola di invarianza finanziaria, prevedendo che dall'attuazione della presente legge non derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  Infine l'articolo 3 disciplina l'entrata in vigore, che avverrà il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

  Gianluca BENAMATI (PD), preliminarmente, osserva che il provvedimento in esame interviene su una materia particolarmente importante, come è quella dei controlli sugli impianti di trattamento, gestione e smaltimento dei rifiuti. Nel riservarsi, quindi, di svolgere in seguito in modo più dettagliato le proprie considerazioni e proposte sullo stesso provvedimento, rileva comunque l'opportunità di un'accurata verifica della congruità e adeguatezza dei criteri di delega in rapporto ai principi e criteri che regolano la complessa ed estesa normativa attualmente vigente in materia. Fa presente, inoltre, con specifico riferimento alla disposizione di cui all'articolo 2, comma 1, che sarebbe, a suo avviso, necessario definire in modo più stringente gli effetti del parere parlamentare sullo schema di decreto che nella citata norma trova disciplinata la procedura di emanazione.

  Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

  La seduta comincia alle 14.40.

Indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza sismica in Italia.
Audizione di rappresentanti dell'ENEA, del professor Giuliano Panza e del Professor Antonello Salvadori.
(Svolgimento e conclusione).

  Angelo ALESSANDRI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Alessandro MARTELLI, direttore del Centro ricerche ENEA di Bologna, Paolo CLEMENTE, responsabile del Laboratorio ENEA prevenzione e mitigazione effetti rischi naturali, Giuliano PANZA, professore ordinario sismologia presso l'Università degli studi di Trieste e Antonello SALVATORI, docente di tecnica delle costruzioni, costruzioni in zona sismica e costruzioni speciali civili presso l'Università degli studi de L'Aquila, svolgono relazioni sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono, quindi, per formulare quesiti ed osservazioni, i deputati Gianluca BENAMATI (PD), Aurelio Salvatore MISITI (Misto-G.Sud-PPA) e Sergio Michele PIFFARI (IdV)

  Paolo CLEMENTE, responsabile del Laboratorio ENEA prevenzione e mitigazione effetti rischi naturali, Antonello SALVATORI, docente di tecnica delle costruzioni, costruzioni in zona sismica e costruzioni speciali civili presso l'Università degli studi de L'Aquila e Giuliano PANZA, professore ordinario di sismologia presso l'Università degli studi di Trieste e Alessandro MARTELLI, direttore del Centro ricerche ENEA di Bologna, rispondono ad alcuni dei quesiti posti.

  Angelo ALESSANDRI, presidente, nel fare presente che le risposte agli ulteriori quesiti posti potranno essere fornite in un'altra seduta, rinvia il seguito dell'audizione.

  La seduta termina alle 16.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.