CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 maggio 2012
658.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI, indi del vicepresidente Giuseppe Francesco Maria MARINELLO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 14.10.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione penale sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999.
C. 5058, approvato dal Senato.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere favorevole – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento e della proposta emendativa ad esso riferita.

  Maino MARCHI (PD), relatore, rileva che la proposta di legge in esame, approvata in prima lettura dal Senato, recante la ratifica e l'esecuzione della Convenzione penale sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999, non è corredata di relazione tecnica e reca all'articolo 4 una clausola di neutralità finanziaria. Passa quindi all'esame delle disposizioni della Convenzione aventi rilievo sotto il profilo finanziario. Evidenzia come l'Accordo, composto di un breve preambolo e di 42 articoli, disponga che le Parti contraenti – nei rispettivi ordinamenti – definiscano come reati penali le fattispecie di corruzione. Le norme dispongono, in particolare, Pag. 66che le Parti contraenti adottino nel proprio ordinamento misure che consentano di confiscare o sottrarre gli strumenti ed i proventi dei reati penali definiti dalla Convenzione o beni per un valore corrispondente a tali proventi; garantiscano la specializzazione di persone o di enti nella lotta contro la corruzione e provvedano affinché i medesimi soggetti dispongano di una formazione e di risorse finanziarie adeguate all'esercizio delle proprie funzioni; si prestino l'assistenza giudiziaria più ampia possibile; includano i reati penali che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione in tutti i futuri trattati di estradizione. I medesimi reati dovranno essere altresì inclusi, quali reati per i quali è ammessa l'estradizione, in ogni trattato di estradizione in vigore tra le Parti; designino una o più autorità centrali competenti in materia di cooperazione giudiziaria internazionale in tema di corruzione. Osserva che sono infine dettate norme in materia di entrata in vigore e di modifica della Convenzione, nonché di risoluzione delle controversie relative all'applicazione della Convenzione. Con riferimento alla proposta di legge di autorizzazione alla ratifica della Convenzione in esame, osserva che l'articolo 3 individua il Ministero della giustizia quale Autorità centrale italiana e l'articolo 4 reca, come segnalato in premessa, una clausola di neutralità finanziaria riferita alla finanza pubblica. Al riguardo, ritiene opportuno che il Governo fornisca dati ed elementi volti a confermare la coerenza di alcune previsioni della Convenzione rispetto alla clausola di neutralità finanziaria di cui all'articolo 4 della proposta di legge di ratifica. Fa riferimento, in particolare, al possibile impatto amministrativo e finanziario delle norme in materia di formazione dei soggetti impegnati nel contrasto dei fenomeni di corruttela, nonché in materia di assistenza giudiziaria internazionale e di estradizione. Sottolinea che, con riguardo alle norme in materia di formazione, la Convenzione impone agli Stati di garantire sia competenze specialistiche sia risorse finanziarie adeguate all'esercizio delle relative funzioni. Ritiene, infine, che l'emendamento trasmesso dall'Assemblea non presenta profili finanziari problematici.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO conferma che gli adempimenti posti a carico del Ministero della giustizia connessi all'applicazione dell'articolo 3 del progetto di legge, che designa il medesimo dicastero quale autorità centrale per l'espletamento dei compiti di cui all'articolo 29 della Convenzione, potranno essere svolti con le risorse umane, strumentali e finanziarie già destinate a legislazione vigente allo svolgimento delle attività in materia di cooperazione giudiziaria internazionale. Esprime quindi nulla osta sull'unico emendamento presentato.

  Maino MARCHI (PD), relatore, formula la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il progetto di legge C. 5058, approvato dal Senato, recante ratifica ed esecuzione della Convenzione penale sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999 e l'emendamento ad esso riferito, contenuto nel fascicolo 1;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, il quale ha confermato che gli adempimenti posti a carico del Ministero della giustizia connessi all'applicazione dell'articolo 3 del progetto di legge, che designa il medesimo dicastero quale autorità centrale per l'espletamento dei compiti di cui all'articolo 29 della Convenzione, potranno essere svolti con le risorse umane, strumentali e finanziarie già destinate a legislazione vigente allo svolgimento delle attività in materia di cooperazione giudiziaria internazionale;
   esprime
  sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito:

PARERE FAVOREVOLE

  sull'emendamento trasmesso dall'Assemblea:

NULLA OSTA».

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  Antonio BORGHESI (IdV), nell'annunciare il suo voto favorevole, sottolinea come da tempo il suo gruppo sosteneva la necessità di procedere alla ratifica della Convenzione in esame.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 14.15.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2012.
COM(2011)777 def.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2012.
Doc. LXXXVII-bis, n. 2.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei documenti in titolo.

  Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, osserva che l'esame congiunto della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2012 e del programma di lavoro della Commissione europea per lo stesso anno segna un passaggio di particolare importanza ai fini dell'intervento del Parlamento nella formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea. Sottolinea che trova infatti applicazione per la seconda volta la procedura, introdotta dalla Giunta per il Regolamento della Camera nel parere del 14 luglio 2010, volta ad assicurare lo svolgimento di una apposita sessione parlamentare dedicata alla valutazione e al confronto, per ciascun anno, tra le priorità politiche e legislative delle Istituzioni dell'Unione europea, da un lato, e quelle del Governo, dall'altro. Rileva, in via preliminare, che le potenzialità della nuova procedura sono fortemente ridotte dalla tardiva trasmissione alle Camere della relazione programmatica: sottolinea, infatti, come essa sia stata trasmessa il 4 maggio scorso, oltre cinque mesi dopo la scadenza del termine del 31 dicembre previsto dall'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, ricordando come un analogo ritardo si era registrato lo scorso anno, quando la relazione programmatica relativa al 2011 fu presentata il 19 maggio.
  Evidenzia pertanto come tale ritardo privi in sostanza di interesse l'esame del programma di lavoro della Commissione, presentato nel novembre 2011 ed in buona parte già attuato, pregiudicando le finalità stesse della sessione programmatica, ricordando che nel parere espresso lo scorso anno dalla Commissione bilancio era stata sottolineata con forza l'esigenza di una piena ottemperanza da parte del Governo dei termini previsti dall'articolo 15 della legge 11 del 2005 ai fini della presentazione della relazione. Queste indicazioni erano state recepite anche nella risoluzione Pescante ed altri n. 6-00091 approvata dall'Assemblea in esito all'esame della relazione programmatica per il 2011.
  Alla luce di queste considerazioni preliminari, ritiene opportuno concentrare l'esame della Commissione soprattutto sulla relazione programmatica, che reca numerose indicazioni sugli orientamenti che il Governo ha seguito o intende seguire su materie ed iniziative di competenza della Commissione bilancio, segnatamente, la governance economica europea, il quadro finanziario 2014-2020, la riforma della politica di coesione e l'applicazione delle regole di concorrenza agli aiuti di Stato.
  Rileva come il programma della Commissione e la relazione programmatica del Governo attribuiscano un rilievo centrale alla costruzione della nuova governance economica europea richiamando, per un verso, gli strumenti e le procedure già introdotte e, per altro verso, le ulteriori iniziative volte a rivedere e completare l'architettura della governance stessa e i singoli pilastri in cui essa si articola. In particolare, il Governo indica il metodo e gli obiettivi generali che intende seguire al riguardo: promuovere un approccio equilibrato, volto a conciliare disciplina fiscale, meccanismi di solidarietà e iniziative per la crescita e l'occupazione che facciano leva sulle potenzialità del mercato interno; mantenere un approccio inclusivo, a salvaguardia Pag. 68del metodo comunitario e dell'unitarietà dell'architettura istituzionale dell'Unione europea. In tale prospettiva, non appena le condizioni politiche lo consentiranno, è auspicabile che il Fiscal compact, concluso con un Trattato internazione tra 25 dei 27 Stati membri, con esclusione del Regno Unito e della Repubblica ceca, possa essere ricondotto nell'alveo istituzionale dei Trattati dell'Unione. Il Governo ritiene inoltre opportuno: promuovere l'introduzione di euro bonds / stability bonds, partendo per ora dall'approfondimento della fattibilità dei project bonds per il finanziamento di grandi infrastrutture europee; sviluppare, ai fini della sorveglianza macroeconomica, metodi trasparenti, basati su analisi chiare e condivise, per la valutazione anche quantitativa dei progressi nazionali nell'attuazione della Strategia Europa 2020 e monitorare gli indicatori già definiti al riguardo; partecipare attivamente alla redazione di clausole di azione collettiva uniformi a livello europeo che permettano, forse già in concomitanza con l'avvio anticipato del Meccanismo europeo di stabilità (previsto per luglio 2012), la modifica di talune condizioni dei prestiti rappresentati da titoli di Stato, previo accordo con una maggioranza qualificata dei relativi possessori.
  Sottolinea che l'approccio del Governo appare nella sostanza coerente con le indicazioni formulate in più occasioni dalle Camere, in particolare nelle due mozioni di contenuto identico, approvate il 25 gennaio scorso in vista del Consiglio europeo del 30 gennaio.
  Ricorda quindi che in coerenza con lo stesso approccio il Governo, anche successivamente alla presentazione della relazione programmatica, ha avanzato ulteriori proposte per il rafforzamento delle azioni dell'Unione europea a sostegno della crescita, discusse in occasione del Consiglio europeo straordinario del 23 maggio: la ricapitalizzazione della BEI per garantire l'emissione dei project bonds avanzata dalla Commissione europea; l'introduzione della «regola aurea» (golden rule) al fine di scorporare, in tutto o in parte, le spese per investimenti dal computo del deficit; l'applicazione di un regime speciale, ai fini dei saldi di finanza pubblica, dei debiti di fornitura delle amministrazioni pubbliche nei confronti delle imprese; modifiche alla proposta di regolamento sui capitali di rischio (venture capital), attualmente in discussione, con l'obiettivo di attirare investimenti privati nell'UE.
  Ricorda, come è noto, che su queste proposte, sostenute da numerosi Stati membri, non si è ancora raggiunto un consenso per l'opposizione della Germania e di alcuni altri Paesi del Nord Europa. In vista del Consiglio europeo del 28-29 giugno andrà ribadito l'invito al Governo ad adoperarsi per la definizione di una reale strategia europea della crescita che contempli le proposte sopra richiamate.
  Con riferimento alla relazione programmatica 2012, sottolinea come essa riassuma lo stato dei negoziati sul quadro finanziario pluriennale 2014-2020 e richiami la posizione del Governo sulle questioni principali, ribadendo gli orientamenti già espressi in occasione di audizioni presso le Commissioni riunite bilancio e politiche dell'Unione, nell'ambito dell'esame delle proposte della Commissione europea sul Quadro finanziario pluriennale. In particolare, ribadisce che il Governo afferma di non condividere il metodo negoziale seguito dalla Presidenza danese del Consiglio, volto a definire prima il tetto complessivo della spesa e poi la distribuzione degli stanziamenti tra le varie politiche. Ad avviso del Governo, ai fini della fissazione del massimale complessivo di spesa, sarebbe necessario prima discutere delle singole politiche di spesa, sulla base di criteri qualitativi, piuttosto che quantitativi; pur essendo l'Italia un contribuente netto, ritiene che il bilancio europeo debba continuare ad essere ispirato al principio di solidarietà, essere coerente con gli obiettivi dell'Unione e contribuire alla crescita ed all'occupazione. Pertanto, a differenza degli altri contribuenti netti che chiedono una riduzione del bilancio dell'Unione europea di almeno 100 miliardi di euro, l'Italia non Pag. 69ha una posizione pregiudiziale sul livello complessivo della spesa; ritiene prioritaria una disamina accurata delle singole rubriche di bilancio, volta a promuovere una concentrazione ed un uso più efficiente delle risorse; intende adoperarsi affinché il negoziato non si traduca in una complessiva penalizzazione del Paese; ha avviato un'azione di contrasto nei confronti delle pressioni di alcuni Stati membri a favore di meccanismi di consolidamento dei cosiddetti Reste à liquider, che la Commissione europea stima attualmente pari a 230 miliardi di euro, e che sarebbero particolarmente penalizzanti per l'Italia, tenuto conto delle difficoltà nell'assorbimento dei fondi UE; per la politica agricola comune, esprime riserve sulla proposte della Commissione europea, che penalizzerebbero in particolar modo l'Italia nella redistribuzione delle risorse, con il ricorso al criterio unico della superficie coltivabile per la determinazione dell'ammontare degli aiuti diretti; in merito alla politica di coesione, intende contrastare le attuali proposte che penalizzerebbero in modo sproporzionato le regioni italiane attualmente nell'obiettivo di convergenza; con riguardo alle infrastrutture, sottolinea l'importanza di investimenti pubblici nel settore dei trasporti e sosterrà il ricorso a strumenti finanziari innovativi per il finanziamento delle reti infrastrutturali ed in particolare l'uso dei project bond; per quanto riguarda le risorse proprie, ritiene che le proposte della Commissione su una nuova risorsa propria IVA (sostitutiva dell'attuale meccanismo) e sulla tassa sulle transazioni finanziarie debbano essere approfondite al fine di valutarne tutte le implicazioni; ribadisce la necessità di una riforma dei meccanismi attuali degli sconti, di cui godono alcuni Stati, che dovrà essere improntata a criteri oggettivi e trasparenti.
  Ritiene che questi orientamenti siano pienamente coerenti con gli indirizzi definiti nello specifico documento finale approvato dalle Commissioni bilancio e politiche dell'UE il 28 marzo 2012 in esito all'esame delle proposte della Commissione sul Quadro finanziario pluriennale 2014-2020. Il documento, peraltro, non è espressamente richiamato nella relazione programmatica.
  Osserva come la relazione programmatica rechi indicazioni in merito a due profili della politica di coesione: le misure per assicurare l'effettivo utilizzo e la migliore gestione dei fondi strutturali nel periodo di programmazione in corso; il negoziato sul futuro della coesione nel prossimo Quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea 2014-2020. I due aspetti sono strettamente connessi in quanto le azioni di riprogrammazione dei fondi consentono, come sottolineato dal Ministro Barca nelle audizioni presso la Commissione bilancio, non soltanto di accelerare e riqualificare i programmi cofinanziati dai fondi strutturali nell'attuale ciclo, ma anche di dare avvio all'impostazione del nuovo ciclo di programmazione della politica di coesione 2014-2020 e di rafforzare la posizione negoziale dell'Italia. Evidenzia come, con specifico riguardo al primo profilo il Governo ricorda la predisposizione di un apposito «Piano di azione coesione», che si è peraltro articolato in due fasi: con la prima, varata il 15 dicembre 2011, sono stati riprogrammati investimenti per 3,7 miliardi di euro, concentrati su quattro priorità: istruzione e formazione; agenda digitale; occupazione, mobilità ferroviaria; con la seconda, approvata il 15 maggio 2012, successivamente alla presentazione della relazione programmatica, sono stati riallocati fondi per 2,3 miliardi di euro, destinati prevalentemente all'inclusione sociale (assistenza agli anziani e cura dell'infanzia) e alla promozione dell'occupazione e dell'imprenditorialità.
  Con riferimento al futuro della politica di coesione nell'ambito del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, osserva come la relazione richiami i principali orientamenti negoziali seguiti dal Governo, ribadendo le posizioni già espresse in occasione delle audizioni svolte presso le Commissioni V e XIV della Camera nell'ambito dell'esame delle proposte della Commissione europea relative al Quadro finanziario pluriennale. In piena coerenza Pag. 70con il già richiamato documento finale del 28 marzo 2012, il Governo: si pronuncia criticamente sulla riduzione dei fondi per la politica di coesione, al netto delle risorse destinate al nuovo «meccanismo per collegare l'Europa», rispetto al periodo 2007-2013; considera necessario, per quanto riguarda i criteri di allocazione delle risorse, attribuire priorità alle regioni meno sviluppate, tra cui le nostre regioni meridionali, contrastando l'introduzione della nuova categoria delle «regioni in transizione»; auspica documenti di programmazione più agili, dai quali emerga il legame tra azioni e risultati; sostiene una più chiara definizione degli strumenti attuativi della programmazione place based, rivolti ai luoghi, che consentano la partecipazione dei diversi interessi coinvolti (città e reti di cittadini, lavoratori, università e imprese); rileva l'opportunità di rafforzare ulteriormente le condizionalità ex ante, mentre prende atto del parere motivato espresso dalla XIV Commissione della Camera, in merito alle condizionalità macroeconomiche.
  Con riferimento ai settori di competenza della Commissione bilancio, rileva che la relazione programmatica appare, nel suo complesso, conforme alle previsioni della legge 11 del 2005 e costituisce un apprezzabile progresso rispetto alla relazione dello scorso anno. Il documento indica, infatti, sia pure in termini a volte generici, gli orientamenti generali del Governo e mostra una maggiore attenzione all'attività delle Camere nella fase di formazione delle politiche e della normativa europea: sono infatti richiamati, sebbene con alcune lacune, gli atti di indirizzo approvati dalle Camere in relazione a specifici progetti legislativi o ad altri documenti dell'Unione europea. Al tempo stesso sottolinea che, fatte salve rare eccezioni, il Governo non dà conto del seguito dato ai medesimi atti di indirizzo nel negoziato in seno al Consiglio, come richiesto peraltro espressamente dalla legge 11 del 2005. In ogni caso, dalla relazione emerge una sostanziale coerenza della posizione seguita dal Governo con gli indirizzi parlamentari. Ritiene che si tratti di un risultato di grande rilevanza, che conferma la forte crescita del ruolo del Parlamento nella formazione delle politiche europee nella legislatura in corso.
  Si riserva, pertanto, di formulare una proposta di parere favorevole con osservazioni volte a ribadire e rafforzare la posizione del nostro Paese in merito alle principali questioni oggetto di negoziato a livello di UE nei settori di competenza della Commissione bilancio, primi tra tutti la governance economica e le strategie europee per la crescita e l'occupazione.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Massimo POLLEDRI (LNP) con riferimento al Quadro finanziario pluriennale, osserva come l'azione del Governo, a giudicare dalla relazione programmatica, appaia, a suo avviso, inefficace, atteso che si afferma espressamente di non condividere l'impostazione negoziale della presidenza danese. Esprime quindi la propria contrarietà a differenziare la posizione dell'Italia da quella degli altri contribuenti netti nel senso di non chiedere una riduzione del bilancio dell'Unione europea. Osserva inoltre come l'Italia è penalizzata nell'applicazione della politica agricola comune e dall'eventuale revisione dei meccanismi per l'assegnazione dei fondi strutturali, nel caso si recepisse l'impostazione proposta dalla Commissione. Rileva come parimenti si ravvisano criticità per quanto riguarda la materia fiscale, con specifico riferimento alla tassa sulle transazioni finanziarie ed all'IVA, rispetto alla quale si privilegerebbe un meccanismo di sconti rispetto a un criterio trasparente e oggettivo. Non condivide inoltre l'enfasi del relatore nella parte conclusiva della relazione. In particolare, osserva come il mancato rispetto dei termini vada sottolineato ulteriormente. Esprime quindi contrarietà rispetto all'attuazione del nuovo sistema di governance economica e del cosiddetto fiscal compact, anche in relazione al vigente quadro costituzionale ed alla luce dei cambiamenti politici in Francia. Rileva Pag. 71quindi come non sia possibile chiedere agli italiani sacrifici che altrove non sono stati imposti per conseguire un pareggio di bilancio nel 2013, che nessun paese europeo, tranne la Germania, verosimilmente raggiungerà.

  Antonio BORGHESI (IdV) osserva come sarebbe opportuno che, in occasione dell'esame della relazione programmatica per l'anno in corso, il Governo fornisse anche informazioni sulle linee di indirizzo seguite nell'anno precedente e sul rispetto degli impegni assunti in sede parlamentare. Quanto al merito della relazione programmatica e della relazione introduttiva dell'onorevole Toccafondi, ricorda come, nell'ambito dell'esame dei documenti dell'Unione europea relativi al nuovo quadro finanziario, il proprio gruppo avesse sottolineato l'esigenza di contenere l'ammontare complessivo del bilancio dell'Unione europea, razionalizzando le spese amministrative dell'Unione stessa. Per altro verso, rileva come il documento programmatico rechi un contenuto che segna un miglioramento rispetto a quelli presentati dal precedente Governo, osservando tuttavia come non vi sia un adeguato riferimento all'esigenza di procedere nella direzione dell'armonizzazione fiscale, che a suo avviso contribuirebbe a far fronte alle difficoltà incontrate dagli Stati membri nell'attuale congiuntura economica e finanziaria. Con riferimento alle considerazioni dell'onorevole Polledri, osserva infine che il suo atteggiamento critico, pur legittimo, anche in relazione al cambiamento della maggioranza, testimonia una scarsa coerenza rispetto alle valutazioni favorevoli espresse con riferimento ai precedenti documenti programmatici.

  Renato CAMBURSANO (Misto) preliminarmente osserva come sarebbe opportuno far pervenire al relatore proposte ai fini della predisposizione della proposta di parere. Concorda quindi sul'opportunità di stigmatizzare il ritardo nella presentazione della relazione da parte del Governo. Con riferimento alla governance economica, osserva che più che la salvaguardia del metodo comunitario richiamata dal relatore vi è stata finalmente la sua attuazione, dopo il recente passato in cui il medesimo era stato congelato. Osserva quindi come andrebbe privilegiata l'introduzione dei project bonds, anche rispetto a quella degli eurobonds, con la precisa indicazione dei progetti da finanziare. Ricorda come, anche in sede di discussione della recente revisione costituzionale, avesse posto il problema dell'introduzione della golden rule, al fine di escludere dal computo del deficit strutturale le spese per determinati investimenti. Evidenzia come tale problema andrebbe posto in sede europea, all'uopo richiamando anche il documento finale approvato dalle Commissioni riunite V e XIV nella seduta del 28 marzo 2012, sulla riforma del bilancio dell'Unione europea. Ricorda inoltre la lettera sottoscritta da taluni Capi di Stato o di Governo, tra cui il Presidente del Consiglio dei ministri, per chiedere una nuova strategia europea a sostegno della crescita e dell'occupazione. Auspica un cambiamento di politiche da parte della Banca centrale europea, in particolare un abbassamento dei tassi di interesse e quindi una vera politica monetaria, nonché la revisione degli accordi di Basilea e sull'EBA, affinché prevalga un'interpretazione meno sfavorevole al nostro paese.

  Renato BRUNETTA (PdL) fa presente che tra circa un mese, il 28 e il 29 giugno, si svolgerà un Consiglio europeo, che potrebbe rivelarsi decisivo per il futuro stesso dell'Unione europea, in quanto esso dovrà assumere decisioni risolute in una difficile congiuntura, individuando soluzioni di lungo periodo improntate a spirito di cooperazione tra gli Stati membri. Ritiene, infatti, che in mancanza di una forte assunzione di responsabilità si corra il rischio di replicare l'esperienza negativa vissuta lo scorso anno, quando, dopo il Consiglio europeo del 21 e del 22 giugno 2011, si scatenò una tempesta finanziaria sui Paesi dell'area dell'euro, dovuta essenzialmente alla mancata soluzione della crisi greca e alla mancata individuazione Pag. 72una efficace governance economica e finanziaria dell'Unione economica e monetaria. Osserva come in questo contesto anche gli interventi della Banca centrale europea guidata da Draghi non abbiano risolto i problemi esistenti, in quanto le risorse finanziarie messe a disposizione delle banche sono state destinate al miglioramento dei risultati trimestrali delle situazione finanziarie degli istituti bancari, senza creare grandi benefici per l'economia reale. Segnala, inoltre, come poco o nulla si sia fatto per rendere più efficace il meccanismo «salva Stati» e come le soluzioni individuate in materia di governance siano assolutamente insoddisfacenti. Osserva, poi, come il dibattito svoltosi nel nostro Paese su questi temi sia stato particolarmente ricco e giudica, pertanto, incompleta la relazione dell'onorevole Toccafondi, che non ha richiamato, ad esempio, la risoluzione approvata dalla Camera con riferimento al Documento di economia e finanza per il 2012, che conteneva precisi impegni per il Governo in materia di project bond ed eurobond, nonché auspicava l'avvio di un processo riformatore volto ad attribuire alla Banca centrale europea il ruolo di prestatore di ultima istanza. Giudica, inoltre, positiva l'apertura all'introduzione di una golden rule, che consentirebbe importanti elementi di flessibilità, anche se un suo orizzonte triennale ne limiterebbe fortemente la portata. A suo avviso, la relazione illustrativa avrebbe dovuto richiamare espressamente i temi relativi al funzionamenti dell'Autorità bancaria europea e alla disciplina di Basilea 3, ricordando come anche il presidente Barroso abbia sottolineato il rilievo di questi temi, evidenziando l'esigenza di creare un effettivo sistema bancario europeo. Segnala, poi, come anche il dibattito svoltosi in questi mesi in sede europea fornisca spunti assai interessanti, relativi in particolare alla possibilità di creare bond che finanzino la quota del debito degli Stati eccedente la soglia del 60 per cento del prodotto interno lordo. Ritiene, quindi, che la Commissione non debba limitarsi a svolgere in esame routinario della relazione, sottolineando le circostanze drammatiche che l'Europa e l'Italia stanno affrontando, mentre i differenziali di rendimento dei nostri titoli di Stato hanno raggiunto livelli assai più elevati di quelli toccati lo scorso anno. Evidenzia, pertanto, come non si possa correre il rischio di un ennesimo fallimento delle decisioni europee, che potrebbe portare ad un fallimento delle nostre democrazie e come in questo contesto il Parlamento debba ribadire con forza le posizioni già espresse, rafforzando con il supporto di una ampia maggioranza la posizione negoziale del Governo nelle sedi europee.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, in considerazione dell'imminente inizio dell'audizione del presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, rinvia il seguito del dibattito ad una seduta che potrà essere convocata nella giornata di domani.

  La seduta termina alle 14.55.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI, indi del vicepresidente Giuseppe Francesco Maria MARINELLO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 14.55.

Legge comunitaria 2012.
Emendamenti C. 4925 Governo.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame degli emendamenti relativi al provvedimento in oggetto.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, in sostituzione del relatore, fa presente che la Commissione politiche dell'Unione europea non ha trasmesso alcun emendamento al disegno di legge comunitaria 2012. Segnala, peraltro, che presso la medesima Commissione sono stati presentati due emendamenti volti a recepire le due condizioni contenute nella relazione approvata dalla Commissione bilancio il 17 maggio 2012, relative alla direttiva 2011/85/UE in materia di requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri.

  La Commissione prende atto.

Pag. 73

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
C. 4434 e abb.-A, approvato dal Senato.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e rinvio – Parere favorevole, con condizione – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto e delle proposte emendative ad esso riferite.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente di avere nominato relatore del provvedimento l'onorevole Sereni, in sostituzione dell'onorevole Calvisi. Sospende la seduta in considerazione dell'imminente inizio dell'audizione del presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, rinviandola alle ore 15.50.

  La seduta, sospesa alle 15, riprende alle 15.55.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO rileva l'opportunità di integrare i commi 6 e 7 dell'articolo 2, al fine di confermare l'esclusione del diritto di accesso con riferimento ai procedimenti tributari, in modo da assicurare la speditezza dell'azione di accertamento, con conseguente maggiore certezza del gettito tributario. Deposita quindi una relazione tecnica sul testo elaborato dalle Commissioni di merito e sulle proposte emendative presentate dal Governo.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, sospende brevemente la seduta al fine di consentire ai membri della Commissione di prendere visione della relazione tecnica.

  La seduta, sospesa alle 16, riprende alle 16.35.

  Marina SERENI (PD), relatore, con riferimento alla relazione tecnica, riferita al testo originario del provvedimento, evidenzia come essa affermi che – come esplicitato nella clausola di invarianza della spesa contenuta nell'articolo 20 – dal disegno di legge non derivano nuovi o maggiori oneri, né minori entrate, a carico della finanza pubblica. Fa altresì presente che la relazione tecnica trasmessa dal Governo in riferimento al testo licenziato dalle Commissioni di merito è stata positivamente verificata ed è disposizione dei colleghi. Al riguardo osserva che il testo in esame prevede una serie di adempimenti a carico di soggetti pubblici che appaiono parzialmente analoghi ad attività già riconducibili ai medesimi soggetti in base alla vigente normativa. Ritiene che andrebbe, quindi, acquisita conferma che tali funzioni e compiti possano essere svolti dai soggetti interessati senza oneri per la finanza pubblica e nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente. In particolare, tali conferme dovrebbero riguardare la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT), cui sono attribuite, tra l'altro, funzioni di collegamento e collaborazione con paritetici organismi esteri, nonché compiti di vigilanza nei confronti delle pubbliche amministrazioni; il Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione – «Dipartimento della funzione pubblica» nel testo –, chiamato a coordinare l'attuazione delle strategie anticorruzione elaborate a livello nazionale e internazionale; le amministrazioni centrali che, tra l'altro, sono tenute a definire procedure di selezione e formazione – in collaborazione con la Scuola superiore della pubblica amministrazione – dei dipendenti operanti in settori esposti alla corruzione; le amministrazioni tenute ad adottare le misure di implementazione informatica che si renderanno eventualmente necessarie al fine di consentire ai cittadini l'esercizio telematico dei diritti di accesso ai documenti e di partecipazione ai procedimenti amministrativi. Concorda quindi sull'opportunità di integrare i commi 6 e 7 dell'articolo 2, al fine di confermare l'esclusione del diritto di accesso con riferimento ai procedimenti tributari, in modo da assicurare la speditezza dell'azione di accertamento, Pag. 74con conseguente maggiore certezza del gettito tributario.
  Passa quindi all'esame degli emendamenti trasmessi dall'Assemblea, contenuti nel fascicolo n. 1, la cui quantificazione o copertura appare carente o inidonea.
  Con riferimento agli emendamenti Favia 1.252 e 1.8 che attribuiscono le funzioni di autorità nazionale anticorruzione all'Alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito all'interno della pubblica amministrazione di cui all'articolo 1 della legge n. 3 del 2003, già soppresso ai sensi dell'articolo 68, comma 6, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, premesso che per il funzionamento dell'Alto commissario era prevista una spesa di 582 mila euro a decorrere dal 2002, segnala che l'articolo 68, comma 8, del decreto-legge n. 112 del 2008, ha destinato i risparmi di spesa derivanti dalla soppressione dell'Alto commissario e di altri organi collegiali ivi indicati al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Ritiene, pertanto, che le proposte emendative in esame appaiano suscettibili di determinare maggiori oneri privi di quantificazione e copertura.
  Riguardo agli identici articoli aggiuntivi Pisicchio 2.0251 e Cimadoro 2.0270, i quali istituiscono, senza oneri aggiuntivi per lo Stato, il registro pubblico della trasparenza, allo scopo di influenzare l'elaborazione e l'attuazione dei processi decisionali di Parlamento, Governo e altri enti pubblici. Connesse all'istituzione del registro sono previste numerose attività di consultazione e informazione. È inoltre, previsto una delega al Governo per la definizione delle modalità di tenuta del registro e dell'attivazione di altri eventuali registri presso ciascuna istituzione, osserva che, in assenza di una relazione tecnica a supporto dell'invarianza degli oneri e di specifiche indicazioni con riguardo all'organo deputato alla tenuta del registro, non appare possibile verificare la possibilità che le disposizioni in esame siano adottate senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  Relativamente agli emendamenti Di Pietro 20.3 e Melis 20.15, osserva che entrambi sopprimono la clausola di invarianza finanziaria. L'emendamento 20.15, inoltre, prevede che le entrate derivanti da sanzioni pecuniarie, amministrative, penali o contrattuali siano destinate esclusivamente al finanziamento della lotta alla corruzione.
  Evidenzia, quindi, le proposte emendative per le quali considera opportuno acquisire l'avviso del Governo.
  Con riferimento all'articolo aggiuntivo 1.0600 del Governo, che dispone che a decorrere dal 2012, anche le risorse di cui all'articolo 4, comma 3, secondo periodo, della legge n. 15 del 2009, siano destinate al funzionamento della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche, sottraendo alla precedente destinazione le predette risorse, ritiene opportuno che il Governo chiarisca se le risorse delle quali è previsto l'utilizzo siano effettivamente disponibili e possano cessare gli interventi già previsti a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse.
  Relativamente all'emendamento Mariani 2.280, il quale dispone il divieto di ricorrere all'arbitrato nelle controversie relative a concessioni ed appalti pubblici di opere, servizi e forniture in cui sia parte una pubblica amministrazione o una società a partecipazione pubblico e la nullità delle clausole compromissorie e dispone, inoltre, l'abrogazione degli articoli 241, 242 e 243 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006, recanti la disciplina dell'arbitrato, ritiene opportuno acquisire l'avviso del Governo in merito alle conseguenze finanziarie derivanti.
  Con riferimento all'articolo aggiuntivo Mantovano 2.0252, il quale prevede che la motivazione dei provvedimenti amministrativi discrezionali debba contenere la rappresentazione di tutte le alternative decisorie prospettabili da parte della pubblica amministrazione procedente e una analisi dei costi e dei benefici per ciascuna delle suddette alternative, ritiene opportuno Pag. 75acquisire l'avviso del Governo in merito all'eventuale aggravio del procedimento con conseguenti maggiori esigenze in termini di personale e risorse da impiegare.
  Relativamente all'articolo aggiuntivo mantovano 4.0259, il quale prevede che nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti il controllo di gestione possa essere svolto anche in forma associata con enti limitrofi, ritiene che, al fine di valutare gli effetti finanziari della proposta emendativa, andrebbe verificato quale incidenza essa abbia sulle disposizioni dell'articolo 14 del decreto-legge n. 78 del 2010, che prevedono l'esercizio obbligatorio in forma associata delle funzioni fondamentali degli enti locali, attraverso convenzione o unione, da parte dei comuni con popolazione superiore a 1.000 e fino a 5.000 abitanti.
  Riguardo l'articolo aggiuntivo Mariano 9.08, che prevede l'istituzione presso l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture dell'Anagrafe unica delle stazioni appaltanti e di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti iscritte nella medesima anagrafe, ritiene necessario un chiarimento in ordine alla possibilità di costituire il sistema di qualificazione senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  Con riferimento all'articolo aggiuntivo Giovanelli 10.027, volto a modificare la disciplina della gestione commissariale delle emergenze, prevedendo in particolare l'avvalimento di personale delle pubbliche amministrazioni, ritiene opportuno che il Governo chiarisca se è possibile fare fronte a tali attività con le risorse disponibili a legislazione vigente.
  Analogo chiarimento ritiene necessario con riferimento all'articolo aggiuntivo Giovanelli 10.012, volto ad istituire l'anagrafe telematica degli amministratori e degli eletti a cariche pubbliche e all'articolo aggiuntivo Giovanelli 10.06, volto a conferire al Governo una delega in materia di economicità e trasparenza nell'esecuzione delle opere pubbliche, all'uopo prevedendo l'attribuzione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di una serie di compiti e poteri.
  Con riferimento agli emendamenti Di Pietro 13.281, Di Pietro 13.270, capoverso lettera g), Di Pietro 13.33, capoverso Art. 318, e Barbaro 13.404, i quali prevedono che le somme confiscate in relazione alla commissione di reati di concussione o corruzione siano messe a disposizione dei danneggiati dal reato per l'eventuale risarcimento dei danni, osserva che, per come sono formulati, gli emendamenti sembrerebbero prevedere la messa a disposizione dei danneggiati delle somme confiscate anche in assenza di un danno che lo Stato è tenuto a risarcire. Allo stato, infatti, l'articolo 322-ter già prevede la confisca in relazione a tali delitti, senza tuttavia prevedere che le somme confiscate siano poste immediatamente a disposizione dei danneggiati.
  Ritiene, infine, opportuno che il Governo confermi l'assenza di conseguenze finanziarie dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 13.08, il quale prevede la possibilità di costituire, su iniziativa del procuratore della Repubblica, squadre investigative comuni tra appartenenti alle forze di polizia italiana e appartenenti a forze di polizia straniere, al fine di eseguire indagini su determinati reati. Si prevede inoltre che lo Stato italiano sia responsabile per i danni derivanti dagli atti illeciti commessi sul territorio dello Stato da funzionari stranieri e dai membri distaccati dalla squadra investigativa comune. Lo Stato italiano rinuncia a richiedere ad un altro Stato membro dell'Unione europea il risarcimento dei danni causati dal funzionario straniero o dal membro distaccato. La proposta emendativa contiene, in fine, una clausola di invarianza finanziaria volta anche a stabilire che all'attuazione delle norme si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie previste dalla legislazione vigente.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO, nel concordare con il relatore sull'opportunità di modificare l'articolo aggiuntivo 1.0600 nei termini indicati, fa presente di Pag. 76non essere in grado di fornire gli elementi di chiarimento richiesti dal relatore con riferimento alle proposte emendative di iniziativa parlamentare da lei richiamate.

  Antonio BORGHESI (IdV) chiede se sia possibile procedere ad esprimere il parere della Commissione in mancanza dei chiarimenti richiesti dal relatore.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, fa presente che, anche in assenza dei chiarimenti richiesti, la Commissione potrebbe comunque esprimere il parere sulle proposte emendative sulla base dell'istruttoria effettuata dal relatore.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO, rileva come potrebbe esprimersi nel caso una contrarietà semplice sulle richiamate proposte emendative.

  Antonio BORGHESI (IdV), rileva come tale modi di procedere, ancorché formalmente corretto, non sia condivisibile e preannuncia pertanto un voto contrario sulla soluzione prospettata.

  Pier Paolo BARETTA (PD) rileva come il problema posto dall'onorevole Borghesi sia particolarmente serio e suggerisce di individuare una soluzione al fine di evitare di esprimere un parere un parere contrario per sola la mancanza dei chiarimenti richiesti.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, rileva come il relatore abbia comunque compiuto un'approfondita istruttoria sulle proposte emendative e come quindi sia in astratto in grado di esprimere un parere su tutte le proposte emendative. Osserva inoltre come non sia possibile consentire agli uffici del Governo di bloccare il procedimento legislativo, avendo gli stesso avuto tempo sufficiente per esaminare le proposte emendative presentate.

  Marina SERENI (PD), propone di evidenziare nelle premesse del parere che il Governo non ha fornito i chiarimenti richiesti anche al fine di eventuali richieste di riesame delle proposte emendative in questione da parte delle Commissioni di merito.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, propone di sospendere brevemente la seduta al fine di addivenire ad una proposta di parere che tenga conto del dibattito svoltosi.

  La seduta, sospesa alle 17, riprende alle 17.05.

  Marina SERENI (PD), relatore, rileva come sia opportuno accantonare le proposte emendative sulle quali aveva chiesto chiarimenti al Governo, ad eccezione dell'emendamento Mariani 2.280 sul quale, a seguito di un confronto per le vie brevi con il Governo, ritiene di potere esprimere un parere favorevole. Formula quindi la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il progetto di legge C. 4434 e abb.-A, approvato dal Senato, recante disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo n. 1, ad esclusione degli emendamenti 13.33, 13.270, 13.281, 13.404 e degli articoli aggiuntivi 2.0252, 4.0259, 9.08, 10.06, 10.012, 10.027 e 13.08;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, in base ai quali si ritiene opportuno integrare i commi 6 e 7 dell'articolo 2, al fine di confermare l'esclusione del diritto di accesso con riferimento ai procedimenti tributari, in modo da assicurare la speditezza dell'azione di accertamento, con conseguente maggiore certezza del gettito tributario;
   rilevato che il Governo non ha fornito i chiarimenti richiesti in merito agli effetti finanziari di alcune proposte emendative e che, in mancanza di tali chiarimenti, Pag. 77la Commissione ritiene di non esprimere una valutazione sulle medesime proposte;
   esprime

  sul testo del provvedimento elaborato dalle Commissioni di merito:

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:
  all'articolo 2, apportare le seguenti modificazioni:
   al comma 6, aggiungere, in fine, le seguenti parole: fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 10 e 24 della legge 7 agosto 1990, n. 241, le disposizioni di cui all'articolo 65, comma 1, lettera c-bis), ultimo periodo, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, nonché le disposizioni di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 69 del 25 marzo 2011;
   al comma 7, aggiungere, in fine, le seguenti parole: fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 10 e 24 della legge 7 agosto 1990, n. 241;
   sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE FAVOREVOLE

  sull'articolo aggiuntivo 1.0600, con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
   al comma 1, sostituire la lettera a) con la seguente: a) dopo il comma 3 è inserito il seguente: «3-bis. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente disposizione tutte le risorse autorizzate ai sensi del comma 3, sono destinate, nei limiti delle somme iscritte in bilancio a legislazione vigente, alla copertura degli oneri relativi al funzionamento della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT), ivi compresi i compensi per i componenti della Commissione medesima».

  Conseguentemente:
   a)
al medesimo comma 1, sopprimere la lettera b);
   b) sopprimere il comma 2.

PARERE CONTRARIO

  sugli emendamenti 1.8, 1.252, 20.3 e 20.15 e sugli articoli aggiuntivi 2.0251 e 2.0270, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

  sulle restanti proposte emendative».

  Antonio BORGHESI (IdV) annuncia il proprio voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, rinvia il seguito dell'esame delle proposte emendative alla seduta che potrà essere convocata nella giornata di domani.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 17.15.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI.

  La seduta comincia alle 15.

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Indagine conoscitiva sull'individuazione di indicatori di misurazione del benessere ulteriori rispetto al PIL.
Audizione del Presidente del CNEL, Antonio Marzano.
(Svolgimento e conclusione).

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Antonio MARZANO, presidente del CNEL, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono quindi i deputati Massimo VANNUCCI (PD) e Francesco BOCCIA (PD), ai quali replicano Antonio MARZANO, presidente del CNEL, Maria Teresa SALVEMINI, consigliere del CNEL, e Stefano BRUNI, capo della segreteria tecnica del presidente del CNEL.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ringrazia il Presidente del CNEL, Antonio Marzano, per il suo intervento.
  Dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.