CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 maggio 2012
653.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 17 maggio 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Maria Cecilia Guerra.

  La seduta comincia alle 14.05.

Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 maggio 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta si è convenuto di sollecitare l'espressione del parere della V Commissione (Bilancio) sul provvedimento in esame. Al riguardo, fa presente che il Presidente della V Commissione, con lettera in data 9 maggio 2012, ha comunicato che il Governo ha trasmesso la relazione tecnica sul testo unificato in titolo, che è stata negativamente verificata dalla Ragioneria generale dello Stato per quanto riguarda gli oneri previsti, la relativa copertura finanziaria e la prescritta clausola di salvaguardia; in particolare, la predetta relazione tecnica reca una stima degli oneri derivanti dal provvedimento – che la stessa Ragioneria generale dello Stato giudica solo parziale – che quantifica gli oneri annui per il prossimo decennio in 213 milioni di euro per l'anno 2012, 184 milioni di euro per l'anno 2013 e 168 milioni di euro per l'anno 2021. Avverte, pertanto, che lo stesso Presidente della V Commissione, a fronte di tali oneri, ha ritenuto utile trasmettere alla XI Commissione la richiamata relazione tecnica, al fine di consentire ogni opportuna decisione al riguardo.Pag. 195
  Per tali ragioni, facendo seguito a quanto già convenuto nella precedente seduta, propone di tornare a deferire il provvedimento al Comitato ristretto, al fine di procedere alla ridefinizione del testo unificato dei progetti di legge in esame, anche alla luce delle ulteriori novità nel frattempo intervenute con le recenti riforme previdenziali.

  La Commissione conviene.

  Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche alla vigente normativa in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico.
C. 5103 Damiano.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Luigi MURO (FLpTP), relatore, fa presente, innanzitutto, che con il suo intervento introduttivo intende procedere ad una prima sintetica illustrazione del provvedimento in esame, fornendo alla Commissione una «fotografia» del contenuto della proposta di legge e una ricostruzione delle problematiche esistenti in materia di requisiti per l'accesso al sistema pensionistico previgente alla «riforma Fornero», ferma restando la possibilità di approfondire ulteriormente la tematica nel corso del dibattito, in vista dell'individuazione di soluzioni adeguate al problema. Rilevata, quindi, l'importanza della proposta normativa in discussione, ricorda che sul tema il Parlamento ha più volte sollecitato il Governo ad agire a tutela dei lavoratori più in difficoltà, ricevendo, peraltro, numerose rassicurazioni in ordine ad un futuro intervento in tal senso.
  Passando al merito del provvedimento, osserva che la proposta di legge in esame interviene su due aspetti della recente riforma del sistema previdenziale, con l'obiettivo di ampliare la platea dei lavoratori nei confronti dei quali continuano ad applicarsi le previgenti disposizioni in materia di accesso e la decorrenza dei trattamenti pensionistici. Al riguardo, ricorda, in via preliminare, che l'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011 ha attuato una revisione complessiva del sistema pensionistico, ridefinendo, a decorrere dal 1o gennaio 2012, i requisiti anagrafici per il pensionamento di vecchiaia e per il pensionamento anticipato. Segnala che il comma 14, tuttavia, ha disposto che le disposizioni previgenti in materia di requisiti di accesso e di regime di decorrenza dei trattamenti pensionistici (cosiddette «finestre» e sistema delle quote) continuino ad applicarsi a una serie di categorie di lavoratori. In particolare rammenta che, oltre ai lavoratori che abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2011, si tratta: dei lavoratori collocati in mobilità (o in mobilità lunga) sulla base di accordi sindacali stipulati anteriormente al 4 dicembre 2011 (e che maturino i requisiti per il pensionamento entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità); dei lavoratori titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore alla data del 4 dicembre 2011; dei lavoratori che, antecedentemente alla data del 4 dicembre 2011, siano stati autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione; dei lavoratori che alla data del 4 dicembre 2011 si trovino in esonero dal servizio; dei lavoratori che alla data del 31 ottobre 2011 sono in congedo per assistere figli con disabilità grave (a condizione che maturino, entro ventiquattro mesi dalla data di inizio del predetto congedo, il requisito di anzianità contributiva di 40 anni). Rileva che la definizione delle modalità di attuazione delle deroghe, nei limiti di risorse predeterminate, è rimessa a un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro il 30 giugno 2012. Da ultimo, osserva che sulla materia è intervenuto anche l'articolo 6, comma 2-ter, del decreto-legge n. 216 del 2011, il quale ha previsto che (sempre nel Pag. 196limite delle risorse e con le procedure previste dal decreto-legge n.201) sono inclusi nell'ambito di coloro a cui continuano ad applicarsi le previgenti disposizioni in materia di requisiti di accesso e decorrenza dei trattamenti pensionistici, anche i lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto, in base ad accordi individuali o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati (in data antecedente a quella di entrata in vigore del decreto) dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale. A tal fine, il lavoratore deve risultare, alla data di risoluzione del rapporto di lavoro (che deve risultare da elementi certi ed oggettivi) in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi che, in base alla previgente disciplina pensionistica, avrebbero comportato la decorrenza del trattamento entro un periodo non superiore a 24 mesi alla data di entrata in vigore del decreto-legge n.201 del 2011.
  Fa presente che la proposta di legge in esame interviene, quindi, su quelle che considera due criticità della riforma previdenziale. Segnala che, in primo luogo (comma 1), essa modifica l'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, al fine di prevedere che la data da considerare per individuare le categorie di lavoratori, che si trovino in determinate condizioni e siano in possesso di specifici requisiti, ai quali continua ad applicarsi la previgente disciplina in materia di accesso e decorrenza dei trattamenti pensionistici, sia differita dal 4 dicembre al 31 dicembre 2012. Osserva che, in secondo luogo (comma 2), essa modifica l'articolo 6, comma 2-ter, del decreto-legge n. 216 del 2011, al fine di prevedere che le previgenti disposizioni in materia di accesso e decorrenza dei trattamenti pensionistici trovino applicazione, per quanto riguarda i lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto entro il 31 dicembre 2011 sulla base di accordi individuali o di accordi collettivi di incentivi all'esodo, nel caso in cui il possesso dei requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla previgente disciplina avrebbe comportato la maturazione (e non già la «decorrenza», come attualmente previsto) del trattamento previdenziale entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, di riforma del sistema previdenziale. Rileva dunque che, come evidenziato nella relazione illustrativa, la modifica si rende necessaria in quanto, per i lavoratori in questione, l'accesso al trattamento pensionistico è spostato, per effetto delle cosiddette «finestre», fino a 18 mesi rispetto alla maturazione dei requisiti di accesso al trattamento medesimo, con la conseguenza che il richiamato termine di 24 mesi finirebbe per essere in gran parte neutralizzato, producendo effetti concreti solo per una platea molto esigua di lavoratori. Al riguardo, fa notare che la relazione ricorda anche che un ordine del giorno in tale direzione è stato accolto dal Governo nel corso dell'esame parlamentare della riforma previdenziale.
  In conclusione, nel segnalare che, per l'attuazione del meccanismo delle deroghe di cui al citato comma 14, è aperto un tavolo tecnico con le parti sociali presso il Ministero competente, che dovrebbe portare all'emanazione del previsto decreto ministeriale, ritiene comunque importante che la Commissione avvii oggi un percorso di modifica anche della normativa primaria, riservandosi di valutare gli elementi che emergeranno dal dibattito prima di proporre eventuali ipotesi per il seguito dell’iter.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) si domanda se la proposta di legge in esame individui anche possibili norme di copertura finanziaria dei prevedibili oneri.

  Luigi MURO (FLpTP), relatore, osserva che la definizione di una copertura finanziaria adeguata può rappresentare un problema molto concreto, che va idoneamente approfondito.

  Cesare DAMIANO (PD) si augura anzitutto che l'esame del presente provvedimento possa rappresentare un'occasione per la Commissione per superare possibili divisioni politiche tra gli schieramenti e sollecitare un'azione tesa a portare a compimento Pag. 197un'opera di salvaguardia dei lavoratori esclusi dalle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico. Ricordato, peraltro, che tale provvedimento non fa altro che riprendere il contenuto di diversi atti d'indirizzo bipartisan presentati in Assemblea sull'argomento, durante l'esame di precedenti provvedimenti di natura economica assunti dal Governo, giudica necessario che la Commissione assuma la responsabilità politica di pungolare ulteriormente l'Esecutivo su questo versante, anche considerato che le misure preannunciate dallo stesso Governo sono ancora in fase di studio e appaiono lontane dall'essere soddisfacenti. Pur dichiarando di essere consapevole della parzialità dell'intervento normativo posto in essere con tale provvedimento, a fronte di un numero elevatissimo di lavoratori che rischiano seriamente di rimanere per lungo tempo senza stipendio e pensione, auspica una riflessione approfondita sul tema, che sappia distaccarsi dalla pura logica dei numeri, in favore di una impostazione concettuale che ponga le ragioni dei lavoratori in primo piano, facendo derivare le necessarie risorse dal riconoscimento dei diritti e non viceversa.
  Passando al dettaglio del provvedimento, rileva che esso, oltre a spostare al 31 dicembre 2011 la data da considerare per individuare le categorie di lavoratori «derogati», consentendo anche di far rientrare nella deroga importanti accordi raggiunti in sede ministeriale presso stabilimenti produttivi di rilievo assoluto (come quelli di Termini Imerese, in ragione dei quali il Governo sarebbe comunque chiamato ad intervenire), riconosce la possibilità di fruire del precedente regime in caso di maturazione – e non più di decorrenza – dei requisiti entro due anni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011. Con riferimento a tale secondo aspetto, rileva che fare riferimento alla decorrenza del trattamento avrebbe determinato effetti concreti solo per una platea molto esigua di lavoratori, a causa delle cosiddette «finestre» di scorrimento: l'intervento in oggetto, dunque, serve a «sterilizzare» tale effetto negativo, salvaguardando quanti più lavoratori possibile. Richiamata l'esigenza che Governo e Parlamento si impegnino con serietà per individuare una copertura finanziaria adeguata al provvedimento, ritiene in ogni caso che l'atto in questione rappresenti solo un passo iniziale lungo la risoluzione della problematica, che richiederà necessariamente, negli anni a venire, l'assunzione di misure più strutturali, quali, ad esempio, il ripristino del sistema delle quote.
  Si augura, in conclusione, una sollecita approvazione del provvedimento, con il quale ritiene si possa rappresentare al Governo un intendimento comune del Parlamento in tale delicata materia.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), nel condividere l'impianto complessivo del testo in esame, a cui peraltro fa notare di aver apposto la sua firma, ritiene che l'esame del presente provvedimento debba muoversi entro limiti precisi, ovvero secondo una logica di mero aggiustamento delle misure già adottate dal Governo, che contempli, peraltro, l'individuazione delle adeguate coperture finanziarie. Riterrebbe sbagliato, quindi, configurare l'intervento in oggetto in termini più estesi ovvero come una nuova scrittura del sistema delle deroghe, dal momento che ci si porrebbe su un piano di azione che rischia di avere confini illimitati (dato il numero imponente di lavoratori coinvolti), obbligando a scelte politiche di carattere più strutturale – come il ritorno al vecchio regime previdenziale – che sarebbe preferibile evitare o, comunque, delegare ai Governi futuri. Auspica, quindi, che l'impianto attuale del provvedimento, che prevede solo alcune correzioni al sistema delle deroghe, estendendo per un biennio gli effetti della salvaguardia a favore di determinati lavoratori, rimanga inalterato fino alla sua approvazione definitiva, evitando di rincorrere soluzioni normative che sarebbero di difficile attuazione dal punto di vista finanziario e rischierebbero, in ogni caso, di lasciare escluse talune categorie di lavoratori. Fa presente, infine, che, se proprio si volesse individuare una soluzione Pag. 198più sistematica alla problematica, si dovrebbe pensare a soluzioni di tipo solidaristico, come quelle preannunciate dal Ministro Fornero recentemente, giudicate di gran lunga preferibili rispetto a qualsiasi forma di estensione del regime delle deroghe.

  Silvano MOFFA, presidente, viste le rilevanti finalità del provvedimento, preannuncia la sua intenzione di sottoscrivere la proposta di legge in esame.

  Marialuisa GNECCHI (PD) fa notare che il provvedimento in esame si muove secondo una logica di riduzione del danno, rappresentando il minimo intervento che si possa compiere nei confronti dei tantissimi lavoratori in difficoltà, che sono stati esclusi dall'accesso alla pensione e che rischiano di rimanere senza alcuna forma di remunerazione per molti anni. Fa notare, quindi, che la finalità del provvedimento è quella di offrire una tutela immediata, seppur parziale, nei confronti di quei lavoratori, rinviando qualsiasi altra decisione di carattere strutturale, che auspica possa essere assunta sotto il segno di una maggiore gradualità nell'innalzamento dell'età pensionabile. Ritenendo che sia stato un errore abrogare il sistema delle quote e reputando preferibile un ritorno al sistema previdenziale previgente, si augura quanto meno che l'approvazione della presente proposta di legge possa consentire di compiere alcuni passi in avanti nella direzione della tutela dei lavoratori.

  Luigi MURO (FLpTP), relatore, con riferimento alle considerazioni svolte nella corrente seduta, fa notare che la sua relazione introduttiva – lungi da voler anticipare l'individuazione di soluzioni precise alla problematica in oggetto – è stata volta ad illustrare il provvedimento, «fotografandolo» nei suoi tratti essenziali e rimettendo all'esito del dibattito e alla dialettica tra i gruppi qualsiasi altro sviluppo: per tali ragioni, si dichiara convinto della possibilità di migliorare la situazione dei lavoratori interessati, nel presupposto di un utile lavoro comune.

  Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 17 maggio 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Maria Cecilia Guerra.

  La seduta comincia alle 14.30.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/38/CE relativa all'istituzione di un comitato aziendale europeo o di una procedura per l'informazione e la consultazione dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di imprese di dimensioni comunitarie.
Atto n. 465.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in titolo, rinviato nella seduta del 15 maggio 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, ricorda che – come confermato anche dal rappresentante del Governo nella precedente seduta – il 10 maggio scorso la Conferenza Stato-regioni ha espresso un parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Elisabetta RAMPI (PD), nel ringraziare il relatore per la positiva istruttoria sinora svolta, giudica di massima importanza il provvedimento in esame, che recepisce una normativa europea fortemente attesa dai lavoratori. Preso atto, inoltre, del parere favorevole reso dalla Conferenza Stato-regioni, auspica che si possa acquisire anche la documentazione preannunciata dalle parti sociali, in vista dell'assunzione di scelte ponderate e meditate: chiede, pertanto, se vi sia la possibilità di rinviare alla prossima settimana la deliberazione di competenza della Commissione.

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  Silvano MOFFA, presidente, nel ricordare che le parti sociali hanno già provveduto a manifestare la loro posizione sulla materia attraverso un avviso comune, che risulta peraltro incluso nella documentazione allegata allo schema di decreto in titolo, fa presente che – secondo quanto anticipato dal rappresentante del Governo nelle precedenti sedute – potrebbero nel frattempo pervenire eventuali osservazioni integrative, certamente utili, ma la cui assenza non potrebbe, comunque, assumere un carattere ostativo rispetto al parere parlamentare.
  Preso atto, in ogni caso, che non vi sono problemi da parte dei gruppi nel rimandare alla prossima settimana la deliberazione di competenza della Commissione, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.