CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 maggio 2012
649.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 113

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.35 alle 11.45.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 9 maggio 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 11.45.

Misure in materia di trasparenza, controllo dei bilanci e finanziamento dei partiti e dei movimenti politici.
Testo unificato C. 4826 e abb.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio. Richiesta di relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Roberto MARMO (PT), relatore, rileva che ricorda che il provvedimento che si Pag. 114compone di otto articoli non è corredato di relazione tecnica. Per quanto concerne le disposizioni che presentano implicazioni di carattere finanziario, segnala l'articolo 1, che prevede la riduzione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e movimenti politici; l'articolo 2, che disciplina i contributi ai partiti e ai movimenti politici per lo svolgimento dell'attività politica; l'articolo 4, che reca una novella al testo unico delle imposte sui redditi in materia di detrazioni sulle erogazioni liberali in favore di partiti e movimenti politici; l'articolo 5, che prevede l'istituzione, presso la Camera dei deputati, della Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici, disponendo che le due Camere provvedano ad assicurarne l'operatività attraverso le necessarie dotazioni di personale e di segreteria; l'articolo 8, comma 2, che reca una delega legislativa in materia di detrazione fiscale delle erogazioni liberali in favore dei soggetti e delle iniziative di cui all'articolo 15, comma 1, lettera i-bis), del testo unico delle imposte sui redditi al fine di armonizzare il relativo regime con quello previsto dall'articolo 4 per le detrazioni fiscali in favore dei partiti e movimenti politici. In proposito, segnala che l'articolo 2, pur prevedendo un esplicito limite di spesa, pari a 27,3 milioni di euro, per i fondi istituiti per il rinnovo del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati, del Parlamento europeo e dei Consigli regionali, fissa anche l'entità del contributo in 0,50 euro per ogni euro che i partiti abbiano ricevuto a titolo di quote associative o di contribuzioni liberali annuali da parte di persone fisiche o enti. Al riguardo, ritiene che potrebbe valutarsi l'opportunità di una riformulazione della disposizione in esame al fine di precisare in modo univoco il rispetto del limite di spesa ivi previsto. In linea generale, pur rilevandosi come le disposizioni dell'articolo 1 determinano una riduzione dei rimborsi previsti a legislazione vigente, ritiene comunque necessario richiedere al Governo la predisposizione di una relazione tecnica sul provvedimento, al fine di acquisire una precisa quantificazione degli oneri derivanti dal provvedimento in esame, con particolare riferimento alla modifica delle agevolazioni fiscali prevista dall'articolo 4 e alla delega legislativa contenuta nell'articolo 8, comma 2. Riguardo all'articolo 4, comma 2, considera necessario valutare se la prevista copertura finanziaria mediante l'eventuale utilizzo dei risparmi derivanti dalla riduzione dei rimborsi disposta dall'articolo 1, risulti idonea a fare fronte alle eventuali minori entrate derivanti dalle misure previste dal medesimo articolo. La delega legislativa di cui all'articolo 8, comma 2, non risulta invece dotata di alcuna copertura finanziaria nonostante sia formulata in modo tale da consentire di procedere immediatamente alla quantificazione dei relativi oneri. Considerando che il calendario dei lavori della Camera prevede che la discussione generale sul provvedimento da parte dell'Assemblea abbia luogo nella giornata di lunedì 14 maggio 2012, ritiene necessario che la relazione tecnica sia trasmessa entro la medesima data, al fine di consentire alla Commissione di poter esprimere il proprio parere in tempo utile per l'esame del provvedimento da parte dell'Assemblea. Aggiunge infine come sarebbe opportuno valutare se il provvedimento nel suo complesso sia compatibile con l'attuale congiuntura economica, con la situazione della finanza pubblica e con il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione nella sua nuova formulazione.

  Antonio BORGHESI (IdV) osserva come, atteso che la Commissione di merito non ha ancora concluso l'esame del testo e dovrebbe apportarvi ulteriori modifiche, sarebbe opportuno attendere la conclusione dei lavori presso la I Commissione e richiedere eventualmente una relazione tecnica sul testo definitivo.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva che si tratta di una materia particolarmente Pag. 115delicata e che, ai fini dell'espressione di un parere meditato da parte della Commissione, è necessaria un'istruttoria adeguata, salvo che non ci si preferisca comprimere i tempi per soddisfare esigenze di carattere mediatico.

  Renato CAMBURSANO (Misto) osserva come l'andamento dei lavori della Commissione di merito testimonia in modo evidente che l'intento primario della Commissione è quello di concludere in tempi brevissimi l'esame del provvedimento, al fine di dare in pasto all'opinione pubblica la notizia dell'approvazione della riforma, in vista del prossimo svolgimento del turno di ballottaggio delle elezioni amministrative. A suo avviso, tuttavia, il testo base elaborato dai relatori non corregge le storture della disciplina vigente e, se non si apporteranno le necessarie correzioni, rischia di rivelarsi una presa in giro dei cittadini. Nel sottolineare come non sia animato da intenti dilatori, segnala l'esigenza di rivedere la formulazione del testo per assicurare i risparmi attesi ed escludere che le disposizioni di carattere fiscale determinino effetti finanziari negativi. A suo avviso, è pertanto prematuro prefigurare una conclusione dell'esame del provvedimento, prima che siano risolti i problemi attinenti alla sua copertura finanziaria.

  Massimo POLLEDRI (LNP), concordando sull'opportunità di richiedere una relazione tecnica sul provvedimento, chiede al Governo di chiarire quale sia la posizione del professor Giuliano Amato cui è stato attribuito l'incarico di fornire al Presidente del Consiglio analisi e orientamenti sulla disciplina dei partiti per l'attuazione dei principi di cui all'articolo 49 della Costituzione e sul loro finanziamento rispetto al procedimento legislativo in corso, atteso che gli organi di stampa riportano sue dichiarazioni sulla materia oggetto del provvedimento in esame. Chiede quindi a che titolo questi intervenga su tale procedimento legislativo, se vi siano le condizioni per audire il professore Amato e se questi consideri il Parlamento un interlocutore adeguato per discutere della materia.

  Rolando NANNICINI (PD) ritiene necessario che nell'esame del provvedimento la Commissione si astragga dal dibattito in corso sui mezzi di comunicazione di massa e si concentri sugli aspetti attinenti alla sua copertura finanziaria. In questa ottica, reputa, pertanto, opportuna la scelta di richiedere la predisposizione di una relazione tecnica sul testo unificato trasmesso in esame, al fine di valutare, in particolare, le implicazioni delle disposizioni di carattere fiscale, salva la necessità di valutare in un secondo momento anche le modifiche che verranno apportate dalla Commissione di merito. Ritiene, infatti, necessario che la Commissione possa esaminare il provvedimento in termini adeguati, evitando di trovarsi nella condizione, purtroppo verificatasi in più di una circostanza in passato, di doversi esprimere in assenza di un'istruttoria completa ed esauriente.

  Roberto OCCHIUTO (UdCpTP), nel condividere le osservazioni svolte dall'onorevole Nannicini, reputa necessaria una relazione tecnica da adeguare alle eventuali modifiche che saranno apportate dalla Commissione. Trattandosi tuttavia di un argomento particolarmente delicato, invita i colleghi a considerare come sia opportuno che la Commissione svolga il suo lavoro senza entrare nel merito del provvedimento, anche al fine di evitare anche solo la sensazione che si voglia in qualche modo rallentare il procedimento rispetto ad una materia che merita di essere riformata. Chiede quindi al presidente di sollecitare una rapida elaborazione della relazione tecnica al fine di consentire il rispetto dei termini previsti per l'esame in Assemblea del provvedimento. Sottolinea in proposito come sia necessario evitare che anche l'espressione di legittime opinioni possa essere strumentalizzato da chi ha un giudizio pregiudizialmente contrario rispetto ai partiti politici.

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  Renato CAMBURSANO (Misto) sottolinea come nei gruppi non sussistano posizioni preconcette rispetto al contenuto del provvedimento, evidenziando come, al fine di agevolare la conclusione dell'esame in sede referente, abbia provveduto a ritirare gli emendamenti presentati presso la Commissione di merito. Ritiene, tuttavia, che sia imprescindibile un esame approfondito, nelle sedi competenti, del merito del provvedimento.

  Pier Paolo BARETTA (PD) nel dichiarare di condividere le osservazioni dei deputati Occhiuto e Nannicini, rileva come sia opportuno un esame in tempi rapidi e manifesta la disponibilità del proprio gruppo ad una convocazione sull'argomento anche nella giornata di domani, ove la relazione tecnica fosse effettivamente presentata dal Governo.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, sottolinea come nell'opinione pubblica ci sia una grandissima attenzione per le questioni affrontate dal provvedimento in esame ed è pertanto opportuno evitare che siano addebitati alla Commissione intenti dilatori o ostruzionistici rispetto alla prevista riduzione dei rimborsi elettorali. In questa ottica, sottolinea come sia stato opportuno convocare già oggi la Commissione, anche se la Commissione affari costituzionali non ha ancora concluso il proprio esame in sede referente, al fine di richiedere l'immediata predisposizione di una relazione tecnica per valutare le implicazioni finanziarie del provvedimento. Avverte, quindi, che, non appena il Governo trasmetterà la necessaria relazione tecnica, la Commissione verrà convocata per esaminarne il contenuto, al fine di esprimere tempestivamente il prescritto parere.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP), osservando come la relazione tecnica dovrebbe chiarire essenzialmente gli effetti finanziari derivanti dalla modifica del vigente regime di detrazioni fiscali per le erogazioni liberali nei confronti dei partiti e degli enti non aventi scopo di lucro, sottolinea come sia preferibile evitare di percorrere questa strada e mantenere l'attuale normativa. In proposito, evidenzia come le modifiche proposte, di fatto, scoraggerebbero l'erogazione di contributi normalmente erogati dalle imprese nella fascia compresa dai 10.000 ai 100.000 euro, atteso che, a fronte dell'aumento della percentuale della detrazione, si abbassa da 100.000 a 10.000 euro il tetto oltre il qual non spetta alcuna detrazione. Rileva inoltre come ai cittadini interessi la riduzione del contributo pubblico ai partiti e non la disciplina del contributo privato e come, intervenendo su tale aspetto, si potrebbe ottenere l'effetto paradossale di incrementare l'antipolitica per di più a fronte di un risultato, a suo avviso, non utile.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO evidenzia preliminarmente che le Camere sono padrone del proprio ordine del giorno e che, in questo quadro, i termini di calendarizzazione del provvedimento sono stati stabiliti dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Quanto ai profili di competenza della Commissione, evidenzia come il contenuto di alcune disposizioni renda necessaria la predisposizione di una relazione tecnica, che dovrà essere verificata dalla Ragioneria generale dello Stato e, successivamente, valutata dalla Camera e dai suoi uffici, che potranno formulare ulteriori richieste di chiarimento.

  Massimo POLLEDRI (LNP) in relazione alle osservazioni del rappresentante del Governo, rileva di avere rivolto una domanda sul ruolo e le competenze del professore Amato rispetto alla materia oggetto del provvedimento, evidenziando come questi appaia fornire una linea ben precisa attraverso le sue dichiarazioni alla stampa. Chiede quindi al rappresentante del Governo se la linea da seguire sia quella individuata dalla I Commissione ovvero quella del professore Amato, ribadendo la proposta di considerare un'eventuale audizione del medesimo professore Amato.

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  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO, con riferimento alle richieste dell'onorevole Polledri, fa presente che esse dovrebbero essere più opportunamente poste nella Commissione di merito. Pur trattandosi di questioni delle quali non sottovaluta la rilevanza e la valenza politica, ritiene che la Commissione bilancio debba essenzialmente limitarsi nel suo esame in sede consultiva ad esaminare le implicazioni finanziarie del provvedimento.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, alla luce del dibattito svoltosi, propone alla Commissione di deliberare, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, la richiesta di una relazione tecnica sul provvedimento da trasmettere entro la giornata di domani, riservandosi di riconvocare la Commissione appena sarà disponibile la predetta relazione tecnica.

  La Commissione approva la proposta del presidente.

  La seduta, sospesa alle 12.10, riprende alle 12.15.

DL 29/2012: Disposizioni urgenti recanti integrazioni al decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, e al decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201.
C. 5178 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla VI Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Rolando NANNICINI (PD), relatore, rileva che il disegno di legge in esame, già approvato dal Senato, è corredato di relazione tecnica e che nel corso dell'esame presso il Senato, il Governo ha trasmesso un'ulteriore nota tecnica. In data 8 maggio 2012, inoltre, il Governo ha trasmesso la relazione tecnica – positivamente verificata dalla Ragioneria generale dello Stato – aggiornata alla luce delle modifiche approvate nel corso dell'esame presso il Senato. Passa quindi all'esame delle norme considerate dalla relazione tecnica e dalla documentazione richiamata, nonché le altre disposizioni che presentano profili di carattere finanziario, ricordando che nel corso dell'esame presso il Senato è stata soppressa la disposizione di cui all'articolo 1, comma 2, in materia di computo della pensione per i soggetti con trattamento pensionistico superiore al limite fissato in attuazione dell'articolo 23-ter del decreto-legge n. 201 del 2011. La relazione tecnica trasmessa alla Camera in data 8 maggio 2012 afferma che la soppressione del comma 2 non comporta oneri per la finanza pubblica, in quanto al medesimo comma non erano stati ascritti effetti finanziari. Con riferimento ai commi da 1 a 1-quinquies dell'articolo 1, recanti la nullità di clausole nei contratti bancari, rileva che il comma 1 è corredato di una clausola di invarianza finanziaria. Pertanto, ai sensi dell'articolo 17 della legge n. 196 del 2009, nell'ambito della relazione tecnica occorrerebbe indicare i dati che suffraghino l'ipotesi di neutralità finanziaria anche alla luce delle risorse già disponibili a legislazione vigente. Andrebbero quindi acquisiti dati ed elementi di valutazione che consentano di verificare l'effettiva possibilità di garantire l'istituzione ed il funzionamento dell'Osservatorio sull'erogazione del credito, a valere sulle risorse strumentali, umane e finanziarie già disponibili sulla base della vigente normativa. Analogo chiarimento ritiene che andrebbe acquisito riguardo alla norma che assegna al prefetto compiti di segnalazione su specifiche operazioni e servizi bancari e finanziari. Poiché i relativi adempimenti possono essere attivati – in base al testo – su istanza dei clienti, ritiene che andrebbe chiarito se le prefetture dispongano dei mezzi necessari per fronteggiare il possibile incremento dei carichi di lavoro derivante dalla nuova funzione attribuita. Con riferimento al comma 2-bis dell'articolo 1, introdotto dal Senato, recante disposizioni riguardanti l'Autorità garante nelle telecomunicazioni, non rileva nulla da osservare.

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  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO, osservando preliminarmente come la VI Commissione non abbia ancora deciso se apportare modifiche al testo in esame per ragioni essenzialmente di carattere procedurale, con riferimento alla soppressione dell'articolo 1, comma 2, osserva come la disposizione fosse suscettibile di recare oneri trascurabili nella loro entità. Rileva inoltre come la sua soppressione, nell'ipotesi in cui inducesse i dirigenti pubblici oggetto del provvedimento ad anticipare la pensione, potrebbe comportare maggiori oneri in ragione della necessità di sostituire i dirigenti in questione. Sottolinea inoltre che la Ragioneria Generale dello Stato è coinvolta nel processo della spending review e che pertanto è necessario garantire la piena operatività dei suoi vertici. Con riferimento all'istituzione dell'Osservatorio sull'erogazione del credito, fa presente che le relative risorse sono già disponibili a legislazione vigente.

  Roberto SIMONETTI (LNP) esprime il proprio stupore per l'istituzione dell'Osservatorio sull'erogazione del credito, ricordando che già dal 31 marzo 2009 era stata emanata dall'allora Ministro Maroni una direttiva per l'istituzione di Osservatori regionali sulla stessa materia. Evidenzia come, in quell'occasione, si era ritenuto di non procedere all'istituzione di un Osservatorio nazionale in considerazione della maggiore vicinanza ai cittadini interessati di quelli regionali. Chiede quindi di chiarire perché non si sia considerato tale elemento e perché ora si proceda nel senso indicato dal provvedimento.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva come le osservazioni svolte dall'onorevole Simonetti siano condivisibili, ma attinenti maggiormente al merito del provvedimento.

  Rolando NANNICINI (PD), relatore, con riferimento alle considerazioni dell'onorevole Simonetti, fa presente che non verranno soppressi gli Osservatori regionali, esprimendo comunque riserve, nel merito, sulla possibilità che l'Osservatorio sull'erogazione del credito possa svolgere un lavoro serio e approfondito senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione, ribadisce che il provvedimento non presenta profili finanziari problematici. Propone, quindi, di esprimere parere favorevole sul provvedimento.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno» e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.
Nuovo testo C. 4333.
(Parere alla VII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 3 novembre 2011.

  Roberto MARMO (PT), relatore, ricorda che il provvedimento, recante l'istituzione del premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno, è già stato esaminato dalla Commissione bilancio nelle sedute del 3 e dell'8 novembre 2011. Nella seduta svoltasi il 3 novembre il rappresentante del Governo, in risposta alle osservazioni formulate dal relatore, ha chiarito che il contributo straordinario una tantum di 100.000 euro è congruo in rapporto alle attività previste dal provvedimento, fermo restando, ovviamente, la necessità di operare un'attenta programmazione di ciascun intervento previsto dalla proposta di legge. Quanto alla richiesta di chiarimenti circa l'assenza di corresponsione di compensi o altri emolumenti per i componenti degli organismi previsti dagli articoli 2 e 3, il rappresentante del Governo ha auspicato l'introduzione nel testo di un richiamo ai principi di cui all'articolo 6 del Pag. 119decreto-legge n. 78 del 2010, al fine di stabilire la non onerosità dell'attività svolta dai soggetti chiamati ad operare all'interno dei suddetti organi. Infine, per quanto attiene alla copertura finanziaria del provvedimento, ha ritenuto opportuno prevedere un rinvio della decorrenza degli oneri dal 2011 al 2012 e l'utilizzo delle proiezioni dell'accantonamento del fondo speciale di parte corrente relativo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, anziché a quello dell'economia e delle finanze che non recava, nel 2012, le necessarie disponibilità. Ricorda quindi che nella seduta dell'8 novembre 2011 la Commissione si è limitata a prendere atto dell'assenza di ulteriori elementi di valutazione e ha proceduto al rinvio del seguito dell'esame. Alla luce dei chiarimenti forniti dal Governo, ritiene possibile esprimere un parere favorevole formulando specifiche condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione, che prevedano la modifica della decorrenza degli oneri e dell'accantonamento del Fondo speciale del quale è previsto l'utilizzo, nonché la specifica previsione che la partecipazione agli organismi di cui agli articoli 2 e 3 non dà luogo alla corresponsione di compensi, emolumenti indennità o rimborsi spese.
  Formula, pertanto, la seguente proposta di parere:
   «La V Commissione,
    esaminato il progetto di legge C. 4333, recante istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno» e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921;
    preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, secondo i quali:
     l'importo del contributo straordinario di 100.000 euro è congruo in rapporto alle attività previste dal provvedimento;
     è opportuno inserire una disposizione volta a precisare che agli organismi previsti dagli articoli 2 e 3 si applicano i principi di cui all'articolo 6 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n.122;
    considerata l'esigenza di posticipare all'anno 2012 la concessione del contributo una tantum di cui all'articolo 1, comma 6;
    rilevato che l'accantonamento del fondo speciale di parte corrente relativo al Ministero dell'economia e delle finanze, del quale è previsto l'utilizzo ai sensi dell'articolo 4, non reca, nell'anno 2012, le necessarie disponibilità;
   ritenuto opportuno prevedere l'utilizzo nell'anno 2012 dell'accantonamento del Fondo speciale di parte corrente di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che presenta le necessarie disponibilità,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
   All'articolo 1, comma 6, dopo le parole: è concesso, aggiungere le seguenti: , nell'anno 2012,;
   Conseguentemente all'articolo 4, sostituire il comma 1, con il seguente: 1.All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 140.000 euro per l'anno 2012 e a 40.000 euro ad anni alterni a decorrere dall'anno 2014, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2012, allo scopo parzialmente utilizzando, per l'anno Pag. 1202012, l'accantonamento relativo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e, a decorrere dall'anno 2014, l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze.
   All'articolo 1 aggiungere, in fine, il seguente comma: 7. I componenti del Comitato scientifico e della giuria di cui agli articoli 2 e 3 non percepiscono compensi, gettoni di presenza o altri emolumenti».

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO concorda con la proposta di parere del relatore ed in particolare con l'opportunità di prevedere, a decorrere dal 2014, un onere pari a 40 mila euro ad anni alterni.

  Massimo POLLEDRI (LNP), pur manifestando il massimo rispetto per la figura di Giuseppe Di Vagno, recentemente ricordata degnamente anche nelle celebrazioni recentemente svoltesi presso la Camera, esprime perplessità sul contenuto del provvedimento in esame e sull'opportunità della sua approvazione nell'attuale fase storica, nella quale non si riescono ad erogare neppure le risorse stanziate dalle risoluzioni parlamentari in materia di messa in sicurezza delle scuole. Per altro verso, esprime dubbi sulla possibilità che i componenti degli organismi previsti dagli articoli 2 e 3 non percepiscano compensi, gettoni di presenza o altri emolumenti, rilevando che con ogni probabilità essi richiederanno in sede giudiziaria la dichiarazione di incostituzionalità delle disposizioni che escludono la corresponsione di emolumenti. Pertanto, pur dichiarandosi consapevole degli importanti consensi istituzionali per il provvedimento in esame, ritiene che esso non abbia un contenuto adeguato ed annuncia pertanto il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare.
Nuovo testo unificato C. 2744.
(Parere alla XIII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta dell'11 aprile 2012.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore, ricorda che la Commissione bilancio ha avviato l'esame del provvedimento nella seduta dell'11 aprile 2012 e in quell'occasione ha deliberato di richiedere al Governo la presentazione di una relazione tecnica entro un termine di quindici giorni. Segnala, in proposito, che la relazione tecnica, trasmessa in data 26 aprile 2012, è stata verificata negativamente dalla Ragioneria generale dello Stato. La Ragioneria generale dello Stato sottolinea come la relazione tecnica predisposta dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali non sia esaustiva, tenuto conto che la stessa si limita, in larga parte, alla generica individuazione della copertura finanziaria a carico dei programmi di sviluppo rurale regionali, senza peraltro indicare puntualmente i relativi oneri né la disponibilità delle risorse cui si intenderebbe fare riferimento. La Ragioneria generale dello Stato, oltre a evidenziare l'inidoneità della copertura finanziaria prevista, segnala numerosi profili problematici dal punto di vista finanziario con specifico riferimento agli articoli 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 12-bis, 13, 15, 16, 17 e 18 del provvedimento.
  In considerazione dell'ampiezza dei rilievi formulati ritiene che dovrebbe valutarsi l'opportunità di inviare, conformemente a quanto accaduto in analoghe circostanza in passato, una lettera alla Commissione di merito per invitarla a voler riconsiderare il contenuto del provvedimento alla luce delle criticità evidenziate dalla Ragioneria generale dello Stato.

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  Giancarlo GIORGETTI, presidente, condividendo le osservazioni del relatore avverte che si farà carico di scrivere al presidente della Commissione di merito una lettera per evidenziare le criticità rilevate.

  La Commissione concorda.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Legge comunitaria 2012.
C. 4925 Governo.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011.
(Doc. LXXXVII, n. 5).

(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Marco MARSILIO (PdL), relatore, fa presente che il disegno di legge reca disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee (Legge comunitaria 2011) e che il testo non è corredato di relazione tecnica.
  Con riferimento agli articoli da 1 a 5, recanti adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee, osserva che – preso atto di quanto affermato dalla relazione illustrativa circa la difficoltà di determinare, prima della stesura degli schemi di decreto legislativo, gli effetti finanziari connessi all'attuazione delle direttive – la verifica dell'impatto finanziario delle relative norme di recepimento dovrà essere effettuata in occasione dell'esame parlamentare degli schemi di decreto. La predetta verifica parlamentare riguarderà, come indicato dal testo, le direttive suscettibili di determinare effetti finanziari, i cui schemi di decreto dovranno essere accompagnati da relazione tecnica e assegnati anche al parere delle Commissioni competenti per i profili finanziari. Tali direttive rientrano fra quelle elencate nell'allegato B. Ritiene in proposito che, tenuto conto della mancanza di relazione tecnica con riferimento al disegno di legge in esame, andrebbe acquisita conferma dal Governo circa l'effettiva impossibilità di procedere in via preventiva – ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge n. 196 del 2009 – alla definizione dell'impatto finanziario delle direttive. Quanto all'unica direttiva (2011/85/CE) ricompresa nell'allegato A – il cui schema di decreto non dovrebbe essere sottoposto all'esame parlamentare – ricorda che, come illustrato in precedenza, essa concerne i requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri e le procedure inerenti la conduzione delle politiche di bilancio dell'amministrazione pubblica.
  In merito ai profili di copertura finanziaria, osserva che l'articolo 2, comma 1, lettera d), riprende un criterio generale di delega contenuto nelle più recenti leggi comunitarie volto a prevedere l'utilizzo del Fondo di rotazione, senza la fissazione di un tetto di spesa, per finalità di copertura di decreti legislativi adottati in attuazione delle deleghe contenute nelle leggi comunitarie. Peraltro, come evidenziato anche nel corso dell'esame del disegno di legge comunitaria 2011 da parte del relatore presso la Commissione bilancio della Camera, tale utilizzo è stato limitato sinora a importi di non rilevante entità.
  Con riferimento all'unica direttiva contenuta nell'allegato A del provvedimento, vale a dire la direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri, rileva l'opportunità di includere la stessa nell'allegato B, al fine di consentire alle Commissioni parlamentari competenti di esprimere le proprie valutazioni sullo schema di decreto legislativo attuativo della citata direttiva. Si tratta, infatti, di disposizioni che rivestono particolare rilevanza in materia finanziaria e di governance economica e che richiedono una puntuale verifica in sede parlamentare anche rispetto al loro eventuale coordinamento con le più recenti innovazioni legislative Pag. 122introdotte nel nostro ordinamento, in particolare dalla legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1, recante l'introduzione del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale.
  Con riferimento all'articolo 6, recante disposizioni in materia di protezione internazionale, rileva che, ai fini del recepimento della direttiva 2011/51/UE, l'articolo in esame introduce uno specifico criterio di delega che integra quelli indicati negli articoli 1 e 2. Tale criterio sembrerebbe limitare l'impatto connesso al recepimento della direttiva, la cui introduzione nell'ordinamento appare suscettibile di determinare effetti finanziari. Poiché il provvedimento in esame non è corredato di relazione tecnica, presume che detti effetti debbano essere quantificati nel loro ammontare in occasione della predisposizione dello schema di decreto legislativo da adottare nell'esercizio della delega, che dovrà altresì indicare le risorse eventualmente necessarie all'attuazione della delega medesima. In proposito appare opportuno acquisire l'avviso del Governo.
  Con riferimento alla relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, ricorda che, ai sensi dell'articolo 15 della richiamata legge n. 11 del 2005, essa deve illustrare in primo luogo gli sviluppi del processo di integrazione europea registrati nell'anno di riferimento; quindi la partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea con l'esposizione dei principi e delle linee caratterizzanti la politica italiana nei lavori preparatori e nelle fasi negoziali svolti in vista dell'emanazione degli atti legislativi dell'Unione; la partecipazione dell'Italia all'attività delle istituzioni dell'Unione europea per la realizzazione delle principali politiche settoriali, con l'indicazione dei dati consuntivi, nonché di una valutazione di merito della predetta partecipazione, anche in termini di efficienza ed efficacia dell'attività svolta in relazione ai risultati conseguiti; l'attuazione in Italia delle politiche di coesione economica e sociale, l'andamento dei flussi finanziari verso l'Italia e la loro utilizzazione, con riferimento anche alle relazioni della Corte dei conti dell'Unione europea per ciò che concerne l'Italia; il seguito dato e le iniziative assunte in relazione ai pareri, alle osservazioni e agli atti di indirizzo delle Camere, nonché alle osservazioni della Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e della Conferenza dei presidenti dell'Assemblea, dei Consigli regionali e delle province autonome; nonché l'elenco e i motivi delle impugnazioni da parte del governo italiano di Decisioni dell'Unione europea.
  Evidenza come il documento all'esame rappresenti la seconda relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa e sia stata trasmessa alla Camera il 22 marzo 2012, purtroppo con un certo ritardo, rispetto al termine del 31 gennaio previsto dalla legge. Passando all'esame delle parti della Relazione di specifica competenza della Commissione bilancio, osserva innanzitutto come la Relazione si apra con un paragrafo dedicato al governo dell'economia. In particolare, sottolinea che si dà conto di come l'esigenza di mantenere la stabilità dell'area dell'Euro si sia tradotta, nel corso del 2011, in un ampio pacchetto di riforme progressivamente messo a punto per rafforzare gli strumenti della governance economica, nella direzione di una più rigorosa disciplina fiscale. Si tratta del cosiddetto Six Pack, entrato in vigore nel dicembre 2011, attraverso il quale si è rafforzato il Patto di stabilità e crescita ed estesa la sorveglianza anche agli squilibri macroeconomici. Ricorda che sono stati inoltre resi più stringenti anche il coordinamento e la sorveglianza sulle politiche economiche e di bilancio, sia nell'ambito del cosiddetto Semestre europeo e del Patto Euro plus, sia con impegni aggiuntivi che da parte dei Paesi membri. L'Unione europea ha altresì deciso di rafforzare il ruolo dell'Eurogruppo come organismo di governance dell'area dell'euro. Pag. 123
  Evidenzia che la Relazione richiama, inoltre, in proposito il rafforzamento del quadro di regolamentazione e supervisione del settore finanziario e, al fine di fronteggiare la crisi dei debiti sovrani, la costituzione, insieme al Fondo monetario internazionale, di appositi programmi di assistenza finanziaria a beneficio di Grecia, Irlanda e Portogallo, nonché la modifica ai Trattati per l'istituzione di uno strumento permanente per la gestione delle crisi che sostituirà, a partire dal luglio 2012, l’European Financial Stability Facility. La Relazione sottolinea inoltre come l'Italia abbia partecipato attivamente al negoziato intergovernativo sul nuovo Trattato per il rafforzamento della disciplina fiscale e la convergenza economica, attualmente all'esame del Senato, ed abbia giocato un ruolo di impulso decisivo per lo sviluppo nell'attuazione della Strategia Europa 2020 e una decisa azione per il rilancio del mercato interno.
  In proposito, ricorda che la Commissione ha approvato nella seduta del 24 aprile 2012 il documento finale relativo all'Analisi annuale sulla crescita 2012 in cui si sottolinea l'esigenza di promuovere, a livello europeo, l'attuazione integrale e convinta del complesso delle previsioni del Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'Unione economica e monetaria e non esclusivamente del Fiscal compact, che non può essere scisso da una più comprensiva e articolata strategia attenta alla coesione sociale e in grado di riattivare i circuiti virtuosi della crescita e dell'occupazione, senza escludere l'adozione di politiche di investimenti mirati a livello nazionale ed europeo. In particolare, ritiene che occorrerà garantire comunque la possibilità di effettuare investimenti nel settore della ricerca capaci di mettere in moto meccanismi virtuosi per la crescita economica. Ricorda che nella Relazione si sottolinea come il Governo, nel corso dei complessi negoziati sulla riforma della governance economica europea, abbia sempre richiamato l'attenzione degli altri Stati membri sull'esigenza di coniugare le misure necessarie di rigore con quelle altrettanto necessarie per la crescita, attraverso la compiuta realizzazione del mercato unico, salvaguardando l'unità del quadro istituzionale europeo. Ricorda quindi l'introduzione, a partire dal 2011, del Semestre europeo per rafforzare il coordinamento preventivo delle politiche di bilancio. Tale riforma, che lega espressamente il Programma nazionale di riforma, il Programma di stabilità ed il ciclo di bilancio, è stata recepita attraverso la modifica della legge n. 196 del 2009 e l'introduzione di tali atti nel Documento di economia e finanza. In proposito, richiama le raccomandazioni indirizzate dal Consiglio europeo a conclusione del Semestre europeo 2011 in cui si evidenza l'esigenza che gli Stati membri precisino, nei rispettivi Programmi nazionali di riforma, i progressi compiuti soprattutto per promuovere la competitività e l'occupazione. Il Governo sottolinea l'intenso lavoro sul Programma nazionale di riforma e come esso sarà alla base della strategia di lungo periodo per la crescita economica del Paese. Evidenzia che la Relazione ricorda quindi come la Commissione abbia presentato il 23 novembre 2011 l'Analisi annuale della crescita per il 2012 e due proposte di regolamento per l'ulteriore rafforzamento della disciplina di bilancio, nonché il Libro verde sulla fattibilità dell'introduzione di stability bonds. Tralasciando l'Analisi annuale della crescita, il cui esame è stato recentemente concluso dalla Commissione, la Relazione evidenzia come il richiamato Libro verde sia il primo contributo formale della Commissione europea sull'argomento dell'emissione di titoli pubblici europei. Ferma restando la condizione che, ai fini dell'emissione di tali titoli, si richiederebbe un ulteriore rafforzamento della sorveglianza finanziaria, vengono in proposito individuate tre possibili opzioni: in primo luogo, la sostituzione completa delle emissioni di debito nazionale con gli stability bonds, con garanzie in solido; in secondo luogo la parziale sostituzione delle emissioni di debito nazionale con gli stability bonds, sempre con garanzie in solido e, da ultimo, la parziale sostituzione delle emissioni di debito nazionale con gli stability Pag. 124bonds, senza garanzie in solido. Ricorda che tali proposte dovrebbero, secondo il Governo, essere esaminate nel corso del corrente anno, tuttavia il Consiglio europeo tenutosi il 1o e 2 marzo scorsi ha sottolineato la necessità di intensificare il negoziato sull'iniziativa «prestiti obbligazionari Europa 2020 per il finanziamento di progetti», sembrando quindi più orientato verso i cosiddetti project bonds. Il Governo dà quindi conto dell'impegno dell'Italia nell'ambito del negoziato sul prossimo periodo di programmazione finanziaria dell'Unione europea (2014-2020), avviato con la presentazione della proposta della Commissione il 29 giugno 2011. In proposito, dopo avere ricordato la posizione dell'Italia di terzo contribuente netto al bilancio dell'Unione, con un saldo negativo di oltre 4,5 miliardi di euro, si sottolinea l'esigenza di ridurre tale squilibrio, ritenuto eccessivo, in considerazione anche del peggioramento complessivo della prosperità relativa dell'Italia e del forte impegno del Paese per la riduzione del proprio debito pubblico.
  Al fine di correggere tale situazione, il Governo sottolinea l'esigenza di intervenire sia sui meccanismi di allocazione delle risorse per il prossimo quadro finanziario sia sulla nostra effettiva capacità di spesa delle risorse europee.
  Rileva quindi che la Relazione ripercorre l'attuale fase del negoziato e le relative dinamiche e dei diversi gruppi di Stati all'uopo aggregatisi, evidenziando l'intensità dell'azione diplomatica bilaterale fin qui svolta mirata a sondare le rispettive disponibilità ed esigenze. Si ricorda inoltre il costante dialogo con le Istituzioni europee, in particolare con il Commissario per il bilancio e la programmazione finanziaria, nonché il coinvolgimento del Parlamento, con due specifiche audizioni sull'argomento, e le regioni, specie nell'ambito del tavolo di coordinamento. Le fasi successive saranno la definizione di una base negoziale entro il prossimo Consiglio europeo di giugno 2012, a cura della Presidenza danese, con l'obiettivo di giungere ad un accordo entro la fine dell'anno. Con specifico riferimento ai contenuti della proposta della Commissione europea, la prima sezione della parte seconda della Relazione, precisa che lo scopo è quello dell'aumento del valore aggiunto che la spesa europea è in grado di apportare ai fini del raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020. Le principali modifiche, rispetto al ciclo di programmazione precedente, riguarderebbero una riduzione delle dotazioni finanziarie che riguardano la politica agricola, per la parte aiuti diretti, e la politica di coesione; l'incremento delle risorse per le politiche in tema di ricerca, trasporti, energia e agenda digitale, migrazioni e affari interni, nonché relazioni esterne; la sostituzione dell'attuale sistema di correzioni (rimborso britannico e compensazioni ad hoc per Germania, Paesi Bassi, Svezia e Austria) con un sistema di trasferimenti forfettari annuali, limitatamente ai quatto Paesi per i quali si determinerebbe un saldo negativo eccessivo rispetto alla prosperità relativa (Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Svezia).
  Evidenza quindi come si sottolinei l'assoluta rilevanza della questione con particolare riferimento alla posizione dell'Italia, che beneficia di ritorni importanti soprattutto nel settore della politica agricola, che risulterebbe la più penalizzata e si ricordi che, anche in relazione all'attuale congiuntura economica, i Paesi contribuenti netti hanno chiesto di non aumentare l'importo complessivo del bilancio rispetto al precedente ciclo di programmazione. In tale contesto, l'Italia ha una posizione oggettivamente complessa, derivante dalla sua posizione di contribuente netto con un saldo significativamente negativo, ma anche contestualmente dal permanere di cospicue allocazioni sulle principali politiche di spesa. Il Governo si prefigge quindi sia l'obiettivo di ridurre in via diretta il saldo netto negativo, diminuendo la nostra chiave di contribuzione e di cercare di ottenere, un miglioramento di tale saldo anche attraverso maggiori ritorni nelle tradizionali politiche di spesa. Con particolare riferimento ai fondi che, nella nuova proposta relativa al nuovo quadro finanziario pluriennale sono destinati Pag. 125alla politica di coesione, evidenzia come la novità di maggior rilievo sarebbe rappresentata dalla introduzione di una terza categoria di regioni, intermedia tra quelle in convergenza e quelle in competitività, che sarebbe quella delle regioni in transizione, caratterizzate da un PIL pro capite tra il 75 e il 90 per cento della media dell'Unione europea. Tale nuova configurazione sottrarrebbe risorse alle regioni restanti nell'obiettivo convergenza con evidenti criticità per le nostre regioni meridionali. Inoltre si prevederebbe una condizionalità ex ante che, pur comprensibile in considerazione dell'attuale momento di rigore, creerebbe tuttavia notevoli difficoltà nell'impiego delle risorse per i territori.
  In proposito, ricorda che le Commissioni riunite V e XIV hanno approvato, nella seduta del 28 marzo 2012, un documento finale a conclusione dell'esame delle proposte concernenti il nuovo bilancio dell'Unione europea in cui è si è convenuto sull'opportunità di garantire un volume del bilancio, in ogni caso non inferiore all'ammontare proposto dalla Commissione europea, che consenta di perseguire efficacemente gli obiettivi dell'Unione europea ed è stata ribadita l'opportunità di prevedere nel prossimo quadro finanziario risorse aggiuntive per interventi ad alto valore aggiunto in settori con forte potenziale di crescita. Con riferimento alla politica di coesione, nel richiamato documento finale, in difformità da quanto proposto dalla Commissione, si è ritenuto di impegnare il Governo a supportare il mantenimento delle regole attuali di eleggibilità dei territori e di allocazione delle risorse, che assicurano la concentrazione delle risorse sulle regioni più arretrate, contrastando l'introduzione dell'obiettivo «regioni in transizione», al fine di non depotenziare l'impatto di tale politica sotto il profilo del rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale e della riduzione dei ritardi di sviluppo.
  In merito poi all'attuazione delle politiche di coesione, sottolinea come, in un contesto macroeconomico contrassegnato dal perdurare di segnali di instabilità e dalle pressioni sulla finanza pubblica, la politica di coesione ha contribuito alla riduzione degli squilibri territoriali attraverso il miglioramento dei sistemi di istruzione e della ricerca, il rafforzamento delle infrastrutture e della qualità dei servizi collettivi. Nel corso del 2011, il Governo evidenzia di avere potenziato l'azione volta ad accelerare la spesa finanziata dai fondi strutturali e a migliorarne l'efficacia. In particolare, si ricorda come, con la delibera n. 1 del 2011 del CIPE, il Governo abbia adottato misure di accelerazione relativamente ai programmi operativi con maggiore ritardo, volte a superare le criticità registratesi fino al 2010. La Relazione ripercorre l'adozione del Piano di azione coesione nello scorso mese di ottobre, con il quale il Governo ha disegnato un'azione strategica di rilancio del sud, che punta alla concentrazione degli investimenti su quattro ambiti prioritari di interesse strategico nazionale: istruzione, agenda digitale, occupazione e infrastrutture ferroviarie, attingendo ai fondi disponibili nell'ambito dei programmi operativi delle regioni rientranti nell'obiettivo convergenza e, per alcuni interventi, ai programmi delle altre regioni del Mezzogiorno. La Relazione dà quindi conto analiticamente della conclusione del ciclo di programmazione dei fondi strutturali 2000-2006, evidenziando come i migliori risultati siano stati conseguiti, in termini di assorbimento delle risorse europee, dai programmi del fondo europeo di sviluppo regionale e dal Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia e dell'attuazione finanziaria della programmazione 2007-2013, secondo i criteri di accelerazione sopra richiamati. L'analisi dei dati di attuazione degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali fornisce, per ciascun obiettivo, un quadro d'insieme dell'avanzamento finanziario degli interventi europei al 31 dicembre 2011. Nel complesso, lo stato di attuazione dei Fondi strutturali si attesta, per ciò che attiene agli impegni complessivamente assunti al 31 dicembre 2011, ad un valore ancora piuttosto basso, rispetto al precedente periodo di programmazione Pag. 1262000-2006, pari a circa il 43 per cento del contributo totale, mentre per quanto concerne i pagamenti, la percentuale si abbassa al 18 per cento. Il risultato migliore sotto il profilo dell'attuazione finanziaria è registrato dall'Obiettivo Competitività regionale ed occupazione, con pagamenti, al 31 dicembre 2011 pari a circa il 28,4 per cento delle risorse per esso stanziate. Anche con riferimento ai Fondi strutturali, il FESR denota un livello di attuazione al 31 dicembre 2011 inferiore rispetto al FSE, che mostra migliori performance sia sotto il profilo degli impegni che dei pagamenti.
  Con riferimento ai dati di monitoraggio, rileva che, rispetto agli analoghi periodi del precedente anno, pur evidenziando ancora ritardi, risentono significativamente degli effetti delle misure di accelerazione dell'attuazione poste in atto lo scorso anno. In particolare, gli impegni sono passati complessivamente dal 20 a oltre il 42 per cento sul totale delle risorse programmate, mentre la spesa è aumentata dal 10 al 18 per cento. Nonostante tali segnali di miglioramento, evidenti soprattutto sul lato degli impegni, il livello delle spese effettuate risulta ancora modesto rispetto al precedente periodo di programmazione (2000-2006) sia nelle Regioni dell'Obiettivo Convergenza, dove si nota un ritardo ancora più marcato dei programmi operativi FESR rispetto a quelli FSE, sia per l'Obiettivo Competitività, sebbene in misura minore rispetto all'altro Obiettivo e anche qui con un ritardo più significativo dei programmi FESR.
  Ricorda infine che la questione di un maggior utilizzo dei fondi comunitari destinati agli obiettivi della politica di coesione è oggetto delle disposizioni recate dal decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88, in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici e sociali, la cui disciplina interviene in tema di risorse nazionali ed europee destinate alla perequazione infrastrutturale. Il provvedimento introduce significativi strumenti, dal Documento di indirizzo strategico al Contratto istituzionale di programma, volti a consentire di superare le criticità che hanno finora hanno ostacolato il raggiungimento di risultati soddisfacenti nell'utilizzo delle risorse destinate ad alcune aree del Paese, in particolare del Mezzogiorno.

  Massimo POLLEDRI (LNP) segnala l'opportunità di un esame approfondito del disegno di legge comunitaria, sottolineando come in passato in sede di esame dei disegni di legge comunitaria, siano emerse numerose questioni problematiche.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.50.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 9 maggio 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 12.10.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/140/CE recante modifica delle direttive 2002/21/Ce che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e all'interconnessione delle medesime, e 2002/20/CE relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica.
Atto n. 463.
(Rilievi alla IX Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto.

Pag. 127

  Remigio CERONI (PdL), relatore, fa presente che lo schema di decreto legislativo in esame reca «Attuazione della direttiva 2009/140/CE recante modifica della direttiva 2002/21/CE che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione, della direttiva 2002/19/CE relativa all'accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate e all'interconnessione delle medesime, e della direttiva 2002/20/CE relativa alle autorizzazioni per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica». Fa presente, altresì, che l'attuazione della direttiva è oggetto di apposita delega nell'ambito della legge comunitaria 2010 (legge n. 217 del 2011) – che all'articolo 9, comma 1, ha fissato il termine per l'esercizio della delega in tre mesi dall'entrata in vigore della medesima legge – e che il provvedimento è corredato di relazione tecnica, positivamente verificata dalla Ragioneria generale dello Stato. Con riferimento agli articoli da 1 a 82, recanti aggiornamento del Codice delle comunicazioni elettroniche alla direttiva 2009/140/CE, fa presente che appare in primo luogo necessario un chiarimento in merito alla disposizione di cui all'articolo 3, comma 3, che stabilisce che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dispone delle risorse finanziarie ed umane adeguate per svolgere i compiti ad essa assegnati. Tenuto conto di quanto stabilito anche dall'articolo 81, in base al quale le amministrazioni provvedono ai compiti previsti dal provvedimento nell'ambito delle risorse ad esse già assegnate, andrebbero acquisiti elementi volti a suffragare l'effettiva esistenza, presso l'Autorità, di risorse congrue rispetto ai compiti ad essa assegnati. Ritiene che tale chiarimento andrebbe fornito anche alla luce dell'evoluzione tecnologica intervenuta nel corso degli ultimi anni nel campo delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica, evoluzione che, tra l'altro, ha ampliato la quantità di controlli e compiti in capo all'Autorità e che ha costituito la premessa dell'intervento normativo in esame. Con riferimento al Computer Emergency Response Team (CERT) nazionale, previsto all'articolo 14, comma 1, osserva che le norme e la relazione tecnica non consentono di valutare compiutamente la complessità dei compiti che saranno ad esse assegnati e la misura delle risorse necessarie per svolgerli. Conseguentemente appare opportuno che siano forniti ulteriori elementi informativi circa la composizione del gruppo, le dotazioni di cui potrà disporre, i compiti istituzionali da svolgere, con particolare riguardo al tipo di assistenza che si intende fornire agli utenti, la sussistenza di risorse in dotazione al Ministero e non pienamente utilizzate in altri compiti. Ciò al fine di dimostrare che il funzionamento del CERT possa effettivamente avvenire senza che insorgano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Fa presente, infine, di non avere osservazioni da formulare con riferimento all'articolo 55, che reca disposizioni per favorire l'attuazione del numero di emergenza unico europeo, tenuto conto che la relazione tecnica ha evidenziato i seguenti aspetti: le norme si limitano a dare copertura normativa a funzioni e compiti di indirizzo e coordinamento già in atto esercitati dal Ministero dell'interno e a tal proposito rammenta che il vigente codice delle comunicazioni detta la disciplina del numero di emergenza unico europeo; ai membri della commissione consultiva, istituita presso il Ministero dell'interno, non spetta alcun compenso e rimborso; la possibilità di realizzare protocolli d'intesa con le regioni al fine di realizzare il sistema del numero di emergenza unico europeo rappresenta una indicazione operativa ed organizzativa da realizzare con le risorse disponibili.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO rileva come il provvedimento non abbia effetti di carattere finanziario.

  Antonio BORGHESI (IdV) rileva come il Governo dovrebbe avere a disposizione più tempo per potere compiere un supplemento di riflessione sulle disposizioni di cui all'articolo 12, che consentirebbero ai titolari di frequenze digitali di poter ottenere gratuitamente frequenze telefoniche. Osserva in proposito come tale disposizione, Pag. 128pur non comportando maggiori spese, sarebbe suscettibile di determinare minori entrate, essendo in contrasto con la scelta del Governo di valorizzare le frequenze. Chiede quindi al rappresentante del Governo di valutare tali aspetti.

  Remigio CERONI (PdL), relatore, concorda sull'opportunità di valutare l'impatto finanziario della disposizione richiamata dall'onorevole Borghesi.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO si riserva di approfondire la questione segnalata dall'onorevole Borghesi.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, alla luce delle dichiarazioni del rappresentante del Governo, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.15.