CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 febbraio 2012
605.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 9 febbraio 2012. - Presidenza del vicepresidente Enrico FARINONE.

La seduta comincia alle 13.35.

Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di sfalci e potature, di miscelazione di rifiuti speciali e di oli usati, nonché di misure per incrementare la raccolta differenziata.
Nuovo testo C. 4240 Lanzarin.
(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 7 febbraio 2012.

Giuseppina CASTIELLO (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole con osservazione (vedi allegato 1).

Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

Nicola FORMICHELLA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

Marco MAGGIONI (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

Antonio RAZZI (PT) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

Gaetano PORCINO (IdV) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazione formulata dal relatore.

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Ratifica ed esecuzione del Trattato relativo all'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea.
C. 4935 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Enrico FARINONE (PD), relatore, segnala preliminarmente che la XIV Commissione dovrà esprimersi nella corrente seduta, al fine di consentire alla Commissione Affari esteri di concludere nel pomeriggio odierno l'esame del provvedimento, all'ordine del giorno dell'Assemblea sin da lunedì 13 febbraio. Rileva in proposito che il provvedimento all'ordine del giorno della Commissione avrebbe meritato un esame assai più approfondito; riveste infatti una significativa importanza in quanto autorizza la ratifica da parte italiana dell'adesione della Croazia all'Unione europea; il Parlamento italiano è tra i primi dell'Unione ad avviarne l'esame.
L'adesione della Croazia all'Unione europea sarà effettiva dal 1o luglio 2013 se a quella data tutti gli Stati dell'Unione avranno ratificato il Trattato.
Il provvedimento si compone del Trattato di adesione vero e proprio, dell'Atto di adesione con i relativi allegati e protocolli e dell'Atto finale, con le dichiarazioni e lo scambio di lettere tra l'Unione Europea e la Repubblica di Croazia. Il Trattato di adesione reca le disposizioni procedurali che regolano l'adesione della Croazia all'UE: in particolare viene specificato che alla Croazia verranno applicate tutte le disposizioni concernenti i diritti e gli obblighi degli Stati membri ai sensi dei Trattati vigenti (TUE, TFUE e Trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica). L'Atto di adesione disciplina le condizioni di adesione della Croazia all'UE e, conseguentemente, le modifiche che si rende necessario apportare ai Trattati vigenti. L'Atto di adesione è corredato di nove allegati e di un protocollo, che formano parte integrante dell'Accordo. L'Atto finale riepiloga i testi adottati dalla Conferenza tra gli Stati membri dell'UE e la Croazia; a esso sono allegate le dichiarazioni rese dagli Stati membri e dalla stessa Croazia
Al riguardo, ricorda che la Croazia ha ratificato l'adesione all'Unione europea con un referendum popolare lo scorso 22 gennaio. I tre quarti degli elettori, vale a dire il 66,67 per cento, ha votato a favore dell'adesione, mentre il 33,33 per cento ha votato no. La partecipazione è stata tuttavia scarsa, fermandosi al 43,54 per cento. Questa scarsa partecipazione può essere spiegata dalla circostanza che il processo di adesione della Croazia è risultato lungo e complesso: nel febbraio 2003 Zagabria ha presentato domanda di adesione all'Unione europea; nel giugno 2004, la Croazia ha ottenuto lo status di candidato ufficiale dell'Unione Europea; i negoziati tra Zagabria e Bruxelles, aperti il 3 ottobre del 2005, si sono conclusi il 30 giugno 2011. Il primo dicembre 2011 il Parlamento Europeo ha approvato, con 564 voti favorevoli, 38 contrari e 32 astensioni, l'entrata della Croazia nell'Unione europea, e il 9 dicembre 2011 la Croazia ha firmato il Trattato di adesione.
Così, nel corso di questo lungo periodo il sostegno dell'opinione pubblica croata all'ingresso nell'Unione europea, che, in base ai sondaggi, alla presentazione della domanda di adesione nel 2003 raggiungeva l'80 per cento si è andato progressivamente riducendo, arrivando a scendere sotto il 50 per cento nell'aprile 2011, qualche giorno dopo la condanna per crimini di guerra da parte del Tribunale internazionale per i crimini nella ex-Jugoslavia dell'ex-generale croato Ante Gotovina (Gotovina arrestato in Spagna nel 2005 è stato condannato il 15 aprile 2011 a 24 anni di carcere per i crimini commessi durante la riconquista croata della Krajina a maggioranza serba nel 1995). Proprio l'esigenza di realizzare una piena collaborazione da parte croata con il Tribunale internazionale ha contribuito a rallentare i negoziati di adesione, creando altresì disagio in parte significativa dell'opinione

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pubblica croata, che ha accusato l'Unione europea di volere considerare la guerra di indipendenza nazionale tra il 1991 e il 1995 e in particolare la riconquista della Krajina nell'estate del 1995 alla stregua di un'impresa criminale. A rallentare i negoziati è stata poi la disputa di confine con la Slovenia sulla baia di Pirano, disputa superata solo con l'accordo di Stoccolma del 2009, che ha rimesso la soluzione della disputa ad un tribunale arbitrale internazionale (l'accordo è stato ratificato dai Parlamenti dei due paesi ed in Slovenia approvato anche con referendum nel giugno 2010).
La campagna referendaria sull'adesione è stata poi influenzata dalla crisi economica dell'Eurozona. Parte dell'opinione pubblica croata teme che le attuali difficoltà finanziarie dell'Unione europea si tradurranno in un minore afflusso di fondi strutturali per l'economia croata, con un impatto ridotto rispetto alle aspettativa (ed anche rispetto a quanto avvenuto per altri nuovi Stati membri, come la Polonia) sulle prospettive di crescita dell'economia nazionale. Si prevede comunque che tra il 2103 e il 2015 la Croazia riceverà circa 3,5 miliardi di euro di fondi strutturali. Si tratta di un elemento da tenere in conto anche alla luce dell'esame che la Commissione sta svolgendo sul nuovo quadro finanziario dell'Unione.
Merita poi ricordare che il Parlamento europeo, nel dare il via libera al Trattato di adesione, ha richiesto un maggiore impegno nel contrasto alla corruzione, nella collaborazione con il Tribunale internazionale per i crimini di guerra nell'ex-Jugoslavia e nel sostegno al rientro in Croazia dei profughi di guerra, con particolare riferimento a quelli appartenenti alla minoranza serba.
L'adesione della Croazia va poi collocata nel quadro più ampio del processo di adesione all'Unione di tutta l'area dei Balcani occidentali. Al riguardo ricordo che alla ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia è stato riconosciuto lo status di paese candidato nel dicembre 2005 e nel 2009 la Commissione ha presentato una raccomandazione a favore dell'avvio del negoziato di adesione, ma il Consiglio Europeo non ha ancora formalizzato una decisione al riguardo. Altro Paese candidato è il Montenegro, che ha presentato domanda di adesione nel dicembre 2008 e ottenuto lo status di candidato nel dicembre 2010; l'apertura dei negoziati dovrebbe avvenire a giugno 2012. Il 28 aprile 2009 l'Albania ha presentato domanda di adesione all'UE, seguita dalla Serbia il 21 dicembre 2009. Su invito del Consiglio del 25 ottobre 2010 - il 12 ottobre 2011 la Commissione ha espresso parere positivo sull'attribuzione alla Serbia dello status di paese candidato; tuttavia il Consiglio europeo non si è ancora espresso al riguardo.

Sandro GOZI (PD) osserva che un esame così frettoloso non fa onore al tema affrontato, che avrebbe meritato un'analisi approfondita; né si conoscono le motivazioni per una tale urgenza.

Gianluca PINI (LNP) si associa alle valutazioni del collega Gozi, ricordando che l'adesione della Croazia - rispetto alla quale non si può che essere d'accordo - è una tra le più strategiche per l'Italia, e poteva esser l'occasione per una riflessione più attenta anche sui rapporti tra i due Paesi.

Marco MAGGIONI (LNP) esprime preoccupazione per il rischio che un metodo di lavoro così frettoloso divenga modello per affrontare, anche in futuro, il tema dell'adesione di altri Paesi all'Unione europea. Ritiene che una questione così importante non possa essere costretta in una discussione di pochi minuti. Rimarca la contrarietà del gruppo della Lega a tale metodo, che chiede non venga più applicato.

Nicola FORMICHELLA (PdL) si chiede per quale motivo si debba procedere con tale fretta; preannuncia in ogni caso, per senso di responsabilità rispetto all'importanza della tematica affrontata, l'orientamento favorevole del suo gruppo sul provvedimento.

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Gaetano PORCINO (IdV) si associa alle considerazioni dei colleghi; sottolinea tuttavia che il parere che la XIV Commissione è chiamata ad esprimere è poco più che una formalità, trattandosi di un disegno di legge di ratifica.

Enrico FARINONE (PD), relatore, anche tenuto conto degli orientamenti espressi dai colleghi ritiene opportuno - pur formulando una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2) - richiamare nel parere medesimo, in premessa, i tempi eccessivamente ristretti di esame del provvedimento, soprattutto in considerazione della rilevanza dello stesso.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 13.50.