CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 febbraio 2012
603.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 7 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

La seduta comincia alle 12.40.

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DL 211/2011: Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri.
C. 4909 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e rinvio).

Alfredo MANTOVANO (PdL), relatore, rileva che il testo del decreto-legge in esame, recante disposizioni per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri, è stato modificato nel corso dell'esame presso il Senato, e che il disegno di legge di conversione risulta corredato di relazione tecnica riferita al testo originario del provvedimento, la quale non risulta più utilizzabile con riferimento alle norme recate dagli articoli 1 e 2. Con riferimento alla nuova formulazione di tali articoli, nonché all'articolo 3-ter, la Ragioneria generale dello Stato ha tuttavia provveduto alla redazione di una nuova relazione tecnica; risulta invece non corredato di relazione tecnica l'articolo 3-bis, che non era presente nel testo originario e non deriva da riformulazioni di norme in questo contenute. Passando all'esame delle norme considerate dalla relazione tecnica e delle altre disposizioni che presentano profili di carattere finanziario, con riferimento agli articoli 1 e 2, in materia di custodia della persona arrestata, rileva che non sono state fornite informazioni circa il possibile impatto delle norme in sede applicativa. Al fine di poter valutare tali effetti, ritiene che occorrerebbe disporre di ipotesi, suffragate da dati ed elementi di valutazione, circa il numero dei detenuti che, a regime, si presume saranno custoditi presso le camere di sicurezza, nonché circa la durata della loro permanenza media all'interno delle camere di sicurezza. Infatti, l'onere a carico delle forze di polizia che effettuano l'arresto appare collegato all'incidenza delle predette ipotesi e alla conseguente rilevanza del nuovo compito di natura istituzionale assegnato dalle norme. Inoltre, ai fini della stima di tali oneri, occorre considerare non solo le esigenze di adeguamento delle strutture, bensì lo svolgimento di funzioni per le quali le forze di polizia, diverse dalla polizia penitenziaria, potrebbero non disporre delle necessarie risorse, anche di natura strumentale.
Sottolinea, infine, che dovrebbe essere meglio puntualizzato il meccanismo di compensazione finanziaria delle spese previsto dall'articolo 2, comma 2. Detto meccanismo, da un lato, prevede l'emanazione del decreto entro il 30 giugno e sembra far riferimento ad un criterio previsionale e, dall'altro, fa riferimento alle spese sostenute, ossia ad un valore che sembrerebbe rilevabile solo a consuntivo. La procedura potrebbe, quindi, non consentire al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria una programmazione annuale degli impegni finanziari. D'altra parte, le risorse trasferite con tali modalità a valere sulle disponibilità del Ministero della giustizia potrebbero non rivelarsi congrue rispetto alle esigenze complessive di spesa per le finalità in esame. In proposito, rileva che andrebbe acquisito l'avviso del Governo nonché una previsione, sia pur di massima, del relativo fabbisogno al fine di raffrontarlo con le disponibilità effettivamente esistenti nel bilancio del Ministero della giustizia, tenendo conto delle complessive esigenze di spesa di tale amministrazione.
Con riferimento alle norme recate dall'articolo 2, rileva che non appare evidente la portata normativa della disposizione recata dal comma 1-bis, che prevede la presa in carico della persona in stato di arresto o di fermo bisognosa di assistenza medica o psichiatrica da parte del Servizio sanitario nazionale. A tale proposito sottolinea che la necessità di chiarimenti da parte del Governo al fine di escludere oneri aggiuntivi a carico del Servizio sanitario nazionale.
Con riferimento all'articolo 3, recante esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a diciotto mesi, sottolinea che la relazione tecnica, riferita al testo originario della norma, evidenzia che le disposizioni possono determinare risparmi di spesa pari a 375.318 euro al giorno, per un numero aggiuntivo giornaliero di detenuti ai domiciliari pari a

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3.327. Al riguardo, premesso che le riduzioni di spesa indicate dalla relazione tecnica non risultano utilizzate a copertura degli oneri recati dal provvedimento né sembrano scontate ai fini dei saldi, rileva comunque che detti risparmi sembrerebbero rimanere nella disponibilità dell'amministrazione penitenziaria dal momento che le norme non dispongono una riduzione degli stanziamenti destinati all'amministrazione stessa. Pertanto i risparmi, qualora conseguiti, potrebbero essere destinati ad altre spese da sostenere per lo svolgimento dei compiti istituzionali. La norma sembrerebbe quindi risultare, in base alla sua formulazione, finanziariamente neutra. Sul punto considera opportuna una conferma da parte del Governo. Rileva, peraltro - come già evidenziato nel corso dell'esame presso la Commissione Bilancio del Senato - che la stima dei risparmi ipotizzati, pari a 112 euro al giorno per ciascun detenuto custodito ai domiciliari, sembra, vista la sua entità, prendere in considerazione non solo i costi variabili da sostenere per ciascun detenuto, ma anche una quota dei costi fissi.
Relativamente all'articolo 3-bis, recante norme in materia di riparazione per l'ingiusta detenzione, sottolinea che la relazione tecnica non considera la norma che è stata introdotta nel corso dell'esame presso il Senato; durante l'esame presso il Senato non è stata disposta un'integrazione della relazione tecnica che valutasse gli effetti finanziari recati dalle norme in esame. Al riguardo, appare opportuno acquisire chiarimenti ed elementi di valutazione in merito ai seguenti profili: non si dispone delle informazioni sulla base delle quali l'onere è stato determinato nella misura di 5 milioni di euro. Occorrerebbe quindi acquisire i relativi elementi di quantificazione. Andrebbe inoltre valutata l'effettiva riferibilità degli oneri ad un limite massimo di spesa; andrebbe escluso che parte delle sentenze di equa riparazione possa intervenire successivamente all'anno 2012, con conseguente determinazione di effetti finanziari riferiti ad annualità successive a tale esercizio, tenuto conto che la copertura è limitata al 2012; andrebbero esplicitate le ragioni della scelta del termine del 1o luglio 1988, al fine di verificare se sia prefigurabile un contenzioso da parte di soggetti detenuti ingiustamente nei casi in cui la sentenza sia passata in giudicato prima della predetta data.
Con riferimento all'articolo 3-bis, comma 5, concernente la riparazione per l'ingiusta detenzione, rileva l'opportunità che il Governo confermi la disponibilità delle risorse del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui si prevede l'utilizzo per un importo di 5 milioni di euro per l'anno 2012.
Riguardo l'articolo 3-ter, relativa al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, rileva che la relazione tecnica è stata integrata per tener conto delle norme in esame con un allegato alla nota della Ragioneria generale dello Stato del 24 gennaio 2012 n. 6707, riferita all'emendamento 3.0.4 (testo 3) del relatore. In tale nota si dava atto di aver verificato positivamente la relazione tecnica allegata, a condizione che al comma 3 dell'articolo in esame fosse esplicitamente indicato che le attività perimetrali di sicurezza e di vigilanza esterna delle strutture da realizzare avrebbero dovuto essere svolte nel limite delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. La modifica richiesta è stata inserita con l'emendamento 3.0.4 (testo 4), poi approvato. La relazione tecnica rileva, in primo luogo, che l'effettivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari è condizionato dal reperimento, da parte delle regioni, di strutture residenziali a diverso livello di protezione ove trasferire i pazienti internati. Per stimare gli oneri complessivi di questo processo sono state prese in considerazione le seguenti informazioni: le persone internate negli ospedali psichiatrici giudiziari al 26 luglio 2011 sono 1.133 uomini e 89 donne; le strutture attualmente utilizzate sono 7; le strutture residenziali da realizzare, tenuto conto della necessità sia di garantire un ambiente idoneo al trattamento sanitario ed

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alla socializzazione ma anche di contenere i costi di realizzazione e di gestione, dovranno ospitare in media 30 persone. Conseguentemente le strutture da realizzare saranno circa 40 sparse sull'intero territorio nazionale; la superficie lorda da realizzare per ciascun posto letto è di 50 metri quadrati tenuto conto delle dotazioni di sicurezza necessarie per la tipologia di utenti; il costo per metro quadro stimato è di 3.000 euro inclusivo degli oneri di urbanizzazione e del costo del terreno. Sottolinea, quindi, che il costo per posto letto è dunque di 150.000 euro; il costo di una singola struttura di 30 posti è pari a 4.500.000 euro e la spesa per 40 strutture è pari a 180 milioni di euro. La relazione tecnica assume che nel corso del corrente anno 2012 possa essere avviato il maggior numero degli interventi, già programmati in attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008 e per i quali i progetti esecutivi potranno essere rapidamente approvati. I lavori dovranno essere completati nel corso del 2013 per rispettare il termine fissato dalla norma. La relazione tecnica afferma che, in alternativa, le regioni potranno provvedere al reperimento delle strutture mediante la riconversione o la ristrutturazione di immobili già disponibili. Per quanto concerne gli oneri di funzionamento, sottolinea che la relazione tecnica assume come parametro di riferimento la retta media giornaliera di una struttura residenziale per pazienti psichiatrici ad elevata intensità assistenziale, pari a circa 190 euro pro-die pro-capite e che la tariffa indicata potrebbe essere ridotta nelle strutture destinate ad accogliere pazienti in condizioni di salute stabilizzate, nelle regioni in cui fosse possibile diversificare l'offerta di residenzialità. Potrebbe ipotizzarsi, dunque, che delle 40 strutture da realizzare, 10 possano offrire una minore intensità assistenziale e attestarsi su un costo pro-die pro-capite di 140 euro. Per la quantificazione dello stanziamento si deve tener conto che il Servizio sanitario nazionale già sostiene gli oneri per il personale sanitario operante presso gli ospedali psichiatrici giudiziari che, a sua volta, contribuirà al funzionamento delle strutture; in particolare, in sede di riparto delle somme destinate alla sanità penitenziaria per l'anno 2010, un importo pari a circa 23 milioni di euro è stato assegnato a copertura degli oneri relativi agli ospedali psichiatrici giudiziari. Conseguentemente, gli ulteriori oneri da finanziare per il funzionamento delle strutture residenziali possono essere quantificati, a regime, in circa 55 milioni di euro. Considerato che, nell'anno 2012, potrà essere attivato un numero limitato di strutture, compreso tra 15 e 20 unità, anche per la necessità di procedere al reperimento del personale, per il suddetto anno la relazione tecnica quantifica gli oneri in 38 milioni di euro. A decorrere dal 2013 gli oneri sono incrementati fino a 55 milioni di euro. Evidenzia come la stima sopra illustrata possa essere considerata prudenziale anche in considerazione del fatto che le regioni potrebbero attivare le strutture residenziali in edifici già disponibili e che alcune delle persone attualmente presenti negli ospedali psichiatrici giudiziari potrebbero rientrare in famiglia con il supporto dei servizi di salute mentale.
Al riguardo osserva che la relazione tecnica non fornisce elementi a sostegno dell'ipotesi che l'attività di sicurezza e il servizio di vigilanza possano essere effettivamente svolti con l'impiego delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. In assenza di tali elementi le modifiche introdotte in conformità al parere della 5a Commissione e alle valutazioni della Ragioneria generale dello Stato potrebbero rivelarsi non sufficienti ad assicurare l'invarianza finanziaria qualora tali risorse dovessero risultare già impegnate e non destinabili quindi alle attività in questione. Va anche rammentato che, con il decreto interministeriale previsto dal comma 2, potranno essere definiti «ulteriori requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, anche con riguardo ai profili di sicurezza» che le strutture da costruire dovranno avere. Tali

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requisiti potrebbero implicare ulteriori ricadute in termini di complessità dell'attività di vigilanza da svolgere. Rileva altresì che la relazione tecnica evidenzia che le risorse recate dal comma 7 sono interamente destinate alla copertura degli oneri di funzionamento delle strutture da realizzare, mentre il tenore letterale della disposizione prevede che le medesime risorse siano destinate a «concorrere alla copertura degli oneri»: per le attività di cui al comma 1; derivanti dal comma 5. Questi ultimi oneri sembrano connessi con l'assunzione di unità di personale da dedicare anche ai percorsi terapeutico riabilitativi finalizzati al recupero e reinserimento sociale dei pazienti internati provenienti dagli ospedali psichiatrici giudiziario. Ritiene, dunque, necessario che il Governo chiarisca se la quantificazione tenga conto di queste assunzioni.
Con riferimento alle spese per investimento di cui al comma 6, rileva che l'assegnazione di risorse alle regioni comporta limiti di spendibilità in relazione ai vincoli posti dal patto di stabilità interno. Pertanto, in assenza della relativa deroga, le somme potrebbero risultare non pienamente utilizzabili qualora la spesa non sia interamente riferibile al Servizio sanitario nazionale. Sul punto considera necessario un chiarimento da parte del Governo. Conseguentemente, analogo chiarimento andrebbe fornito anche con riferimento alle somme destinate alle assunzioni di personale di cui al comma 7.
Quanto alla modulazione per cassa delle spese relative agli interventi strutturali, sottolinea che la relazione tecnica non fornisce indicazioni in proposito, limitandosi ad affermare che «i lavori dovranno essere completati nel corso del 2013 per rispettare il termine fissato dalla norma». Considera in proposito utile acquisire ulteriori elementi di valutazione volti a suffragare l'effettiva possibilità di realizzare gli interventi entro il termine indicato e, quindi, la compatibilità tra gli oneri e le risorse utilizzate a copertura, anche in termini di impatto sui saldi di cassa.
Relativamente all'articolo 3-ter, comma 6, recante realizzazione e riconversione delle strutture necessarie, rileva, con riferimento alle risorse di cui all'articolo 20, comma 1, della legge n. 67 del 1988, delle quali si prevede l'utilizzo nell'anno 2012, che le stesse sono iscritte nel capitolo 7464 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Riferisce che da una interrogazione alla banca dati della Ragioneria generale dello Stato, attualmente tali risorse risultano pari a 268.752.721 euro, al netto dell'accantonamento di 60 milioni di euro che dovrebbe essere destinato alla copertura degli interventi in esame. Ritiene, comunque, opportuno acquisire una conferma da parte del Governo in merito alla possibilità di utilizzare le predette risorse per le finalità di cui al presente provvedimento senza pregiudicare gli interventi già previsti a legislazione a valere sulle medesime.
Dal punto di vista formale, rileva che la norma dovrebbe fare riferimento al «corrispondente» utilizzo di quota parte delle risorse di cui «comma 1» dell'articolo 20, della citata legge n. 67 del 1988.
Con riferimento alle risorse del Fondo per il finanziamento di interventi urgenti e indifferibili di cui all'articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto-legge n. 5 del 2009, rileva che le stesse sono allocate nel capitolo 3071 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, che attualmente reca una disponibilità di euro 894.967.495. Considera, comunque, opportuno acquisire una conferma da parte del Governo in merito alla possibilità di utilizzare le predette risorse per le finalità di cui al presente provvedimento senza pregiudicare gli interventi già previsti a legislazione a valere sulle medesime risorse.
Dal punto di vista formale, osserva che la copertura finanziaria in esame dovrebbe fare più opportunamente riferimento all'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto-legge 5 del 2009, relativa al Fondo per interventi urgenti ed indifferibili.
Con riferimento alle risorse di cui all'articolo 32, comma 1, del decreto-legge n. 98 del 2011, ritiene opportuno che il Governo confermi la possibilità di ridurre

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il Fondo utilizzato con finalità di copertura senza pregiudicare gli interventi già previsti a legislazione vigente.
Dal punto di vista formale, osserva che la copertura finanziaria in esame dovrebbe fare più opportunamente riferimento all'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 32, comma 1, del decreto-legge 98 del 2011, relativa al Fondo per le infrastrutture ferroviarie e stradali.
Sempre dal punto di vista formale, evidenzia che il primo periodo del comma 6 reca un riferimento alla copertura degli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo, limitatamente alla realizzazione e alla riconversione degli interventi delle strutture destinate ad accogliere i soggetti cui si applicano le misure di cui all'articolo 3-ter del presente decreto. Tenuto conto che la norma reca sostanzialmente un'autorizzazione di spesa - e considerata, altresì, la natura degli oneri -, ritiene che potrebbe valutarsi la possibilità di formulare la disposizione coerentemente con tali presupposti, riferendo tale autorizzazione alla finalità indicata dal testo e non anche alla «copertura degli oneri derivanti dalla attuazione del presente articolo».
Riguardo al comma 7 dell'articolo 3-ter, con riferimento alla riduzione degli stanziamenti relativi alle spese rimodulabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge n. 196 del 2009, dei programmi di spesa del Ministero degli affari esteri e del Ministero della giustizia, osserva che tale modalità di copertura, pur non rientrando nel novero di quelle espressamente previste dalla vigente disciplina contabile, è stata utilizzata recentemente da alcuni provvedimenti legislativi, fra i quali la legge di stabilità 2012, in sede di applicazione delle misure di contenimento della spesa pubblica previste dal decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. Osserva, comunque, che l'utilizzo in via permanente delle risorse iscritte in bilancio come spese rimodulabili non appare corrispondere a criteri prudenziali, in quanto le stesse potrebbero subire modifiche in diminuzione nel loro ammontare. Con riferimento all'utilizzo delle risorse autorizzate dall'articolo 2, comma 361, della legge n. 244 del 2007, osserva che le stesse - iscritte, quali spese rimodulabili, nel capitolo 2401 dello stato di previsione del Ministero della salute - ammontano a 155 milioni di euro per l'anno 2012 e a 180 milioni di euro per i successivi esercizi finanziari. Da una interrogazione effettuata sulla banca dati della Ragioneria generale dello Stato, risulta che la disponibilità delle predette risorse per l'anno 2012 è pari a 131 milioni di euro, al netto dell'accantonamento di 24 milioni di euro che dovrebbe essere destinato alla copertura degli interventi in esame. Rileva comunque l'opportunità di acquisire un chiarimento da parte del Governo in merito alla possibilità di ridurre effettivamente le predette risorse - per le finalità di cui al presente provvedimento - senza pregiudicare gli interventi da sostenere in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni o da somministrazione di emoderivati.
Con riferimento all'articolo 4, recante risorse finanziarie destinate alle strutture carcerarie, sottolineando come la relazione tecnica nulla aggiunga al contenuto della norma, ritiene, pur rilevando che l'onere è configurato come limite di spesa, che andrebbero acquisiti i dati sottostanti la determinazione dell'importo indicato, al fine di escludere la necessità di successivi rifinanziamenti, volti al completamento delle opere.
Riguardo al comma 2 dell'articolo 4, circa il potenziamento, la ristrutturazione e la messa a norma delle strutture carcerarie, ricorda che la Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera inviata il 3 gennaio 2012 alle Presidenze di Camera e Senato, ha informato che per l'anno 2011 non è stato predisposto lo schema di decreto di ripartizione della quota dell'8 per mille a diretta gestione statale in quanto le relative risorse sono state destinate alla copertura degli oneri recati da alcuni provvedimenti legislativi, fra i quali, da ultimo, il decreto-legge in esame.
Riguardo all'articolo 5, recante la clausola di neutralità finanziaria, sottolineando

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come La relazione tecnica non consideri la norma, rileva che la clausola non appare coordinata con le modifiche apportate al testo nel corso dell'esame presso il Senato. Ritiene quindi che non appaia chiaro quali siano le attività da svolgere mediante l'utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. In proposito considera necessario acquisire l'avviso del Governo.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO rappresenta l'opportunità di sospendere brevemente il seguito dell'esame del provvedimento in attesa della verifica, da parte della Ragioneria generale dello Stato, della relazione tecnica predisposta dal Ministero della giustizia.

Antonio BORGHESI (IdV) invita il rappresentante del Governo a voler valutare con attenzione le questioni attinenti alle coperture finanziarie individuate dal provvedimento, con particolare riferimento all'articolo 3-ter, comma 7, del decreto, che prevede una riduzione di 24 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2012, dell'autorizzazione di spesa destinata a transazioni da stipulare con soggetti danneggiati da trasfusione con sangue infetto o da somministrazione di emoderivati infetti e con soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie. Nel sottolineare come circa 6.000 famiglie stiano attendendo questi risarcimenti, ritiene che sia necessario individuare altre modalità di copertura finanziaria, segnalando, ad esempio, l'opportunità di ridurre l'autorizzazione di spesa relativa alla cosiddetta «legge mancia», contenuta nell'articolo 33 della legge di stabilità per il 2012. A suo avviso, infatti, è indecente attingere a risorse destinate a soggetti infermi danneggiati dallo Stato.

Massimo VANNUCCI (PD) nel prendere atto della richiesta di sospensione formulata dal rappresentane del Governo, ringrazia il relatore per avere unito ad un'attenta valutazione dei profili finanziari una conoscenza specifica del merito della questione. Sottolinea come il provvedimento sia effettivamente connotato da eccezionalità, dovendo affrontare l'emergenza del sovraffollamento delle carceri e il superamento degli ospedali psichiatrici nel presente contesto di crisi finanziaria. Ricorda inoltre come il tempo disponibile sia ristretto e non consenta una più approfondita analisi, anche nel merito di talune disposizioni finanziarie che tuttavia sembrerebbero tecnicamente valide. Per queste auspica una riconsiderazione da parte del Governo. Ritiene quindi sbagliata la scelta di utilizzare le risorse della quota statale dell'8 per mille ed evidenzia la necessità di salvaguardare comunque le procedure amministrative e le graduatorie già predisposte per l'anno in corso, al fine di evitare una duplicazione dei costi, anche attraverso appositi atti non necessariamente recati dal decreto in esame. Osserva inoltre come sia prioritario stabilire una linea di intervento coerente in materia di carceri ed ospedali psichiatrici e come sia opportuno per quanto di competenza della Commissione, valutare anche gli effetti positivi del provvedimento, come l'impatto delle nuove norme sulla detenzione domiciliare, i cui effetti non sono scontati nella relazione tecnica, ma che probabilmente sarebbero idonee a compensare i costi evidenziati.

Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) aderisce alla richiesta del rappresentante del Governo di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento, al fine di completare l'istruttoria sui suoi profili finanziari, osservando tuttavia come il termine per la conversione in legge del decreto scada il prossimo 20 febbraio e, pertanto, l'esame debba necessariamente essere contenuto entro termini assai ristretti. Osserva, peraltro, che anche la relazione introduttiva ha richiamato essenzialmente problemi attinenti alla qualità delle coperture finanziarie utilizzate, piuttosto che questioni relative all'assenza di risorse da utilizzare. In questo senso, ritiene che le valutazioni dell'onorevole Borghesi siano senz'altro meritevoli di considerazione, osservando tuttavia che esse attengono sostanzialmente

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al merito del provvedimento, in quanto si richiede l'individuazione di una copertura finanziaria alternativa rispetto a quella contenuta nell'articolo 3-ter. Quanto ai profili di più stretta competenza della Commissione, ritiene invece necessario che il Governo fornisca chiarimenti in ordine al meccanismo individuato dall'articolo 2, comma 2, ribadendo tuttavia l'esigenza che il provvedimento sia approvato dalla Camera nel minor tempo possibile.

Claudio D'AMICO (LNP), nel sottolineare come il provvedimento rechi diversi profili problematici, sia sotto il profilo del merito che dal punto di vista finanziario, sottolinea come talune disposizioni appaiano prive di copertura, mentre altre recano coperture non propriamente adeguate. Sottolinea come il problema del sovraffollamento delle carceri derivi in primo luogo dall'eccessivo numero di detenuti, ma rileva come ciò sia un segnale che, malgrado, a suo avviso, taluni magistrati non applichino rigorosamente le norme, le forze di polizia svolgono efficacemente il proprio dovere. Evidenzia in proposito come, in considerazione del fatto che circa la metà dei detenuti nelle carceri italiane sono cittadini stranieri, occorrerebbe affrontare il tema dell'esecuzione della pena negli Stati di provenienza, attraverso una politica di accordi internazionali. Osserva come sarebbe anche possibile acquisire aree su cui costruire carceri al di fuori del territorio nazionale, affidandone la gestione a cittadini dello Stato in cui il carcere sarebbe realizzato, con costi notevolmente inferiori per la finanza pubblica. Ritiene che sia sconcertante il provvedimento in esame che, per affrontare il problema richiamato, contiene disposizioni che produrranno inevitabilmente effetti opposti, poiché dopo un iniziale svuotamento delle carceri esse si riempiranno nuovamente se non verrà affrontato il nodo dell'alto numero di stranieri che delinquono e che vengono detenuti nelle nostre strutture. Esprime inoltre la preoccupazione che il provvedimento in esame consenta la liberazione di soggetti che hanno compiuto delitti che generano allarme sociale e che possono essere reiterati. Infine, ribadisce la mancanza di copertura di alcune disposizioni e stigmatizza l'atteggiamento del Governo che, a quanto si apprende dalla stampa, sarebbe orientato a porre la questione di fiducia, impedendo a questo ramo del Parlamento di migliorare il testo. Auspica in proposito un ravvedimento del Governo.

Renato CAMBURSANO (Misto) ritiene che le considerazioni del collega D'Amico, che pure potrebbero essere approfondite e, eventualmente, condivise, esulino in larga parte dall'ambito delle competenze proprie della Commissione bilancio, che deve esaminare essenzialmente i profili attinenti alla copertura finanziaria dei provvedimenti. A tale ultimo riguardo, osserva che il Governo ha preso atto delle criticità evidenziate dal relatore e si è riservato di fornire i chiarimenti richiesti al riguardo. Per quanto attiene all'individuazione di possibili coperture alternative, esprime il timore che per coprire un buco se ne crei uno maggiore, osservando inoltre che le considerazioni espresse nel dibattito in ordine a coperture di dubbia solidità inducono qualche perplessità sull'esame svoltosi presso l'altro ramo del Parlamento.

Gioacchino ALFANO (PdL) nel richiamare l'intervento dell'onorevole Cambursano, sottolinea come la Commissione dovrebbe concentrarsi sui profili tecnici relativi alle coperture finanziarie. Auspica che il Governo possa chiarire i dubbi sollevati in proposito dal relatore, sottolineando la necessità di una rapida approvazione del provvedimento e ricordando che la Commissione di merito non ha ritenuto, anche in considerazione della richiamata esigenza di celerità, di apportare modifiche al testo licenziato dal Senato.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL) chiede al rappresentante del Governo se possa confermare le notizie di

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stampa relative all'apposizione della questione di fiducia sul testo del decreto-legge approvato dal Senato.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO facendo presente che la decisione di porre la questione di fiducia rientra nella competenza del Consiglio dei Ministri, rileva tuttavia che, in relazione al numero delle proposte emendative presentate, che potrebbero essere diverse centinaia, il Governo dovrà valutare gli strumenti tecnici idonei a garantire l'approvazione del provvedimento nei termini previsti dalla Costituzione.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Disposizioni per la valorizzazione e la promozione turistica delle valli e dei comuni montani sede dei siti dei Giochi olimpici invernali «Torino 2006».
C. 4805.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, rileva che la proposta di legge reca disposizioni per la valorizzazione e la promozione turistica delle valli e dei comuni montani sede dei siti dei Giochi olimpici invernali «Torino 2006» e che il testo, composto da un unico articolo, non è corredato di relazione tecnica. Passando all'esame dell'articolo 1, recante disposizioni in merito all'utilizzo delle somme residue relative ai Giochi olimpici «Torino 2006», evidenzia che la norma dispone che le risorse finanziarie residue già consuntivate e quelle assegnate all'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici «Torino 2006» siano destinate, entro il termine della gestione liquidatoria dell'Agenzia, all'esecuzione di interventi di manutenzione e di riqualificazione degli impianti, tra cui, prioritariamente, quelli siti nei territori montani interessati dai Giochi olimpici invernali «Torino 2006», secondo le priorità individuate dalla «Fondazione 20 marzo 2006». L'esecuzione degli interventi è demandata, quale stazione appaltante, alla società di committenza Regione Piemonte Spa. Segnala che la relazione illustrativa afferma che le risorse in questione ammontano a oltre 40 milioni di euro di fondi residui già contabilizzati e certificati e che la proroga al 2014 dell'operatività dell'Agenzia Torino 2006 si è resa necessaria in ragione di alcuni contenziosi ancora aperti con le imprese che hanno realizzato gli impianti. La relazione ricorda, infine, che l'impegno di destinare le risorse residue in favore della regione Piemonte, affinché vengano destinate ai comuni montani, sede dei siti olimpici, è stato assunto dal Governo con l'accoglimento di un ordine del giorno e di una mozione. Al riguardo, osserva che l'impiego delle somme residue della gestione liquidatoria dell'Agenzia appare suscettibile di determinare effetti negativi ai fini dell'indebitamento netto e del fabbisogno qualora i predetti saldi non scontino, per le annualità 2012-2014, l'utilizzo degli importi in questione. Sottolinea che andrebbe chiarito, inoltre, se le somme in questione siano direttamente attribuite alla Società di committenza Regione Piemonte Spa o transitino nel bilancio della regione. In tale ultimo caso segnala che la relativa spendibilità potrebbe trovare limiti nei vincoli del patto di stabilità interno, dal momento che la legislazione vigente non prevede una deroga per le somme in questione. Ritiene, tuttavia, che debba verificarsi con attenzione la destinazione delle somme, che - a suo avviso - non sono attribuite né alla Società di committenza Regione Piemonte Spa né al bilancio della regione. Evidenzia, infine, che andrebbe fornita una quantificazione puntuale dell'ammontare di risorse interessate dal provvedimento in esame, per le quali la relazione illustrativa alla proposta di legge indica, analogamente alle mozioni sopra citate,

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un importo di 40 milioni di euro, considerato che tale importo non coincide con quello indicato da altre fonti documentali, peraltro meno recenti; in particolare, nella premessa al citato ordine del giorno del 2010 si evidenziava che l'Agenzia disponeva di un avanzo di bilancio pari a 50 milioni di euro, certificato - dal Commissario - al Ministro dell'economia, dei quali circa 23 milioni erano da considerarsi vincolati a sanare i contenziosi pendenti, per un ammontare non impegnato pari a 27 milioni di euro; inoltre, nella relazione tecnica riferita alle norme della legge finanziaria per il 2008 che disciplinano la gestione liquidatoria dell'Agenzia, le disponibilità dell'Agenzia stessa erano quantificate in circa 2,7 milioni di euro.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO chiede di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento per svolgere i necessari approfondimenti rispetto alle questioni segnalate dal relatore.

Silvana MURA (IdV) osserva che i risparmi delle spese autorizzate per le Olimpiadi invernali del 2006 sono il frutto di una oculata gestione delle risorse, rilevando tuttavia l'opportunità di non destinarle agli enti territoriali che già hanno beneficiato dei contributi, ma a nuovi enti territoriali, anche in considerazione dell'attuale congiuntura economica e finanziaria.

Renato CAMBURSANO (Misto) nell'esprimere un profondo disaccordo con le affermazioni dell'onorevole Mura, rileva come gli interventi per la promozione turistica delle valli e dei comuni montani sede dei siti dei Giochi olimpici invernali «Torino 2006» sono già stati sollecitati dalla Camera con un apposito documento di indirizzo, sottolineando in proposito la necessità di compiere un atto concreto in favore di quelle popolazioni, già colpite da diversi eventi. Evidenzia quindi la necessità di adottare interventi in favore dei siti olimpici al fine di evitare il deterioramento di strutture importanti per la collettività, salvaguardando anche i relativi progetti attuativi già approvati.

Marco CALGARO (UdCpTP) rileva come alcune considerazioni espresse siano affette da un certo strabismo, sottolineando come i territori nei quali sono stati edificati alcuni impianti sportivi, come le piste di bob o i trampolini per il salto con gli sci, non siano stati effettivamente beneficiati dai vantaggi della celebrazione dei giochi olimpici, che si sono concentrati prevalentemente sui centri di maggiori dimensioni. Ritiene, al contrario, che le piccole comunità abbiano in alcuni casi sofferto disagi a causa dello svolgimento dei giochi olimpici, connessi anche all'impatto ambientale delle opere realizzate, e reputa, pertanto, opportuno l'intervento previsto, che consentirebbe l'utilizzo degli impianti anche per la preparazione degli atleti in vista dei futuri giochi olimpici.

Antonio BORGHESI (IdV) evidenzia come sia ben differente garantire la manutenzione di un patrimonio di infrastrutture finalizzate allo svolgimento delle Olimpiadi rispetto alla soddisfazione di esigenze derivanti dal verificarsi di calamità naturali, ovvero alla compensazione per la realizzazione della linea ad alta velocità nella tratta Torino-Lione. Ricorda che i fondi per la valorizzazione dei piccoli comuni sono altri e non quelli individuati nel provvedimento in esame.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, auspica che possa pervenirsi all'espressione di un parere favorevole prima della prossima seduta della Commissione di merito, convocata per il pomeriggio di domani.

Marco CALGARO (UdCpTP) chiede se sia possibile rinviare il seguito dell'esame del provvedimento a domani.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta, da convocare nella giornata di domani.

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Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di sfalci e potature, di miscelazione di rifiuti speciali e di oli usati, nonché di misure per incrementare la raccolta differenziata.
Nuovo testo C. 4240.

(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 2 febbraio 2012.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO, con riferimento ai chiarimenti richiesti dal relatore nella seduta del 2 febbraio 2012, segnala in primo luogo che l'articolo 2, comma 1, dispone che gli effetti delle autorizzazioni in essere relative all'impianto di recupero o di smaltimento dei rifiuti che prevedono la miscelazione di rifiuti speciali, come prevista nei testi vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205, restino in vigore fino alla revisione delle autorizzazioni medesime. Osserva come tale proroga, nel prevedere un periodo transitorio, comporterebbe per le predette autorizzazioni rilasciate a ridosso della modifica legislativa, la possibilità di adeguarsi alle nuove disposizioni entro un termine pari a dieci anni. Rileva, pertanto, che l'emendamento, qualora accolto, potrebbe essere oggetto di censure da parte delle competenti istituzioni comunitarie, atteso l'eccessivo protrarsi degli effetti di quelle autorizzazioni non più conformi al nuovo dettato normativo introdotto dal decreto legislativo n. 205 del 2010. In ordine a tale proposta, ritiene necessario, comunque, rinviare anche alla valutazioni del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le politiche europee. Esprime, poi, l'avviso contrario del Governo con riferimento al comma 2 dell'articolo 2, osservando che la riformulazione proposta, nel consentire di miscelare gli oli usati, non sembra in linea con la direttiva comunitaria 2008/98/CE che richiama, invece, la necessità di tenere costantemente separate le tipologie di oli usati, qualora ciò sia tecnicamente possibile, come peraltro previsto dalla vigente formulazione del comma in questione. Rinvia, comunque, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le politiche europee, per le valutazioni di competenza. In merito all'articolo 3, rinvia alle valutazione del competente Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Marco MARSILIO (PdL), relatore, preso atto delle criticità evidenziate dal rappresentante del Governo, ritiene che sia comunque opportuno, prima di procedere all'espressione di un parere, acquisire le valutazioni delle amministrazioni competenti.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 7 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

La seduta comincia alle 13.30.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante integrazioni e modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 2002, n. 314, concernente l'individuazione degli uffici dirigenziali e periferici del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Atto n. 435.

(Rilievi alla I Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento e conclusione - Valutazione favorevole con osservazioni).

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La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 1o febbraio 2012.

Maino MARCHI (PD), relatore, ricorda che nella seduta del 1o febbraio aveva chiesto al Governo di chiarire anche gli eventuali profili di carattere finanziario derivanti da una riconfigurazione delle competenze del comandante del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e chiede al rappresentante del Governo se ha svolto ulteriori approfondimenti.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ribadisce il parere favorevole sull'ulteriore corso del provvedimento.

Maino MARCHI (PD), relatore, formula la seguente proposta:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante integrazioni e modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della repubblica 23 dicembre 2002, n. 314, concernente l'individuazione degli uffici dirigenziali e periferici del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (atto n. 435);
rilevata l'opportunità di introdurre alcune modifiche di carattere formale;

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto del Presidente della Repubblica e formula le seguenti osservazioni:
al fine di rendere la formulazione della clausola di invarianza finanziaria di cui all'articolo 4 del regolamento conforme alla prassi consolidata, valuti la Commissione di merito l'opportunità di sostituire il medesimo articolo con il seguente: Art. 4 (Clausola di invarianza finanziaria). - 1. Dall'attuazione del presente regolamento non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato;
valuti la Commissione di merito le implicazioni dell'attribuzione al Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile o al Dipartimento medesimo di compiti in precedenza attribuiti al Capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco».

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO concorda con la proposta del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

La seduta termina alle 13.35.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Martedì 7 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

La seduta comincia alle 13.35.

Comunicazione della Commissione - Analisi annuale della crescita per il 2012 e relativi allegati.
COM(2011)815 definitivo.

(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del documento in oggetto.

Giorgio LA MALFA (Misto-LD-MAIE), relatore, ricorda che, con l'Analisi annuale della crescita, presentata dalla Commissione europea il 23 novembre scorso, è stata avviata, per la seconda volta, la procedura del «semestre europeo», con la quale si intende garantire ex ante il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri dell'Unione europea. Rileva che la procedura in questione, dopo che il Consiglio europeo avrà elaborato a marzo le linee guida di politica economica

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e di bilancio a livello di Unione europea e dei singoli Stati membri, prevede la contestuale presentazione, entro il mese di aprile, dei Piani nazionali di riforma e dei Piani di stabilità o convergenza da parte degli Stati membri. Fa presente che in merito ai Piani si esprimeranno, nel mese di giugno, la Commissione europea, attraverso l'approvazione di raccomandazioni rivolte ai singoli Stati, e il Consiglio ECOFIN e il Consiglio occupazione ed affari sociali, chiamati ad approvare tali raccomandazioni. Infine, nella seconda metà dell'anno, i singoli Stati membri approveranno le leggi di bilancio tenendo conto delle raccomandazioni ricevute.
Con riferimento all'impatto delle misure da adottare per stimolare la crescita dell'economia europea, rileva come emerga essenzialmente un problema di tempi. Evidenzia in proposito come, a fronte di un effetto recessivo immediato dei pur necessari interventi di correzione dei bilanci, l'impatto positivo sul prodotto interno lordo delle misure per la crescita, auspicate nella documento in esame, come di quelle già adottate dal Governo specialmente in materia di liberalizzazioni, sarà tuttavia tangibile solo nel medio e nel lungo periodo. In proposito, rileva come sarebbe opportuno che sia chiarito, anche grazie al contributo dei soggetti che la Commissione si accinge ad audire, in quanto tempo gli auspicati provvedimenti sulla crescita produrranno effetti concreti sull'economia. Esprime quindi la preoccupazione che gli effetti depressivi delle manovre di contenimento della spesa pubblica saranno tali da pregiudicare anche il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea. Ritiene quindi opportuno chiedere agli esperti che parteciperanno all'indagine conoscitiva di indicare anche quali ulteriori misure si possano adottare per stimolare la crescita in tempi più rapidi.
Osserva come il «semestre europeo» intervenga in una fase di accelerati ed intensi cambiamenti del modello di governance economica europea che appaiono peraltro tesi a rafforzare la logica sottesa al «semestre europeo» medesimo, promuovendo una più rigorosa applicazione del Patto di stabilità e crescita nonché, anche se con strumenti oggettivamente assai più deboli, la ripresa dell'economie dei Paesi membri. Rileva che tali obiettivi di stabilizzazione finanziaria e, almeno a livello di enunciazioni di principio, di crescita economica, sono stati perseguiti prima attraverso il cosiddetto six pack, un pacchetto di sei provvedimenti legislativi, e quindi con due strumenti intergovernativi, il Patto euro-plus e il cosiddetto Fiscal compact, un nuovo patto sui bilanci che integra le previsioni del «six pack».
Osserva come il susseguirsi dei provvedimenti, adottati da livelli istituzionali diversi e spesso in realtà non ben coordinati, abbia dato vita ad un fitto intreccio di procedure, comunitarie e intergovernative, ad un moltiplicarsi di vincoli e obiettivi, automatismi e semi-automatismi, con l'intento di rassicurare i mercati in merito alla solidità fiscale e alle prospettive di crescita dei Paesi dell'UE.
Fa presente che l'Analisi annuale della crescita si articola in cinque parti: una parte generale dove sono indicate le azioni ritenute prioritarie per l'economia europea e che meriterebbe di essere tradotta a livello nazionale in interventi legislativi ed amministrativi; una relazione sui progressi compiuti per quanto riguarda la strategia per la crescita e l'occupazione UE 2020; una relazione che illustra le prospettive macroeconomica ed indica le misure finalizzate a determinare effetti positivi in termini di crescita economica; un progetto di relazione comune sull'occupazione incentrata sulle politiche connesse al mercato del lavoro; una comunicazione sulle politiche fiscali più favorevoli alla crescita negli Stati membri e un miglior coordinamento fiscale nella UE.
Rileva la necessità di collocare l'Analisi sulla crescita in un contesto nazionale che, con il nuovo Governo, ha registrato una marcata accelerazione delle politiche di stabilizzazione della finanza pubblica, con la definitiva messa a punto della manovra finanziaria che dovrà assicurare il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2013, e l'avvio di robuste riforme strutturali

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di impronta europea. Osserva quindi come tali riforme siano volte incidere sui tradizionali elementi di debolezza del nostro sistema Paese che, a causa di un'incipiente globalizzazione dell'economia e della finanza, ostacolano la crescita, impedendo all'Italia di competere in ambito europeo e internazionale. A riguardo, evidenzia come il disegno di legge approvato dal Governo a gennaio in materia di liberalizzazioni, concorrenza, infrastrutture e competitività e l'intenso dibattito sviluppatosi tra Governo, forze politiche e forze sociali in merito alla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, destinato a breve a tradursi in interventi legislativi, ci collochino al cuore dei problemi oggetto del documento oggi al nostro esame.
Rileva che il quadro economico fornito dalla Commissione europea appare fortemente segnato dalle politiche di consolidamento fiscale - particolarmente incisive e concentrate in tempi estremamente brevi in alcuni paesi - che deprimono le prospettive di crescita. A riguardo, nonostante la Commissione suggerisca, al fine di limitare gli effetti negativi sulla crescita, di basare il percorso di rientro del deficit non tanto sulle entrate quanto sulla riduzione e sulla riqualificazione della spesa, ritiene che occorra realisticamente osservare come l'entità degli sforzi richiesti imponga comunque ai singoli Paesi di agire, anche pesantemente, sul lato delle entrate. Fa presente che il quadro è ancora più negativo se, anziché sulle previsioni di novembre, si basa sui dati più recenti. In particolare, secondo il Fondo monetario nazionale la caduta del Pil nell'area dell'euro sarà pari nel 2012 allo 0,5 per cento e, per l'Italia, al 2,2 per cento, a fronte di uno 0,6 per cento nel 2013.
Fa presente come risultino tuttavia meno negative le previsioni per l'Italia della Banca d'Italia che ipotizza due scenari alternativi per quanto riguarda l'andamento dei tassi di interesse valutando che, qualora i valori dei titoli di Stato rimanessero fermi a quelli registrati a gennaio scorso, il Pil calerebbe dell'1,5 per cento nel 2012 e non subirebbe invece variazioni nel 2013. Qualora invece i tassi di interesse si attestassero sul 5 per cento, riducendosi quindi di due punti rispetto a gennaio, si stima una diminuzione del Pil pari all'1,2 per cento nel 2012 ed una crescita dello 0,8 per cento nel 2013. Rileva che, in ogni caso, il dato più preoccupante è che il rallentamento dell'economia viene definito di carattere strutturale ed in grado di riflettersi sul Pil potenziale che, nei prossimi 10 anni, è stimato crescere in ambito UE ad un tasso di poco superiore all'1 per cento, inferiore di un punto percentuale rispetto al decennio precedente. Tenuto conto che l'Italia, nello scorso decennio, è cresciuta ad una media inferiore a quella dell'Unione europea, osserva come il futuro si prospetti particolarmente critico per il nostro Paese e renda quella della crescita, ed in particolare della crescita della produttività e dell'occupazione, una sfida assolutamente decisiva con la quale occorre cimentarsi da subito e con tutti gli strumenti a disposizione. Rileva quindi che per rilanciare la crescita, sviluppare la produttività e accrescere la flessibilità del sistema economico, la Commissione sollecita l'adozione di riforme strutturali. Fa presente che la liberalizzazione dei mercati, la riduzione dei tempi della giustizia, il miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione, il rafforzamento del legame tra dinamica salariale e incrementi della produttività sono tutti interventi ritenuti funzionali al conseguimento degli obiettivi ricordati. Ritiene che il problema sia che gli effetti di tali interventi si manifestano solo a distanza di tempo e non influiscono sulle prospettive di crescita a breve, mentre andrà verificata sul campo la loro idoneità a modificare in positivo l'immagine del Paese, influenzando l'azione dei mercati e degli investitori esteri. Segnala che la Commissione ritiene inoltre che, sempre al fine di sostenere la crescita e la produttività, si debba fare pieno uso dei Fondi strutturali della UE e a tal fine propone di aumentare i tassi di cofinanziamento

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in modo da sopperire alle difficoltà di bilancio nazionale e di rendere disponibili risorse per gli investimenti ritenuti necessari. Già il regolamento n. 1311/2011 ha previsto un aumento temporaneo del 10 per cento dei tassi di cofinanziamento UE dei fondi strutturali e del fondo di coesione degli Stati membri che beneficiano dell'assistenza finanziaria attraverso il meccanismo di stabilizzazione. Per quanto riguarda l'Italia, nell'ambito del «Piano di azione coesione» è stato concordato di aumentare il tasso di cofinanziamento UE dal 50 al 65 per cento, riducendo la quota di cofinanziamento a carico del nostro Paese. Segnala che la Commissione ha inoltre proposto di utilizzare i prestiti obbligazionari denominati project bonds per contribuire alla realizzazione delle infrastrutture necessarie nei settori dei trasporti, dell'energia e delle tecnologie per l'informazione e la comunicazione.
Rileva che queste ultime due proposte mirano evidentemente a mettere a disposizione risorse finanziarie per politiche di investimento, osservando che occorrerà verificare quanto il nostro Paese sia in grado, in considerazione dei penetranti vincoli di bilancio, di utilizzare effettivamente tali opportunità.
Evidenzia come i problemi di crescita della UE, e non solo dell'Italia, emergano con chiarezza anche dalla verifica dello stato di attuazione della strategia «Europa 2020», che ha preso il posto della strategia di Lisbona i cui esiti, tra l'altro, sono stati assai deludenti. Rileva che secondo la Commissione europea, gli obiettivi della strategia «Europa 2020» in materia di istruzione, occupazione, ricerca e sviluppo, riduzione della povertà sono destinati a non essere raggiunti; anche se si registrano progressi in ciascun ambito, le ambizioni iniziali andranno quindi ridimensionate. Per quanto riguarda l'energia, sussiste ancora qualche incertezza ma gli obiettivi, a livello UE, sembrerebbero a portata di mano, mentre in alcuni Stati si registrano dei problemi.
Fa presente che l'Italia si è data obiettivi che risultano inferiori sia a quelli originari sia a quelli rivisti al ribasso nel documento al nostro esame; osservando come si tratti di temi sui quali il Paese dovrà tornare a breve affinché il prossimo Piano nazionale di riforma li affronti con la necessaria determinazione.
Osserva che la Commissione potrà approfondire tutti gli aspetti del provvedimento attraverso una nutrita serie di audizioni rese possibili dalla deliberazione di un'indagine conoscitiva che coinvolge esponenti del Governo, istituzioni, parti sociali, esperti docenti universitari e esponenti del mondo produttivo. Ritiene che l'obiettivo debba essere quello di concentrarsi sulle misure effettivamente idonee ad innescare la dinamica virtuosa della crescita economica e ad aumentare l'occupazione, specie quella giovanile, valorizzando idee, energie e risorse allo stato ignorate o sottoutilizzate.

Lino DUILIO (PD) nell'auspicare che l'indagine conoscitiva che la Commissione si accinge ad avviare possa essere diversa dalle solite e fornire utili elementi di valutazione sulle misure necessarie a stimolare la crescita economica, sottolinea come l'aver previsto l'audizione di soggetti non strettamente riconducibili al circuito istituzionale generi la necessità di comunicare loro, quantomeno per le vie brevi, ciò che la Commissione si può ragionevolmente attendere da ciascuno. Evidenzia in proposito come sarebbe ultroneo chiedere a soggetti come l'amministratore delegato della FIAT, nel caso accetti l'invito della Commissione, la sua opinione sulla governance economica, mentre dovrebbe più propriamente illustrare alla Commissione i risultati conseguiti dalla sua azienda e le difficoltà incontrate nella sua azione anche con riferimento alle scelte di politica industriale. Parimenti rileva come tali audizioni potranno offrire lo spunto per le valutazioni in ordine alla persistenza di investimenti pubblici selettivi in favore di settori strategici non necessariamente riconducibili al sistema industriale tradizionale, richiamando in proposito il primato della sanità milanese in fatto di trapianti di fegato. Auspica quindi che la Commissione

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concentri la sua attenzione più sui profili inerenti la crescita che sugli assetti istituzionali al fine di dare un utile contributo al Paese.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.50.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 7 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI.

La seduta comincia alle 13.50.

Indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame della Comunicazione della Commissione - Analisi annuale della crescita per il 2012 e relativi allegati (COM(2011)815 definitivo).
Audizione di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL.
(Svolgimento e conclusione).

Giancarlo GIORGETTI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.Introduce, quindi, l'audizione.

Danilo BARBI, Segretario confederale della CGIL, Maurizio PETRICCIOLI, Segretario confederale della CISL, Antonio FOCCILLO, Segretario confederale della UIL, Giovanni CENTRELLA, Segretario generale della UGL, svolgono una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono, quindi, per formulare quesiti e osservazioni, i deputati Massimo VANNUCCI (PD) e Lino DUILIO (PD) e Giorgio LA MALFA (Misto-LD-MAIE), ai quali replicano Maurizio PETRICCIOLI, Segretario confederale della CISL, Antonio FOCCILLO, Segretario confederale della UIL, Danilo BARBI, Segretario confederale della CGIL, e Giovanni CENTRELLA, Segretario generale della UGL.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ringrazia gli intervenuti per il contributo fornito all'indagine. Dichiara, quindi, conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.05.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 7 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

La seduta comincia alle 15.05.

DL 211/2011: Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri.
C. 4909 Governo, approvato dal Senato.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Antonio BORGHESI (IdV) chiede alla presidenza di voler sospendere l'esame del provvedimento in considerazione della coincidenza dei lavori della Commissione con la seduta dell'Assemblea, evidenziando, in particolare, che la collega Mura è al momento assente proprio per prendere parte ai lavori dell'Assemblea.

Claudio D'AMICO (LNP), Renato CAMBURSANO (Misto) e Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA-Sud) si associano

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alla richiesta dell'onorevole Borghesi.

Antonino LO PRESTI (FLpTP) ritiene che vi siano le condizioni per proseguire nell'esame ed esprimere il parere.

Antonio BORGHESI (IdV) sottolinea che l'onorevole Mura ricopre l'incarico di Segretario di Presidenza ed effettua il turno di presenza durante la seduta pomeridiana dell'Assemblea, osservando che, per questo motivo, non potrà prendere parte alla seduta.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva che di norma la Commissione prosegue i suoi lavori fino al momento in cui scadono i termini di cui all'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Per quanto riguarda la posizione dei deputati segretari di Presidenza, fa presente che essi possono, se lo ritengono, farsi sostituire nei lavori della Commissione da altri deputati del proprio gruppo, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del Regolamento. Ritiene tuttavia che la richiesta avanzata dal deputato Borghesi vada tenuta in attenta considerazione, essendo giustificata dalla circostanza che il deputato Mura è assente dai lavori della Commissione a motivo della necessità di assolvere ad un obbligo istituzionale.

Antonio BORGHESI (IdV) ritiene che si debba anche considerare la circostanza che l'attuale seduta è stata convocata con breve preavviso

Claudio D'AMICO (LNP) ribadisce la necessità di sospendere i lavori della Commissione, in ragione della concomitante seduta in Assemblea.

Antonino LO PRESTI (FLpTP) ritiene che vincolare i lavori delle Commissioni ai turni di presenza in Assemblea dei deputati segretari di Presidenza rischia di determinare una paralisi dei lavori.

Gioacchino ALFANO (PdL) ritiene che debba tenersi nel debito conto il diritto dell'onorevole Mura di partecipare ai lavori ed esprimere il suo voto.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, conferma le valutazioni già espresse in materia, evidenziando, peraltro, che la seduta dell'Assemblea è stata sospesa.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO fa presente che le amministrazioni competenti hanno predisposto una relazione tecnica, sulla quale il Ministero dell'economia e delle finanze non ha formulato rilievi, segnalando tuttavia che la stessa non è ancora stata trasmessa alla Camera. Nel ribadire, pertanto, che il provvedimento in esame non presenta profili finanziari problematici, con riferimento alle considerazioni formulate nel dibattito, segnala in primo luogo che non sussistono profili di criticità con riferimento all'articolo 2, comma 2, anche in considerazione del fatto che sussiste un accordo al riguardo tra le amministrazioni interessate. Per quanto attiene all'utilizzo dei fondi destinati alle transazioni con i soggetti danneggiati dalle trasfusioni e dalle vaccinazioni, fa presente che esso si rende possibile in ragione della presenza di disponibilità non necessarie alla copertura degli oneri per tali interventi. Con riferimento all'utilizzo delle risorse riferite alla quota dell'8 per mille di pertinenza dello Stato, fa presente che tali somme avrebbero costituito economie di bilancio, mentre per il 2012 si procederà sulla base di quanto previsto dalla legislazione vigente. Da ultimo, fa presente che la relazione tecnica conferma la corrispondenza tra gli oneri e la copertura finanziaria prevista. Ritiene, quindi, che non vi siano i presupposti per l'espressione di un parere che contenga condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, mentre si potrebbero formulare condizioni che non richiamino il rispetto di tale disposizione costituzionale.

Antonio BORGHESI (IdV) rileva la necessità di acquisire una relazione tecnica sulla copertura relativa ai fondi stanziati

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per il risarcimento dei soggetti che hanno subito trasfusioni di sangue infetto. In particolare, rileva come non sia possibile sostenere che le risorse stanziate sono superiori alle effettive necessità, poiché al momento non si conosce il numero esatto di soggetti aventi diritto, atteso che vi è stata anche una riapertura dei termini per la domanda. Stigmatizza quindi la genericità delle dichiarazioni rese dal rappresentante del Governo.

Alfredo MANTOVANO (PdL), relatore, chiede al Governo di fornire ulteriori chiarimenti con riferimento alla questione del ristoro degli oneri in favore del Ministero dell'interno da parte del Ministero della giustizia. Con riferimento alla copertura a valere sulla quota statale delle risorse relative all'8 per mille, osserva come la questione non attenga tanto alle questioni contabili sulla gestione delle somme, quanto all'opportunità di salvaguardare le procedure già poste in essere. Anche in proposito chiede al rappresentante del Governo di fornire ulteriori elementi di chiarimento e le aspettative dei soggetti in esse coinvolte. Infine, chiede di spiegare le ragioni per l'individuazione della data del 1o luglio 1988 all'articolo 3-bis, comma 1.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO, con riferimento alle ulteriori richieste di chiarimento, precisa in primo luogo che l'amministrazione della Giustizia si è dichiarata disponibile a farsi carico del trasferimento delle risorse stanziate nello stato di previsione del Ministero della giustizia, al fine di consentire all'Amministrazione dell'interno di sostenere gli oneri connessi al vitto e ad altre spese accessorie dei soggetti destinati a permanere nelle camere di sicurezza invece che nelle strutture carcerarie. Con riferimento alle risorse della quota dell'8 per mille devoluta alla gestione statale, ribadisce che esse sarebbero andate in perenzione, mentre per l'anno 2012 potrà valutarsi la destinazione delle somme disponibili. Dichiara, invece, di non disporre di elementi per chiarire la scelta di fare riferimento, nell'articolo 3-bis, comma 1, alla data del 1o luglio 1988.

Claudio D'AMICO (LNP) chiede se sia disponibile l'aggiornamento della relazione tecnica, verificato dalla Ragioneria generale dello Stato.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO fa presente che la relazione tecnica aggiornata è stata trasmessa dall'amministrazione competente e che, anche sulla base delle valutazioni tecniche effettuate dagli uffici ministeriali, può confermare le quantificazioni in essa contenute.

Claudio D'AMICO (LNP) nello stigmatizzare l'atteggiamento, a suo avviso supponente, del rappresentante del Governo, rileva come sia sbagliato sostenere un simile provvedimento in un momento difficile come quello presente. Chiede quindi di procedere all'espressione del parere solo dopo il formale deposito della relazione tecnica verificata dalla Ragioneria generale dello Stato. Sottolinea come il decreto in esame avrebbe un pesante impatto sul Paese anche dal punto di vista economico, evidenziando come, in mancanza della relazione tecnica, non si possano valutare positivamente le coperture presenti e non si possa assentire alle disposizioni che ne sono prive. Ribadisce inoltre la sua contrarietà all'utilizzo della quota statale delle risorse relative all'8 per mille. Infine osserva come anche il tentativo di approvare rapidamente la proposta di parere confermi la volontà di impedire al Parlamento di svolgere il proprio lavoro.

Alfredo MANTOVANO (PdL), relatore, alla luce dei chiarimenti da ultimo forniti dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 4909-A, di conversione del decreto-legge n. 211 del 2011, recante interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri, approvato dal Senato;

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considerato che:
è stata predisposta una relazione tecnica da parte del Ministero della giustizia sulla quale il rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze ha assicurato che la Ragioneria generale dello Stato non ha rilievi da formulare;
l'Amministrazione della giustizia, al fine di consentire all'Amministrazione dell'interno di sostenere gli oneri connessi al vitto e ad altre spese accessorie dei soggetti destinati a permanere nelle camere di sicurezza invece che nelle strutture carcerarie, si è dichiarata disponibile a farsi carico mediante trasferimento delle corrispondenti risorse stanziate nello stato di previsione del Ministero della giustizia, in applicazione del comma 2 dell'articolo 2 del provvedimento;
appare opportuno modificare, sotto il profilo formale, le disposizioni di cui all'articolo 3-ter, commi 6 e 7, al fine di renderle pienamente conformi alla vigente disciplina contabile;
appare, inoltre, opportuno prevedere che le coperture finanziarie delle lettere a) e c) del comma 7 dell'articolo 3-ter, essendo relative a oneri di funzionamento, incidano esclusivamente sugli stanziamenti di parte corrente e non si riferiscano a risorse di conto capitale al fine di evitare una dequalificazione della spesa;
l'articolo 4 ha destinato la disponibilità residua di 57 milioni di euro relativi alla ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF a gestione statale alla copertura degli interventi relativi all'ammodernamento delle strutture carcerarie, determinando il totale azzeramento delle relative risorse, appare opportuno prevedere, al fine di salvaguardare l'attività istruttoria compiuta con riferimento alle richieste pervenute nell'anno 2011 e di tutelare le aspettative dei presentatori delle richieste medesime, che, nell'anno 2012, non si dia corso alle procedure previste dall'articolo 5 di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, e che le relative risorse siano assegnate agli interventi valutati favorevolmente, ai sensi del medesimo articolo 5, nell'anno 2011;
appare opportuno modificare le disposizioni dell'articolo 5, al fine di tenere conto delle modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento, che ha introdotto gli articoli 3-bis e 3-ter, che sono provvisti di una autonoma copertura finanziaria;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:

all'articolo 3-ter, comma 6, sostituire il primo periodo con il seguente: Per la realizzazione e la riconversione delle strutture di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo è autorizzata la spesa di 120 milioni di euro per l'anno 2012 e di 60 milioni di euro per l'anno 2013.
Conseguentemente, al medesimo comma, terzo periodo:
a) sostituire le parole da:
del Fondo di cui all'articolo 7-quinquies fino a: 9 aprile 2009, n. 33, con le seguenti: dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, relativa al Fondo per interventi urgenti e indifferibili;
b) sostituire le parole da: Fondo di cui all'articolo 32, comma 1, fino a: legge 15 luglio 2011, n. 111 con le seguenti: dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 32, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, relativa al Fondo infrastrutture ferroviarie, stradali e relativo a opere di interesse strategico;

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all'articolo 3-ter, comma 7, lettera a), dopo le parole: stanziamenti aggiungere le seguenti: di parte corrente;
Conseguentemente al medesimo comma, alla lettera c), dopo le parole: stanziamenti aggiungere le seguenti: di parte corrente;

all'articolo 3-ter, comma 7, sostituire le parole da: Al fine di concorrere fino a: comma 5 con le seguenti: Al fine di assicurare il concorso dello Stato agli oneri di funzionamento derivanti dall'attuazione dei commi 1 e 5;

all'articolo 4, dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Le risorse di cui all'articolo 47, secondo comma, della legge 20 maggio 1985, n. 222, devolute alla diretta gestione statale per l'anno 2012, sono destinate agli interventi valutati favorevolmente ai sensi dell'articolo 5 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, con riferimento alla ripartizione delle medesime risorse per l'anno 2011. Per l'anno 2012 non si dà corso alle procedure di cui all'articolo 5 del medesimo regolamento;

all'articolo 5, comma 1, sostituire le parole: con esclusione dell'articolo 4 con le seguenti: con esclusione degli articoli 3-bis, 3-ter e 4.».

Antonio BORGHESI (IdV) illustra una proposta di parere alternativa a quella del relatore, che presenta a nome del suo gruppo (vedi allegato).

Claudio D'AMICO (LNP) chiede al relatore di voler riformulare il proprio parere, osservando che le condizioni in esso contenute verranno con ogni probabilità travolte dall'apposizione della questione di fiducia sul testo del decreto-legge approvato dal Senato. Nel sottolineare come il Governo non abbia fornito i chiarimenti richiesti dal relatore e non abbia provveduto a trasmettere l'aggiornamento della relazione tecnica, ritiene che le condizioni contenute nel parere debbano essere motivate dall'esigenza di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.

Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che non sia opportuno richiamare l'esigenza di rispettare l'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, dal momento che le coperture finanziarie sono idonee, ancorché, in taluni casi, discutibili nel merito.

Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) ricorda che la Commissione è chiamata a valutare esclusivamente l'idoneità tecnica della copertura finanziaria, rimettendo le valutazioni politiche alla Commissione di merito. Ritiene che, pur potendosi avere idee differenti sul merito delle coperture, non vi sono ragioni ostative rispetto all'espressione del parere, a fronte delle assicurazioni del sottosegretario sull'esito positivo della verifica sulla relazione tecnica predisposta dal Ministero della giustizia. Chiede quindi al presidente di non consentire lo svolgimento di pratiche di natura ostruzionistica e di procedere alla votazione sul parere proposto dal relatore.

Antonio BORGHESI (IdV) dichiara di essere disponibile a ritirare la propria proposta di parere qualora essa venisse recepita nella proposta di parere del relatore.

Gioacchino ALFANO (PdL), con riferimento alla proposta di parere presentata dall'onorevole Borghesi, ritiene che la Commissione non debba indicare coperture alternative, potendo tuttavia richiamare l'attenzione del Governo sull'opportunità di individuarle.

Alfredo MANTOVANO (PdL), relatore, chiede quale sia il parere del rappresentante del Governo sulla proposta di parere presentata dall'onorevole Borghesi.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ribadisce che il decreto non presenta problemi di copertura finanziaria e, pertanto, non si giustifica l'inserimento nel parere di condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.

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Dichiara, inoltre, di non condividere la condizione contenuta nella proposta di parere presentata dall'onorevole Borghesi.

Claudio D'AMICO (LNP), intervenendo per dichiarazione di voto, ribadisce che il Governo non ha trasmesso l'aggiornamento della relazione tecnica e si è limitato a fornire risposte superficiali alle puntuali richieste di chiarimento formulate dal relatore. Annuncia, pertanto, il voto fermamente contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore, rilevando come, ancora una volta, il Governo chiuda ogni spazio per un dibattito politico sui provvedimenti all'esame del Parlamento, costringendo la discussione in termini ristrettissimi per poi ricorrere a voti di fiducia, che peraltro non trovano rispondenza nella volontà espressa dagli elettori. Sottolinea, infatti, che il Governo sta adottando provvedimenti in contrasto con la volontà espressa dagli elettori nel 2008 e con la volontà dei cittadini, osservando come anche i parlamentari del Popolo delle Libertà dovrebbero interrogarsi sull'appoggio al Governo Monti, dal momento che si trovano ad approvare provvedimenti in contrasto con la volontà dei loro elettori. Nell'evidenziare che si sta realizzando una macroscopica prevaricazione della volontà popolare, auspica che la Commissione abbia un moto di orgoglio.

Antonio BORGHESI (IdV), a nome del suo gruppo, annuncia il voto contrario sulla proposta di parere formulata dal relatore, in considerazione del mancato recepimento della condizione contenuta nella sua proposta di parere.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, sottolinea che non è stato formalmente trasmesso l'aggiornamento della relazione tecnica previsto dall'articolo 17, comma 8, della legge di contabilità e finanza pubblica e ritiene che essa debba pervenire in tempi utili per l'esame in Assemblea, impegnandosi ad informare i componenti della Commissione dell'avvenuta trasmissione.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore, intendendosi quindi preclusa la proposta di parere alternativa presentata dall'onorevole Borghesi.

La seduta termina alle 15.40.