CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 gennaio 2012
591.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 18 gennaio 2012. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Franco Braga.

La seduta comincia alle 10.45.

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Variazione nella composizione della Commissione.

Paolo RUSSO, presidente, comunica che il deputato Adriano Paroli, essendo cessato dal mandato parlamentare, non fa più parte della Commissione.

DL 216/2011, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
C. 4865 Governo.
Parere alle Commissioni riunite I e V.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizione e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato nella seduta del 12 gennaio 2012.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta dell'11 gennaio il relatore Oliverio ha svolto la relazione introduttiva e che nella seduta del 12 gennaio si è aperto il dibattito.
Nessun altro chiedendo di intervenire, invita il relatore a formulare la sua proposta di parere.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con una condizione e quattro osservazioni, formulato alla luce del dibattito svoltosi (v. allegato 1). Ricorda in proposito che sulle questioni indicate sono stati presentati emendamenti presso le Commissioni I e V riunite.

Mario PEPE (PD) chiede di riformulare la seconda osservazione, sostituendo l'espressione «in modo più favorevole» con altra che faccia riferimento alle istanze degli agricoltori.

Sandro BRANDOLINI (PD) propone che la condizione relativa al settore dell'ippica sia riformulata nel senso di collegare la richiesta di risorse finanziarie non solo alla situazione di crisi, ma soprattutto alla predisposizione di un piano di ristrutturazione del settore medesimo.

Giuseppina SERVODIO (PD) sottolinea che l'esigenza di una riforma del settore ippico si pone indipendentemente dalle esigenze finanziarie del medesimo settore.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), relatore, dichiara di condividere le osservazioni formulate dai colleghi.

Fabio RAINIERI (LNP) chiede che l'osservazione relativa alla proroga del Commissario straordinario per le quote latte sia integrata con un riferimento all'esigenza di completare la verifica dei dati relativa alla gestione passata delle quote, sulla base delle risultanze emerse dall'indagine promossa dall'alloraministro Zaia.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), relatore, osserva che la Commissione potrà ampiamente dibattere delle questioni relative alle quote latte quando discuterà le risoluzioni all'ordine del giorno della seduta odierna, rilevando che il decreto-legge in esame è invece la sede propria per la proroga del Commissario straordinario.

Giuseppe RUVOLO (PT) ritiene che l'alleggerimento del carico fiscale connesso all'IMU sui terreni agricoli, richiesto con la prima osservazione, debba essere esteso anche ai braccianti agricoli.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) sottolinea che le agevolazioni fiscali sul gasolio agricolo dovrebbero essere chieste con espressioni ben più decise di quelle utilizzate dal relatore nell'ultima osservazione, nella quale si chiede al Governo di «valutare la possibilità di concedere, anche in maniera temporanea,» tali agevolazioni. Si tratta infatti di una questione vitale per le aziende agricole.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), relatore, osserva, con riferimento alla questione posta dal deputato Ruvolo, che i braccianti per definizione non hanno la proprietà della terra. Si riserva in ogni caso di individuare una formulazione che tenga conto della medesima richiesta.

Giuseppe RUVOLO (PT) precisa che a suo giudizio appare giusto riconoscere un regime agevolato per l'IMU anche ai braccianti agricoli che, pur essendo lavoratori dipendenti, spesso posseggono anche appezzamenti

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di terreno che coltivano per integrare il proprio reddito.

Sandro BRANDOLINI (PD) invita a tener presenti le ragioni essenziali di un regime agevolativo in materia di IMU sui terreni agricoli, evitando di seguire la strada dell'individuazione di una casistica di situazioni meritevoli di godere delle stesse agevolazioni. In questo caso, infatti, si potrebbero citare oltre ai braccianti anche altre categorie, come i lavoratori stagionali o le casalinghe.

Giuseppe ROMELE (PdL) ricorda che la figura del bracciante agricolo, ovvero del lavoratore alle dipendenze dell'azienda con un contratto limitato a un certo numero di giornate all'anno, è ormai superata nella normativa in vigore.

Teresio DELFINO (UdCpTP) condivide i rilievi formulati dai colleghi in ordine alla proposta del collega Ruvolo. Ritiene peraltro che anche nell'osservazione relativa alle agevolazioni sul gasolio agricolo debba farsi riferimento ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola.

Giovanna NEGRO (LNP) invita a chiarire le due figure del coltivatore diretto e dell'imprenditore agricolo professionale.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) osserva che la nuova disciplina dell'IMU costituirà un aggravio per gli agricoltori anche qualora non siano i diretti proprietari del terreno e quindi i diretti obbligati al pagamento dell'imposta. Infatti, è del tutto prevedibile che i maggiori oneri fiscali sostenuti dal proprietario verranno riversati sull'agricoltore affittuario del terreno. Invita perciò a prevedere agevolazioni analoghe anche per i terreni dati in affitto ad agricoltori.

Paolo RUSSO, relatore, sospende quindi la seduta in sede consultiva per consentire al relatore di approfondire le questioni poste nel dibattito, avvertendo che la Commissione procederà nel frattempo a trattare gli altri argomenti all'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 11.30, è ripresa alle 11.55.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), relatore, illustra una nuova formulazione della sua proposta di parere (vedi allegato 2).

Giuseppe RUVOLO (PT), ribadendo l'esigenza che le modifiche alla disciplina dell'IMU richieste per il mondo agricolo siano estese anche ai braccianti agricoli, preannuncia la sua astensione sulla proposta del relatore.

Sebastiano FOGLIATO (LNP), pur apprezzando gli sforzi del relatore, deve constatare tuttavia che i suoi rilievi in merito alla tassazione dei terreni dati in affitto non sono stati presi in considerazione. Preannuncia pertanto l'astensione del suo gruppo.

Anita DI GIUSEPPE (IdV), premesso che il Governo avrebbe dovuto assicurare migliori risultati in materia di IMU e di accisa sul gasolio agricolo, apprezza in ogni caso lo sforzo del relatore, che ha tenuto presente la grave situazione del settore agricolo e ha prospettato alcuni interventi che auspica possano essere fatti propri dal ministro Catania e tradotti in atti concreti.

Viviana BECCALOSSI (PdL) osserva preliminarmente che la presenza del Governo sarebbe stata opportuna, anche per evitare che la Commissione approvi indirizzi che rischiano di rimanere disattesi. Fa quindi presente che più per senso di responsabilità politica che per convinzione voterà a favore della proposta del relatore, di cui in ogni caso apprezza il lavoro.
Infatti, per quanto riguarda l'IMU agricola, critica il Governo per aver fatto, da governo tecnico, ciò che nessun altro governo, di qualsivoglia colore politico, si era mai permesso di fare, cioè aver messo le mani nelle tasche degli agricoltori, colpendo peraltro un elemento essenziale quale la terra. In questa occasione, la

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politica, attraverso l'impegno dei gruppi parlamentari, ha cercato di limitare i danni che il mondo agricolo comunque subirà.
Per quanto riguarda l'ippica, materia che incrocia sensibilità trasversali dei gruppi, deve ribadire la sua personale convinzione che i giochi - se pure legalizzati e redditizi per le finanze pubbliche - costituiscono un fenomeno di inaudita gravità, o addirittura una vera piaga sociale che non può essere sottovalutata.
Con queste perplessità e tralasciando di evidenziare le misure pur necessarie che invece non sono state adottate con il provvedimento in esame, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta del relatore.

Teresio DELFINO (UdCpTP) preannuncia che il suo gruppo voterà a favore della proposta di parere del relatore, che ha sintetizzato al meglio le indicazioni emerse dal dibattito, peraltro, ritiene che le osservazioni proposte avrebbero potuto essere formulate come condizioni.
Nel condividere i rilievi della collega Beccalossi in merito alla mancata presenza del Governo, ritiene, in uno spirito di leale collaborazione con il medesimo Governo, che lo stesso dovrebbe assicurare la sua partecipazione ai lavori della Commissione almeno sulle questioni più importanti, anche per ragioni istituzionali di rispetto verso il Parlamento.

Fabio RAINIERI (LNP), nell'associarsi alle considerazioni dei colleghi sulla presenza del Governo, esprime disappunto per l'atteggiamento che stanno assumendo i gruppi parlamentari e le organizzazioni agricole di fronte alla nuova disciplina dell'IMU, che comporterà un insopportabile aggravio del carico fiscale sulle aziende agricole. Ricorda, ad esempio, che la Confagricoltura si è limitata a scrivere ai comuni per chiedere l'applicazione dell'imposta al livello più basso consentito. Per quanto riguarda i gruppi, sostanzialmente si adeguano alla politica del Governo, chinando la testa, senza reagire alle gravi conseguenze che la stessa produrrà per il mondo agricolo, che dovrà affrontare costi crescenti e insostenibili. Fa presente, ad esempio, che la normativa sul biogas inciderà sull'utilizzo dei terreni e renderà più difficile e oneroso per le aziende trovare terreni da destinare ad usi strettamente agricoli e zootecnici. A suo giudizio, su questa strada si andrà incontro alla disfatta delle aziende agricole medie e piccole a conduzione familiare.

Carlo NOLA (PdL) precisa che la sua parte politica ha assunto una posizione di responsabilità politica per il bene del paese e sarà l'ultima ad «abbandonare la nave».
Nel condividere complessivamente la proposta del relatore, precisa di condividere le preoccupazioni in merito alla disciplina dell'IMU agricola, mentre ritiene troppo debole la formulazione dell'osservazione relativa alle agevolazioni sul gasolio agricolo, che costituiscono un elemento essenziale per la stessa sopravvivenza delle aziende agricole.

Angelo ZUCCHI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, che ha compiuto un apprezzabile sforzo di sintesi, che tocca i temi di maggiore attualità, tenendo conto dei limiti derivanti dalla natura del decreto-legge in esame.
Nel merito, sottolinea in particolare che con la condizione relativa al settore dell'ippica si sottolinea l'esigenza che le risorse da destinare a tale settore dovranno essere finalizzate ad un vero processo di riforma, ormai ineludibile.
Dopo aver osservato, con riferimento all'intervento del deputato Rainieri, che nessuno meglio di lui ha esperienza di come si possa chinare la testa per dare sostegno a un Governo, precisa che la sua parte politica non china la testa, ma si è assunta una responsabilità politica.
Deve peraltro riconoscere che nella prima fase di attività del Governo l'agricoltura ha ottenuto un trattamento particolarmente duro, senza poter accedere alle misure per la crescita, lo sviluppo e l'innovazione. Chiede pertanto al Governo -

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sottolineando che è ora presente il sottosegretario per le politiche agricole alimentari e forestali - che nel prossimo provvedimento in corso di elaborazione siano seriamente prese in considerazione le questioni agricole, anche con un profilo innovativo rispetto a quello tradizionale e con una riflessione più avanzata. Si riferisce, in particolare, ai temi della semplificazione, del rafforzamento del ruolo del produttore nell'ambito delle filiere, del rispetto degli accordi di filiera, della competitività. In questo senso, deve essere inteso il voto favorevole della sua parte politica sul provvedimento in esame.

La Commissione approva infine la proposta di parere favorevole con condizione e osservazioni, come riformulata dal relatore.

La seduta termina alle 12.15.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 18 gennaio 2012. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 11.30.

Schema di decreto di regolamento di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione alla produzione, alla immissione in commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti.
Atto n. 430.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta di ieri.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta dell'11 gennaio il relatore Catanoso ha svolto la relazione introduttiva, mentre nella seduta del 12 gennaio il seguito dell'esame è stato rinviato. Avverte inoltre che la V Commissione ha espresso i suoi rilievi sulle conseguenze finanziarie dell'atto in questione.

Basilio CATANOSO (PdL), relatore, ricorda che il deputato Callegari aveva espresso il timore che la nuova disciplina dei cosiddetti «corroboranti» potesse consentire l'apertura di varchi nella rigorosa normativa sui fitofarmaci. Al riguardo, condotti gli opportuni approfondimenti anche con gli uffici del Ministero della salute, precisa che i prodotti corroboranti sono precisamente individuati nel decreto ministeriale 27 novembre 2009, n. 18354, richiamato nel provvedimento in esame, e che tale ultimo provvedimento introduce una più rigorosa disciplina del loro utilizzo.
Non essendo emerse ulteriori questioni, propone di esprimere parere favorevole.

Corrado CALLEGARI (LNP), dichiarandosi soddisfatto per i chiarimenti forniti dal relatore, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere dallo stesso formulata.

La Commissione approva infine la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 11.40.

RISOLUZIONI

Mercoledì 18 gennaio 2012. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Franco Braga.

La seduta comincia alle 11.40.

7-00408 Marco Carra, 7-00539 Delfino, 7-00728 Delfino, 7-00745 Beccalossi e 7-00749 Di Giuseppe: Iniziative per l'applicazione della normativa in materia di quote latte.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta del 21 dicembre scorso la

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Commissione ha convenuto di procedere alla discussione congiunta delle risoluzioni presentate dai deputati Marco Carra, Delfino e Beccalossi. Successivamente, è stata presentata anche la risoluzione Di Giuseppe n. 7-00749 che, vertendo sulla stessa materia, potrà essere parimenti discussa congiuntamente.

La Commissione concorda.

Teresio DELFINO (UdCpTP) osserva che gli interventi proposti con le risoluzioni in discussione - che affrontano un argomento oggetto di confronto anche aspro nel settore lattiero-caseario e tra le forze politiche - sono fortemente attesi dal mondo produttivo. Non ritiene di dover illustrare alla Commissione la ben nota vicenda delle quote latte e la situazione di difficoltà in cui versa il settore lattiero-caseario. Ricorda solo che la vicenda è stata contrassegnata da due significativi momenti normativi, dapprima con il decreto-legge n. 49 del 2003, convertito dalla legge n. 119 del 2003, e poi con il decreto-legge n. 5 del 2009, convertito dalla legge n. 33 del 2009. Al riguardo, ritiene che la questione sia stata definita, anche in sede europea, e che non possa essere continuamente rimessa in discussione, magari per il solo mutamento del titolare del Dicastero agricolo.
Auspica pertanto che si proceda rapidamente alla discussione delle risoluzioni, che appaiono largamente convergenti, procedendo eventualmente a definire una risoluzione unitaria. Per quanto riguarda invece la risoluzione dei deputati Di Giuseppe ed altri, ritiene assolutamente non condivisibile il secondo impegno, che comporterebbe una smentita del quadro ormai definito. Infatti, fa presente che i dati raccolti e presentati all'Unione europea, riguardanti le quote latte, sono ormai certificati e nessun Governo in sede europea li ha mai messi in discussione. Ogni nuova richiesta di accertamento dei dati sembra invece un mero espediente per sfuggire all'applicazione delle leggi in vigore, che invece non può essere più rinviata.
Pertanto, ribadisce l'esigenza di dare sollecita definizione alle risoluzioni in esame al fine di confermare uno stringente indirizzo al Governo oggi in carica; al riguardo, riafferma la disponibilità a lavorare in tempi brevi ad un testo unitario, procedendo, ove ciò non risulti possibile, alla votazione delle singole risoluzioni.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) osserva che il deputato Delfino ha già formulato la sua dichiarazione di voto. In merito, fa tuttavia presente che la risoluzione presentata dal suo gruppo non ha altro intento che quello di accertare effettivamente come stiano le cose, visto anche che sulla questione delle quote latte stanno svolgendo indagini ben quaranta procure. Ricorda, in particolare, che si è ancora in attesa della consegna da parte dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) all'Agecontrol dei dati produttivi e dell'anagrafe zootecnica alla base delle compensazioni e dei superprelievi computati a tutti i produttori dall'annata 1995 all'annata 2009. Tali dati potrebbero chiarire alcune vicende, come quella della mucca vissuta 999 mesi.
Pertanto, ribadendo che il suo gruppo non intende sottratte alcuno dal pagamento del dovuto, sottolinea che la risoluzione presentata dalla sua parte politica è in gran parte uguale alle altre, ma in più impegna il Governo a richiedere in maniera esauriente e ultimativa all'AGEA i dati sulle quote latte e, conseguentemente, a procedere alla riscossione delle multe.

Giuseppe ROMELE (PdL), intervenendo a titolo personale, nel ricordare di avere affrontato il problema delle quote latte presso la regione Lombardia fin dal 1995, quando sedevano in Consiglio regionale anche i colleghi deputati Beccalossi e Nola, osserva che sarebbe auspicabile trovare una formulazione condivisa. Infatti, fermo restando che il cosiddetto «splafonamento» nella produzione lattiera rispetto alla quota assegnata è un elemento negativo,

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ritiene che potrebbe tornare utile un ulteriore approfondimento della questione, visto che i tempi a disposizione della Commissione potrebbero consentirlo.

Paolo RUSSO, presidente, ritiene opportuno sospendere la discussione delle risoluzioni in attesa del rappresentante del Governo, che dovrebbe sopraggiungere a breve. Nel frattempo, la Commissione potrà proseguire l'esame in sede consultiva del decreto-legge in materia di proroga dei termini.
Sospende quindi la seduta.

La seduta, sospesa alle 11.55 è ripresa alle 12.15.

Marco CARRA (PD) ricorda che la discussione odierna prende le mosse dalla sua risoluzione n. 7-00408, presentata nell'ottobre 2010, riguardante l'applicazione effettiva della normativa voluta dall'allora maggioranza e contrastata dalla sua parte politica, per il fatto che essa non costituiva un elemento di rilancio per il settore lattiero-caseario bensì un rinvio dell'applicazione di misure di riscossione previste, ma mai attuate. Manifesta quindi la sua disponibilità ad investire altro tempo al fine di addivenire a soluzioni condivise. Si associa pertanto alle dichiarazioni sull'argomento rese dal deputato Delfino, ritenendo in ogni caso che si potrà procedere alla votazione delle singole risoluzioni, o di quelle che dovessero registrare le maggiori convergenze, qualora non si addivenisse ad un testo condiviso.
Fa poi presente che la sua parte politica non ha trascurato il tema proposto nel secondo impegno della risoluzione del gruppo IdV. Ricorda a tale proposito che quando l'allora ministro Zaia avviò la nota indagine sulla vicenda delle quote latte, il suo gruppo sostenne l'esigenza - anche se con intento provocatorio - di approfondirne le risultanze. Ricorda peraltro che il ministro Galan, succeduto a Zaia, e certamente non sostenuto dal PD, ha poi chiaramente affermato che la partita era chiusa, che non vi era la necessità di ulteriori approfondimenti perché gli accertamenti disposti dal Ministero a seguito della relazione del nucleo incaricato dal ministro Zaia confermavano la regolarità delle procedure seguite e degli atti compiuti in materia. Pertanto, per la sua parte politica la vicenda è da considerarsi ormai chiusa e si deve solo applicare la legge.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) osserva che non si può ritenere chiusa una vicenda sulla quale sono in corso indagini presso quaranta procure e se l'AGEA non fornisce i dati ad Agecontrol, così come già richiesto dall'Agecontrol Spa con il progetto «Start up» del 4 novembre 2011. In proposito, ribadisce che l'intento della sua risoluzione non è quello di non far pagare chi deve pagare, quanto di consentire che l'Agea consegni all'Agecontrol i dati relativi alla vicenda delle quote latte, al fine di chiarire la vicenda.

Teresio DELFINO (UdCpTP) ricorda che, in occasione di interrogazioni rivolte all'allora ministro Romano, era stata da più parti espressa la preoccupazione che, attraverso la riproposizione della questione dell'accertamento dei dati sulla produzione lattiera, si volesse in realtà puntare ad un congelamento nel pagamento delle multe più che alla verità dei fatti. Infatti, già con la precedente audizione del ministro Galan e poi con le dichiarazioni del ministro Catania si è appreso che l'AGEA e i competenti organi ministeriali hanno attentamente verificato la relazione consegnata al ministro Zaia, deducendone una sostanziale infondatezza. Inoltre, questa vicenda non è stata portata all'attenzione dell'Unione europea, i cui provvedimenti si basano su dati certificati. Piuttosto, vi è il rischio di ulteriori procedure di infrazione nei confronti dell'Italia, che sarebbero assai onerose per il settore agricolo. Esprime pertanto stupore per il fatto che il gruppo dell'IdV voglia riproporre oggi nuovamente la questione dei dati sulla produzione lattiera.
Ritiene pertanto necessario che il Governo si pronunci con un parere sulle risoluzioni presentate, e auspicabilmente

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su un testo ampiamente condiviso, poiché non sono possibili ulteriori dilazioni nell'applicazione della legge.
Da ultimo, osserva che il TAR ha accolto un ricorso del professor Dario Fruscio contro la sua rimozione dalla presidenza dell'AGEA. Ricorda in proposito che nel 2011 il professore Fruscio ha affermato che non vi era stato alcun errore nei conteggi relativi alle quote latte e che i dubbi avanzati in proposito erano solo un tentativo di non pagare le multe. Chiede pertanto di sapere se è volontà del Ministero opporsi avverso la decisione favorevole al professor Fruscio, che a giudizio della sua parte politica, che non ha contribuito alla sua nomina, ha svolto il suo dovere di pubblico amministratore operando correttamente e non secondo interessi di parte.

Fabio RAINIERI (LNP) non intende ricostruire la complessiva vicenda delle quote latte, ma solo ricordare gli accertamenti disposti da molti dei governi che si sono succeduti in questi anni.
In particolare, ricorda che il ministro Pinto, membro di un Governo Prodi, istituì una commissione presieduta dal Generale della Guardia di finanza Lecca, che stabilì che vi erano cose che non andavano nella vicenda delle quote latte. Una successiva commissione, voluta dal ministro Alemanno per verificare l'esistenza di una produzione di latte in nero, si arenò perché stava arrivando a risultati dannosi per il Paese. Il ministro Zaia ha poi dato l'incarico ad un nucleo di carabinieri di verificare i dati relativi al tenore di grasso nel latte prodotto in Italia e al numero dei capi presenti nelle diverse banche dati dell'AIA, delle ASL e dell'Istituto di Teramo, che risultavano palesemente disallineati. Da ultimo, il ministro Romano ha promosso il citato progetto «Start up» per una verifica sul tenore di grasso del latte prodotto in Italia, che è la base per il calcolo della produzione lattiera e dell'imputazione dei prelievi.
Tutte queste attività di accertamento hanno dimostrato in sostanza che il sistema delle quote latte in Italia non ha mai funzionato regolarmente. A questo punto, ritiene che si dovrebbe affrontare non solo il problema di chi dovrebbe pagare, ma anche degli eventuali risarcimenti per coloro che hanno pagato somme in realtà non dovute.
Ricorda infatti che in Italia non ci sono abbastanza mucche per fornire tutto il latte che le necessita e che invece le è stato imputato. Vi sono casi clamorosi di divario tra la realtà degli animali presenti nelle stalle e quelli che risultano all'AGEA. Ricorda il caso, riportato in trasmissioni televisive, di un'allevatrice in provincia di Bergamo a cui l'AGEA aveva conteggiato il possesso di quattromila mucche invece delle sei che stazionavano nella struttura di sua proprietà. Si tratta di episodi che sono alla base di richieste come quelle contenute nella risoluzione presentata dall'onorevole Di Giuseppe. Inoltre, proprio dinanzi alla Commissione, i rappresentanti dell'industria alimentare hanno lamentato la carenza di latte italiano, che costringe ad importare latte, e hanno chiesto di dare impulso alla zootecnia nazionale. Ricorda ancora che nel corso di una nota manifestazione della Coldiretti, al Brennero, furono scoperti carichi di latte e prodotti lattiero-caseari contraffatti che arrivavano dall'estero. Tali fenomeni di illegalità sono stati confermati dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni contraffazione e della pirateria in campo commerciale, di cui egli fa parte.
Esprime quindi rammarico per il fatto che la questione delle multe per le quote latte origina da dati sbagliati dichiarati a livello di Unione europea e dalla decisione dell'Italia di utilizzare criteri di compensazione errati secondo l'Unione europea, che hanno inciso in modo differenziato sulle diverse categorie di allevatori, danneggiando soprattutto gli allevatori di pianura. È successo così, in modo iniquo, che poche aziende devono pagare le multe per una produzione realizzata da tanti.
Desidera poi ricordare che le conclusioni del ministro Galan a proposito della relazione presentata dal nucleo incaricato dal ministro Zaia si sono basate sul lavoro di persone citate nella medesima relazione.

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Peraltro, il colonnello Mantile, già membro di quel nucleo, è stato successivamente ascoltato dalla Commissione d'inchiesta sui fenomeni di contraffazione, consegnando una importante documentazione sulle quote latte che conferma quanto segnalato e che anche la Commissione Agricoltura dovrebbe acquisire.
Pertanto, il suo gruppo chiede di continuare nella verifica dei dati al fine di accertare se gli animali presenti sul territorio nazionale che producono latte sono veri o se esistono solo sulla carta. Infatti, ritiene che i dati sulla produzione di latte non siano quelli reali ma che possano essere stati alterati allo scopo di consentire l'importazione di latte dall'estero ovvero di costringere gli agricoltori ad acquistare o affittare quote latte, con un notevole esborso di denaro.

Angelo ZUCCHI (PD) ritiene che siano chiare le ragioni che inducono il gruppo della Lega Nord ad una estenuante ricerca di verifiche, quando invece la partita può considerarsi chiusa da tempo, con i dati sulla sovraproduzione di latte ormai certificati. Esprime invece sorpresa per la posizione assunta dal gruppo dell'IdV, che dovrebbe interrogarsi sull'apprezzamento proveniente dal gruppo della Lega Nord. Infatti, ricorda che il ministro Galan ha definito infondate e inattendibili i dati che erano scaturiti dalla relazione della commissione guidata dal colonnello dei carabinieri Mantile (che peraltro dovrebbe ora essere in aspettativa e nominato responsabile dell'ufficio romano della regione veneto). Ricorda altresì che quella relazione era stata consegnata a 41 procure della Repubblica e che non risultano aperti fascicoli sulla questione. In realtà, con tali contestazioni si intende fornire una motivazione a coloro che non vogliono pagare le cosiddette multe e ottenere un ulteriore rinvio dell'applicazione di una legge proposta e votata dal ministro e dai deputati della Lega Nord, che ne impone la riscossione. Invita pertanto i colleghi di quel gruppo ad essere coerenti con quanto da essi precedentemente deliberato. Conseguentemente, invita il Governo a procedere speditamente per reperire le risorse che la medesima legge del 2009 destinava all'accesso al credito in favore di coloro che avevano acquistato quote latte. Questo sarebbe il vero interesse del mondo agricolo.
Da ultimo, sottolinea che riterrebbe sconveniente da parte del Governo una eventuale opposizione rispetto alla pronuncia del TAR che ha accolto l'istanza presentata dal professor Fruscio, in precedenza ingiustamente rimosso - a suo parere - dalla carica di presidente dell'AGEA.

Viviana BECCALOSSI (PdL) ricorda che la questione delle quote latte è di vecchia data, risalendo al 1983. A quell'epoca, quando si trattò di dichiarare l'entità della produzione italiana, l'Italia partì con il piede sbagliato, dichiarando una produzione inferiore a quella reale. I successivi provvedimenti assunti dai vari governi che si sono succeduti hanno cercato di porre rimedio all'errore iniziale, al punto che, oggi, la quasi totalità degli allevatori è di nuovo in regola con il regime europeo delle quote latte, dopo aver aderito a diverse regolarizzazioni. Al riguardo, ritiene che se nel 1983 alcuni allevatori, probabilmente mal consigliati, dichiararono una produzione inferiore per ignoranza o in buona fede o forse per la paura di incorrere in tassazioni, oggi nessuno può scientemente disattendere il regime delle quote latte senza essere in malafede.
Con riferimento poi alle leggi volute dai ministri Alemanno e Zaia, ricorda di aver assunto spesso posizioni critiche, seppure abbia poi deciso di sostenerle e, da amministratore regionale, di farle rispettare, anche pagando un prezzo politico e rischiando a volte lo scontro con gli allevatori. Ha sempre ritenuto infatti che la difesa degli «splafonatori» affondi le sue radici non tanto nella condivisione di una battaglia politica o per i diritti quanto piuttosto nel desiderio di mantenere o conquistare un pacchetto di voti importante. A suo giudizio, però, le forze politiche interpretano meglio il proprio ruolo

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se prestano maggiore attenzione per il cittadino onesto che ha rispettato le regole e ha pagato le multe. Inoltre, nel momento in cui si chiedono sacrifici a tutti e si chiede di pagare una nuova imposta immobiliare anche sui terreni agricoli, non appare pensabile prendere ulteriore tempo, magari con commissioni di inchiesta, commissari straordinari e tavoli di confronto, mentre le procedure di infrazione dell'Unione europea hanno costretto l'Italia ad un esborso che ha penalizzato l'intero settore agricolo. Non è pensabile infatti che in questo momento l'intero comparto agricolo possa sopportare anche il costo delle multe per le quote latte, al posto di coloro che da anni si rifiutano di sottostare alle leggi.
Con riferimento infine ai dati sulla produzione di latte, invita a prendere in considerazione i dati in possesso delle regioni. Ad esempio, i dati dell'anagrafe zootecnica della regione Lombardia, che è la regione che produce la maggiore quantità di latte in Italia, forniscono attendibili elementi di riscontro sul numero di animali, sulla loro età, sulla loro localizzazione e sulla produzione e coincidono con le conclusioni del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che escludono irregolarità nella gestione delle quote latte. Tutto il resto è solo un tentativo di evitare l'applicazione della legge. Ricorda poi che sentenze del TAR della Lombardia hanno più volte dato torto agli «splafonatori».
Il Governo dovrà inoltre tener conto che gli agricoltori hanno fatto sacrifici enormi per mettersi in regola. Se si dice che un governo tecnico può prendere decisioni che i governi politici non sono in grado di assumere, va ricordato però che nella vicenda delle quote latte si tratta solo di applicare le leggi vigenti.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) esprime rammarico per il fatto che taluni colleghi abbiano messo in dubbio l'operato di appartenenti o ex appartenenti all'Arma dei carabinieri e, segnatamente al Comando carabinieri politiche agricole, in un modo denigratorio vergognoso. Non si possono infatti porre questioni di legalità e poi mettere in dubbio l'operato delle Forze dell'ordine quando esse non confermano una verità già scritta.
Proprio per questo ritiene allora inderogabile una operazione verità sulla questione quote latte e preannuncia la presentazione da parte del suo gruppo di una proposta di legge per la istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla questione delle quote latte. Invita pertanto i colleghi desiderosi di conoscere finalmente la verità sulla vicenda ad assumere una posizione favorevole a questa proposta di legge. Una siffatta Commissione potrebbe finalmente riaprire i cassetti dove sono custoditi i documenti raccolti dalla commissione di indagine presieduta dal generale della Guardia di finanza Lecca, che non risultano essere stati mai trasmessi all'autorità giudiziaria. Tale trasmissione potrebbe essere invece effettuata a seguito della istituzione di una Commissione di inchiesta affinché tutti si possano convincere, con dati di fatto, che la situazione è diversa rispetto a ciò che è stato finora affermato. Esprime infine solidarietà e preoccupazione per gli allevatori che hanno fatto e fanno sacrifici per pagare le multe relative alle quote latte poiché si potrebbe scoprire in seguito che essi sono stati costretti ad un indebito sacrificio.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) invita a non meravigliarsi se il gruppo IdV vuole promuovere un accertamento della verità dei fatti, perché ciò è motivato non dall'intento di tutelare i cosiddetti «splafonatori», ma piuttosto dalla preoccupazione per coloro che hanno dovuto pagare mentre forse non avrebbero dovuto farlo. È con tale spirito che la risoluzione chiede al Governo di disporre l'immediata consegna dei dati dell'AGEA all'Agecontrol, così da poter ragionare su dati riscontrati e certi, come richiesto in un atto di sindacato ispettivo anche dal deputato Di Pietro. Per il resto, ribadisce che la sua risoluzione è in linea con le altre presentate.

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Paolo RUSSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.05.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 18 gennaio 2012. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Franco Braga.

La seduta comincia alle 13.05.

Interpretazione autentica dell'articolo 12, commi 5 e 12, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, in materia di esercizio di attività venatoria in ambiti territoriali diversi da quelli di appartenenza.
C. 4676 Sen. Divina e Pittoni, approvata dal Senato.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame della proposta di legge.

Giovanni DIMA (PdL), relatore, ricorda che il progetto di legge è stato approvato dal Senato, dove è stato esaminato dalla Commissione Ambiente.
Nel merito, esso si compone di un solo articolo contenente una norma di interpretazione autentica dei commi 5 e 12 dell'articolo 12 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio, con riferimento a quanto previsto dai commi 5 e 17 dell'articolo 14 della medesima legge.
Il comma 5 dell'articolo 12 citato prevede che l'esercizio della caccia può essere praticato in via esclusiva nelle seguenti forme: a) vagante in zona Alpi; b) da appostamento fisso; c) nell'insieme delle altre forme di attività venatoria consentite dalla legge e praticate nel rimanente territorio destinato all'attività venatoria programmata. Il comma 12 del medesimo articolo prevede che l'esercizio dell'attività venatoria è consentito previo rilascio di un apposito tesserino da parte della regione di appartenenza, dove sono indicate le forme in cui la caccia è esercitata; nel caso in cui la caccia è esercitata in regioni diverse da quelle di residenza, è necessario che a cura di quest'ultima vengano apposte le sopraindicate indicazioni sul tesserino
L'articolo 14 della medesima legge prevede che, sulla base di quanto previsto dalla normativa regionale, ogni cacciatore, presentando domanda all'amministrazione competente, può accedere ad un ambito territoriale di caccia o ad un comprensorio alpino nella regione in cui risiede e può avere accesso ad altri ambiti o ad altri comprensori compresi in una diversa regione, previa accettazione degli organi di gestione (comma 5). Prevede inoltre che le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano la pianificazione faunistico-venatoria, la suddivisione territoriale, la determinazione della densità venatoria nonché la regolamentazione per l'esercizio di caccia nel territorio di competenza (comma 17).
Il testo del provvedimento approvato dal Senato stabilisce che le disposizioni recate dai commi 5 e 12 dell'articolo 12 della legge n. 157 si interpretano nel senso che la scelta tra le diverse modalità di caccia previste dal comma 5 si esercita fatto salvo quanto previsto dalle leggi delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, secondo quanto previsto dai commi 5 e 17 dell'articolo 14 della medesima legge.
La necessità di una norma di interpretazione autentica nasce da una vicenda che ha interessato taluni cacciatori trentini che sono stati multati per aver esercitato la caccia in comprensori diversi dall'arco alpino di appartenenza, violando, secondo gli organi di vigilanza della riserva, il comma 5 dell'articolo 12, secondo il quale la scelta in ordine alle tre diverse tipologie di caccia deve ritenersi esclusiva e non può permettere, soprattutto nei territori costituiti esclusivamente dall'arco alpino, l'esercizio della caccia in ambiti

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territoriali diversi. È stato, al riguardo, rilevato tuttavia che tale interpretazione risulterebbe in contrasto con quanto previsto dai commi 5 e 17 dell'articolo 14 della medesima legge che prevedono, rispettivamente, la possibilità di esercitare l'attività venatoria anche fuori dagli ambiti territoriali della regione di residenza e la competenza delle regioni a statuto speciale per la disciplina degli aspetti in esame. Per risolvere tale contraddizione, il Senato ha ritenuto di prevedere l'interpretazione autentica delle norme in questione.

Paolo RUSSO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.10.

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 18 gennaio 2012.

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare.
C. 2744 Cenni, C. 3780 Beccalossi e C. 4309 Callegari.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13.10 alle 13.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.15 alle 13.20.

AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 18 gennaio 2012.

Audizione dell'assessore all'agricoltura della regione Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, su questioni concernenti la filiera ortofrutticola.

L'audizione informale è stata svolta dalle 13.20 alle 13.35.