CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 novembre 2011
558.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 9 novembre 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.10 alle 14.15.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 9 novembre 2011. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 14.15.

Autorizzazione all'affondamento sperimentale di una nave radiata dai ruoli del naviglio militare e relative attività di monitoraggio.
Testo unificato C. 3626 Chiappori e C. 3943 Di Stanislao.
(Parere alla IV Commissione).
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del testo unificato in oggetto, rinviato nella seduta dell'8 novembre 2011.

Nunziante CONSIGLIO (LNP), relatore, valutata l'opportunità di tenere conto del

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dibattito in corso presso la Commissione di merito e presso le altre Commissioni chiamate ad esprimersi in sede consultiva, riterrebbe opportuno, al fine di operare una valutazione più compiuta, rinviare alla prossima settimana l'espressione del parere.

Enrico FARINONE (PD) condivide le esigenze di approfondimento avanzate dal relatore.

Mario PESCANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 9 novembre 2011. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE, indi del vicepresidente Enrico FARINONE.

La seduta comincia alle 14.20.

Libro verde sul gioco d'azzardo on-line nel mercato interno.
COM(2011)128 def.

(Parere alla VI Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione prosegue l'esame dell'atto in oggetto, rinviato nella seduta dell'8 novembre 2011.

Sandro GOZI (PD) ribadisce quanto già evidenziato nella seduta di ieri in ordine al rilievo dell'atto in esame e alla necessità di intervenire, in questa fase di formazione delle politiche europee, a tutela degli interessi dell'Italia.
Si sofferma quindi su alcune questioni che dovrebbero essere evidenziate nel parere che la XIV Commissione è chiamata ad esprimere.
Ritiene, in via generale, che occorre tenere conto degli obiettivi, di interesse generale per l'Unione europea, della lotta al riciclaggio e dell'imposizione sul valore aggiunto con riferimento alle attività svolte attraverso i giochi d'azzardo on-line. Benché, infatti, al settore non si applichi la «direttiva servizi», appare difficile, nella logica del mercato interno, mantenere le posizioni di monopolio che permangono in alcuni Paesi dell'Unione, né - d'altro canto - possono essere sostenute posizioni di assoluta libertà di esercizio, come quelle assunte dal regno Unito.
Occorre dunque, nel parere, richiamare innanzitutto la questione del mutuo riconoscimento dei titoli autorizzatori o concessori rilasciati in materia dai diversi Stati membri, chiarendo se si debba o meno applicare tale principio. A suo avviso non si tratta di un principio che può essere applicato automaticamente, come avviene per la libera circolazione delle merci; bisogna invece consentire agli Stati membri di operare un controllo sugli operatori e di introdurre regole volte a limitare il tipo e il volume dei giochi. Neppure, tuttavia, si può pensare di mantenere un sistema di doppie licenze, che imponga ad un operatore che ha ottenuto la licenza in uno Stato membro di ripetere integralmente le procedure di concessione ove intenda operare in un altro Stato. Si tratterebbe di un aggravio burocratico inutile, peraltro contrario al principio del libero mercato. Si deve piuttosto ricorrere a procedure semplificate di rilascio delle licenze per quegli operatori che hanno già ottenuto la licenza in un altro Stato membro. Naturalmente si tratta di indicare con chiarezza se e quali ulteriori limiti si intendano fissare per l'ingresso nel mercato italiano di operatori stranieri.
È necessario, in secondo luogo, definire entro quali limiti sia possibile scommettere sul mercato sportivo italiano; non ritiene infatti normale che non vi sia alcuna corresponsione connessa con gli avvenimenti sportivi su cui si basa il gioco d'azzardo; un giusto compenso all'autorità sportiva di riferimento consentirebbe di scongiurare forme di «parassitismo» e

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distorsioni del mercato sotto il profilo della distribuzione dei proventi del gioco.
Un ulteriore aspetto di grande importanza è la tutela dei minori dal gioco d'azzardo on-line, rispetto al quale occorre individuare misure minime, che prevedano - tra l'altro - sanzioni per gli operatori che non rispettano le disposizioni individuate.
Vi è poi la questione delle cosiddette black list, nelle quali collocare determinati operatori del settore. Anche in questo caso occorre mettere a punto un sistema di monitoraggio e sanzionatorio, realizzabile solo a livello europeo.
Per le motivazioni esposte, ritiene necessario in materia che, al Libro verde, faccia seguito un intervento legislativo - nella forma della direttiva o del regolamento - a livello comunitario.

Mario PESCANTE, presidente, richiama alcune delle questioni sollevate dall'onorevole Gozi, che interessano particolarmente il mondo dello sport, e che condivide. Sottolinea come vi sia in questo settore un intreccio complesso di interessi, che coinvolge non solo le federazioni sportive nazionali, ma anche quelle internazionali. Né appare che delle esigenze del mondo sportivo - pure in più occasioni rappresentate a livello europeo - sia stato adeguatamente tenuto conto nella predisposizione del Libro verde. Rileva come, nella prima condizione, al penultimo capoverso, si faccia impropriamente riferimento al «giusto compenso a favore degli avvenimenti sportivi su cui si basa il gioco d'azzardo»: il compenso non può certo essere corrisposto agli avvenimento sportivi, ma eventualmente alle federazioni o comunque agli organizzatori degli eventi medesimi.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni (vedi allegato 1), precisando di essersi prevalentemente concentrato sulle questioni di natura giuridica e tecnica recate dal Libro verde, ritenendo che gli altri aspetti possano trovare adeguata risposta da parte della Commissione di merito e del Governo. Rileva come le questioni sollevate dall'onorevole Gozi sono tutte contenute nella bozza di parere.

Marco MAGGIONI (LNP) evidenzia l'importanza dei temi in esame, che meritano di essere affrontati in modo netto, soprattutto con riferimento al profilo della tutela dei consumatori, di prioritaria importanza. Rileva che la difficile congiuntura economica sospinge fasce sempre più ingenti di popolazione ad affidare il proprio futuro economico ai giochi d'azzardo.
Preso atto del parere formulato dal relatore, che condivide, riterrebbe quindi opportuno trasformare in condizione l'osservazione di cui al punto a), riguardante la predisposizione di black list nazionali degli operatori di gioco non autorizzati al fine di adottare misure coordinate, quali ad esempio il blocco dei siti e dei pagamenti, per garantire una maggiore protezione dei consumatori.

Enrico FARINONE (PD) sottolinea a sua volta la delicatezza del tema trattato, che coinvolge la vita delle persone e che ha notevole impatto non solo sui minori ma sui giovani in generale. Ritiene dunque che occorra insistere con particolare forza, nel parere che la Commissione si appresta ad approvare, sul tema della tutela dei consumatori e sui fenomeni di ludopatia, di grande rilevanza sociale.

Sandro GOZI (PD) si appella alla esperienza e competenza del Presidente Pescante, al fine di individuare le forme nelle quali si possano, nella proposta di parere, rafforzare le parti relative alle scommesse sugli eventi sportivi.
Ritiene poi, nel momento in cui si esclude il principio del mutuo riconoscimento delle licenze, che occorra mantenere una posizione equilibrata, peraltro più efficace a livello europeo, trasformando in condizione l'osservazione di cui al punto b) relativa a procedure di rilascio delle licenze semplificate per quegli operatori che hanno già ottenuto la licenza in un altro Stato membro.

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Gaetano PORCINO (IdV) deve rilevare come in materia di gioco d'azzardo viga un atteggiamento schizofrenico all'interno dei singoli Stati. In Italia, ad esempio, sono vietate le case da gioco, salvo le quattro eccezioni di Sanremo, Campione d'Italia, Venezia e Saint Vincent - che pure recano proventi per i comuni nei quali sono collocate e presso le quali i giocatori vengono identificati con certezza - mentre per i giochi d'azzardo online vi è un bombardamento mediatico quotidiano a favore della Sisal e di Lottomatica, che invita i cittadini a giocare. Ritiene dunque che l'atto in esame meriti adeguato approfondimento.
Rileva quindi che, nella proposta di parere, si inserisce tra le condizioni quella che siano promossi programmi educativi e campagne di informazione al fine di rafforzare il controllo del rispetto della normativa e prevenire le partite truccate. Si tratta di una indicazione che non appare congrua, come se per si potessero prevenire partite truccate con sole campagne educative!

Mario PESCANTE, presidente, si associa alla considerazione da ultimo svolta dal collega Porcino e rileva inoltre che nella condizione di cui al punto 2) si richiamano misure comuni a livello europeo per perseguire le frodi sportive, senza tenere conto del fatto che sono già le federazioni sportive ad avere poteri in tal senso e che occorre pertanto tenere conto di tali competenze.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, condivide gli interventi svolti dai colleghi, ritenendo tuttavia opportuno che la Commissione si attenga agli aspetti tecnico giuridici del documento in esame.
Ritiene peraltro condivisibili le proposte avanzate dai colleghi Maggioni e Gozi di trasformare in condizioni, rispettivamente, le osservazioni di cui ai punti a) e b).

Enrico FARINONE (PD) riterrebbe altresì opportuno prevedere, nella proposta di parere, un divieto assoluto in Europa di partecipazione ai giochi d'azzardo on-line di minori e di categorie a rischio.

Mario PESCANTE, presidente, al fine di consentire al relatore una riformulazione della proposta di parere che possa tenere conto delle indicazioni emerse nel corso del dibattito, propone di sospendere brevemente la seduta.

La Commissione concorda.

La seduta, sospesa alle 14.50, è ripresa alle 15.20.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, tenuto conto del dibattito svoltosi, formula una nuova proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 2).

Gaetano PORCINO (IdV) ringrazia il relatore per il lavoro svolto, che ha portato senz'altro ad un miglioramento del testo del parere, anche se permangono le perplessità di ordine generale che ha già espresso. Prende tuttavia atto del fatto che ci si è attenuti alle competenze della XIV Commissione.
Esprime alcuni dubbi sulla previsione - prima formulata sotto forma di osservazione ed ora contenuta nella prima condizione - di procedure di rilascio delle licenze semplificate per quegli operatori che hanno già ottenuto la licenza in un altro Stato membro. Si chiede se non si tratti una indicazione che possa risultare controproducente, poiché consentirebbe un accesso facilitato al mercato italiano di operatori che hanno ottenuto la licenza in Stati membri, come ad esempio l'Inghilterra, nei quali il rilascio delle licenze è particolarmente disinvolto.

Marco MAGGIONI (LNP) ritiene che sia necessario assumere una posizione chiara rispetto al gioco d'azzardo, ossia stabilire se questo debba essere o meno incentivato. Poiché appare condivisa la scelta di non incentivare tale forma di gioco, risulta allora contraddittoria la posizione volta a prevedere procedure di rilascio semplificate. Riterrebbe preferibile espungere dal

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testo del parere tale indicazione, o quantomeno restituirle la forma di osservazione che aveva nella prima formulazione del parere.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, ferma restando la condivisione di massima delle osservazioni dei colleghi, ritiene opportuno procedere con cautela rispetto al tema della disincentivazione del gioco d'azzardo, ritenendo assai complesso disincentivare un fenomeno poco controllato e controllabile rispetto al quale si rischia, al contrario di favorire lo sviluppo di siti illegali. Richiama infatti una ricerca svolta nel 2008, che testimoniava che dei 14.823 siti europei di gioco d'azzardo on-line più dell'85 per cento era gestito senza licenza. Resta pertanto indispensabile porre limiti rigorosi, volti a tutelare le categorie più deboli ed esposte.
Con riferimento quindi alle procedure di rilascio semplificate previste per gli operatori che hanno già ottenuto una licenza in uno Stato membro, ricorda come la trasformazione di tale indicazione in condizione era stata chiesta dall'onorevole Gozi e deve essere intesa come una semplificazione burocratica applicabile unicamente qualora le condizioni di partenza per il rilascio della licenza siano le medesime negli Stati membri coinvolti.

Gaetano PORCINO (IdV) si dichiara contrario in via generale al sistema dei giochi d'azzardo, siano essi on-line o meno, congegnati per limitare statisticamente le possibilità di vincita dei giocatori e che si configurano quindi come delle vere e proprie truffe, legalizzate, a danno dei cittadini.

Enrico FARINONE, presidente, ritiene opportuno che il parere che la XIV Commissione si accinge ad approvare rechi finalità incisive e condivise, prevedendo un approccio unitario, a livello europeo, al fenomeno del gioco d'azzardo on-line. Benché, personalmente, condividendo la posizione assunta dal collega Porcino, si dichiari favorevole ad una netta disincentivazione di tale forma di gioco, ritiene che la proposta di parere del relatore rechi comunque un messaggio importante e sia un buon punto di equilibrio, anche rispetto alle competenze della Commissione.
Preannuncia, pertanto, il voto favorevole del gruppo del PD sulla proposta di parere formulata.

Marco MAGGIONI (LNP) ritiene che la nuova formulazione del parere soddisfi in larga parte le esigenze emerse nel corso del dibattito odierno. Preannuncia pertanto il voto favorevole del suo gruppo, benché mantenga alcuni dubbi in ordine al terzo capoverso della condizione 1), riguardante le procedure semplificate di rilascio delle licenze.

Gaetano PORCINO (IdV) esprime a sua volta il voto favorevole del gruppo dell'IdV, pur permanendo le perplessità espresse nel corso del dibattito.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la nuova proposta di parere con condizioni formulata dal relatore.

La seduta termina alle 15.40.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 9 novembre 2011. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 14.50.

Schema di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11, recante attuazione della direttiva 2007/64/CE relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, recante modifica delle direttive 97/7/C, 2002/65/CE, 2005/60/CE e 2006/48/CE, che abroga la direttiva 97/5/CE.
Atto n. 406.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del

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giorno, rinviato nella seduta dell'8 novembre 2011.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.55.

COMITATO PERMANENTE PER L'ESAME DEI PROGETTI DI ATTI DELL'UE

Mercoledì 9 novembre 2011. - Presidenza del presidente Sandro GOZI.

La seduta comincia alle 14.55.

Comunicazioni del Presidente.

Sandro GOZI, presidente, richiama gli atti segnalati nella seduta del Comitato svoltasi nella giornata di ieri, meritevoli di esame.
Si tratta, ai fini della valutazione di sussidiarietà, della proposta di direttiva concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie (COM(2011)594).
Ai fini dell'esame ex articolo 127 del Regolamento, propone, invece, la medesima proposta di direttiva, le diverse proposte di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relative alla nuova politica di coesione (COM(2011)615 definitivo; COM(2011)611 definitivo; COM(2011)611 definitivo; COM(2011)614 definitivo; COM(2011)607 definitivo; COM(2011)610 definitivo), le le proposte di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relative alla politica agricola comune (COM(2011)625 definitivo; COM(2011)626 definitivo; COM(2011)627 definitivo; COM(2011)628 definitivo; COM(2011)629 definitivo; COM(2011)630 definitivo; COM(2011)631 definitivo), le due comunicazioni della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio relative ai nuovi strumenti di finanziamento di azioni promosse dall'UE, «Un quadro per la prossima generazione di strumenti finanziari innovativi: le piattaforme UE di capitale e di debito» (COM(2011)662 definitivo) e «Una fase pilota per l'iniziativa Prestiti obbligazionari Europa 2020 per il finanziamento di progetti» (COM(2011)660 definitivo), la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione n. 1639/2006/CE che istituisce un programma quadro per la competitività e l'innovazione (2007-2013) e il regolamento (CE) n. 680/2007 che stabilisce i princìpi generali per la concessione di un contributo finanziario della Comunità nel settore delle reti transeuropee dei trasporti e dell'energia (COM(2011)659 definitivo), la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) (COM(2011)650 definitivo), la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a un programma dell'Unione europea per il cambiamento e l'innovazione sociale (COM(2011)609 definitivo); la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee che abroga la decisione n. 1364/2006/CE (COM(2011)658).

Enrico FARINONE (PD) condivide la proposta del Presidente Gozi, sottolineando l'urgenza di esaminare la proposta di direttiva concernente un sistema comune di imposta sulle transazioni finanziarie.

Nicola FORMICHELLA (PdL) condivide anch'egli la proposta del Presidente Gozi, sottolineando la necessità di destinare particolare attenzione agli atti normativi relativi alla politica di coesione.

Sandro GOZI, presidente, propone quindi di sottoporre all'ufficio di presidenza

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della XIV Commissione la proposta di avviare l'esame dei richiamati atti.

Il Comitato concorda.

La seduta termina alle 15.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 9 novembre 2011. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 18.35.

Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale.
C. 4250 cost. Cambursano e abb.

(Parere alle Commissioni I e V).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, illustra i contenuti del provvedimento, ricordando che esso rientra in un processo assai significativo di convergenza dei diversi ordinamenti costituzionali dei paesi dell'Unione europea in materia di bilancio.
Infatti, le disposizioni vigenti dei Trattati in materia di Unione economica e monetaria e il Protocollo sui disavanzi eccessivi non stabiliscono espressamente l'obbligo di introdurre negli ordinamenti nazionali regole, costituzionali o legislative, volte ad assicurare il rispetto dei valori di riferimento relativi al disavanzo e al debito fissati a livello europeo. L'introduzione in ciascun ordinamento nazionale di regole volte ad assicurare il rispetto dei parametri fissati dall'Unione europea è invece prevista:
dalla direttiva sui quadri nazionali di bilancio, approvata in via definitiva dal Consiglio dell'Ue, il 4 ottobre 2011, unitamente alle proposte di modifica del Patto di stabilità e di sorveglianza degli squilibri macroeconomici, ed in corso di pubblicazione nella G.U dell'UE;
dal Patto europlus, adottato dai Capi di Stato e di governo dell'area euro l'11 marzo 2011.

Ricordo che la direttiva sui quadri di bilancio nazionali stabilisce regole minime comuni atte a garantire una disciplina uniforme di bilancio negli Stati membri.
In particolare, l'articolo 5 della direttiva impone agli Stati membri di dotarsi di regole di bilancio numeriche che promuovano effettivamente l'osservanza dei rispettivi obblighi derivanti dal Trattato nel settore della politica di bilancio. Tali regole includono: a) il rispetto dei valori di riferimento relativi al disavanzo e al debito fissati conformemente al Trattato; b) l'adozione di un orizzonte di programmazione di bilancio pluriennale, che comprende il rispetto degli obiettivi di bilancio a medio termine.
In base all'articolo 6 della direttiva, le regole di bilancio numeriche devono specificare i seguenti elementi: a) la definizione degli obiettivi e l'ambito di applicazione delle regole; b) il controllo effettivo e tempestivo dell'osservanza delle regole, ad esempio da parte di uffici o istituzioni di bilancio nazionali indipendenti operanti nel settore della politica di bilancio; c) le conseguenze in caso di mancata osservanza; d) le clausole di salvaguardia che prevedono un numero limitato di circostanze specifiche in cui è consentito non rispettare temporaneamente la regola.
Il termine di recepimento della direttiva è fissato al 31 dicembre 2013.
I Capi di stato e di Governo dei Paesi dell'Eurozona, nel corso della riunione del 21 luglio 2011, hanno peraltro espresso l'impegno a recepire la direttiva, una volta approvata, entro la fine del 2012.
Il Patto euro plus, invece, è stato approvato dal Capi di Stato e di governo della zona euro nella riunione dell'11 marzo 2011 e avallato dal Consiglio europeo del 24-25 marzo; hanno aderito al Patto - che resta aperto ad altri Stati membri - anche Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania.
Il Patto - che non ha natura giuridicamente vincolante - impegna gli Stati

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partecipanti ad adottare - in aggiunta a quanto previsto dalla legislazione europea in materia di governance economica - ulteriori misure necessarie per realizzare quattro obiettivi: concorrere ulteriormente alla sostenibilità delle finanze pubbliche; promuovere la competitività; stimolare l'occupazione; rafforzare la stabilità finanziaria. Specifico rilievo viene inoltre attribuito al coordinamento delle politiche fiscali.
Nell'ambito delle misure volte a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche, il Patto impegna gli Stati aderenti a recepire nella legislazione nazionale le regole di bilancio dell'UE fissate nel patto di stabilità e crescita.
Gli Stati membri hanno facoltà di scegliere lo specifico strumento giuridico nazionale cui ricorrere, purché esso abbia natura vincolante e sostenibile sufficientemente forte (ad esempio costituzione o normativa quadro).
Anche l'esatta forma della regola è demandata ciascun paese (il Patto indica a titolo di esempio la forma del «freno all'indebitamento» o di una regola collegata al saldo primario o regola di spesa), purché sia garantita la disciplina di bilancio a livello sia nazionale che subnazionale.
Il Patto precisa che la Commissione avrà la possibilità, nel pieno rispetto delle prerogative dei parlamenti nazionali, di essere consultata in merito alla precisa regola di bilancio prima dell'adozione in modo da assicurare che sia «compatibile e sinergica» con le regole dell'UE.
Ricorda altresì la dichiarazione approvata dal Vertice dei Capi di stato e di Governo dell'area euro del 26 ottobre 2011, dedicato alle misure per combattere gli effetti della crisi economica e finanziaria, ha «elogiato» l'obiettivo dell'Italia di introdurre nella Costituzione una norma in materia di pareggio di bilancio entro la metà del 2012. Tale obiettivo era stato indicato in una lettera trasmessa, secondo fonti informali, prima del medesimo vertice, dal Presidente del Consiglio ai Presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea.
Nella lettera, sempre secondo fonti informali, si descrive la situazione economico-finanziaria italiana e si illustrano le misure che il Governo italiano intende assumere per assicurare una finanza pubblica sostenibile e per creare condizioni strutturali favorevoli alla crescita.
In questo quadro, sottolinea che alcuni Stati si sono attivati insieme all'Italia per introdurre nelle proprie Costituzioni, con varie modalità, il principio del pareggio di bilancio.
La prima a muoversi, prima delle decisioni delle istituzioni europee è stata la Germania, che ha anzi poi sollecitato le istituzioni dell'Unione e gli Stati partner a muoversi in tal senso.
In Germania la seconda riforma del federalismo del 29 luglio 2009, inserendo il nuovo comma 3 all'interno dell' articolo 109 della Legge fondamentale, ha imposto come regola generale, sia alla Federazione sia ai Länder, il pareggio del bilancio senza ricorrere al prestito. Le nuove disposizioni costituzionali stabiliscono infatti che, per rispettare i criteri fissati a livello comunitario, il bilancio della Federazione e dei Länder debba essere in equilibrio, con un ricorso all'indebitamento pubblico - consentito solo alla Federazione e non ai Länder - per un massimo dello 0,35 per cento del PIL, cui si può derogare solo in caso di calamità naturali o in situazioni eccezionali di emergenza.
In Spagna il 27 settembre 2011 è stata definitivamente varata la riforma dell' articolo 135 della Costituzione, che introduce il principio della stabilità di bilancio. Tale riforma prevede che tutte le amministrazioni pubbliche si adeguino al suddetto principio e che lo Stato e le Comunità autonome non possano incorrere in un deficit strutturale che superi i margini stabiliti dall'Unione europea. Una legge organica, che dovrà essere approvata entro il 30 giugno 2012, fisserà il limite massimo del deficit strutturale dello Stato e delle Comunità autonome secondo il rispettivo prodotto interno lordo.
In Francia la riforma dell' articolo 34 della Costituzione che introduce nell'ordinamento interno la «regola d'oro» del

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pareggio di bilancio, non è ancora legge dello Stato. Il testo, infatti, pur essendo stato approvato da entrambi i rami del Parlamento il 13 luglio 2011, necessita di una definitiva delibera a Camere riunite da parte dei 3/5 dei votanti e l'esito finale, almeno al momento, appare tutt'altro che scontato, considerata la netta contrarietà alla riforma espressa dai partiti di opposizione. A differenza delle modifiche ai testi costituzionali apportate in Germania (luglio 2009) e in Spagna (settembre 2011), il progetto francese non introduce espressamente il principio del pareggio di bilancio, ma istituisce una nuova categoria di leggi, le «leggi-quadro d'equilibrio delle finanze pubbliche (LCEFP)», che sostituiranno le attuali leggi di programmazione delle finanze pubbliche e dovranno determinare lo sforzo da imporre, su un periodo di tre anni, per un ritorno all'equilibrio dei conti pubblici, nonché per il successivo mantenimento di un equilibrio di bilancio duraturo.
Richiamato il contesto, passa all'esame del testo del provvedimento.
L'articolo 1 del provvedimento in esame sostituisce interamente l'articolo 81 della Costituzione che detta regole sulla finanza pubblica e sulla formazione del bilancio, le quali - con l'articolo 119 per quanto riguarda regioni, province e comuni, nonché con altre disposizioni costituzionali quali quelle contenute negli artt. 41, 43 e 45 - concorrono a definire la disciplina costituzionale dei rapporti economici.
Il primo comma dell'articolo 81, come riformulato dal progetto di legge in esame, pone un obbligo per il bilancio dello Stato di rispettare «l'equilibrio delle entrate e delle spese».
Il secondo comma precisa che l'equilibrio di bilancio è assicurato tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Viene inoltre disposto il divieto di «ricorrere all'indebitamento» ed enunciando successivamente una disposizione derogatoria del predetto divieto, in presenza di eventi eccezionali o di una grave recessione economica che non possano essere affrontati con le ordinarie decisioni di bilancio. Il ricorso all'indebitamento deve essere autorizzato con deliberazioni conformi delle due Camere, adottate a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
Si precisa inoltre che nelle fasi avverse del ciclo economico o al verificarsi di eventi eccezionali lo Stato concorra al finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m)), nonché della legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane (di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera p)). Finalità della disposizione appare quella di garantire, in fasi estremamente avverse del ciclo economico, il sostegno finanziario dello Stato agli enti territoriali.
Il terzo comma dell'articolo 81 Cost., nel nuovo testo proposto, riproduce con limitate modifiche le previsioni attualmente riportate al quarto comma del medesimo articolo, relative all'obbligo di copertura finanziaria delle leggi. In particolare il nuovo testo: si riferisce ad «ogni legge» e non ad ogni «altra» legge come previsto dal vigente testo, ove il riferimento alle altre leggi va colto in relazione a quelle di bilancio; dispone che ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri finanziari provveda ai mezzi per farvi fronte, anziché indicare i mezzi stessi.
Il quarto comma dell'articolo 1, al primo periodo, riproduce, nella sostanza, il primo comma del vigente articolo 81 della Costituzione, stabilendo che «le Camere approvano ogni anno con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo».
La norma conferma pertanto la disciplina dei rapporti costituzionali fra Governo e Parlamento e le loro relative attribuzioni in ordine alla decisione di bilancio, ribadendo, inoltre, i principi della annualità del bilancio e della sua decisione parlamentare, dell'obbligo di rendicontazione, della unità ed unitarietà del bilancio, nonché il principio della esclusività della competenza del Governo

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in relazione alla predisposizione ed alla presentazione alle Camere del disegno di legge di bilancio.
Il quinto comma riproduce il secondo comma del vigente articolo 81, che ha costituzionalizzato l'istituto dell'esercizio provvisorio del bilancio, disponendo che esso «non può essere concesso se non per legge e periodi non superiori complessivamente a quattro mesi».
Il sesto comma demanda alla legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera la definizione del contenuto proprio della legge di approvazione del bilancio, i princìpi ed i criteri con i quali si intende assicurare l'equilibrio dei bilanci delle pubbliche amministrazioni.
L'articolo 2 modifica l'articolo 100 della Costituzione, integrando le competenze della Corte dei conti e precisando che la legge costituzionale in materia di disciplina dei giudizi di legittimità costituzionale di cui all'articolo 137 dovrà anche stabilire le modalità con le quali la Corte dei conti può promuovere il giudizio di legittimità costituzionale per violazione dell'obbligo di copertura finanziaria di cui al terzo comma dell'articolo 81, come sostituito dal provvedimento.
L'articolo 3 inserisce tra le competenze esclusive dello Stato di cui all'articolo 117 secondo comma della Costituzione la «stabilizzazione del ciclo economico e l'armonizzazione dei bilanci pubblici». Conseguentemente la materia dell'«armonizzazione dei bilanci pubblici» è soppressa dall'ambito delle materie di legislazione concorrente di cui all'articolo 117 terzo comma della Costituzione.
L'articolo 4 del provvedimento in esame interviene in materia di finanza delle amministrazioni locali, modificando il primo e il sesto comma dell'articolo 119 della Costituzione.
La modifica al primo comma è volta a ribadire che l'autonomia finanziaria degli enti territoriali diversi dallo Stato è subordinata al rispetto della regola generale di pareggio del bilancio enunciata per il complesso delle pubbliche amministrazioni.
La modifica al sesto comma integra la disposizione già vigente applicabile agli enti territoriali, in base alla quale può essere consentito al singolo ente il ricorso all'indebitamento, esclusivamente per finanziare spese di investimento, ma secondo precise modalità e nel rispetto di alcuni vincoli. In particolare, si precisa che il ricorso all'indebitamento è subordinato alla contestuale definizione di piani di ammortamento.
Viene infine aggiunto un ultimo comma all'articolo 119 Cost. nel quale si stabilisce che la legge di bilancio deve indicare le modalità in base alle quali i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le regioni concorrono all'adempimento dei vincoli economici indicati dall'unione europea ed alla riduzione del debito pubblico.
L'articolo 5 indica nel 30 giugno 2013 il termine ultimo per l'approvazione della legge di bilancio prevista dal sesto comma del nuovo articolo 81 introdotto dall'articolo 1 del provvedimento in esame (quella che prevede la definizione del contenuto proprio della legge di approvazione del bilancio, i princìpi ed i criteri con i quali si intende assicurare l'equilibrio dei bilanci delle pubbliche amministrazioni), mentre le nuove disposizioni saranno applicate a decorrere dall'esercizio finanziario relativo all'anno 2014.
Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

Sandro GOZI (PD) sottolinea innanzitutto la condivisione da parte del gruppo del PD del provvedimento, che copre e riforma, oltre all'articolo 81, anche l'articolo 117 della Costituzione, vincolando le regioni e gli enti locali al pareggio di bilancio. Si tratta di un segnale importantissimo che il Paese dà sia ai partner europei che ai mercati, coerentemente con gli orientamenti fissati a livello comunitario.
Deve tuttavia sottolineare come il provvedimento offra un esempio del problema democratico crescente, al quale si assiste in Italia ed in Europa.
Si deve infatti registrare, in primo luogo a livello europeo, una deriva che

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tende a mescolare le competenze esclusive degli Stati membri e le competenze dell'Unione, con un metodo che si potrebbe definire «metodo Merkel», che affronta mettendo sullo stesso piano e con le medesime modalità temi di competenza esclusiva nazionale quale la riforma delle pensioni e temi invece di competenza dell'Unione come la liberalizzazione dei servizi e delle professioni.
Vi è poi un problema di controllo democratico della politica europea dell'Italia. Innanzitutto occorre chiarire che il patto Europlus presentato come una richiesta dell'Unione europea, è invece un vincolo assunto liberamente dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell'economia. Quanto alla norma costituzionale sul pareggio del bilancio - che, ribadisce, registra la piena condivisione da parte del suo gruppo, in quanto va nella giusta direzione della costruzione di una più ampia governante economica europea - è stata preannunciata dal Presidente del Consiglio in una lettera trasmessa ai Presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea, secondo fonti informali, prima del vertice del 26 ottobre 2011, senza che vi fosse alcuna informazione in merito né coinvolgimento del Parlamento. Si tratta di un problema di metodo che potrà, a suo parere, ritorcersi contro l'Italia, laddove si continui a prendere decisioni senza l'opportuno coinvolgimento del Parlamento europeo e del Parlamento nazionale.

Marco MAGGIONI (LNP) osserva come quello dell'introduzione del principio del pareggio di bilancio in Costituzione sia un passaggio molto impegnativo, anche tenuto conto della situazione dell'Italia e del suo livello di indebitamento rispetto al PIL. L'azzeramento del deficit consentirà di mantenere sotto controllo il debito pubblico e di porre rimedio ad una situazione che il Paese eredita dai governi passati, laddove l'attuale Esecutivo ha invece operato opportunamente. Esprime quindi un giudizio particolarmente positivo sul provvedimento in esame.

Enrico FARINONE (PD) condivide le osservazioni svolte dall'onorevole Gozi. A fronte della necessità di costruire un'Europa più solida, condivisa da tutti, il Governo italiano non si è sempre mosso con la necessaria consapevolezza e determinazione, anche per le spinte in tal senso contrastanti al suo interno. Rileva inoltre come l'Europa attuale, l'Europa dei due governi, rischi di creare un distacco ancora maggiore dai cittadini. Ritiene che si tratti di un tema di fondo sul quale i Parlamenti dovranno riflettere, al fine di garantire un maggiore coinvolgimento dei Parlamenti medesimi, europeo e nazionali, e non solo dei capi di Governo.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, ricorda che la Germania ha introdotto nella propria Legge fondamentale il principio del pareggio di bilancio già con la riforma del federalismo del luglio 2009. È utile che ogni Paese dell'Unione assuma con propria iniziativa comportamenti e azioni proficui per la coesione europea; è motivo di dispiacere che l'Italia raggiunga il risultato sotto la pressione di altri Stati.

Nicola FORMICHELLA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Marco MAGGIONI (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Antonio RAZZI (PT) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 19.10.