CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 29 settembre 2011
540.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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COMITATO DEI NOVE

Giovedì 29 settembre 2011.

Modifica all'articolo 48 della legge 20 maggio 1985, n. 222, concernente la ripartizione della quota dell'otto per mille del gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale.
C. 3261 e abb.-A.

Il Comitato si è riunito dalle 9.05 alle 9.10 e dalle 10.20 e alle 10.30.

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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Giovedì 29 settembre 2011. - Presidenza del vicepresidente Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, indi del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.20.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-05419 Polledri e Bitonci: Iniziative volte ad attribuire al Ministro dell'economia e delle finanze un potere di opposizione successiva rispetto a operazioni aventi ad oggetto società operanti in settori di rilievo strategico.

Massimo POLLEDRI (LNP) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Massimo POLLEDRI (LNP), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta, ricordando come l'articolo 7 del decreto-legge n. 34 del 201, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 75 del 2011, abbia attribuito alla Cassa depositi e prestiti S.p.a. (CDP) la competenza in materia di assunzione delle partecipazioni in «società di rilevante interesse nazionale in termini di strategicità del settore di operatività, di livelli occupazionali, di entità di fatturato ovvero di ricadute per il sistema economico-produttivo del Paese, e che risultino in una stabile situazione di equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico e siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività» e come il medesimo articolo abbia altresì demandato ad un decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze la qualificazione delle società di interesse nazionale oggetto di possibile intervento da parte di CDP e la definizione dei relativi requisiti. Evidenzia che la Commissione, con la risoluzione a sua prima firma, n. 8-00138, approvata all'unanimità nella seduta del 21 luglio 2011, aveva impegnato il Governo a procedere all'emanazione di detto decreto e che il Governo aveva accolto tale impegno. Ricorda altresì che tale impegno era stato confermato con l'accoglimento dell'ordine del giorno 9/4612/14 relativo al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 138 del 2011, che impegnava il Governo a disciplinare un potere di opposizione successiva in relazione ad operazioni aventi ad oggetto società operanti in un settore strategico. Sottolinea come tali impegni siano stati accolti recentemente dal Governo e non possono essere considerati in contrasto con la normativa comunitaria e pertanto ribadisce di non condividere la risposta fornita dal rappresentante del Governo.

5-05420 Toccafondi e altri: Erogazione delle risorse destinate all'istruzione scolastica non statale ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge di stabilità 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che l'interrogazione in titolo è stata sottoscritta anche dall'onorevole Bitonci.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta all'interrogazione, osservando come un problema burocratico, relativo all'assegnazione delle risorse riferite alle province autonome di Trento e di Bolzano, stia

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impedendo l'erogazione delle risorse necessarie al funzionamento delle scuole paritarie. Nel ricordare, peraltro, come analoghi problemi si posero anche con riferimento all'erogazione delle risorse riferite al 2010, sottolinea come il mancato concerto del Ministero dell'economia e delle finanze esponga al rischio di chiusura molte scuole paritarie non statali, che in molte realtà territoriali sono le uniche a garantire il servizio scolastico.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.30.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 29 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.30.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al codice del processo amministrativo, di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104.
Atto n. 399.
(Rilievi alla II Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione - Rilievi).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Carlo NOLA (PT), relatore, illustra il contenuto dello schema di decreto legislativo in esame, recante disposizioni integrative e correttive al codice del processo amministrativo, di cui al decreto legislativo n. 104 del 2010, adottato ai sensi dell'articolo 44, comma 4, della legge n. 69 del 2009. Trattandosi di modifiche aventi carattere meramente ordinamentale, ritiene che esse non presentino profili di problematicità dal punto di vista finanziario. Sul punto ritiene comunque opportuna una conferma del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI rileva che il provvedimento non presenti profili problematici di carattere finanziario.

Maino MARCHI (PD) rileva come affermare che, da norme di carattere ordina mentale, non possano derivare oneri a carico della finanza pubblica sarebbe scorretto. Osserva infatti che anche misure di natura meramente organizzativa potrebbero essere idonee, modificando i processi di lavoro e le attività delle pubbliche amministrazioni, a determinare l'insorgenza di nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Chiede quindi di rivolgere anche a tali norme una adeguato grado di approfondimento.

Carlo NOLA (PT), relatore, sottolinea come, in linea con le affermazioni dell'onorevole Marchi, ritiene di formulare comunque un rilievo volto a prevedere un migliore coordinamento normativo tra il codice del processo amministrativo e talune modifiche alla legge n. 241 del 1990 di recente introdotte dal decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, al fine di evitare un aumento del contenzioso presso il giudice amministrativo che avrebbe risvolti sotto il profilo finanziario. Formula quindi la seguente proposta:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al codice del processo amministrativo, di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104 (atto n. 399);
rilevata l'assenza di coordinamento tra il codice del processo amministrativo e

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le modifiche di recente introdotte dall'articolo 6, comma 1, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, nella legge 14 settembre 2011, n. 148, all'articolo 19 della legge n. 241 del 1990, relative, in particolare, alla segnalazione certificata di inizio attività, denuncia e dichiarazione di inizio di attività;
considerato che, in assenza di tale coordinamento, il giudice amministrativo potrebbe consentire la proposizione di azioni giurisdizionali avverso le dichiarazioni di inizio di attività e le segnalazioni certificate di inizio attività, determinando l'aumento del contenzioso e l'aggravio del carico di lavoro in capo ai giudici, con prevedibili effetti finanziari negativi sul bilancio dello Stato;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, per cui:

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto legislativo e formula il seguente rilievo sulle sue conseguenze di carattere finanziario:
all'articolo 1, comma 1, introdurre le seguenti modifiche:
1) dopo la lettera f), aggiungere la seguente: f-bis) all'articolo 31, comma 1, dopo le parole: procedimento amministrativo sono aggiunte le seguenti: e negli altri casi previsti dalla legge;
2) sostituire la lettera ii) con la seguente: ii) alla lettera a), il numero 3) è sostituito dal seguente: 3) silenzio-assenso e provvedimenti adottati in sede di verifica di segnalazione certificata, denuncia e dichiarazione di inizio attività di cui all'articolo 19, comma 6-ter, della legge 7 agosto 1990, n. 241.».

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, osservando come i rilievi contenuti nel parere rispondano a criteri prudenziali, concorda con la proposta del relatore.

La Commissione approva la proposta del relatore.

La seduta termina alle 14.40.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 29 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.40.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005.
C. 4591 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 28 settembre 2011.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, in relazione ai chiarimenti richiesti dal relatore, fa presente che, per quanto concerne l'applicazione del trattamento più favorevole nel Paese ospitante, previsto dall'articolo 3 dell'Accordo, la disposizione non appare suscettibile di comportare effetti finanziari non previsti, poiché tale trattamento viene concesso in base alla normativa in vigore. Con riferimento all'articolo 4, in materia di cooperazione nel campo editoriale, conferma che per gli scambi vale il principio che le spese di soggiorno sono a carico della Parte ricevente, mentre quelle di viaggio sono a carico della Parte inviante. Precisa, inoltre, che le spese di assicurazione non vengono considerate, in quanto di importo irrilevante. Per quanto attiene all'articolo 6, in materia di cooperazione nel settore dell'archeologia, conferma l'assenza di effetti finanziari della disposizione, anche tenendo conto delle attività già svolte in tale settore a legislazione vigente, mentre in

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relazione all'articolo 7, in materia di scambio di informazioni nei settori dell'istruzione, della scienza e della cultura, assicura che le visite di personalità del settore dell'istruzione, della scienza, della cultura e dell'informazione avvengono con fondi privati e, pertanto, non necessitano di quantificazione e relativa copertura. Segnala, poi, che le disposizioni degli articoli 8 e 9 hanno carattere programmatico e verranno realizzate con le risorse che si renderanno disponibili a legislazione vigente. Con riferimento agli articoli 11 e 14, che recano ulteriori previsioni nel campo dell'istruzione, conferma la natura non onerosa delle attività ivi previste, osservando che le spese di assicurazione di cui all'articolo 15 non sono state calcolate in quanto di importo irrilevante. Evidenzia, poi, che gli oneri derivanti dagli articoli 20, 22, 23 e 24 non vengono considerati dalla relazione tecnica in quanto rientranti nell'ambito di attività di natura privata svolte secondo condizioni e modalità stabilite di volta in volta. Per quanto attiene alle disposizioni dell'articolo 25, in materia di cooperazione nel settore dell'emittenza radiotelevisiva, osserva che anche nel caso di specie non si rilevano effetti per la finanza pubblica, tenendo conto che i soggetti interessati dall'applicazione della disposizione non rientrano nel settore pubblico, trattandosi di operatori radiotelevisivi. Da ultimo, con riferimento agli oneri derivanti dalla Commissione mista di cui all'articolo 27, osserva che, in base all'attuale decreto per il calcolo della missione, per vitto e alloggio spetterebbero 65 euro, anziché i 68 considerati nella relazione tecnica e, pertanto, non ritiene necessario procedere a una nuova quantificazione e a una conseguente riformulazione della clausola di copertura.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, sulla base dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 4591 Governo, approvato dal Senato, recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, per cui:
l'attuazione delle disposizioni in materia di cooperazione tra istituzioni, associazioni e enti culturali, di cui all'articolo 3 dell'Accordo, non appare suscettibile di comportare effetti finanziari negativi a carico del bilancio dello Stato;
le spese di soggiorno derivanti dall'attuazione della cooperazione nel campo editoriale, di cui all'articolo 4 dell'Accordo, saranno a carico della Parte ricevente e quelle di viaggio saranno a carico della Parte inviante, mentre le spese di assicurazione non sono state quantificate nella relazione tecnica in considerazione dell'irrilevanza del loro importo;
le disposizioni in materia di cooperazione nel settore dell'archeologia, di visite di specialisti nel settore dell'istruzione, e di scambi di materiale scolastico, di cui, rispettivamente, agli articoli 6, 8 e 9 dell'Accordo, saranno realizzate nell'ambito delle risorse già disponibili a legislazione vigente;
le visite di personalità del settore dell'istruzione, della scienza, della cultura e dell'informazione, previste dall'articolo 7 dell'Accordo, saranno attuate utilizzando fondi privati e, quindi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
le disposizioni in materia di istruzione, di cui agli articoli 11 e 14 dell'Accordo, saranno realizzate nell'ambito delle risorse già disponibili a legislazione vigente;
le spese di assicurazione connesse agli interventi di cooperazione nel settore universitario, di cui all'articolo 15 dell'Accordo, non sono state quantificate nella

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relazione tecnica in quanto di entità irrilevante e, quindi, non suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
le disposizioni in materia di scambio di programmi culturali e di cooperazione nel settore dell'informazione e dell'emittenza televisiva, di cui, rispettivamente, agli articoli 20, 22, 23, 24 e 25 dell'Accordo, in quanto attuati da soggetti che non rientrano nel settore pubblico, non determineranno nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
la rideterminazione, sulla base della legislazione vigente, delle spese di vitto e di alloggio, previste dall'articolo 27 dell'Accordo, è di tale modesta entità da non giustificare una modifica della copertura finanziaria, che determinerebbe, peraltro, un nuovo esame del provvedimento da parte del Senato della Repubblica;
nel presupposto che la prima riunione della Commissione mista di cui all'articolo 27 dell'Accordo si tenga in Kuwait non prima del 2013,
esprime

PARERE FAVOREVOLE».

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.45.

SEDE REFERENTE

Giovedì 29 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.45.

Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, fa presente che la Nota di aggiornamento della quale la Commissione avvia oggi l'esame, come già il Documento di economia e finanza, esaminato dalla Camera nella seconda metà dello scorso mese di aprile, costituisce la prima applicazione del nuovo ciclo di programmazione economica e finanziaria delineato dalla legge n. 39 del 2011, che ha modificato le disposizioni della legge di contabilità e finanza pubblica al fine di dare attuazione nel nostro ordinamento al cosiddetto semestre europeo.
A tale riguardo, ricorda che la richiamata legge n. 39 del 2011 ha innovato sensibilmente le procedure di programmazione in materia di economia e finanza pubblica, prevedendo per la prima volta un sistema programmatorio articolato in due fasi temporali, una collocata nel mese di aprile, finalizzata essenzialmente alla predisposizione del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma, da presentare al Consiglio e alle Commissione europea entro il medesimo mese di aprile, ed una, che prende avvio il 20 settembre, finalizzata, in particolare, ad aggiornare gli obiettivi programmatici individuati nel Documento approvato nel mese di aprile e le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, in vista dell'elaborazione della manovra di finanza pubblica. Rileva come si tratti, quindi, di una soluzione innovativa sia rispetto alle disposizioni contenute nella legge n. 468 del 1978, che fissavano il termine di presentazione del Documento di programmazione economico-finanziaria al 30 giugno di ciascun anno, sia rispetto alle innovazioni introdotte con la nuova legge di contabilità e finanza pubblica, che nel suo testo originale aveva previsto la presentazione della Decisione di finanza pubblica entro il 15 settembre di ciascun anno. Segnala che se, da un lato, la soluzione seguita fino al 2009 presentava criticità connesse all'anticipata presentazione del documento di programmazione, che costringeva in modo pressoché costante a revisioni e aggiornamenti

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a ridosso della manovra finanziaria, l'innovazione introdotta dalla legge n. 196 del 2009, pur garantendo una maggiore attendibilità delle previsioni, non era compatibile con l'anticipazione del ciclo della programmazione richiesto dall'introduzione del semestre europeo. Rileva che, in questo nuovo contesto, è quindi mutata la stessa natura della Nota di aggiornamento, che non costituisce più un documento eventuale, da presentare nel caso di scostamenti rispetto agli obiettivi e alle previsioni inizialmente individuati, ma rappresenta un documento necessario, che non a caso è inserito a pieno titolo tra gli strumenti di programmazione individuati dall'articolo 8 della legge n. 196 del 2009.
Quanto al contenuto della Nota di aggiornamento, stabilito dall'articolo 10-bis della legge di contabilità e finanza pubblica, segnala che essa, da un lato, reca l'aggiornamento degli obiettivi programmatici contenuti nel DEF, anche al fine di rivedere la ripartizione tra i sottosettori della manovra e di tenere conto delle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, nonché l'eventuale revisione delle previsioni macroeconomiche. Osserva come la Nota di aggiornamento abbia inoltre un contenuto proprio strettamente legato alla definizione dei contenuti della manovra finanziaria, in quanto ad essa è rimesso il compito di individuare l'obiettivo per il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e per il saldo di cassa del settore statale, nonché di fissare il contenuto del Patto di stabilità interno e del Patto di convergenza. Come il DEF, la Nota di aggiornamento può altresì indicare disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica, da presentare alle Camere entro il mese di gennaio.
Evidenzia che la difficile congiuntura economica e finanziaria che l'Italia e l'Europa stanno attraversando ha portato, tuttavia, ad un percorso estremamente accelerato di approvazione delle manovre correttive di finanza pubblica, che non ha potuto quindi seguire integralmente il calendario scandito dalla legge. Ricorda, infatti, che il Documento di economia e finanza aveva previsto un percorso di riduzione dell'indebitamento, volto a conseguire l'obiettivo di medio termine del pareggio di bilancio nel 2014, attraverso una manovra correttiva, da realizzarsi prevalentemente nell'ambito degli esercizi 2013 e 2014. Rileva che in un contesto nel quale cominciavano a riscontrarsi tensioni sui mercati finanziarie e sui debiti sovrani, il Governo ha varato, anticipatamente rispetto ai tempi previsti dalla legge di contabilità e dallo stesso semestre europeo, la manovra di aggiustamento prevista dal DEF, con l'adozione del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011. Ricorda che nel mese di agosto, tuttavia, il riacutizzarsi delle incertezze sui mercati finanziari e l'ampliamento del differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, ha spinto il Governo ad adottare un nuovo decreto-legge, il decreto-legge n. 138 del 2011, che ha rafforzato la portata della manovra inizialmente prevista, anticipando altresì al 2013 il raggiungimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio. Segnala che, in questo contesto, la Nota di aggiornamento che la Commissione inizia oggi ad esaminare ha un contenuto peculiare, in quanto, da un lato, dà conto delle previsioni macroeconomiche più aggiornate, dall'altro non programma nuove manovre di finanza pubblica, ma registra essenzialmente gli effetti delle rilevanti correzioni già realizzate e che ciò comporta, tra l'altro, la sostanziale assenza di nuove indicazioni in ordine al contenuto del patto di stabilità interno, dal momento che esso è stato definito dalle recenti manovre finanziarie. Nel complesso, quindi, rileva che la valenza programmatoria del documento risulta affievolita, ma non mancano elementi per avviare un dibattito su possibili ulteriori interventi da realizzare. Fa presente che la stessa Nota richiama le disposizioni della recente manovra ancora da attuare, nonché i disegni di legge costituzionale relativi all'introduzione nella Costituzione della regola del pareggio di bilancio e alla soppressione delle province e che si indicano,

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inoltre, come provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica per il triennio 2012-2014 disegni di legge, non ancora presentati, in materia di infrastrutture, liberalizzazioni e privatizzazioni, nonché di interventi in favore del Sud.
Passando ai contenuti della Nota di aggiornamento, osserva preliminarmente che essa presenta una revisione delle stime di crescita per l'anno in corso e per gli anni successivi, in considerazione dei segnali di rallentamento della ripresa economica, che si sono manifestati a livello internazionale nei mesi estivi, dopo l'iniziale fase di recupero dalla crisi che si era avviata nel corso del 2010. Nel secondo trimestre dell'anno, infatti, il commercio e la produzione mondiale hanno registrato un rallentamento rispetto al ritmo di espansione del primo trimestre. Ricorda che, rispetto a quanto previsto ad aprile, il rallentamento dell'economia ed il riemergere delle tensioni sui mercati finanziari, e, in particolare, sul debito sovrano dei paesi dell'area dell'euro, hanno determinato, nel complesso, un deterioramento delle prospettive di crescita dell'economia globale. Segnala che, come evidenziato nel World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale del settembre 2011, il PIL mondiale è previsto crescere all'incirca del 4 per cento fino alla fine del 2012, quindi circa mezzo punto in meno rispetto a quanto previsto in primavera.
Fa presente che, in considerazione dell'indebolimento delle prospettive economiche mondiali, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza rivede il quadro macroeconomico italiano per l'anno in corso e per il triennio 2012-2014, evidenziando un trend di crescita dell'economia italiana meno favorevole rispetto alle previsioni formulate nel Documento presentato ad aprile 2011. In particolare, per il 2011 il PIL italiano è stimato crescere ad un tasso dello 0,7 per cento rispetto all'1,1 per cento indicato ad aprile. Una crescita ancora modesta è indicata anche per gli anni 2012 e 2013, in cui il PIL è previsto, rispettivamente, allo 0,6 per cento e allo 0,9 per cento, mentre nel 2014 la crescita si attesterebbe all'1,2 per cento.
Ritiene che, come evidenzia la Nota, la revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell'economia italiana è da mettere in relazione non soltanto al rallentamento dell'economia mondiale, ma anche all'operare della pluralità di fattori legati alla manovra di risanamento dei conti pubblici varata nell'estate con i decreti-legge 6 luglio 2011, n. 98 e 13 agosto 2011, n. 138. In particolare, rileva che l'ulteriore correzione operata dal decreto-legge n. 138 del 2011, mirata a realizzare il pareggio di bilancio già nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto fissato nel Programma di stabilità, contenuto nel Documento di economia e finanza di aprile scorso, potrebbe produrre, secondo quanto affermato nella Nota di aggiornamento, «effetti non positivi sul livello di attività economica nel breve periodo attraverso gli usuali canali di trasmissione agli aggregati della spesa privata, in parte controbilanciati da effetti positivi sulla crescita che si faranno via via sempre più consistenti con il passare del tempo». In proposito, sottolinea che il grande sforzo che l'Italia sta compiendo per il consolidamento dei conti pubblici e per conseguire gli obiettivi, progressivamente più ambiziosi concordati con le Istituzioni europee, pur comportando inevitabili effetti recessivi sulla domanda interna, è tuttavia necessario per porre le basi di una crescita più solida e duratura nel medio periodo.
In tale quadro, si comprende il rallentamento di tutte le variabili del quadro macroeconomico, rispetto alle previsioni contenute nel Documento di economia e finanza 2011. Nel dettaglio, rileva che i consumi nazionali sono stimati in rallentamento rispetto alle previsioni di aprile: in particolare, essi si attesterebbero allo 0,7 per cento nel 2011, lievemente al di sotto di quanto stimato nel Documento di economia e finanza, e si contrarrebbero ulteriormente nel biennio 2012-2013, attestandosi allo 0,4 per cento in ciascuno degli anni. Nel 2014, i consumi tornerebbero

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a crescere dello 0,7 per cento, al di sotto dell'1,3 per cento ipotizzato ad aprile.
Riguardo agli investimenti fissi lordi, fa presente che per l'anno in corso sono stimati in crescita dell'1,3 per cento, rispetto all'1,8 per cento di aprile; la stima al ribasso è ascrivibile soprattutto alla debolezza nel settore delle costruzioni, che risulta più ampia rispetto a quanto ipotizzato nel Documento di economia e finanza, mantenendosi su valori negativi fino alla fine del 2012. Gli investimenti, nel complesso, si mantengono ad un livello modesto anche negli anni successivi, attestandosi all'1,1 per cento nel 2012, rispetto al 2,5 per cento previsto nel Documento di economia e finanza, e raggiungendo il 2,4 per cento nel 2014.
Per ciò che concerne gli scambi con l'estero, anche le esportazioni, frenate dal rallentamento della domanda mondiale, sono stimate crescere del 4,4 per cento nel 2011, meno di quanto previsto nel Documento di economia e finanza. Un ulteriore rallentamento si avrebbe nel 2012, in cui le esportazioni crescerebbero del 3,7 per cento, di circa 0,6 punti in meno di quello previsto nel Documento di economia e finanza. La crescita delle esportazioni si manterrebbe ad un livello medio del 4,3 per cento nel biennio successivo.
Con riferimento al mercato del lavoro, in controtendenza rispetto ai dati appena richiamati, sottolinea che la Nota registra per l'occupazione un lieve miglioramento, pari allo 0,2 per cento, rispetto a quanto previsto ad aprile, delle stime di crescita per l'anno in corso, ascrivibile alla crescita occupazionale registrata nel secondo trimestre e alle revisioni al rialzo formulate dall'ISTAT per i trimestri precedenti. Tale livello di incremento annuo rimarrebbe sostanzialmente confermato anche negli anni successivi, attestandosi intorno allo 0,3 per cento. Per quanto concerne il tasso di disoccupazione, la Nota stima a fine 2011 un tasso pari all'8,2 per cento, in calo rispetto all'8,4 per cento del Documento di economia e finanza, che si manterrebbe stabile intorno all'8 per cento fino al 2014.
Rileva che, per quanto concerne l'inflazione, si prevede una revisione al rialzo dell'inflazione programmata per il 2011, rispetto a quanto stabilito nel Documento di economia e finanza, dall'1,5 a 2,0 per cento, mentre per gli anni successivi si conferma un valore dell'1,5 per cento. La maggiore pressione inflativa nell'anno in corso è effetto dei rincari delle materie prime: il deflatore dei consumi privati viene, infatti, stimato in aumento al 2,6 per cento nel 2011, rispetto al 2,3 di aprile. Negli anni successivi, il deflatore dei consumi scende all'1,9 per cento nel 2012 e all'1,8 per cento nel 2013-2014.
Segnala che l'indebolimento congiunturale dell'economia mondiale è stato segnalato dai principali organismi internazionali, che hanno provveduto ad aggiornare le previsioni di crescita dei principali paesi industrializzati e che la revisione al ribasso delle stime per il 2011, operata dalla Commissione europea nell'ultimo Interim forecast e confermata anche dal Fondo monetario, evidenzia come la crescita dell'Italia si collochi al di sotto della media dell'Area euro, che, soprattutto con riferimento al 2012, non farebbe registrare livelli di crescita particolarmente significativi nemmeno in altri importanti paesi come la Francia. Sottolinea peraltro che, negli altri paesi europei dove il tasso di crescita si presenta maggiore rispetto a quello dell'Italia, a fronte di un differenziale di meno di un punto percentuale, si riscontra un maggiore deficit di circa due punti percentuali, che si spinge agli oltre 5 punti di deficit in più nel caso del Regno Unito, a fronte di poco più di un punto percentuale di crescita in più nel 2012.
Rileva che, con riferimento al quadro di finanza pubblica contenuto nella Nota, ai sensi dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche, presenta un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, alla luce degli effetti determinati sul quadro di finanza pubblica dai decreti-legge emanati nel corso dell'estate per fronteggiare la crisi finanziaria. Fa presente che il quadro programmatico riportato nel Documento di economia

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e finanza dell'aprile 2011 prevedeva il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014 mediante una manovra correttiva pari a circa 2,3 punti di PIL nel biennio 2013-2014, cui è stato dato seguito attraverso il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, che ha effettuato un intervento correttivo nel periodo pari a circa 48 miliardi di euro netti cumulati. Successivamente, in presenza di ulteriori tensioni sui mercati internazionali, alle quali ha già accennato, si è concordato con le Istituzioni europee di addivenire al pareggio di bilancio già dal 2013 e, conseguentemente, è stato adottato il decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, che ha effettuato un'ulteriore correzione dell'andamento dei conti pubblici, portando l'intervento complessivo a 59,8 miliardi, pari al 3,5 punti di PIL. In termini assoluti, la riduzione dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche rispetto alle previsioni tendenziali è pari a 2,8 miliardi nel 2011, 28,3 miliardi nel 2012, 54,3 miliardi nel 2013 e 59,8 miliardi nel 2014. Segnala che la correzione adottata può attualmente apparire sbilanciata sul lato delle entrate, ove peraltro si include, per un importo pari a circa la metà della correzione medesima, la riduzione delle agevolazioni fiscali prevista dal decreto-legge n. 138 del 2011. Osserva, tuttavia, che tale riduzione potrebbe, come auspichiamo, non attivarsi, qualora i medesimi effetti finanziari positivi (20 miliardi nel 2014) vengano conseguiti con provvedimenti di riordino delle spese, in particolare attraverso l'attuazione della proposta di legge delega in materia fiscale e assistenziale. Al netto di tale riduzione, la correzione sulle entrate sarebbe quindi sostanzialmente equivalente a quella sulle uscite.
Per quanto concerne l'articolazione della manovra tra i tre sottosettori delle amministrazioni pubbliche, fa presente essa incide per 45,2 miliardi sulle amministrazioni centrali, per 11,5 miliardi sulle amministrazioni locali e per 3,1 miliardi sugli enti di previdenza. Nel complesso, per effetto della manovra e dell'evoluzione attesa del quadro macroeconomico e finanziario, evidenzia come si determini, rispetto al quadro programmatico indicato dal Documento di economia e finanza di aprile, un miglioramento del deficit di bilancio pari, in percentuale del PIL, all'1,1 per cento nel 2012 ed all'1,4 per cento nel 2013, con conseguente sostanziale raggiungimento del pareggio in tale anno.
Ritiene che, con le misure di contenimento adottate con i due decreti-legge n. 98 e n. 138 del 2011 si dovrebbe determinare un sostanziale azzeramento del deficit tendenziale previsto nel Documento di economia e finanza 2011 per gli anni 2013 e 2014, realizzando in tal modo il pareggio di bilancio con un anno di anticipo rispetto a quanto in precedenza indicato.
A seguito della manovra di contenimento dei conti, rileva che l'indebitamento netto scende all'1,6 per cento nel 2012 per attestarsi allo 0,1 per cento del PIL nel 2013, mentre nel 2014 si registrerebbe un saldo positivo di bilancio pari allo 0,2 per cento; l'avanzo primario, dato fondamentale per conseguire la necessaria riduzione del debito pubblico, è previsto in progressivo aumento dallo 0,9 per cento del PIL stimato per l'anno in corso al 5,7 per cento nel 2014. La spesa per interessi mantiene un profilo di crescita nel periodo sostanzialmente analogo a quanto giù previsto ad aprile.
Per quanto concerne il rapporto debito pubblico e PIL, osserva che il nuovo quadro indica, in presenza di una revisione al ribasso del PIL, una evoluzione dell'andamento del debito pubblico molto simile a quanto stimato nel Documento di economia e finanza. In particolare, per il 2011, il rapporto tra il debito e il PIL dovrebbe attestarsi intorno al 120,6 per cento rispetto al 120 per cento previsto nel Documento di economia e finanza, a causa della revisione al ribasso delle previsioni di crescita e di una riduzione della crescita dello stock del debito molto limitata rispetto all'ultima previsione.
Segnala che, nel complesso, la Nota precisa che la crescita del debito, in termini assoluti più moderata negli anni considerati per via del complesso degli

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interventi correttivi di finanza pubblica varati nel corso dell'estate, è del tutto compensata dalla revisione al ribasso delle previsioni di crescita del prodotto in termini nominali. Con riferimento al 2013-2014, invece, il miglioramento dell'avanzo primario consentirebbe un percorso di riduzione del debito appena più accentuato rispetto al Documento di economia e finanza. Rileva che la nuova previsione di indebitamento deriva dai miglioramenti determinati dalla manovra sul conto delle amministrazioni pubbliche rispetto a quanto risultava negli andamenti tendenziali previsti nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile. In particolare, negli anni 2010-2014, si evidenzia un aumento delle entrate finali, che passano dal 46,6 per cento del PIL del 2010 al 47,8 per cento del 2014, ed una riduzione delle spese finali, che si contraggono di 2,4 punti percentuali di PIL, passando dal 52,2 per cento del 2010 al 48,8 per cento nel 2014. La spesa primaria registra una riduzione di circa 2,3 punti percentuali di PIL nel periodo 2010-2014. La spesa per interessi presenta un'incidenza sul PIL sostanzialmente analoga a quella già indicata nel Documento di economia e finanza, in crescita dal 4,5 per cento del 2010 al 5,5 per cento del 2014, soprattutto per effetto delle recenti tensioni sui mercati finanziari e delle relative ripercussioni sulla struttura dei tassi di interesse dei titoli del debito pubblico. Ricorda, infine, il dato sulla pressione fiscale che, al netto degli effetti delle riduzioni delle agevolazioni fiscali, aumenta sino ad attestarsi al 43,7 per cento nel 2014.
Conclusivamente, rileva come, pur nel difficile quadro della situazione economica internazionale, il Governo abbia posto le basi necessarie per affrontare con determinazione e con i conti in ordine il tema della crescita che è cruciale per il definitivo superamento delle difficoltà e delle tensioni sui mercati internazionali, nonché per il rilancio dell'economia reale del Paese. Osserva in proposito che la sfida maggiore sarà quella di adottare misure espansive che non abbiano un impatto peggiorativo sui saldi di finanza pubblica, come avviene in altri pesi europei, garantendo il conseguimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Auspica quindi il rapido varo, con la collaborazione anche delle parti sociali, degli annunciati provvedimenti per lo sviluppo da parte del Governo.

Maino MARCHI (PD), riservandosi di intervenire successivamente nel corso dell'esame del documento, chiede al rappresentante del governo di voler chiarire se, come sembra, il dato relativo alla pressione fiscale non tenga conto della clausola di salvaguardia prevista per il caso di mancata entrata in vigore della delega in materia fiscale e assistenziale. Se così fosse, infatti, la mancata revisione della normativa in materia di assistenza determinerebbe un incremento della pressione fiscale indicata nella Nota di aggiornamento dell'1,2 per cento, portando la pressione al 44,9 per cento. In caso di un intervento parziale, invece, la pressione fiscale raggiungerebbe un dato vicino al 44,5 per cento indicato dalla Corte dei conti nel corso delle audizioni sul decreto-legge n. 138 del 2011. Chiede, quindi, al Governo se tali calcoli possano considerarsi corretti e se il dato contenuto nella Nota di aggiornamento tenga conto del probabile incremento del prelievo fiscale da parte degli enti territoriali, conseguente alla riduzione delle risorse loro riconosciute. Chiede, inoltre, se sia possibile integrare il grafico relativo all'andamento della spesa pubblica per le pensioni, indicando quale sarebbe stato il livello di spesa qualora avessero continuato ad applicarsi le disposizioni contenute nella legge n. 243 del 2004.

Pier Paolo BARETTA (PD) sottolinea come la discussione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza debba essere considerata particolarmente importante ed in proposito chiede di valutare la possibilità di procedere, acquisendo le necessarie intese con l'altro ramo del Parlamento, allo svolgimento almeno dell'audizione del professor Mario Draghi, non a motivo della sua

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qualifica di Governatore della Banca d'Italia, ma come estensore della lettera firmata da lui e dal presidente della Banca centrale europea, oggi divulgata sui giornali, malgrado il diniego da parte del Governo di trasmetterla ufficialmente al Parlamento, come era stato chiesto dal Partito Democratico. Osserva peraltro che lo scopo dell'audizione sarebbe quello di promuovere un dibattito sulla richiamata lettera, a suo avviso eccessivamente dettagliata, e sulla effettiva validità delle soluzioni ivi indicate, sottolineando come sia giusto che tale dibattito avvenga nella sede parlamentare più propria. In secondo luogo osserva come la Nota rechi un ridimensionamento degli obiettivi di crescita e chiede in proposito se gli annunciati provvedimenti in sostegno della crescita e dello sviluppo mireranno a consolidare tali nuovi dati o punteranno a conseguire un risultato migliore.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, riservandosi di intervenire in sede di replica, anche al fine di fornire i chiarimenti richiesti nel corso del dibattito, osserva che i provvedimenti all'esame della Commissione rappresentano facce diverse di una medesima situazione economica e finanziaria e, quindi, le considerazioni sul rendiconto, sull'assestamento di bilancio, sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza e quelle sulla futura manovra volta al sostegno dello sviluppo sono destinati inevitabilmente ad intrecciarsi. Per quanto attiene alle osservazioni dell'onorevoli Marchi, si riserva una verifica, ritenendo comunque che, ad una prima analisi, le sue valutazioni appaiano fondamentalmente plausibili.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame della Nota di aggiornamento ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.30.