CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 settembre 2011
539.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Roberto Rosso.

La seduta comincia alle 14.10.

5-03993 Nastri: Interventi per il sostegno del comparto agroalimentare nazionale.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Gaetano NASTRI (PdL) si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal Governo.

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5-04049 Marco Carra: Iniziative per la tracciabilità dell'origine della carne di maiale e dei prodotti derivati e per evitare l'importazione di prodotti contaminati da diossina.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Marco CARRA (PD) ritiene che il Governo, pur riportandosi a quanto stabilito in sede comunitaria sul tema dell'etichettatura, dove è stato esteso anche alle carni suine l'obbligo di indicazione del Paese di origine - a seguito della scoperta della diossina nei suini della Bassa Sassonia in Germania - non possa far cadere nel vuoto, una volta passata l'emergenza, lo sforzo già compiuto dalla Commissione Agricoltura della Camera proprio sul tema dell'etichettatura.
In ogni caso, nel prendere atto della risposta fornita dal Governo, che sarà fonte di un ulteriore approfondimento, ritiene utile che lo stesso Governo, dopo l'emanazione degli appositi decreti, fornisca anche i successivi elementi di riscontro che deriveranno dai numerosi tavoli di filiera oltre che da tutti i tavoli convocati.
Invita infine il Governo ad affrontare anche il problema della razionalizzazione dei controlli, distribuiti in una pluralità di soggetti, trattandosi di un tema estremamente serio e vitale per il tessuto socioeconomico produttivo dell'agricoltura e della zootecnia. Per tali motivi, si dichiara solo parzialmente soddisfatto della risposta fornita dal Governo.

5-05198 Nastri: Iniziative per l'etichettatura di origine dei prodotti derivati dalla carne di maiale.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Gaetano NASTRI (PdL) si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal Governo.

5-04581 Delfino: Misure per fronteggiare la parassitosi che sta colpendo le palme e le querce nel Mezzogiorno e per la cura delle aree boschive.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Teresio DELFINO (UdCpTP), invitando la presidenza a ridurre il brusio che interferisce con i lavori della Commissione, manifesta la sua soddisfazione per la risposta del Governo, limitatamente all'analisi delle questioni relative alla dannosa diffusione del cosiddetto «punteruolo rosso» e della normativa europea, nazionale e regionale. Purtuttavia, nonostante gli interventi degli istituti di ricerca e le autorizzazioni ministeriali per l'uso di nuovi prodotti fitosanitari ad hoc, osserva che il problema del «punteruolo rosso» non è stato ancora risolto.
Ritiene poi che alla richiesta dell'interrogazione, che si riferiva alla interlocuzione intercorsa fra le regioni, in particolare la regione Puglia, e il Ministero, e all'azione che lo stesso Governo avrebbe dovuto svolgere congiuntamente con quella regione, soprattutto con riferimento al problema delle querce, non sia stata data risposta. Manifesta pertanto, a tale riguardo, la sua insoddisfazione.

5-05071 Sani: Sul regime fiscale applicato in Russia alle importazioni di vino italiano.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Luca SANI (PD) si dichiara parzialmente soddisfatto rispetto all'impegno e ai contatti attivati dal Governo, ma totalmente insoddisfatto rispetto alla soluzione del problema, tuttora irrisolto, dell'aumento dell'imposizione fiscale introdotta dal Governo russo per l'importazione di vini italiani, più alta rispetto a quella praticata nei confronti dei vini francesi e spagnoli.

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Nel ricordare che l'esportazione del vino rappresenta una voce significativa dell'interscambio commerciale dei prodotti agricoli e zootecnici, ritiene che l'assenza di una reazione potrebbe penalizzare notevolmente un settore che già registra altre difficoltà e che ha dovuto anche subire l'aumento dell'IVA dal 20 al 21 per cento. Sollecita pertanto il Governo ad ulteriori iniziative per superare il momento di difficoltà che si è creato con il mercato russo.

5-05387 Callegari: Iniziative per favorire innovative pratiche agronomiche e di gestione agrocompatibile dei terreni e, in particolare, l'agricoltura conservativa.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde congiuntamente alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

Corrado CALLEGARI (LNP) esprime soddisfazione per l'ultima parte della risposta dove si specifica che vi sarà un intervento nel senso da lui richiesto nell'ambito del negoziato per la riforma della politica agricola comune e rimane pertanto in attesa fiduciosa degli ulteriori sviluppi.

Paolo RUSSO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.45.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 14.45.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del documento all'ordine del giorno.

Basilio CATANOSO (PdL), relatore, ricorda preliminarmente che le recenti modifiche apportate alla legge di contabilità n. 196 del 2009 dalla legge n. 39 del 2011, allineandosi con il nuovo calendario stabilito in sede europea, hanno anticipato alla prima parte dell'anno l'intero processo di programmazione nazionale, fissando al 10 aprile la data di presentazione alle Camere del nuovo Documento di economia e finanza (DEF), al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) contenuti nel DEF.
Sulla base della procedura del «Semestre europeo», nel mese di giugno la Commissione europea ha elaborato le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati, sulla base del PNR e del Patto di stabilità contenuti nel DEF. Nel mese di luglio, il Consiglio ECOFIN ha provveduto ad esaminare ed approvare le raccomandazioni della Commissione, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno.
Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.
A seguito delle modifiche apportate alla legge di contabilità, la Nota di aggiornamento ha assunto le caratteristiche di uno strumento obbligatorio, posto che la sua presentazione non è più eventuale e connessa al verificarsi di eventuali scostamenti degli andamenti di finanza pubblica.
L'articolo 10-bis della legge di contabilità prevede che la Nota di aggiornamento del DEF contenga: l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche

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e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo sul Programma di stabilità e al PNR; l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea; l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale; il contenuto del Patto di stabilità interno e le sanzioni da applicare in caso di mancato rispetto del Patto medesimo, nonché il contenuto del Patto di convergenza, e le misure volte a realizzare il percorso di convergenza previsto dall'articolo 18 della legge n. 42 del 2009 di attuazione del federalismo fiscale; l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati. In proposito la Nota precisa che a completamento della manovra 2012-2014 il Governo intende «collegare» i provvedimenti in materia di infrastrutture, liberalizzazioni e privatizzazioni, nonché in favore del Sud.
La Nota di aggiornamento del DEF 2011 presenta una revisione delle stime di crescita per l'anno in corso e per gli anni successivi, in considerazione dei segnali di rallentamento della ripresa economica, che si sono manifestati a livello internazionale, nei mesi estivi, dopo l'iniziale fase di recupero dalla crisi che si era avviata nel corso del 2010.
Nel secondo trimestre dell'anno, infatti, il commercio e la produzione mondiale hanno registrato un rallentamento rispetto al ritmo di espansione del primo trimestre.
Rispetto a quanto previsto ad aprile, il rallentamento dell'economia ed il riemergere delle tensioni sui mercati finanziari, e, in particolare, sul debito sovrano dei paesi dell'area dell'euro, hanno determinato, nel complesso, un deterioramento delle prospettive di crescita dell'economia globale.
Come è stato evidenziato nel World economic outlook del Fondo monetario internazionale del settembre 2011, il prodotto interno lordo mondiale è previsto crescere all'incirca del 4 per cento fino alla fine del 2012, circa mezzo punto in meno rispetto a quanto previsto in primavera.
In considerazione dell'indebolimento delle prospettive economiche mondiali, la Nota di aggiornamento del DEF rivede il quadro macroeconomico italiano per l'anno in corso e per il triennio 2012-2014, evidenziando un trend di crescita dell'economia italiana meno favorevole rispetto alle previsioni formulate nel Documento presentato ad aprile 2011. In particolare, per il 2011 il prodotto interno lordo italiano è stimato crescere ad un tasso dello 0,7 per cento rispetto all'1,1 per cento indicato ad aprile. Una crescita ancora modesta è indicata anche per gli anni 2012 e 2013, in cui il prodotto interno lordo è previsto, rispettivamente, allo 0,6 per cento e allo 0,9 per cento. Nel 2014 la crescita si attesterebbe all'1,2 per cento.
La revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell'economia italiana è da mettere in relazione non soltanto al rallentamento dell'economia mondiale, ma anche all'operare della pluralità di fattori legati alla manovra di risanamento dei conti pubblici varata nell'estate con i decreti-legge 6 luglio 2011, n. 98 e 13 agosto 2011, n. 138. In particolare, l'ulteriore correzione operata dal decreto-legge n. 138 - mirata a realizzare il pareggio di bilancio già nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto fissato nel Programma di stabilità, contenuto nel DEF di aprile scorso - potrebbe produrre, secondo quanto affermato nella Nota, effetti non positivi sul livello di attività economica nel breve periodo attraverso gli usuali canali di trasmissione agli aggregati della spesa privata, in parte controbilanciati da effetti positivi sulla crescita che si faranno via via sempre più consistenti con il passare del tempo.
Rispetto alle previsioni contenute nel DEF 2011, tutte le variabili del quadro macroeconomico manifestano un rallentamento. Nel dettaglio, i consumi nazionali sono stimati in rallentamento rispetto alle

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previsioni di aprile. In particolare, essi si attesterebbero allo 0,7 per cento nel 2011, lievemente al di sotto di quanto stimato nel DEF, e si contrarrebbero ulteriormente nel biennio 2012-2013, attestandosi allo 0,4 per cento in ciascuno degli anni. Nel 2014, i consumi tornerebbero a crescere dello 0,7 per cento, al di sotto dell'1,3 per cento ipotizzato ad aprile. Riguardo agli investimenti fissi lordi, per l'anno in corso sono stimati in crescita dell'1,3 per cento, rispetto all'1,8 per cento di aprile. La stima al ribasso è ascrivibile soprattutto alla debolezza nel settore delle costruzioni, che risulta più ampia rispetto a quanto ipotizzato nel DEF, mantenendosi su valori negativi fino alla fine del 2012. Gli investimenti, nel complesso, si mantengono ad un livello modesto anche negli anni successivi, attestandosi all'1,1 per cento nel 2012 (rispetto al 2,5 per cento previsto nel DEF) e raggiungendo il 2,4 per cento nel 2014.
Per ciò che concerne gli scambi con l'estero, anche le esportazioni, frenate dal rallentamento della domanda mondiale, sono stimate crescere del 4,4 per cento nel 2011, meno di quanto previsto nel DEF. Un ulteriore rallentamento si avrebbe nel 2012, in cui le esportazioni crescerebbero del 3,7 per cento, di circa 0,6 punti in meno di quello previsto nel DEF. La crescita delle esportazioni si manterrebbe ad un livello medio del 4,3 per cento nel biennio successivo. Con riferimento al mercato del lavoro, la Nota espone per l'occupazione (ULA) un lieve miglioramento dello 0,2 per cento, rispetto a quanto previsto ad aprile, delle stime di crescita per l'anno in corso, ascrivibile alla crescita occupazionale registrata nel secondo trimestre e alle revisioni al rialzo formulate dall'ISTAT per i trimestri precedenti. Negli anni successivi, la crescita dell'occupazione si manterrebbe a livelli modesti, intorno allo 0,3 per cento, attestandosi su valori inferiori a quelli previsti nel DEF. Per quanto concerne il tasso di disoccupazione, la Nota stima a fine 2011 un tasso pari all'8,2 per cento (rispetto all'8,4 per cento del DEF), che si mantiene stabile intorno all'8 per cento fino al 2014. Per quanto concerne l'inflazione, si prevede una revisione al rialzo dell'inflazione programmata per il 2011, rispetto a quanto stabilito nel DEF, dall'1,5 al 2 per cento, mentre per gli anni successivi si conferma un valore dell'1,5 per cento. La maggiore pressione inflattiva nell'anno in corso è effetto dei rincari delle materie prime: il deflatore dei consumi privati viene, infatti, stimato in aumento al 2,6 per cento nel 2011 (rispetto al 2,3 per cento di aprile). Negli anni successivi, il deflatore dei consumi scende all'1,9 per cento nel 2012 e all'1,8 per cento nel 2013-2014. L'indebolimento congiunturale dell'economia mondiale è stato segnalato dai principali organismi internazionali, che hanno provveduto ad aggiornare le previsioni di crescita dei principali paesi industrializzati.
La Nota, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche, presenta un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, alla luce degli effetti determinati sul quadro di finanza pubblica dai decreti-legge emanati nel corso dell'estate.
Il quadro programmatico riportato nel DEF dell'aprile 2011 prevedeva il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014 mediante una manovra correttiva pari a circa 2,3 punti percentuali del prodotto interno lordo nel biennio 2013-2014, cui è stato dato seguito mediante il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, che ha effettuato un intervento correttivo nel periodo pari a circa 48 miliardi di euro netti cumulati. Successivamente, in presenza del riacuirsi della crisi finanziaria, e delle relative tensioni sui differenziali di rendimento dei titoli del debito pubblico nazionale rispetto ad altri paesi europei, con il decreto-legge 13 agosto 2011, n.138, è stato effettuato un ulteriore intervento correttivo che, anche al fine di anticipare il pareggio di bilancio al 2013, ha elevato la correzione complessiva a 59,8 miliardi di euro, pari al 3,5 punti percentuali del prodotto interno lordo.
In termini assoluti, la riduzione dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche rispetto alle previsioni tendenziali

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è pari a 2,8 miliardi di euro nel 2011, 28,3 miliardi nel 2012, 54,3 miliardi nel 2013 e 59,8 miliardi nel 2014.
La correzione è prevista prevalentemente sul lato delle entrate, ove peraltro si include, per un importo pari a circa la metà della correzione medesima, la riduzione delle agevolazioni fiscali prevista dal decreto-legge n. 138. Al netto di tale riduzione, la correzione sulle entrate è sostanzialmente equivalente a quella sulle uscite. Per quanto concerne l'articolazione della manovra tra i tre sottosettori delle amministrazioni pubbliche, essa incide per 45,2 miliardi di euro sulle amministrazioni centrali, per 11,5 miliardi sulle amministrazioni locali e per 3,1 miliardi sugli enti di previdenza. In termini di PIL, la manovra adottata nel corso dell'estate con i due citati provvedimenti comporta una correzione di importo crescente nel periodo 2011-2014, pari allo 0,2 per cento nel 2011, 1,7 per cento nel 2012, 3,3 per cento nel 2012 e 3,5 per cento nel 2014. Nel complesso, per effetto della manovra e dell'evoluzione attesa del quadro macroeconomico e finanziario, si determina, rispetto al quadro programmatico indicato dal DEF di aprile, un miglioramento del deficit di bilancio pari, in percentuale del PIL, all'1,1 per cento nel 2012 ed all'1,4 per cento nel 2013, con conseguente sostanziale raggiungimento del pareggio in tale anno, come emerge dalla tavola che segue.
Con le misure di contenimento adottate con i due decreti-legge n. 98 e n. 138 del 2011 si dovrebbe determinare un sostanziale azzeramento del deficit tendenziale previsto nel DEF 2011 per gli anni 2013 e 2014 (pari al -2,7 per cento nel 2013 e al -2,6 per cento nel 2014), realizzando in tal modo il pareggio di bilancio con un anno di anticipo rispetto a quanto in precedenza indicato.
A seguito della manovra di contenimento dei conti, l'indebitamento netto scende a -1,6 per cento nel 2012 per attestarsi al -0,1 per cento del prodotto interno lordo nel 2013. Nel 2014 si registrerebbe un saldo positivo di bilancio pari allo 0,2 per cento. L'avanzo primario è previsto in progressivo aumento dallo 0,9 per cento del prodotto interno lordo stimato per l'anno in corso al 5,7 per cento nel 2014. La spesa per interessi mantiene un profilo di crescita nel periodo sostanzialmente analogo a quanto giù previsto ad aprile. Per quanto concerne il rapporto debito pubblico/PIL, il nuovo quadro indica, in presenza di una revisione al ribasso del prodotto interno lordo, una evoluzione dell'andamento del debito pubblico molto simile a quanto stimato nel DEF. Per il 2011, il rapporto debito/PIL dovrebbe attestarsi intorno al 120,6 per cento rispetto al 120 per cento previsto nel DEF, a causa della revisione al ribasso delle previsioni di crescita e di una riduzione della crescita dello stock del debito molto limitata rispetto all'ultima previsione.
Nel complesso, la Nota precisa che la crescita del debito, in termini assoluti più moderata negli anni considerati per via del complesso degli interventi correttivi di finanza pubblica varati nel corso dell'estate, è del tutto compensata dalla revisione al ribasso delle previsioni di crescita del prodotto in termini nominali.
Con riferimento al 2013-2014, invece, il miglioramento dell'avanzo primario consentirebbe un percorso di riduzione del debito appena più accentuato rispetto al DEF. La nuova previsione di indebitamento deriva dai miglioramenti determinati dalla manovra sul conto delle amministrazioni pubbliche rispetto a quanto risultava negli andamenti tendenziali previsti nel DEF dello scorso aprile. In particolare, negli anni 2010-2014, si evidenzia un aumento delle entrate finali, che passano dal 46,6 per cento del prodotto interno lordo del 2010 al 47,8 per cento del 2014, ed una riduzione delle spese finali, che si contraggono di 2,4 punti percentuali di prodotto interno lordo, passando dal 52,2 per cento del 2010 al 48,8 per cento nel 2014. La spesa primaria registra una riduzione di circa 2,3 punti percentuali di prodotto interno lordo nel periodo 2010-2014. La spesa per interessi presenta un'incidenza sul prodotto interno lordo sostanzialmente analoga a quella già

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indicata nel DEF, in crescita dal 4,5 per cento del 2010 al 5,5 per cento del 2014, soprattutto per effetto delle recenti tensioni sui mercati finanziari e delle relative ripercussioni sulla struttura dei tassi di interesse dei titoli del debito pubblico.
La pressione fiscale, al netto degli effetti delle riduzioni delle agevolazioni fiscali (20 miliardi di euro), aumenta sino ad attestarsi al 43,7 per cento nel 2014. Nell'ipotesi in cui trovassero applicazione le predette riduzioni, la pressione fiscale complessiva raggiungerebbe il 44,9 per cento del prodotto interno lordo.
Alla nota di aggiornamento sono allegate le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali.
La relazione del Ministero dell'economia e delle finanze contiene, tra le leggi di spesa pluriennali di propria competenza, taluni provvedimenti che hanno autorizzato spese per far fronte ai danni alle imprese agricole derivanti dalle calamità naturali del primo semestre 2003, dalla siccità degli anni 2000, 2001 e 2002, dagli eventi climatici del 2002 e dalle calamità naturali del primo semestre del 2003. Si tratta di autorizzazioni di spesa integralmente impegnate per l'anno 2010 e trasferite in conto residui alle regioni e alla cassa depositi e prestiti.
Per il Ministero delle politiche agricole e forestali risulta trasmessa la relazione sullo stato di attuazione delle leggi pluriennali di spesa, unitamente ai quadri riassuntivi e ai contributi pluriennali di tali leggi iscritte in bilancio. Le leggi riportate attengono alle autorizzazioni di spesa relative all'acquisto di velivoli ad ala rotante da parte del Corpo forestale dello Stato, all'attuazione della programmazione triennale 2010-2012 nel settore della pesca marittima, agli strumenti indiretti di prevenzione da parte degli agricoltori per far fronte ai danni alle produzioni causati da calamità naturali, alla progettazione delle opere previste nel Piano irriguo nazionale e agli interventi per il recupero di risorse idriche disponibili nel territorio nazionale. Per ciascuno di tali interventi, dettagliati a seconda della diversa autorizzazione legislativa di base, viene riportato lo stato di attuazione degli interventi, le risorse disponibili e la necessità di mantenere negli anni successivi il relativo stanziamento.
Si riserva infine di formulare una proposta di parere all'esito del dibattito.

Paolo RUSSO (PdL), presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.05.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 15.05.

Schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2007/61/CE, relativa a taluni tipi di latte conservato parzialmente o totalmente disidratato, destinato all'alimentazione umana.
Atto n. 378.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato da ultimo nella seduta del 21 settembre 2011.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta del 14 settembre scorso la Commissione ha proceduto all'audizione informale delle organizzazioni agricole e che nella seduta del 21 settembre il seguito dell'esame è stato rinviato.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) invita il relatore a rivedere la proposta di parere presentata nella seduta del 7 settembre, ricordando che nell'audizione svolta le organizzazioni agricole hanno espresso valutazioni chiaramente negative, non suscettibili di interpretazione alcuna. Ricorda altresì che la legge n. 138 del 1974

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contiene le ormai uniche norme che ancora tutelano le produzioni italiane.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, nell'osservare preliminarmente che compito del relatore è quello di tener presente l'interesse generale, sottolinea che, se si vogliono affrontare e risolvere i problemi del nostro Paese, non si può pensare di farlo solo se vi è accordo tra le parti e tra i settori della società interessati. Ricorda, in proposito, l'esperienza vissuta in occasione dell'esame di una recente legge comunitaria, quando - in relazione alla necessità di attuare direttive comunitarie in materia di caccia e di chiudere le relative onerose procedure di infrazione - il Parlamento con buon senso ha saputo operare le scelte necessarie, prescindendo dalla mancanza di un accordo tra il mondo ambientalista e quello venatorio.
Seguendo lo stesso metodo anche per il provvedimento in esame, ritiene opportuno che la Commissione abbia ascoltato tutte le parti interessate, potendo constatare alcuni elementi obiettivi della vicenda. In primo luogo, nessuno ha contestato la circostanza che l'Italia produce meno latte di quanto ne consuma. In secondo luogo, si è potuto verificare che le diverse regole applicate in altri Paesi europei, nel rispetto delle comuni norme igienico-sanitarie e di trasparenza verso i consumatori, consentono alle aziende di quei Paesi di commercializzare nel mercato europeo prodotti lavorati secondo modalità diverse da quelle consentite in Italia. La normativa italiana prevede infatti disposizioni a tutela delle produzioni, che tuttavia rischiano di penalizzare altri comparti produttivi, impegnati peraltro nella valorizzazione delle medesime produzioni. Tali disposizioni neppure possono ritenersi a garanzia del consumatore. Ricorda infatti di aver personalmente esaminato numerosi yogurt in commercio e le relative etichette, constatando che il consumatore non è abituato ad un etichettatura completa, visto che molte produzioni realizzate in altri Paesi con regole differenti sono legittimamente in commercio in Italia senza che ciò emerga dalle etichette.
Sottolinea quindi che le organizzazioni agricole hanno oggettivamente posto questioni da affrontare. Al riguardo, osserva tuttavia che mentre l'Italia - che ha quote di produzione di latte inferiori alle necessità - tende a mantenere il regime delle quote, altri Paesi - che hanno quote eccedenti il consumo - chiedono di eliminarlo. Si direbbe pertanto che nel nostro Paese vi sia una condizione psicologica di timore della competizione. In realtà, a suo avviso, le importazioni non sono favorite dalle norme, ma dalla obiettiva difficoltà delle produzioni italiane ad essere competitive nel mercato unico.
Per questi motivi, ribadisce che, in quanto relatore, non può non essere consapevole degli elementi emersi dalle audizioni e, anzitutto, del fatto che la questione insorta intorno alla sua proposta di parere è di carattere essenzialmente economico. In proposito, ricorda che è stata condivisa da tutte le parti la necessità di mettere in piedi una filiera del latte, in grado di dare certezze alle parti in ordine ai prezzi e alle produzioni. Risulta tuttavia difficile farlo in tempi brevi. Le aziende di trasformazione affermano che hanno chiesto la disponibilità affinché sia garantita la produzione di determinati quantitativi di materia prima, ma questa garanzia non è stata data.
Quanto alla legge n. 138 del 1974, ritiene che la stessa, nata dopo lo scandalo del latte in polvere, oggi risulti penalizzante per la produzione e non per le importazioni. Giudica pertanto necessario - nel parere che la Commissione è chiamata ad esprimere - segnalare al Governo l'esigenza di una rivalutazione della questione, senza indicare soluzioni, ma indicando un percorso che si caratterizzi per i seguenti aspetti: l'obiettivo di costruire una filiera del latte; la trasparenza nei confronti dei consumatori; vincoli sulle procedure di lavorazione, in particolare escludendo l'utilizzo di latte in polvere ricostituito (elemento che può essere ribadito, per quanto già chiaramente vietato dalle norme europee).

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Si riserva inoltre di proporre il recepimento di ulteriori rilievi emersi nelle audizioni, anche se diretti solo a chiarire alcune disposizioni.
Per questi motivi, chiede che la Commissione deliberi nella seduta di martedì prossimo, in vista della quale si riserva di riformulare, in assoluta obiettività e lealtà, la sua proposta di parere, prevedendo osservazioni volte a responsabilizzare il Governo su un tema di oggettivo interesse dell'agricoltura italiana.
Precisa poi, in quanto componente di un gruppo parlamentare, che il suo gruppo non ritiene possibile ignorare le questioni emerse in corso di esame, anche se nella maggioranza non vi sono condizioni di generale consenso. Precisa altresì di essere rafforzato in questa determinazione anche dalle dichiarazioni pubbliche di alcuni politici ed esperti; si dichiara infatti convinto che i parlamentari non possono essere soggetti a lobby che agiscono in maniera scorretta, disinformando i consumatori.
Fa infine presente che, ove dovesse limitarsi ad esprimere un parere semplicemente favorevole, riterrebbe di dover rimettere il mandato di relatore.

Paolo RUSSO (PdL), presidente, invita a riflettere, senza intento polemico, sulle affermazioni contenute in un'interrogazione presentata sul tema da deputati non componenti della Commissione.

Gian Pietro DAL MORO (PD) sottolinea che il dibattito si sta svolgendo senza le necessarie condizioni di serenità e che - se pure vi sono state dichiarazioni «sopra le righe» - ciò è dipeso dall'iter del provvedimento. Ricorda in proposito che a fine agosto, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, si è proceduto all'audizione dell'Assolatte, che ha motivato le sue richieste con riferimento a problemi di logistica, di inquinamento e di costi di trasporto, e si è quindi provato a far deliberare la Commissione. Ricorda altresì di aver allora proposto, insieme al deputato Fogliato, di procedere anche all'audizione delle organizzazioni agricole. A suo giudizio, tale proposta avrebbe dovuto invece essere avanzata dal relatore.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, osservando di essere stato più volte contestato dal collega Dal Moro, sottolinea di aver avanzato una proposta per le audizioni, che però sono state decise dalla Commissione, in una data che non è stata da lui fissata. Chiede pertanto alla presidenza di precisare lo svolgimento dei fatti.

Gian Pietro DAL MORO (PD) precisa che intendeva solo rilevare che sarebbe stato opportuno che la proposta di ascoltare anche il mondo della produzione fosse stata avanzata dal relatore. In questo senso, il dibattito si è avviato in condizioni di mancanza di serenità.
Nel merito, osserva che il relatore ha preso le mosse dal fatto che l'Italia produce meno latte di quanto ne consumi, affrontando il problema «dalla coda». Tuttavia, invita a considerare che la situazione non migliorerebbe per i produttori e per le famiglie se si importasse più latte, ma peggiorerebbe, con la conseguenza di impoverire in termini economici le aziende agricole. Sottolinea poi che lo yogurt è un prodotto ampiamente commercializzato dalla grande distribuzione, prevalentemente non italiana. L'Italia rischia perciò di diventare sotto diversi profili sempre più dipendente dall'estero, senza una minima difesa delle produzioni.

Paolo RUSSO, presidente, precisa che la Commissione ha esaminato lo schema di decreto legislativo nelle sedute del 20, del 26 e del 27 luglio, quindi ben prima della sospensione dei lavori. Nella seduta del 31 agosto si è svolta l'audizione dell'Assolatte e non era previsto che si deliberasse il parere. L'esame è poi proseguito il 7 settembre e il 14 settembre si è svolta l'audizione delle organizzazioni agricole. Sottolineando che è consuetudine della Commissione cercare un accordo sul metodo, ricorda che si sono decise insieme le audizioni e, quando è stato chiesto di ascoltare altri soggetti, nessuno ha formulato obiezioni.

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Avverte quindi che il relatore deve temporaneamente allontanarsi, in quanto chiamato a svolgere il compito di relatore anche in altra Commissione.

Teresio DELFINO (UdCpTP) ritiene che la Commissione dovrebbe valutare la questione oggetto dell'odierno dibattito con riferimento alle complessive problematiche del settore lattiero-caseario, ivi comprese le procedure di infrazione in materia di quote latte, procedendo ad una analisi larga, che coinvolga anche il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, che interverrà in audizione nella giornata di domani.
Tale settore, come ricordato in un'intervista recente rilasciata da Dario Fruscio, già presidente dell'AGEA, si trova in una situazione preoccupante, con multe non riscosse per 1.600 milioni di euro e con il possibile avvio di una procedura di infrazione a livello comunitario. Sarebbe pertanto un grave errore non inquadrare complessivamente le varie questioni riguardanti la filiera lattiero-casearia, di primaria importanza per il settore agroalimentare italiano, offrendo, come Commissione Agricoltura, una risposta ai temi critici oggi aperti nella filiera.

Sebastiano FOGLIATO (LNP), nel rendere atto al presidente della Commissione del criterio della massima trasparenza a cui si ispira costantemente, ricorda che fu proprio grazie alla sensibilità del presidente che si decise di procedere ad ulteriori audizioni sulle problematiche relative al latte concentrato, proprio quando sembrava che la Commissione avesse esaurito l'esame del provvedimento. Altro conto è ovviamente la diversità di posizioni politiche sul merito delle questioni.

Gian Pietro DAL MORO (PD) ricorda che la Commissione stava per procedere alla votazione del parere.

Paolo RUSSO, presidente, ribadisce che nella seduta del 31 agosto non era prevista alcuna votazione.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) respinge fermamente qualunque strumentalizzazione relativamente alla posizione assunta dal suo gruppo.
Nel ribadire poi la contrarietà ad una formulazione del parere come quello prefigurato dal relatore, annuncia che il suo gruppo si esprimerà in modo responsabile. Ricorda a tale riguardo che la posizione della Lega su questa materia è nel senso di attribuire priorità alla tutela delle produzioni agricole locali; si tratta di una posizione da sempre sostenuta, testimoniata dal ministro Zaia e presente nel programma elettorale votato dai cittadini.
Ricorda inoltre che il mondo della produzione si è espresso su tale questione in modo inequivocabile e che se qualcuno non ne vorrà tenere conto se ne assumerà in proprio la responsabilità. Infatti, le associazioni degli agricoltori hanno chiarito che la concentrazione del latte può essere effettuata attraverso la evaporazione di una quantità di acqua pari al 20 per cento del peso del latte, ma anche - in modo irregolare - attraverso l'aggiunta di latte in polvere al latte. Fa presente che tale eventualità è fonte di preoccupazione per il suo gruppo, per il rischio che si aprano le porte al latte concentrato ottenuto con latte in polvere, mentre andrebbe tutelata l'immagine dello yogurt quale prodotto naturale. Non ritiene invece rilevante l'argomento dei costi di trasporto del latte, che non appaiono vitali per la grande industria alimentare.

Paolo RUSSO, presidente, ritiene che le preoccupazioni del deputato Fogliato siano più che ragionevoli e che il relatore abbia esposto considerazioni che vanno nella stessa direzione, preannunciano la presentazione per la seduta di martedì prossimo una proposta di parere che tenga conto di tutte le criticità espresse in questa sede.

Anita DI GIUSEPPE (IdV), nel ricordare l'impegno profuso della Commissione in tutte le occasioni in cui è stata chiamata a deliberare, ritiene necessario uno sforzo ulteriore per trovare il modo di tutelare i

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produttori e i consumatori in una dimensione europea. A tale fine ritiene giusto, anche al fine di tenere presenti i contributi acquisiti, andare avanti articolando in maniera diversa il deliberato della Commissione al fine di raggiungere gli obiettivi individuati.

Viviana BECCALOSSI (PdL), nel condividere le considerazioni del relatore, ritiene che la Commissione abbia analizzato il provvedimento in maniera particolarmente approfondita, ascoltando in audizione tutta la filiera e non soltanto una parte, come è sua consuetudine, e dedicando all'argomento molte sedute.
Premesso che non sempre la politica riesce a trovare soluzioni che accontentino tutti gli interessati, ma che è suo dovere perseguire l'interesse della generalità dei cittadini, ricorda che la Commissione si è costantemente posta l'obiettivo di salvaguardare l'agricoltura italiana. La Commissione ha poi acquisito informazioni sul deficit della produzione rispetto al consumo e sulla sicurezza del latte importato dai Paesi soggetti alle stesse regole dell'Unione europea, del quale si può forse dire solo che è meno buono. La Commissione condivide inoltre l'obiettivo di tutelare i consumatori attraverso un efficace etichettatura. Il parere che il relatore proporrà, in una nuova formulazione già annunciata, non è quindi evidentemente «blindato» e terrà conto di tutti questi aspetti. La Commissione dovrà poi essere in grado di decidere. In proposito, sottolinea che è suo dovere di deputato (non percependo retribuzione alcuna dalle organizzazioni interessate) ascoltare tutti i soggetti interessati, ma essere però in grado di decidere in autonomia. In questo modo soltanto, la politica potrà acquistare la necessaria autorevolezza.

Angelo ZUCCHI (PD), intervenendo a titolo personale, nell'esprimere apprezzamento per il tentativo operato dal presidente della Commissione e dal deputato Beccalossi di interpretare la posizione espressa dal relatore, ricorda che lo stesso ha comunicato la sua intenzione di rimettere l'incarico qualora emergesse l'orientamento da parte della Commissione di rendere un parere meramente positivo. Osserva inoltre che lo stesso relatore, dopo aver compiuto un'analisi abbastanza approfondita, ha fatto intendere che è sua intenzione proporre un parere che apra un percorso che prescinde del tutto dai contenuti della legge delega.
Osserva poi che la posizione assunta dal gruppo della Lega non può che far registrare un evidente conflitto all'interno della maggioranza, che auspica possa avere ripercussioni più generali, in vista del voto previsto nella giornata odierna. In ogni caso, risulta chiara l'implosione della maggioranza, che cercherà tuttavia di trovare un aggiustamento in vista della prossima seduta.

Fabio RAINIERI (LNP), intervenendo in merito alle dichiarazioni del deputato Delfino, già sottosegretario per le politiche agricole, e del deputato Beccalossi, già assessore regionale all'agricoltura, sulla produzione di latte in Italia, rileva che tutte le associazioni di categoria concordano nell'affermare che la produzione è inferiore ai consumi e, per fortuna, ciò viene detto anche apertamente. Tuttavia, essendo anche produttore di latte, deve esprimere dispiacere per quanto invece viene fatto in concreto.

Viviana BECCALOSSI (PdL) chiede al collega Rainieri di precisare se interviene quale produttore o quale parlamentare.

Fabio RAINIERI (LNP), sottolineando di intervenire da parlamentare, ribadisce la sua soddisfazione per le unanimi dichiarazioni delle organizzazioni del settore e al contempo la sua preoccupazione per le politiche prive di senso attuate in Italia, che determinano la chiusura delle aziende produttrici.
Nel merito, ricorda che nel corso dell'audizione, su sua domanda, l'Assolatte ha affermato che l'obbligo di utilizzare traccianti di evidenziazione nel latte ad uso zootecnico non servirebbe più, in quanto per tale latte non sono più previsti contributi

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comunitari. A suo giudizio, tuttavia, non si comprendono i motivi per i quali non si prevede tale obbligo, che potrebbe contribuire a contrastare l'impiego del latte ad uso zootecnico per uso alimentare. Chiede pertanto al relatore di prevedere nella sua proposta di parere anche tale questione, dichiarando in ogni caso di condividere la posizione espressa dal collega Fogliato, a tutela della qualità delle produzioni alimentari.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, precisa di non essere un esperto dal punto di vista tecnico e che pertanto, da parlamentare, ha l'abitudine di ascoltare con attenzione quanto detto dagli altri.
Ricorda poi che - come già evidenziato dal Presidente - la Commissione ha trattato il tema della produzione di yogurt anche nell'ambito del disegno di legge C. 2260, pervenendo all'approvazione condivisa di una disposizione analoga a quella contenuta nella sua prima proposta di parere, con l'articolo 7-septies del testo per l'Assemblea C. 2260-A. Trattandosi di una disposizione già approvata dalla Commissione, egli ha ritenuto di riprenderla, ritenendo altresì opportuno un aggiornamento attraverso l'audizione proposta. In questo senso, ritiene che si dovrebbe dare atto della sua onestà d'intenti.

Gian Pietro DAL MORO (PD) interviene per una precisazione.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda al collega che è il Presidente a dare la parola.

Gian Pietro DAL MORO (PD) osserva che il Presidente non ha impedito le interruzioni di altri colleghi.

Paolo RUSSO, presidente, precisa di aver agito allo stesso modo nei confronti di tutti e invita il deputato Dal Moro a non interrompere il relatore.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, premesso che se si procede ad audizioni occorre ascoltare sul serio quanto viene rappresentato, sottolinea che la questione oggetto del dibattito è di difficile soluzione e che tuttavia una soluzione va costruita.
In questo senso, ribadisce che intende riformulare la sua proposta di parere e che in tale riformulazione non intende proporre alcuna condizione, ritenendo che la costruzione di una filiera non è possibile ora e che si deve in ogni caso delineare un percorso per tale obiettivo. Precisa inoltre, condividendo le preoccupazioni del collega Fogliato, che nessuno nella XIII Commissione vuole lavorare contro gli interessi degli italiani, produttori e consumatori; tutti però devono ricercare le condizioni affinché le aziende italiane non si trovino in una posizione di svantaggio rispetto a quelle di altri Paesi europei. Ritiene perciò necessario, anche per rispetto del lavoro svolto in relazione al disegno di legge C. 2260, esprimere al Governo, attraverso un'osservazione, l'esigenza di lavorare su un percorso di concertazione che porti alla costruzione di una filiera italiana del latte che valorizzi le produzioni italiane e dia certezze agli operatori. Al riguardo, ritiene anche che a tutela delle medesime produzioni sia necessario rafforzare gli obblighi di etichettatura e ogni altra misura consentita dal quadro normativo europeo. Si potrebbe infatti esplicitare il divieto di concentrare il latte con l'aggiunta di latte in polvere, anche se tale pratica è già illegale in base alle norme europee.
Ritiene che se la Commissione vorrà condividere questa impostazione farà un'opera nell'interesse del Paese, dei produttori e dei trasformatori, come dimostra l'esperienza vissuta con la filiera del prosciutto San Daniele. Occorre infatti essere consapevoli che è interesse generale rafforzare la produzione e costruire un tavolo comune, che ponga fuori chi non condivide le regole stabilite. Prende atto che più parti si dichiarano pronte, ma ciò non significa che non si debbano introdurre regole che creino interesse verso la costruzione della filiera.
Annuncia poi che è sua intenzione anche recepire ulteriori suggerimenti emersi

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nel corso delle audizioni, che vanno nella direzione della maggiore chiarezza e trasparenza del testo.
In conclusione, ribadisce che le categorie interessate hanno riconosciuto l'esistenza del problema in discussione, pur avendo manifestato l'esigenza di disporre di più ampi margini di tempo. Desidera anche precisare che non ha alcun interesse a penalizzare le produzioni italiane, ben conoscendo anche quale produttore le difficoltà in cui sono costretti oggi ad operare. Pertanto, invita tutti ad uno sforzo di pragmatismo, nell'interesse del Paese.

Gian Pietro DAL MORO (PD) deve rilevare con dispiacere che nel corso del suo precedente intervento è stato interrotto dal relatore, senza che il Presidente intervenisse, come ha fatto nei suoi confronti. Precisa quindi che neanche lui riceve stipendi e che il suo reddito non dipende neppure dall'indennità parlamentare.
Ricorda poi di aver discusso con il relatore, anche in via informale, dei problemi conseguenti alla sua proposta di consentire l'utilizzo di latte concentrato nella preparazione dello yogurt, sottolineando che tale intervento non è possibile se non c'è intesa nella filiera. Rilevando che la politica presuppone la capacità di mettere insieme interessi contrapposti, ribadisce che non vi sono le condizioni per una forzatura.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, interviene per una precisazione.

Paolo RUSSO, presidente, invita il relatore a non interrompere il collega.

Gian Pietro DAL MORO (PD) conclude, affermando che la prossima settimana potranno essere ulteriormente approfondite le questioni tecniche ed economiche connesse al tema in discussione e che anche il relatore finirà per maturare un diverso convincimento.

Paolo RUSSO, presidente, in considerazione dell'avvenuto inizio della seduta dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di martedì 4 ottobre, precisando che in tale seduta si procederà alla deliberazione del parere.
Avverte infine che nella medesima seduta la Commissione dovrà altresì deliberare in merito all'atto del Governo n. 397, ai disegni di legge di rendiconto e assestamento e alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2011.

La seduta termina alle 16.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.20 alle 16.25.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno 2011, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 397.

SEDE CONSULTIVA

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010.
C. 4621 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.
C. 4622 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

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DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante riordino della normativa sull'attività agricola.
Atto n. 164.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante attuazione del decreto legislativo di riordino della normativa sull'attività agricola.
Atto n. 168.

COMITATO RISTRETTO

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare.
C. 2744 Cenni e C. 4309 Callegari.