CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 marzo 2011
458.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del presidente Enrico LA LOGGIA, indi del vicepresidente Marco CAUSI, indi del presidente Enrico LA LOGGIA. - Intervengono il ministro per le riforme per il federalismo, Umberto Bossi e il ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli.

La seduta comincia alle 15.15.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario.
Atto n. 317.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno rinviato, da ultimo, nella seduta del 22 marzo 2011.

Enrico LA LOGGIA, presidente, tenuto conto dell'imminenza di votazioni presso l'Assemblea della Camera sospende la seduta, che riprenderà al termine delle votazioni stesse.

La seduta sospesa alle 15.25 è ripresa alle 16.

Enrico LA LOGGIA, presidente, nel precisare che si procederà ora alla votazione delle proposte emendative presentate alla proposta di parere del relatore Corsaro (vedi allegato 1), segnala che lo stesso ha predisposto alcune integrazioni e riformulazioni di talune parti della proposta medesima (vedi allegato 2).

Il deputato Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) prima di procedere alle votazioni,

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riterrebbe necessario che vengano concessi tempi adeguati per esaminare le nuove proposte del relatore Corsaro, segnalando anche l'opportunità si stabilire un termine per eventuali emendamenti alle stesse.

Il deputato Massimo Enrico CORSARO (PdL), relatore, precisa che non si tratta di nuove proposte, bensì solo di riformulazioni di alcune parti del parere da lui presentato, effettuate in taluni casi per una migliore organicità del testo, ed in altri casi allo scopo di tener conto di proposte emendative che, d'intesa con il Governo, ha ritenuto condivisibili. Non ritiene pertanto che si tratti di modifiche suscettibili di essere oggetto di nuove proposte emendative.

Enrico LA LOGGIA, presidente, sulla base di quanto precisato dal relatore Corsaro, con il quale conviene pienamente alla luce del contenuto delle integrazioni e riformulazioni in questione, ritiene che si possa procedere alla votazione delle proposte emendative, consentendo comunque ad una breve sospensione dei lavori della Commissione.

La seduta sospesa alle 16.10, è ripresa alle 16.20.

Enrico LA LOGGIA, presidente pone ai voti le proposte 16 Belisario, 8 Causi e 18 Belisario, che risultano respinte. Posta ai voti la proposta emendativa 17 Belisario, che viene approvata, pone quindi in votazione le proposte 19, 20 e 21 Belisario, 39 Baldassarri, nonché 3 Bianco che vengono respinte. Venendo poi ritirata la proposta emendativa 53 Compagna, poste ai voti sono respinte le proposte 54 Lanzillotta e 22 Belisario. Pur ritenendo assorbita la proposta 4 Barbolini, a seguito della riformulazione dell'articolo 5 della proposta di parere, pone la stessa in votazione su richiesta del presentatore, risultando approvata. Passa quindi all'esame della proposta 5 Causi, che ritiene assorbita dalla nuova formulazione del predetto articolo 5.

Il deputato Francesco BOCCIA (PD), relatore, in ordine a tale nuova riformulazione precisa che essa, spostando al 1o gennaio 2013 il termine a partire dal quale sarà possibile incrementare l'aliquota dell'addizionale regionale all'Irpef, assicura che la pressione fiscale non possa essere incrementata fino a tale data. Sottolinea inoltre che l'esenzione della maggiorazione riferita allo scaglione di reddito più basso istituisce una no-tax area per tutti i redditi tassabili ad aliquota del 23 per cento.

Il deputato Marco CAUSI (PD) convenendo sulla riformulazione proposta, ritira l'emendamento.

Enrico LA LOGGIA, presidente, messa ai voti la proposta emendativa 23 Belisario, che risulta respinta, passa alla votazione della proposta 40 Baldassarri, che viene approvata come riformulata. Venendo poi respinte le proposte 41 Baldassarri e 24 Belisario, passa all'esame della proposta 10 Vitali, che considera assorbita, convenendone anche il firmatario, nella nuova formulazione dell'articolo 19-bis della proposta di parere. Esaminando quindi la proposta 25 Belisario, rammenta l'avviso favorevole del relatore e del Governo se trasformata in osservazione. Sul punto conviene il firmatario. Poste ai voti le proposte emendative 2 Stradiotto, che viene respinta, e 6 D'Ubaldo, che viene approvata, passa all'esame della proposta 7 Vitali (nuova formulazione) che, con l'avviso favorevole di relatore e Governo, è posta ai voti ed approvata. Dopo aver messo ai voti le proposte 9 Soro, 45 Vitali e 27 Belisario (nuova formulazione) che vengono approvate, è votata e respinta la proposta 26 Belisario. Poste in votazione le proposte 28 Belisario, 46 Vitali, 29 e 30 Belisario, che vengono respinte, è votata ed approvata la proposta emendativa 47 Vitali. Dichiarando assorbita, con il consenso del firmatario, la proposta 31 Belisario, in quanto contenuta nel nuovo articolo 19-bis, poste ai voti vengono respinte le proposte 11 Nannicini, 32 Belisario e 42 Baldassarri. Passa quindi all'esame della proposta emendativa 43 Baldassarri.

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Il senatore Mario BALDASSARRI (Misto-FLI) sottolinea l'importanza della proposta in esame, che è volta garantire una maggiore efficienza della spesa pubblica, atteso che i costi standard potrebbero incorporare le stesse inefficienze contenute nei costi storici.

Enrico LA LOGGIA, presidente, pone in votazione, la proposta 43 Baldassarri, che risulta respinta. Dopo aver messo ai voti la proposta 12 Causi, che viene anch'essa respinta, passa all'esame della proposta 33 Belisario (nuova formulazione), che, posta ai voti, risulta approvata. Mette quindi ai voti le proposte 34 e 35 Belisario, che vengono respinte. Passando poi all'esame della proposta 44 Baldassarri, il firmatario, su invito del relatore e del Governo, si dichiara disponibile a trasformarla come osservazione nel parere. Posta ai voti la proposta 13 Stradiotto, che viene approvata, si passa all'esame della proposta 14 Misiani, sulla quale vi è l'invito al ritiro.

Il deputato Marco CAUSI (PD) chiede di procedere alla votazione della proposta in esame segnalando che dalle ulteriori verifiche effettuate sulle questioni non vi sarebbero, a differenza di quanto affermato nella scorsa seduta, oneri finanziari connessi all'introduzione del codice identificativo in luogo del codice fiscale al fine di tutela della privacy.

Il ministro Roberto CALDEROLI attesa la difficoltà di valutare in breve tempo l'assenza di potenziali oneri per le regioni in ordine all'implementazione del sistema NSIS, chiede al firmatario della stessa, che concorda, di trasformare la proposta emendativa in osservazione.

Enrico LA LOGGIA, presidente, risultando ritirata la proposta 1 Thaler, pone in votazione le proposte 15 Causi (nuova formulazione) e 48 Vitali, che sono approvate. Passa quindi alla votazione delle proposte 36 e 37 Belisario, che vengono respinte, indi mette ai voti la proposta 52 Lanzillotta (nuova formulazione), che risulta approvata. Pone in votazione la proposta 38 Belisario, che viene approvata.
Passando quindi alle proposte relative alle osservazioni, pone in votazione le proposte 49 e 50 Vitali e 55 Baldassarri che sono respinte. Sono poi poste ai voti e approvate le proposte emendative 51 Vitali, 56 Paolo Franco, e 57 e 58 La Loggia. Avverte infine, prima di passare alla votazione sulla proposta di parere, che la stessa è stata integrata da parte del relatore Corsaro con una disposizione relativa al trasporto pubblico locale.
Risultando ultimate le votazioni sulle proposte emendative alla proposta di parere del relatore Corsaro, ritiene che si possa passare alle dichiarazioni di voto.

Il deputato Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) evidenzia che i contenuti dello schema di decreto legislativo in esame, come pure quelli del provvedimento sul federalismo municipale, contraddicono decisamente, nonostante lo sforzo profuso dai relatori nell'elaborare opportune correzioni all'articolato, gli autentici obiettivi della riforma federalista, in quanto di fatto non si raggiunge affatto una condizione di efficienza della spesa delle regioni e non si produce alcuna riduzione della pressione fiscale. Fa notare che i costi standard sono stati individuati in modo non adeguato e si configurano allo stato quale mero moltiplicatore per la determinazione della spesa assegnata alle regioni, delineando in tal modo un meccanismo iniquo tra le diverse regioni del nord e del sud Italia. Evidenzia che dal testo emerge un sistema incongruo e non efficiente, foriero di un ineluttabile aumento della pressione fiscale e tale da incidere negativamente sulla struttura dell'Irpef, che viene eccessivamente gravata da elementi che ne distorcono il carattere di progressività trasformandola in una leva impositiva squilibrata negli effetti rispetto alle diverse regioni del territorio nazionale.
Paventa quindi il rischio che si verifichi un eccessivo aumento della tassazione e soprattutto adombra una possibile grave penalizzazione delle imprese del Mezzogiorno, per le quali si verrà a determinare una sorta di fiscalità di svantaggio anche

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in considerazione della mancanza di un idoneo assetto perequativo che neutralizzi le discrasie esistenti tra regioni con diversa capacità fiscale. Esprime forti riserve per l'avvenuta delegificazione di materie di carattere tributario e fiscale, in relazione alle quali sono lese le competenze proprie del Parlamento, che ne risulta di fatto esautorato. Per tali motivi conferma i rilievi critici formulati nel corso dell'esame del provvedimento ed esprime il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Il senatore Mario BALDASSARRI (Misto-FLI) sottolinea come a suo avviso i lavori relativi all'esame del provvedimento non abbiano consentito una adeguata riflessione sul testo, bensì un suo peggioramento, anche in relazione ai tempi estremamente ristretti che si sono avuti per valutare le numerose riformulazioni introdotte dai relatori, in ordine alle quali, osserva, è evidentemente maturato un accordo tra i gruppi della maggioranza e del Partito Democratico della Commissione.
Ritiene che con il testo in esame risultino gravemente traditi i veri obiettivi del federalismo fiscale, in quanto, da un lato, non solo non si raggiunge la riduzione della pressione fiscale ma anche, dall'altro, si rischia in prospettiva di far dilagare la spesa pubblica attraverso la sostanziale trasformazione dei costi storici nei costi standard, da cui deriverà la conseguenza di un aumento generalizzato della pressione fiscale. In proposito sottolinea come alcune voci di spesa siano letteralmente esplose negli ultimi anni, come ad esempio quella degli acquisti di beni e servizi, che nel comparto della sanità è aumentata del 50 per cento negli ultimi cinque anni, e quella del trasporto pubblico locale, per la quale gli elevati costi derivanti dalle note inefficienze dei servizi prestati vengono poi ripianati a livello centrale per cui il costo di un biglietto richiede una copertura aumentata di tre o quattro volte a carico dei trasferimenti, vale a dire mediante le tasse pagate dai cittadini.
Evidenzia inoltre che dal provvedimento deriva di fatto un accentramento delle decisioni relative all'ammontare complessivo delle risorse che verranno stabilite per gli enti decentrati di anno in anno con la legge di stabilità, diventando pertanto i costi standard semplicemente un modo per redistribuire un ammontare nazionale di risorse deciso dal Ministro dell'economia.
Nel sottolineare poi il carattere di fatto fortemente regressivo dell'Irpef, come si può peraltro evincere dai dati sull'evasione derivanti dalle statistiche dell'anagrafe tributaria, rileva come, pur considerando l'esenzione dello scaglione con aliquota fino al 23 per cento, l'incremento delle addizionali andrà a gravare in misura preponderante sulla fascia dei redditi medi pagati dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, rientrando nello scaglione tassato con l'aliquota massima del 43 per cento, che ricomprende poche miglia di soggetti.
Conclude pertanto annunciando il proprio voto contrario sulla proposta di parere, considerato che le norme in esso contenute sembrano volte ad una direzione diametralmente contraria a quella del federalismo fiscale, non comportando alcun vincolo di spesa, provocando un aumento della pressione fiscale, nonché mancando l'obiettivo del decentramento delle funzioni agli enti territoriali e del controllo dei cittadini tra le tasse pagate e i servizi ricevuti.

Il senatore Felice BELISARIO (IdV) prima di esporre i motivi di contrarietà del proprio gruppo alla proposta di parere del relatore Corsaro, ritiene necessaria una riflessione sulla correttezza del procedimento seguito nella seduta odierna che di fatto ha escluso alcune forze politiche dalle valutazioni che hanno condotto, con le successive integrazioni, alla formulazione della proposta di parere sulla quale la Commissione è chiamata a votare.
Preannunciando quindi il voto contrario del gruppo dell'Italia dei Valori evidenzia come, a suo avviso, le scelte operate nel provvedimento si traducano in maggiori tasse e minore solidarietà peggiorando conseguentemente le condizioni del

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nostro Paese, già strutturalmente divaricato, accentuandone le differenze tra le macroaree territoriali. Tale aspetto, precisa, denota una scarsa attenzione ai cittadini che dovrebbero essere i principali beneficiari del federalismo fiscale che, sulla base dell'attuale formulazione del testo, sembra avvantaggiare solamente gli amministratori. Sottolinea, a tale proposito, come sia mancata nel procedimento di esame presso la Commissione, che reputa approssimativo e superficiale, una preventiva analisi delle condizioni sociali dei cittadini, ricordando che, dalle statistiche sullo stato di salute della popolazione, l'incidenza delle malattie risulta quattro volte più elevata nelle classi economicamente più disagiate rispetto agli strati più abbienti della società. Al riguardo, con riferimento al settore sanitario, ritiene che nel provvedimento l'attenzione sia focalizzata essenzialmente sulle variabili finanziarie, vale a dire sulla quadratura dei conti, piuttosto che finalizzata a definire un sistema in grado di fornire ai cittadini un adeguato livello di prestazioni in relazione alle loro reali condizioni socio-sanitarie.
Rinviando alla propria proposta di parere per una disamina più completa delle criticità rilevate nel testo del provvedimento, esprime profonde perplessità circa l'impianto complessivo dell'assetto finanziario delle regioni, che appare notevolmente squilibrato dal momento che, a suo avviso, solo poche regioni potranno sopravvivere con le risorse loro attribuite, mentre le altre si vedranno costrette ad utilizzare pienamente la loro autonomia di entrata, incrementando di conseguenza la pressione fiscale complessiva del sistema.

Il deputato Gian Luca GALLETTI (UdC) nel richiamare le considerazioni contenute nella proposta di parere contrario presentato assieme ai colleghi D'Alia, Lanzillotta e Baldassarri, riconferma anche per il provvedimento in esame la valutazione negativa già espressa sui precedenti decreti attuativi del federalismo fiscale. Ciò per numerose ragioni, ad iniziare da una di ordine sistematico, in quanto non è dato individuare i soggetti cui viene affidato il compito di ridurre la spesa, anche a causa dell'assenza dei costi standard e della definizione dei livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni. Ciò comporta che il provvedimento venga di fatto a basarsi sui costi storici, cristallizzando in tal modo le inefficienze che gli stessi incorporano. Ancor più negativa è la propria valutazione sulle entrate, che, differenziando i livelli di tassazione tra le diverse aree geografiche - ad esempio con la divaricazione delle aliquote Irap tra le regioni virtuose e quelle in disavanzo - produrrà una fiscalità «di svantaggio», disegnando di fatto un Paese a due velocità. Occorrerebbe pertanto previamente riparametrare i differenziali tra i bilanci regionali, anche per non farne gravare parte del ripiano a carico di categorie di contribuenti, quali le imprese, che sono esterni al rapporto tra tassazione ed erogazione dei servizi cui dovrebbe mirare il federalismo. Per quanto concerne infine l'Irpef, il peso dell'imposta viene spostato sui redditi medio-alti, aggravando il carico fiscale sui contribuenti più facilmente raggiungibili ed incidendo negativamente sull'auspicata ripresa dei consumi. Per tali ragioni esprime il proprio voto contrario sulla proposta di parere.

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) ritiene che lo schema di decreto vada valutato positivamente, anche in considerazione degli importanti miglioramenti derivanti dal positivo lavoro svolto dai relatori e dal Governo. A fronte di facili enunciazioni di principio che provengono da più parti, il provvedimento delinea una disciplina concreta ed applicabile in tempi rapidi, sulla quale, rammenta, si sono espresse positivamente le Regioni e la Commissione bilancio del Senato, oltre a risultare verificata positivamente dalla Ragioneria Generale dello Stato. Nel favorire l'autonomia fiscale degli enti territoriali, il decreto reca anche un impulso al miglioramento dei conti sanitari, prendendo a riferimento per la costruzione di indicatori di spesa le regioni virtuose, risultando per tali motivi ampiamente

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condiviso e superando, sulla base delle modifiche introdotte a seguito dell'attività della Commissione, i dubbi inizialmente espressi sul testo. Esprimendo pertanto l'avviso favorevole del proprio gruppo chiede la pubblicazione in allegato al resoconto del testo della propria dichiarazione (vedi allegato 3).

Il senatore Walter VITALI (PD) esprime particolare apprezzamento per il lavoro svolto dai due relatori e dal ministro Calderoli, che ha condotto ad un notevole miglioramento del testo, nel quale sono recepite molte delle sollecitazioni che sono emerse nel corso della discussione ed in particolare dal proprio gruppo, ad iniziare dall'approvazione della norma di coordinamento finanziario che di fatto riconosce l'incompatibilità dei tagli operati con il decreto-legge n. 78 del 2010 e l'avvio del federalismo fiscale, che sarebbe stato altrimenti irrimediabilmente compromesso. Questo ultimo aspetto, che ha indotto il proprio gruppo a superare molte delle contrarietà sull'impianto iniziale del decreto, rappresenta, a suo avviso, un risultato molto significativo per il processo di attuazione del nuovo assetto del federalismo regionale; tale previsione andrà estesa anche ai comuni attraverso i decreti integrativi e correttivi previsti dalla legge n. 42.
Evidenzia tre distinti aspetti nel provvedimento che meritano valutazioni differenziate il primo dei quali, su cui si concentrano le maggiori criticità, è la mancanza di collegamento tra l'assetto finanziario di regioni e province e la riforma fiscale complessiva più volte annunciata del Governo e mai concretamente attuata. Sotto il profilo dell'assetto fiscale rileva inoltre due grandi problemi ancora aperti: in primo luogo la questione dell'Irpef, la cui struttura è messa seriamente in discussione dalla facoltà attribuita alle regioni di intervenire in modo differenziato sulla base imponibile, attraverso le detrazioni anziché agire unicamente sulle aliquote dell'addizionale regionale; esprime a tale proposito apprezzamento per l'accoglimento della proposta emendativa del proprio gruppo, finalizzata ad estendere l'esenzione della maggiorazione dell'addizionale Irpef a tutti i titolari di reddito e non solo ai lavoratori dipendenti e pensionati. Un secondo problema riguarda l'Irap, che, sebbene ne sia stata più volte annunciata l'abolizione, costituisce nel nuovo assetto uno dei pilastri fondamentali della finanza regionale, paventando il rischio di concorrenza sleale tra territori causato dalla facoltà attribuita alle regioni di manovrarne le aliquote.
Con riferimento alla sanità, segnala le significative correzioni che sono state apportate in merito ad una migliore definizione del fabbisogno sanitario nazionale standard, ritenendo condivisibile la scelta di mantenere, in tale settore, il più possibile la struttura dell'intesa con le regioni.
Un ulteriore aspetto del provvedimento riguarda la struttura finanziaria dei rapporti tra lo Stato e le regioni, sulla quale sono state apportate, a suo avviso, le modifiche più consistenti e significative, ad iniziare con l'allineamento al 2013 delle decorrenza della fiscalizzazione dei trasferimenti attraverso l'addizionale Irpef e l'avvio del sistema di finanziamento e perequazione a regime, assicurando così un sistema più equilibrato, ordinato e garantista, in particolare per il Sud.
Tra le proposte del proprio gruppo che sono state accolte nel testo del provvedimento, segnala quelle relative alla definizione della procedura per la fissazione dei livelli essenziali delle prestazioni nei settori diversi dalla sanità, per i quali saranno individuate aree omogenee per i servizi offerti e saranno definiti gli indicatori di costo standard, di livello delle prestazioni e di appropriatezza, prevedendo inoltre che fino alla determinazione, con legge, dei Lep, si provvederà ad una ricognizione di quelli esistenti e alla definizione di un percorso di convergenza degli obiettivi di servizio. Ritiene positivo, inoltre, l'inserimento nel testo del provvedimento della misura della perequazione delle capacità fiscali, per le funzioni non fondamentali, fissata in modo da ridurre le differenze tra i territori in misura non inferiore al 75 per cento.

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Per le ragioni sopra esposte annuncia pertanto l'astensione a nome del proprio gruppo.

Il deputato Massimo Enrico CORSARO (PdL), relatore, nel sottolineare di aver già puntualmente affrontato in sede di esame del provvedimento i temi tecnici, grazie anche alla proficua collaborazione con il relatore Boccia, esprime piena soddisfazione per l'assetto del federalismo regionale contenuto nel testo. Esso non soltanto appare centrale nel sistema di relazioni tra Stato ed enti territoriali, ma assume altresì un peso finanziario assai rilevante rispetto ai precedenti decreti legislativi approvati, ed in particolar modo rispetto al federalismo municipale.
Il decreto in procinto di essere approvato, infatti, realizza l'assunto della riforma federalista dello Stato attraverso la responsabilizzazione dei livelli di governo locali, sottoposti al giudizio dell'elettorato, a cui si affianca una maggiore capacità di gestione ed un miglior utilizzo della spesa pubblica, nonché un'azione autonoma rispetto al ricorso alla leva fiscale.
Osserva inoltre che i livelli essenziali di assistenza e quelli delle prestazioni possono essere ora garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, promuovendo lo sviluppo del federalismo fiscale coerentemente con quello del territorio, mediante un'offerta omogenea dei servizi a livello territoriale che consente una valutazione effettiva dell'operato delle singole amministrazioni.
Sotto il profilo dei lavori svolti, inoltre, rimarca con apprezzamento lo sforzo compiuto dal Ministro nonché quello del collega Boccia, che ha mostrato un'effettiva volontà di arrivare alla formulazione di un testo condiviso. L'assenza di contrapposizione, sottolinea, ha permesso di apportare rilevanti modifiche al testo originario, consentendo altresì una adeguata valutazione politica.
Per converso, anche dopo aver ascoltato talune dichiarazioni di voto, esprime il proprio rammarico constatando la mancanza di disponibilità di alcune parti politiche nel rendersi partecipi alla scrittura del provvedimento. Tuttavia, il tentativo di trovare slogan politici sostenendo che è stata persa l'occasione per diminuire la spesa pubblica, come ad esempio quella sanitaria - osserva - non tiene conto che è comunque necessario garantire la continuità dell'offerta dei servizi, non riconoscendo peraltro che il primo passo da fare, chiaramente affermato nel testo proposto, è innanzitutto quello di arrestare la crescita di tale spesa. Conclude pertanto annunciando il voto favorevole del proprio gruppo.

Il deputato Francesco BOCCIA (PD), relatore, nel sottolineare che nella relazione da lui predisposta (vedi seduta 22 marzo 2011) sono fornite le risposte empiriche, e non solo teoriche, alle questioni poste da parte di alcuni colleghi dell'opposizione, riconosce che il lavoro svolto in collaborazione con il relatore Corsaro ha permesso di migliorare il testo finale del provvedimento, anche in considerazione della diversità d'impianto rispetto a quello del fisco municipale.
Evidenzia inoltre che il differimento al 2013 del termine a partire dal quale è prevista la possibilità di incrementare l'addizionale all'Irpef, assicura la certezza che fino a quella data non venga incrementata la pressione fiscale. Da ciò - sostiene - può altresì derivare una maggiore credibilità della Commissione nel suo lavoro di completamento del quadro normativo complessivo relativo al federalismo fiscale.
Nel ringraziare il Governo e gli uffici che hanno consentito di svolgere un pregevole lavoro finale sul testo, conclude rimettendosi alla Presidenza per quanto concerne le correzioni formali eventualmente necessarie in considerazione della celerità con la quale è stato approvato il provvedimento.

Enrico LA LOGGIA, presidente, nel ringraziare non solo i relatori ed il Governo, ma anche tutti i colleghi per il contributo offerto ai lavori della Commissione, ritiene che, concluse le dichiarazioni di voto, si possa passare alla votazione della proposta di parere del relatore Corsaro, come risultante

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dagli emendamenti approvati e dalle integrazioni, riformulazioni ed osservazioni accolte nel corso della seduta (vedi allegato 4).

La Commissione approva.

Enrico LA LOGGIA, presidente, avverte che, essendo stata approvata la proposta di parere del relatore Corsaro, risultano precluse le altre tre proposte di parere presentate, rispettivamente, dall'altro relatore Boccia (vedi seduta del 21 marzo 2011) dai colleghi Galletti, D'Alia, Lanzillotta e Baldassarri (vedi seduta del 22 marzo 2011) nonché da parte del collega Belisario (vedi seduta del 22 marzo 2011).

La seduta termina alle 18.05.