CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 1° febbraio 2011
432.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 1o febbraio 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 10.

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Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, conseguenti alle nuove regole adottate dall'Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri.
C. 3921 Giancarlo Giorgetti.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 gennaio 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che sono state presentate 43 proposte emendative (vedi allegato 1) e chiede quindi al relatore come intenda procedere.

Pier Paolo BARETTA (PD), relatore, osserva come gli emendamenti presentati affrontino molti dei temi segnalati nel corso delle audizioni svolte nell'ambito dell'istruttoria legislativa. Nel ritenere possibile, quindi, un lavoro di sintesi delle proposte emendative presentate, che consenta di raggiungere un ampio consenso in ordine alle modifiche da introdurre, si riserva di presentare le proprie proposte emendative nella giornata odierna.

Renato CAMBURSANO (IdV) suggerisce di raggruppare le proposte emendative presentate e quelle che il relatore sia accinge a formulare con riferimento alle tematiche principali di discussione emerse anche nel corso delle audizioni che si sono svolte, al fine di trovare una posizione comune.

Pier Paolo BARETTA (PD), relatore, con riferimento all'emendamento Lorenzin 4.2 e all'articolo aggiuntivo Lorenzin 5.01, volti ad introdurre una rilevazione del diverso impatto delle politiche pubbliche sugli uomini e sulle donne, nonché all'elaborazione di un vero e proprio bilancio di genere, osserva come le proposte introducano temi ulteriori rispetto a quelli considerati nella proposta di legge presentata. Nel ritenere, tuttavia, meritevoli di attenzione le tematiche affrontate da queste proposte emendative, evidenzia l'opportunità di un approfondimento sui temi del bilancio di genere, al fine di verificare l'effettiva sostenibilità sul piano tecnico delle innovazioni proposte.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, con riferimento alla proposta emendativa Lorenzin 5.01 preannuncia che gli uffici predisporranno la documentazione necessaria volta a consentire anche gli opportuni raffronti con le principali esperienze europee.

La seduta termina alle 10.10.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 1o febbraio 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 10.10.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale.
Atto n. 292.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 26 gennaio 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che nella giornata di giovedì 27 gennaio 2011 l'onorevole La Loggia ha presentato, nell'ambito della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, una nuova proposta di parere con riferimento allo schema di decreto legislativo in esame, segnalando altresì che il successivo 28 gennaio 2011 è stata trasmessa una nuova relazione tecnica riferita al testo del decreto legislativo che risulterebbe a seguito dell'approvazione di tale proposta di parere. Nel segnalare che la Commissione dispone,

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quindi, degli elementi per proseguire il proprio esame, osserva, tuttavia, che appare opportuno un approfondimento sulle procedure da seguire ai fini dell'espressione del parere. Sottolinea, infatti, le peculiarità del ruolo del parere della Commissione bilancio, che, dovendosi riferire alle implicazioni finanziarie del provvedimento, a suo avviso non può che intervenire successivamente alla definizione da parte della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale di un nuovo testo del decreto legislativo. Nel rilevare l'opportunità di acquisire al riguardo l'orientamento della Commissione bilancio del Senato della Repubblica, chiede ai componenti della Commissione se condividano la procedura di esame ipotizzata.

Renato CAMBURSANO (IdV), nel richiamare l'intervento svolto nella seduta del 26 gennaio 2011 dall'onorevole Ciccanti, sottolinea come, pure essendo il parere della Commissione formalmente rivolto direttamente al Governo, non si può tuttavia non tener conto delle evoluzioni emerse nel corso del dibattito e del confronto rispetto al testo originariamente depositato dal Governo. Ricorda come, a differenza di quanto si verifica in sede di Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, in questa sede non è possibile presentare proposte emendative, ma solo eventualmente pareri alternativi, attenendosi comunque alla valutazione di profili di carattere finanziario. Ritiene quindi che, pur condividendo in linea teorica le richiamate osservazioni dell'onorevole Ciccanti, sarebbe più opportuno che la Commissione si esprimesse solo dopo l'eventuale approvazione del parere della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

Pier Paolo BARETTA (PD) ritiene ragionevole che la Commissione bilancio esprima il proprio parere al termine dell'iter di elaborazione del testo del decreto legislativo, osservando come prima del completamento di tale processo sussisterebbero numerose incognite rispetto alle implicazioni finanziarie del provvedimento e, pertanto, la Commissione non sarebbe in condizione di esprimere consapevolmente le proprie valutazioni. Pur rilevando che su un piano politico potrebbe privilegiarsi anche la soluzione opposta, in quanto la preventiva espressione del parere da parte della Commissione bilancio consentirebbe di fissare dei paletti non superabili dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, sottolinea tuttavia che le peculiarità del ruolo attribuito al parere della Commissione bilancio richiedano che esso intervenga a conclusione del processo di elaborazione del testo del decreto legislativo. Osserva, peraltro, che la Commissione bilancio dovrà disporre di tempi adeguati per elaborare il contenuto del parere, esaminando il contenuto del provvedimento e le sue rilevanti conseguenze finanziarie.

Massimo POLLEDRI (LNP) sottolinea come, nell'ambito del procedimento delineato dalla legge n. 49 del 2009, sia la Commissione bicamerale ad esercitare un ruolo di guida rispetto ai pareri sugli schemi di decreti legislativi presentati dal Governo. Sottolinea come riaprire completamente la discussione, introducendo nuove tematiche, significherebbe non svolgere il necessario ruolo di stimolo rispetto al lavoro della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. Ritiene in proposito preferibile che la Commissione si esprima prima di quest'ultima, sottolineando come vi sia stata una discussione approfondita, anche con i rappresentanti degli enti locali, trovando con questi ultimi una sostanziale condivisione. Fa presente che la Lega Nord ritiene necessario concludere i lavori avendo come riferimento tale ultima ipotesi da sottoporre all'approvazione della Commissione bicamerale. Pur consapevole del fatto che il parere della Commissione viene reso direttamente al Governo, sottolinea l'opportunità che esso venga adottato prima della deliberazione della Commissione

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parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, al fine di poter maggiormente incidere anche sulle sue decisioni.

Massimo VANNUCCI (PD), nel rilevare come alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale è attribuito un ruolo essenziale per l'esame degli schemi di decreto legislativo attuativi nella legge n. 42 del 2009,osserva tuttavia che le Commissioni bilancio della Camera e del Senato esprimono il proprio parere direttamente al Governo, diversamente dalla altre Commissiono, che invece formulano rilievi alla Commissione bicamerale, e si pongono pertanto su un piede di parità rispetto a tale ultima Commissione. Per quanto attiene ai tempi dell'espressione del parere, ritiene che non abbia senso che la Commissione bilancio si esprime prima della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, in quanto il parere della Commissione bilancio si riferisce essenzialmente ai profili di carattere finanziario del provvedimento, che saranno definiti solo al termine del suo esame da parte della Commissione bicamerale. In un esame successivo, infatti, la Commissione potrebbe anche apportare eventuali correttivi di carattere finanziario rispetto al testo elaborato dalla Commissione bicamerale, che dovrebbero essere conseguentemente valutati dal Governo nell'adozione del testo finale del decreto legislativo.

Roberto OCCHIUTO (UdC) esprime condivisione rispetto alla posizione assunta dall'onorevole Vannucci ed alle indicazioni del presidente, ritenendo più opportuno rendere il parere di competenza della Commissione dopo la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. Fa presente che, secondo notizie apparse su organi di stampa, vi sarebbe l'intenzione del Ministro Calderoli di trattare con le opposizioni fino all'ultimo momento utile e che pertanto appaiono probabili ulteriori modifiche rispetto ai testi finora conosciuti. Evidenzia in proposito il rischio che la Commissione si esprima su un testo che verrà poi superato dal Governo. Ritiene quindi preferibile lo svolgimento di una discussione nelle giornate di mercoledì e giovedì, al fine di addivenire all'espressione del parere di competenza della Commissione, dopo l'eventuale approvazione del parere della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

Roberto SIMONETTI (LNP), nel ricordare che la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale è prevista per la giornata di giovedì 3 febbraio, osserva che sussistono le condizioni perché la Commissione bilancio, anche essa convocata nella medesima giornata, si esprima tenendo conto della proposta di parere elaborato nell'ambito della Commissione bicamerale. Per quanto attiene al rapporto tra i pareri della Commissione bilancio e la Commissione bicamerale, osserva che, pur non essendoci precedenti univoci, nell'esame degli ultimi due schemi di decreti legislativi attuativi delle deleghe contenute nella legge n. 42 del 2009, il parere della Commissione bilancio ha preceduto quello della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, sottolinea che il Governo ritiene politicamente opportuno migliorare il testo fino all'ultimo momento utile. Ricorda che la Commissione deve esprimere il proprio parere direttamente al Governo, sottolineando in proposito come sarebbe più utile che ciò avvenga, avendo come riferimento un testo consolidato. In tal caso, la Commissione potrebbe esprimersi prima dell'espressione del parere da parte della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, altrimenti si potrà procedere successivamente all'adozione del medesimo. Ritiene in ogni caso utile individuare idonei spazi di discussione, riservandosi a tal fine di integrare eventualmente le convocazioni della Commissione, e chiede se, rispetto

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alla relazione tecnica trasmessa dal Governo, vi siano richieste di integrazioni o valutazioni, al fine di consentire al Governo medesimo di poter fornire i necessari chiarimenti in tempo utile rispetto al termine della discussione.

Marco CAUSI (PD) rileva come si rendano necessari puntuali chiarimenti con riferimento ad alcune delle informazioni contenute nella relazione tecnica trasmessa dal Governo lo scorso 27 gennaio. In primo luogo con riferimento alle disposizioni all'articolo 1, evidenzia l'esigenza che il Governo risponda puntualmente alle richieste di chiarimento contenute nella documentazione elaborata dagli uffici della Camera. In particolare, segnala come il testo che risulterebbe dall'ultima proposta di parere non ripropone la disposizione, contenute nello schema, che prevedeva la possibilità di variare le aliquote di compartecipazione dei gettiti alla determinazione dei fabbisogni standard, indicando implicitamente che non si prevede una definizione in tempi brevi di tale fabbisogni. Nel segnalare inoltre la necessità che il Governo fornisca i chiarimenti richiesti dagli uffici con riferimento alle implicazioni finanziarie delle disposizioni dell'articolo 2, che introduce la cedolare secca sugli affitti, esprime inoltre perplessità sulle elaborazioni relative agli articoli 4 e 5 dello schema che prevedono l'istituzione dell'imposta municipale propria. Sulla base di proprie elaborazioni, che sottopone alla valutazione della Commissione, osserva che lì'aliquota di equilibrio individuata nella proposta di parere da ultimo formulata nella misura dell'0,76 per cento non appare sostenibile sulla base dei dati relativi alle basi imponibili della nuova imposta sottoposte ad aliquota piena ed agevolata e delle esclusioni previste dalla medesima proposta di parere. Sulla base delle proprie valutazioni ritiene che la aliquota di equilibrio per l'imposta municipale propria sia superiore a quella indicata dalla proposta di parere.

Maino MARCHI (PD) chiede al Governo di rispondere in maniera puntuale ai rilievi espressi dall'onorevole Causi nonché contenuti nella documentazione predisposta dagli uffici della Camera.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame dello schema ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.45.

RISOLUZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO

Martedì 1o febbraio 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 10.45.

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2010 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare (relazione intermedia).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame della risoluzione, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 gennaio 2011.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, comunica di aver predisposto una riformulazione della risoluzione a sua prima firma 7-00476 volta a recepire le indicazioni formulate dai gruppi (vedi allegato 2). In particolare con riferimento all'accesso delle piccole e medie imprese al mercato dei capitali, raccogliendo una sollecitazione dell'onorevole Vannucci, ha ritenuto di inserire un riferimento alla specificità di tali imprese anche con riferimento all'accesso al credito. Recependo talune indicazioni emerse nel parere approvato dalla XIV Commissione nella seduta del 26 gennaio 2011, ha ritenuto di inserire un riferimento alla modifica della disciplina di aiuti di Stato

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alle imprese, al fine di consentire l'erogazione in misure di sostegno in favore di settori economici maggiormente colpiti dalla crisi, nonché, recependo peraltro anche un'indicazione degli onorevoli Cambursano e Vannucci, di dedicare un apposito paragrafo alla necessità di procedere verso una armonizzazione dei regimi fiscali e, infine, di inserire un esplicito riferimento alle priorità della strategia Europa 2020 ed alla armonizzazione dei bilanci nazionali con quello dell'Unione europea. Sottolinea quindi di aver rafforzato, sulla base delle indicazioni proposte dall'onorevole Baretta e dall'onorevole Vannucci, il paragrafo relativo alla emissione di titoli di debito dell'Unione europea, precisando che essi dovranno essere prioritariamente utilizzati per il finanziamento dei progetti europei in materia di grandi infrastrutture. Con riferimento, alla questione dell'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, sottolineando come la maggioranza sia sempre stata scettica sulla utilità di una tale misura, in considerazione delle richieste in proposito pervenute da parte degli onorevoli Baretta, Vannucci e Cambursano, nonché emerse nel richiamato parere della XIV Commissione, fa presente di aver inserito il riferimento alla possibilità dell'avvio di una sperimentazione di tale misura, destinando le eventuali relative entrate alla riduzione dell'indebitamente dei Paesi membri ed evidenziando come, in ogni caso, tale imposta dovrebbe avere un carattere omogeneo in tutta l'Unione europea e tenere conto del quadro internazionale di riferimento. Con riferimento all'Agenzia europea del debito, comunica di aver eliminato, recependo un'indicazione dell'onorevole Cambursano, il riferimento alla quota del 50 per cento, inteso come limite per il finanziamento dei titoli emessi dagli Stati membri. Sottolinea quindi di aver inserito un ulteriore paragrafo in cui si chiede, sulla base di quanto proposto dall'onorevole Baretta e contenuto nel parere della XIV Commissione, di verificare la fattibilità dell'ipotesi, peraltro prospettata dal Parlamento europeo, di un'emissione mutua di una parte del debito sovrano degli Stati membri dell'Unione europea.

Massimo POLLEDRI (LNP) esprime perplessità sull'osservazione contenuta nella nuova formulazione della risoluzione Toccafondi 7-00476 relativa alla sperimentazione di una tassa sulle transazione finanziarie, osservando come la maggioranza si sia dichiarata apertamente contraria alla possibile introduzione nel nostro ordinamento di una imposizione patrimoniale, prospettata negli scorsi giorni sulla stampa. In proposito, osserva come, a seguito della crisi, nell'ordinamento americano, si sia operato un ingente finanziamento del debito privato attraverso l'incremento dell'indebitamento pubblico, mentre in Europa si stia ipotizzando un finanziamento del debito pubblico attraverso un incremento della tassazione del sistema privato. Ritiene, tuttavia, che si tratti di una scelta erronea, in quanto l'incremento della tassazione sul sistema finanziario rischia di deprimere gli scambi, con evidenti ricadute negative per la finanza pubblica.

Renato CAMBURSANO (IdV) con riferimento alla tassa sulle transazioni finanziarie, esprime una posizione opposta rispetto a quella illustrata dall'onorevole Polledri, sottolineando come la formulazione prospettata dal relatore sia solo un piccolo passo rispetto alla direzione richiesta dall'Italia dei Valori di introdurre senz'altro una tale imposta, i cui proventi potrebbero essere destinati al rilancio dell'economia. Richiama in proposito la posizione francese, sottolineando che non vi sarebbero i temuti effetti depressivi sull'economia. Con riferimento all'armonizzazione dei regimi fiscali, dà atto al relatore di aver recepito correttamente la proposta avanzata dal suo gruppo, mentre chiede che sia espunto il riferimento alla possibilità di utilizzare «in tutto o in parte» gli eurobond per il finanziamento del debito pubblico degli Stati membri, ritenendo preferibile non inserire alcun vincolo. Insiste quindi sulla proposta, già

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formulata dal suo gruppo, non recepita dal relatore, di destinare tutte le eventuali entrate straordinarie all'abbattimento del debito pubblico evidenziando come questa sia una priorità per l'Italia. Ribadisce, quindi, la richiesta di cogliere l'occasione della risoluzione in esame per avviare il percorso del semestre europeo e la discussione in ordine al Programma nazione di stabilità e al Piano nazionale delle riforme. In proposito richiama le osservazioni critiche formulate dalla Commissione europea che riguardano sicuramente anche la situazione italiana, pur non citata espressamente.

Roberto OCCHIUTO (UdC), nell'esprimere il proprio apprezzamento per lo sforzo compiuto dal relatore nel recepimento delle osservazioni formulate dalle diverse parti politiche, rileva l'opportunità di preservare lo spirito collaborativo che ha ispirato la predisposizione delle risoluzioni e dei documenti conclusivi relativi agli atti normativi e di indirizzo dell'Unione europea in materia economico-finanziaria. Ritiene, pertanto, opportuno verificare la possibilità di individuare una formulazione condivisa dell'osservazione relativa all'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie. In proposito, dichiara di concordare con le osservazioni del collega Polledri in ordine alla inopportunità dell'introduzione di una patrimoniale, sottolineando, peraltro, che una tale ipotesi non è espressamente prevista nell'osservazione contenuta nella proposta di riformulazione della risoluzione Toccafondi 7-00476. Auspica, pertanto, che il relatore possa individuare una formulazione volta a consentire un'apertura al dibattito sul tema delle transazioni finanziarie, esplicitando che tale tassazione non dovrebbe tradursi in un'imposizione di tipo patrimoniale. Concorda, inoltre, con le considerazioni del collega Cambursano in ordine alla destinazione delle entrate straordinarie alla riduzione del debito pubblico, evidenziando che non avrebbe senso ipotizzare l'introduzione di una tassazione sulle transazioni finanziarie qualora le maggiori entrate fossero destinate non alla riduzione dell'indebitamento, ma al sostegno della spesa corrente.

Pier Paolo BARETTA (PD), nel ringraziare il relatore per il lavoro svolto, ricorda che il tema della tassa sulle transazioni finanziarie è oggetto di un dibattito europeo e ritiene che la formula adottata dal relatore, nel senso di aprire la strada ad una sperimentazione, possa essere considerata come una posizione equilibrata. In proposito, ritiene che si potrebbe rafforzare il richiamo alla necessità che tale imposta sia omogenea almeno nell'ambito dell'Unione europea, piuttosto che inserire un richiamo all'eventualità di una imposta di tipo patrimoniale che sarebbe un tema diverso. Con riferimento all'utilizzo delle eventuali risorse derivanti da entrate straordinarie, ritiene che sarebbe più utile garantire una maggiore flessibilità al fine di lasciare la possibilità di effettuare eventualmente manovre espansive, di riduzione delle tasse e comunque a sostegno dell'economia. Pur ritenendo che, nell'attuale fase storica, la priorità dovrebbe essere l'abbattimento del debito pubblico, sottolinea come sia meglio evitare un divieto di utilizzo assoluto.

Massimo VANNUCCI (PD), nell'associarsi ai ringraziamenti al relatore per il lavoro svolto nell'elaborazione di un nuovo testo della risoluzione presentata, dichiara in primo luogo di concordare con le osservazioni del collega Baretta in ordine alla non assimilabilità della tassazione sulle transazioni finanziarie ad un imposta patrimoniale. Ricorda, infatti, che il tema della tassazione delle transazioni finanziarie è stato riproposto negli ultimi anni, con riferimento all'introduzione della cosiddetta Tobin Tax: una limitata imposizione sulle transazioni sui mercati finanziari, i cui proventi avrebbero dovuto essere destinati ad interventi specifici in materia di cooperazione allo sviluppo e di aiuti al Terzo Mondo. La caratteristiche di questa imposta non si presterebbero, a suo avviso, ad una destinazione dei proventi alla riduzione del debito pubblico, anche in

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ragione della probabile limitata entità delle maggiori entrate derivanti dalla nuova tassa.
Per quanto riguarda, invece, il tema della destinazione delle entrate straordinarie alla riduzione del debito pubblico, osserva che la Commissione sta esaminando una risoluzione del Parlamento europeo e, pertanto, eventuali osservazioni formulate nella risoluzione da approvare al termine dell'esame non dovranno riferirsi esclusivamente al nostro Paese, ma anche ad altri Stati membri che presentano una situazione di indebitamento meno grave della nostra. Ritiene, pertanto, opportuno che un'eventuale osservazione volta a prevedere la destinazione delle entrate straordinarie alla riduzione del debito dovrebbe riferirsi esclusivamente ai Paesi che non rispettino la soglia rilevante ai fini dell'applicazione del Patto di stabilità ovvero presentino un rilevante peggioramento della situazione di indebitamento.
Per quanto riguarda più specificamente il tema dell'imposta patrimoniale, osserva come nel nostro Paese il prelievo fiscale si concentri essenzialmente sui redditi e, in particolare, su quelli da lavoro dipendente, mentre la tassazione dei redditi e dei patrimoni, specialmente a seguito dell'integrale abolizione dell'ICI sulla prima casa, è assolutamente insufficiente. In questo contesto, ritiene che non sia possibile ipotizzare - come proposto nei giorni scorsi da Pellegrino Capaldo - una nuova imposta con un gettito pari a circa 900 miliardi di euro, da porre a carico essenzialmente delle famiglie e delle imprese, dovendosi invece lavorare ad un riequilibrio della tassazione, che preveda un incremento sull'imposizione sulle rendite e sui patrimoni, senza incrementare il livello della pressione fiscale. In questo contesto, a suo avviso, dovrebbe in primo luogo valutarsi l'ipotesi di un incremento dell'imposizione sui patrimoni improduttivi, sottolineando come tale incremento potrebbe costituire un importante strumento di sviluppo economico e sociale. In proposito ricorda, infatti, come il professor Spaventa in una recente audizione informale presso questa Commissione, abbia sottolineato l'esigenza di assicurare un'adeguata crescita economica, in quanto l'incremento del PIL è uno strumento fondamentale per il contenimento del debito pubblico. Anche alla luce del sensibile incremento del debito pubblico nei primi 30 mesi di questa legislatura, ritiene pertanto necessario affrontare il tema del riequilibrio della tassazione in modo non ideologico, al fine di individuare forme di imposizione che promuovono la crescita e lo sviluppo economico.

Amedeo CICCANTI (UdC) nel richiamare l'intervento dell'onorevole Occhiuto, ringrazia il relatore per il lavoro svolto ed esprime condivisione sul testo da lui predisposto. Con riferimento all'armonizzazione dei regimi fiscali, nel dichiararsi totalmente d'accordo, ritiene tuttavia opportuno chiarire che essa riguardi anche le tasse sulle rendite finanziarie, con esclusione dei titoli del debito pubblico, al fine di evitare ogni forma di concorrenza fiscale. In proposito, ritiene preferibile riferirsi espressamente a tale ambito, che pure, a suo avviso, potrebbe essere considerato implicito nel richiamato paragrafo sulla armonizzazione fiscale. Ritiene che si potrebbe inoltre inserire un riferimento all'esclusione di un'imposta patrimoniale. Con riferimento alla tassa sulle transazioni finanziarie, nel dare atto al relatore di avere individuato una soluzione di equilibrio tra le opposte sensibilità, ritiene che per superare le criticità emerse, si potrebbe ricorrere all'espressione «progettazione», sottolineando come tale tassa, malgrado il dibattito che vi è stato nel corso degli anni, non è stata mai introdotta in considerazione delle difficoltà pratiche che essa suscita. Evidenzia in proposito come la sede più appropriata per una discussione sulla questione sia il Fondo monetario internazionale, poiché essa potrebbe, a suo avviso, essere efficace solo se assumesse una dimensione globale. Auspica quindi che sulla risoluzione predisposta dall'onorevole Toccafondi, e integrata

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con le modifiche illustrate nel corso del dibattito, vi possa essere un consenso unanime dei gruppi.

Massimo POLLEDRI (LNP), pur comprendendo l'esigenza di operare una mediazione tra le diverse proposte al fine di raggiungere un ampio consenso sulla formulazione dell'osservazione relativa all'introduzione della tassa sulle transazione finanziarie, ribadisce che tale introduzione rischia di determinare un rilevante freno alla crescita economica, in quanto è suscettibile di determinare una contrazione degli investimenti.

Renato CAMBURSANO (IdV) sottolinea che nessuno vuole un aumento delle tasse per chi investe, evidenziando come una tassa sulle rendite finanziarie ha un significato diverso e comunque non può essere ricondotta nell'ambito di una imposizione patrimoniale. Con riferimento all'utilizzo degli eurobond, ricorda che vi è un dibattito aperto in sede europea e ribadisce che occorre ulteriormente lavorare sul testo proposto dal relatore Toccafondi, eliminando il riferimento alla possibilità di un utilizzo totale o parziale dei medesimi a copertura del debito pubblico. Con riferimento alle osservazioni di cui alla lettera e) della risoluzione, pur comprendendo che il vincolo alla destinazione di risorse derivanti da entrate straordinarie all'abbattimento del debito pubblico può non essere necessario in tutti i Paesi europei, ritiene comunque opportuno chiarire che esso dovrebbe essere introdotto almeno nei Paesi caratterizzati da un forte livello del debito pubblico o dell'indebitamento netto. Nell'esprimere contrarietà rispetto all'introduzione di un'imposta patrimoniale, sottolinea che non si può essere favorevoli ad un tale tipo di imposta ed essere contemporaneamente contrari all'utilizzo in via esclusiva delle risorse derivanti da entrate straordinarie all'abbattimento del debito pubblico.

Pier Paolo BARETTA (PD) osserva come il tema delle tassazioni finanziarie non possa essere confuso con quello dell'introduzione di un'imposta patrimoniale o di un'imposizione sugli investimenti, rilevando altresì come l'incremento della pressione fiscale possa realizzarsi anche a seguito dell'incremento delle addizionali di cui si sta discutendo proprio in questi giorni. Auspica, pertanto, che si possa raggiungere un accordo su una formulazione dell'osservazione relativa alla tassazione delle transazioni finanziarie.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, con riferimento al tema dell'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie, fa presente che la risoluzione da lui presentata contiene una prima apertura in proposito, dal momento che nei documenti fino ad ora approvati dalla Commissione non si era mai fatto espresso riferimento all'introduzione di una tale forma di imposizione. Nel concordare sul fatto che questa forma di tassazione non coincide con la patrimoniale della quale si è dibattuto in questi ultimi giorni sulla stampa, ritiene tuttavia che debba valutarsi con attenzione l'introduzione di nuove forme di tassazione, dal momento che l'incremento della pressione fiscale appare suscettibile di ostacolare la crescita, che, a suo avviso, costituisce il principale strumento disponibile per ridurre il debito pubblico. Alla luce di queste considerazioni, si riserva di individuare una formulazione dell'osservazione in materia di transazioni finanziarie, che consenta di tenere conto delle diverse sensibilità emerse nel corso del dibattito e del parere reso dalla XIV Commissione, che ha evidenziato l'esigenza di sostenere pienamente l'introduzione di una tassa su tali transazioni.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame della risoluzione ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.45.

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SEDE CONSULTIVA

Martedì 1o febbraio 2011. - Presidenza del vicepresidente Giuseppe Francesco Maria MARINELLO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Luigi Casero.

La seduta comincia alle 14.05.

Interpretazione autentica del comma 2 dell'articolo 1 della legge 23 novembre 1998, n. 407, in materia di assunzioni obbligatorie e quote di riserva a favore dei disabili.
C. 3720-A ed emendamenti.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere favorevole - Parere su emendamenti).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, ricorda che il provvedimento, recante norme di interpretazione autentica del comma 2 dell'articolo 1 della legge n. 407 del 1998 in materia di assunzioni obbligatorie e quote di riserva a favore dei disabili, è già stato esaminato dalla Commissione bilancio nella seduta del 16 dicembre 2010. Fa presente che in quell'occasione la Commissione ha espresso un parere favorevole, formulando una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione e che la Commissione di merito, nella seduta del 19 gennaio 2011, ha concluso l'esame del provvedimento in sede referente, recependo la condizione formulata dalla Commissione bilancio e senza apportare ulteriori modifiche al testo. Osserva, quindi, che il testo all'esame dell'Assemblea non sembra presentare profili problematici dal punto di vista finanziario. Al riguardo, ritiene comunque opportuna una conferma da parte del Governo.
Per quanto riguarda il fascicolo n. 1 degli emendamenti trasmessi dall'Assemblea, rileva che gli emendamenti Fedriga 1.1 e Farina Coscioni 1.2 non sembrano determinare un ampliamento delle assunzioni da parte delle pubbliche amministrazioni e, pertanto, non appaiono determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Sul punto, ritiene, comunque, opportuno acquisire l'avviso del Governo.

Il sottosegretario Luigi CASERO ritiene che il provvedimento e le proposte emendative presentate non presentino profili problematici di carattere finanziario.

Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminata la proposta di legge C. 3720-A., recante interpretazione autentica del comma 2 dell'articolo 1 della legge 23 novembre 1998, n. 407, in materia di assunzioni obbligatorie e quote di riserva a favore dei disabili e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo n. 1;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo;
esprime
sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito:

PARERE FAVOREVOLE

sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

NULLA OSTA».

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Concessione di contributi per il finanziamento di attività di ricerca sulla cultura latina del medioevo europeo.
C. 2774-A ed emendamenti.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere favorevole, con condizione, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione - Parere su emendamenti).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

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Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, in sostituzione del relatore, ricorda che il provvedimento, recante la concessione di contributi per il finanziamento di attività di ricerca sulla cultura latina del medioevo europeo, è già stato esaminato dalla Commissione bilancio, da ultimo nella seduta del 30 novembre 2010 e che, in tale ultima occasione, la Commissione ha espresso un parere favorevole formulando una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Fa presente che la Commissione di merito, nella seduta del 2 dicembre 2010, ha concluso l'esame del provvedimento in sede referente recependo la condizione formulata dalla Commissione bilancio senza apportare ulteriori modifiche al testo. Osserva, quindi, che il testo all'esame dell'Assemblea, il quale prevede l'utilizzo con finalità di copertura finanziaria del Fondo speciale di parte corrente relativo all'accantonamento dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze relativo al nuovo triennio 2011-2013, non sembra presentare profili problematici dal punto di vista finanziario. Rileva, peraltro, l'opportunità di precisare, al comma 9 dell'articolo 4, che l'esclusione di emolumenti o compensi ivi prevista trova applicazione anche con riferimento al vicepresidente dell'Edizione nazionale dei testi mediolatini d'Italia. Al riguardo, ritiene opportuna una conferma da parte del Governo. Per quanto attiene al fascicolo n. 1 degli emendamenti, trasmesso, in data 31 gennaio 2011, dall'Assemblea, osserva, con riferimento ai profili di competenza della Commissione bilancio, che gli articoli aggiuntivi Ghizzoni 4. 01 e 4.02 prevedono, rispettivamente, l'incremento dei contributi in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi, di cui alla legge n. 534 del 1996, per un importo di 8 milioni di euro per l'anno 2011, e l'incremento dei contributi a enti e istituti culturali, di cui agli articoli 1 e 8 della medesima legge n. 534 del 1996, per un importo di 3 milioni di euro per l'anno 2011, senza provvedere alla relativa copertura finanziaria. Sottolinea, quindi, che le restanti proposte emendative non appaiono presentare profili di carattere finanziario; sul punto ritiene, comunque, opportuno acquisire l'avviso del Governo.

Il sottosegretario Luigi CASERO condivide l'opportunità di precisare che l'esclusione dagli emolumenti riguarda anche il vicepresidente dell'Edizione nazionale dei testi mediolatini d'Italia ed in proposito raccomanda l'approvazione dell'emendamento Lusetti 4.5. Esprime quindi parere contrario sugli articoli aggiuntivi Ghizzoni 4. 01 e 4.02, in quanto privi della relativa copertura finanziaria, mentre non ha rilievi in merito alle altre proposte emendative.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, in sostituzione del relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminata la proposta di legge C. 2774-A, recante concessione di contributi per il finanziamento di attività di ricerca sulla cultura latina del medioevo europeo e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo n.1.;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo;
esprime
sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito:

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
sia approvato l'emendamento Lusetti 4.5
sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

sugli articoli aggiuntivi 4.01 e 4.02 in quanto suscettibili di determinare nuovi o

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maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti».

Il sottosegretario Luigi CASERO concorda con la proposta formulata dal presidente in sostituzione del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.15.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 1o febbraio 2011. - Presidenza del vicepresidente Giuseppe Francesco Maria MARINELLO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Luigi Casero.

La seduta comincia alle 14.15.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Atto n. 320.

(Rilievi alla I Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione - Deliberazione di rilievi).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica in oggetto.

Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, rileva che lo schema di decreto evidenzia, sia nella premessa sia nella relazione tecnica, che la riorganizzazione in esame viene prevista in ottemperanza alle misure di riduzione della spesa contenute nella legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007), nel decreto-legge n. 112 del 2008 e nel decreto-legge n. 194 del 2009. Lo schema reca inoltre, all'articolo 18, una clausola di invarianza finanziaria. Il provvedimento è corredato di relazione tecnica, verificata positivamente dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.
Quanto ai profili di interesse della Commissione bilancio, osserva preliminarmente che, fra i risparmi indicati dalla relazione tecnica, concorrono al conseguimento degli effetti ascritti alle misure di contenimento delle spese di personale previste dalla legge n. 296 del 2006 e dal decreto-legge n. 112 del 2008 esclusivamente quelli derivanti dalla riduzione delle posizioni dirigenziali di livello generale, pari ad euro 613.359,60. Pertanto, il conseguimento del generale obiettivo di risparmio previsto dalle predette misure potrà essere verificato solo a consuntivo, una volta completato il complessivo processo di attuazione delle medesime norme, con l'emanazione di tutti i provvedimenti da esse previste. Con riguardo alla riduzione delle posizioni dirigenziali non generali, previste a legislazione vigente nella misura complessiva del 25 per cento (15 per cento per effetto della legge n. 296 del 2006 e del decreto-legge n. 112 del 2008, ed un ulteriore 10 per cento per effetto del decreto-legge n. 194 del 2009), pur considerato che alle stesse riduzioni non sono associati effetti diretti di risparmio scontati ai fini dei saldi di finanza pubblica, evidenzia che, posto che la vigente dotazione organica prevede un numero di 262 di posizioni dirigenziali non generali, una riduzione del 25 per cento avrebbe dovuto determinare la soppressione di 65 posti di funzione, laddove la nuova dotazione organica mostra un decurtazione di 61 posizioni dirigenziali di seconda fascia. Sul punto, ritiene opportuno acquisire un chiarimento da parte del Governo. In merito all'articolo 16, evidenzia che andrebbe, altresì, chiarito se il contingente di 9 posti di funzione di livello dirigenziale non generale assegnabile agli uffici di diretta collaborazione del Ministro comprenda anche quelli dell'Organismo indipendente di valutazione della

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performance, di cui all'articolo 14, del decreto legislativo n. 150 del 2009. Ciò in quanto, mentre la norma dispone in tal senso, la Tabella A, annessa allo schema di regolamento in esame, nonché la relazione tecnica, assegnano il suddetto contingente esclusivamente agli uffici di diretta collaborazione. Ritiene, altresì, opportuno che il Governo fornisca chiarimenti in relazione alla compatibilità dell'assetto organizzativo del Ministero definito dal provvedimento in esame e dei connessi obiettivi di risparmio - con particolare riguardo alla nuova determinazione delle posizioni dirigenziali generali - con quanto specificamente previsto dall'articolo 7, comma 6, del decreto-legge n. 78 del 2010 in merito alla trasformazione dei posti corrispondenti all'incarico di componente dei Collegi dei sindaci di enti previdenziali pubblici soppressi - tra i quali IPSEMA - ai sensi dell'articolo 7 del medesimo decreto, in posti di livello dirigenziale generale per le esigenze di consulenza, studio e ricerca, tra l'altro, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Riguardo ai restanti risparmi quantificati dalla relazione tecnica, sottolinea che gli stessi fanno riferimento a misure, quali la riduzione del numero degli uffici dirigenziali di livello non generale e diminuzione della relativa spesa e la riduzione della dotazione organica del personale non dirigenziale e della relativa spesa, rispetto alle quali non sono stati a suo tempo scontati, ai fini dei saldi di finanza pubblica, effetti di risparmio. Rileva tuttavia che detti risparmi di spesa, per quanto attiene al personale non dirigenziale, sono computati con riferimento alla spesa attuale per l'organico di diritto (euro 390.456.661,40). Rispetto a tale importo, la medesima spesa si riduce, con la nuova dotazione organica di diritto, a 316.267.469,52 euro. Quest'ultimo dato, tuttavia, risulta superiore alla spesa riferita al personale attualmente in servizio, pari a 281.085.009,60 euro, desumibile dai dati riportati dalla relazione tecnica (numero delle unità di personale effettivamente in servizio alla data del 1o maggio 2010 e relativo trattamento economico). Alla luce di tali dati, sottolinea che andrebbero forniti ulteriori elementi circa le modalità e i tempi per il conseguimento dei risparmi indicati dalla relazione tecnica.

Il sottosegretario Luigi CASERO, con riferimento ai chiarimenti richiesti dal relatore circa le modalità di computo delle percentuali di riduzione delle posizioni dirigenziali di livello non generale, ritiene correttamente operata la riduzione, pari a complessive 61 posizioni di livello dirigenziale non generale, effettuata dall'Amministrazione. Sul punto, fa presente che, trattandosi di due separati interventi di riduzione, previsti da distinte disposizioni, l'articolo 74 del decreto-legge n.112 del 2008 e l'articolo 2, comma 8-bis del decreto-legge n. 194 del 2009, le misure di riduzione ivi previste vadano applicate singolarmente; pertanto, la base di calcolo per l'applicazione dell'articolo 74 è di 262 posizioni dirigenziali, che porta alla riduzione di 39 posti; conseguentemente, quella presa a riferimento per l'attuazione dell'articolo 2, comma 8-bis, risulta pari a 223 posizioni, da cui vengono sottratti 22 posti. In relazione alla trasformazione tre posti di livello dirigenziale generale corrispondenti all'incarico di componenti di Collegi di sindaci di enti previdenziali soppressi in posti per le esigenze di consulenza, studio e ricerca del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di medesimo livello, rileva che, trattandosi di una previsione normativa intervenuta successivamente (articolo 7, comma 6, decreto-legge n. 78 del 2010), tali posti non potevano essere considerati nella base di calcolo per il computo delle riduzioni. In ogni caso, evidenzia come la trasformazione dei suddetti incarichi non comporti oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, in quanto l'erogazione dei relativi trattamenti economici costituisce una spesa già sostenuta a legislazione vigente e non è suscettibile di determinare ripercussioni negative sull'ammontare dei risparmi di spesa indicati nella relazione tecnica del

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provvedimento. Relativamente alla rideterminazione delle dotazioni organiche del personale non dirigente, fa presente che le percentuali di riduzioni previste dalle sopracitate normative operano sul costo complessivo delle dotazioni organiche vigenti. Osserva, inoltre, che, seppure nel caso specifico il costo teorico della dotazione organica rideterminata risulta superiore a quello dei presenti in servizio, la misura di riduzione è ritenuta suscettibile di produrre risparmi potenziali, che peraltro non sono stati scontati sui saldi di finanza pubblica. Fa presente che tale intervento è destinato, in prospettiva, a produrre effetti di contenimento della spesa di personale, andando a incidere anche sulle facoltà di assunzione da parte dell'amministrazione, che, a legislazione vigente, risulteranno attenuati a partire dal 2014. In relazione all'articolo 16, chiarisce che il contingente di nove posti di livello dirigenziale non generale presso gli uffici di diretta collaborazione ricomprende, pur se non esplicitato nella Tabella A, quelli dell'organismo indipendente di valutazione della performance.

Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, formula la seguente proposta di deliberazione:
«La V Commissione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, secondo il quale:
la complessiva riduzione di sessantuno posizioni di livello dirigenziale non generale è stata effettuata dall'amministrazione in attuazione di due distinte normative e, quindi, sulla base di due differenti basi di calcolo;
la trasformazione di tre posizioni di livello dirigenziale generale corrispondenti all'incarico di componente di collegi di sindaci di enti previdenziali soppressi in posti per le esigenze di consulenza, studio e ricerca del Ministero, la cui previsione non comporta, in ogni caso, oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, è stata effettuata sulla base di una disposizione di legge intervenuta successivamente e tali posti non potevano, pertanto, essere considerati nella base di calcolo per il computo delle riduzioni;
la rideterminazione della dotazione organica del personale non dirigente è ritenuta suscettibile di produrre risparmi potenziali, peraltro, non scontati nei saldi di finanza pubblica;

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto del Presidente della Repubblica e formula il seguente rilievo sulle sue conseguenze di carattere finanziario:
la Tabella A allegata allo schema di regolamento sia formulata in termini conformi a quella allegata al testo dello schema trasmesso a seguito del parere interlocutorio del Consiglio di Stato».

Maino MARCHI (PD) chiede al rappresentante del Governo di voler precisare meglio se sia corretto prevedere una riduzione di 61 posizioni di livello dirigenziale non generale, e non di 65, come risulterebbe dall'applicazione della percentuale del 25 per cento sulla dotazione organica dei dirigenti di seconda fascia.

Mario BACCINI (PdL) chiede se nella stesura dello schema sia stato coinvolto il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

Amedeo CICCANTI (UdC) si associa alla richiesta di chiarimenti formulata dall'onorevole Marchi.

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Il sottosegretario Luigi CASERO fa presente che sullo schema è stata acquisita l'intesa del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Con riferimento a quanto richiesto dagli onorevoli Marchi e Ciccanti, ribadisce che la riduzione dell'organico dei dirigenti di livello non generale generale è stata effettuata in attuazione di due distinte disposizioni di legge e, quindi, sulla base di due differenti basi di calcolo.

Massimo VANNUCCI (PD) nel ricordare che il Partito Democratico ha sempre votato a favore dei pareri relativi a provvedimenti analoghi, osserva tuttavia che lo schema di regolamento in esame si presenta confuso e sembra anche erroneo nell'indicazione di talune cifre. Pertanto, nel manifestare il suo stupore per il tenore del provvedimento in esame, annuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Amedeo CICCANTI (UdC) e Renato CAMBURSANO (IdV), a nome dei rispettivi gruppi, annunciano l'astensione sulla proposta del relatore.

La Commissione approva la proposta del relatore.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/96/CE sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali.
Atto n. 307.

(Rilievi alla VIII Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica in oggetto.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, avverte che lo schema di decreto non è corredato del parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo n. 281 del 1997. Segnala, in proposito, che, in considerazione di tale circostanza, il Presidente della Camera ha evidenziato l'esigenza che la Commissione non si pronunci definitivamente su tale schema prima che il Governo abbia provveduto ad integrare la richiesta con i menzionati pareri. Fa presente, pertanto, che la Commissione non potrà procedere all'espressione dei propri rilievi fino a quando non sarà trasmesso il citato parere della Conferenza unificata, che risulta essere stato espresso nella seduta del 25 gennaio 2011.

Remigio CERONI (PdL), relatore, ricorda che lo schema di decreto legislativo reca norme per l'attuazione della direttiva 2008/96/CE sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali. Con riferimento agli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8 e 10, relativi alle disposizioni in materia di sicurezza stradale, osserva preliminarmente che il decreto all'esame pone adempimenti in capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, all'ANAS e, eventualmente, a regioni ed enti locali proprietari di strade. Sono altresì interessati dalle disposizioni i soggetti concessionari di strade e autostrade, fra i quali rientrano anche enti inclusi nel perimetro delle amministrazioni pubbliche ai fini del conto economico consolidato. Con riferimento al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, evidenzia che gli adempimenti riguardano: le modalità di attuazione dei controlli, delle visite in loco e delle ispezioni, quali l'istituzione, presso il medesimo Ministero, dell'elenco dei soggetti autorizzati e relativa individuazione; la predisposizione di eventuali misure correttive o di sicurezza; l'adozione di linee guida in materia di gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali; lo svolgimento di attività ispettive per i tratti stradali direttamente gestiti da ANAS, direttamente o tramite soggetti inseriti nel suddetto elenco. In proposito, ritiene opportuno

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acquisire chiarimenti da parte del Governo circa la compatibilità dello svolgimento di tali adempimenti rispetto alle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, al fine di escludere l'insorgere di nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Osserva inoltre che le norme prevedono lo svolgimento, da parte dell'ANAS, inclusa nel perimetro delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato, di attività di ispezione in ordine alla rete stradale affidata in concessione a gestori privati. In proposito, rileva l'opportunità di acquisire conferma che tali attività verranno svolte nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Quanto ai possibili maggiori oneri derivanti dalle variazioni progettuali e dall'introduzione di misure correttive volte all'adeguamento strutturale delle arterie interessate, ovvero oneri di carattere diretto, per i tratti gestiti da ANAS, o di carattere indiretto per le possibili modifiche nei contratti di concessione, pur preso atto dei chiarimenti forniti dalla relazione tecnica, in base ai quali tali costi graveranno sul quadro finanziario dei progetti, sottolinea l'opportunità di acquisire elementi di valutazione circa il prevedibile impatto finanziario degli interventi da realizzare in rapporto al valore complessivo dei progetti. Rileva che la relazione tecnica non reca, inoltre, indicazioni circa l'incidenza del costo per l'effettiva realizzazione degli interventi in rapporto alle risorse disponibili per l'esecuzione delle singole opere. Sottolinea che tali elementi appaiono necessari anche alla luce della possibilità che, successivamente all'entrata in vigore del presente decreto legislativo, la dimensione della rete europea, rispetto alla quale vengono fissati gli obblighi di sicurezza, subisca un'estensione sul territorio nazionale, determinando, quindi, un più elevato impatto finanziario dei parametri in esame. Osserva che andrebbero altresì acquisiti elementi volti a determinare e quantificare i possibili effetti sul gettito fiscale derivanti dall'ammissibilità, tra i costi per la determinazione del capitale direttamente investito, delle spese sostenute per le modifiche progettuali, delle misure correttive inserite nel piano triennale e delle tariffe connesse alle attività di controllo a carico dei concessionari. Ritiene che andrebbe infine chiarito se nelle reti TEN rientrino tratti di competenza regionale o locale per i quali i relativi enti proprietari dovrebbero provvedere a eventuali modifiche progettuali, nonché ad adeguamenti e a controlli dai quali potrebbero discendere nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Con riferimento all'articolo 7, che disciplina la gestione dei dati, osserva che la relazione tecnica evidenzia che le attività in esame sono già svolte dalle Forze di polizia a valere sulle risorse appositamente predisposte con la legge n. 120 del 2010. Osserva che tale finanziamento è tuttavia limitato agli anni 2010 e 2011, mentre gli adempimenti in esame si estendono oltre il biennio. In proposito, ritiene opportuno acquisire chiarimenti. In relazione all'articolo 9, che prevede la formazione dei controllori, osserva preliminarmente che l'imputazione dei costi relativi alla frequenza dei corsi in capo ai soggetti privati, presumibilmente mediante il pagamento di specifiche tariffe, non si evince dal testo della norma, ma viene indicata dalla relazione tecnica. Ritiene che andrebbe inoltre confermato che le modalità di determinazione delle tariffe siano idonee a garantire la compensazione dei costi anche sotto il profilo temporale. Con riferimento, infine, all'articolo 11, relativo alle disposizioni finanziarie, al fine di escludere effetti finanziari negativi non previsti, osserva che andrebbe acquisito un chiarimento circa la tipologia e l'entità dei possibili oneri che, in base alle indicazioni della relazione tecnica, l'Anas non potrà recuperare né nell'ambito delle risorse destinate al finanziamento degli interventi né a carico delle tariffe.

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Il sottosegretario Luigi CASERO si riserva di fornire i chiarimenti richiesti.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, rinvia il seguito dell'esame dello schema ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.30.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 430 del 26 gennaio 2011, a pagina 52, seconda colonna, alla prima e ventiquattresima riga, le parole: «7-00431» sono sostituite dalle seguenti «7-00476».