CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 2 dicembre 2010
410.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 2 dicembre 2010. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 9.40.

D.L. 187/10: Misure urgenti in materia di sicurezza.
C. 3857-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame emendamenti e conclusione - Parere).

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore, comunica che l'Assemblea ha trasmesso due nuovi emendamenti delle Commissioni al decreto-legge n. 187 del 2010 e tre subemendamenti ad essi riferiti. Fa presente che si tratta, in particolare, dell'emendamento 8.100 delle Commissioni volto a precisare che, ai fini dell'attuazione delle ordinanze adottate dai sindaci al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità e la sicurezza urbana, il prefetto disponga le necessarie misure attuative ove le ritenga necessarie. Osserva che la disposizione non sembra innovare rispetto alla legislazione vigente, considerato che,

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ai sensi del comma 4 dell'articolo 54 del testo unico sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, le ordinanze adottate dai sindaci ai sensi del medesimo comma sono preventivamente comunicate al prefetto, anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione. Ritiene che la proposta emendativa non presenti, quindi, profili problematici di carattere finanziario e che analoghe considerazioni valgano anche per i subemendamenti Bressa 0.8.100.1, Tassone 0.8.100.2 e Giorgio Conte 0.8.100.3. Segnala, infine, che anche l'emendamento 3.500 delle Commissioni non sembra presentare profili rilevanti dal punto di vista finanziario. Ritiene, comunque, opportuno sul punto acquisire l'avviso del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con le valutazioni espresse dal relatore.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione, esaminati gli emendamenti 3.500 e 8.100 ed i subemendamenti 0.8.100.1, 0.8.100.2 e 0.8.100.3, riferiti al disegno di legge C. 3857-A di conversione del decreto-legge 12 novembre 2010, n. 187, recante misure urgenti in materia di sicurezza;

esprime

NULLA OSTA».

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori.
Testo unificato C. 2011 e abb.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e rinvio).

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore, ricorda che il testo unificato in esame reca disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori e che, in particolare, attraverso modifiche al codice di procedura penale e alle norme sull'ordinamento penitenziario, il provvedimento prevede la possibilità per detenute con figli di età non superiore a sei anni di scontare la pena fuori dal carcere, anche, in mancanza di alternative, presso case famiglia protette, allo scopo realizzate. Fa presente che il testo non è corredato da relazione tecnica. Con riferimento all'articolo 1, recante modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari in relazione a detenute madri di figli minori, rileva che la prevista applicabilità delle disposizioni in esame nei limiti dei posti disponibili, e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2013, appare volta ad escludere l'insorgenza di nuovi oneri, almeno fino a tale data. Secondo il testo, inoltre, le misure alternative alla detenzione in carcere non rivestono carattere di tassatività: pertanto l'autorità competente può decidere le forme alternative di restrizione a seconda delle disponibilità esistenti. Ciò premesso, ritiene comunque necessario acquisire l'avviso del Governo circa l'effettiva possibilità, tenuto conto delle situazioni tutelate dalla norma, di dare applicazione alla stessa entro il limite delle disponibilità delle strutture esistenti, limite previsto - come detto - non oltre il 31 dicembre 2013. Con riferimento all'articolo 2, relativo alle visite al minore infermo, ritiene opportuno acquisire chiarimenti da parte del Governo in merito agli eventuali effetti finanziari, a carico dell'amministrazione penitenziaria, derivanti dalle disposizioni in esame. Con riferimento agli articoli 3, 4 e 5, recanti disposizioni in materia di detenzione domiciliare, pur tenendo conto che, come affermato dal rappresentante del Governo, sono già in funzione strutture di accoglienza protette e che, come dimostra la documentazione trasmessa dal Governo medesimo, il numero di detenute interessate dal nuovo regime previsto dalle norme in esame potrebbe risultare limitato, ritiene necessario che il Governo fornisca la quantificazione degli oneri derivanti

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sia dalla possibilità di stipulare convenzioni con le strutture già esistenti sia dalla costruzione e dalla gestione di nuove strutture. Ritiene che andrebbe altresì specificata la natura di tali oneri, che dovrebbe essere, per una quota, di conto capitale, per quanto attiene alla costruzione delle infrastrutture, e, per altra quota, di parte corrente. In particolare, per gli oneri di personale, osserva che dovrebbe essere fornita una proiezione pluriennale delle relative stime di spesa, ai sensi della legge n. 196 del 2009. Con riferimento alla copertura degli oneri in esame, ritiene necessario che il Governo fornisca chiarimenti in merito alle disponibilità ancora utilizzabili a valere sulla finalizzazione di 500 milioni di euro del Fondo FAS destinati dalla legge n. 191 del 2009 all'edilizia carceraria.
In merito ai profili di copertura finanziaria, evidenzia che l'articolo 4, comma 3, prevede che, nell'ambito delle disponibilità di bilancio, il Ministero della giustizia possa stipulare convenzioni con gli enti pubblici o privati che gestiscono strutture idonee ad essere utilizzate come case-famiglia protette. Al riguardo, premesso che la disposizione in esame si configura come l'esercizio di una mera facoltà da parte del Ministero della giustizia, rileva l'opportunità di acquisire un chiarimento da parte del Governo in merito a quali specifiche risorse, nell'ambito dello stato di previsione del Ministero della giustizia, verrebbero utilizzate allo scopo. Fa presente che tale chiarimento si rende necessario al fine di verificare se già a legislazione vigente sussistano risorse destinate ad analoghe finalità e di verificare, conseguentemente, la sostenibilità di un eventuale utilizzo difforme delle predette risorse rispetto alle iniziali destinazioni di spesa. Osserva che l'articolo 5, comma 1, dispone che agli oneri derivanti dalla proposta di legge si provvede a valere sulle disponibilità di cui all'articolo 2, comma 219, della legge n. 191 del 2009. Al riguardo, rileva, in primo luogo, che la norma - in difformità da quanto previsto dalla vigente disciplina contabile - non quantifica gli oneri derivanti dal provvedimento né indica a quali specifici interventi siano riconducibili gli stessi. Osserva, inoltre, che il richiamo alle disponibilità di cui all'articolo 2, comma 219, della legge n. 191 del 2009, non appare costituire un'idonea modalità di copertura finanziaria in quanto non si indica quale quota delle risorse del Fondo infrastrutture destinate alla realizzazione del piano di edilizia carceraria debba essere destinata agli interventi previsti dal provvedimento in esame, né è indicato il profilo temporale di tale utilizzo. Ritiene inoltre necessario acquisire dal Governo un chiarimento in ordine alla effettiva destinazione, nell'ambito del Fondo infrastrutture, della quota di 500 milioni di euro indicata dal predetto comma 219, per gli interventi in materia di edilizia carceraria. In proposito, rileva che, sebbene fino ad ora sia non sia stato effettivamente dato corso alla più volte richiamata disposizione della legge finanziaria per il 2010, sono in via di definizione le modalità per l'utilizzo delle risorse stanziate da tale disposizione.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, nel sottolineare come il provvedimento meriti una particolare attenzione per le tematiche affrontate, chiede di rinviare il seguito dell'esame per svolgere gli opportuni approfondimenti.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.50.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 2 dicembre 2010. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 9.50.

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Schema di decreto ministeriale concernente la sperimentazione volta a realizzare il passaggio, nella predisposizione del bilancio annuale di previsione e degli altri documenti contabili dello Stato, dalla redazione in termini di competenza e cassa alla redazione in termini di sola cassa.
Atto n. 290.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 1o dicembre 2010.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, in sostituzione del relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato schema di decreto ministeriale concernente la sperimentazione volta a realizzare il passaggio, nella predisposizione del bilancio annuale di previsione e degli altri documenti contabili dello Stato, dalla redazione in termini di competenza e cassa alla redazione in termini di sola cassa (atto n. 290);
considerata le necessità, ai sensi dell'articolo 42, comma 2, della legge n. 196 del 2009, di avviare una sperimentazione finalizzata all'introduzione del bilancio di cassa, che rappresenta un passaggio di grande complessità ed uno degli elementi qualificanti della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica;
valutata l'opportunità di precisare gli esercizi finanziari cui si riferisce la prevista sperimentazione;
rilevato che il termine per l'inizio della fase propedeutica all'avvio della suddetta attività di sperimentazione, fissato, ai sensi dell'articolo 1, secondo comma, al 1o luglio 2010, è già decorso;
tenuto, tuttavia, conto che tale attività propedeutica è già stata avviata in tempi congrui a garantire l'avvio della predetta sperimentazione;
preso atto che il novero delle amministrazioni coinvolte nella sperimentazione potrà essere ampliato, previa intesa con il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 2, secondo comma;
rilevata l'opportunità di prevedere, ai fini dell'eventuale estensione della sperimentazione allo stato di previsione dell'entrata, di cui all'articolo 6, terzo comma, modalità procedurali analoghe a quelle stabilite per l'ampliamento dei soggetti coinvolti ai sensi del richiamato articolo 2, secondo comma;
considerata l'opportunità di provvedere all'individuazione dell'atto del dirigente responsabile della spesa che costituirà il presupposto dei pagamenti in luogo dell'attuale decreto di impegno,
valutata altresì l'opportunità di prevedere la possibilità per la Corte dei conti di accedere, nell'esercizio delle sue finalità di controllo, agli atti che costituiscono il presupposto dei pagamenti;
ritenuto necessario che il Governo riferisca alle Camere sui risultati della sperimentazione;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
all'articolo 1, primo comma, dopo le parole: dal 1o gennaio 2011 aggiungere le seguenti: con riferimento agli esercizi finanziari 2011 e 2012;
all'articolo 1, sostituire il secondo comma con il seguente: La sperimentazione di cui al primo comma è avviata sulla base dell'attività propedeutica svolta nell'anno 2010, al fine di approntare gli

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strumenti contabili ed informatici occorrenti per l'implementazione a regime della medesima sperimentazione;
all'articolo 6, dopo il primo comma, aggiungere il seguente: La sperimentazione è altresì volta a consentire l'individuazione dell'atto del dirigente responsabile della spesa che costituirà il presupposto dei pagamenti, in luogo dell'attuale decreto di impegno;
all'articolo 6, terzo comma, aggiungere, in fine, le parole:, previa intesa con il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato;
dopo l'articolo 6, aggiungere il seguente: Art. 6-bis. - Il Ministro dell'economia e delle finanze trasmette alle Camere entro il 31 gennaio di ciascuno degli anni 2012 e 2013 una relazione in merito all'attività di sperimentazione di cui al presente decreto relativa, rispettivamente, agli anni 2011 e 2012.

e con le seguenti osservazioni:
valuti il Governo l'opportunità di precisare che i dati e le informazioni concernenti l'atto presupposto del pagamento e le connesse situazioni debitorie costituiscano una specifica area condivisa nell'ambito del sistema informativo integrato Ragioneria generale dello Stato - Corte dei conti;
valuti il Governo l'opportunità di estendere la sperimentazione anche al profilo dei raccordi tra il conto del bilancio di sola cassa e il conto del patrimonio.

Antonio BORGHESI (IdV) suggerisce di inserire nella proposta di parere un richiamo all'opportunità di mantenere, durante il periodo di sperimentazione del bilancio redatto in termini di sola cassa, l'attuale modalità di redazione del bilancio, al fine di poter ritornare al vecchio sistema nel caso in cui la sperimentazione dovesse dare esito negativo.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che è già prevista la prosecuzione della redazione del bilancio secondo le vecchie regole durante il periodo di sperimentazione.

Maino MARCHI (PD) rileva come tra i ministeri interessati dalla sperimentazione prevista dal decreto in esame rientra anche il Ministero dell'interno, che in questa fase è già chiamato ad affrontare numerose innovazioni connesse all'attuazione del federalismo fiscale. Tale attività comporta una profonda e complessiva riscrittura dei rapporti finanziari esistenti tra lo Stato e gli enti territoriali, che non può non avere riflessi di carattere finanziario.

Pier Paolo BARETTA (PD), nel sottolineare l'utilità della sperimentazione prevista dal provvedimento in esame, annuncia il voto favorevole del Partito Democratico, sottolineando come, nella proposta di parere, vi siano stati taluni miglioramenti introdotti per iniziativa del suo gruppo.

Amedeo CICCANTI (UdC) ricorda come già in occasione dell'esame parlamentare della legge di contabilità e finanza pubblica, il suo gruppo avesse sottolineato come il passaggio alla redazione dei bilanci in termini di sola cassa avrebbe dovuto consentire un più puntuale controllo sull'efficienza della spesa pubblica. Ritiene, pertanto, utile la sperimentazione prevista dallo schema in esame, auspicando che si possa passare con successo alla fase di attuazione della delega di cui all'articolo 42 della legge n. 196 del 2009.

Renato CAMBURSANO (IdV), nell'annunciare il voto favorevole del suo gruppo, pur osservando l'utilità della sperimentazione ai fini del passaggio al bilancio di cassa, ribadisce la sua preferenza per un sistema basato sulla contabilità economica.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, richiamando l'intervento svolto dall'onorevole Cambursano, sottolinea come il passaggio

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al bilancio redatto in termini di sola cassa presenti notevoli profili di delicatezza.

La Commissione approva la proposta di parere presentata dal presidente in sostituzione del relatore.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per il 2010.
Atto n. 297.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

Remigio CERONI (PdL), relatore, fa presente che lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del quale oggi la Commissione avvia l'esame, reca la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale per l'anno 2009. Preliminarmente, segnala che lo schema arriva all'esame del Parlamento con un certo ritardo rispetto alle scadenze indicate dal decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 1998, che individua i criteri e le procedure per l'utilizzo della quota dell'otto per mille devoluta alla diretta gestione statale. In base a tale decreto, infatti, la Presidenza del Consiglio dei ministri dovrebbe trasmettere lo schema entro il 30 settembre di ciascun anno. Segnala, tuttavia, che la relazione illustrativa allegata allo schema evidenzia che l'importo da ripartire, individuato sulla base delle scelte effettuate dai contribuenti sulle dichiarazioni dei redditi riferiti all'anno 2006, è stato comunicato solo il 6 ottobre.
Quanto al contenuto dello schema, ricorda in primo luogo che, per quanto riguarda la quota dell'otto per mille devoluta alla diretta gestione statale, l'articolo 48 della legge n. 222 del 1985 stabilisce che lo Stato destini le risorse attribuite dai contribuenti ad interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione di beni culturali. I criteri e le procedure per l'utilizzo della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale sono disciplinati dal ricordato decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 1998, poi modificato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 250 del 2002. Il regolamento ha precisato i criteri di ammissibilità degli interventi, individuando puntualmente le categorie di destinatari delle risorse e le caratteristiche degli interventi da realizzare, nonché definendo l'iter di adozione del provvedimento di ripartizione della quota dell'otto per mille di competenza statale.
Rammenta, inoltre, che negli ultimi anni la gestione della quota dell'otto per mille devoluta alla gestione statale ha evidenziato l'esistenza di talune criticità, che si sono riflesse anche sull'esame dei relativi schemi di ripartizione da parte della Commissione bilancio. In particolare, ricorda come nel 2008 la Commissione decise di non esprimere il proprio parere in considerazione della circostanza che il Governo non aveva fornito gli elementi di risposta alle richieste di chiarimento ripetutamente avanzate, che vertevano, tra l'altro, sull'entità delle risorse oggetto di riparto che non sembrava corrispondere all'importo dovuto in base alle scelte dei contribuenti e alla normativa vigente. Nel parere espresso nel 2009, la Commissione ha invece condizionato il proprio parere favorevole sullo schema ad una sua complessiva revisione sulla base di criteri, puntualmente indicati, alternativi a quelli utilizzati per la predisposizione dello schema stesso. In particolare, il parere - oltre a richiedere una verifica dell'attualità delle richieste formulate con riferimento agli interventi nelle zone colpite dal sisma dell'aprile del 2009 - ha evidenziato l'esigenza di garantire maggiore equilibrio territoriale fra le macro-aree del Paese nel perseguimento delle finalità sociali previste dalla legge n. 222 del 1985, nonché un

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migliore equilibrio fra tali finalità, con particolare riferimento alla finalità «Fame nel mondo». Quanto ai beneficiari dei finanziamenti, il parere ha rilevato la necessità di destinare prioritariamente le risorse destinate agli interventi riferiti alla finalità «Conservazione dei beni culturali» a progetti presentati da enti locali, nonché l'opportunità di non concentrare i finanziamenti relativi alla finalità «Assistenza ai rifugiati» su un unico intervento, in quanto altri progetti ammessi e non finanziati risultavano meritevoli di attenzione. In proposito, sottolinea come le criticità emerse lo avessero spinto anche a presentare una proposta di legge di revisione della normativa in materia, la quale, unitamente ad analoghe proposte presentate da colleghi di maggioranza e di opposizione, è stata esaminata dalla Commissione bilancio, che ha concluso i suoi lavori elaborando un testo sul quale si è registrato un consenso pressoché unanime. In particolare, rileva che una delle principali criticità emerse negli ultimi anni è stata rappresentata dalla riduzione delle risorse destinate dai contribuenti all'otto per mille di diretta gestione statale, con finalità di copertura finanziaria di provvedimenti legislativi diversi. In primo luogo, infatti, con la legge finanziaria 2004 era stata disposta in via permanente, a decorrere dal 2004, la riduzione di 80 milioni di euro dell'autorizzazione di spesa relativa alla quota destinata allo Stato a valere sull'otto per mille del gettito IRPEF, destinando tale importo al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Tale disposizione è stata successivamente modificata dalla legge finanziaria per il 2007, la quale, ai fini di un parziale ripristino delle risorse dell'otto per mille dell'IRPEF destinate allo Stato, ha limitato la riduzione disposta con la legge finanziaria 2004 ad un solo triennio, riducendo altresì a 35 milioni di euro il taglio operato per il 2007. Una ulteriore riduzione di 5 milioni di euro grava, a decorrere dal 2006, sulla quota dell'otto per mille di pertinenza statale ai sensi del decreto-legge n. 249 del 2004, disposta a copertura di disposizioni previdenziali concernenti gli iscritti al Fondo speciale di previdenza per il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea. Con riferimento agli anni 2007-2009, ai sensi della legge finanziaria per il 2007 è stata accantonata e resa indisponibile una quota delle risorse dell'otto per mille di pertinenza statale iscritte in bilancio, mentre per l'anno 2009 tale quota è stata portata in riduzione dello stanziamento di bilancio ai sensi dell'articolo 60, comma 10, del decreto-legge n. 112 del 2008. Osserva come a partire da quest'esercizio finanziario, questo primo elemento di criticità può finalmente dirsi superato. Segnala, infatti, che le risorse ripartite lo scorso anno ammontavano a poco meno di 44 milioni di euro, mentre quelle considerate nello schema in esame sono parti a circa 144,5 milioni di euro. In proposito, segnala, peraltro, che dall'interrogazione del capitolo 2780 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze risulta che sono disponibili 144.431.387,64 euro, un importo inferiore di circa 58.000 euro rispetto a quello indicato nello schema di decreto in esame, per effetto dei tagli lineari operati con il decreto-legge n. 78 del 2010. Ritiene, pertanto, che nel parere dovremo formulare una condizione volta a ridurre l'importo da ripartire entro le effettive disponibilità di bilancio. Fatta salva questa precisazione, osserva come l'incremento delle risorse disponibili abbia consentito di finanziare un maggior numero di interventi, sottolineando come le spese autorizzate equivalgano a circa il 36,4 per cento di quelle richieste, mentre nello scorso anno tale percentuale era solo del 12,5 per cento e nel 2008 essa scendeva addirittura all'1,1 per cento. Quanto alla ripartizione delle risorse tra i vari settori di intervento, segnala in primo luogo che agli interventi straordinari per fame nel mondo è destinata una somma pari a circa 5,4 milioni di euro. In proposito, la relazione illustrativa sottolinea come sia stato deciso di ammettere al finanziamento tutti i progetti valutati ammissibili, in ragione della rilevanza sociale della finalità e dell'esiguità delle somme richieste. Agli interventi finalizzati all'assistenza ai rifugiati

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è invece destinata la somma di 11,3 milioni di euro. Anche in questo caso le somme ripartite consentono di assicurare il finanziamento di quasi tutti i progetti ritenuti ammissibili, dal momento che le istanze considerate ammissibili richiedevano finanziamenti per 12,8 milioni di euro. Le premesse allo schema di decreto evidenziano in proposito che si è inteso dare particolare rilievo agli interventi relativi a tale finalità, assicurando il finanziamento al maggior numero dei progetti valutati favorevolmente. Agli interventi relativi a calamità naturali sono destinati circa 20 milioni di euro, a fronte di richieste ammissibili pari a 70,3 milioni di euro, mentre agli interventi finalizzati alla conservazione dei beni culturali spetterebbero circa 107,8 milioni di euro, a fronte di istanze ammissibili che richiedevano finanziamenti pari a circa 308,8 milioni di euro. Con riferimento ad entrambe le categorie di interventi le premesse allo schema di decreto in esame, evidenziano come lo schema intenda assicurare un'equa ripartizione territoriale delle risorse in relazione alla consistenza delle richieste. Alla luce di questi dati, ritiene che si possa dare un giudizio complessivamente positivo sullo schema in esame, che supera molte delle criticità emerse negli scorsi anni, tenendo altresì conto delle indicazioni contenute nel parere espresso dalla Commissione bilancio con riferimento alla ripartizione delle risorse relative all'anno 2009, poi ripresi nelle proposte di legge di riforma della disciplina in materia che la Commissione ha esaminato negli scorsi mesi. Come ha già ricordato, infatti, in quelle sedi era stata richiamata, tra l'altro, proprio l'esigenza di garantire un maggiore equilibrio territoriale fra le macro-aree del Paese nel perseguimento di ciascuna delle finalità, di finanziare integralmente gli interventi volti a contrastare la fame nel mondo e di prestare particolare attenzione agli interventi in materia di assistenza ai rifugiati.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL) ricorda che la Commissione ha già ripetutamente affrontato la questione della ripartizione della quota statale delle risorse derivanti dall'otto per mille ed ha anche svolto una riflessione sull'opportunità di modificare la normativa di riferimento, che rimette alla valutazione di una commissione tecnica la scelta degli interventi da realizzare, mentre, a suo avviso, sarebbe preferibile una valutazione rimessa alla Commissione in quanto i parlamentari meglio conoscono le reali esigenze dei territori. Con riferimento alla ripartizione delle risorse prevista nello schema di decreto all'esame della Commissione, rileva che ad un'attenta analisi si evidenziano notevoli ed ingiustificate disparità nell'assegnazione dei contributi. Sottolinea in proposito che una regione come la Toscana, che ha un patrimonio culturale non certo secondario, si vede attribuite risorse pari a circa lo 0,8 per cento del totale ed una regione come la Sicilia, che conta sul suo territorio oltre il 45 per cento dei beni archeologici dell'area della Magna Grecia, ottiene importi, a suo giudizio, risibili. Ritiene quindi di dissentire rispetto all'osservazione del relatore secondo la quale, nella ripartizione delle risorse, si sarebbe prestata la dovuta attenzione alle priorità effettive. A titolo di esempio ricorda che la chiesa di Santa Maria di Valverde di Palermo, che rappresenta un importante esempio di arte barocca ed alla quale è annesso un vasto convento carmelitano fondato nel XII secolo, non ha ricevuto finanziamenti, malgrado versi in una situazione di reale pericolo. Chiede quindi che si tenga conto di tali osservazioni nella proposta di parere che il relatore formulerà.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, chiede di verificare in quale misura gli interventi previsti dallo schema di decreto in esame siano destinati a parrocchie ed enti ecclesiastici.

Remigio CERONI (PdL), relatore, ribadisce che lo schema in esame prevede il finanziamento di un numero di interventi molto superiore rispetto agli anni scorsi, sottolineando che delle 1.133 istanze presentate, 823 sono state valutate favorevolmente

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in via amministrativa e 337 interventi sono stati ammessi al finanziamento. Quanto alle scelte operate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, fa, in primo luogo, presente che molti enti locali non hanno provveduto a richiedere alcun finanziamento, rilevando altresì che diverse istanze, riferite anche ad interventi meritevoli di interesse, non siano state corredate da adeguata documentazione e abbiano, pertanto, ricevuto una valutazione non favorevole o una priorità bassa o media.

Antonio BORGHESI (IdV), richiamando l'intervento dell'onorevole Marinello, sottolinea che ci si trova di fronte ad una terza edizione della legge «mancia» e giudica quindi i risultati conseguiti discutibili. Sottolinea come non sia possibile confrontare la percentuale di interventi finanziati rispetto alle richieste con quella degli anni precedenti, attesa la notevole disparità di risorse a disposizione. Sottolinea quindi che il più elevato livello di finanziamento conseguito quest'anno deriva dalla più elevata entità delle risorse a disposizione. Nel richiamare le osservazioni contenute nel parere reso lo scorso anno su analogo provvedimento, ricorda che esse riprendevano anche le argomentazioni

Giulio CALVISI (PD), condividendo le osservazioni del collega Borghesi, osserva che lo schema in esame si configura come una ennesima «mancia» destinata ad una pluralità di interventi dei quali non è stata adeguatamente valutata la priorità e il merito. In particolare, si sofferma sugli interventi in materia di assistenza ai rifugiati, sottolineando come i criteri adottati nella ripartizione delle risorse contrastino con le linee essenziali della politica di settore, che prevedono un coordinamento nazionale degli interventi che fa capo essenzialmente al Ministero dell'interno. Ritiene, pertanto, che sia necessario garantire il mantenimento dell'attuale sistema di finanziamento, che assicura il coordinamento tra gli interventi realizzati dal Ministero dell'interno, dall'ANCI e dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, evitando di disperdere le risorse attraverso il finanziamento di una pluralità di interventi realizzati da singole associazioni. In questa ottica, ritiene che debba essere riconsiderato anche l'intervento di oltre 8 milioni euro destinato all'ANCI, sottolineando come l'utilizzo delle risorse dovrebbe essere oggetto di una programmazione centralizzata da parte del Ministero dell'interno.

Massimo POLLEDRI (LNP), premettendo che, con riferimento ai contributi per l'assistenza ai rifugiati, sarebbe opportuno rivedere i criteri, ritiene comunque spropositato il finanziamento per 8 milioni di euro per tale finalità, anche con riferimento allo scorso anno, mentre si registrano scelte, a suo avviso poco incisive, rispetto alle finalità previste dalla legge. Rileva che, rispetto alla finalità di combattere la fame nel mondo, si stanziano fondi per le verifiche alimentari in zone dove il cibo manca del tutto. Con riferimento agli interventi relativi alle calamità naturali, sottolinea come vi siano zone relativamente più favorite di altre nell'assegnazione dei fondi, richiamando in proposito il caso del comune di Parma. Ritiene quindi necessario un riequilibrio, richiamando ad esempio il caso della Chiesa di S. Maria Assunta in Groppallo, in provincia di Piacenza, che è in pericolo di crollo.

Massimo VANNUCCI (PD) osserva come, nell'esame dello schema di decreto che reca la ripartizione della quota dell'otto per mille per il 2010, non possa non tenersi conto del dibattito svoltosi lo scorso anno sullo schema riferito al 2009, al termine del quale era stato approvato un parere contenente alcune condizioni, volte a richiedere una complessiva revisione del meccanismo di ripartizione della quota dell'otto per mille di competenza statale. Nel segnalare l'opportunità di riprendere l'esame delle proposte di legge presentate in materia dai diversi gruppi parlamentari, rileva tuttavia che lo schema, nonostante presenti indubbi limiti,

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rappresenta certamente un passo avanti rispetto agli anni passati, in quanto per la prima volta, dopo molti anni, sono state ripartite tutte le risorse derivanti dalle scelte dei contribuenti. Ricorda, ad esempio, che nell'anno 2008 furono ripartite risorse per soli 3,5 milioni di euro, mentre nell'anno 2009 le risorse suddivise sono state 43,9 milioni di euro, sottolineando come, a fronte di tale riduzione delle risorse ripartite, si sia ridotto anche il numero delle richieste, che nel 2006 erano pari a 1.601 e nel 2009 sono scese a 974, per poi ricrescere nel 2010 fino 1.132. Quanto al contenuto dello schema, ribadisce l'esigenza di limitare la discrezionalità esistente nell'attribuzione delle risorse, sottolineando come gli interventi in materia di conservazione dei beni culturali non debbano concentrarsi esclusivamente su parrocchie ed edifici ecclesiastici, dovendosi tenere conto della circostanza che la Chiesa cattolica già beneficia dell'85 per cento delle risorse dell'otto per mille sulla base delle scelte espresse dai contribuenti. A tale proposito, ritiene, tuttavia, che debba considerarsi la circostanza che nel nostro Paese gran parte del patrimonio culturale è di natura religiosa e spesso i beni ecclesiastici necessitano di interventi urgenti in ragione della loro condizione di progressivo abbandono. A suo avviso, inoltre, occorre considerare che in molti casi gli enti locali non hanno presentato richieste di intervento e che anche gli interventi previsti in favore di amministrazioni ministeriali non di rado si riferiscono a restauri da realizzare a livello territoriale. Ritiene, in ogni caso, che nel parere dovrebbe segnalarsi l'opportunità di prevedere il finanziamento anche di alcuni interventi qualificanti a livello nazionale, segnalando come tra le richieste ammissibili ve ne siano alcune particolarmente significative, presentate dal CNR, dall'Università La Sapienza e da altre importanti istituzioni culturali.

Pietro FRANZOSO (PdL) ritiene necessario smettere di utilizzare la locuzione «legge mancia» per indicare le modalità di ripartizione di risorse relative a finalità specificamente previste dalla legge, come la tutela ambientale o la messa in sicurezza delle scuole. Ricorda peraltro che diverso è il caso della ripartizione delle risorse derivanti dalla quota statale dell'otto per mille. Ritiene in proposito preferibile approfondire, atteso anche l'elevato numero di domande, sottolineando come tutte le richieste siano meritevoli di attenzione e come la conservazione dei beni culturali sia un'esigenza strategica per il rilancio dell'economia del paese.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL) ritiene che, nell'espressione del parere non possa non tenersi conto delle considerazioni formulate lo scorso anno, che portarono all'espressione di un parere contenente puntuali condizioni volte a richiedere una revisione complessiva dello schema presentato. Quanto al provvedimento all'esame della Commissione, sottolinea come nei finanziamenti sussista un notevole squilibrio tra le diverse aree territoriali, segnalando, ad esempio, che alla Regione Toscana sono destinate somme notevolmente inferiori a quelle che si prevede di erogare per interventi da realizzare nella Regione Marche. Auspica, pertanto, che la Commissione voglia esprimere un parere che sia in linea con quello espresso lo scorso anno.

Amedeo CICCANTI (UdC) ricordando di non aver condiviso l'impostazione del parere reso su analogo provvedimento lo scorso anno, in considerazione della sua impostazione pregiudiziale di stampo anticlericale. Ricorda che gran parte del patrimonio artistico italiano fa capo alle diocesi ed è quindi inevitabile che la ripartizione delle risorse stanziate per tale finalità rifletta questa circostanza, salvo che non si intenda decidere di abbandonare tale patrimonio. Con riferimento alle osservazioni dell'onorevole Borghesi sulla cosiddetta «legge mancia», ricorda che la metodologia di disporre la ripartizione di risorse per finalità previste dalla legge in coerenza con un apposito atto parlamentare di indirizzo è stata condivisa da governi di diverso colore politico. Concorda

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con le osservazioni svolte dall'onorevole Franozoso e ritiene opportuno procedere sulla revisione delle modalità di distribuzione delle risorse derivanti dall'otto per mille. Ricorda che le percentuali di soddisfazione delle richieste degli anni precedenti erano dovute al minore livello delle risorse disponibili. Ritiene che si sarebbe dovuto fare di più con riferimento al settore delle calamità naturali. Concorda quindi sull'opportunità di affidare al Ministero dell'interno un coordinamento delle attività relative agli interventi in favore dei rifugiati. Parimenti ritiene opportuno individuare nel Ministero degli affari esteri il centro per il coordinamento degli interventi volti a combattere la fame nel mondo, evitando l'erogazione di interventi a pioggia. Con riferimento alla ripartizione geografica delle risorse, osserva che oltre ai segnalati problemi interregionali, vi sono difformità anche nell'ambito della stessa regione. In particolare, evidenzia che, nella regione Marche, quasi tutte le risorse sono state attribuite per il finanziamento di interventi nella provincia di Pesaro-Urbino. Pur dando atto della capacità progettuale dimostrata, ritiene che occorrerebbe prestare maggiore attenzione alla ripartizione delle risorse, anche attraverso la segnalazione di priorità da parte della Commissione.

Claudio D'AMICO (LNP) ritiene che non possa non rilevarsi come lo schema di decreto in esame rappresenti un sensibile miglioramento rispetto al testo presentato dal Governo lo scorso anno, sottolineando in particolare come, per la prima volta in molti anni, l'Esecutivo non abbia ridotto le risorse della quota dell'otto per mille destinata allo Stato e sia stato pertanto possibile finanziare un numero significativo di interventi. Nel sottolineare come talune delle istanze presentate non abbiano avuto un esito positivo, anche in ragione della loro formulazione sotto il profilo tecnico, rileva come lo schema di decreto in esame sia nel complesso condivisibile. Ritiene, tuttavia, che debba valutarsi l'eventualità di ridurre le risorse destinate all'ANCI nell'ambito degli interventi in materia di assistenza ai rifugiati, al fine di provvedere ad alcuni aggiustamenti negli altri settori di intervento.

Pier Paolo BARETTA (PD) ritiene che occorra fare uno sforzo ulteriore di sintesi, senza peraltro rinviare ad un momento indefinito, al fine di addivenire all'espressione di un parere condiviso.

Remigio CERONI (PdL), relatore, ritiene che vi sarebbero le condizioni per addivenire all'espressione del parere.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), concordando con quanto affermato dall'onorevole Baretta, ritiene preferibile svolgere un ulteriore approfondimento e rinviare l'espressione del parere al termine della seduta antimeridiana dell'Assemblea.

Remigio CERONI (PdL), relatore, concorda con l'onorevole Marinello.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta che sarà convocata per le ore 15.30.

La seduta termina alle 10.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.35 alle 10.40.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 2 dicembre 2010. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.45.

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Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione della quota dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per il 2010.
Atto n. 297.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

Remigio CERONI (PdL), relatore, con riferimento al dibattito svoltosi nella seduta antimeridiana, sottolinea come non sia corretto qualificare lo schema in esame come una «mancia», dal momento che esso è adottato al termine di una procedura amministrativa particolarmente ampia e complessa e consente il finanziamento di interventi assai utili per le diverse realtà territoriali. Ribadisce, quindi, che lo schema presentato dal Governo si muove in una direzione corretta, in quanto finalmente, dopo molti anni, ripartisce l'intero ammontare delle risorse destinate allo Stato dai contribuenti, preannunciando la disponibilità a presentare una proposta di parere, volta a recepire l'indicazione di ulteriori priorità emerse nel corso del dibattito e segnalate dai gruppi per le vie brevi, da finanziare riducendo, come proposto dal deputato D'Amico, le risorse destinate alla finalità «Assistenza ai rifugiati».

Rolando NANNICINI (PD) rileva che le richieste relative agli interventi per calamità naturali erano di oltre 100 milioni di euro, mentre risultano finanziati interventi per soli 20 milioni di euro, di cui circa 18,5 per interventi classificati ad alta priorità e 1,5 per interventi classificati a priorità media. Tra i richiamati interventi, cita il caso del comune di Foglianese in Campania, che, a fronte di una richiesta di circa 6,5 milioni, riceverebbe 760 mila euro ed il caso del comune di Montenero che, a fronte di una richiesta di 700 mila euro, riceve esattamente l'importo richiesto. Osserva inoltre che il comune di Poppi, in provincia di Arezzo, a fronte di una richiesta di 1,5 milioni, per fare fronte alle conseguenze derivanti da una frana importante, non ha ricevuto nulla. Propone quindi di ridurre a 500 mila euro i richiamati interventi al fine di attribuire la differenza al comune di Poppi. Dichiara, infine, di ritenere che le ulteriori priorità debbano essere finanziate esclusivamente tramite riduzione dell'intervento in favore dell'ANCI disposto nell'ambito della finalità «Assistenza ai rifugiati».

Maino MARCHI (PD) ritiene necessario un chiarimento in ordine ai criteri seguiti nella selezione degli interventi da finanziare in materia di beni culturali, evidenziando come risultino finanziati alcuni interventi con priorità media, mentre non sono previsti finanziamenti per alcuni interventi ammissibili con priorità medio-alta, tra i quali segnala, in particolare, un intervento da realizzare nella Regione Emilia-Romagna.

Massimo VANNUCCI (PD) chiede di sospendere brevemente la seduta per consentire al suo gruppo un approfondimento.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, accedendo alla richiesta dell'onorevole Vannucci, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 15.55, riprende alle 16.

Remigio CERONI (PdL), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione della quota dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per il 2010 (atto n. 297);
rilevato come lo schema di decreto, conformandosi alle indicazioni contenute nel parere reso dalla Commissione lo scorso anno su un analogo provvedimento, garantisca un migliore equilibrio fra le

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diverse finalità previste dall'articolo 48, della legge n. 222 del 1995, con particolare riferimento alla finalità «Fame nel mondo», abbia destinato, nell'ambito degli interventi riferiti alla finalità «Conservazione dei bei culturali», una considerevole quota di risorse a progetti dagli Enti locali e, infine, per quanto riguarda la finalità «Assistenza ai rifugiati», individui una pluralità di interventi;
rilevato che le disponibilità del capitolo 2780 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze reca una disponibilità in termini di competenza di 144.431.387,64 euro, inferiore, quindi, di circa 58.000 euro rispetto agli importi che si prevede di ripartire con il presente schema di decreto

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
provveda il Governo a modificare lo schema di decreto al fine di ricondurre le risorse ripartite nell'ambito delle effettive disponibilità di competenza del capitolo 2780 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, che attualmente ammontano a 144.431.387,64 euro;
che gli interventi relativi alla finalità «Assistenza ai rifugiati» siano oggetto di attento monitoraggio, anche prevedendo la presentazione di appositi rendiconti, e vengano coordinati con le politiche nazionali in materia, di competenza del Ministero dell'interno;

e con la seguente osservazione:
si valuti l'opportunità di ridurre la quota di risorse destinate all'intervento in favore dell'ANCI nell'ambito della finalità «Assistenza ai rifugiati», allo scopo di provvedere al finanziamento dei seguenti interventi ritenuti prioritari:
Restauro della Chiesa di Santa Maria in Valverde di Palermo (Conservazione di beni culturali);
Restauro della Chiesa di S. Maria Assunta in Groppallo (PC) (Conservazione di beni culturali);
Restauro statico, architettonico e arresto del degrado del complesso «Carboni» in Ortezzano (AP) da adibire a centro polifunzionale (Conservazione di beni culturali);
Restauro conservativo della Chiesa Beata Maria Vergine Assunta in cielo in Ciciliano (RM) (Conservazione di beni culturali);
Completamento, restauro e riallestimento del museo della Fondazione con sede a Castello-Venezia (VE) (Conservazione di beni culturali);
Bonifica e consolidamento del movimento franoso in località «Quota» nel comune di Poppi (AR) (Calamità naturali)».

La Commissione approva la proposta di parere.

La seduta termina alle 16.05.