CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 novembre 2010
395.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Alfredo Mantovano.

La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata oltre che attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-03727 Ferrari, Bressa e Corsini: Sulle domande di regolarizzazione ai sensi del decreto-legge n. 78 del 2009.

Pierangelo FERRARI (PD), dopo aver illustrato l'interrogazione in titolo, esprime preoccupazione per la mancanza di iniziative politiche a livello locale e nazionale per rispondere a quei gruppi di immigrati che a Brescia e in altre città d'Italia portano avanti da giorni una protesta che sta assumendo contorni drammatici. L'interrogazione di cui è firmatario chiede al Governo di sospendere la definizione delle pratiche destinate al rigetto o alla dichiarazione di inammissibilità delle istanze di regolarizzazione e di individuare un percorso che porti al rilascio di un permesso di soggiorno per attesa di occupazione per coloro che hanno presentato domanda di emersione, sempreché non vi siano naturalmente causa ostative.
Fa presente che, a seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 78 del 2009, che prevedeva misure per l'emersione dei soli stranieri irregolari impegnati in lavori domestici o di assistenza familiare, moltissimi stranieri hanno comprato con sacrifici da italiani compiacenti e privi di scrupoli attestazioni fasulle sulla cui base hanno poi avanzato domanda di regolarizzazione. È però intervenuta il 17 marzo scorso una circolare interpretativa restrittiva del Capo della Polizia, che ha escluso dalla regolarizzazione quanti erano stati condannati per inottemperanza all'ordine di espulsione. Il cambiamento delle regole ha inevitabilmente determinato un forte clima di tensione, che sta assumendo toni sempre più preoccupanti. Invita pertanto il Governo a rivedere la propria posizione sulla vicenda.

Il sottosegretario Alfredo MANTOVANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), aggiungendo che il Governo orienta le proprie scelte in base alle norme e non all'esistenza o meno di proteste o alla loro intensità.

Pierangelo FERRARI (PD), replicando, nel prendere atto della risposta, precisa di non aver mai chiesto che il Governo riveda la propria posizione per il fatto che è in corso in alcune città una forma di grave protesta da parte di gruppi di stranieri, ma di aver invitato il Governo a considerare che questa situazione è frutto anche di una incertezza normativa, già presente nel decreto-legge n. 78 del 2009 e aggravata dalla citata circolare del Capo della Polizia: una incertezza normativa che ha suscitato aspettative la cui delusione ha provocato l'insorgenza di forti tensioni. L'intento dell'interrogazione era pertanto

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quello di sollecitare il Governo, che ha una responsabilità per il prodursi di questa situazione, ad adottare iniziative concrete per portare queste persone fuori dalla preoccupante condizione di emarginazione e di clandestinità in cui si trovano.

5-03726 Favia e Messina: Sul livello di protezione accordato al sig. Alfio Cariati.

Ignazio MESSINA (IdV), dopo aver illustrato l'interrogazione in titolo, ricorda che questa mattina la stampa locale ricorda ancora una volta la situazione di grave pericolo in cui versa Alfio Cariati, il quale, dopo aver collaborato con la giustizia nella lotta contro la criminalità organizzata, si trova oggi senza protezione nonostante riceva minacce di morte. Si tratta di un fatto inammissibile, non potendosi accettare che un cittadino che collabora con lo Stato nella lotta alla criminalità organizzata, sia lasciato poi esposto alle ritorsioni dei criminali.

Il sottosegretario Alfredo MANTOVANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Ignazio MESSINA (IdV), nel prendere atto della risposta resa dal rappresentante del Governo, osserva che, in ogni caso, un cittadino che ha rappresentato all'autorità giudiziaria reati gravi e ha collaborato nell'individuazione dei responsabili deve avere dallo Stato una protezione adeguata nel momento in cui, a seguito del suo comportamento, riceva concrete e attuali minacce di morte. Quanto poi al fatto che il Cariati si è discostato volontariamente dal programma di protezione, è questo un comportamento che non può essergli rimproverato se solo si considera la sua comprensibile situazione psicologica di estrema tensione. Esprime quindi l'auspicio che il livello di protezione deciso per lui dai competenti organi del Ministero dell'interno sia idoneo a garantirne l'incolumità.

5-03728 Tassone: Sulla situazione dell'ordine pubblico a Catanzaro.

Mario TASSONE (UdC), nell'illustrare l'interrogazione in titolo, osserva che è da molto tempo che nella provincia di Catanzaro non si registravano episodi di questa gravità e chiede al Governo di porre in essere tutte le iniziative affinché sia condotta una approfondita azione investigativa per delineare i contorni del preoccupante fenomeno della criminalità politica e per appurare l'eventuale esistenza di collegamenti tra i gruppi a carattere politico e le organizzazioni criminali locali.

Il sottosegretario Alfredo MANTOVANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Mario TASSONE (UdC), replicando, prende atto che la risposta fornita dal Governo rappresenta correttamente la situazione dell'ordine pubblico a Catanzaro e che c'è da parte del Governo un controllo del territorio. Rileva però che manca invece una concreta azione investigativa finalizzata ad identificare le radici di fondo del fenomeno della criminalità politicamente orientata. Aggiunge che la città di Catanzaro è stata teatro, negli ultimi anni, di crescenti episodi di violenza, anche grave, e raccomanda al Governo di controllare con la massima vigilanza possibile la situazione.

Donato BRUNO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 10 novembre 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.45 alle 14.50.

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DELIBERAZIONE DI RILIEVI

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 14.50.

Progetto di Programma nazionale di riforma per l'attuazione della Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - Europa 2020.
Doc. CCXXXVI, n. 1.
(Rilievi alla V Commissione).
(Esame e conclusione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Donato BRUNO, presidente, avverte che il Governo ha trasmesso alle Camere il Progetto del Programma nazionale di riforma (PNR), che dovrebbe essere presentato alla Commissione europea - in base alle decisioni assunte in sede europea - entro il 12 novembre prossimo.
La legge n. 11 del 2005, che disciplina la partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e le procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, all'articolo 4-ter, prevede infatti che il progetto di Programma sia «trasmesso, prima della sua presentazione alla Commissione europea, ai competenti organi parlamentari, che possono formulare osservazioni o adottare atti di indirizzo secondo le disposizioni contenute nei Regolamenti parlamentari».
Il parere della Giunta per il Regolamento del 14 luglio scorso ha stabilito che ogni documento programmatico o consuntivo trasmesso dal Governo ai sensi della legge n. 196 del 2009 (ivi compreso, ad esempio, lo schema di aggiornamento del programma di stabilità da presentare al Consiglio dell'UE e alla Commissione europea) è esaminato secondo la procedura di cui all'articolo 124 del Regolamento, cioè con assegnazione alla Commissione competente e con la possibilità, per questa, di concludere con il voto di una risoluzione.
Alla luce di ciò, come comunicato dal Presidente della Camera alla Conferenza dei Presidenti di gruppo e alla Giunta per il Regolamento, lunedì 8 novembre scorso il progetto di Programma nazionale di riforma è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 124 del regolamento, alla Commissione Bilancio, la quale dovrà esprimersi in tempi definiti in coerenza con le scadenze comunitarie e sentito in proposito il Governo. Stante l'ampiezza delle materie trattate dal Programma, si è altresì stabilito che le Commissioni non assegnatarie - ma la cui competenza per materia sia investita almeno in parte dal documento - sono autorizzate ad esprimere rilievi alla Commissione Bilancio.
Il Presidente della Camera ha pertanto scritto ai Presidenti delle Commissioni permanenti affinché le stesse valutino l'opportunità di esprimere i propri rilievi sul documento in questione, per le parti di competenza e secondo le modalità indicate nella suddetta riunione della Giunta per il Regolamento.

Giorgio CONTE (FLI), relatore, ricorda, in primo luogo, che entro il 12 novembre 2010 tutti gli Stati membri sono chiamati a trasmettere alla Commissione europea la versione preliminare del Piano nazionale di riforme 2010-2012 mentre quella finale sarà presentata nell'aprile 2011. Al contempo, è previsto che entro il mese di aprile 2011 ciascun paese dell'Unione europea presenti all'Ecofin due documenti, tra di loro coordinati e coerenti: lo «Stability Program» (SP) ed il «National Reform Program» (NRP).
I governi europei devono dunque elaborare i due «nuovi» documenti mantenendo fermo l'impegno a presentare all'Unione europea il «Programma Nazionale di riforma», previsto dalla precedente procedura, oggetto dell'esame odierno della I Commissione, così come delle altre Commissioni che hanno ritenuto di esprimere i propri rilievi al riguardo.

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Passando ad illustrare il contenuto del documento in esame, fa presente come in esso si ricordino preliminarmente come le conclusioni determinate in sede G20 ed Unione europea siano tutte allineate sul principio della prudenza e del rigore fiscale, senza più spazi per incertezze: la politica di rigore fiscale non è temporanea, non è la conseguenza imposta da una congiuntura economica negativa, ma è invece la politica necessaria e senza alternative per gli anni a venire.
Nel documento si evidenzia dunque come l'unico messaggio responsabile e nell'interesse del Paese è che non esistono i presupposti per una crescita duratura ed equa senza stabilità dei conti pubblici.
Fermo restando quindi il vincolo del deficit pubblico, per quanto riguarda gli obiettivi da raggiungere il documento richiama quattro questioni essenziali per l'Italia: «meridionale»; fiscale; nucleare; «legale» ed è su queste che vi è l'intenzione di attivare nuovi motori di sviluppo esterni all'area della spesa pubblica in deficit.
Il documento che il Governo italiano ha redatto in questa fase transitoria della strategia serve pertanto a dare l'avvio a questa nuova fase. In tale quadro, l'intenzione del Governo è di dare enfasi alle iniziative che sono già in atto, o si intendono mettere in atto a breve, per superare gli ostacoli alla crescita dell'Italia e avviare il processo per raggiungere gli obiettivi al 2020 su occupazione, conoscenza, energia e clima, povertà.
Soffermandosi sugli aspetti che rientrano maggiormente nei profili di competenza della I Commissione, ricorda come specifici approfondimenti, nel documento, siano dedicati ai temi del federalismo fiscale, della riforma della pubblica amministrazione e della politica regionale, lavoro e inclusione sociale.
Per quanto riguarda la prima tematica, nel testo ricorda che la legge delega sul federalismo (n. 42 del 2009) ha definito gli aspetti cruciali per il coordinamento della finanza pubblica tra governo centrale e governi territoriali conferendo al Governo la delega in diverse materie, tra cui - com'è noto - il federalismo demaniale, l'armonizzazione dei bilanci pubblici, la determinazione dei costi e fabbisogni standard e la devoluzione fiscale.
Rileva che, in attuazione dei criteri direttivi stabiliti dalla legge delega, è stato finora approvato il decreto legislativo in tema di federalismo demaniale che ha definito le regole per valorizzare il patrimonio pubblico, attraverso l'attribuzione dei beni di proprietà statale alle regioni e ai governi locali. Il trasferimento di proprietà dovrebbe comportare il miglioramento dell'autonomia finanziaria di tali enti, permettendo di ottenere al contempo anche una gestione più efficiente del patrimonio pubblico. Secondo le disposizioni del decreto l'utilizzo dei proventi derivanti dalle alienazioni immobiliari è, dunque, vincolato e finalizzato alla riduzione del debito pubblico. Usi differenti saranno sottoposti all'approvazione della Commissione europea, al fine di verificare la coerenza delle scelte di finanza locale con gli obiettivi nazionali indicati nel Programma di Stabilità. Parallelamente agli incrementi di entrata derivanti dal trasferimento dei beni statali a regioni ed enti locali, è previsto che i trasferimenti centrali verso le autonomie territoriali e le compartecipazioni alle entrate erariali siano ridotti.
Sempre in attuazione della delega di cui alla legge n. 42 del 2009, è stato quindi presentato alle Camere lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 22 luglio 2010, e su cui la I Commissione ha espresso i propri rilievi alla Commissione parlamentare sul federalismo fiscale, evidenziando elementi di riflessione e profili da valutare ulteriormente.
Ricorda che nel documento in esame si sottolinea, al riguardo, come i criteri del costo e del fabbisogno standard assumeranno un ruolo chiave nel nuovo sistema di finanziamento degli enti territoriali, permettendo il superamento del principio del costo storico attualmente utilizzato.

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Fa presente che ulteriori misure a sostegno dell'autonomia di entrata e di spesa degli enti territoriali sono state varate con il decreto legge n. 78 del 2010 con cui il Governo ha anticipato il piano di correzione dei conti pubblici per il prossimo triennio 2011-13. Il decreto ha, in particolare, innalzato la quota di partecipazione dei comuni al gettito recuperato a vantaggio degli enti maggiormente impegnati in tali attività. Inoltre, coerentemente con i principi stabiliti dalla legge sul federalismo fiscale, il decreto ha rafforzato i meccanismi premianti a favore degli enti locali virtuosi che hanno rispettato il Patto di Stabilità Interno, garantendo altresì loro la possibilità di escludere parte della spesa in conto capitale dal calcolo degli obiettivi definiti in termini di saldi finanziari.
Nel documento si richiama poi la recente istituzione, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, della Commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale (Copaff), operante nell'ambito della Conferenza unificata, che ha il compito di acquisire ed elaborare elementi conoscitivi utili per la predisposizione dei contenuti dei decreti legislativi che il Governo è chiamato a definire.
In merito al progetto del Governo di riforma fiscale, finalizzato alla semplificazione del sistema tributario, e al trasferimento della gestione dei tributi dal centro alla periferia in linea con il principio di autonomia fiscale introdotto dalla riforma dell'articolo 119 della Costituzione, il documento ricorda l'approvazione preliminare, lo scorso 4 agosto, dello schema di decreto legislativo in materia di devoluzione fiscale municipale. Tale progetto ipotizza la riduzione del numero delle imposte municipali, introducendo a partire dal 2014 un'imposta municipale propria e una secondaria facoltativa.
La delega è in via di attuazione anche con riguardo al nuovo sistema tributario delle province, con la finalità di introdurre una maggiore manovrabilità da parte delle stesse dell'imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore ed attribuendo inoltre, alle province medesime, una compartecipazione all'accisa sulla benzina.
Il testo governativo stabilisce poi per le Regioni la possibilità di introdurre nuovi tributi regionali e locali, con riguardo ai presupposti non assoggettati già ad imposizione da parte dello Stato.
Ricorda, infine, come sia stato di recente approvato il decreto legislativo n. 156 del 2010 in materia di ordinamento transitorio di Roma Capitale.
Tra i più importanti decreti contemplati dalla legge delega sul federalismo fiscale, restano dunque sul tavolo il decreto su sanzioni e premi quello sugli interventi speciali, nonché quello relativo all'istituzione, nell'ambito della Conferenza unificata, della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica come organismo stabile di coordinamento della finanza pubblica.
Nel testo si ricorda infine come negli ultimi cinque anni sia stata progressivamente implementata, nel settore sanitario, una strumentazione normativa che ha imposto una forte responsabilizzazione sia per le regioni «virtuose», sia per le regioni con elevati disavanzi.
Al tempo stesso, un particolare accento viene posto - nel documento - sulla azione di riforma strutturale della pubblica amministrazione volta ad un aumento dell'efficienza e, quindi, a generare un significativo dividendo macroeconomico.
Ricorda come nel testo si evidenzia che la riforma genera risparmi di costo che riducono il deficit e (potenzialmente) il carico tributario, migliorando la sostenibilità dei conti pubblici del paese e la sua performance macroeconomica. Inoltre, l'innalzamento dei livelli di produttività nella pubblica amministrazione ha un impatto diretto sulla produttività dell'economia nel suo complesso. Infine, la riduzione dei costi di transazione, comprensiva della componente di oneri amministrativi, si riflette in un aumento dell'offerta di lavoro e risparmi monetari che possono tradursi, per i consumatori, nell'acquisto di una maggiore quantità di beni forniti

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dal settore privato e, per le imprese, in una riduzione dei costi unitari di produzione.
Ipotizzando plausibili elasticità rispetto all'efficienza e/o all'efficacia del settore pubblico, nel documento viene stimato che il relativo moltiplicatore possa raggiungere il valore di 1,7, vale a dire che un incremento del 10 per cento dell'efficienza della pubblica amministrazione produce nell'arco di 20 anni un aumento cumulato del 17 per cento del prodotto.
Ricorda che, com'è noto, la riforma ha avuto una prima realizzazione nel corso del 2009 con l'approvazione di due decreti legislativi attuativi della legge delega n. 15 del 2009: il decreto legislativo 27 ottobre 2009 n. 150 che definisce nuove regole in materia di trasparenza, misurazione e valutazione della performance, premialità, contrattazione collettiva, dirigenza pubblica e sanzioni disciplinari; il decreto legislativo 20 dicembre 2009, n. 198 che introduce l'azione collettiva come strumento per sviluppare la cultura di un'amministrazione posta al servizio dei cittadini ai quali viene riconosciuto un potere di verifica e ricorso qualora siano violati i termini e gli standard nell'esercizio di una funzione pubblica o nell'erogazione di un servizio pubblico. Nel documento si preannuncia poi che nel corso del 2010 l'azione di riforma verrà ulteriormente implementata con due misure specifiche: l'approvazione della revisione del Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), attualmente in corso di esame da parte della I Commissione, ed il programma per la riduzione degli oneri amministrativi, che ha l'obiettivo di tagliare di almeno il 25 per cento, entro il 2012, i costi della burocrazia attraverso il completamento della misurazione degli oneri in tutte le materie di competenza statale e la sua estensione alle regioni e agli enti locali.
Nel testo si richiama, altresì, il lavoro svolto dal Governo per completare il piano finalizzato ad eliminare il digital divide entro il 2013 nonché l'avvio di una serie di misure per incentivare l'uso di internet, nonché per incrementare l'offerta e la domanda di servizi digitali della pubblica amministrazione.
Ricorda, infine, come uno specifico approfondimento venga svolto, nel documento, sul tema della «Politica regionale, lavoro e inclusione sociale», sottolineando come l'obiettivo dei programmi comunitari in questo ambito sia quello di sostenere lo sviluppo dell'occupazione e migliori posti di lavoro, promuovendo una società inclusiva e «sicura» per conseguire le condizioni di contesto necessarie a favorire una crescita durevole. Le risorse programmate a tal fine ammontano a circa 7,4 miliardi di euro, di cui 3,5 dedicati all'obiettivo lavoro e occupazione e 3,9 per l'inclusione sociale. In quest'ultimo ambito, circa 2,4 miliardi sono finalizzati a favorire l'inclusione nel mercato del lavoro delle donne (con la realizzazione e/o il potenziamento dell'accesso ai servizi e agli strumenti di conciliazione famiglia-lavoro e con lo sviluppo di politiche di parità e di imprese al femminile) e dei soggetti svantaggiati, quali migranti e minoranze etniche (con misure specifiche di accompagnamento per l'inserimento, reinserimento e mantenimento del lavoro).

Gianclaudio BRESSA (PD) rileva come, se il PNR fosse un atto preso in seria considerazione dal Governo, sarebbe stata prevista un'istruttoria più accurata di quella che è stata svolta, considerato che il documento è stato approvato nella riunione del Consiglio dei ministri del 5 novembre scorso ed entro l'11 novembre dovrà essere trasmesso alla Commissione europea.
Ricorda come il PNR rappresenti lo strumento programmatico previsto dalla legge per prevedere le misure necessarie di fronte allo scenario macro-economico del paese, per definire gli impegni da assumere, per prevenire l'insorgere di vicende quali quelle che hanno interessato la Grecia poco tempo fa. Ritiene pertanto quanto meno grottesco valutare in tempi così esigui un documento che dovrebbe avere tali contenuti.

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Per quanto riguarda più specificatamente le competenze della I Commissione, prende atto che il documento, anziché prefigurare le misure per la crescita e l'efficienza della pubblica amministrazione, reca una mera descrizione di iniziative il cui apporto in termini di efficienza ed efficacia è tutto da dimostrare.
Rileva come, trattandosi di un documento programmatico, esso dovrebbe invece contenere ed illustrare adeguatamente le misure che si intende porre in essere, specificando come si intendono conseguire i risparmi illustrati nonché quali siano le modalità e le misure attraverso cui procedere per l'ammodernamento complessivo della pubblica amministrazione.
L'unico elemento che emerge con chiarezza è rappresentato dai contrasti evidenti e ripetuti tra il Ministro dell'economia e delle finanze ed il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, che non consentono certamente di dare credibilità agli impegni preannunciati dal Ministro Brunetta.
Sottolinea come l'azione riformatrice della pubblica amministrazione dovrebbe costituire un elemento cardine del rilancio economico del paese ma nel documento in esame si è molto lontani da tale obiettivo.
Esprime quindi una valutazione critica rispetto al metodo con cui si procede ed al merito delle proposte contenute nel documento, che rappresentano una vera finzione politico-parlamentare.

Mario TASSONE (UdC) sottolinea preliminarmente l'esiguità dei tempi a disposizione per l'esame parlamentare del documento in titolo, senza nulla togliere allo sforzo compiuto dal relatore per illustrare i contenuti del progetto di Programma.
Considerata la rilevanza dei temi trattati sarebbe stato quanto mai necessario poter disporre di tempi e modi adeguati per svolgere le dovute riflessioni. Occorre infatti inquadrare le previsioni del Programma rispetto ai percorsi già avviati.
Esprime, in particolare, molti dubbi sul nuovo sistema tributario delle province, richiamato nel documento, così come su alcuni provvedimenti ivi illustrati.
Di fronte a tali problematiche di rilievo per il Paese sarebbe stato dunque interesse della Commissione svolgere un esame ampio ed approfondito dei contenuti.

Raffaele VOLPI (LNP) sottolinea positivamente la valenza prospettica dei contenuti del documento in esame, definito dal Governo al fine di dare conto del quadro economico di riferimento e degli impegni assunti e da assumere.
Sottolinea peraltro come si tratti di un documento complesso da trasmettere alla Commissione europea: occorre pertanto evidenziare con chiarezza che il Paese ha bisogno di regole certe che si inseriscono nel sistema europeo in cui l'Italia si pone in una posizione svantaggiata rispetto agli altri Paesi, sopratutto a quelli che sono entrati a fare parte dell'Unione europea più di recente, con particolare riguardo alla concorrenza ed alla disciplina previdenziale.
Rileva come il rischio sia quello di contribuire con molte risorse per poi farsi fare concorrenza su ogni prodotto. Sottolinea quindi l'importanza di far rispettare i diritti del nostro Paese.

Sesa AMICI (PD), nell'associarsi all'intervento del deputato Bressa, sottolinea come il programma in esame, più che un piano di riforme, appare un elenco delle iniziative già avviate dal Governo e di buone intenzioni delle quali non è però chiaro in che modo andrebbero in concreto realizzate. Il deputato Bressa ha citato, come esempio di questa sostanziale vuotezza di contenuti concreti del programma in esame, il capitolo relativo alla riforma della pubblica amministrazione, ricordando come, a fronte di roboanti proclami, il risultato in termini di effettive misure di produttività ed efficienza è nullo; ma si potrebbe parimenti citare il capitolo delle politiche regionali del lavoro e dell'inclusione sociale, nel quale si enunciano principi ma non si delinea alcuna

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misura concreta. Si tratta di un campo nel quale l'Italia è in forte ritardo rispetto al resto dell'Europa, soprattutto per quanto riguarda il lavoro femminile: i dati attestano una grave discriminazione delle donne, non solo per quanto riguarda l'accesso al mondo del lavoro, ma anche per quanto attiene al trattamento retributivo del lavoro.

Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL) ricorda ai deputati dei gruppi di minoranza che il programma in esame è soltanto una versione preliminare, che l'Italia ha tempo di perfezionarlo fino all'aprile del 2011 e che il programma proposto è in linea con quello degli altri Paesi europei. Anzi, rispetto ad altri Paesi europei l'Italia può vantare il merito di avere un Governo la cui azione è in linea da tempo con la prospettiva dell'Unione europea e il cui programma di governo conteneva già molte delle riforme che l'Europa chiede e che tali riforme sono state pertanto in parte già avviate.

Giorgio CONTE (FLI), relatore, presenta una proposta di rilievi sul documento in esame (vedi allegato 4).

Donato BRUNO, presidente, avverte che è stata presentata da parte del gruppo Partito democratico, una proposta alternativa di rilievi (vedi allegato 5).
Avverte che porrà prima in votazione la proposta di rilievi del relatore. In caso di sua approvazione, la proposta alternativa si intende preclusa e non sarà posta in votazione.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di rilievi del relatore.

La seduta termina alle 15.25.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli.

La seduta comincia alle 15.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

Donato BRUNO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

Sulle Autorità amministrative indipendenti.
Audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli.
(Svolgimento e conclusione).

Donato BRUNO, presidente, introduce l'audizione.

Altero MATTEOLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Roberto ZACCARIA (PD) e Raffaele VOLPI (LNP).

Altero MATTEOLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, risponde ai quesiti posti e rende ulteriori precisazioni.

Donato BRUNO, presidente, ringrazia il ministro Altero Matteoli per il contributo fornito e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.45.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 15.45.

Proposta di nomina del professor Francesco Beltrame a Presidente di DigitPA.
Atto n. 74.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina in oggetto.

Donato BRUNO, presidente e relatore, ricorda che la proposta di nomina in titolo è stata assegnata alla Commissione ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento della Camera. Con la lettera di trasmissione della richiesta di parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha reso noto che il Consiglio dei ministri, nella seduta del 29 ottobre 2010, ha avviato la procedura per la nomina del professor Francesco Beltrame a Presidente dell'ente DigitPA.
Ricorda quindi che l'articolo 24 della legge 18 giugno 2009, n. 69, ha delegato il Governo a provvedere al riordino del CNIPA. Con il decreto legislativo 1o dicembre 2009, n. 177, «Riorganizzazione del centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione, a norma dell'articolo 24 della legge 18 giugno 2009, n. 69», è stata data attuazione alla delega e il CNIPA è stato trasformato in un ente pubblico non economico, denominato DigitPA. Tale ente viene configurato come organo competente nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nell'ambito della pubblica amministrazione e viene individuata specificamente la sua missione nella realizzazione dell'amministrazione digitale.
L'articolo 5, comma 1, del citato decreto legislativo n. 177 del 2009 dispone che il Presidente di DigitPA - nominato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri o del ministro delegato, previa deliberazione del Consiglio dei ministri - è scelto fra persone di alta qualificazione tecnica e manageriale con profonda conoscenza in materia di innovazione tecnologica comprovata da competenze in ambito scientifico e da esperienza di gestione di enti o strutture complesse, pubbliche o private. Rimane in carica quattro anni e può essere confermato una sola volta. Il medesimo articolo 5 definisce, nei successivi commi, il ruolo e i compiti del Presidente. In particolare, il Presidente ha la rappresentanza legale dell'ente, cura i rapporti con le istituzioni e le amministrazioni pubbliche nazionali, comunitarie e internazionali; è responsabile dell'attività dell'ente sotto il profilo tecnico e scientifico; predispone il piano triennale per la programmazione degli obiettivi e delle attività dell'ente, lo sottopone alla deliberazione del Comitato direttivo e ne garantisce l'attuazione; presiede la Commissione di coordinamento del Sistema pubblico di connettività e fa parte della Conferenza permanente per l'innovazione tecnologica.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, nella sua lettera, ha fatto altresì presente che il Governo, dopo aver attentamente esaminato l'attività finora svolta dal prof. Beltrame e il suo profilo professionale, ha ritenuto che egli abbia tutti i requisiti per assumere l'incarico di presidente dell'ente DigitPA. A tale proposito ha allegato il curriculum del prof. Beltrame.
Fa presente che dal curriculum allegato alla predetta lettera risulta che il prof. Beltrame è attualmente direttore del dipartimento ICT del Consiglio nazionale delle ricerche e professore ordinario, in aspettativa, di bioingegneria presso l'Università degli studi di Genova. Ricopre inoltre numerosi altri incarichi. È, tra l'altro, membro dei seguenti organismi: Commissione di valutazione dei progetti di innovazione «Mobilità sostenibile» del programma Industria 2015 del Ministero

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dello sviluppo economico; Comitato tecnico del Ministero dello sviluppo economico per la ricerca industriale e l'innovazione; Comitato tecnico-scientifico dell'Azienda per i servizi alla persona «Emanuele Brignole» di Genova; Consiglio di amministrazione del distretto tecnologico della Liguria sui Sistemi intelligenti integrati; Consiglio di amministrazione dell'Istituto internazionale delle comunicazioni.
È inoltre membro ordinario del Consiglio superiore delle comunicazioni e, in qualità di esperto, partecipa al «progetto di accompagnamento quadro strategico nazionale MIUR-MISE ricerca e innovazione». È componente del Consiglio di amministrazione del Consorzio Milano Ricerche, di cui, dal 2007 al 2008, è stato presidente del Comitato tecnico scientifico.
Negli anni precedenti ha ricoperto altri incarichi rilevanti. Ad esempio nel 2003-2004 ha partecipato per il settore ICT al piano nazionale della ricerca del MIUR e dal 2002 al 2006 è stato rappresentante nazionale del MIUR per l'area IST (Information society technology) presso la Commissione europea.
Il professor Beltrame è inoltre autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche.
In conclusione, rileva che la nomina del prof. Beltrame alla guida dell'ente DigitPA appare rispondente ai requisiti previsti dal decreto legislativo n. 177 del 2009. Propone, pertanto, di esprimere parere favorevole sulla proposta di nomina del medesimo a presidente dell'ente DigitPA.
Nessuno chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.50.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 15.50.

Modifica all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab.
C. 627 Binetti, C. 2422 Sbai, C. 2769 Cota, C. 3018 Mantini, C. 3020 Amici, C. 3183 Lanzillotta, C. 3205 Vassallo, C. 3368 Vaccaro, C. 3715 Reguzzoni, C. 3719 Garagnani e C. 3760 Bertolini.
(Rinvio del seguito dell'esame).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 9 novembre 2010.

Donato BRUNO, presidente, avverte che la relatrice sul provvedimento ha comunicato di essere impossibilitata a prendere parte alla seduta odierna. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.55.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 15.55.

Schema di regolamento recante modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero dell'economia e delle finanze, di cui decreto del Presidente della Repubblica 30 gennaio 2008, n. 43.
Atto n. 281.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 novembre 2010.

Donato BRUNO, presidente, avverte che sullo schema di regolamento in esame è pervenuta la valutazione favorevole con osservazioni della V Commissione Bilancio, espressa ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2 del regolamento, che è in distribuzione
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia dunque il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.

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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Michelino Davico.

La seduta comincia alle 16.

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro stagionale
COM(2010)379 def.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 9 novembre 2010.

Donato BRUNO, presidente, avverte che la XIV Commissione Politiche dell'Unione europea ha preannuciato che esprimerà il parere sul provvedimento in titolo nel corso della prossima settimana. Di conseguenza, la relatrice si è riservata di presentare una proposta di documento finale una volta pervenuto il suddetto parere.
Quindi, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.05.