CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 novembre 2010
394.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 9 novembre 2010. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 13.

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Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/111/CE, che modifica le direttive 2006/48/CE, 2006/49/CE e 2007/64/CE per quanto riguarda gli enti creditizi collegati ad organismi centrali, taluni elementi dei fondi propri, i grandi fidi, i meccanismi di vigilanza e la gestione delle crisi.
Atto n. 286.
(Rilievi alla VI Commissione).
(Esame e conclusione - Valutazione favorevole).

Giancarlo GIORGETTI, presidente, in sostituzione del relatore, illustra il contenuto dello schema di decreto legislativo, il quale, in esecuzione della contenuta nella legge comunitaria per il 2009, dà attuazione alla direttiva 2009/111/CE del 16 settembre 2009 del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 2006/48/CE, 2006/49/CE, 2007/64/CE per quanto riguarda gli enti creditizi collegati ad organismi centrali, taluni elementi dei fondi propri, i grandi fidi, i meccanismi di vigilanza e la gestione delle crisi. Nel segnalare che lo schema reca una clausola di invarianza ed è corredato di relazione tecnica, ritiene che il provvedimento non presenti profili finanziari problematici.
Osserva, infatti, che lo schema prevede, fra l'altro, che la Banca d'Italia istituisca collegi di supervisori e partecipi a collegi istituiti dalle autorità di vigilanza europee e di altri Stati membri, segnalando che la Banca d'Italia non fa parte degli enti inclusi nell'elenco delle amministrazioni pubbliche i cui bilanci rilevano ai fini della compilazione del conto economico consolidato.
Propone, pertanto, di esprimere una valutazione favorevole sullo schema.

Il sottosegretario Sonia VIALE concorda con la proposta del presidente.

La Commissione approva la proposta formulata dal presidente in sostituzione del relatore.

Schema di regolamento ministeriale recante istituzione del Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell'occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente dalle imprese assicuratrici.
Atto n. 283.
(Rilievi alla XI Commissione).
(Esame e conclusione - Rilievi).

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, illustra lo schema di regolamento, che reca l'istituzione, presso l'INPS, del Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell'occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente dalle imprese assicuratrici. Per quanto attiene ai profili finanziari del provvedimento, segnala, con riferimento all'articolo 3, l'opportunità di acquisire un chiarimento da parte del Governo circa l'eventualità che ai membri del comitato amministratore sia corrisposta una forma di compenso per la partecipazione alle sedute del comitato medesimo. Sottolinea, in particolare, l'opportunità di acquisire conferma che tali emolumenti siano posti a carico del Fondo medesimo e non comportino comunque oneri per la finanza pubblica. Relativamente agli articoli 5 e 10, in materia di prestazioni erogate dal Fondo, fa presente come, con riferimento ai lavoratori che, ai sensi dell'articolo 5, possono optare per l'erogazione in un'unica soluzione dell'assegno straordinario, la norma escluda il versamento della contribuzione correlata a carico del Fondo. Ritiene pertanto opportuno acquisire un chiarimento del Governo in merito alle modalità di calcolo del trattamento pensionistico di tali lavoratori, al fine di accertare che la contribuzione correlata non venga accreditata figurativamente. Considera inoltre necessario che il Governo precisi se, analogamente a quanto esplicitamente affermato in relazione alle prestazioni straordinarie, il Fondo si faccia carico della contribuzione correlata anche per quanto riguarda le prestazioni ordinarie. Infatti, mentre l'articolo 5 non menziona tale onere, il

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successivo articolo 10 sembra invece confermarlo nella parte in cui fa riferimento ad una contribuzione correlata versata a carico del Fondo nei casi sia degli assegni ordinari sia degli assegni straordinari. In merito all'articolo 6, recante modalità di finanziamento del Fondo, ritiene necessario che il Governo chiarisca se ai contributi in esame sia applicabile il regime della deducibilità a fini fiscali, alla stregua dei contributi obbligatori. In tale caso, infatti, si determinerebbe una riduzione del gettito fiscale che andrebbe quantificata, indicando le risorse con cui farvi fronte. Relativamente agli articoli 9 e 11, ritiene che non vi sia nulla da osservare, dal momento che tali misure appaiono preordinate al mantenimento dell'equilibrio economico e gestionale del Fondo.

Il sottosegretario Sonia VIALE fa presente, in ordine alla richiesta di chiarimenti circa l'eventualità che ai membri del comitato amministratore di cui all'articolo 3 venga corrisposta una forma di compenso per la partecipazione alle relative sedute e circa l'opportunità, in caso affermativo, di acquisire la conferma che tali emolumenti siano posti a carico del fondo, che occorrerebbe espressamente escludere tale eventualità. In relazione alla richiesta di chiarimenti in merito alle modalità di calcolo del trattamento pensionistico dei lavoratori che, ai sensi dell'articolo 5, comma 4, optino per l'erogazione in unica soluzione dell'assegno straordinario, al fine di escludere che la retribuzione correlata sia accreditata figurativamente, fa presente che, in assenza di contribuzione, va da sé che detto calcolo non terrà conto dei periodi non coperti. In ordine alla richiesta di chiarire se il fondo si faccia carico della contribuzione correlata anche per quanto riguarda le prestazioni ordinarie, rappresenta che la disposizione testuale dell'articolo 10, comma 12, citando espressamente anche dette prestazioni, non lascia spazio a dubbi in senso contrario. Con riguardo alla richiesta di chiarimenti in merito alla deducibilità ai fini fiscali dei contributi di cui all'articolo 6, fa presente che il minore gettito fiscale, peraltro di modesta entità, risulterebbe compensato dalle maggiori entrate fiscali sulle prestazioni erogate dal fondo.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, formula la seguente proposta:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di regolamento ministeriale recante istituzione del Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell'occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente dalle imprese assicuratrici,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di regolamento ministeriale e formula il seguente rilievo sulle sue conseguenze di carattere finanziario:
all'articolo 3, dopo il comma 5, aggiungere il seguente:
«5-bis. Ai componenti del Comitato di cui al presente articolo non è corrisposto alcun emolumento, indennità o rimborso spese.»

Maino MARCHI (PD) alla luce della risposta fornita dal rappresentante del Governo in ordine alle considerazioni svolte dal relatore, ed in particolare circa l'affermazione secondo la quale il minore gettito fiscale risulterebbe compensato dalle maggiori entrate fiscali sulle prestazioni erogate dal fondo, ritiene che occorrerebbe un ulteriore approfondimento ed una maggiore precisione nella quantificazione da parte del Governo. Osserva in proposito che per questioni analoghe, anche relative ad importi molto ridotti, si sono bloccati o rallentati provvedimenti di rilevante valenza sociale. Chiede quindi un rinvio dell'esame, al fine di consentire al rappresentante del Governo di fornire ulteriori elementi.

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Renato CAMBURSANO (IdV) si associa alle considerazioni del collega Marchi.

Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che nella proposta di parere del relatore potrebbe essere inserito uno specifico richiamo all'esigenza di acquisire più puntuali elementi di quantificazione degli effetti finanziari derivanti dall'articolo 6, che dovrebbero essere compensati.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, propone una nuova formulazione della proposta di deliberazione (vedi allegato 1).

La Commissione approva la proposta del relatore.

Schema di regolamento recante modifiche al regolamento di istituzione del fondo per agevolare l'esodo dei lavoratori provenienti da imprese esercenti l'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, poste in liquidazione coatta amministrativa, di cui al decreto ministeriale 20 settembre 2000, n. 351.
Atto n. 280.

(Rilievi alla XI Commissione).
(Esame e conclusione - Valutazione favorevole).

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, illustra il contenuto dello schema di regolamento, che reca modifiche al regolamento che istituisce il fondo per agevolare l'esodo dei lavoratori delle imprese di assicurazione poste in liquidazione coatta amministrativa. Per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione bilancio, segnala l'opportunità che il Governo chiarisca se il contributo di finanziamento sia deducibile, osservando che, in tale caso, la proroga di un anno dell'obbligo di versamento, disposta dal provvedimento in esame, comporterebbe effetti di gettito, dei quali andrebbe accertata l'entità.

Il sottosegretario Sonia VIALE fa presente che il minor gettito fiscale, peraltro di modesta entità, risulterebbe compensato dalle maggiori entrate fiscali sulle prestazioni erogate dal fondo medesimo. In particolare, segnala che il contributo non concorre alla formazione del reddito del lavoratore dipendente, mentre la parte a carico del datore di lavoro è deducibile dal reddito di impresa, osservando che il provvedimento in esame, incidendo soltanto sulla redditività del soggetto imprenditore, genera effetti di natura indiretta che, per prassi, non sono considerati in sede di relazione tecnica.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di regolamento recante modifiche al regolamento di istituzione del fondo per agevolare l'esodo dei lavoratori provenienti da imprese esercenti l'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, poste in liquidazione coatta amministrativa, di cui al decreto ministeriale 20 settembre 2000, n. 351;
rilevato che il meccanismo di finanziamento del Fondo per agevolare l'esodo dei lavoratori provenienti da imprese esercenti l'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, poste in liquidazione coatta amministrativa, come disciplinato dal decreto ministeriale n. 351 del 2000 è idoneo a garantire l'invarianza finanziaria prevista ai sensi dell'articolo 4, comma 2, della legge n. 140 del 1999;

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di regolamento.»

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Maino MARCHI (PD), pur rilevando aspetti analoghi a quelli segnalati in ordine all'atto n. 283, ritiene che la proposta formulata dal relatore possa essere condivisibile.

La Commissione approva la proposta del relatore.

Schema di regolamento recante modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero dell'economia e delle finanze, di cui decreto del Presidente della Repubblica 30 gennaio 2008, n. 43.
Atto n. 281.
(Rilievi alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

Giancarlo GIORGETTI, presidente e relatore, ricorda che lo schema di regolamento in esame apporta modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 30 gennaio 2008, n. 43, recante l'organizzazione del Ministero dell'economia e delle finanze. Rileva che, come si evince dalla relazione tecnica allegata, il provvedimento trova fondamento - da ultimo - nell'articolo 2, comma 8-bis, del decreto-legge n. 194 del 2009. Con riferimento all'articolo 1, per quanto concerne i posti di livello dirigenziale generale determinati, nella tabella allegata allo schema di regolamento, in 59 unità, rileva che il medesimo organico era stato fissato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 43 del 2008 in 61 unità, mentre il decreto del Presidente del Consiglio 28 novembre 2008, del quale il provvedimento in esame dovrebbe ribadire il contenuto normativo, individua una dotazione originaria di 65 unità che, per effetto della disposta riduzione, verrebbe dimensionata a 59 unità, con una soppressione di 6 posti complessivi. In proposito, rileva che, contrariamente a quanto affermato nella relazione tecnica, le norme in esame sopprimono esclusivamente 2 posti di consulenza, studio e ricerca rispettivamente allocati presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, di cui al comma 1, lett. f), n. 4, e presso il Dipartimento delle finanze, di cui al comma 1, lett. l), n. 3. Quanto agli ulteriori 4 posti dirigenziali generali, che sarebbero stati, secondo la relazione tecnica, decurtati, rileva che tale taglio sarebbe plausibile solo qualora fosse riferito alla dotazione organica originaria individuata, dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 novembre 2008, in 65 unità. Segnala, tuttavia, che l'organico effettivo sembrerebbe quello di 61 unità individuato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 43 del 2008 visto che, a normativa vigente, alle 4 unità residue non corrisponde alcuna imputazione funzionale. Sul punto, considerati gli effetti di risparmio ascritti alla riduzione dei posti di dirigente di prima fascia di cui all'articolo 74 del decreto-legge n. 112 del 2008 e considerato che la relazione tecnica del provvedimento in esame quantifica puntualmente i risparmi attesi in attuazione di tale disposizione in funzione della soppressione delle suddette 6 unità, ritiene opportuno che il Governo fornisca dei chiarimenti, pur rilevando che a tale misura di riduzione si è già dato attuazione con il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 novembre 2008. In merito alla modifica dell'articolazione territoriale del Ministero, rileva che il testo prevede che le Ragionerie territoriali dello Stato possono essere costituite in numero complessivo non inferiore a 63 unità, contrariamente a quanto indicato dalla relazione tecnica. Rileva che, a normativa vigente, il medesimo valore numerico è configurato, altresì, come limite massimo e che, pertanto, in base al testo proposto, potrebbe realizzarsi un incremento delle strutture. Sul punto, anche al fine di dare conferma alla generale previsione di invarianza finanziaria di cui al comma 5, considera opportuno che il Governo fornisca dati ed elementi di valutazione volti ad escludere l'insorgenza di oneri per il bilancio dello Stato connessi alle dotazioni infrastrutturali che si renderà eventualmente necessario approntare per consentire l'operatività delle ulteriori sedi territoriali. Non ha osservazioni da formulare, per i profili di quantificazione, in merito alle modifiche apportate alla struttura organizzativa

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di secondo livello del Ministero dell'economia e delle finanze, considerato che tale ristrutturazione, che riduce del 10 per cento il numero degli uffici dirigenziali di livello non generale e delle relative dotazioni organiche, da 875 a 789 unità, è effettuata in applicazione dell'articolo 2, comma 8-bis, lett. a), del decreto-legge n. 194 del 2009, disposizione alla quale non sono ascritti effetti di risparmio sui saldi di finanza pubblica.

Il sottosegretario Sonia VIALE con riferimento alla richiesta di chiarimento in ordine alla riduzione delle posizioni dirigenziali di livello generale, tenuto conto che lo schema di regolamento all'esame individua una dotazione organica di partenza pari a sessantacinque posti mentre il decreto del Presidente della Repubblica n. 43 del 2008 rilevava una dotazione organica di partenza pari a sessantuno posti, fa presente che il Ministero dell'economia e delle finanze, nelle more dell'adozione degli atti applicativi concernenti il ridimensionamento degli assetti organizzativi previsti dall'articolo 74 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, ha provveduto alla rideterminazione delle dotazioni organiche del personale dirigenziale e non dirigenziale mediante decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. In particolare, rileva che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2008, concernente la rideterminazione delle dotazioni organiche del personale di livello dirigenziale generale, nell'indicazione della dotazione organica di partenza, pari a sessantacinque posti, ha tenuto conto dell'intervenuto incremento di quattro incarichi dirigenziali di livello generale istituiti presso il Ministero dell'economia e delle finanze dall'articolo 1, comma 359, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
Osserva quindi che lo schema di regolamento di riorganizzazione in esame ha inteso riallineare il numero degli uffici di livello dirigenziale generale alla dotazione organica già rideterminata con il richiamato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2008 e ha provveduto all'individuazione dei posti di funzione dirigenziale soppressi, nonché a quantificare, conseguentemente, i relativi risparmi di spesa. Relativamente alle perplessità sollevate circa la possibilità di un incremento delle strutture inerenti le Ragionerie territoriali dello Stato, rappresenta che l'intervento di riduzione verrà effettuato tenendo conto dell'ulteriore misura di riorganizzazione degli uffici periferici prevista dall'articolo 2, commi 1-bis, e 1-ter, del decreto-legge n. 40 del 2010, convertito dalla legge n. 73 del 2010, e sarà, comunque, effettivo. In ogni caso, assicura che la previsione contenuta nel regolamento non è suscettibile di determinare un incremento delle strutture medesime. Infine, con riferimento a quanto rappresentato in ordine alla riduzione delle posizioni dirigenziali di livello non generale, precisa che la misura di riduzione del 10 per cento è stata applicata sul numero delle posizioni indicate nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 novembre 2008, pari a ottocentosettantacinque, al netto delle diciannove posizioni dirigenziali relative alle segreterie delle Commissioni tributarie e del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria che, in virtù della previsione di cui all'articolo 2, comma 8-quinquies del decreto-legge n. 194 del 2009, convertito dalla legge n. 25 del 2010, sono escluse dal taglio previsto dal comma 8-bis. Pertanto, fa presente che la riduzione risulta computata sul numero delle posizioni di livello dirigenziale non generale al netto delle citate diciannove posizioni. Ciò posto, osserva che la riduzione nella misura del 10 per cento parti a 86 posti, proposta dal regolamento in esame, risulta correttamente operata.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, al fine di approfondire i chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, rinvia il seguito dell'esame dello schema di regolamento ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.20.

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ATTI DEL GOVERNO

Martedì 9 novembre 2010. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 13.20.

Schema di delibera del CIPE n. 31/2010, concernente «Decreto-legge n. 112/2008 convertito dalla legge n. 133/2008, articolo 6-quinquies. Riprogrammazione del Fondo infrastrutture».
Atto n. 268.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di delibera, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 ottobre 2010.

Remigio CERONI (PdL), relatore, alla luce del dibattito svoltosi nelle precedenti, formula la seguente nuova proposta di parere:
La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di delibera del CIPE n. 31/2010, concernente «Decreto-legge n. 112/2008 convertito dalla legge n. 133/2008, articolo 6-quinquies. Riprogrammazione del Fondo infrastrutture» (atto n. 268);
considerata la necessità di rispettare le disposizioni di cui all'articolo 18, comma 3, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, ai sensi del quale, per le risorse derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate, l'85 per cento delle risorse deve essere destinato alle regioni del Mezzogiorno ed il restante 15 per cento a quelle del centro-nord,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
a valere sulle risorse ancora da ripartire, con la delibera in esame o con altra delibera da adottare quanto prima, sia garantita, nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 18, comma 3, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, l'assegnazione di una quota pari al 15 per cento delle risorse destinate agli interventi per il risanamento ambientale dalla legge finanziaria per il 2010 alla realizzazione di piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico nelle regioni del centro-nord.»

Il sottosegretario Sonia VIALE concorda con la proposta di parere del relatore.

Massimo VANNUCCI (PD) ricorda come la destinazione delle risorse di cui all'articolo 1, comma 240, della legge finanziaria per l'anno 2010 sia stato oggetto di vivace dibattito nell'ultima riunione del Consiglio dei ministri, sottolineando come non sia ancora stato avviato alcun programma di spesa a valere sulle risorse assegnate per interventi diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico, che ammontavano a un miliardo di euro. In proposito, osserva come il ritardo nell'utilizzo di tali risorse sia da attribuire essenzialmente alla cattiva gestione da parte del Governo delle disponibilità finanziarie rivenienti dal Fondo per le aree sottoutilizzate, la cui programmazione è affidata al CIPE, il quale, in più circostanze, ha dimostrato una insufficiente capacità di programmazione degli interventi, adottando troppo spesso delibere dai contenuti generici, destinate, peraltro, ad essere continuamente superate da successivi interventi integrativi e correttivi. Nel sottolineare come il mancato utilizzo delle risorse stanziate abbia contribuito al prodursi di gravi tragedie, come quelle verificatesi in questi giorni in Veneto, osserva come la ripartizione delle risorse tra interventi da realizzare nel

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Mezzogiorno e nelle regioni del centro-nord discenda dall'esigenza di tenere ferma la ripartizione prevista in via generale per le risorse derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate, rilevando che sussistono comunque margini finanziari per prevedere interventi nell'ambito della quota delle residue disponibilità ancora da assegnare. Nel ribadire come la gestione approssimativa delle risorse derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate rappresenti un gravissimo problema, osserva che sarebbe opportuno attribuire al parere un carattere più stringente, rilevando come, per molti versi, sarebbe preferibile che la Commissione non esprimesse il parere su una delibera già adottata dal CIPE. A tale ultimo riguardo, reitera la richiesta già formulata in precedenti occasioni di provvedere con urgenza a convocare una audizione del sottosegretario Miccichè, segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica, anche al fine di chiarire finalmente i rapporti tra il Comitato e il Parlamento.

Roberto OCCHIUTO (UdC) rileva che la proposta di parere formulata dal relatore può considerarsi idonea a riassumere i termini della discussione e le posizioni emerse. Con riferimento alle osservazioni dell'onorevole Vannucci, ricorda che i 900 milioni già stanziati insistevano integralmente su risorse del FAS, relative ad interventi per il Mezzogiorno. Ritiene comunque legittimo che si chiedano interventi in favore di altre aree del Paese, ma sottolinea che essi devono essere finanziati con risorse aggiuntive rispetto a quelle provenienti dal FAS e già assegnate alle regioni del Mezzogiorno.

Renato CAMBURSANO (IdV) osserva che i recenti avvenimenti e le polemiche ingeneratesi all'interno del Consiglio dei ministri testimoniano che le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate si sono dimostrate una coperta troppo corta per assicurare la copertura finanziaria ai diversi interventi via via individuati dal Governo. Sottolinea, inoltre, come, sul piano del metodo, non abbia particolare significato l'espressione di un parere su una delibera già adottata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, rilevando in ogni caso l'opportunità che il parere sia più stringente di quello proposto dal relatore. Rileva, peraltro, come sia inopportuno continuare a prevedere la riprogrammazione di risorse già assegnate o destinate per far fronte alle esigenze finanziarie che si presentano di volta in volta, osservando, in particolare, come sia necessario prevedere lo stanziamento di risorse aggiuntive per fare fronte alla recente emergenza ambientale verificatasi nella regione Veneto, eventualmente a valere sulle maggiori disponibilità, a suo tempo indicate in misura pari a 7 miliardi di euro, destinate alla copertura finanziaria degli interventi da realizzare nell'ambito della prossima manovra finanziaria e del preannunciato decreto-legge.

Giuseppe FALLICA (PdL) nel richiamare gli interventi svolti, sottolinea che si tratta di risorse provenienti dal FAS, destinate a territori con dissesti idrogeologici. Conferma la massima solidarietà rispetto a quanto sta accadendo in Veneto, a seguito degli eventi alluvionali, ma ritiene che eventuali interventi in favore di quella regione non possano essere previsti in questa sede. Ricorda che il CIPE provvede a raccordare i progetti presentati dalle diverse autorità. Condivide quindi le affermazioni dell'onorevole Cambursano in merito alla necessità di reperire risorse aggiuntive da destinare al dissesto idrogeologico.

Francesco BOCCIA (PD) ritiene che, al fine di evitare possibili interpretazioni erronee del parere della Commissione, dovrebbe chiarirsi in modo univoco se la destinazione alle regioni del centro nord del 15 per cento delle risorse stanziate si riferisca al complesso delle somme derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate, come previsto dalla legislazione vigente, ovvero si preveda la destinazione alle regioni del centro nord, e in particolare alla regione Veneto, di recente colpita dai gravi eventi atmosferici, di risorse già destinate al Mezzogiorno.

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Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL) ritiene che si debba passare immediatamente alla votazione della proposta avanzata dal relatore. Rileva che talune delle posizioni espresse nel dibattito siano animate da uno spirito costruttivo e, pur sottolineando come sia fuori discussione la massima solidarietà verso le regioni che oggi versano in particolari situazioni di necessità, ritiene che tali aspetti debbano essere affrontati nella sede opportuna.

Pier Paolo BARETTA (PD) ritiene necessario che, prima dell'espressione del parere, il rappresentante del Governo risponda al quesito posto dal collega Boccia.

Claudio D'AMICO (LNP), con riferimento al quesito posto dall'onorevole Boccia, osserva che la previsione di assegnare una quota pari al 15 per cento delle risorse destinate agli interventi per il risanamento ambientale dalla legge finanziaria per il 2010 alla realizzazione di piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico nelle regioni del centro-nord non è in alcun modo da ricondursi ai recenti eventi calamitosi che hanno interessato la Regione Veneto, sottolineando come tali eventi abbiano determinato danni ingentissimi, ai quali occorrerà fare fronte con nuove risorse finanziarie. Segnala, invece, che i piani indicati nella proposta di parere sono destinati a rimuovere eventuali situazioni di rischio idrogeologico nelle diverse aree del Paese, sottolineando, peraltro, che i recenti accadimenti dimostrano la necessità di realizzare interventi a carattere preventivo anche nelle regioni del centro nord. Con riferimento all'alluvione che ha colpito il nord est del Paese, si dichiara in ogni caso certo che il Governo, alla stregua di quanto avvenuto per analoghi eventi calamitosi che in passato hanno interessato le regioni del centro sud, individuerà risorse aggiuntive da destinare agli interventi di soccorso e di ricostruzione, sostenendo in tal modo la ripresa in aree essenziali per il sistema produttivo del nostro Paese.

Massimo VANNUCCI (PD) ribadisce che, rispetto alle previsioni di cui all'articolo 2, comma 240, della legge finanziaria per il 2010, che stanziavano un miliardo di euro per gli interventi di risanamento ambientale, oggi si capisce che tali risorse non erano aggiuntive, ma provenienti dal FAS. Osserva come l'utilizzo di tale fondo comporti la necessità di applicare relative modalità di ripartizione nell'assegnazione delle predette risorse, senza che nella citata disposizione della legge finanziaria per 2010 vi sia alcun vincolo geografico di destinazione. Ritiene che, quanto meno, occorrerebbe portare la cifra complessiva ad un miliardo di euro e rispettare la ripartizione di cui all'articolo 18, comma 3, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. Ritiene che sia stata stravolta una disposizione della legge finanziaria, che si sia perso un anno e che il Ministro Prestigiacomo abbia correttamente inquadrato la problematica. Sottolinea che il CIPE ha interpretato in maniera distorta la richiamata disposizione della legge finanziaria per il 2010.

Remigio CERONI (PdL), relatore, nell'osservare che l'articolo 1, comma 240, della legge finanziaria per il 2010 prevedeva la destinazione di un miliardo di euro, a valere sulle disponibilità del Fondo infrastrutture e del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale, a piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico, rileva che l'eventuale destinazione di nuove risorse ad ulteriori interventi da realizzare nelle regioni del centro nord dovrebbe passare necessariamente per una riprogrammazione degli interventi programmati nelle medesime regioni, al fine di non alterare la ripartizione delle risorse prevista a legislazione vigente, in base alla qual l'85 per cento delle risorse deve essere destinato alle regioni del Mezzogiorno ed il restante 15 per cento a quelle del centro-nord ovvero per lo stanziamento di nuove risorse.

Pietro FRANZOSO (PdL) evidenzia come, indipendentemente dall'emergenza

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relativa agli eventi alluvionali che hanno colpito la regione Veneto, alla quale, come ad altre regioni in analoghe situazioni, ritiene che occorra fornire prontamente risposte concrete, la Commissioni debba deliberare sull'utilizzo di una parte delle risorse del FAS, per le quali occorre comunque rispettare i vincoli di destinazione previsti dalla legge.

Pier Paolo BARETTA (PD) ribadisce l'esigenza che, prima dell'espressione del parere, il sottosegretario Viale risponda al quesito posto dal collega Boccia, rilevando come il riferimento contenuto nella condizione formulata nella proposta di parere in relazione alla realizzazione di piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico nelle regioni del centro-nord possa, nell'attuale congiuntura, legittimamente interpretarsi come motivata dalla volontà di destinare risorse necessarie a fronteggiare l'emergenza determinatasi nella regione Veneto. Ritiene che, se questo fosse l'intendimento del Governo, si tratterebbe di un meccanismo ingannevole, che non stanzierebbe nuove risorse, ma si limiterebbe a modificare la destinazione di somme già stanziate.

Il sottosegretario Sonia VIALE si associa alle considerazioni da ultimo svolte dal relatore in ordine ai criteri di ripartizione dei fondi, facendo presente che rispetto ai fenomeni alluvionali verificatisi in Veneto si provvederà con un diverso canale di finanziamento.

La Commissione approva la proposta di parere da ultimo presentata dal relatore.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province, ai sensi della legge 5 maggio 2009, n. 42.
Atto n. 240.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 28 ottobre 2010.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, deposita una proposta di parere, predisposta dal relatore (vedi allegato 2), che riprende i contenuti della proposta presentata dall'onorevole Leone alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

Amedeo CICCANTI (UdC) a nome del suo gruppo, presenta una proposta di parere (vedi allegato 3) che auspica possa contribuire alla discussione e consentire poi all'espressione di un parere condiviso.

Renato CAMBURSANO (IdV) nel richiamare l'intervento dell'onorevole Ciccanti, si riserva di presentare le osservazioni del suo gruppo sulla proposta di parere depositata dal presidente, in sostituzione del relatore, ovvero un'autonoma proposta di parere. Chiede, quindi, se corrisponda a verità la notizia in base alla quale il Governo avrebbe presentato un nuovo testo del provvedimento da sottoporre al parere delle Camere.

Maino MARCHI (PD) osserva che, presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, su ogni provvedimento vengono nominati due relatori, uno appartenente ai gruppi di maggioranza e uno a quelli di opposizione, e chiede, pertanto, se non sia opportuno che la proposta di parere del relatore presso la Commissione bilancio riprenda i contenuti anche della proposta di parere formulata presso la Commissione bicamerale dal senatore Stradiotto.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, pur non ravvisando problemi alla distribuzione del testo della proposta di parere presentata dal senatore Stradiotto, fa presente che il relatore ha ritenuto di predisporre una proposta di contenuto analogo a quella presentata presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale dal relatore, appartenente alla maggioranza, onorevole Leone. Fa inoltre presente al deputato Cambursano che non risulta presentato alcun nuovo testo da parte del Governo.

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Francesco BOCCIA (PD), associandosi alle considerazioni del collega Marchi, sottolinea l'opportunità di acquisire la proposta di parere formulata dal senatore Stradiotto nell'ambito della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ribadisce che la proposta di parere predisposta dal relatore recepisce l'orientamento della maggioranza.

Massimo VANNUCCI (PD) osserva come la circostanza che il presidente, in sostituzione del relatore, abbia presentato una proposta di parere coincidente con quella presentata dal relatore di maggioranza presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale dimostra in modo evidente le problematiche poste dalla procedura consultiva prevista dalla legge n. 42 del 2009, ribadendo l'esigenza, da lui più volte prospettata nel corso dell'esame dei decreti legislativi di attuazione del federalismo fiscale, di garantire il riconoscimento del ruolo di equiordinazione della Commissione bilancio rispetto alla Commissione bicamerale.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame dello schema di decreto legislativo alla seduta di domani.

La seduta termina alle 13.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.55 alle 14.20.