CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 ottobre 2010
389.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 28 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Enrico LA LOGGIA. - Intervengono il ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Francesco Belsito.

La seduta comincia alle 8.45.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province.
Atto n. 240.
(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 ottobre scorso.

Il senatore Marco STRADIOTTO (PD), relatore, nell'illustrare le proposte di modifica allo schema di decreto in esame (vedi allegato), sottolinea che esse hanno carattere integrativo del testo e hanno lo scopo di tracciare un percorso chiaro e definito per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), degli obiettivi di servizio, dei costi standard e, di conseguenza, dei fabbisogni standard, fornendo alcuni criteri metodologici per orientare l'attività della SOSE e dell'IFEL nella individuazione dei dati necessari per la loro definizione.
Illustra quindi il contenuto delle modifiche proposte, a partire da una diversa formulazione del titolo del provvedimento nel quale andrebbero previsti altresì gli obiettivi di servizio. Oltre all'introduzione di un articolo aggiuntivo relativo alle definizioni terminologiche, andrà previsto, all'articolo 1, che l'assegnazione di eventuali risorse per il conseguimento degli obiettivi di servizio e del patto di convergenza debba comunque avvenire nell'ambito del ciclo di decisione della finanza pubblica, così come stabilito nella legge 196 del 2009; all'articolo 2, va specificato al comma 1 che solo il 70 per cento delle funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo rientra nell'ambito

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delle funzioni fondamentali; al comma 2, di nuova introduzione, va previsto che siano individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare entro 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto, le funzioni fondamentali dei comuni soggette a LEP, con evidenziazione di un numero limitato di servizi ritenuti particolarmente significativi. Inoltre al comma 3 va stabilito che la raccolta dei dati statistici necessari all'attuazione del decreto, nonché la sperimentazione delle metodologie statistiche, venga effettuata anche per le funzioni legate ai beni e alle infrastrutture culturali (musei, aree archeologiche, monumenti, biblioteche, archivi, teatri). Si propone inoltre un articolo aggiuntivo 2-bis, che individua un intervallo di prestazioni compreso tra un livello minimo da garantire su tutto il territorio nazionale (determinato tenendo anche conto, nella fase iniziale, della sua concreta praticabilità, nonché delle risorse disponibili) e un livello superiore, dato dall'obiettivo di servizio, definito come livello delle prestazioni adeguato ai bisogni dei cittadini. La norma è funzionale a innescare un percorso di avvicinamento del primo livello al secondo. È inoltre previsto, entro il 30 maggio di ciascun anno, un procedimento di mappatura degli enti in base al livello delle prestazioni erogate. All'articolo 3 si propone la modifica di alcune metodologie per la determinazione dei fabbisogni standard, prevedendo che si tenga conto, oltre che dei costi standard, anche del livello delle prestazioni erogate. Un nuovo articolo aggiuntivo 4-bis riguarda la metodologia per la determinazione dei costi standard intesi come indicatori di costo e indici di efficacia, efficienza e appropriatezza.
Ulteriori modifiche vengono proposte agli articoli 4, 5 e 8, richiamando le procedure previste dalla legge n. 42/2009, in cui si prevede in particolare l'acquisizione dei pareri delle competenti Commissioni parlamentari sui decreti del Presidente del Consiglio dei ministri previsti per l'attuazione del provvedimento. Si prevede, inoltre, che Sose S.p.a. si avvalga della collaborazione dell'Istat e della Ragioneria generale dello Stato.
In conclusione, sottolinea come il decreto in esame debba avere la funzione di indicare un percorso alla SOSE, all'IFEL e alla COPAFF per arrivare a definire un meccanismo che possa funzionare. Ricorda che si tratta di un percorso di lungo periodo, con revisioni triennali, che dovrebbe portare ad una situazione di riequilibrio - cioè alla cessazione del fondo perequativo che ha carattere compensativo - che non potrà durare meno di 12 anni.

Enrico LA LOGGIA, presidente, nel ringraziare il relatore per il lavoro svolto, segnala come nello stesso si prospettino nuove definizioni di alcuni elementi già definiti nella legge n. 42 del 2009, quali quelli di costo e di fabbisogno standard, rispetto ai quali ritiene che quanto prescritto nella legge medesima dovrebbe comunque venir tenuto in considerazione.

Il senatore Luigi COMPAGNA (PdL) osserva che dalla relazione del collega Stradiotto emerge uno dei nodi problematici presenti nei compiti affidati alla Commissione, la cui funzione consultiva rispetto agli schemi presentati dal Governo deve fare i conti con questioni che vengono affrontate per la prima volta a livello legislativo e che, come nel caso dei fabbisogni standard oggetto del provvedimento, possono indurre il legislatore delegato ad intervenire su elementi già fissati dalla norma di delega. Nel segnalare che esistono problematiche inserite in altri provvedimenti, vale a dire la Carta delle autonomie e la riforma fiscale, rammenta che ci si trova in una sede normativa cui è affidata una funzione attuativa, nel cui ambito appare necessario attenersi alla ripartizione dei ruoli istituzionali derivante dal sistema delle fonti. A suo avviso le tensioni che si evidenziano sulla definizione di un concetto chiave della disciplina federalista, quale quello di fabbisogno standard, derivano in verità dalle lacune normative previste nel titolo V della Carta costituzionale,

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dove sussistono ampie sovrapposizioni di potestà legislative concorrenti; si tratta tuttavia di questioni non risolvibili nell'ambito dei compiti della Commissione, che non può evidentemente che attenersi al dettato della legge delega.

Il ministro Roberto CALDEROLI, nel convenire con quanto delineato dal senatore Compagna circa la complessità del quadro normativo, ed in particolare sulla questione delle potestà concorrenti disciplinata nell'articolo 117 della Costituzione, segnala tuttavia che nei lavori legislativi in corso sembrano prospettarsi alcune soluzioni, ad esempio nell'ambito dell'esame presso il Senato del disegno di legge sulla Carta delle autonomie. In tale direzione dai lavori sullo schema di decreto in esame potrebbe arrivare un ulteriore contributo, e a tal fine si dichiara disponibile a concordare le opportune proposte di modifica - talune delle quali potranno sicuramente individuarsi nelle proposte avanzate dal relatore Stradiotto - che risulteranno compatibili con le finalità perseguite dallo schema medesimo.

Il deputato Rolando NANNICINI (PD), riprendendo alcuni temi affrontati nel corso dell'audizione del Comitato di rappresentanti delle autonomie territoriali svoltasi nella giornata di ieri, ribadisce l'importanza della questione relativa alle regioni ad autonomia speciale, ritenendo che su questo punto lo schema di decreto in esame non abbia seguito l'impostazione della legge n. 42 del 2009 ed in particolar modo dell'articolo 27. Tale coinvolgimento si rende ancora più necessario se si considera il fatto che tali regioni sono titolari di competenza primaria in materia di finanza locale e sono titolari di gettito di tributi erariali in maniera differenziata.
Con riferimento ai trasferimenti agli enti locali, ricorda che, come risulta dai documenti elaborati dalla COPAFF sui bilanci 2008, oltre a quelli di provenienza statale vanno considerati anche quelli dalle regioni nell'ordine di circa 15 miliardi come contributi e trasferimenti dello Stato e circa 5,8 miliardi da parte delle regioni. In particolare, i trasferimenti delle regioni verso i comuni ammontano a circa 3,5 miliardi da parte di quelle a statuto speciale e a circa 2,4 miliardi dalle regioni a statuto ordinario. Evidenzia, inoltre, la differenza nell'ammontare dei trasferimenti dallo Stato nei confronti del Friuli Venezia Giulia, delle province autonome di Trento e Bolzano e della Valle d'Aosta rispetto alla Sardegna e alla Sicilia.
Alla luce di tali considerazioni, pone l'accento sulla necessità di coinvolgere le regioni a statuto speciale sia attraverso la formalizzazione di un accordo sia mediante la loro presenza ai tavoli di discussione. Nel ribadire che il federalismo deve essere attuato nel rispetto della Costituzione e delle leggi, ritiene che la questione delle regioni a statuto speciale rappresenti una delle carenza fondamentali del provvedimento in esame.

Il deputato Francesco BOCCIA (PD) nel precisare che non può dubitarsi del fatto che il tema su cui lavorare è esclusivamente quello del federalismo fiscale, rileva che tuttavia si tratta di una materia che incide su aree ampie e diversificate, che non possono non necessitare di alcune precisazioni da parte di chi è chiamato a fornire indicazioni per l'attuazione della delega. Le proposte contenute nella relazione del collega Stradiotto si muovono in questa direzione, in una linea di continuità con le posizioni espresse dal Partito Democratico rispetto alla legge n. 42, sulla quale è stata effettuata una scelta di astensione anche per poter poi nel prosieguo esercitare in sede attuativa, come quella ora affidata alla Commissione, una funzione di integrazione e/o di modifica tesa a superare, ove possibile, alcuni limiti della legge medesima.

Il senatore Lucio Alessio D'UBALDO (PD) invita i relatori a valutare l'opportunità di ricomprendere anche la Ragioneria generale dello Stato tra i soggetti incaricati di effettuare la ricognizione dei fabbisogni.

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Enrico LA LOGGIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Comunicazioni del Presidente.

Enrico LA LOGGIA, presidente, avverte che, come emerso nel precedente ufficio di presidenza, dato che non risulta possibile concludere l'esame dello schema di decreto entro il termine previsto del 7 novembre prossimo, chiederà ai Presidenti delle Camere, sulla base di quanto prevede l'articolo 3, comma 6 della legge n. 42 del 2009, di disporre la proroga di venti giorni per l'espressione del parere. Chiede pertanto alla Commissione di deliberare in tal senso.

La Commissione approva.

La seduta termina alle 9.25.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI